«La Sarca» e non «il Sarca» lo dice la storia del fiume

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«La Sarca» e non «il Sarca» lo dice la storia del fiume
l'Adige
GIUDICARIE
Valli Giudicarie e Rendena
Una ricerca di Enno Lappi risponde
Il fiume, che nasce nell’alta Rendena
al quesito: nei documenti fin dal 1300 e percorre per 80 chilometri le Giudicarie,
il toponimo femminile è assodato
è il principale immissario del Garda
martedì 8 settembre 2015
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SAN LORENZO IN BANALE
«La Sarca» e non «il Sarca»
lo dice la storia del fiume
GIULIANO BELTRAMI
GIUDICARIE - Domanda: si dice il Sarca o la Sarca? Altra domanda: ce lo chiediamo così
per sfizio, tanto per muovere
le rotelle del cervello, o si tratta di riscuotere un minimo di
interesse pubblico?
Alla prima domanda ha risposto Ennio Lappi, che ha appena effettuato una ricerca in
funzione di un libro.
Alla seconda rispondiamo noi:
potrà apparire banale, ma dietro un articolo (il o la) in questo caso c’è una storia, anzi, a
proposito di articoli, c’è la storia.
Prima di entrare nel dettaglio,
giusto per mantenere un briciolo di suspence, spieghiamo
che Ennio Lappi è un ricercatore storico.
Sui generis, bisogna dirlo, perché non ha mai pontificato da
una cattedra, avendo vissuto
di tutt’altro lavoro, ma è guidato da una grande passione,
che lo ha portato ad occuparsi di storia attraverso una trentina di libri ed innumerevoli
fra articoli e saggi. Vedere il
suo sito enniolappi.altervista.com per credere.
Saziata la curiosità sul personaggio, ecco ciò che ci racconta a proposito della Sarca, il
fiume che parte dall’alta Rendena, percorre in ottanta chi-
IN BREVE
VAL RENDENA
Elettrodotto a 20 kV
Con determinazione del
dirigente del Servizio
provinciale gestione risorse
idriche ed energetiche
(Aprie), «Set Distribuzione
spa» è stata autorizzata alla
costruzione e all’esercizio di
un elettrodotto a 20 kV in
cavo interrato, per
l’alimentazione della nuova
cabina «Quarzo», nei
Comuni di Giustino e
Massimeno. L’elettrodotto,
in cavo interrato, ha una
lunghezza di 1.060 metri.
CAMPIGLIO
Montagnoli, proroga
Con determinazione del
dirigente del Servizio
provinciale prevenzione
rischi, è stato prorogato
l’esercizio provvisorio
dell’opera di ritenuta
ubicata in località
Montagnoli, così come
autorizzato con
determinazione del 5
novembre 2014.
FIAVE’
Il pifferaio e le palafitte
E’ in programma per oggi
l’attività per famiglie «Il
pifferaio magico e le
palafitte»: una passeggiata
animata all’area
archeologica di Fiavé.
L’appuntamento è alle 15
presso il museo delle
Palafitte. Prenotazione
obbligatoria presso Apt.
SAN LORENZO
Escursione sotto le stelle
Questa sera escursione sotto
le stelle. Un operatore del
Parco Naturale Adamello
Brenta guiderà i
partecipanti in una breve
camminata (45 minuti
circa) verso Colle Beo. Il
ritrovo è fissato alle 21
nella piazza di San Lorenzo.
lometri le Giudicarie, arriva
nel cosiddetto Alto Garda e si
getta nel Benaco, da cui esce
sotto forma di Mincio per gettarsi nel Po. Hanno appena
presentato un filmato curato
dal Gruppo culturale Fiavé-Lomaso-Bleggio e dall’Ecomuseo
della Judicaria sulla storia del
fiume e dei suoi 110 ponti.
«I primi documenti in cui troviamo il toponimo sono due
compromessi tra gli uomini di
Pinzolo, Baldino e Carisolo per
la sistemazione del greto del
fiume - racconta Lappi -. Il primo è datato 28 ottobre 1232
ed il secondo è del 7 novembre 1243. Sia nel primo che nel
secondo il fiume appare definito come “la Sarca”. In particolare nel secondo il genere
appare chiaramente. Si legge
infatti: “usque in sarca que curit inter carisolum et runcum
(…) usque in alia sarca”. Quel
“alia Sarca” è indubitabilmente femminile».
