N.118 febbraio

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N.118 febbraio
Editore: Centro Culturale San Lorenzo 46040 Guidizzolo (MN) - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB - BS
BIMESTRALE DI ATTUALITÀ, CRONACA, CULTURA E POLITICA - GUIDIZZOLO MN
ANNO XIX N. 106 - FEBBRAIO 2013
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DIRETTORE RESPONSABILE
Andrea Dal Prato
CAPO REDATTORE
Graziano Pelizzaro
REDAZIONE
Giulia Avanzi
Laura Leorati
Francesca Lugoboni
Elodio Perani
Sandra Tosi
Paolo Zani
COLLABORATORI
Giorgio Arienti
Sante Bardini
Annalisa Cappa
Cristina Delmenico
Michele Galli
Luca Ghizzi
Daniele Guerra
Marta Leali
Donatella Lusenti
Franco Mondadori
Francesca Pesci
Luca Piazza
Marisa Rodighiero
Mariavittoria Spina
Giulia Stuani
Davide Truzzi
Giovanni Zangobbi
PROGETTO GRAFICO
Claudia Dal Prato
EDITORE
Centro Culturale
“San Lorenzo”
via Virgilio, 25
46040 Guidizzolo (MN)
Tel. 348 3115232
e-mail:
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Sito internet:
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R. O. C.: N° 9434 del 16-10-00
Aut. Tribunale di Mantova
N° 8/95 del 30-05-1995
Stampa:
Arti Grafiche Studio 83 (VR)
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sommario
3 Editoriale
4 Le molte passioni
7 I.S.A. Nicole Betti vince la borsa di studio
8 Cronaca
14 Bimbi nati nel 2012
16 Fiori d’arancio 2012
17 Ippoterapia e Onoterapia
25 Notizie dall’Amministrazione
29 Ricette
30 I Pistoni Roventi alla “Motorumata di Anghiari”
32 Un Bijou di museo
35 Psicologia
36 Appunti di viaggio
38 Arte e dintorni - La nostra Storia
39 Arte e dintorni - Cinema
40 Arte e dintorni - recensioni
41 Astri e civiltà
43 Gestiamo la pressione arteriosa
44 Gruppo Micologico Naturalistico
45 Biogas: soddisfazioni per la sospensione
46 Intervista all’Assessore Lino Valbusa
48 Quattro bagole
50 Pro Loco Guidizzolo
51 Numeri utili
In copertina: Sofia Dal Prato
Invitiamo i lettori a proporre, per le rubriche,
problemi o situazioni che siano di interesse generale.
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editoriale
Andrea Dal Prato
Tangenziale: sogno infinito
Da quanti anni si parla di tangenziale?
Quanti anni si è discusso se era meglio a sud
piuttosto che a nord del paese?
Se questa tanto agognata tangenziale fosse
stata un figlio, oggi sarebbe laureato all’università statale del malgoverno e dell’ipocrisia
presentando una tesi sull’opportunità o meno
di amministrare la “cosa pubblica” senza tener conto degli interessi privati.
Ma procediamo con ordine. Da quando si é
iniziato a parlare di tangenziale ad oggi sono
state ipotizzate ben tre diverse varianti; due a
sud del paese ed una a nord, l’ultima in ordine cronologico. Tre comitati di cittadini sono
nati a difesa della realizzazione della variante
alla Goitese a nord o a sud del paese, oggi
questi comitati sono praticamente silenziosi.
Il 13 luglio 1989, l’allora sindaco Comm. Ageo
Gallesi indisse, in Teatro, un’assemblea,
alla quale era stata invitata tutta Ia cittadinanza perché aveva ricevuto dall’Anas la richiesta di un parere riguardo ad un progetto di circonvallazione che si sarebbe dovuta
realizzare “entro pochi mesi”. Il progetto,
come sottolineato da una circolare emanata dall’Amministrazione Comunale, “...era in
netto contrasto con la realtà ambientale ed
economica del paese e consisteva in un tragitto di circa 7 Km, di strada sopraelevata in
terrapieno molto distante dal capoluogo, con
conseguente difficoltà di inserimento sulla
viabilità interna”. “Pollice verso“, dunque, da
parte dell’Amministrazione targata Gallesi
per questo progetto che, a suo parere, avrebbe distrutto circa 60 biolche mantovane di
terreno fertile oltre al fatto che sarebbe stato
deviato un traffico ritenuto “importante” per
l’economia del paese.
Un traffico che, non bisogna dimenticare, é
causa di rumori, incidenti e grave inquinamento. Di tale progetto, datato 1989 e preceduto tre anni prima da una prima ipotesi di
variante deliberata dal Consiglio Comunale
e molto più vicina al paese rispetto a quella proposta dall’Anas, esisteva già il progetto
esecutivo finanziato dallo Stato.
Nel 1996, sindaco Zangobbi, il Consiglio Comunale confermava la scelta delle amministrazioni precedenti di costruire la tangenzia-
le a nord.
Nel 2003, il sindaco Maccari comunicava al
Consiglio Comunale “...che si poteva considerare definitivamente chiusa la fase progettuale con l’avanzamento in trincea di buona
parte della strada”.
Nel 2005, il sindaco Gandini rispondeva in
un’intervista ”Sono molto soddisfatto, devo
dare atto del grande lavoro di questi mesi
dell’Amministrazione provinciale e dei suoi
tecnici che hanno portato risultati eccellenti.
La Provincia ha già comunicato ai proprietari
dei terreni l’avvio del procedimento che porterà agli espropri, così che il 2006 sarà l’anno
che vedrà le ruspe in azione”.
Nel 2006 il sindaco Pelizzaro ottenne la conclusione positiva della conferenza di servizi,
in cui i 18 enti interessati esprimevano parere
favorevole. L’inizio lavori sembrava imminente, anche perché si andava concludendo la
fase degli espropri. Ma la progettazione definitiva ed esecutiva ha richiesto più tempo del
previsto e così, una volta conclusa nel 2010,
si dovette fare i conti con le ferree regole del
patto di stabilità.
Nel 2012, il sindaco Desiderati, durante lo
scambio degli auguri natalizi, con la cittadinanza, nella sala Consiliare comunicava:
“Regione e Provincia stanno lavorando per
superare i vincoli posti dal patto di stabilità.
La Regione ha nuovamente inserito l’opera
tra le priorità lombarde e garantito alla Provincia una quota significativa del patto di stabilità.
La Provincia sta operando per completare
l’acquisizione delle aree, passaggio necessario perchè la Provincia stessa abbia la piena
proprietà e disponibilità delle aree. Dobbiamo essere fiduciosi...”
Nella speranza che la matassa si dipani il
più presto e che l’intera vicenda non assuma
i contorni di una soap-opera americana, auspichiamo, dall’Amministrazione Comunale,
una dichiarazione pubblica dalla quale poter
apprendere con schiettezza ed onestà le reali motivazioni che hanno condotto a questi
ritardi, senza sotterfugi o ulteriori prese in
giro. Per il bene della collettività come d’altra
parte dovrebbe essere.
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Franco Boccazzi
Le molte passioni
del Prof. Sante Bardini
Mi mostra la mano sinistra. È
priva dell’anulare. “Prufesùr,
l’è sucès quand… “.
Inizia così il racconto di una
vita dinamica e tormentata
ma sempre vissuta con quello spirito di adattamento proprio degli uomini di una volta.
E dei guidizzolesi in particolare. Era una peculiarità questa
che apparteneva a tutti coloro che erano appena usciti da
una guerra devastante ma era
anche il portato di un’educazione antica dove la sofferenza e
la parsimonia erano presenze
quotidiane in ogni famiglia. Intendo dire in buona sostanza
che si iniziava da giovanissimi
a percorrere la via aspra della
vita, senza mai scadere nella
disperazione di fronte alle difficoltà.
Franco Boccazzi ha cominciato
a 9 anni - subito dopo la guerra
- a lavorare come marangone
presso la ditta Cagioni, Tomasi ed Anversa, mobili ed infissi, molto nota ed apprezzata in
tutta la zona. La sua paga era
di 500 lire alla settimana (corrispondenti a 0,25 centesimi di
euro oggi) che lui però vedeva
raramente. Andavano dai clienti per concludere gli ordini e volentieri all’osteria della Via de
Mès (via Chiassi) a fare qualche
gargarismo curativo - la segatura, si sa, è terribile per la
gola -. È passato poi a costru-
MULTIMARCA
4
ire astucci di legno da Giuseppe Marchini, detto “Mantua”.
Era assai benvoluto e lo ricorda
come caricaturista, divertissement nel quale era abilissimo. Con pochi tratti di matita
rappresentava il soggetto con
lineamenti
immediatamente
riconoscibili ma leggermente
modificati da una penetrante,
amabilissima ironia.
Racconta che aiutava il figlio
Guido a portare gli astucci a
Lumezzane ma quando Guido,
carattere birichino e focoso, vedeva una sottanina (usa proprio
questa espressione, apprezzo
il suo garbo) perdeva la testa
ed il portafogli si appiattiva e le
palanche erano restìe ad uscire
dalle sue tasche.
Stanco di questa situazione,
va allora a lavorare a Medole,
a fare cassette per la frutta,
ma non mancava comunque di
stare alle calcagna del Guido.
Questi sfuggiva ad ogni tentativo, suo e di altri creditori,
ed una volta lo ha visto calarsi addirittura da una finestra
del primo piano. Io, sopraffatto
dall’immagine che mi riporta al
“Guardie e ladri” di Totò, sorrido. Sorride anche Franco ma
mi precisa con orgoglio che,
tampinando quotidianamente,
l’amico Guido, ha sempre recuperato tutto.
Era sveglio, intelligente, capiva che bisognava darsi da fare
perchè nessuno ti regala mai
nulla. All’età di quindici anni
faceva il manovale ma la domenica era assiduo ai corsi di
edilizia tenuti alla Scuola d’Arte
di Guidizzolo dall’arch. Ricciardo Campagnari di Mantova. È
passato poi a lavorare, sempre come falegname, presso
un nuovo laboratorio. Il titolare aveva una sua metodologia
curiosa ed infallibile per scansare un po’ di tasse: davanti al
cliente scriveva i vari costi del
mobile su un’anta dello stesso.
Dopo il pagamento dava una
piallatina al “documento” ed
ogni traccia era scomparsa.
Ma anche il nuovo datore di lavoro aveva il braccino corto e
Franco, un bel giorno, mosso
anche dai rimproveri del padre,
va a trovarlo a casa sua di buon
mattino. Lo tira letteralmente
giù dal letto e gli chiede il pagamento degli arretrati. Dalle
parole grosse passano alla colluttazione ed entrambi finiscono in fondo alla scala di legno
che portava al piano superiore.
Il giorno dopo lo paga ma non
gli parla più. Franco mi dice
che comunicavano solamente
tramite biglietti, praticamente
un’anteprima dei pizzini di oggi.
È una situazione difficile. Non
può andare avanti. Cambia padrone. Finisce ad Ostia mare
come pittore di serramenti.
Raggranellava un bel po’ di denaro ma avvertiva crescente la
nostalgia del paese. Era solo e
mi confessa che di notte ricordava l’amatissimo Guidizzolo
e sempre più frequentemente piangeva sopraffatto dalla
malinconìa. Mi appare in tutta la sua bellezza il carattere
dell’uomo: volitivo, determinato, coraggioso ma non privo
di quei sentimenti che legano
tutti, intimamente, al carattere,
alle tradizioni ed alle immagini della propria terra. Mentre
scrivo gli appunti mi torna alla
mente l’incantevole brano del
Manzoni “Addio, monti sorgenti dall’acque ed elevati al cielo,
cime ineguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella
sua mente, non meno che lo sia
l’aspetto de’ suoi più familiari …
Quanto è tristo il passo di chi,
cresciuto tra voi, se ne allontana!”
Per andare e tornare da Roma
usava una 600 di poco prezzo
ma di tante mani sul cui radiatore era costretto, soprattutto
quando si arrampicava sugli
Appennini, a buttare continuamente secchi di acqua fredda.
Tornato finalmente a casa ha
l’incidente che lo priva del dito.
Nel forare un serramento gli
scappa la fresa che gli trancia
di netto l’anulare sinistro. Quasi
non se ne accorge.
Con questo handicap non può
continuare nel suo mestiere
abituale ed allora diventa commerciante ambulante di pelli di
daino ed altri articoli per auto.
Allora il prodotto andava per
la maggiore perché era quasi
uno status symbol. Con pochi
bessi si aveva una nuova ricercatezza da sfoggiare. Nel 1969
prende la licenza di mercantino. Gli affari sono così floridi
che ne prende una anche per
la moglie. Andavano in mercati differenti, lui da una parte e
lei dall’altra, ogni giorno per sei
giorni alla settimana. Ma alla
domenica, mi puntualizza, non
si riposavano perchè facevano
le fiere. Vacanze mai.
La vita da ora in poi ha scansioni assai meno concitate ma è
estenuante per il troppo lavoro.
Cede una licenza, tiene l’altra e
con la moglie va ai mercati paesani a vendere calze.
Oggi Franco è un personaggio
conosciuto da tutti, è uomo di
campagna dal carattere pacato,
sereno anche se ancora dalla voce potente e dalla parlata
tumultuosa. Si concede finalmente ai suoi interessi particolari: norcineria e raccolta funghi. Per la luciferina abitudine
che ho di stare meglio che posso con i piedi sotto la tavola, mi
intrigano entrambi e raddrizzo
le orecchie.
Apprende l’arte masalina all’età di 24 anni seguendo il suo
amico Remo Cagioni, operaio presso una ditta di Gazoldo.
Dopo due anni è maestro finito
e va presso le famiglie a far sö
el pursèl da solo o con qualche
aiutante occasionale. È molto richiesto per l’attenzione,
la bravura e le conce. Ho un
soprassalto di professionalità
scolastica ed avendo discrete
conoscenze nella materia, gli
insinuo qualche scaltra domanda tecnica. Dalle risposte capisco che Franco segue una prassi alquanto personale ma ricca
di criteri validissimi.
Mi fa vedere un braccio tormentato. Una volta, per un brusco
scarto dell’animale al momento di sparargli il chiodo per tramortirlo è stato ferito profondamente dal polso al gomito. Si
è legato alla bene e meglio con
una corda, si è coperto con un
giubbetto impermeabile ed ha
continuato il suo lavoro. La descrizione dell’episodio cruento
non mi ha sorpreso più di tanto. Un tempo, molti anni fa, nel
nostro contado, non c’erano
tempo né soldi per farsi curare
dal dottore per cui le famiglie
si abituavano a sopportare an-
Una porchetta pronta per la cottura
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Una splendida raccolta di porcini
che i dolori più lancinanti. Era
un’educazione spartana che
forgiava alla vita di allora, rude
e senza fisime ma illuminata da
grandi valori umani e religiosi.
Il suo repertorio è quello classico dei masalìn mantovani: salame, cotechino, coppa, pancetta,
fiocco (detto impropriamente
culatello) e guanciale.
Ecco, il guanciale. La lavorazione di questa parte del maiale
fornisce un prodotto estremamente interessante, poco frequentato dalle nostre parti ma
sempre presente invece nella
norcineria dell’Italia centrale e
meridionale. Ritrovarlo a Guidizzolo mi dà la misura dei suoi
elevati interessi nel settore.
Altra passione è quella della
raccolta dei funghi. Morto prematuramente il Fondatore e
Presidente del “Gruppo micologico naturalistico Colli Morenici”, Claudio Lugoboni, nel 2001
ne ha preso il posto su sollecitazione degli iscritti.
Quello dei funghi è un entusiamo che lo coinvolge sin da
quando era bambino. Me ne
parla con amore, quasi con devozione. Aveva dieci anni e già
andava su e giù per le campagne dell’alto mantovano con
suo papà Mario. Riusciva ad
introdursi nei meandri boschivi delle sponde collinari dove
c’erano funghi commestibili e
saporiti. Si trovava e si trova il
Boletus aereus (detto bronzino). A suo competente parere è
il migliore del mondo. Mi faccio
ripetere la stima palatale. Non
arretra: il migliore del mondo.
Sono basito per il giudizio ma
anche perché mi accorgo che
Franco non stima il pericolo.
Segue infatti la nostra conversazione l’amico Andrea Dal
Prato. Interviene solamente di
quando in quando per precisare e circostanziare. Ha la funzione di notaio. Prende nota di
eventuali impegni futuri. Con
un sorriso accattivante manovra in modo da registrare che
a primavera, quando si riaprirà il fronte di guerra, nell’ambito delle grandi manovre che
lui diligentemente organizza,
ci sarà una degustazione della
norcineria del nostro amico, un
cartoccio di finocchietto selvatico per le mie esperimenta sul
guanciale - anch’io mi do da
fare nella fattispecie - e forse
anche un assaggio di Boletus
aereus.
