i principi della complessita

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i principi della complessita
L’EPISTEMOLOGIA DELLA
COMPLESSITA, IL CALCIO E LA
METODOLOGIA OPERATIVA
Nuovo approccio di studio del Giuoco del
CALCIO
Raffaele Di Pasquale allenatore UEFA PRO
Principio DIALOGICO
• L’ordine e il disordine sono nemici: l’uno
sopprime l’altro, ma contemporaneamente, in
certi casi, collaborano e producono
organizzazione e complessità. Il principio
dialogico ci consente di mantenere la dualità
in seno all’unità; associa due termini
complementari e insieme antagonisti.
• LE FASI DI GIOCO
principio di RICORSIVITA’
• Non c’è distinzione tra causa ed effetto, l’effetto
si rivela causa a sua volta e ciascun effetto è
contemporaneamente prodotto e produttore di
ciò che lo produce. Tutto ciò che è prodotto
ritorna su ciò che lo produce in un ciclo che è
auto-costitutivo e auto-organizzatore.
• I PRINCIPI E GLI SVILUPPI DI GIOCO
principio OLOGRAMMATICO
• Non solo la parte è nel tutto, ma il tutto è nella
parte. Ciò che apprendiamo sulle qualità
emergenti del tutto, un tutto che non esiste senza
organizzazione, ritorna sulle parti. Allora
possiamo arricchire la conoscenza delle parti
attraverso il tutto e del tutto attraverso le parti, in
uno movimento che produce conoscenze.
• PROGETTO DI GIOCO ,SISTEMA DI GIOCO,
SQUADRA, BLOCCO, REPARTO, CATENA,
INDIVIDUALITA’
Diverse e varie
provenienze
culturali, geografiche
e linguistiche
Dinamiche relazionali
e di attaccamento
Intelligenze Multiple
(Gardner, 1983; 2005)
LA COMPLESSITA’ DELLA SQUADRA
Vissuti familiari,
sociali e culturali
Stili cognitivi
(Cornoldi, De Beni e
Gruppo MT, 2001)
Stile di pensiero
(Metafora dell’autogoverno
Mentale)
R. J. Sternberg; 1987, 1998
PREPARAZIONE SQUADRA
PROGETTO DI GIOCO
CAPACITÀ DI
ADATTAMENTO
STABILITÀ
Interazione dinamica e sistemica
Individuale
PRESTAZIONE
Gruppo
Squadra
Il principio ologrammatico costituisce
dunque un superamento tanto rispetto al
riduzionismo (che non vede che le parti),
quanto rispetto all’olismo (che non vede che
il tutto). È un po’ l’idea formulata da Pascal:
"Non posso concepire il tutto senza
concepire le parti e non posso concepire le
parti senza concepire il tutto".
Non esistono da una parte l’individuo e dall’altra la
squadra, i due processi sono inseparabili ed
interdipendenti. La squadra è prodotta dalle interazioni
tra gli individui che la costituiscono, la stessa squadra,
come un tutto, retroagisce per produrre gli individui
attraverso l’informazione, i vissuti, le relazioni. Così gli
individui, nelle loro interazioni, producono la squadra, la
quale produce gli individui che la producono, questo
avviene in un circuito a spirale attraverso l’evoluzione
storica. In questo processo ricorsivo, gli effetti e i prodotti
sono necessari al processo che li genera e il prodotto è
il produttore di ciò che lo produce.
Didattica e teoria della complessità
L’idea di gioco come multidimensionalità,
l’idea di sistema autorganizzato e l’idea di
incompletezza necessaria non possono non
avere una rivoluzionaria ricaduta sulla
didattica del calcio, a cominciare dalla
abolizione del confine tra “ gli ambiti ”.
- Fisico;
- Tecnico;
- Tattico;
- Mentale
ASPETTO TECNICO
ASPETTO TATTICO
PRESTAZIONE
ASPETTO FISICO
ASPETTO PSICOLOGICO
- Una didattica che voglia rispettare la
complessità dei fenomeni deve affrontare
un lavoro continuo di connessione tra
elementi e dimensioni evitando da un lato
di cadere nel caos e dall’altro di costruire
uno schema descrittivo totalizzante che non
lascia spazio all’iniziativa individuale.
Nuova idea di realtà
L'idea di realtà che la M.O. propone può
essere descritta come il passaggio da una
concezione della realtà data una volta per
tutte e per questo esprimibile in leggi a
un'idea di realtà in continuo movimento di
riorganizzazione. La realtà, cioè, non
appare più come qualcosa di dato una volta
e per tutte.
La definizione del sistema vivente come autopoietico ci
permette di uscire dalla vecchia dicotomia sistema apertosistema chiuso e dall’illusione del controllo. Infatti i sistemi
autopoietici sono chiusi (autonomi, con una propria identità)
dal punto di vista dell’organizzazione, in quanto si
autoproducono e non sono caratterizzabili in termini di
relazioni «input-output». D’altra parte sono sistemi aperti
(dipendenti), in quanto il loro comportamento è influenzato
dalle perturbazioni dell’ambiente, che non determina però la
loro identità. E’ la chiusura organizzazionale del sistema, che
corrisponde al suo dominio cognitivo, che stabilisce l’ambito
delle interazioni possibili e che determina il significato da
attribuire agli stimoli esterni rispetto alla sua evoluzione.
