SCHEDA PROGETTUALE - la granda
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SCHEDA PROGETTUALE - la granda
DESCRIZIONE DELL’INIZIATIVA Titolo: La “granda” parte da … terra donne, montagna e sviluppo locale PREMESSA Le alte valli alpine del cuneese. L’emigrazione e il conseguente spopolamento hanno danneggiato profondamente l’economia delle Valli alpine del cuneese. Come un tempo l’azienda agricola è prevalentemente a conduzione diretta e familiare: la grande proprietà non esiste, scarsissima la media, generalizzata la piccola e la proprietà fondiaria è estremamente parcellizzata, dal che ne deriva che un impresa agricola oggi , come ieri, non può essere autosufficiente. I prodotti artigianali che ancora si trovano nelle valli sono la testimonianza del valore attribuito alle tradizioni e della volontà di tramandare e quindi di non perdere antiche arti e vecchi mestieri. In questi ultimi anni la dinamica demografica ha visto un recupero delle zone delle basse Valli, mentre per le medie e alte Valli la situazione si può definire stagnante con alcuni lievi decrementi, tranne alcune valli che morfologicamente meglio si adattano al pendolarismo. Per lungo periodo (oggi fortunatamente sembra esserci una decisa inversione di rotta), inoltre, vi è stato un traumatico tracollo della cultura e dei valori tradizionali locali in favore di un insensata ed impossibile ricerca di omologazione con i modelli trasmessi dalla pianura, quello che ne ha pagato il maggior peso è stata la donna che ha perduto la sua identità ed il suo ruolo sociale. Soltanto iniziative vigorose, efficaci e puntuali potranno ridare alle Valli quei requisiti che riescano a rispondere in modo compiuto alle esigenze, materiali ed immateriali, dei suoi abitanti: per raggiungere questo obiettivo che potrebbe contribuire alla sopravvivenza di un popolamento attivo nelle aree più interne delle Valli, occorre avviare azioni tese a qualificare il capitale umano e la sua capacità di fare impresa , oltre a quelle utili per il rilancio economico, prime fra tutte le giovani donne. Tale fenomeno si può spiegare se si pensa che è legato ad una serie di concause, alla mancanza di sinergie che fanno si che molti privilegi altrove scontati rappresentino per la montagna ancora un miraggio. La visione di alcune reti televisive, l’utilizzo del telefono cellulare, il collegamento ad internet sono aspetti molto spesso critici che peggiorano la vita di relazione e contribuiscono al circolo vizioso della decadenza e dello spopolamento. La difficoltà di relazionarsi informalmente, vista la notevole dispersione della popolazione sul territorio, ha fatto si che nelle Valli crescesse il micro-associazionismo come base strutturale per intrecciare reti sicuramente utili per la popolazione residente, ma che è solo un palliativo, in quanto si è visto che non incide sui cambiamenti del sociale e delle possibilità offerte alle donne. Dando uno sguardo ai dati relativi alla popolazione attiva e non attiva si intuisce come sia praticamente impossibile vivere da disoccupato in Valle, la realtà montana offre, con adeguato spirito d’iniziativa, molteplici opportunità (che però senza strumenti ed accompagnamento diventano nulle) ma al contempo non permette di sopravvivere senza un reddito integrativo. (3) La donna della montagna: una grande risorsa Nelle valli di tutto l'arco alpino tra Settecento e Ottocento, ma ancora sino a 50 anni fa, gli uomini, durante la stagione invernale, si allontanavano dalle proprie abitazioni per lavorare itinerando nelle valli limitrofe, spingendosi fin nel territorio francese e assentandosi per parecchi mesi dalla vita familiare. La donna in questo periodo, era colei che, da sola, reggeva la famiglia, il lavoro domestico, accudiva gli animali, educava i figli e, nelle lunghe sere invernali, durante le veglie, con l’aiuto degli anziani, tramandava il sapere leggendario delle terre alte. La donna era colei che interveniva spesso, usando i suoi saperi, nei momenti cruciali della vita, durante quali i parti, nelle preghiere, nelle veglie funebri, nelle cure mediche agli uomini e agli animali. Possiedono l'abilità di conciliare i valori della tradizione con tutto ciò che di innovativo propone la società moderna in continua trasformazione. La “modernità” e l'avvento dell'industrializzazione nelle zone di fondovalle ha causato lo spopolamento massiccio delle zone montane alte. Questo spopolamento ha leso la struttura delle comunità cosiddette tradizionali e di conseguenza il ruolo centrale della donna, che si trova ora a