CALEFFI La porta gialla

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CALEFFI La porta gialla
it.Parade: la Porta Gialla “Una porta non può essere né aperta né chiusa” diceva Marcel Duchamp. Ma la porta gialla a Cusano, civico 2*, scala B (ma non ci sta mai nessuno alla scala A?)sembra proprio così: né aperta né chiusa. Davanti alla porta, una giovane giornalista, cool, trendy, glam, posh. Si prepara spianando un microfono fallico. Poco dopo, una signora anziana si affaccia alla porta gialla, precedentemente scampanellata. ‐ Buona sera, signora. O buon giorno, se preferisce ‐ ‐ Giorno o notte che sia, di sicuro non è mìca buono ‐ ‐ Lei è la madre del rapinatore ucciso, signora?‐ ‐ Bruno l' è…l'era mio figlio ‐ La signora è uscita sul pianerottolo. ‐ Preferisce rifare la battuta “Bruno è mio figlio”, signora? ‐ ‐ E’ un grande dolore, un immenso dolore‐ ‐ No, non preferisce. Perché suo figlio Bruno ha sparato?‐ ‐ Come? ‐ ‐ Riepiloghiamo i fatti. Qui Loretta Riva, night&day news. Ieri, nel corso di un tentativo di rapina ai danni di un supermercato della nostra città, sito in vìale Monterosa, è rimasto ucciso dalle forze dell’ordine il giovane rapinatore Bruno Muraro, che, in fuga, ha aperto il fuoco contro l’equipaggio di una volante della polizia, tempestivamente intervenuta. Oggi incontriamo la madre del malvivente. Signora, perché suo figlio ha sparato? ‐ ‐ Secondo me, non voleva morire. Mi diceva sempre: mamma, se capita che muoio… La Riva interrompe. ‐ Com’era Bruno da bambino?‐ ‐ Mi diceva sempre: mamma… ‐ Pare non sappia proseguire:è sopraffatta dall’emozione? ‐ La signora è sopraffatta dall’emozione. Signora, ci potrebbe mostrare la cameretta di Bruno? ‐ ‐ Mio figlio l'è morto ‐ ‐ Certo, certo. E da ragazzo, com’era? Come andava a scuola? ‐ ‐ Tutte le mattine: in autobus ‐ ‐ E questa che sarebbe, scusi? Una battuta? Dovremo tagliare, sa? Come ricorda il suo Bruno da ragazzo? ‐ ‐ Non gli mancava gnente‐ ‐ Tutto qui? Magari facciamo una pausa, lei mi fa entrare, mi prepara un buon caffè…‐. La signora abbraccia la cronista, che non sa bene come comportarsi. ‐ Capisco, signora, capisco. Il caffè ce lo facciamo portare, ok? Quella di ieri era la prima rapina a mano armata di suo figlio ?‐ ‐ Non era armato: lavorava sempre con una pistola giocattolo ‐ ‐ Un momento, signora: il rapporto della polizia parla di scontro a fuoco ‐ ‐ Un equivoco: un tragico equivoco. Il mio Bruno persino al luna park si teneva alla larga dal tirassegno. Un bravo ragazzo il mio ragazzo. Ricordo quella volta che…‐ ‐ Si drogava? ‐ ‐ Ce l’ha una sigaretta, signorina Riva? ‐ ‐ Brava, s’è ricordata il mio nome ‐ ‐ Guardo sempre il suo programma. Anche Bruno lo guardava ‐ ‐ Quali erano i sogni di Bruno ? ‐ ‐ Non so, ogni tanto mi raccontava che aveva sognato i coccodrilli‐ ‐ Certo, signora. Ma io intendevo: progetti esistenziali ‐ ‐ Cioè? Sarja? ‐ ‐ Che cosa voleva fare da grande? ‐ ‐ Mah, da bambino voleva fare l’astronauta o il calciatore. Da grande, sognava un bel colpo in banca: pulito e senza sparare un colpo ‐ ‐ A proposito di spari… ‐ ‐ Alt, ferma, basta così, Loretta Riva: le ho già detto che è stato un equivoco. Il ferro era finto e la sera buia. Ma non sono io che devo fare il suo mestiere. Ofelèè, con quel che segue ‐ ‐ Bene. Passiamo ad un altro argomento: il padre di Bruno ‐ ‐ Di bene in meglio. Bell’argomento. Il padre di Bruno mi ha mollata e amen. Del resto, io non l’ho mai conosciuto ‐ ‐ Com’è possibile, signora? ‐ ‐ Lasciamo a stare ‐ Bene. Passiamo ad un altro tema: Bruno e le ragazze. Ce l’aveva la ragazza? ‐ La signora ride: ride strano. ‐ La ragazza? Se gh'aveva la ragazza? Bruno ne aveva una, nessuna e centomila ‐ ‐ Una, nessuna…com’è? Una bella frase: l’ha inventata lei o era Bruno che diceva così? ‐ ‐ Lasciamo a stare. Sai che hai un bel paio di gambe, Laura? ‐ ‐ Prego? ‐ ‐ Anche mia madre aveva gambe lunghe: bellissime‐ ‐ Allude alla nonna di Bruno, signora?