Regional Competitiveness Index - Statistica Emilia

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Regional Competitiveness Index - Statistica Emilia
RCI 2013
Il Regional Competitiveness Index (RCI), sviluppato dalla Commissione Europea nel 2010 e riproposto con alcune
modifiche nel 2013, vuole mettere in luce gli aspetti prioritari sui cui ogni regione europea (NUTS2) dovrebbe
puntare per migliorare la propria competitività.
Nel rapporto preliminare, che la Commissione Europea ha messo a disposizione per raccogliere indicazioni e
suggerimenti, non è evidenziata, però, una definizione chiara e condivisa di competitività. L’indice RCI non tiene in
considerazione indicatori robusti come Valore Aggiunto Totale e per branche produttive, Prodotto Interno Lordo in
pps, dati di import-export, ecc…dove, invece, le regioni dell’Italia centro-settentrionale occupano una posizione di
eccellenza nel contesto delle NUTS2.
La posizione della regione Emilia-Romagna, e più in generale quella delle regioni italiane, è fortemente influenzata
dalla scelta degli indicatori considerati nello studio. Sono stati inclusi parametri di carattere nazionale come il deficit
statale, il debito pubblico, lo spread, nonché concetti di difficile quantificazione come la corruzione, dando alla
competitività forse il vago significato di benessere complessivo.
Arbitrariamente ci sono quindi indicatori di salute (anche questi come si vedrà in seguito scelti in modo discutibile),
ma nessuna “misura” di sistema come, ad esempio, la consistenza e la qualità delle infrastrutture turistiche, la
consistenza e la fruibilità dei beni culturali, indicatori sul clima e l’ alimentazione o di “operatività” del sistema
socio-economico quali le presenze turistiche, indici di percezione del benessere, consumi, ricchezza finanziaria
netta ed immobiliare delle famiglie…
Il GDP è usato solo come discriminante per far pesare diversamente i vari parametri. Quindi le regioni del NordItalia, inserite nel gruppo di quelle ad alto GDP, vedono la loro competitività valutata principalmente sul lato
dell’innovazione. Per altro, come si vedrà in seguito, anche gli indicatori di innovazione non convincono in pieno,
andrebbero tenuti in considerazione anche altri indicatori di sviluppo tecnologico più raffinati.
Il risultato è che regioni come la Lombardia e l’Emilia-Romagna risultano avere la stessa competitività di regioni del
Nord-Europa, o addirittura della Spagna, senza che si sia tenuto in conto neanche il numero di abitanti e la densità
abitativa e di impresa.
Entrando nello specifico, la mappa seguente riporta i valori dell’indice al 2013.
RCI 2013
Fonte: “Progetto di indice di competitività regionale dell’UE: RCI 2013” – Commissione Europea –Agosto 2013
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Fra le regioni italiane solo la Lombardia ottiene un punteggio positivo, peggiorando però la propria posizione
rispetto al 2010.
Si noti che, nella classifica RCI, ben 7 fra le prime 10, sono regioni dove si trova la capitale nazionale (vale per
Londra, Parigi, Copenaghen, Stoccolma). Non fa eccezione l’Italia, dove primeggia la Lombardia con la capitale
economica a finanziaria del Paese.
La differenza che passa fra Emilia-Romagna e Lombardia è comunque modesta. Su 262 regioni NUTS2 la
Lombardia si posiziona al 128° posto (prima delle italiane), l’Emilia-Romagna al 141° (seconda delle italiane),
cadendo entrambe nel terzo quintile (vedi mappa successiva), a cui appartengono anche Lazio (143°), Provincia di
Trento (145°), Liguria (146°) e Piemonte (152°).