sostenere una vita senza strutture sociali valide e con la contemporanea perdita del suo ruolo. Nella situazione di disagio geografico, sociale ed economico in cui versa la montagna oggi, la condizione della donna oggi risulta particolarmente difficile e sottovalutata. Le donne che vivono in montagna, più delle altre, spesso sono private degli strumenti e delle opportunità per esprimersi e realizzarsi pienamente. L'isolamento geografico della montagna costringe da tempo le nuove generazioni di uomini e donne alla scelta inevitabile tra l'adattamento e la fuga. Oggi come in passato, pur partecipando alla vita politico-amministrativa della valle il loro punto di vista raramente viene tenuto in considerazione dagli Enti decisionali. Inoltre la mancanza di dialogo limita e ostacola la capacità di collaborazione favorendo per contro un'eccessiva autoreferenzialità. Poiché le donne in passato hanno contribuito con forza all’economia di montagna; promuovendo lo sviluppo della famiglia e della comunità; e creando soluzioni innovative per far fronte ai cambiamenti in condizioni fisiche e politiche difficili e poiché possiedono l'abilità di conciliare i valori della tradizione con tutto ciò che di innovativo propone la società moderna in continua trasformazione, si ritiene che esse siano una valida risorsa per affrontare in modo concreto uno sviluppo sostenibile della montagna. Questo progetto nasce pertanto dalla consapevolezza che le donne di montagna hanno le potenzialità per far fronte alle problematiche del territorio in cui vivono. Occorre fornire loro gli strumenti culturali e metodologici affinché le loro capacità possano emergere e il loro contributo possa essere di beneficio a loro stesse, alle loro famiglie e all'intero territorio delle valli alpine. Il “Coordinamento donne di montagna”, che da anni si impegna con azioni di volontariato politico e sociale, in quanto ritiene politicamente corretto che le donne debbano lavorare in prima persona per organizzare il loro futuro si è recentemente costituito. Il CDM si compone di donne di alcune valli alpine (Grana, Stura, Maira, Varaita e Sangone) impegnate sia come amministratrici che come imprenditrici, dispone al suo interno di varie professionalità (agronome, (4) antropologhe, architette, commercialiste, giornaliste, erboriste, ingegnere, insegnanti, ecc.) ed ha creato una rete di supporti che la rende autonoma nella realizzazione di progetti di sviluppo locale tramite la collaborazione di imprese solo ed esclusivamente appartenenti a Com.Montane. La donna è una risorsa fondamentale per lo sviluppo socio-economico di un territorio, poiché possiede conoscenze riguardanti l’utilizzo delle risorse, i sistemi sanitari tradizionali e i costumi sociali, culturali e spirituali e per sua natura di madre è più rispettosa dell’ambiente che la circonda. Queste conoscenze si stanno man mano perdendo con le loro depositarie e oggi più che mai questi saperi diventano valori, questo patrimonio unito ad una piccola dose di imprenditorialità potrebbe far nascere microeconomie che potrebbero rivelarsi fondamentali per la vita della montagna Ancora oggi la maggior parte delle iniziative di microeconomia turistica e culturale, sono portate avanti dalle donne: dove rimangono loro la montagna non muore, ma intraprende uno sviluppo diverso, in sintonia con la terra, cogliendo e valorizzando l’opportunità che questa offre agli esseri umani. Le donne infatti non solo perpetuano la vita, ma sono anche riuscite a sopravvivere in ambienti limite, utilizzando le risorse della natura, conservando e curando il territorio nello stesso tempo. Le donne quindi devono essere considerate, non come l'anello debole di una territorio in difficoltà, ma come un'enorme potenzialità del luogo in cui vivono; occorre pertanto recuperare la loro conoscenza approfondita del territorio affinché questa antica saggezza sia il punto di partenza per la loro realizzazione nel mondo del lavoro e per il rilancio dello sviluppo della valle Maira. Le donne infatti, con la loro capacità di adattamento alle condizioni di vita più difficili, e l’attitudine a essere contemporaneamente al centro della vita familiare e del tessuto sociale e lavorativo, rappresentano “l’anello forte” della comunità in cui vivono. Le donne quindi non vanno considerate come una categoria da tutelare, ma come una categoria ricca di risorse e potenzialità a cui dare gli strumenti per potersi esprimere. Quei saperi femminili si inseriscono oggi in quell’ambito culturale che rifiuta il paradigma scientifico come