PUNTI DI VISTA VERONICA ETRO
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PUNTI DI VISTA VERONICA ETRO
PUNTI DI VISTA VERONICA ETRO direttore creativo della collezione donna di Etro Le stampe sono centrali per l'estetica di Etro. Come avviene il processo della scelta? Diffcilmente acquistiamo tessuti per utilizzarli così come sono, se non per pezzi complementari della collezione. Molto spesso usiamo stoffe che facciamo realizzare appositamente per noi. Lavoriamo direttamente con il fornitore in azienda. La fere come Milano Unica restano importanti a livello di “sensazione” ma lo sviluppo viene fatto successivamente, insieme al nostro uffcio artistico. A ogni collezione riuscite a creare un mondo nuovo, spesso partendo dalle materie prime. Come fate? Noi che lavoriamo con le stampe dobbiamo partire molto presto con i tessuti che dovranno essere utilizzati come fondi. Facendo tanta sperimentazione sia a livello di procedimenti che di tecniche di stampa, i tempi sono davvero sostanziali. Scegliete solo tessuti made in Italy? Esclusivamente made in Italy. GABRIELE COLANGELO fashion designer e direttore creativo di Giada Col doppio impegno per il suo marchio e per Giada, settembre è un mese "caldo" per lei. Riuscirà a fare un salto a Milano Unica? In effetti, a causa della vicinanza con la fashion week, diffcilmente riesco a visitare personalmente le fere. Mi rifaccio in seguito, vedendo i campionari in studio. Saloni a parte, la ricerca tessile per me inizia nelle aziende, che visito personalmente a inizio stagione. Esamino gli archivi e studio le novità tecniche. Questo contatto diretto è un passo importante, poiché molti dei tessuti per entrambi i marchi sono esclusivi e nascono da questo scouting. È diffcile per un designer indipendente conquistare la fducia dei fornitori? In Italia il sistema moda non è, ahimé, di grande supporto per le nuove generazioni, anche in questo settore. Però esistono alcuni imprenditori tessili (specie nel comasco) che si sono dimostrati illuminati e hanno investito su di me, mettendomi a disposizione il loro supporto. Nel processo creativo, la scelta delle materie prime può fare la differenza? Ne sono convinto. Soprattutto oggi, è il vero spartiacque tra la moda di livello e il fast fashion. Forse parlo così per il mio background, essendo fglio di artigiani pellicciai: per me la materia resterà sempre centrale. Essere uno sperimentatore paga? Non sempre. Specie in un momento di mercato come questo, dove spesso vince un approccio visivo immediato. Per fortuna esiste una clientela interessata a un prodotto con un signifcato più profondo. 48 08_09_2015 GAIA TRUSSARDI direttore creativo di Trussardi Tessuto o design: cosa conta di più per il successo commerciale di un capo? La giusta combinazione tra i due aspetti è fondamentale: se non ci fosse, un prodotto potrebbe non funzionare come desiderato. Abbinare il tessuto più bello e ricercato al modello sbagliato può "bruciare" il capo. Esiste poi un terzo fattore determinante, spesso trascurato: il colore. Quando i tre elementi si incastrano e si bilanciano alla perfezione, allora il successo è garantito! Nel mondo Trussardi non ci sono solo le collezioni da sflata, ma anche le mid-season collection, le diffusion line. Il timing dei saloni tessili funziona per tutti i vostri progetti? Fiere come Milano Unica, ma anche Pitti Filati, rimangono punti di riferimento essenziali per individuare una tendenza o anche, all’opposto, per non percorrere strade già troppo battute. Al giorno d’oggi ci sono anche altre occasioni per visionare i tessuti, ad esempio per le collezioni di midseason (Resort e Prefall), ma soprattutto per le linee di diffusione, che hanno uscite stagionali ancora più anticipate. Purtroppo per la scelta dei materiali di queste collezioni le tempistiche di queste fere non giocano a nostro favore. Ci si rivolge dunque a una cerchia ristretta di produttori, che vengono incontro alle nuove esigenze di timing.