La conversazione è finita. Ero
stato avvertito che Franco
avrebbe portato qualcosa. Preparo la tavola, porto del pane,
del Bardolino di sana e robusta
costituzione fisica, bicchieri, tovaglioli, un dolcetto. Apriamo la
busta omaggiata per la convivialità. Salame delizioso e - toh,
chi si vede – so quante fette di
guanciale stupendo.
A primavera !
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6
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I.S.A. :Nicole Betti vince la
borsa di studio
Con la consegna di una borsa di studio ad una studentessa e una targa all’insegnante
Noris Tomasi è stato celebrato, all’Istituto d’Arte, il X anniversario della morte del
prof. Alessandro Dal Prato che ne fu il fondatore e direttore.
Dopo un saluto di benvenuto
del dirigente scolastico Prof.
Giuseppe Rizza e dell’amministrazione Comunale con l’assessore Lino Valbusa, della
professoressa Mirella Monacelli, di ex colleghi e allievi oggi
docenti, un’accorato amarcord
di Ugo Bazzotti, tornato dopo
quarant’anni nella sua scuola, con l’emozione, davanti alla
giovanissima platea, “di sentirsi ancora in classe con i suoi
studenti”.
Racconta l’esperienza significativa maturata in una scuola
dove rapporto umano, dialogo,
sollecitazione costituivano i
fondamenti. Sulla guida sicura
e ordinata del fondatore Prof.
Alessandro Dal Prato, pittore e
pedagogo, da celebrare nel decennale della scomparsa, quale felice interprete degli ideali
umanistici della cultura mediterranea volta a formare uomini da cui trarre i frutti migliori in tutti i campi. Ricorda poi
come il momento creativo scoperto nei laboratori di Guidizzolo, prodotto non di immediati
risultati ma di pazienti tecniche
acquisite con fede e fatica, sia
stato illuminante nel suo lavoro di critico d’arte, fornendogli
formazione e metodo per valutare un’opera “oltre l’epidermide”. Raccomandando, pertan-
to, ai ragazzi di saper cogliere
l’opportunità di una scuola in
cui oggi come ieri non solo si
apprendono svariate tecniche
ma soprattutto si impara a saperle utilizzare al meglio nelle
più disparate discipline.
E l’importanza di studiare l’arte
incoraggiando il pensiero creativo quale potenziale enorme in
tanti ambiti ampiamente sottolineata anche dal direttore prof.
Rizza.
In chiusura Giovanni Magnani
per Excursus, associazione di
ex allievi e docenti dell’Istituto
Statale d’Arte che si prefigge di
tener alto il prestigio dell’Istituto, un grazie a una “scuola di
vita e lavoro” che ha insegnato
a molti ad essere uomini nella
società e nel mondo.
Quindi assegnati due riconoscimenti: la IV Borsa di Studio
Alessandro Dal Prato per l’anno scolastico 2011-2012 di 500
euro all’alunna di 2ª A Nicole
Betti di Montichiari (BS) consegnata da Andrea Dal Prato; e
una targa speciale a Noris Tomasi con la seguente motivazione “Questo riconoscimento
in segno di gratitudine e stima
per il fecondo impegno didattico nell’insegnamento svolto
con passione, rigore e ineguagliabile competenza nell’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo”.
TRATTORIA PIZZERIA
Tra i presenti gli ex dirigenti scolastici Edoardo Bassoli e
Antonio Piazza.
Andrea Dal Prato consegna la borsa di
studio a Nicole Betti
Ugo Bazzotti consegna la targa di
riconoscimento a Noris Tomasi
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AREA RISERVATA
ATTREZZATA
GIOCHI PER BAMBINI
Si organizzano feste private e banchetti per cerimonie.
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Anche le esequie cambiano
Sono sempre di più coloro che, davanti ad un lutto familiare, preferiscono non ospitare in casa le
esequie del proprio caro defunto. Che si tratti di
un cambiamento culturale o di una nuova moda,
non importa. É un dato di fatto. Magari oggi più
diffuso in città, ma sta diffondendosi ovunque.
Talvolta sono le dimensioni dell’abitazione, oppure la semplice volontà di ricordare il proprio
caro in casa da vivo, fatto sta che prende sempre
più corpo la scelta di svolgere il rito delle esequie
in locali alternativi.
Per il vero la legge consente di trasportare la
salma, nelle prime ventiquattr’ore dal decesso,
anche presso l’obitorio o presso le camere mortuarie degli ospedali, ma la soluzione più innovativa e più confacente è la sala del commiato. Forse le ricordiamo perché ce le ha mostrate certa
cinematografia americana, ma in Lombardia ne
sono già sorte più d’una.
Che si chiami sala del commiato o casa funeraria,
è una struttura realizzata proprio per sollevare la
famiglia da ogni problema, in un momento così
delicato, qual è la perdita in una persona cara.
Appoggiarsi a chi sa come affrontare e risolvere
ogni frangente ed ogni adempimento legato al
lutto diventa non solo utile, ma comodo ed efficace.
In genere poi l’ambiente in cui si tengono le esequie è più confacente di quanto possano essere
le fredde sale mortuarie di certi ospedali.
Ne è un esempio, per rimanere nella nostra
zona, la Casa Funeraria delle Onoranze Funebri
Marchetti di Castiglione delle Stiviere, la prima
casa funeraria in provincia di Mantova.
Una casa funeraria che è un luogo dove ogni famiglia può portare il proprio estinto in un ambiente
che rispecchia la tranquillità, la riservatezza, la
discrezione, ma soprattutto i valori morali e religiosi, indispensabili in momenti difficili come la
perdita di una persona cara.
La casa funeraria può ospitare anche cerimonie
per riti diversi, compresi quelli propri delle comunità straniere.
8
Solidarietà del G.V.G.
Nei giorni scorsi il presidente del Gruppo Volontari Guidizzolesi Luciano Bondioli e i consiglieri
Franco Marchesini e Angela Pinelli hanno consegnato a don Roberto Buzzola parroco di San
Giacomo delle Segnate, Quistello, Nuvolato, San
Rocco un’offerta di 500 euro. Dopo la Santa Messa celebrata in un locale dell’oratorio di San Giacomo hanno potuto constatare de visu le profonde ferite ancora aperte causate dal terremoto del
maggio scorso: la chiesa parrocchiale inagibile
e spazi collegati, centri di ascolto fondamentali
per intercettare le necessità da soddisfare, da riattivare. “Abbiamo scelto questo luogo - ha detto
Bondioli - per diverse ragioni: il gemellaggio Guidizzolo-San Giacomo delle Segnate dettato dalla
Diocesi, l’analogia sia pure su diversa scala tra
ambiti di intervento sociale a favore di persone in
difficoltà specie se anziani, il fatto che essendo
stato don Roberto curato a Medole negli anni ‘70
era conosciuto da molti dei nostri associati.” Da
Marchesini e Pinelli ricordare sulle parole del vescovo di Mantova Mons. Busti come l’offrire, “con
un gesto utile a chi dona insieme a chi riceve abbia soprattutto aiutato a riscoprire e valorizzare
quella solidarietà che diventa fraternità.” Da don
Roberto un sentito grazie a nome della propria
comunità così duramente colpita.
Teatro, vecchia passione dei guidizzolesi
Apprezzatissima la mostra presentata all’inaugurazione del cartellone teatrale 2012-2013.
In esposizione nel foyer rari gioielli dell’archivio
di Giuseppe Valbusa, impegnato collezionista
cui va il merito di aver tratto dall’oblio un interessante spaccato di storia locale e facendo nel
contempo ripensare l’opportunità di elevare a
patrimonio pubblico importanti documenti del
centenario percorso teatrale, ora di proprietà
privata, per dar vita a varie sezioni tematiche
museali.
Ma veniamo alla mostra: sono inviti, avvisi, cartoline che testimoniano le proposte di commedie, operette, veglie danzanti, soprattutto films
del “Cinema Teatro Dopolavoro” OND degli anni
‘30 e del Teatro-Lanterna Verde del dopoguerra.
Guardando con attenzione ci si sente trasportati
in un mondo dimenticato o sconosciuto con curiosi inserti pubblicitari, tra cui “Segue film Luce
sonoro” o “il film della vigilia Fascista”; oppure con la locale Filodrammatica del Dopolavoro
“posti tutti a sedere a L.3 i primi e a L.2 i secondi”; e “parlato in italiano” per il films Lady Lou
con Gary Grant.
Una mostra da vedere e tutta da scoprire; idealmente collegata a quella permanente posta
sulla parete dirimpetto - foto di attori da Angela
Finocchiaro a Paolo Cevoli sul palco guidizzolese
in questi ultimi anni - mostrando continuità nella
cultura teatrale del territorio.
In chiusura, a tutti i presenti, a cura della Pro
Loco, l’omaggio di una cartolina del Teatro di via
Filzi anni ‘30, naturalmente tratta dallo “scrigno”
di Valbusa.
Bimbinfesta
Bimbinfesta organizzato da Comune e Pro loco
con Gocce d’Oceano si è confermato un appuntamento coi fiocchi. La tensostruttura del Centro sportivo domenica scorsa ha infatti registrato
per l’intero pomeriggio un allegro via vai di famigliole: mamme, papà, bambini di diverse età,
ma anche nonni e nonne. Svariati e accattivanti gli spazi fruibili e intercomunicabili tutti con
simpaticissime proposte. Per i più piccini, “facciamo le pappe” con terriccio, granturco, pellet
e la supervisione di una volontaria dell’Aido di
Castiglione; oltre a molli attrezzi per liberi esercizi di psicomotricità. Per i più grandicelli invece
attività più impegnate, sportive amatoriali con
Scuola di calcio e Atletica, e prove di abilità su
vecchi giochi da Campana a Lastec. Coinvolgente
ed educativo l’angolo che ha visto fiorire da materiale di riciclo, sollecitati dalla fantasia creativa
di Susi, incredibili oggetti da riutilizzare, tra cui
svuota-tasche e portapenne. E importante è stato il progetto solidale con le originali matite di
carta dipinte a mano dalle terze classi elementari. Cedute poi a libera offerta e l’intero ricavato
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9
coetanei poverissimi del Madagascar; e da Valter
dell’Associazione Libera presentati in slide altri
interventi a favore di questo paese in grossa difficoltà. Una novità rispetto all’edizione precedente, la baracca dei burattini di Jessica con spettacoli che hanno rapito l’attenzione di grandi e
piccoli incamerando scroscianti battimano.
Mentre per gli amanti della lettura la Biblioteca
ha curato una bella esposizione di libri per l’infanzia, sempre disponibili presso la sede.
Yucca
Questa pianta ha sempre goduto di splendida
salute, in appartamento durante l’inverno e sul
balcone d’estate, o anche piantata in terra, con
un riparo d’inverno.
É conosciuta anche come “tronchetto della felicità”. Ne sono conosciute oltre 40 specie, originaria degli Stati Uniti meridionali, del Messico e
del Sud America; alcune sono senza fusto, altre
hanno steli eretti, vigorosi, talvolta con delle ramificazioni che si sviluppano con l’età. Le specie
coltivate in appartamento hanno fusto legnoso,
10
eretto, scarsamente ramificato, con corteccia liscia; all’apice dei fusti si produce un folto cespo
di lunghe foglie carnose, rigide, appuntite, di colore verde; esistono varietà con fogliame variegato. In estate occasionalmente le piante adulte
producono alte pannocchie, che portano numerosi fiori campanulati, di colore bianco o crema
o giallo.
Quella di Alessandro Cargnoni che riproduciamo
in foto è stata una vera sorpresa. All’inizio di ottobre era semplicemente una pianta con le foglie
leggermente ingiallite, tanto da far pensare che
si stesse seccando, poi improvvisamente nel giro
di 25/30 giorni ha sviluppato la sua “pannocchia”
che ha raggiunto l’altezza di oltre 4 metri.
Natale di luce con la materna
Un augurio originale alla cittadina con i bambini della materna del capoluogo nella “pilata”
del 16 dicembre scorso. E un messaggio forte
per un Natale di luce e di pace, ma soprattutto
sull’auspicio di aprire a un nuovo tempo di amore e fraternità. Frutto della felice collaborazione
docenti-alunni-genitori, l’appuntamento è stato
preceduto da un simpaticissimo invito, realizzato
e recapitato a mano dagli stessi bambini a tutti
gli esercenti del paese, con preghiera di non disertare la loro “straordinaria serata”.
Grandi e piccoli con simboliche torce elettriche
in mano intonando canti personalizzati, sono
partiti dal monumento, e dopo aver attraversato
il centro storico e fatto tappa nelle varie piazze
tra lo stupore generale, sono approdati alla sede
della materna per uno scambio d’auguri. In testa al corteo, portata da due scout di Castiglione
delle Stiviere, una lanterna con la “Luce di Betlemme”, il famoso olio proveniente dalla chiesa
della Natività, dove una lampada arde ininterrottamente da secoli alimentata a turno dalle Nazioni cristiane della terra. Uno spettacolo gioioso
e desueto cui non sono mancate pause di riflessione: un minuto di silenzio ricordando le piccole
vittime della strage di Newtown in Connecticut;
e la lettura di qualche articolo della Carta dei Diritti del Bambino.
Remember Sayonara
Il nuovo direttivo della Pro Loco di Guidizzolo
ha iniziato la sua attività con il botto! Infatti, Il
16 dicembre scorso ha organizzato, sul piazzale
antistante la Sede Municipale, un party dal titolo
“Remember Sayonara” con il Dj Marino Medola,
aperto a tutti. Verso le ore 18 è iniziato lo spettacolo e dopo poco tempo il piazzale si è letteralmente riempito di giovani, di bambini, di genitori,
dei “diversamente e sempre giovani”, mamme,
nonne, ecc. Per riscaldare l’atmosfera, un po’
freddina a dire il vero, oltre alla bellissima musica, i ragazzi della Pro Loco e i loro amici, hanno elargito a piene mani vin brulé, bombardini,
bevande bollenti, birra, bevande analcoliche, il
tutto accompagnato da pizzette, panettoni, ceci,
caldarroste, scaglie di grana ed altre sfiziosità.
C’è stata poi la lotteria con ben tredici premi che
andavano dai cesti pieni di leccornie, a quelli colmi di verdure, ai panettoni. Vicino ai gazebo della
Pro Loco, l’Aido ne ha installato uno suo, per porre l’attenzione sulla donazione degli organi.
La musica ha imperversato per quasi tre ore, e
andava dal “revival” degli anni 70/80 (Queen), alla
cumbia fino ai giorni nostri. In mezzo alla piazza
quasi tutti ballavano, chi da fermo, sorseggiando
vin brulé, chi, come i bambini con i genitori, agitandosi e muovendosi tutti felici.
Sono state sicuramente diverse centinaia i partecipanti alla manifestazione: quelli che partecipano sono sempre i migliori!
Attività benefica
Una quarantina di bambini di quinta elementare,
guidati dalle catechiste, in campo per una iniziativa benefica. Nell’arco di quattro sabati pomeriggio hanno preparato dei bellissimi lavoretti
con materiale usato e decori a decoupage. Allestendo poi davanti alla chiesa una vivace bancarella tutta estro e colore; quindi cedendo a libera offerta, con disinvolta autonomia e spontanei
auguri di buone feste, i loro manufatti ai vari
acquirenti, per lo più i partecipanti delle messe
domenicali. Inutile dire che i piccoli capolavori
dal festoso sapore natalizio sono andati a ruba
segnando il tutto esaurito; il ricavato è stato destinato alla Caritas parrocchiale per aiutare i loro
coetanei in difficoltà.
Particolare interesse ha destato il Mercatino
dell’usato organizzato dalla Caritas parrocchiale
0376 840494
Apertura:
dalle 11.00 - 14 e 16.30 - 22.00
domenica 16.00 - 22.00
Lunedì chiuso
Via Solferino, 66 Guidizzolo MN
11
nel Salone don Giulio dell’Oratorio. Con la proposta ben articolata e accattivante di un vasto assortimento di capi d’abbigliamento, casalinghi,
giochi per i più piccoli. Ceduti per quattro domeniche successive a libera offerta e con l’intero ricavato devoluto a sostenere le fasce più deboli e
bisognose del territorio. L’iniziativa, di per sè non
sconosciuta, è stata connotata da alcune importanti novità. All’allestimento e soprattutto alla
faticosa fase preparatoria di raccolta materiale,
catalogazione, riordino su decine di tavoli monotematici dei pezzi in mostra, hanno partecipato
- coordinati dalla dottoressa Renata Faini - volontari giovani e meno giovani, italiani e di altre
etnie, di Guidizzolo ed altre realtà limitrofe. Evidenziando prima di tutto la tensione, nonostante
le diversità personali, a lavorare insieme maturando a vari livelli e in un’apertura a tutto campo
su progetti condivisi volontà e capacità d’integrazione. Poi le diverse provenienze, da Medole specialmente, dei volontari coinvolti hanno messo in
luce l’impegno a collaborare in un’ottica non solo
trasversale ma anche sovracomunale, così come
nel nuovo spirito delle recenti unità pastorali.