Di seguito si riportano considerazioni atte a giustificare
l‟approccio usato in questo lavoro al fine di
circostanziare i caratteri espressivi della complessità nel
suo manifestarsi. Differenti osservatori percepiscono
un diverso livello di complessità Lo “stesso”
osservatore, in diversi momenti, percepisce livelli
differenti di complessità Normalmente si ritiene di
poter contrapporre il semplice al complesso,
immaginando che tale dicotomia possa esaurire tutta
la casistica di fenomeni ed eventi possibili e
riscontrabili, e che definendo cosa debba esser ritenuto
semplice, consenta, per esclusione, di pervenire a ciò
che debba intendersi per complesso.
Occorre anche dire che la dotazione di conoscenza e
quindi gli schemi interpretativi posseduti dal soggetto
influiscono in modo significativo nella determinazione
del percorso che consente, rispetto ad uno specifico
ambito percettivo, di modificare il livello di complessità
percepita.
Gli schemi sono come occhiali colorati, quando
vengono indossati l‟ambiente circostante risulta
trasformato. È evidente, per esempio, che l‟indossare
occhiali da sole all‟imbrunire comporta l‟impossibilità
di vedere oggetti di colore scuro, e di contro, accresce
la focalizzazione su oggetti di colore chiaro.
In conclusione, si può sostenere che la possibile
attribuzione del livello di “comprensibilità” ad una
determinata situazione è da ritenersi funzione
della dotazione di conoscenza del soggetto che, in
uno specifico tempo ed in uno specifico
luogo, interagisce con la stessa
Evidentemente, mutando nel tempo la dotazione
di conoscenza del soggetto, ne consegue che
l‟attribuzione del livello di comprensibilità che egli
attribuisce a quanto osserva può variare.
La qualificazione di un fenomeno come complesso
deriva, in altri termini, dal patrimonio di varietà Unità informative, Schemi interpretativi e Categorie
valoriali - di cui è dotato l‟osservatore.
Ne consegue sia un rifiuto di quegli approcci che
intendono “oggettivare‟ la complessità riducendola a
mero calcolo che uno sprone ad investigare il ruolo e
l‟influenza delle relazioni ed interazioni (con gli
annessi aspetti funzionali ed intenzionali) tra
componenti interne ed esterne ai sistemi e tra questi
ultimi nel rapporto tra il calciatore, la squadra e il suo
contesto.
Norme di
cooperazione
Responsabilità
personale
Status
Compito
complesso
INTROIEZIONE GERARCHIZZATA DEI PRINCIPI DI GIOCO
Imprevisto
La gara
Le situazioni del sistema di gioco
Sviluppo dei principi di tattica e di tattica
individuale nelle due fasi di gioco e nelle
transizioni
Principi generali della tattica individuale e
collettiva delle fasi di gioco
Raffaele Di Pasquale, tesi master Coverciano, 2010
LA PIRAMIDE DECISIONALE
DELLA METODOLOGIA OPERATIVA
QUI ED
ORA
CATEGORIE
CONCETTI
PRINCIPI
SISTEMA DI GIOCO
PROGETTO DI GIOCO
LA CAPACITA’ DECISIONALE NELLE 4 FASI
DEL PROCESSO OPERATIVO
- Una
infinità di autori ha teorizzato sull'organizzazione
della sessione di allenamento o unità temporanea di
lavoro, poiché è la più ripetuta durante tutta la vita
degli sportivi.
Ne gioco del calcio, sino alla fine degli anni 80', il
modello classico di una seduta si organizzava in
questo modo: riscaldamento, parte principale, e parte
finale o di rilassamento.
Detto modello può essere enormemente positivo in
sport a carattere prevalentemente fisico, ma per le
caratteristiche precedentemente citate, si evidenza
come questa proposta sia lontana e abbia poca
attinenza con un nuovo modo di intendere il gioco del
calcio.
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LA SEDUTA OPERATIVA
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I FASE: spazio e tempo generali ed universali;
II FASE: spazio e tempo di catena e di reparto;
III FASE: spazio e tempo di blocco;
IV FASE: spazio e tempo si sistema.
Situazioni generali
ed universali:
Progetto di gioco
Situazioni funzionali
di ruolo
Situazioni di reparto
e/o di blocco
Situazioni di gara.
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UNA PROPOSTA DI LAVORO
COMPLESSA E SISTEMICA
DELLA M.O.
8 vs.4+ 4 vs.2:6 vs.4 + 2 jolly centrali: 4 blocchi di 5’
Dimensioni dello spazio: rettangolo 30x20 .
Descrizione: i 6 giocatori posti sul perimetro del rettangolo, con la collaborazione
dei due jolly fanno possesso contro i 4, i quali a loro volta, qualora recuperino la palla effettuano
un 4 vs.2 centrale . I due jolly quando intercettano il pallone rigiocano coi 6 compagni