Staffetta Acqua
Transcript
Staffetta Acqua
Stampa | Staffetta Acqua (SQ) 1 di 2 http://www.staffettaonline.com/staffetta_acqua/Stampa.aspx?id=249928 stampa | chiudi Copyright © RIP Srl Management e Gestione martedì 14 aprile 2015 Servizio idrico: pubblico, privato o efficiente? Laboratorio servizi pubblici locali di Ref Ricerche: secondo letteratura proprietà dei gestori ininfluente, fondamentali buona regolazione, responsabilità imprese e autonomia organizzativa e gestionale Pubblico o privato? La questione, ampiamente dibattuta con riguardo agli assetti proprietari delle aziende che gestiscono il servizio idrico integrato in Italia, rappresenta “un falso problema”, da superare – insieme agli ideologismi che si porta dietro – per non condannare il settore a una paralisi in cui lo scontro tra diverse esigenze impedisce la soddisfazione di ciascuna di esse. Questo il fulcro dell'analisi che il Laboratorio servizi pubblici locali di Ref Ricerche dedica all'argomento nel nuovo contributo per la collana Acqua, “Regole, controllo e autonomia: la gestione del servizio idrico 2.0”, auspicando la maturazione di “un nuovo patto sociale in grado di compenetrare le esigenze di tutela delle fasce più deboli della popolazione e la particolare natura etica del bene acqua con l‘affermazione di un approccio industriale”. La polarizzazione che negli ultimi anni ha caratterizzato il dibattito sul servizio idrico, ricorda il Laboratorio, è stata la radice di uno stallo istituzionale e amministrativo frutto di un corto circuito normativo: il settore idrico è stato protagonista prima di un tentativo di “privatizzazione” forzata, con l'approvazione del decreto legge n. 112/2008, poi dello sforzo per annullarlo sfociato nel referendum del 2011 teso ad affermare la gestione totalmente pubblica del servizio. Secondo gli analisti è questo nodo la principale causa del ritardo infrastrutturale del settore. Il problema, peraltro, si è posto anche in ambito accademico: la letteratura economica distingue le imprese pubbliche da quelle private per i diversi obiettivi che perseguono, la massimizzazione del “benessere sociale” da un lato e quella del profitto dall'altro. Cosa si intenda per “benessere sociale” non è chiaramente definito: può trattarsi di un insieme di caratteristiche che, nell'erogazione dei servizi, vanno dall'alta qualità del servizio e dalla soddisfazione degli utenti al costo contenuto per gli utenti, nonché all'attenzione per l'ambiente. L'operatore pubblico può anche avere finalità quali il sostegno all'occupazione e lo sviluppo del territorio. I molti obiettivi della gestione pubblica, dunque, possono entrare in conflitto tra loro, richiedendo una mediazione. La difficoltà di ottenere al contempo tutti i risultati desiderati si coniuga con alcuni elementi che nel pubblico si sono dimostrati motivo di inefficienza. Tra questi, le possibili interferenze politiche che deviano la gestione dagli obiettivi di efficienza e la poca chiarezza degli obiettivi (legata proprio alla molteplicità e contraddittorietà delle esigenze che si intende soddisfare). Ma neanche la gestione privata è scevra di limiti intrinseci: l'obiettivo di massimizzazione del profitto si può tradurre, ad esempio, in un livello elevato delle tariffe e nello scadimento della qualità del servizio determinato dall'esigenza di contenere i costi. In entrambi i casi si rivela necessaria una regolazione indipendente in grado di assicurare un equilibrio tra le tendenze dei due tipi di gestione a favore della collettività. Proprio nella letteratura scientifica, infatti, si trova la conclusione che un buon contesto istituzionale, e in particolare una buona regolazione, consente di superare la questione degli assetti proprietari, incentivando le aziende di natura sia pubblica che privata a “incontrarsi” sul terreno delle migliori pratiche di entrambe. Essenziale, inoltre, la ricerca di elevati standard di governo societario, che favoriscano “l'accountability, la trasparenza delle scelte e il reporting sociale e ambientale”, adottati su base volontaria o promossi dalla regolazione. Secondo alcuni studi l'accounting finanziario e la separazione contabile e amministrativa sono un importante strumento per promuovere la trasparenza delle scelte. Sarebbe quindi auspicabile, afferma il Laboratorio, la promozione di “un sistema di valutazione delle performance aziendali che vada oltre le logiche economico-finanziarie e integri giudizi sul grado di coinvolgimento dei diversi portatori di interesse, sull'accountability e sulla trasparenza delle scelte operate”. Ulteriori elementi di salubrità delle aziende risiedono nell'autonomia 14/04/2015 10.09 Stampa | Staffetta Acqua (SQ) 2 di 2 http://www.staffettaonline.com/staffetta_acqua/Stampa.aspx?id=249928 organizzativa e manageriale e nella presenza di attività di audit da parte dei portatori d'interesse (cittadini/utenti, finanziatori, istituzioni, regolatore, ecc.). Di fatto, spiega il Laboratorio, gli strumenti di governance interni a un'azienda hanno un'influenza determinante sull'efficienza operativa e sulla produttività, a differenza degli assetti proprietari che le ricerche nel campo hanno ritenuto non discriminanti. Pertanto, si osserva nell'analisi, sono da perseguire efficaci strumenti di governo societario, per mezzo anche di una regolazione economica che assicuri un controllo indipendente, uniformi gli standard e applichi meccanismi di premio/penalità. Inoltre, per conciliare il ruolo di indirizzo e programmazione della proprietà pubblica con l'autonomia dei manager e il perseguimento dell'efficienza, si potrebbe “sganciare le attività di indirizzo e programmazione dal ciclo elettorale, isolando un mandato di medio termine che dettagli le opere da realizzare, la qualità e l'efficienza nei costi da conseguire e i relativi sviluppi organizzativi e finanziari” e che potrebbe “essere in fase con il ciclo quadriennale della regolazione Aeegsi”. Vi è poi la “terza via”, ricordano gli analisti, della società mista pubblico-privata: un soggetto di natura ibrida che offre il vantaggio di un minore impegno economico-finanziario dell'ente pubblico nell'erogazione del servizio o nella realizzazione delle opere ma un livello significativo di controllo sulla gestione da parte del partner pubblico, accanto all'apporto di know-how industriale da parte del socio privato e a una maggiore flessibilità gestionale rispetto a un soggetto interamente pubblico. La compresenza di pubblico e privato, inoltre, riduce il rischio di inadempimenti da parte dell'amministrazione pubblica e di comportamenti inerziali di fronte alle esigenze di adeguamento delle tariffe. D'altra parte, logiche pubbliche e privatistiche potrebbero non intersecarsi facilmente, creando contraddizioni e strozzature nella gestione. Non necessariamente, dunque, il partenariato pubblicoprivato conduce a un miglioramento dell'efficienza economica. Il contributo del Laboratorio servizi pubblici locali di Ref Ricerche (n. 38, aprile 2015) è integralmente scaricabile all'indirizzo www.refricerche.it/it/laboratorio-spl-futuro/contributi-di-analisi/. © Tutti i diritti riservati E' vietata la diffusione e o riproduzione anche parziale in qualsiasi mezzo e formato. 14/04/2015 10.09