unica via di conoscenza del mondo. ● Nuovi movimenti di idee oggi stanno recuperando questi antichi saperi, dando loro un giusto rilievo (erboristeria, conoscenza delle piante commestibili, conoscenza delle influenze lunari, antiche pratiche mediche, ecc.), ma per poter operare in questo mercato a vantaggio di uno sviluppo sostenibile e compatibile abbiamo bisogno di strumenti e di informazioni. Descrizione degli obiettivi del presente progetto OBIETTIVI GENERALI PROGETTO ● Offrire alle donne delle valli alpine, imprenditrici e non, gli strumenti per poter affermare nel sociale e nel mondo del lavoro la loro personalità e creatività nel rispetto delle persone e dell’ambiente che le circonda. ● Mettere in contatto le donne tra di loro e creare delle relazioni e delle reti di collaborazione ● Rendere la risorsa femminile un patrimonio culturale della comunità a cui appartiene; ● Innescare un meccanismo virtuoso tale per cui le donne diventino autonome nell'ideazione e realizzazione di progetti che soddisfino i loro bisogni, incentivando l'iniziativa e la vitalità dei (5) paesi di montagna; ● Rafforzare la convinzione che a lungo termine è più proficuo lavorare insieme piuttosto che individualmente. Obiettivi specifici del progetto: ● Far conoscere le esperienze di altre donne, che possano essere trasferibili e avviare al contempo la discussione sul come possano essere trasferibili e di quali supporti territoriali necessitino. ● Creare una rete con le donne contattate individuando bisogni e professionalità di ognuna e coinvolgendole su progetti, ● creare una rete reale di supporto autogestita di donne amministratrici delle zone ad marginalità ● individuare in che modo le attività ed i saperi delle donne, possono diventare fonte di reddito (potenzialmente possono diventare produzioni e/o servizi di nicchia). Azioni ● Incontrare, in ambiti istituzionali, conoscere e parlare con le donne delle aree alpine marginali, da sempre escluse nella progettazione e gestione del patrimonio locale. ● Individuarne le esigenze sociali, politiche e culturali ● Creare una rete femminile nelle aree montane marginali ● creare gli strumenti di supporto alla rete, ipotizzabile la realizzazione di un “manuale” e di un indirizzario ● creare un sito internet( inizialmente è ipotizzabile utilizzare una pagina di quello della provincia di Cuneo) - creando una struttura permanente di supporto al lavoro femminile, che possa dare delle risposte in tempi accettabili Descrizione dettagliata del programma di attività ATTIVITA’ & PRODOTTI ATTINENTI AL PROGETTO ● Realizzazione di una pagina, sul sito internet della provincia di Cuneo, interattivo di consulenza, che offra risposte in tempi utili con la creazione di una mail del progetto. ● Realizzazione di una bozza di pubblicazione da distribuire agli incontri con le donne nelle comunità montane, tale bozza dovrà essere integrata, nella forma definitiva, da tutti quei contenuti ritenuti utili dalle donne incontrate. Dovrà tendenzialmente contenere: - Normativa di tutela e valorizzazione della figura femminile - Normative delle agevolazioni rivolte alle imprese in generale e a quelle femminili in particolare e la (6) loro interpretazione - Glossario che renda meno ostico il linguaggio tecnico (normativo, economico e degli strumenti) - Raccolta di progetti pensati e gestiti da donne, che possano essere trasferiti nei nostri territori. Organizzazione di incontri con le donne in ogni comunità montana della Provincia di Cuneo - che serva da sensibilizzatore alle donne e che dia la possibilità di organizzare un convegno finale con il supporto di ogni donna delle valli alpine del cuneese - che consenta l’individuazione di una rete femminile attiva, creando delle facilitatici nei vari territori Organizzazione di un convegno finale costruito dalle donne di ogni comunità montana della Provincia di Cuneo concertato e compartecipato. Tipologia dei destinatari cui è rivolta l’iniziativa Donne amministratrici, artigiane, imprenditrici, studentesse Referente del progetto Cognome e Nome: Arch. Patrizia Palonta Consigliera comunale con delega alle Pari Opportunità del Comune di Celle di Macra Consigliera della Comunità Montana Valle Maira co-fondatrice del Coordinamento Donne di Montagna con delega di firma del Presidente dell’Associazione Telefono: 347 66 85 542 E-mail: [email protected] / [email protected] Il CDM intende quest’offerta comprensiva di iva e fatturabile per intero. Tempistica Inizio attività di progetto ottobre 2007, convegno finale e fine progetto 8 marzo 2008 (7)