Il ‘52 in festa
Ci sono classi che si ritrovano spesso, altre che
lo fanno solo in occasioni particolari.
La classe del 1952 è una di queste e lo fa mediamente ogni cinque anni. Non si poteva certo
saltare il 2012, ovvero l’anno dei sessanta. Un
appuntamento importante, una tappa della vita
12
significativa. Per qualcuno, magari, è già tempo
di bilanci. In un noto ristorante della zona, egregiamente organizzata dal “coscritto” Agostino
Bicelli, in arte “DJ Ago”, la festa della classe
1952 ha visto una partecipazione numerosa, oltre le aspettative. E come in tutte le feste di classe, ci si ritrova tra vecchi compagni di scuola, ma
anche con altri che sono venuti ad abitare a Guidizzolo da grandi e che non hanno condiviso con
gli altri i tempi eroici della giovinezza.
Si sprecano i “ti ricordi”, ma anche i “com’è cambiata quella (o quello)”… senza renderci conto
che gli altri commensali staranno dicendo lo
stesso di noi.
E allora come cambiare registro? Con la musica,
con il canto, con l’animazione del DJ Ago!
E così, tra un risotto ed una capasanta, tra una
cantata ed un ballo, tra un dolorino qui e una
terapia là, arriva mezzanotte e ci si avvia verso
casa. Già, è finito il tempo quando dopo la cena
della classe si andava al night!
Il falò di Bombana Livio
Cinquecento persone, a rappresentare praticamente tutte le famiglie guidizzolesi, davanti al
buriel allestito da Livio Bombana. Un appuntamento ormai tradizionale che grazie agli ampi
spazi interni e cortivi disponibili ben si presta
a manifestazioni di grande respiro. All’esterno
erano distesi vari gazebo con l’offerta di ceci e
vin brulè, e supercuochi per la risottata finale
innaffiata da vino novello; mentre nel capanno-
ne erano imbanditi lunghi tavoli. Gli occhi di tutti
però rivolti, tra cori festosi, sul magico momento
dell’accensione del falò per indovinare, sulla direzione delle fiamme, gli auspici dell’anno nuovo.
Che a detta degli esperti del campo sembrerebbero essere stati buoni; le fiamme si sono infatti subito animate puntando dritte al cielo senza
ondeggiare fumando sui vari lati. Ad accrescere
l’emozione del rituale sacrificio della vecia uno
spettacolo pirotecnico coi fiocchi. “Nonostante la
crisi abbiamo voluto riproporre il consueto invito
alla cittadinanza - ha detto Livio - per non deludere tutta la gente che contava sulla nostra proposta per passare qualche ora in sana allegria.”
Esordio per l’Orchestra fiati
Applauditissimo esordio nella serata di capodanno nel Teatro comunale.
Un repertorio di grandissimo impatto ed elevate
difficoltà esaltato dalle capacità artistiche degli
orchestrali diretti dal M° Nicola Ferraresi. Una
serata condotta all’insegna della giovialità oltre
che della bella musica, intervallata da alcuni
simpatici siparietti tra gli stessi esecutori ed il
maestro.
All’inizio, dopo l’Inno degli Italiani, lo scambio di
doni: al maestro Ferraresi, da 10 anni direttore
del Corpo Bandistico Guidizzolo, due bacchette,
alcuni spartiti ed una penna perché continui a
scrivere musica oltre che dirigerla; al presidente della Banda, Marco Gottardi, un album con le
foto di tanti e significativi momenti.
Al termine sul palco è salito Franco Marchesini, presidente di quello che in questi giorni si è
appena ufficialmente formato: l’Ente Filarmonico Guidizzolo. Un po’ un ‘ritorno alle origini’ in
quanto la Banda nacque nel 1839 proprio come
Ente Filarmonico musicale; attualmente la volontà di racchiudere in un unico Ente appunto le
molte anime musicali di Guidizzolo: la Banda,
ora Orchestra fiati, la scuola di musica, il Coro
polifonico, l’Orchestra; nuove forme e modalità
musicali aperte ad esecutori e pubblico sempre
più vasti: percussioni, coro lirico, cori giovanili,
ecc. Così Guidizzolo diventerà sempre più centrale per la musica di tutto il territorio.
Ph Valter Tellaroli
13
In leggera diminuzione le nascite del 2012 rispetto a quelle del 2011, infatti la cicogna ha portato 64 nuovi
cittadini (contro i 74 dello scorso anno). In aumento il numero dei figli di cittadini stranieri residenti a
Guidizzolo 25 contro i 39 degli italiani. I maschietti battono le femminucce 38 a 26.
Anna 30-5
14
di Alessandro Dal Prato
e Daniela Pasquali
di Valter Dal Prato
e Francesca Lugoboni
Sofia 15-7
Teresa 20-12
di Davide Dal Prato
e Fabiola Trentin
di Domenico Grillo
e Marianna Caggiano
Benedetta 1-8
di Davide Ruggerini
e Francesca Pesci
Pietro 5-5
di Albino Barbieri
e Maddalena Pesci
Matilde 22-10
di Aldo Puleo
e Rossella Marocchi
Diego 15-6
di Marco Bombana
e Serena Simoncelli
Davide 28-5
Linda 14-1
Mattia 5-12
Yassine 4-1
di Gottardi Marco
e Molinaroli Chiara
di Davide Lanfredi
e Arianna Broccaioli
di Stefano Hu
e Fanny Hu
Flavio 1-10
di Jamal Karim
e Naima Khaya
Isabel 16-10
di Francesco Nori
e Ilaria Floriani
Erika 14-5
di Matteo Mantelli
e Laura Zecchini
Riccardo 7-1
di Gilberto Guidetti
e Giulia Redini
Elisa 6-1 Daniela 6-1
di Francesco Casali
e Anna Fezzardi
Pietro 18-6
di Michele Zanoni
e Serena Tanchella
Sofia 21-3
di Marco Caiola
e Patrizia Scalmana
Michele 11-2
di Mirko Cappellari
e Serena Cirani
Davide 4-8
di Alex Vesnaver
e Ramona Tarchini
Lorenzo 20-10
di Marco Iacovino
e Roberta Madella
Gioele 7-12
di Stefano Cobelli
e Consuelo Buzzago
Samuele 7-8
di Giuseppe Marchiello
e Elisabetta Guglielmi
15
Giorgia 5-5
di Roberto Morandi
e Katia Visani
di Lorenzo Pelizzaro
e Paola Belinghieri
Sara 5-7
Andrea 8-12
Lucia 5-6
Matilde 13-11
Alberto 21-11
di Simone Pezzaioli
e Ilaria Gialdini
di Simone Pistoni
e Serena Bianchera
Giada 29-10
Elena 3-2
Matteo 21-10
Riccardo 27-1
di Alessio Monteverdi
e Daniela Palmarini
di Fabrizio Gandellini
e Luisa Gavioli
16
di Fabio Brusini
e Valentina Redini
di Marco Badini
e Elisa Corradi
di Nicola Stanghellini
e Mara Favalli
di Roberto Righetti
e Marzia Mozzanica
Jack Thomas 13-11
di Steven Cappa
e Lindsay Wooters
Elia 5-12
di Giacomo Boccola
e Barbara Simioni
Caroline 5-2
di Manuel Ghignoni
e Rossella Rosa
Diego 1-5
di Giovanni Medola
e Beatrice Allegretti
Giorgia 25-5
di Sandro Piadena
e Francesca Perniceni
Paolo 27-10
di Giuseppe Delmenico
e Monica Rosa
Viola 16-3
Cesare 30-11
Mia 31-1
Daniele 30-12
di Fabio Toninelli
e Lara Cappa
di Stefano Gabusi
e Mara Zanni
di Giovanni Rodella
e Ingrid Spagnoli
di Gianfranco Frer
e Roberta Battaglioli
La redazione ringrazia per la collaborazione:
- L’Ufficio Anagrafe del Comune sig.re Marianna Conchieri, Laura Trevini e Cristina Tartarotti
- Lo studio fotografico “Foto & Video Digital Art” di Matteo Bertani e Marzio Bottoli
- Un particolare ringraziamento alla collaboratrice Annalisa Cappa, per aver curato le rubriche
“Fiori d’arancio” e “Bimbi nati”
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che si sono sposati nel 2012
Rossella Marocchi
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Fanny Hu
e Stefano Hu
23 giugno 2012
Valentina Tabai
e Mattia Tomasi
19 maggio 2012
10 agosto 2012
Valentina Goffi
e Cristian Barosi
4 febbraio 2012
Serena Simoncelli
e Marco Bombana
18 febbraio 2012
Federica Vivaldini
e Francesco Tessaro
27 maggio 2012
Giulia Stuani
e Matteo Vidal
Marika Quagliotto
e Rudy Zeni
8 settembre 2012
30 giugno 2012
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Arianna Spazzini
e Raffaele Simoni
2 giugno 2012
Agnieszka Wzorek
e Luigino Mason
21 luglio 2012
Ph Benito Pelizzoni
Chiara Azzini
e Francesco Napoli
20
8 settembre 2012
Angela Maffezzoni
e Simone Tedoldi
6 ottobre 2012
Giovanna Rosa
e Nicola Zanella
5 maggio 2012
Laura Castellini
e Marco Ferrari
3 settembre 2012
Sonia Brulica
e Paolo Segna
30 giugno 2012
Stefania Ruggenenti
8 settembre 2012
Oberdan Paganini
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Antonella Pirritano
e Simone Buzzacchetti
1 luglio 2012
25 agosto 2012
Rosa Caso
e Massimiliano Bertolotti
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Khaya Rabia
e Sandro Cortelazzi
Deborah Cavaletti
e Andrea Roversi
28 aprile 2012
1 settembre 2012
Ippoterapia e
Onoterapia
Delle due discipline, la prima,
l’ippoterapia, è, probabilmente, più conosciuta: riguarda lo
svolgimento di attività equestri,
di animazione e di promozione
sociale rivolte prevalentemente
a persone diversamente abili, a
bambini e adolescenti ed ha lo
scopo di educare i diversi soggetti al rispetto per gli animali, per la natura, per il lavoro
dell’uomo, cercando nel contempo di favorirne la socializzazione.
Protagonista e compagno al
tempo stesso è il cavallo come
mezzo di terapia attraverso un
insieme di tecniche di educazione e ri-educazione mirate ad
ottenere un miglioramento del
disagio causato da una serie di
agenti patogeni quali problematiche o danni sensoriali, motori, cognitivi, affettivi, relazionali e comportamentali.
Non ha certo la pretesa, l’ippoterapia, di sostituire altre terapie tradizionali, ma piuttosto di
integrarle.
L’istruttore, quasi sempre di
giovane età, si dedica a questo
impegno dopo il normale lavoro, aiutando gli allievi a sviluppare una relazione dinamica
con l’animale. Vengono incentivate tutte le possibili espressioni di comunicazione che
permettono il riavvicinamento
alla dimensione corporea ed
emotiva, allentando i conflitti e
ristabilendo una connessione
con la sfera emotiva e dei vissuti interiori.
Le lunghe passeggiate all’aperto, lontano dai rumori, la riscoperta della flora e della fauna
aiutano a ritrovare, con l’aiuto
dell’amico cavallo, pace e serenità interiori ed a vincere molte
paure.
A fianco e parallelamente all’ippoterapia si è venuta sviluppan-
do, negli ultimi anni, un’altra
disciplina, l’onoterapia, vale a
dire la cura con l’aiuto dell’asino
(dal greco onos). Attraverso l’onoterapia si cerca di sviluppare
innanzitutto un rapporto fisico
ed empatico con l’asino. L’adolescente e, in genere, il giovane
con problemi di adattamento
al mondo esterno, acquisisce
maggior consapevolezza del
proprio corpo e dei propri movimenti e sviluppa altresì la capacità di comunicare con un altro
essere vivente. Questo fatto è
favorito, come detto, dalla presenza di un contesto ambientale idoneo che aiuta a riscoprire
alcuni valori fondamentali.
di essere capace di prendersi
cura ed avere un rapporto affettivo con un altro essere che
apprezza la mano che gli offre
da mangiare o bere e lo “lecca”
quasi accarezzandolo. L’asino,
ancor più che il cavallo, dopo
una fase (solitamente breve) di
ritrosia più che di paura, accetta tranquillamente il cibo: erba,
mela, carota, ecc... dalle mani
del bambino e pare ringraziarlo
con gli occhioni umidi e bassi.
In tal modo, si sviluppa, prima,
e accresce poi, la propria autostima e fiducia in sè stessi, portando il soggetto ad una progressiva maggiore autonomia.
In buona sostanza attraverso
Nella fattispecie l’asino è visto
come animale piccolo, morbido, obbediente, paziente, umile,
prudente, lento, ma sicuro e affidabile.
Spesso, superata qualche paura iniziale, il soggetto – utente
riesce ad instaurare un rapporto istintuale e profondo, vissuto sul sentire. Il bambino, così
come il soggetto diversamente
dotato, riesce a recuperare una
capacità di sentire in termini
empatici ed emotivi. Nel caso
di disabilità si sviluppa il senso
l’ippoterapia e l’onoterapia si
sperimentano metodologie di
approccio non alternative, ma
integrative rispetto a quelle tradizionali e si offrono, al tempo
stesso, momenti di svago guidato e controllato che consentono
di gustare relax e divertimento
anche al di fuori dell’ambiente
familiare con possibilità, sempre più frequenti, di instaurare
nuove e costruttive relazioni.
Antonio Quiri
23
Giornata della memoria
Sala Consiliare Comune di Guidizzolo
sabato 23 marzo 2013
In ricordo di Bruno Rodella
caduto nella strage delle Cave Ardeatine
“Perchè il ricordo non si spenga mai”
Ore 10,00 Sala Consiliare
Interverranno:
Ore 11,30 via Rodella
Sergio Desiderati Sindaco
Pietro Gialdini Vice Sindaco
Grazia Rodella nipote di Bruno
Caterina Moccia Vice Presidente Nazionale ANMIG
Giovanni Morselli Presidente Provinciale ANMIG
Scoprimento della targa
sulla facciata
della casa natale
24
A tutti i presenti verrà distribuito, in omaggio, un fascicolo sulla figura di Bruno Rodella
600 giorni: un primo bilancio
A quasi due anni dall’insediamento di questa Amministrazione riteniamo utile fornire
alcune indicazioni riguardo le
condizioni socio economiche
del Comune di Guidizzolo.
Sin da subito abbiamo dovuto
fare i conti con l’acuirsi della
crisi economica che ha colpito non solo Guidizzolo o l’Italia
ma tutto il mondo occidentale.
Il nostro Ente, non avendo entrate diverse rispetto a quelle
strettamente tributarie, vedendo praticamente azzerata l’attività edilizia che con gli oneri
di urbanizzazione garantiva
introiti in grado di soddisfare
diverse esigenze del territorio
ne ha sofferto e ne soffre più di
altri.
Erano anche già state appaltate opere, soprattutto scolastiche, che impegnano il nostro
Comune.
Nel dettaglio:
- Ampliamento della scuola
primaria
- Nuova scuola dell’infanzia
- Struttura polivalente
- Ampliamento centro sportivo
L’ampliamento della scuola primaria è volto sostanzialmente
a garantire alla scuola la possibilità di una sempre migliore
offerta formativa per i ragazzi:
nuove aule e laboratori, spazi
ampi e consoni alle esigenze di
una moderna didattica.
Sulla necessità di una nuova
scuola materna crediamo non
vi possano essere smentite. La
struttura che si sta erigendo e
che sarà pronta per l’utilizzo
con l’inizio del nuovo anno scolastico è stata vista con soddisfazione dalle insegnanti. Le
stesse, ed a loro va il ringraziamento della comunità, hanno
attivamente collaborato alla
definizione di alcuni importanti
adattamenti.
Si sono dovute prevedere, e
partiranno a breve, alcune opere per renderla pienamente
fruibile e collegabile con Piazza Falcone Borsellino, snodo
del Polo Scolastico. Altri importanti interventi di sistemazione e collegamento viario,
in zona, troveranno attuazione
con la programmazione prevista nei prossimi anni.
