east39_Letture pilotate
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rubrica LETTURE PILOTATE a cura di Alessandro Giulio Midlarz Yulia Latynina Il richiamo dell’onore Diane Ducret Le donne dei dittatori presentato da Elena Murdaca presentato da Marina Gersony Marco Tropea Editore / 324 pagine / 17,00 € È ormai da qualche mese disponibile in italiano Il richiamo dell’onoredi Yulia Latynina. Al centro della narrazione i contorti rapporti economico-politici che regolano la vita dell’immaginaria Repubblica dell’Avaria del Nord-Dargo, facilmente identificabile col Dagestan. Terroristi islamici, guerriglieri dalla dubbia lealtà, ufficiali russi corrotti, traffico di petrolio, ricatti, fosse comuni, rapimenti a scopo di estorsione. Un Cremlino incompetente e indifferente. L’incapacità cronica di sfruttare il potenziale umano e naturale della regione. Sullo sfondo, le guerre cecene. Sono tanti i mali che affliggono le repubbliche nordcaucasiche. La Latynina si concentra sulla dimensione “clanica” dei rapporti sociali ed economici. Una repubblica federata a conduzione familiare, dotata di risorse di cui il presidente e i suoi due figli si appropriano senza ritegno, con il beneplacito di Mosca. Un governo locale senza base popolare né legittimità elettorale: non finzione letteraria, ma scandalosa realtà della Russia del dopo Beslan, da quando i governatori regionali sono nominati dal presidente della Federazione russa e non eletti dal popolo. Una struttura clanica impenetrabile dall’esterno, che ha soprattutto una funzione difensiva: alzare la mano su un àvaro, un daghestano o un ceceno significa fronteggiare un intero clan di uomini armati. Sono le persone sole – i russi – a essere facile bersaglio dei crimini e delle violenze, perché, organizzati in nuclei monofamiliari isolati, risultato indifesi. Questo spiega l’esodo dei russi – a tor156 to spesso attribuito a motivi etnici – dalle repubbliche caucasiche durante le ondate di violenza che hanno preceduto lo scoppio del primo conflitto ceceno. Il traffico illecito di petrolio e la spartizione dei proventi è il minimo comune denominatore che unisce terroristi e antiterroristi. Eppure è proprio in questo mondo, per molti versi barbarico e primitivo, che parole svuotate del loro significato nel sofisticato mondo occidentale, riprendono vita: onore, rispetto, solidarietà, sacrificio, fede, determinazione. In questo contesto si innesta la figura romanzata e un po’ improbabile del protagonista del romanzo, Vladislav Pankov, plenipotenziario del presidente. Pankov incarna la debolezza e l’inutilità delle buone intenzioni, che naufragano quando non sono sostenute dalla determinazione di andare fino in fondo. È il russo “buono” affascinato dal Caucaso, desideroso di ristabilire la giustizia e il diritto. È dotato di intelletto critico ed è capace di ragionare autonomamente, ma il Caucaso, per essere salvato, esige un sacrificio completo e totale, unitamente alla rinuncia a qualsiasi compromesso. Una volontà e un coraggio che a Pankov mancano. La delusione è grande. La sua caduta rovinosa. Amruta Patil Nel cuore di Smog City presentato da Paola Tassi Garzanti / 408 pagine / 22,60 € L e alcove dei tiranni del Novecento sotto la lente di ingrandimento di una giornalista, storica e filosofa francese. Diane Ducret ricostruisce le lettere d’amore, le strategie seduttive, le personalità, i pesi politici e i destini di Clara, Nadia, Magda, Felismina, Jang Qing, Elena, Caterina e Mira, donne vissute nell’ombra dei megalomani che hanno segnato un secolo di storia. Senza seguire un ordine, né cronologico né ideologico, la Ducret dipinge il ritratto delle compagne di Mussolini, Lenin, Stalin, Salazar, Bokassa, Mao, Ceausescu e Hitler, esplorando i meccanismi più profondi e