Documenti reperibili? «Sono
stati letti e registrati - risponde Lappi - nel 1903 da Silvestro
Valenti, ma purtroppo oggi risultano scomparsi. Tuttavia
possiamo continuare ad affondare le mani nella storia e scopriamo che a Bocenago il 9 luglio del 1354 il notaio Bartolomeo del fu ser Albertino detto Pizenino da Fisto roga un
atto che pone fine alle continue liti tra Varcè, Bocenago e
ADAMELLO
Allessandro Ranica, milanese,
alla guida della Pro Loco
Il Ponte
delle Arche
che,
superando
il/la Sarca,
collega il
fondovalle
con il
Banale
Canisaga, riguardanti certi termini di confine tra le rispettive comunità.
Nel documento appare per la
prima volta la dizione completa: «...flumine quae dicitur la
Sarc’…, fiume che si definisce
la Sarca. Altri chiari esempi li
troviamo nel 1442 «...iuris cargandi et descargandi mercaturas in portu della Sarca» nel
1448 «...in pertinenciis sanctae
Mariae della Sarcha..., e nel
1541...». Conclude Ennio Lappi: «Nei secoli seguenti e fino
all’Ottocento gli esempi non
si contano». Quindi, assodato:
si dice la Sarca.
Fosse anche uno sfizio, ora siamo accontentati, con tanto di
certificazione dei documenti
ufficiali.
SAN LORENZO IN BANALE - È Alessandro
Ranica, milanese, ex titolare di una ditta
di trasporti ora in pensione, da quattro
anni trasferito a San Lorenzo, paese natio della moglie, il nuovo presidente della Pro loco di San Lorenzo in Banale. Massimiliano Gionghi, che solo un anno fa
aveva sostituito Mariano Sottovia al vertice della Pro loco, ha lasciato il suo incarico per la difficoltà di coniugarlo con
i suoi impegni personali. Ranica è impegnato in altre associazioni locali: si gode
la pensione fra i monti sanlorenzini, coltivando la passione per le passeggiate in
montagna con la moglie, e cane al seguito, e lo sci. «Mi piace portare avanti delle cose per la comunità - spiega - fare qualcosa qui, dove sto benissimo da quando
mi sono trasferito».
Sono una novantina i soci della Pro loco
sanlorenzina, 8 i membri del direttivo, impegnati nell’organizzazione di una grande sagra, quella della Ciuìga, che ogni anno a novembre, in un lavoro collettivo
con le altre associazioni, è diventata ormai un evento di grande capacità attrattiva.
Durante l’anno l’attività della Pro loco
continua e proprio con questo nuovo direttivo si è deciso di recuperare e riportare in vita tutte quelle piccole e intime
feste delle singole frazioni di San Lorenzo: ognuna delle ville sanlorenzine ha ritrovato la sua festa, legata al patrono. La
prossima, in calendario il 21 settembre,
è la sagra di San Matteo, a Senaso.
Gite alpinistiche al sito della Guerra Bianca
In 650 con la Sat a Cavento
JESSICA PELLEGRINO
CAVENTO - La possibilità di
effettuare un’escursione
alpinistica in alta quota e
quella di rivivere le emozioni
della Grande Guerra. Sono
questi alcuni degli elementi
che caratterizzano le visite
alla Galleria del Cavento
proposte dai volontari Sat a
turisti e non. Un’occasione
imperdibile in particolare per
gli appassionati di storia visto
che, come spiegano gli
organizzatori «permette di
scoprire la galleria adamellina
scavata nella roccia dai
soldati austriaci e italiani». Un
sito importante, aggiunge
Alessadro Salvadori, della
Commissione Storica della
Sat, «l’unico ad essere rimasto
integro in tutto l’Adamello».