La struttura polivalente diverrà
uno dei centri di aggregazione significativi per Guidizzolo
e contribuirà anche a rivitalizzare il parco Barriera. L’utilità
sociale di questo edificio crediamo sia fuori discussione.
Oggi quest’opera probabilmente attenderebbe. Il progetto e
l’aggiudicazione dei lavori sono
avvenuti poco prima dell’insediamento dell’attuale Amministrazione e comunque in un
momento economico per il Comune completamente diverso.
Con impegni finanziari significativi per il Comune per i prossimi anni nel contesto dell’appalto. Non senza difficoltà nel
reperimento dei fondi in un
contesto generale cambiato.
Il Centro Sportivo, luogo di crescita per tutti, vedrà nei prossimi mesi lavori di ampliamento
finanziati da un mutuo (novembre 2010) del Credito Sportivo
finalizzato proprio e solo a questo intervento. Si è atteso un
momento nell’inizio dei lavori
per trovare le risorse per dotare i campi dei necessari sottoservizi (raccolta acque piovane
dei campi da calcio e illuminazione), risorse reperite con capitale privato.
Per quanto attiene il territorio
e l’urbanistica sono allo studio
degli aggiornamenti del PGT
(Piano del Governo del Territorio che ha sostituito il PRG ai
primi del 2011). Strumento fondamentale di programmazione
che, se ben articolato, consente lo sviluppo del territorio, in
collaborazione con i cittadini.
Strumento ancor giovane che
ha bisogno dei necessari aggiornamenti ed adeguamenti.
Alcune questioni sono già state
concordate con l’Asl e consentiranno uno sviluppo più coerente con le principali direttrici viarie programmate, non
ultima la prevista Tangenziale
sicuramente opera di forte impatto territoriale.
Dopo la prima fase di studio
è ora il momento di mettere
mano a tutta una serie di questioni e richieste di varianti che,
nella logica di un interesse più
25
vasto, potranno rispondere più
adeguatamente alle esigenze
che ci si presentano. Certo la
situazione economica attuale,
e con essa quella immobiliare/
edilizia, non depone a favore
dell’ottimismo ma giocando
sulle ricchezze del nostro territorio speriamo si diventi attrattivi per nuove iniziative.
Qualcosa si stà muovendo e,
per esempio, con l’attuazione
di un piano di lottizzazione posto nella parte nord del paese
alcuni tratti delle viabilità comunale verranno completati,
migliorando i collegamenti interni.
Stanno partendo inoltre le verifiche e gli aggiornamenti di tutto l’impianto di illuminazione
pubblica per giungere anche su
questo ad una significativa riduzione dei costi.
Sui risultati più che positivi della raccolta differenziata viene
riferito a parte.
26
La situazione economica che
si è venuta a creare ha condizionato famiglie e imprese ma
ha condizionato, e fortemente, anche le pubbliche amministrazioni locali. A fronte di
impegni assunti sono in parte
mancate le entrate necessarie,
evidentemente prima previste.
Ciò ha comportato da un lato
l’esigenza di incentivare tutte
le procedure per i recuperi possibili, dall’altro la
necessità di mantenere gli equilibri di bilancio in
rapporto agli impegni ed ai servizi erogati. Si sono
potuti realizzare
alcuni interventi,
ed altri stanno per
essere ultimati o
concretizzati, grazie all’apporto di
capitali privati ai
quali va il riconoscimento di tutti.
Lo Stato, in virtù
delle norme ema-
nate nel 2011 e 2012 ha tagliato al Comune di Guidizzolo nel
anno 2012 somme significative e raddoppiato il saldo del
Patto di Stabilità portandolo ad €. 389.000,00 contro €.
163.000,00.
In quello che può essere definito come un anno ‘horribilis’, il
2012, si è riusciti a mantenere
quella coesione sociale che riteniamo debba essere alla base
di ogni convivenza civile. Non
senza difficoltà le quali hanno
gravato a carico di famiglie e
imprese in un quadro nazionale
non certo entusiasmante. L’applicazione di elevate aliquote
Imu è solo una delle decisioni
sofferte che l’Amministrazione
si è trovata ad assumere. Contestarla è sicuramente doveroso, oltre che facile. Bisogna
tuttavia tenere conto delle condizioni economiche del nostro
Comune il quale non ha altre
entrate di cui, diversamente,
altri Enti possono godere (discariche di rifiuti, cave di ghiaia, ecc…).
Il tema principale su cui si è
sempre tenuta viva la discussione è stato quello di lavorare
per avere quantomeno inalterati i servizi fondamentali per la
persona: servizi sociali, scuola,
cultura. Con la necessità anche
di rivedere alcune tariffazioni,
peraltro ferme da diversi anni.
Su queste ragioni riserviamo
ampio spazio più avanti.
La cultura è senza ombra di
dubbio uno degli aspetti della
vita di una comunità che maggiormente devono interessare tutti i cittadini: promuovere
cultura è un imperativo. Cultura etimologicamente deriva
dal termine latino colere, coltivare. Coltivare quel bagaglio
di conoscenze (Salvaguardare
l’eredità culturale) trasmesseci
dalle generazioni passate (promuovendo le necessarie innovazioni per le prossime) e promuoverne di nuove per quelle
future. Tutte le forme di istruzione sono state sostenute, la
biblioteca si è ulteriormente
sviluppata, il teatro (con la stagione principale che grazie agli
sponsor si sostiene e riesce a
produrre ulteriori risorse) è da
oltre un decennio luogo privilegiato di incontro.
Un doveroso ringraziamento
va alle Associazioni di volontariato senza le quali tutto diverrebbe più difficile. Anche per
loro sono in parte venuti meno
contributi pubblici: tutti si sono
rimboccate le maniche comprendendo la particolare situazione e riuscendo comunque
ad offrire servizi indispensabili
alla collettività.
RETTE MENSA E SCUOLABUS
del Piano diritto allo Studio che
rappresenta l’impegno del comune a sostegno delle attività
scolastiche e degli studenti di
Guidizzolo, risultato di una buo-
na collaborazione tra amministrazione comunale, scuola e
commissione politiche scolastiche.
Nel Piano Diritto allo Studio troviamo tutte le attività didattiche
integrative scelte della scuola,
il materiale di facile consumo
e didattico e sono state accolte
tutte le proposte avanzate dalla scuola stessa senza tagliare
nessuna richiesta, imponendo
però un tetto massimo sul costo orario dei professionisti che
svolgono queste attività; si è riusciti a garantire il collegamento internet della scuola e par-
te del materiale hardware per
consentire l’introduzione del
registro informatico che i tagli
ministeriali avrebbero tolto o
reso irrealizzabili ma allo stesso tempo obbligatori. Il Piano
contiene anche il finanziamento
per gli interventi ‘ad personam’,
aiuti individuali per ragazzi con
difficoltà di apprendimento o di
comportamento certificati dagli
organi competenti; questa voce
pur se inferiore rispetto all’an-
no precedente rimane molto
alta. Quest’anno nel Pds trova
posto il mercatino del libro usato che permetterà di introdurre
un servizio utile alle famiglie;
da tre anni troviamo il corso di
lingua italiana per stranieri (al
mattino per le donne e alla sera
per i lavoratori). Il Piano racchiude il servizio di refezione
scolastica e trasporto, dei quali
si riporta il numero di utenti.
Il servizio di refezione alla
scuola dell’infanzia costa alla
collettività circa 7 €. a pasto
(comprende il pranzo la merenda alla mattina e al pomeriggio;
fornitura derrate alimentari,
spese di cucina e funzionamento generale)
portato a modificare la quota
di compartecipazione chiesta
alle famiglie, compartecipazione diversa in base alle fasce
ISEE, che copre solo una parte
del costo totale. Il corrispettivo
Sono passati cinque mesi dall’inizio delle attività scolastiche
e due mesi dall’approvazione
ALCUNI DATI
Pesanti tagli che in quest’ultimo anno (concentrati negli
ultimi mesi del 2012) ci hanno
27
richiesto era fermo da 4 anni,
(nemmeno l’adeguamento inflattivo previsto dalla legge era
mai stato applicato)
Stesso discorso per quanto
attiene lo scuolabus. Il servizio (scuolabus e assistenza)
ha un costo complessivo di €.
98,614,00 annui; con i corrispettivi a carico dell’utenza si
recupera meno della metà.
Analizzate le spese e le quote di
partecipazione richieste il Comune di Guidizzolo rimane tra
quelli con i contributi inferiori a
carico delle famiglie pur continuando a garantire una qualità
di servizi non indifferente. Con
i rappresentanti delle famiglie
sono comunque in atto colloqui
per giungere ad una soluzione
il più ampiamente condivisa.
Nei mesi di settembre e ottobre coloro che non hanno
consegnato il buono-mensa
sono stati rispettivamente 3 e
4; per queste famiglie, come
per quanti volontariamente o
per errore lasciano trascorrere i termini per il pagamento di
qualunque imposta o corrispettivo sui servizi, scattano le misure necessarie per il recupero
delle somme.
28
É convinzione primaria di questa Amministrazione che non
esistano cittadini di serie A o
serie B; cittadini diversi a seconda del colore della pelle o
del credo politico o religioso.
Di fronte alle norme tutti siamo e dobbiamo essere uguali.
In questo ambito ci si è sempre
mossi. Nessuno può ricevere
dalla collettività in misura diversa da quanto stabilito da leggi e regolamenti. Tutti abbiamo
il compito di partecipare alla
crescita ed al mantenimento
dello stato sociale ognuno secondo le proprie capacità. Certi
che nel corso della vita ognuno
di noi riceve e dà alla comunità
in cui vive.
Restando in tema di giovani,
abbiamo ritenuto doveroso riproporre una serata dedicata
ai neo maggiorenni, dal titolo
“Giovani di sana e robusta Costituzione”, durante la quale si
è fatto dono a tutti i ragazzi di
una copia della Costituzione e
del Tricolore.
Tema principale di questa manifestazione è il battesimo civico dei “nostri” ragazzi, ai quali
viene finalmente concessa la
piena proprietà di un loro diritto
fondamentale: poter contribuire alla vita politica e sociale del
proprio Paese tramite il voto.
Collegato a questo tema, quasi
non fosse già di per sé importante, è il fenomeno dell’indifferentismo alla politica: fenomeno attualissimo, ma che già
negli anni ’50 Pietro Calamandrei (uno dei padri della Costituzione) spiegava ai giovani.
Rimanere indifferenti alla politica, affermava Calamandrei, è
un po’ come trovarsi a bordo di
una nave che rischia di affondare, senza curarsi affatto del
problema perché “tanto non è
mica roba nostra”.
Questo è l’indifferentismo alla
politica.
Non si può rimanere indifferenti alla vita politica del proprio
paese, se vogliamo disporre noi
stessi delle nostre sorti.
Molte persone sono ormai abituate a pensare che la libertà
e i diritti, di cui oggi possiamo
godere, siano una cosa assodata, naturale e dovuta…ma non è
sempre stato così!
Allo stesso modo non si può
sperare che le nostre libertà rimangano inalterate, dobbiamo
impegnarci tutti i giorni, insieme, per difenderle.
Non è giusto, quindi, rimanere
indifferenti alla politica, perché
è una cosa che tocca tutti; dobbiamo renderci conto che non
siamo soli, ma siamo parte di
un tutto.
Val la pena ricordare le parole
di un grande presidente ameri-
cano, John Fitzgerald Kennedy,
“non chiedete cosa può fare il
vostro Paese per voi, bensì cosa
potete fare voi per il vostro Paese”.
E in tal senso va inteso il ruolo di tutti coloro che generosamente e con responsabilità
rendono un servizio prezioso
alla comunità: nella politica,
nel volontariato, nell’impegno
civile.
Per questo non ci stancheremo
mai di esortare tutti i cittadini
e specialmente i giovani, cui
spetterà il compito di traghettarci verso il domani, ad impegnarsi, “…portando ognuno la
propria pietra al cantiere”.
Un accenno, doveroso, al personale comunale.
Negli ultimi 4 anni l’organico
del Comune per pensionamenti e trasferimenti è diminuito
di 5 persone. (Otto se ne sono
andate, 3 sono arrivate). Nel
frattempo sono aumentate le
competenze in capo ai Comuni e, di conseguenza, i carichi
di lavoro. I funzionari hanno
svolto e stanno svolgendo egregiamente ogni attività andando
sovente oltre quelle che sono le
loro competenze e gli incarichi
del loro inquadramento.
La chiusura degli uffici il sabato
mattina, peraltro uno dei giorni
meno frequentati dall’utenza, è
nata dalla necessità di uniformare l’orario alla maggior parte degli uffici pubblici (diversi
comuni contermini (Piubega,
Castel Goffredo, Castiglione
delle Stiviere, Cavriana, Solferino, ecc ), comune capoluogo,
amministrazione provinciale,
prefettura, banche, ecc.), avere
orari pomeridiani di apertura al
pubblico ed ottenere sensibili
risparmi sui costi delle utenze.
Ferma restando comunque l’apertura di uffici o servizi quali
la Polizia Locale, il settore Operaio o la Biblioteca e la reperibilità dell’Ufficio Anagrafe per
le denuncie di decesso.
Ingredienti
1 kg di polpa di coniglio
1 costa di sedano
1 carota media
1 cipolla bianca media
2 foglie di alloro
4/5 bacche di ginepro
4/5 cucchiai di olio extra vergine
sale e pepe – brodo vegetale
PER LA POLENTA:
Farina gialla fioretto o bramata secondo il gusto personale.
In genere si calcolano 200 gr
di farina per 1 lt di acqua.
Ricette
Il ristorante “LA
BAITA” continua a
fornirci piatti tradizionali, anzi “della
nonna”.
Questo è un piatto
molto frequente
nella nostra tradizione culinaria
contadina e, come
risaputo, la carne
del coniglio ha un
certo pregio perché
magra, saporita,
ricca di vitamine
del gruppo B, con
livello di colesterolo
molto basso.
Molto indicata
nell’alimentazione
dei bambini.
Procedimento
Disossare il coniglio, tagliare a pezzetti la polpa e in una padella
capiente mettere l’olio, tutte le verdure tritate, l’alloro, il ginepro, sale e pepe. Rosolare per cinque minuti e poi aggiungere la
polpa del coniglio, cuocere a fuoco lento per circa 1 ora bagnando di tanto in tanto con il brodo.
Servire impiattando al centro la polenta e posizionando la carne
sopra con il sugo che si sarà formato durante la cottura.
Per la polenta:
salare e portare ad ebollizione l’acqua; togliere l’acqua dal fuoco
e versare lentamente la farina mescolando accuratamente per
evitare la formazione di grumi. Rimettere sul fuoco e riportare
ad ebollizione per 30-40 minuti mescolando di tanto in tanto.
Vino consigliato: bianco delle colline Moreniche
29
a cura di Donatella Lusenti
Coniglio della nonna
I Pistoni Roventi alla
“Motorumata di Anghiari”
Da qualche anno è nato a Guidizzolo il moto club di enduristi denominato “I PISTONI ROVENTI”: pubblichiamo la cronaca del loro avventuroso viaggio ad Anghiari
città toscana gemellata con Guidizzolo
Nello scorso novembre un piccolo gruppo di motoenduristi
facenti parte del club “I pistoni
roventi” composto dagli amici:
Giberto Angeri, Luca Botturi,
Bruno Marchesini, Marcello
Pasini, Carlo Pelizzari, Marco
Tosadori, Valter Rosa e Mauro
Zandonà sono partiti per partecipare alla “Motorumata di Anghiari” una gara che si tiene nel
comune toscano.
Dopo 3 ore e mezza di viaggio,
arrivati a destinazione, due
simpatici ragazzi, proprietari
dell’Agriturismo “La Conca”, li
attendono per accompagnare i
nostri enduristi lungo un percorso mozzafiato alla scoperta
Attraversamento del torrente Sovara
E’ un piacere indossarlo
ABBIGLIAMENTO
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dell’incantevole paesaggio dei
“Monti Rognosi” che, a dispetto
del nome poco invitante, rappresentano una Riserva naturale caratterizzata dall’affioramento di un particolare tipo di
rocce conosciuto come ofioliti,
sulle quali si sviluppa una peculiare vegetazione ricca di
emergenze botaniche e faunistiche.
Prima di partire hanno pensato
di fare una merenda per dare
energia da bruciare ai muscoli (pane, salame, sbrisolona e
del buon Lambrusco) visto che
fino a sera non si sarebbero più
fermati. Le guide, gentili e disponibili, li hanno fatti sentire e
proprio agio e hanno illustrato
quanto si andava visitando.