segreti del rapporto che lega sesso e potere. Ne emerge un quadro eterogeneo, connotato da spose, amanti, muse e ammiratrici. Si sono innamorate di un uomo violento e tirannico, l’hanno convinto che era bello, affascinante, onnipotente, talvolta inducendolo alla moderazione, in certi casi alla crudeltà. Spesso sono state tradite e ingannate, a volte hanno dominato il proprio uomo, addirittura superandolo per ferocia. Un volume che si legge come un romanzo, oltre 400 pagine di vite intrecciate che raccontano la storia da un’angolatura inedita. east . europe and asia strategies Carlo Buldrini Lontano dal Tibet Storie da una nazione in esilio presentato da Claudia Astarita Lindau / 272 pagine / 22,00 € Metropoli d’Asia / 124 pagine / 12,50 € L a prima graphic novel proveniente dall’India. Nel cuore di Smog City è il libro, sorprendente e di successo, di Amruta Patil, scrittrice e illustratrice indiana che è cresciuta a Goa e ha studiato alla School of Fine Arts di Boston. Racconta la vita della giovane Kari, che lavora in un’agenzia di pubblicità, ama perdutamente una ragazza che l’ha abbandonata e si sposta in una Mumbai fumosa e grigia, dalle acque vischiose, resa visivamente molto bene da momenti grafici forti, alternando bianco e nero e colore. Dopo la protagonista, proprio la megalopoli indiana è il “personaggio” più importante del libro. Una città buia, squallida e con le fogne che traboccano, ma con un’estrema ricchezza di umanità. E, soprattutto, una numero 39 . dicembre 2011 P città moderna, attraversata da vertiginosi, inarrestabili cambiamenti, come tutta la società indiana. Kari divide l’appartamento con altre ragazze e i loro rispettivi fidanzati e vive di amore, solitudine, paura e alienazione. Anche grazie alla professione incontra persone di ogni tipo, come Angel, malata terminale di cancro. Si parla quindi anche di morte, ma senza tabù o paure, senza quel silenzioso velo di segretezza tipico dell’Occidente quando affronta queste tematiche. Il tutto viene rappresentato dalla penna e dal tratto spigoloso dell’autrice, come si vede nel viso affilato di Kari. Un tratto, declinato ora in chiave descrittiva ora in chiave onirica, che ci fa pensare a Marjane Satrapi, Dave McKean e Art Spiegelman, ma anche a Frida Kahlo, rievocata nella prima pagina con la sua inquietudine e la sua capacità di trasfigurare la realtà. rofondo conoscitore del Tibet della diaspora, Carlo Buldrini ha vissuto trent’anni in India, recandosi nelle località dove i profughi hanno trovato asilo – Dharamsala e McLeod Ganji – raccogliendo e selezionando i loro racconti. La viva voce dei protagonisti ripercorre le tappe dell’esilio, a partire da quel 7 ottobre 1950 in cui 40mila uomini dell’Esercito di liberazione popolare cinese attaccarono da otto direzioni diverse la città di Chamdo, nel Tibet orientale, sbaragliando il piccolo esercito del Paese delle nevi, sancendo, di fatto, l’inizio dell’occupazione che prosegue ancora oggi. Nella sua cronaca, con acume, Buldrini riesce a rendere l’immagine cruda di un Paese in prigione, in cui l’imposta dell’80% sulla produzione del grano, introdotta da Pechino, costringeva la gente alla fame. I segreti della medicina tibetana, la vicenda del X Panchen Lama e della sua morte misteriosa, il ritratto di Thupten Ngodup, martire della resistenza e un’intervista al Dalai Lama sono solo alcuni approfondimenti scelti dall’autore per dare una chiave di lettura di uno degli eventi geopolitici e umani più significativi degli ultimi sessant’anni. Simpatizzante della causa tibetana, Buldrini non manca di approfondire anche i dissensi interni e le lotte intestine nella comunità dei profughi. Uscito in India nel 2005 con il titolo A long way from Tibet, in breve il libro è diventato un best seller. 157