Al suo interno si possono
infatti osservare i dormitori,
la baracca per l’ufficiale, il
posto telegrafo, il locale
infermeria e una stufa
spartana per scaldare la
galleria. Il tutto preservato in
un ottimo stato di
conservazione. «Quando
abbiamo cominciato i lavori
di recupero - sottolinea
Salvadori - la galleria era
invasa dal ghiaccio e questo
l’ha mantenuta esattamente
come era poco prima
dell’abbandono da parte dei
soldati». Una proposta che
non solo ha portato in quota
oltre 650 persone, ma ha
anche lasciato il segno. «Molti
visitatori - prosegue Salvadori
- sono rimasti davvero colpiti
perché hanno capito quali
fossero le condizioni in cui si
combatteva: in mezzo a
malattie, pidocchi e
temperature che arrivavano
anche a -30 gradi. Inoltre la
soddisfazione più bella è che
abbiano partecipato sia i
bambini, dagli 8 anni in su,
che gli anziani». Grazie ad una
sosta in uno dei due rifugi di
MADONNA DI CAMPIGLIO
riferimento, ovvero il Carè
Alto e le Lobbie, il sito è
infatti raggiungibile in circa 34 ore di cammino.
«L’escursione è abbastanza
semplice - conferma Salvadori
- perché non ci sono
arrampicate difficili, ma
servono competenze
alpinistiche e l’attrezzatura
da ghiaccio/ghiacciaio come
ramponi, imbrago, corde e
piccone». Nonostante l’estate
volga ormai al termine le
visite saranno possibili anche
nei prossimi weekend di
settembre: «per richiederne
l’apertura è possibile
contattare la Commissione
storica della Sat oppure
rivolgersi alle Guide alpine e
al Parco». Infine, non manca
un accenno ai lavori di
valorizzazione di cui la
galleria è stata protagonista:
«Le aperture che oggi
proponiamo sono possibili
grazie ai lavori che sono stati
effettuati dai volontari, con il
Il sacerdote-pompiere a Canazei
L’infermeria della galleria di Cavento
supporto dei Bacini Montani,
il patrocinio della
Sovrintendenza ai beni
storico artistici provinciale e
il benestare del Parco». Gli
interventi però, precisa
Salvadori, «si susseguono
ogni anno. Ogni primavera
FIAVÉ
per poterla aprire al pubblico
dobbiamo togliere la neve
dalle porte e liberarla
nuovamente dal ghiaccio.
Inoltre, per mantenerla in
condizioni ottimali dobbiamo
continuamente fare
manutenzione».
A Carloni urbanistica e personale
La comunità ha salutato don Mario Il nuovo assessore
MADONNA DI CAMPIGLIO - Con due messe molto
partecipate, al mattino di domenica a Sant’Antonio
di Mavignola e al pomeriggio presso la chiesa di Santa Maria Nuova a Madonna di Campiglio, don Mario
Bravin si è accomiatato dai suoi parrocchiani e, viceversa, la sua gente, con tanto affetto e riconoscenza, lo ha salutato. Davvero numerose le persone che
hanno voluto partecipare alla cerimonia di Madonna di Campiglio dove, smesso l’abito talare, don Mario ha indossato la divisa di vigile volontario del fuoco. A nome di tutta la comunità gli è stato donato, in
segno di ricordo, un bassorilievo in legno raffigurante il Brenta. Erano presenti, tra gli altri, il sindaco di
Pinzolo Michele Cereghini, l’assessore Tullio Serafini in rappresentanza del Comune di Ragoli che, al pari di quello di Pinzolo, ha attribuito la cittadinanza
onoraria a don Mario, il comandante dei Vigili Volontari del Fuoco di Campiglio Franco Luconi Bisti e il
comandante dei Carabinieri Christian Leonardi.
FIAVÉ - Era stato annunciato
ad inizio mandato che sarebbe diventato assessore, da
una settimana è ufficiale: Stefano Carloni, ingegnere civile,
fresco trentenne e ritornato
ad occuparsi dell’azienda
agricola di famiglia, è il nuovo assessore con competenze ad agricoltura, urbanistica e al personale del comune di Fiavè. A metà legislatura diventerà vicesindaco.
A sessanta giorni dalla variazione di statuto per portare
a 5 i membri di giunta, il sindaco Zambotti ha ufficializzato l’allargamento della
giunta.
Stefano Carloni