Nel pomeriggio si inizia col visitare le meraviglie dell’appenino
centrale, oltre ai 300 ettari di
bosco che circondano l’agriturismo e in sella alla moto hanno
raggiunto il meraviglioso punto
di incontro fra quattro regioni:
Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Marche.
Al rientro vi era a disposizione
dei “pistoni roventi” una attrezzata officina per rifocillare le
moto che l’indomani avrebbero
affrontato la Motorumata. Sistemate le moto, doccia calda
e appuntamento con Livio Ghisolfi, che da anni partecipa alla
Sosta alla cascate sui Monti Rognosi
Avventura su sentieri impervi
rappresentazione enogastronomica “Cento Gusti”, per deliziare il palato con una fiorentina
gigante e dell’ottimo Chianti al
“Passo della scheggia” nella
tipica trattoria “Antico Posto di
Ristoro” gestita da Lucio con
un menù ricco e sostanzioso.
La mattina dopo (giorno di gara
per la classica “Motorumata di
Anghiari”), alcuni erano parti-
Foto ricordo nel centro di Anghiari
Un momento di svago e riposo
colarmente stanchi a causa di
una brutta nottata trascorsa
con il russatore pluripremiato Carlo, altri un po’ delusi dal
tempo che con vento e acqua
temevano li avrebbe accompagnati per tutta la giornata. I
nostri coraggiosi enduristi sono
comunque partiti. La gara è
stata dura, maltempo, fango e
cadute varie, nulla li ha ferma-
ti e all’arrivo, fortunatamente
nessun infortunato, erano bagnati fradici, stanchi, doloranti e molto affamati ma con un
grande sorriso contenti ed appagati della loro avventura.
Caricate le moto, dopo la cena,
partenza per Guidizzolo, sono
tutti stanchi, qualcuno in macchina dorme e russa, altri parlano dell’avventura, dell’ospitalità ricevuta e già si programma
un’altra moto cavalcata ad Anghiari, nella prossima in primavera.
Poldo, incoronato “RE” dei russatori
31
Un Bijou di museo
E’ unico in Italia, imperdibile
per gli amanti del vintage ma
anche per chi è appassionato di
storia, o di moda, o di tecnologia
industriale. E’ il Museo del Bijou, che si trova in pieno centro
a Casalmaggiore (CR), città che
per quasi cento anni è stata la
capitale del … “gioiello dei poveri”: non oro, né argento, non
brillanti o perle, appannaggio
delle sole classi sociali più elevate, ma una produzione intensissima di oggetti di bigiotteria,
realizzati con gusto e perizia,
per regalare a tutti, (a tutte,
per lo più) il piacere dell’eleganza e del piacersi. I bijoux di
Casalmaggiore hanno segnato
e seguito le mode e le epoche,
sono stati indossati da giovani
fanciulle degli anni Venti e da
contadine degli anni Quaranta,
hanno accarezzato la vanità e la
seduzione. Ed ora ritrovano vita
e il giusto riconoscimento nelle teche del museo, istituito dal
Comune di Casalmaggiore nel
1986 e allestito nell’ex collegio
di Santa Croce, costruito dai
Padri Barnabiti verso la metà
del 18° secolo: soffitti a volta,
pavimenti in cotto, muri in pietra a vista sono la suggestiva
cornice delle sale espositive.
Nelle teche del museo si possono ammirare collane, brac-
32
Spilla anni Cinquanta
ciali, spille, orecchini, ciondoli,
cinture, ma anche distintivi,
medaglie devozionali, occhiali,
portaoggetti: in pratica la gran
parte del campionario di quanto
veniva prodotto dalle fabbriche
di Casalmaggiore -fra fine Ottocento e gli anni ’70 del secolo scorso- per essere venduto
sul mercato nazionale e internazionale. Si tratta di oltre 20
mila pezzi, fra bijoux ed accessori; ma nelle sale del museo
sono esposte anche macchine
utensili, attrezzi, fotografie e
cataloghi, che documentano un
fenomeno industriale pressoché unico in Italia ed altamente rappresentativo della storia
dell’economia e del costume
del Novecento.
Nelle immagini di queste pagine potete ammirare una spilla
risalente agli anni ’50, un decennio cruciale per la storia
non solo italiana. Ebbene, in
quegli anni di gravissime difficoltà politiche ed economiche,
ma poi, dopo la Guerra, anche
di straordinario dinamismo,
operava a Casalmaggiore una
industria che stava al passo
con la tecnologia e le tendenze delle maggiori fabbriche
europee ed americane, che
dava lavoro a qualcosa come
600 persone (uomini, donne, e
sì, anche bambini) producendo
ornamenti personali: gioielli
falsi, potrebbe dire qualcuno,
l’Or at Casàlmagiuur, potrebbe ricordare qualcun altro. Oro
matto: niente di prezioso, se
non il gusto. Bello, in grado di
abbellire chi lo indossa, ma
assolutamente alla portata di
tutti. In quegli anni erano state
le dive del cinema a divulgare
l’uso della bigiotteria: i gioielli
di scena portavano le firme dei
maggiori stilisti americani, e le
mode lanciate dai film vengono
poi riprese per la produzione
“di massa”, per essere vendute,
esportate ed indossate…
Sarebbe troppo lungo ripercorrere nel dettaglio la storia di
questa fabbrica: accenniamo
solo che fu frutto della straordinaria intuizione di un artigiano-orologiaio di Codogno, Giulio Galluzzi, che verso fine ‘800
venne a Casalmaggiore per il
servizio militare, e qui rimase, apprendendo nuove nozioni
tecniche dagli orefici locali e
mettendoci del suo, provando
ed ottenendo la placcatura in
oro di un metallo non prezioso
con una tecnica già conosciuta,
ma mai sfruttata in Italia. Giulio
Galluzzi cominciò la sua carriera girando per le strade e le fiere con la sua mercanzia: la sua
valigetta, gli attrezzi, i clienti
abituali. I suoi prodotti piacevano, la tecnica si affina, l’idea
è quella di allargare il mercato,
di invaderlo con i suoi prodotti
placcato-oro. Il laboratorio artigiano si amplia, diventa fabbrica, dalla quale escono successivamente alcuni capi-reparto
per fondare altre fabbriche, che
poi però nel 1926 si riuniscono
di nuovo, forti di competenze,
esperienze, mercati diversi:
nasce così un piccolo distretto
della bigiotteria. Un successo
che travalica i confini nazionali:
la G.G. e poi la Società Federale
Orefici esportano i loro oggetti
in tutto il mondo, accontentando le richieste di commesse
sudamericane, nord-africane,
coloniali. Il regime fascista si
appoggia alle fabbriche casalasche per la creazione di medaglie, gemelli, distintivi, e affida
loro addirittura la produzione
delle fedi in metallo con cui
sostituire le vere d’oro donate
dalle donne italiane alla patria.
Tanta vicinanza al regime costò
caro alle fabbriche casalasche
nel dopoguerra, così come la
scarsa lungimiranza di alcuni
amministratori e infine la concorrenza asiatica che già iniziava ad imporsi in diversi settori.
La produzione si diversifica, si
allarga a linee di occhiali, oggetti da scrivania, e poi apparecchi radio (la Emerson). La
Fir, il “Fabbricone”, ha smesso
definitivamente la produzione
bigiottiera negli anni ‘70, e 15
anni dopo nasce, con i campionari fortunosamente recuperati, il Museo del Bijou di Casalmaggiore. Quell’arco di tempo è
stato indispensabile per ripulire
tutti i pezzi (che stipati in cantine e soffitte dell’azienda erano
in pessime condizioni), ordinarli per tipologia o cronologicamente, reperire fondi e allestire
le sale espositive; lavoro immane che è stato meritoriamente
portato avanti dall’associazione
Amici del Museo del Bijou e dal
suo primo presidente, il dott.
Francesco Zaffanella, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Casalmaggiore che ha sempre creduto nel
progetto e nelle potenzialità
(culturali, turistiche, artistiche,
didattiche) di questo museo.
Che oggi guarda (e salvaguarda)
il passato, organizza il presente
e tiene in piedi un futuro. Ovvero, il patrimonio museale viene
catalogato, protetto, studiato,
arricchito, valorizzato e messo
in esposizione per diversi tipi di
pubblico, perché la ricchezza di
ciò che gli uomini hanno creato
con il loro ingegno, le loro capacità, non venga disperso e sia
sempre pronto a testimoniare
le eccellenze della nostra città le scuole di ogni ordine o grae dell’Italia. Pur essendo fuori do possono frequentare i labodalle rotte turistiche dei grandi ratori didattici che sono stati
centri, il museo è visitato da un ideati dalla responsabile dei
migliaio di persone “esterne” servizi educativi, dott.ssa Roa Casalmaggiore, che, appas- berta Ronda, capo-settore Culsionate di vintage o di design o tura del Comune di Casalmagdi tecnologia, vengono a sape- giore, e che aiutano a scoprire
re della realtà casalasca e la gli oggetti in sé, i materiali, le
raggiungono, anche da distan- lavorazioni, la storia della tecze considerevoli. Un dato che nologia e della gioielleria. Alpotrebbe ovviamente essere cuni dei percorsi sono dedicati
maggiore, ma servono forze e a periodi storici precisi, come
finanze anche per essere cono- “Archeobijoux”, per scoprire
sciuti…
come si adornavano gli uomini
Oltre agli oggetti, il Museo rac- primitivi, o “Bijoux fra le piracoglie e studia materiale docu- midi”, per imparare lo sbalzo
mentario: sono stati acquisiti su rame sulla base dell’iconoda poco un libro paga, un cata- grafia egizia; altri invece sono
logo di Giulio Galluzzi del 1911, più orientati verso le discipline
nonché il Libro Matricole del tecnico-scientifiche, per affina1922, con i nomi di moltissimi re le capacità fino-motorie dei
dipendenti, con le loro mansio- bambini (anche con il supporto
ni, i loro stipendi… E al museo di attrezzi e strumenti), o per
sono conservati anche molti dei apprendere le varie caratterimacchinari che venivano uti- stiche dei materiali e trasforlizzati, perché
anche la scienza e la tecnica
siano presenti
nelle sale museali insieme
alla bellezza e
alla creatività.
Salvaguardia
del
passato,
quindi, e organizzazione
del presente.
Sono davvero
tante le iniziative messe in
campo, prima
fra tutte l’attività didattica: Una teca del Museo
strada Marchionale, 20 - cell. 338 3960175
46040 Guidizzolo - MN
33
marli in piccoli bijoux, o ancora
per comprendere l’importanza
del riciclo e del riuso (“Ecogioielli”).
Il recente allestimento di una
sala per le mostre temporanee
(“Sala Zaffanella”) ha dato ulteriore linfa al Museo del Bijou,
che da un anno a questa parte
può organizzare esposizioni e
conferenze in grado di richiamare pubblico ed esperti: la
prima mostra (fotografica) è
stata dedicata alla nascita del
museo e al contributo che l’associazione Amici del Bijou ha
dato, in 25 anni di vita, per il
suo allestimento; sono poi seguite le conferenze sui bijoux
americani e il loro rapporto
con i prodotti delle fabbriche di
Casalmaggiore (con Erika Zacchello) e quella con una delle
maggiori storiche italiane del
gioiello e della bigiotteria, Deanna Farneti Cera, autrice delle più importanti pubblicazioni
italiane sul tema. La proficua
collaborazione con l’associazione Incontri e Eventi di Roma,
presieduta da Norma De Lucia,
ha portato a Casalmaggiore
Spille anni Cinquanta
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due collettive dedicate al bijou
contemporaneo (oltre 40 gli artisti italiani che hanno potuto
esporre le loro creazioni), mentre è stata dedicata alla storia
della città nella seconda guerra
mondiale la mostra “Gh’è Pippo…smorsa la lüs. Casalmaggiore e la provincia di Cremona
sotto i bombardamenti”, aperta
nel periodo della fiera di San
Carlo (1-4 novembre) e visitata
da oltre un migliaio di persone.
L’attuale sede del museo era,
negli anni 1943-45, un rifugio
antiaereo e sotto le volte del palazzo dei Barnabiti hanno trovato riparo da “Pippo” molte delle Giulio Galluzzi
famiglie residenti nel quartiere:
ecco lo spunto che ha dato ori- tato i responsabili per raccongine alla singolare esposizione, tare agli studenti le vicende
in cui hanno trovato posto na- delle fabbriche all’interno di un
turalmente anche alcuni bijoux corso sulla produzione bigiotrealizzati dalle fabbriche locali tiera italiana del Novecento che
in quegli anni e gli occhiali ad coinvolge alcuni dei nomi storici
imitazione RayBan che veniva- del mondo dell’ornamento perno prodotti a Casalmaggiore sonale. Infine, fra le iniziative
dopo l’arrivo degli Americani in più attese della prossima primavera c’è la seconda edizione
veste di liberatori.
I prossimi appuntamenti sono del corso di Creazione di Bijoux
con l’artista vicentino Cosimo alternativi, tenuto da Norma
Vinci, che disegna e crea splen- Piccioni, una delle collaboratrici
dide tiare ispirate alla Magna storiche del museo. Tutte le iniGrecia (fino al 27 gennaio 2013), ziative della struttura espositiva
con il mondo delle perle vene- sono comunque segnalate sul
ziane dalla collezione di Au- sito internet www.museodelbigusto Panini (marzo-aprile) e jou.it, e possono essere meglio
con i suggestivi gioielli di carta conosciute contattando lo 0375
dell’artigiano Fernando Maso- 284423 (Ufficio Cultura del Comune di Casalmaggiore).
ne (maggio-giugno).
L’importanza del Museo del BiLetizia Frigerio
(Conservatore
del
Museo del Bijou)
jou è stata recentemente sottoPaolo Zani
lineata dal Politecnico di Milano,
(Presidente dell’associazione Amici del Bijou)
la cui docente Alba Cappellieri
(Design del Gioiello) ne ha invi- Fotografie: Graziano Temporin
portarci in modo poco razionale,
o poco coerente: ma non è forse
questo il senso delle emozioni?
O meglio, non abbiamo sempre
pensato che le emozioni sono
quel qualcosa che difficilmente
è di immediata comprensione?
Magari, la prossima volta che
ci capiterà di pensarla in questo modo, potremmo chiederci
“qual è il motivo per cui le mie
emozioni dicono di comportarmi così? Non sarei d’accordo,
ma mi viene da fare così…magari c’è un motivo!”. Sicuramente non sarà semplice capire noi stessi, ma, fidatevi, c’è
sempre un motivo!
Ed ecco che si spiegano tutte
le cose che ci sembrano incoerenti! Ad esempio, tutti sappiamo che fumare fa male, ma
quanti sono i fumatori in Italia?
Tutte le donne vittime di violenza sanno che dovrebbero
andarsene, ma perché restano
dove sono? Tutti i ragazzi sanno
che dovrebbero studiare per la
verifica, ma quanti non lo fanno?
L’essere umano è quanto di più
complesso si possa immaginare, ma, fin dall’antichità, abbiamo avuto bisogno di generalizzare i nostri comportamenti,
per sentirci più al sicuro, per
vivere in una sorta di chiarezza che ci desse la possibilità di
non brancolare nel buio.
E così ci siamo scordati, e
sempre di più ci scordiamo, di
quanto invece sia stupefacente
l’originalità di ogni essere umano; anche nelle scuole si cerca
di rendere i bambini tutti uguali, tutti ligi alle stesse regole,
invece di tirar fuori da ognuno
di loro le migliori doti che potrebbero offrire.
Riflettiamoci: non sarebbe un
mondo meno noioso, e forse
meno pericoloso, se ognuno di
noi potesse esprimersi
al meglio? In tutta l’interezza di cui, per fortuna,
siamo fatti.
AUTOFERRI
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Z
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Ferri Maurizio
348 8602121
T./F. 0376 818052
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Loc. Quagliara, 26 - 46040 Guidizzolo (MN)
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35
a cura della Dottoressa Giulia Stuani
Avete mai riflettuto su tutte le
volte che ci diciamo “eh, la testa dice una cosa, ma il cuore
ne dice un’altra!”? E se invece
questa affermazione non avesse così senso? Siamo abituati a pensare a noi stessi come
se fossimo divisi in due: da una
parte la razionalità e dall’altra le emozioni, ma gli ultimi
approcci scientifici che stanno
guadagnando maggiore accreditamento, che seguono le
mode come tutto il resto, sono
proprio quelli che postulano
l’interezza e l’unicità dell’essere umano.
In fin dei conti, perché dovremmo pensare di essere divisi?