Distribuzione dei punteggi RCI 2013
Fonte: “Progetto di indice di competitività regionale dell’UE: RCI 2013” – Commissione Europea –Agosto 2013
Il calcolo dell’indice RCI si basa su 11 pilastri di competitività territoriale sia di input che di output. Ogni pilastro è
misurato da un set di indicatori scelti grazie alla tecnica statistica delle componenti principali. Gli indicatori
utilizzati sono stati in totale 73 (degli 80 iniziali 7 sono stati scartati dalle CP- componenti principali).
Gli 11 pilastri sono:
1 Institutions
2 Macroeconomic stability
3 Infrastructure
4 Health
5 Basic Education
6 Higher education –Training and Lifelong Learning
7 Labour Market Efficiency
8 Market Size
9 Technological Readiness
10 Business Sophistication
11 Innovation
La misura di ciascun pilastro è data media degli indicatori standardizzati scelti.
A questo punto i pilastri vengono suddivisi in tre gruppi: Basic, Efficency e Innovation.
I pilastri Basic (da 1 a 5) rappresentano i drivers di tutte le economie evolute.
I pilastri di Efficiency vanno dal 6 all’8.
I pilastri di Innovation (9-11) svolgono un ruolo importante soprattutto nelle regioni più sviluppate.
Gli indicatori di Basic, Efficiency e Innovation sono calcolati come media aritmetica dei propri pilastri.
Il calcolo dell’indice RCI avviene combinando i 3 indicatori con pesi diversi a seconda del livello di sviluppo della
regione, misurato dal GDP procapite.
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Le regioni dell’Italia centro-settentrionale cadono tutte nel gruppo di quelle con GDP maggiore e quindi si vedono
calcolato l’indice RCI con i seguenti pesi:
-20% ai pilastri Basic; 50% ai pilastri Efficiency; 30% ai pilastri Innovation.
Per le regioni del Sud Italia, che cadono invece nel secondo gruppo, i pesi si combinano nel seguente modo:
- 50% ai pilastri Basic; 43% ai pilastri Efficiency; 7% ai pilastri Innovation.
E’ proprio nei pilastri Innovation, che hanno un peso maggiore nel calcolo dell’indice, che si concretizza la maggiore
distanza fra Emilia-Romagna e Lombardia.
Analizziamo quindi i 3 set di variabili singolarmente.
Distribuzione dei punteggi per il sottoindice BASIC –pilastri 1-5
Fonte: “Progetto di indice di competitività regionale dell’UE: RCI 2013” – Commissione Europea –Agosto 2013
Rispetto all’indicatore Basic l’Emilia-Romagna si posiziona al 172° posto su 262 regioni, cadendo nel secondo
quintile, mentre la Lombardia è l’unica regione italiana nel terzo quintile (139°) posto.
Ricordiamo che l’indicatore Basic è dato dalla media dei pilastri 1 Institutions, 2 Macroeconomic stability,
3 Infrastructure 4 Health 5 Basic Education.
Rispetto ai pilastri 1, 2 e 5 Emilia-Romagna e Lombardia si posizionano molto male rispetto alla media delle regioni
europee: cadono entrambe per i pilastri 1 e 2 nel primo quintile, per il pilastro 3 nel secondo quintile.
Variabili del pilastro Istitutions sono: percezione del livello di corruzione, stabilità politica, contabilità nazionale,
efficacia del governo, controllo della corruzione, facilità di fare impresa, efficienza del sistema giudiziario,
trasparenza del governo, crimine organizzato, ecc….
Variabili del pilastro Macroeconomic Stability sono: surplus o deficit su GDP; risparmi su GDP, debito pubblico su
GDP.
Variabili del pilastro Basic Education sono i risultati dell’indagine OCSE PISA sui livelli di lettura, matematica e
scienze degli studenti di 15 anni.
La Lombardia eccelle nei pilastri Infrastructure e Health (quinto quintile) mentre l’Emilia-Romagna rimane
leggermente indietro (quarto quintile).
Variabili del pilastro Infrastructure sono: tempi di viaggio in autostrada, tempi di viaggio su rete ferroviaria, numero
giornaliero di passeggeri su voli di linea.