‐ ‐ Io non ce l’ho mai avuta la nonna. Beh, non ho avuto molto di niente, ok? E adesso mio figlio sì che ha avuto qualcosa: una bella pallottola in testa ‐ ‐ Ma Bruno non è stato colpito al torace? ‐ ‐ Ehi, senti un po’ che cosa ti dico, bella giornalista: vaffanculo, stronza. Sei un sacco di merda, sai? Un sacco ben confezionato, ma sei piena di merda, Laura Qualcosa ‐ ‐ Un momento, calma, signora. Capisco che lei sia amareggiata, ma…‐ ‐ A’ mareggiata? Ma qua’ mareggiata? Meglio dire: tifone, uragano, maremoto. A una madre che le hanno fatto secco il figlio lei chiede se è “mareggiata”? Sono queste le parole che vanno in televisione? Mareggiata e che altro? Infortunio sul lavoro, magari? Perturbazioni in arrivo? ‐ ‐ Bruno guardava molto la tv? ‐ ‐ Oh, ma certo: si faceva di calcio e non perdeva un reality. Alla fine ce l’hanno spedito all’Isola dei Famosi per Meno di un Giorno: dritto dritto dall’obitorio. Sei stato nominato, Bruno: dieci righe in cronaca nera ‐ ‐ Che cosa sta succedendo alla sua voce, signora? ‐ ‐ Signora? Ancora con questo: signora! La vogliamo finire, giornalista? ‐ La “signora”, presunta mamma di Bruno si scappella la parrucca: ma è un uomo! ‐ E questo che cosa sarebbe, uno scherzo? ‐ ‐ Un ragazzo muore e tu lo chiami uno scherzo? Bruno era mio figlio: io sono il Signor Muraro. Suo padre, non sua madre. Non l’ho mai sposata, così non avevo la reversibilità della pensione. Quando Lucia è mancata, ho cominciato ad andare io alla posta: i suoi tailleur mi vanno bene e poi chi sta insieme finisce per somigliarsi così come i cani somigliano ai padroni e viceversa. Adesso, se hai voglia di scherzare, entra in casa, giornalista ‐ ‐ Veramente, io… ‐ Il Signor Muraro spiana una pistola. ‐ Chiudi il becco, ti conviene: chiudi quella fogna! E vedi di fare quello che ti dico di fare. Vieni dentro, belle gambe ‐ La giornalista obbedisce: segue l’uomo senza parrucca e la porta gialla si chiude dietro di loro. Rumori e suoni: una breve colluttazione, una radio che cambia sintonie, sospiri in crescendo. Silenzio. Poi la porta gialla si riapre: la giornalista si rassetta, Muraro è in accappatoio di spugna color can che fugge, soprattutto se ìl cane è Pluto, dunque un accappatoio di spugna giallo caccamolla. Laura si rivolge ad una ipotetica audience televisiva. ‐ Solo su di me: primo piano ‐ ‐ Vedi di non sputtanarmi, eh? ‐ ‐ Zitto, lasciami lavorare. Bruno Muraro era una ragazzo, un ragazzo come tanti: un ragazzo che ha sbagliato. Ma anche chi l’ha abbattuto davanti al supermercato dove aveva appena commesso un reato. Un reato contro il patrimonio, un reato grave, tuttavia…‐ ‐ Taglia corto, Laura. Dacci un taglio ‐ ‐ Insomma, sono io l’esperta di media ‐ ‐ Ma la tua media mi pare bassina. Ehi, stavo scherzando ‐ ‐ Senti chi parla: il campione dell’istinto materno! ‐ ‐ Ah, ma allora non ti è bastata. Devo tirarlo fuori un’altra volta. Il ferro, intendo, cos’hai capito? ‐ ‐ Talis pater… ‐ ‐ Non bestemmiare! ‐ ‐ Sono allibita ‐ ‐ Prima, però, sembravi piuttosto arrapata ‐ ‐ Guarda che ti denuncio, Muraro ‐ ‐ Ma davera? ‐ ‐ Per molestie sessuali ‐ ‐ Solo molestie? ‐ ‐ Me ne vado: la mamma di Bruno non andrà in onda ‐ ‐ Ti sei offesa? ‐ ‐ Va bene, va bene, tutto a posto. Arrivederci e grazie ‐ ‐ Non mi offenda, signora ‐ ‐ Non mi sono offesa: va tutto bene, signor…signora ‐ ‐ Mi prendi per il culo, giornalista? ‐ La giornalista fa per allontanarsi. Muraro spiana la pistola. ‐ Qui, subito: cuccia lì. Non sto scherzando, belle gambe ‐ La giornalista si ferma. Esita. Obbedisce. I due entrano in casa, la porta gialla si richiude. Silenzio. Una colluttazione violenta. Un colpo di pistola. Pausa. Un secondo colpo di pistola. Silenzio: solo silenzio. Poi, sui titoli di coda: perdura ìl mìstero sulla tragìca fìne della reporter Laura Rìva, uccìsa neì pressì dì Mìlano, a Cusano Mìlanìno, patrìa del Trap e trappola ìmprevedìbìle – la gìornalìsta rìsulta sparata dìetro una porta gìalla da una pensìonata morta da due annì che tuttavìa aveva rìtìrato la pensìone solo due settìmane fa. Roma: contìnua la protesta deì...