In fin dei conti, nasciamo tutti
interi, ci muoviamo tutti interi,
ci relazioniamo agli altri tutti
interi!
Forse il pensare a noi come esseri divisi in due nasce dal fatto
che a volte ci sembra di com-
Psicologia
Dicotomia cuore-cervello
Barcellona
dott.ssa Francesca Lugoboni
Appunti di viaggio
Una città che ha tutto da offrire
Barcellona è una di quelle città
che non ha bisogno di presentazioni perché semplicemente splendida, vitale e colorata!
Meravigliosa dal punto di vista
artistico, con il suo centro medievale e gli edifici modernisti,
è rinomata anche per la sua
fantastica vitalità, i suoi locali e
la movida senza fine.
Iniziamo allora a conoscerla:
cosa sarebbe Barcellona senza le Ramblas? Qui si concentra lo spirito della città oltre
ad essere considerato il posto
migliore per abbandonarsi al
rituale spagnolo del paseo (il
passeggio). Per le Ramblas non
esiste riposo: il flusso della folla scorre ininterrottamente ad
ogni ora del giorno e della notte. Nota con il nome di Rambla,
in realtà questo famoso viale è
costituito da cinque viali alberati ben distinti fra loro. Passeggiandovi si viene attratti da
tutto ciò che è offerto:
statue viventi, suonatori ambulanti, mimi
e caricaturisti. Lasciamo alle spalle il caos
delle Ramblas per
addentrarci nel centro storico e più antico
della città: il Barrìo
Gotico, chiamato così
per la presenza al suo
interno di numerosi e splendidi monumenti gotici. Ricco di
passato il quartiere
è l’unica zona della
città completamente
conservata come nel
Medioevo, con edifici,
piazze e viuzze che meritano
una passeggiata per apprezzarne lo splendore. A svettare sul
quartiere gotico è la maestosa
Cattedrale che comprende un
amalgama di stili architettonici
differenti, un po’ barocchi, un
po’ gotici. Entrando, sulla destra,
possiamo osservare
ben ventotto cappelle poste tra le altissime colonne che
sorreggono il soffitto. Qui, vicino al
fonte battesimale,
merita una sosta la
targa che ricorda il
battesimo di sei indiani caraibici por-
tati con sé da Cristoforo Colombo giunto dalle Americhe.
Dirigiamoci ora verso il mare
ed il suo famoso quartiere de
La Barceloneta, tradizionale
borgo di pescatori e marinai.
Con le sue viuzze, piazzette e
vecchi bar, l’intera zona è un
tuffo nella Barcellona di cento
anni fa, dove i più anziani portano ancora le sedie sulla strada
e chiacchierano amabilmente.
Se vogliamo invece ammirare
la città dall’alto è consigliato
dirigersi verso la zona detta
Gracia, che comprende i quartieri collinari da cui è possibile
godere di splendidi panorami. A
rendere particolarmente attraente questa zona, polmone di
Barcellona, sono i suoi quindici
Guidizzolo (MN) e Montichiari (BS)
36
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parchi, tra cui lo stupefacente
Parc Güell, patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1984. Questa
autentica magia architettonica
fu progettata dal genio di Gaudì che decise di sfruttare le sue
conoscenze urbanistiche, miste
alla creatività artistica e alla
sua esuberante immaginazione, per realizzare un’urbanizzazione in mezzo alla natura. Il
risultato è un complesso magico e fiabesco, caratterizzato da
un’atmosfera suggestiva e surreale con strutture stile fumetto, comignoli a forma di fungo
e arcate gotiche. A Barcellona
si respira l’anima di Gaudì e
Gaudì rappresenta la città. Per
questo sul nostro cammino incontriamo alcune delle sue più
rinomate opere urbanistiche:
Casa Batllò e La Pedrera. La
prima esprime il nazionalismo
di Gaudì che rappresenta un’allegoria della leggenda di Sant
Jordi: il tetto, infatti, è la schiena del drago e i balconi i teschi
delle sue vittime, mentre La
Pedrera è un condominio magico, in cui ogni dettaglio porta
l’impronta del genio visionario che l’ha creato e il cui tetto è sormontato da camini che
appaiono guerrieri medievali.
Non è, infine, possibile parlare di Gaudì senza ammirare la
Viaggia insieme a te!
Sagrada Familia, simbolo della
città e capolavoro rappresentativo dell’architetto che vi lavorò
per quarant’anni senza mai ultimarla. Oggi l’opera è costituita da due facciate, la Natività e
la Crocifissione, dai fianchi e da
parte dell’abside, mentre manca completamente il tetto. Finanziata grazie alle offerte dei
fedeli, la costruzione avanza a
ritmi lentissimi e si stima che i
lavori possano terminare entro
il 2030.
Ultima tappa del nostro itinerario è Montjuïc, chiamato anche
Monte degli Ebrei per via di un
cimitero ebraico che sorgeva qui nel Medioevo. Si tratta
di una montagna situata tra la
città e il mare dove è piacevole passeggiare fra i vialetti dei
suoi curati parchi e fioriti giardini per giungere, infine, alla
Fundaciò Joan Mirò, tributo a
uno degli artisti più rappresentativi cui Barcellona deve molto. Fondato dallo stesso Mirò, il
museo ospita circa mille opere
d’arte che mostrano l’evoluzio-
ne artistica del maestro.
Difficile descrivere in cosi poco
spazio una città tanto ricca.
Cos’altro aggiungere per invogliarvi a trascorrervi un long
weekend? Barcellona ha proprio tutto: musei ricchi di tesori
inestimabili, meraviglie architettoniche, spiagge vivaci e vie
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37
Quasi un romanzo
arte &
dintorni
È prossima la pubblicazione di ”Quasi un romanzo”, libro del prof. Franco Mondadori
con prefazione della prof.ssa Stefania Fontanesi, edito dal Centro Culturale San Lorenzo che sarà distribuito gratuitamente alle scuole e a quanti ne fossero interessati.
Ne anticipiamo due brevi capitoli.
38
prof. Franco Mondadori
La nostra storia
Due amici
Perani Latino lamenta il silenzio del suo amico Michele Grassi. Michele, anni 18, è a Mantova a far pratica di commercio
nel negozio di Bovi Primo nella
contrada della Cicogna.
É tempo di Carnevale e nel caffè di Perani sono state fatte due
feste da ballo, Latino è stato in
piedi fin tardi per i preparativi
e nei giorni seguenti non è mai
andato a letto se non a tarda
ora.
Latino, ora che ha un po’ di
quiete, si affretta a scrivere e
a inviare il suo ritratto. Non lo
avrebbe mandato perchè è tan-
to brutto e si ripromette di mandargliene un altro più bello.
Michele vorrebbe l’amico a un
veglione, ma il padre di Latino
non concede il permesso e inoltre per la prossima domenica è
in programma un veglione anche a Guidizzolo.
“Non ti diverti qui? Cosa vuoi
andare a fare a Mantova?”
I due amici si vedranno in un’altra occasione.
Martina a Michele
Martina: “Immagino quante
volte avrai pensato al tuo negozio e quanto avrai desiderato poter farti in una mosca e
volare a Guidizzolo”. Michele:
“É poco tempo che siamo lungi
l’uno dall’altra ma mi pare molto assai, questa vita nuova mi
figura un sogno, mi vedo solo
senza il bene di vederti, baciarti
assieme a Carmela e alla piccola Maria. Pazienza!” Carmela
quando torna da scuola domanda sempre del papà. Chiede che
le porti la cogomina e la pentolina. Nel 1898 Carmela ha avuto
gli esami, è tutta contenta perchè crede di essere passata ...
dall’uscio. “Caro papà, desidero
sentire come stai. Verrei volentieri a trovarti. Ti dirò che mangio tanta pappa perchè quan-
do vieni a casa mi troverai più
grassa”. Maria ha un po’ di tosse, è vicina alla mamma mentre
Martina scrive e chiama papà,
tata, mamma. “Papà è andato
sul tram che fa tò tò tò”. Carmela manda un bacio e Michele “Ciao bel dunì e, ricevuto tuo
bacio, mando il mio”. E Martina:
“Carmela ti manda cento baci,
Maria duecento e tua moglie
mille”. Il 20 luglio: “Domani è
la fiera, ti ringrazio del tuo invito, ma la distanza è di circa
290 kilometri”. Collodi è a 12
Km da Montecatini. Michele è
andato con alcuni mantovani e
nel ritorno una sosta a Pescia,
a tavola rosso di Chianti annacquato. Nel ‘98 con Luigi Scalori
sulla funicolare e nel discendere una grande paura che la
fune d’acciaio si spezzasse. Se
passando per qualche contrada sente piangere una bambina
a Michele sembra udire Maria
tanto facile al pianto. “Che bravo!... hai proprio scritto appena
arrivato. Non hai perduto tempo. Rendesti contenta colei che
tanto desiderava avere tue notizie. Il professore ha trovato un
miglioramento. Sia ringraziato
Iddio che esaudì le mie preghiere. E tu pure devi ringraziarlo”.
Qui si conclude l’esame del carteggio.
Consumismo e cannibalismo
loro membra insanguinate.
Ma guardatevi! Non vi riconoscete? Siete voi, in coda per acquistare l’ultimo ritrovato della
tecnologia o per accaparrarvi
l’agognato capo firmato, durante il periodo dei saldi. Siete
voi, alla continua e affannosa
ricerca di cose inutili, di cui potreste tranquillamente fare a
meno. Siete voi che desiderate
una cosa, solo perchè ce l’hanno tutti. Siete voi che vi sentite
profondamente frustrati e insoddisfatti, se quella cosa non
è alla vostra portata. State diventando, senza saperlo, profondamente avidi e attaccati ai
beni materiali. Siete una massa
di decerebrati barcollanti che si
dirigono verso i luoghi del futile
e del superfluo. Quando vi renderete conto che non siete altro
che cibo per i vermi?
Ah, se riuscissimo, per un attimo, ad intravedere il nostro destino in quelle creature smembrate e senza pace!
Ah, se riuscisssimo a sentire
l’odore del sangue fresco e della carne cruda!
Gli Zombie sono qui ora. Sono,
allo stesso tempo, quello che
siamo e quello che diventeremo! Gli Zombie siamo noi!
arte &
dintorni
39
dott. Luca Piazza
fonde inesorabile. Non esiste
alcuna cura. Tutte le categorie
umane sono coinvolte senza
distinzione di età, di razza o di
sesso. Alcuni portano ancora
i segni di un orrenda morte:
chi ha semplicemente il collo
squarciato, chi trattiene le sue
viscere fuoriuscite tra le mani,
chi è privo della calotta cranica
e ha l’encefalo sanguinante in
vista, chi ha un occhio penzolante, appeso all’orbita.
Ma chi sono in realtà questi
Zombie?
Sono essenzialmente morti che
camminano, recanti sulla loro
carne i segni del disfacimento
e della putrefazione. Ma sono
anche creature viventi. Queste
creature non sono in grado nè
di parlare, nè di ragionare ma
conservano una labile memoria
della loro vita passata. I loro ricordi li conducono verso i luoghi
che, in vita, davano loro un senso di sicurezza e di benessere: i
centri commerciali. Gli Zombie
si ammassano numerosi davanti alle porte di ingresso di
questi monumenti ormai chiusi
e inaccessibili. E, non potendo
entrare, smanacciano e mugugnano, lasciando sulle vetrate
saliva, umori e brandelli delle
Cinema
Vorrei innanzi tutto consigliare ai più impressionabili di non
proseguire oltre, nella lettura
del mio articolo. L’argomento
infatti è un pò scabroso e non
vorrei urtare la suscettibilità di
alcuno.
Nel 1978 esce in Italia “Zombi”
di George Romero, un film di
fondamentale importanza nella
storia del cinema. Nato come
film horror, “L’alba dei morti”
(o “Dawn of the dead”, titolo
originale) travalica i confini del
genere per divenire film di denuncia politica e sociale.
Negli Stati Uniti dilaga un’invasione di Zombie. Le campagne, i
paesi e le città sono infestate da
queste creature costrette a trascinare lentamente il loro corpo
maciullato. La situazione è desolante: tutte le attività umane
sono interrotte e ovunque regna l’anarchia. Gli Zombie sono
continuamente alla ricerca di
sangue fresco e di carne cruda. Sono cannibali e si cibano
dei loro simili, infettandoli. Il
morso determina una specie di
morte apparente da cui ogni cadavere si risveglia trasformato,
a sua volta, in un altro Zombie.
Si tratta di un morso malefico
attraverso cui il contagio si dif-
Una scuola come tutte le altre
dott.ssa Giusi Nobilini
Recensioni
arte &
dintorni
É un romanzo che si legge velocemente, accattivante nella
trama e scorrevole nel linguaggio, intrigante per i molti colpi
di scena; partecipa di una linearità ancora ottocentesca senza
trascurare tutti gli elementi che
sono indispensabili oggi per
pubblicare.
L’autore racconta di tante storie
che si incontrano sullo sfondo della società consumistica
e della scuola devalorizzata;
prima la sua: di uomo, mediocre nello stipendio e nello stile
di vita, con un lavoro da insegnante di lingue e traduttore,
sposato con una donna ricca
convinta di amarlo al di là delle
apparenze, ma presto sensibile
al continuo richiamo di un ambiente superiore e superfluo.
Il rapporto con tutti gli abitanti
della scuola incide con forza
l’anima del nostro provocando
suo malgrado riflessioni che lo
porteranno a risolvere un terribile e sconcertante mistero.
Romanzo di denuncia o romanzo di formazione? Non si può
nascondere il grande cambiamento che avviene nel protagonista in concomitanza agli
COMBUSTIBILI
avvenimenti che prima subisce
e poi affronta sia sul lavoro che
nella vita privata, la sua capacità di riflessione, la sensibilità
di fronte alla ingiustizie lo por-
teranno a recuperare il coraggio di muoversi con lucidità nel
bel mezzo di situazioni degne
di un investigatore stile Castle,
perfetto mix televisivo tra sensualità e audacia. La trasformazione lascia decisamente
soddisfatti, il professore ha li-
CARBURANTI
berato la società e la sua scuola
dai cattivi, ha trovato il coraggio
per licenziarsi e per togliersi
qualche soddisfazione personale. Spassosi, quasi comici
alcuni commenti, quando l’autore si lascia trasportare da una
vena quasi dadaista nelle finte
risposte che rifila agli aspiranti
scrittori. Mi lascia invece perplessa la descrizione dell’istituzione scolastica, forse perché
sono un’ insegnante che crede
fortemente, nonostante tutte le
riforme, al valore dell’insegnamento e all’importanza degli
alunni; perciò timidamente mi
chiedo: magari il prof. Perboni,
quando descrive quelle squallide figure di colleghi, dedite a
tutto; denaro, carriera, sesso,
fuorché al loro lavoro, condivide
la mia sensazione che un po’ di
colpa ricade anche sugli insegnanti.
Gianmarco Perboni
Una scuola come
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I pianeti della settimana
“Nella fisica moderna, l’universo appare come un tutto dinamico, inseparabile, che
comprende sempre l’osservatore in modo essenziale. Nell’esperienza che se ne può
avere i concetti tradizionali di spazio e di tempo, di oggetti isolati, e di causa ed effetto, perdono il loro significato.”
giorni della settimana, mentre
per motivi religiosi è scomparsa la nomenclatura originaria
dei giorni dedicati a Saturno e
al Sole. Le lingue germaniche
invece hanno mantenuto la traduzione diretta dei giorni dedicati al Sole, alla Luna e a Saturno (ad es. l’inglese Sunday,
Saturday e Monday), mentre gli
altri giorni sono stati dedicati a
divinità locali affini a quelle del
pantheon romano, come ad es.
Freyja, l’equivalente germanica
della dea Venere cui si attribuì
il giorno che chiamiamo venerdì
(ingl. Friday).
Vediamo quali pianeti spiccheranno nel cielo di febbraio: subito dopo il tramonto la
sera dell’8 Mercurio e Marte in
congiunzione brilleranno vicinissimi all’orizzonte a ovest; di
nuovo appena dopo il tramonto, Mercurio sarà visibile nei
giorni attorno al 16, momento
della sua massima elongazione
orientale; infine, la notte del 18
il Primo Quarto di Luna apparirà luminoso accanto a Giove e
alle Pleiadi.
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41
dott.ssa Mariavittoria Spina
“vagabondo, errante”), un termine che fatta eccezione per le
comete si tendeva ad attribuire
ad ogni corpo celeste in grado di
spostarsi, cambiando posizione
rispetto agli astri apparentemente immobili e per questo
conosciuti in antichità come
“stelle fisse”. Soltanto nel 2006
l’Unione Astronomica Internazionale promulgò una definizione precisa di pianeta, che portò
alla classificazione degli otto
pianeti del sistema solare e di
altri corpi celesti minori, come
il pianta nano Plutone.