Probabilmente è il diverso ordine di grandezza del traffico aereo fra le due regioni a fare la differenza.
Variabili del pilastro Health sono: mortalità per incidente stradale, speranza di vita in buona salute, mortalità
infantile, tasso di mortalità per cancro, per problemi cardiaci o suicidio.
Le differenze maggiori fra Emilia-Romagna e Lombardia potrebbero essere dovute principalmente al tasso di
suicidio.
Nel pilastro Health non sono inserite le attività di prevenzione, fiore all’occhiello dell’Emilia-Romagna.
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Distribuzione dei punteggi per il sottoindice EFFICIENCY –pilastri 6-8
Fonte: “Progetto di indice di competitività regionale dell’UE: RCI 2013” – Commissione Europea –Agosto 2013
L’Emilia-Romagna ottiene una migliore performance rispetto all’indicatore di Efficiency. Ricade infatti, insieme alla
Lombardia nel terzo quintile, rispettivamente al 116° e al 111° posto nella graduatoria delle 262 regioni analizzate.
Ricordiamo che l’indicatore Efficiency è dato dalla media dei pilastri 6 Higher education –Training and Lifelong
Learning, 7 Labour Market Efficiency, 8 Market Size.
Il pilastro Higher Education è quello in cui entrambe le regioni sono più deboli (secondo quintile). E’ misurato dalla
percentuale di popolazione laureata, la percentuale di partecipanti ad attività di LLL, la diffusione territoriale delle
università.
Il pilastro Labour Market Efficiency, che racchiude tutti i vari tassi di occupazione e disoccupazione, vede entrambe
le regioni al terzo quintile.
Rispetto al pilastro Market size l’Emilia-Romagna si posizione al quarto quintile, la Lombardia la supera al quinto.
Market size è misurato dalle variabili: reddito disponibile delle famiglie, mercato potenziale espresso in GDP e in
popolazione.
Distribuzione dei punteggi per il sottoindice INNOVATION –pilastri 9-11
Fonte: “Progetto di indice di competitività regionale dell’UE: RCI 2013” – Commissione Europea –Agosto 2013
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La performance dell’Emilia-Romagna rispetto all’indicatore di Innovation (che ricordiamo avere un peso maggiore)
non è brillantissima.. Ricade infatti nel quarto quintile, (nel terzo la Lombardia), al 155° posto nella graduatoria
delle 262 regioni analizzate.
Ricordiamo che l’indicatore Innovation è dato dalla media dei pilastri 9 Technological Readiness; 10 Business
Sophistication; 11 Innovation.
Il pilastro Technological Readiness è quello in cui entrambe le regioni sono più deboli (addirittura primo quintile). E’
misurato sia dalla percentuale di popolazione con accesso alla rete, alla banda larga, al commercio on-line sia da
indicatori sull’uso della rete da parte delle aziende con dettaglio minimo dell’informazione a livello nazionale.
Il pilastro Business Sophistication, che racchiude gli occupati e il valore aggiunto delle attività finanziarie e
assicurative, vede la Lombardia posizionarsi al quinto quintile, l’Emilia-Romagna al quarto.
Rispetto al pilastro Innovation l’Emilia-Romagna si posizione al terzo quintile, la Lombardia la supera al quarto.
Innovation è misurato dalle variabili: numero di brevetti in totale e per high-tech e ICT, percentuale di occupati nei
settori, numero di pubblicazioni scientifiche, spese per R&S.
La classificazione dei prodotti e dei settori ad alta tecnologia può essere di per sé fuorviante e poco aggettiva.
Ad esempio, una sofisticata macchina automatizzata per imballaggio, uno yacht di lusso o una gigantesca ed
ultramoderna nave da crociera sono considerati prodotti "medium hi-tech", mentre un banale telefono cellulare o
un lettore di cd (prodotti in serie in Asia e venduti a basso prezzo nei supermercati) sono invece beni hi-tech.
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