La cultura greco-romana assimilò l’usanza caldea di attribuire ai “pianeti” i nomi delle
divinità che si riteneva governassero a turno la Terra: Saturno, il Sole, la Luna, Marte, Mercurio, Giove e Venere. Ciascun
giorno era dedicato alla divinità
che ne reggeva la prima ora, ma
quando l’imperatore Costantino
istituì ufficialmente la settimana, nel 321 d.C., sostituì il dies
solis “il giorno del Sole” con il
dies dominica “il giorno del Signore”. Ancora oggi molte lingue romanze conservano la traduzione dei nomi latini di cinque
I NOSTRI SERVIZI
Il 2013 sarà un anno di eventi
astronomici eclatanti: oltre al
consueto appuntamento con fenomeni suggestivi quali eclissi
e sciami meteorici, si prospetta il transito ravvicinato di oggetti stellari come asteroidi e
comete. Per gustarsi lo spettacolo del cielo basterà alzare lo
sguardo e puntare nella giusta
direzione gli occhi, nostro principale strumento di osservazione e di meraviglia.
Iniziamo l’annuale viaggio tra le
stelle mettendo a fuoco il nostro telescopio interiore. La misura del tempo e dello spazio è
soltanto una convenzione, relativa e mutevole come l’avvicendarsi delle civiltà. Un riflesso
del compromesso tra gli sconfinati spazi delle energie celesti
e le forze del tempo terrestre si
può ritrovare anche in elementi comuni, silenti vestigia di civiltà antiche che riecheggiano
nella nostra quotidianità, come
i giorni della settimana, storicamente legati ad una categoria di oggetti celesti molto cara
all’umanità: i pianeti.
Nel corso della storia è mutato
il concetto di pianeta (dal greco
Astri e civiltà
Fritjof Capra, Il Tao della fisica
È successo quattro secoli fa
42
prof. Massimo Marocchi
La nostra storia
arte &
dintorni
Siamo nel 1616 ma sembra oggi. Viene inoltrata la richiesta, quasi una supplica,
di diminuzione delle tasse che la comunità di Guidizzolo deve versare annualmente, impegnandosi a versare la somma senza ritardo.
Dopo quattro secoli, la storia si ripete, le tasse continuano ad “assillarci”, ora
confidiamo, che i nostri “Governanti”, vogliano tenerne conto e dimezzarle.
Documenti tratti dall’Archivio Gonzaga di Mantova (buste 2289-2737, c. 237)
15 gennaio 1616, Giovanni Magno (segretario) al commissario di Guidizzolo da Mantova
“Doppo haver Sua Altezza sentite le considerationi addotte
per nome di cotesto commune intorno alla tassa che gli è
stata imposta per l’ordine novo,
s’è indotta l’Altezza Sua a moderar essa tassa compatendo
con molta benignità ad esso
commune, qual doverà pagar in
luogo delle lire tre mila ottanta
che gli erano addossate nell’ordine publicato sotto il 10 aprile
dell’anno passato, solamente
lire mille cinquecento, così essendo parso ragionevole alla
prudenza dell’Altezza Sua havuto riguardo alle cose allegate per nome d’esso commune.
Doverà perciò Vostra Signoria
intimarli questa benigna moderatione che hanno ottenuta
col instarli che prontamente
diano principio al conferire annualmente alla sodetta somma
comminciando nei termini notificati nel sodetto ordine, qual
nel resto intende Sua Altezza
che venga osservato...”
18 gennaio 1616, Annibale
Bertazzolo, luogotenente del
commissario, al Chieppio da
Guidizzolo
“Ho hauto le lettere di Vostra
Signoria scrittemi nel particolare dell’ordine sopra le fattioni
de comuni, nelle quali mi commette in nome di Sua Altezza
Serenissima debba convocar
li huomini di cotesto commune per intimarli che pagino le
lire millecinquecento a detto
commune tassate per le dette
fattioni. Rispondo a Vostra Si-
gnoria come hoggi ho fatto unire detti huomini di governo de
agionta et parte de quelli della
macina, a quali ho letto le dette
sue lettere, quali si sono dolsi
grandemente della grave tassa a loro fatta per essere povero questo comune et ha altri
aggravii et per essere puoco il
numero delle teste et per essere ancora solo quindeci cavalli
detto comune, dove hanno terminato ricorrere a detta Altezza
Sua aciò gli sia moderata detta
tassa...”
Gestiamo la pressione
arteriosa
Dott. Elodio Perani
C’è una domanda che rimbalza
spesso nei colloqui dei vecchiotti:
...e la pressione come va?
Giustissimo occuparsene a questa
età ma è ora di sapere che, salvo
casi eccezionalmente precoci, bisogna iniziare a controllarla a 2530 anni.
Detto ciò va precisato che il valore
della pressione arteriosa non deve
essere né un dato storico e neppure un atto di misurazione occasionale.
Qualche anno fa, per andare direttamente al pratico, ho
trattato la terapia medica
dell’ipertensione arteriosa, accennando soltanto
al suo coinvolgimento
sulla nostra salute; ora
ritengo utile rientrare in
argomento per migliore
conoscenza.
Voglio evidenziare infatti
che il controllo pressorio,
quello della coagulabilità
ematica e della pervietà
delle arterie carotidi comuni, riscontrabile ecograficamente sul collo,
ci danno la possibilità di
prognosticare eventuali gravi insulti circolatori di cui il peggiore è
l’ICTUS CEREBRI.
La pressione arteriosa dipende
dallo stato di elasticità delle arterie (RESISTENZA PERIFERICA),
dalla quantità di sangue circolante e dalla frequenza cardiaca determinata dalla pompa (PORTATA
CARDIACA).
Ricordo che, quando ero bambino,
il dottor AGGOGERI al mio nonno
Cesare valutava la pressione arteriosa con l’auscultazione stetoscopica delle zone pulsanti e che
l’eventuale terapia consisteva nel
salasso, una soluzione parziale
e molto breve se non addirittura
dannosa.
Studi sistematici di misurazione
erano iniziati nel 1700 finché nel
1896 un medico torinese, SCIPIONE RIVA-ROCCI, inventò il primo
SFIGMOMANOMETRO a mercurio
che, dopo vari perfezionamenti, venne in uso comune verso il
1940/45 con la sua incerta esattezza nel percepire i toni durante la
misurazione.
Questo apparecchio è ancora in
funzione ma negli ultimi anni l’elettronica l’ha superato con un sistema automatico per misurare
dinamicamente sia il dato singolo
che il monitoraggio delle 24 ore.
Non bisogna assolutamente equiparalo ai diffusissimi apparecchi
da polso, pratici ma soltanto indicativi.
Durante la normale giornata e
nelle singole rilevazioni la pressione arteriosa manifesta continue oscillazioni e nella notte, indipendentemente dalla qualità del
sonno, si abbassa moltissimo; la
mancanza di questa caratteristica
ha una grande importanza clinica.
Si parla anche di aumento scaturito dalla emotività in ambiente medico ma io rifiuto di credere che,
nel nostro tenore evolutivo, esistano persone con questa ignorantissima reazione.
Le condizioni ideali per la migliore
indagine devono essere precedute
da 5 minuti in ambiente a temperatura confortevole e completamente silenzioso, posizione seduta senza accavallare le gambe e
schiena ben appoggiata.
Nella mezzora precedente astensione da pasti pesanti, caffè e thè,
fumo, alcool e sforzi fisici.
L’arto superiore deve appoggiare
su un ripiano ad altezza tavolo con
il palmo della mano rivolto verso l’alto in modo che il bracciale,
applicato senza indumenti e ben
stretto 2-3 cm. sopra la
piega del gomito, sia alla
altezza del cuore.
Tutti i dati vanno correttamente riportati su una
precisa scheda per essere valutati dallo specialista che, in presenza di
inspiegabili e persistenti
anomalie, ricorrerà al
monitoraggio delle 24
ore, con ugual sistema e
principio, ma con regole
e modalità diverse.
Il concetto base è quello
di valutare la pressione
arteriosa durante una
normale giornata lavorativa.
Naturalmente anche qui lo specialista, per interpretare correttamente il monitoraggio, deve sapere in coincidenza di quali fatti
si siano verificate le oscillazioni
dell’esame.
Lo strumento viene applicato alla
cintura o a tracolla e collegato al
bracciale che rileverà la misurazione ogni 15 minuti per 24 ore,
alla fine delle quali verrà rimosso
allo stesso Centro Ipertensione e
tradotto in valori.
Penso che, alla prima lettura di
questa dettagliata e lunga spiegazione, possa venire il “capogiro”
ma brevissimamente si capirà che
sono semplici e logiche spiegazioni.
43
GRUPPO MICOLOGICO NATURALISTICO
Notiziario del Gruppo Micologico Naturalistico “Colli Morenici” - a cura di G. Arienti
I funghi della campagna mantovana
da: Mantova Agricoltura - terza parte
•
Panus tigrinus Commestibile
nome dialettale: ciudin dal salas
Fungo abbondante nelle golene di Po e del Mincio soprattutto in primavera, dove fruttifica di
preferenza sui salici morti e sui pioppi. Cappello dapprima nerastro che poi si screpola diventando bianco crema con squame ocra e con la
tipica forma ad imbuto. Si consumano solo gli
esemplari più giovani, anche se con risultati
mediocri, poiché la carne diventa fibrosa nel
maturo.
•
Coprinus comatus Buono
nome italiano: agarico chiomato - fungo
dell’inchiostro
Pioppeti non arati e prati, soprattutto in primavera. Il cappello cilindrico e slanciato è tutto
bianco e arruffato con una calotta scura in cima;
a maturità si liquefa vistosamente in inchiostro
nero
a
partire
dal margine del
cappello;
lamelle
bianche
poi nere.
Si mangia
quando è
tutto candido ed è
molto apprezzato
in Francia.
•
Agaricus bisporus Ottimo
nome italiano: prataiolo, champignon
Fruttifica specialmente in primavera nei prati
trattati l’anno prima con il concime naturale
o nei campi arati dove solleva il terreno. Fungo
grande e carnoso con lamelle rosa poi bruno
scure e gambo provvisto di un anello. Di grande soddisfazione per chi lo conosce, grazie alle
dimensioni e alla sua copiosità nelle zone di
crescita.
•
Agrocybe aegerita Ottimo
nome dialettale: piupin, ciudin d’la piopa
Fruttifica cespitoso dalla primavera all’autunno su piante vive e ceppaie morte di pioppo ma,
nonostante il nome dialettale, anche su robinia, gelso, platano, tiglio, olmo, salice, sambuco
e perfino ai piedi di rose vive. Cappello bruno
che a maturità tende a sbiancare a partire dal
margine, le lamelle sottostanti sono ocra; il
gambo fibroso presenta un anello labile. E’ il
fungo meglio conosciuto dalla folla dei funsaròi, insieme al ciudin e alla burtulana e dei tre
il più pregiato.
•
Coprinus atramentarius Tossico
nome italiano: fungo dell’inchiostro
Forma dei piccoli cespi sui terreni ruderali o di
riporto. Cappello conico grigio bruno, anch’esso deliquescente; lamelle all’inizio bianche ma
nere a maturazione. Non va confuso col precedente tutto candido, poiché risulta leggermente tossico quando viene consumato col vino, in
quanto l’abbinamento provoca l’effetto similantabuse.
Coprinus comatus
44
continua sul prossimo numero
VIA L. DA VINCI, 7 - GUIDIZZOLO
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Biogas: soddisfazione per la
sospensione dell’impianto
I giochi sembravano fatti, le carte in ordine: inve- “Di solito - hanno dichiarato i cittadini - non viece l’iter non è stato perfetto e di fronte al parere ne chiesto il rimborso delle spese legali a meno
del Tar i cittadini di Birbesi e Guidizzolo esulta- che non ci sia una ragione di fondo schiacciante”.
no. E non solo loro, perché da Ceresara a Medo- E se alcuni considerano il verdetto del Tar degno
le sono diversi coloro che hanno criticato forte- delle più grandi class action americane che si vemente l’opera.
dono solo nei film, altri mantengono l’aplomb e
La sospensione dei lavori della centrale a biogas rimandano al 5 giungo, quando si terrà l’udienza
di Birbesi è stata ordinata di fronte a un errore pubblica. Tutti sono d’accordo su un punto: “Siatecnico: per la valutazione d’impatto ambienta- mo grati all’avvocato Paola Brambilla di Bergale (Via) si sarebbe seguita la legge del 1999 (che mo che, esperta in questo campo, ha saputo geha portato a non eseguire la Via stessa) invece di stire la causa con professionalità e precisione”.
quella in vigore, del 2006.
Secondo il comitato “no biogas” lo stop forzato
La notizia, anche se probabilmente non in modo di sei mesi può rivelarsi un valido deterrente per
formale, sembra essere giunta anche agli addet- non proseguire nei lavori. Nel caso la sentenza
ti ai lavori che ieri, nelle campagne di Birbesi, di giugno chiedesse a Guidizzolo Energia di rihanno rallentato la cementificazione dei 27mila presentare la valutazione d’impatto ambientale,
metri quadrati destinati all’impianto.
prenderebbe avvio un iter di circa due anni con la
Ovvia la soddisfazione dei cittadini che hanno conseguente perdita di ingenti somme di denaro.
fatto ricorso al Tar per bloccare la realizzazione
Claudia Morselli
dell’iniziativa della società Guidizzolo Energia
e che nelle ultime ore non hanno
esitato a divulgare la notizia tramite messaggi di ogni genere, anche
sui social network. “Fin dall’inizio
siamo stati considerati dei semplici contestatori, degli sciocchi che
volevano battersi contro una cosa
che, al contrario, era stata venduta
per buona e giusta. Questa ordinanza del Tar ci dà forza e ulteriore coraggio per proseguire nell’azione”.
Il Tribunale amministrativo, infatti,
oltre a sospendere i lavori, ha anche
condannato la Provincia di Mantova e la società al pagamento delle
spese legali della parte ricorrente,
per un ammontare di 2mila euro.
Parte del cantiere con alcuni manufatti in avanzata costruzione
45
Intervista all’Assessore
Lino Valbusa
Responsabile dei settori Affari Generali, Ambiente ed Ecologia, Sicurezza e Personale, l’assessore risponde ad alcune nostre domande che ripropongono i dubbi e le
richieste di chiarimenti raccolti tra la popolazione di Guidizzolo.
Dopo poche settimane dall’avvio della raccolta differenziata “porta a porta”, quali sono i
primi risultati?
Finito il mese di ottobre Mantova, Ambiente, la ditta che gestisce la raccolta rifiuti, ci ha
immediatamente comunicato i
primissimi dati complimentandosi con i guidizzolesi. La raccolta differenziata ha raggiunto
immediatamente l’80% e sconta anche alcuni rifiuti presenti
già in piattaforma senza i quali avrebbe sfiorato addirittura
il 90%. Anche da parte mia un
sincero ringraziamento per la
fattiva collaborazione che tutti
abbiamo messo in atto, frutto di
sensibilità e senso civico.
Diverse piccole ditte hanno lamentato che sono stati recapitati loro dei contenitori per
certi tipi di raccolta differenziata, pur avendo detto, che non li
avrebbero usati, al tecnico che
li aveva intervistati. Non è uno
spreco? Chi li paga?
Le utenze che conferiscono i
rifiuti sono di due specie: domestiche e non-domestiche ed
alle stesse viene attribuita una
diversa aliquota di tariffa rifiuti.
46
Ovviamente per questa distinzione, che serve per una corretta imposizione evitando che
il tributo sia scompensato tra
abitazioni civili e attività, serve
proprio che i conferimenti siano
separati.
Come mai a metà gennaio non
sono ancora state inviate alle
famiglie le cartelle per il pagamento della tariffa raccolta
rifiuti del 2012? Non si corre il
rischio che si ingolfino troppe
tasse per le famiglie, l’IMU, la
TIA, ecc.?
Il passaggio avviato sul nuovo sistema di raccolta, per il quale il
nostro Comune ha ottenuto che
non vi fosse nessun aumento in
virtù degli ottimi risultati sulla
differenziata degli anni precedenti, ha portato ad allungare i
tempi di recapito delle fatture.
Le quali dovevano arrivare entro
il mese di dicembre per l’anno
2012, quindi posteriori rispetto al servizio usufruito. Certo,
in questo periodo tutti noi contribuenti saremo chiamati non
solo per la tariffa rifiuti ma anche per l’Imu e, lo anticipo, pure
per canoni di fognatura e depurazione. Quest’ultimo è riferito
all’annualità 2010. A questo proposito ricordo che ci troviamo a
pagare il 2010 in quanto, su richiesta del nostro Comune, la
Sisam accordò un allungamento
dei tempi relativamente all’anno
in cui fummo colpiti dal tornado
nel quale i Canoni non vennero
riscossi.
Alcuni cittadini hanno chiesto il
rimborso dell’IVA pagata sulla
tassa rifiuti. Spetta il rimborso?
Il problema dell’Iva non è nuovo.
In più di un’occasione il Governo (questa infatti non è materia
comunale), si è espresso nel
senso del pagamento dell’Iva
per la tassa rifiuti. Anche recentemente, l’Agenzia delle Entrate
ha confermato l’assoggettabili-
tà all’Iva della tariffa. Dall’anno
2010 l’art. 14, comma 33, del
DL n° 78/2010 come convertito
nella legge 30.07.2010 n° 122 ha
interpretato in via autentica che
la Tariffa rifiuti, di cui all’art. 238
del D.L.vo n° 152/2006 ha carattere di corrispettivo e pertanto
risulta gravata da Iva. È evidente
come per noi non rappresenti
un problema.
Avete cambiato gli orari di
apertura degli uffici comunali,
eliminando il sabato e si stanno sentendo tante lamentele. È
possibile che l’Amministrazione torni sui suoi passi?
Gli orari di servizio dei dipendenti comunali, così come gli
orari di apertura al pubblico,
sono sempre stati oggetto di
riflessioni attente che ottemperassero ai legittimi interessi
della cittadinanza e dei lavoratori. La decisione recentemente assunta di chiudere gli uffici
il sabato mattina (però non tutti i servizi) nasce da più considerazioni. Da una parte era palese la necessità di uniformarci
agli altri Enti territoriali quali
l’Amministrazione provinciale
o gli altri comuni limitrofi in
quanto i contatti frequentissimi
avvengono ovviamente durante
gli orari di presenza dei funzionari; dall’altra parte si è manifestata la necessità di aperture
pomeridiane al pubblico, richieste più del sabato mattina che
risultava il giorno meno “traffi-
cato”. Avendo i nostri uffici per
la maggior parte un unico operatore non era materialmente
possibile ampliare l’orario al
pomeriggio ed aprire il sabato.
Nuovo Consiglio Comunale Ragazzi
È Nicole Giazzoli la neopresidente del Consiglio Comunale
dei Ragazzi; vice Silvia Pasini,
segretario e vicesegretario Davide Bonesi e Filippo Chinaglia.
Consiglieri Theo Guatta, Giovanni Delmenico, Muhammad
Hamza, Elia Aziz, Anna Vinciguerra, Ivan Artioli, Riccardo
Passoni. Teatro delle elezioni
l’aula consiliare dei grandi,
accolti dal sindaco Sergio Desiderati, dall’assessore alle
politiche scolastiche Simone
Zampolli, dalla presidente del
Consiglio Comunale Emanuela Costa, con l’augurio di buon
lavoro nei vari ambiti di pertinenza del C.C.R. e la possibilità di evidenziarne le eventuali
problematiche, essendo fondamentale per l’amministrazione
il punto di vista dei ragazzi. Il via
della seduta sull’inno nazionale, offrendo al primo cittadino
lo spunto per sottolineare l’importanza del senso di appartenenza alla nostra nazione tanto
per gli italiani come per quanti
hanno scelto di venire nel no-
stro Paese e sono stati accolti.
A seguire richieste e indicazioni
dei ragazzi fioccano a tutto tondo. Dall’installazione di pannelli solari ai piccioni; dalla sistemazione del campo di calcio del
plesso scolastico all’acquisto di
arredi interni ed esterni; dal
riscaldamento della palestra
alla maggiore pulizia dei bagni. E non manca la richiesta
di abolire le lezioni di sabato e
soprattutto i compiti a casa. Su
questi ultimi Zampolli fa notare
che il proseguimento di questo
impegno è fuori discussione;
suggerendo per contro come
buon metodo il programmarli
diluendoli giorno per giorno.
Mentre l’insegnate vicario Antonio Lanza spiega come togliere il sabato equivalga a sposare
il tempo pieno con 40 ore settimanali con costi di gestione
lievitati. Per le problematiche
ambientali l’esaustiva risposta
dall’assessore Lino Valbusa. In
chiusura tutti in teatro per una
visita guidata al “Calendario di
Guidizzolo”.
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Quattro bagole
- Ciao, dove vai di corsa?
- Vado in Comune…
- Mah… è sabato… è chiuso!
- Come… è chiuso?
- Certo, non lo sai? adesso al sabato non lavorano più…
- E perché?
- Dicono che al sabato c’era poca gente!
- Ma non è vero! a me faceva comodo, e non solo
a me! E adesso tutti quelli che lavorano durante
la settimana e potevano andarci al sabato?
- Si arrangiano, prenderanno un giorno di ferie…
- Ma non è giusto!
- E le banche allora? Se hai bisogno, ci vai gli
altri giorni..
- E invece pensa te che adesso le banche stanno creando sportelli aperti al sabato e anche la
domenica…
- Si… la domenica!?
- Certo! Nei centri commerciali!
- Ah beh, nei centri commerciali…
- E allora? Vanno incontro alle esigenze della
gente, come dovrebbe fare anche il Comune….
- Che invece ha chiuso…
- Ma almeno si può sapere come l’hanno giustificato?
- Dicono che sono chiusi anche tutti gli altri
comuni vicini…
- E’ così?
- Veramente io ho controllato su internet… Su
dieci comuni vicini, solo un paio sono chiusi, tutti
gli altri sono aperti...
- Ma allora non è vero…
- Però qui hanno aperto al mercoledì pomeriggio…
- A cosa serve?
- Boh… sarà per completare l’orario…
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- Ma chi lavora… lavora anche il mercoledì pomeriggio!
- Cosa vuoi che ti dica… hanno deciso così…
- Ma la gente cosa dice?
- Non è che sia contenta, anzi! Si sentono tante
lamentele… Però sai come siamo noi…
- Certo, ci lamentiamo, brontoliamo…
- … ma poi ci adattiamo a tutto!
- Si, però non è giusto… ci sarà qualche altra
ragione…
- Ho sentito dire che c’erano alcune dipendenti
che al sabato devono andare dal parrucchiere…
- Dai… possiamo crederci?
- Beh, io non so più cosa credere!
- Non solo tu, qui mi sembra che ci sia un disorientamento generale…
- E gli assessori, quelli che prima ricevevano al
sabato?
- Continuano a ricevere al sabato.
- Ma allora il comune è aperto!
- No, è chiuso, ma è aperto… dipende da cosa ti
serve…
- Ma così le spese di luce, riscaldamento… ci
sono lo stesso!
- Non credo sia stato fatto per risparmiare sui
costi…
- Perché, sarebbe stata una brutta idea? prima
di aumentare le tasse sarebbe meglio tagliare i
costi…
- A parole, sono tutti d’accordo…
- A parole!
- Va beh, ho capito, torno lunedì!
-Te salude!
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PRO LOCO GUIDIZZOLO
Apertura: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9,00 alle 11,00
Telefono 0376 1620426 - fax 0376 1620443 - piazzale Marconi, 2 - c/o Municipio
Notiziario a cura di Daniele Guerra
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SE...
Nel mondo infinito delle parole
ci sono diverse interpretazioni
della voce “se…”.
Nella famosa poesia “se” (if)
di R. Kipling, questa semplice
congiunzione è un precetto di
come diventare uomini, “se” si
seguono gli insegnamenti dei
padri.
L’altro se …invece è una congiunzione terribile, contagiosa,
corrosiva, pericolosa, irreale.
Racchiude in due sillabe tutti i rimpianti degli uomini. E’
la chiave dei cassetti dei sogni
non realizzati, delle opportunità lasciate scappare, delle decisioni non prese, di tutto quello
accumulano freneticamente. In
seguito, si deve di conseguenza
sopportare ciò che non si può
più cambiare, e inoltre è difficile e quasi impossibile riprendersi il passato.
Occasioni perdute, sogni non
realizzati per non aver avuto
abbastanza coraggio, tempo,
forza d’animo, non essere riusciti a parlare, pensare, rischiare. Non essere riusciti a
resistere alle avversità, alle
ostilità e a farci, pertanto, condizionare dalla normalità più
sicura e tranquilla. Si vorrebbe
mettere il nastro della vita passata in pausa, per capire cosa
è successo, come mai non si è
per cui, quando si è vecchi, s’invidiano, e si ammirano i giovani,
e nello stesso tempo si tormentano e si preoccupano per loro,
perché i ragazzi non sono in
grado di cogliere l’attimo, non
hanno ancora dentro i “se…”,
che in seguito consumeranno
i loro pensieri, le loro anime.
Per i giovani ogni conoscenza
è preziosa. Non sono ancora
guastati dalla nostalgia del non
essere riusciti a fare, dei “se…”
perduti.
La vita corre troppo velocemente, ed è troppo entusiastica per
chiedersi cosa si vorrebbe realmente realizzare, e i “se…” si
riusciti ad aprire quel cassetto.
Questa congiunzione condizionale, che ha preso parte attivamente alla vita dell’uomo e
ne ha condizionata la storia, si
può applicare anche a quelle
associazioni che spesso s’identificano con le persone che le
dirigono.
La Pro Loco di Guidizzolo in
questi ultimi anni è stata identificata come un “qualcosa” di
animato e con un “cervello” con
cui parlare, pensare, discutere;
infatti si dice: La Pro Loco ha
fatto, ha detto, la Pro Loco ha
sbagliato, ha sviluppato nuove
idee, ha provocato, polemizza-
to, ha suscitato interesse, ha
avuto successo, ecc. Spesso
non si pensa che dietro il sipario ci sono uomini e donne che
lavorano, lottano, discutono, si
incavolano. Anche per la Pro
Loco, quindi ci sono molti “se”
non realizzati, molti cassetti che non è riuscita ad aprire,
molti ostacoli che spesso le
hanno impedito di essere se
stessa, di uscire dalla piattezza
e dalla normalità. Quante volte,
nel direttivo si è sentito affermare se avessimo potuto, avuto
la forza di…, se avessimo avuto
più coraggio, più soldi, ascoltato o ignorato quei discorsi, se
avessimo rischiato di più, se …
se….e così via.
Oggi la Pro Loco di Guidizzolo
è ad una svolta, ad un giro di
boa. Nei cosiddetti consiglieri
“diversamente giovani” rimasti,
esistono, forse, ancora molti
“se…”; ora, però, sono entrati
dei giovani che si spera riescano a far sparire queste due sillabe odiose. Dovranno farlo con
il loro lavoro (che dovrà essere
quasi a tempo pieno), la loro
naturalezza, spontaneità, collaborazione, serietà. Soprattutto
dovranno usare le loro orecchie
per ascoltare tutti, ma proprio
tutti, i loro nasi per “sentire l’aria che tira”, le loro bocche per
parlare a tutti, indistintamente
e autonomamente e infine i loro
occhi per riuscire a “leggere”
sinceramente negli occhi di chi
sta di fronte. Questi sensi, se
usati lealmente e con sincerità,
saranno la chiave per aprire il
cassetto dei “se…”. Svuotarlo
sarà comunque un duro, durissimo lavoro che dovrà essere
affrontato tutti insieme, in assoluta indipendenza e autodecisione, cercando, inseguendo
e accettando la collaborazione
di tutti.
Anagrafe - Stato Civile - Elettorale:
Da lunedì a venerdì: dalle 10.00 alle 13.00
mercoledì:
dalle 14.30 alle 17.30
sabato:
reperibilità, solo per decessi cell. 347 8074979
Segreteria - Ragioneria - Tributi - Ufficio tecnico
Scuola - Teatro - Segretariato sociale:
lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10.00 alle 12.30
mercoledì:
dalle 14.30 alle 17.30
Assistente sociale:
mercoledì e venerdì dalle 10.00 alle 13.00
Polizia Locale:
mercoledì e sabato dalle 9.00 alle 11.00
Municipio (centralino) - tel. 0376 819201
Vigili Urbani - tel. 0376 840241
Teatro e manifestazioni - tel. 0376 1620428
Posta elettronica certificata: [email protected]
ORATORIO SAN LORENZO
ORARIO DI APERTURA 1ª e 3ª DOMENICA
Maggio - Settembre dalle 17.00 alle 19.00
Ottobre - Aprile su prenotazione 335 422406
BIBLIOTECA
tel. 0376 840435 estate
inverno
lunedì 9-12 / 15-19 martedì
9-12
giovedì
15-19 mercoledì venerdì 9-12
sabato
9-12 / 14.30-18.30 14.30-18.30
14.30-18.30
9-12
9-12
ASSOCIAZIONI
Pro Loco - tel. 0376 1620426
Gruppo Alpini Guidizzolo - tel. 338 4597404
AVIS - AIDO - tel. 0376 840177
Raphaël - Ambulatorio Castel Goffredo 0376 771292
GVG-Gruppo Volontari - tel. 0376 818240
Calcio Guidizzolo - tel. 0376 819172
Ciclo Club 1977 - tel. 0376 818189
Tennis Club Guidizzolo - tel. 0376 818382
Amici di Rebecco - tel. 0376 819678
Centro Sociale “La Mimosa” - tel. 0376 818419
CIMITERO
Apertura tutti i giorni della settimana
Gen. - Feb. e Nov. - Dic.
da Marzo a Ottobre
da Aprile a Settembre
dalle 8 alle 17
dalle 8 alle 19
dalle 8 alle 20
PIAZZOLA RIFIUTI
Lunedì Mercoledì e Venerdì dalle 14.30 alle 17.30
Sabato: dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30
AMBULATORI MEDICI
• Dr.ssa Emi Ghisolfi - Cell. 333 8356733
Prenotazione visite: 0376 840433 (8.30-12.30)
Lun. Giov. Ven.: dalle 16 alle 19 (su appuntamento)
Mar. Mer. Gio.: dalle 10 alle 13 (su appuntamento)
• Dr. Orfeo Valerio Galvani
Ambulatorio 0376 819794 - Abitazione 0376 819096
Lun. Mar. Mer. Gio.: dalle 9,30 alle 12,30
Mer. Ven.: dalle 16,30 alle 19,30 (su appuntamento)
• Dr. Giuliano Ponti
Ambulatorio 0376 819475 - Abitazione 0376 819177
Lun. Mar. Mer. Ven.: dalle 10 alle 12.30
Giovedì: dalle 16.30 alle 19
Ambulatori medici presso sede AVIS
• Dr.ssa Doriana Bertazzo
Riceve su appuntamento tel.0376 83040 - 838500
Martedì dalle 17 alle 18,30
Giovedì dalle 8,30 alle 9,30
• Dr.ssa Angela Gatti - tel. 338 2619350
Lunedì - Mercoledì - Venerdì: dalle 17.30 alle 18.30
Ambulatorio Medole - tel. 0376 898109
• Dr.ssa Vincenza Di Marco
Riceve su appuntamento tel. 335 1736606
Lunedì - Martedì - Venerdì: dalle 10.00 alle 11.00
Mer.: dalle 16.00 alle 17.00 Gio.: dalle 10.30 alle 11.30
• Pediatra di base
Riceve su appuntamento tel. 0376 631797
NUMERO VERDE FARMACIE DI TURNO
tel. 800 228521 (Guidizzolo 0376 819005)
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Prenotazione ambulanza - tel. 349 8608653
Istituto Comprensivo - 0376 819049 - 819059
Istituto Statale d’Arte - tel. 0376 819023
Corpo Bandistico - tel. 0376 840090
Fondazione “Rizzini” onlus - tel. 0376 819120
SISAM (acquedotto) - 800 859370 - 0376 771869
Cooperativa “Orizzonti” - tel. 0376 847326
CSE-Anffas - Rebecco - tel. 0376 818253
Parrocchia Birbesi - tel. 0376 819602
Parrocchia Guidizzolo - tel. 0376 819052
Numeri utili
UFFICI COMUNALI
SANTE MESSE
GUIDIZZOLO
Festivi:
Prefestivi:
Feriali: Lun. Merc. Giov. BIRBESI Festivi
Feriali: venerdì
REBECCO Prefestivi estate
8 - 10.30
19
18
9.30
8.30 18
inverno
8 - 10.30
18
17
9.30
8.30
17
EMERGENZE
GUARDIA MEDICA - 118
CARABINIERI - 112 - 0376819006
VIGILI DEL FUOCO - 115
FUGHE GAS - 800905440
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