tunisia - Sprint Sicilia

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tunisia - Sprint Sicilia
TUNISIA
7 dicembre 2006
Executive summary
RISCHIO: BASSO
OUTLOOK: STABILE
ƒ
Rischio politico. La situazione politica è stabile, grazie alla netta supremazia politica del partito al
potere (CDR, Democratic Constitutional Rally) e il largo accentramento di poteri nelle mani del
presidente Zine al-Abidine Ben Ali, riconfermato nel 2004 e in carica fino al 2009.
ƒ
Rischio economico. L’economia della Tunisia continua a mostrare prospettive di medio periodo
favorevoli, grazie anche ad adeguate misure di politica economica attuate negli ultimi anni. Gli obiettivi
principali restano la riduzione del debito estero e l’innalzamento degli standard di vita della popolazione.
ƒ
Rischio bancario e operativo. Nonostante i progressi, il sistema bancario tunisino resta ancora
inefficiente, come dimostra l’elevata quota dei non performing loans. Il rischio operativo appare
contenuto anche se rimangono da risolvere i problemi legati ad un sistema giuridico poco efficiente e
spesso non completamente indipendente dal Governo centrale, un livello burocratico ancora elevato e
un sistema di infrastrutture non ancora in grado di accogliere adeguatamente i sempre crescenti
investimenti esteri.
Condizioni di assicurabilità SACE
Categoria OCSE: 3/7
Rischio sovrano: apertura
Rischio bancario: apertura
Rischio corporate: apertura
Principali indicatori economici
2003
2004
2005
2006p
2007p
5,6
2,8
-3,2
6,0
3,6
-2,6
4,2
2,0
-3,0
5,8
3,0
-2,8
6,0
2,0
-2,6
Debito estero totale ($ mld)
Debito estero totale/PIL (%)
Debt service ratio (%)
Riserve valutarie lorde ($ mln)
Riserve valutarie lorde (mesi import.)
8,0
10,3
-2,3
-0,7
-2,9
17,9
67,2
15,1
3,0
3,3
9,7
12,1
-2,4
-0,6
-2,0
19,8
67,8
16,2
4,0
3,5
10,5
12,5
-2,0
-0,4
-1,3
18,5
67,9
14,5
4,4
3,7
11
13,2
-2,2
-0,4
-1,4
18,7
64,3
17,9
6,5
5,1
11,6
13,8
-2,3
-0,4
-1,2
19,3
61,0
16,4
6,9
5,2
Cambio medio ETB/USD
1,3
1,2
1,3
-
-
PIL (variazione % reale)
Inflazione media annua (%)
Saldo Bilancio Pubblico/PIL (%)
Bilancia dei pagamenti
ƒ Esportazioni ($ mld)
ƒ Importazioni ($ mld)
ƒ Saldo bilancia commerciale ($ mld)
ƒ Saldo transazioni correnti ($ mld)
ƒ Saldo transazioni correnti/PIL (%)
P: previsioni.
Fonte: FMI art. IV
Rating
Standard and Poor’s
Moody’s
Fitch
SACE
BBB
Baa2
BBB
-
Studi Economici – Stefano Costa
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Rischio politico
RISCHIO: BASSO
OUTLOOK: STABILE
Politica interna. La situazione politica del Paese si mantiene stabile. Tuttavia, l’eccessivo accentramento
di potere nelle mani del Presidente rimane la principale debolezza del sistema democratico tunisino. Un
capillare apparato di polizia e consistenti restrizioni alla libertà di stampa e di associazionismo politico
impediscono di fatto la creazione di una valida opposizione che sia in grado di scalzare l’attuale
maggioranza al governo guidata dal partito CDR (Democratic Constitutional Rally) nella persona del primo
ministro Mohammed Ghannouchi. Le prossime elezioni politiche e presidenziali sono previste per il 2009.
Relazioni internazionali. La Tunisia è il maggiore alleato degli Stati Uniti in Nord Africa e tale ruolo
sembra doversi rafforzare come confermato da una serie di accordi stipulati negli ultimi anni tra i due paesi
e culminati nel 2002 con la sottoscrizione del Trade Investment Framework Agreement (TIFA) visto da
molti come un importante passo avanti verso un accordo di libero scambio (FTA). I legami sembrano
rafforzarsi anche con la Libia, con la quale la Tunisia collabora alla realizzazione di un’area di libero
scambio che dovrebbe comprendere anche Algeria e Marocco.
Rischio economico
RISCHIO: MEDIO
OUTLOOK: STABILE
Attività economica. Politiche fiscali e monetarie prudenti hanno garantito negli ultimi anni una buona
stabilità macroeconomica. La crescita del PIL in termini reali, di tutto rispetto nel 2005 (4,2%) si prevede
possa passare nel 2006 al 5,8% grazie al recupero della produzione agricola e al forte sviluppo della
produzione industriale e dei servizi. L’attuazione di graduali riforme sociali ha recentemente fatto diminuire
i tassi di disoccupazione, riducendo anche l’incidenza della povertà nel Paese.
Bilancio pubblico e inflazione. Il deficit del governo centrale nel 2005 si è ampliato, a causa anche
dell’oneroso sistema di sussidi pubblici al consumo di petrolio, arrivando al 3,2% del PIL. Le autorità
ritengono comunque possibile un deficit sotto il 3%, un risultato che aiuterebbe la Tunisia a ridurre nel
medio periodo il rapporto debito pubblico PIL al di sotto del 50%. Le autorità stanno adottando misure di
contenimento della spesa pubblica e di rafforzamento delle entrate fiscali senza però rinunciare ad un
moderato aumento dei salari reali. L’aumento generale dei salari minimi e gli elevati prezzi internazionali
del petrolio potrebbero alimentare pressioni inflazionistiche nel paese, come registrato nei primi mesi del
2006 con una crescita dell’indice dei prezzi al consumo rispetto al periodo precedente pari al 4,7%. Il livello
di inflazione non desta comunque preoccupazione e dovrebbe mantenersi intorno al 3% nei prossimi anni.
Bilancia dei pagamenti. Il saldo delle partite correnti seppur negativo (-0,4 miliardi di dollari nel 2005) ha
registrato un miglioramento in percentuale al PIL passando dal 2,3% del 2004 all’1,7%. Tale dato si
prevede rimanga invariato nei prossimi anni anche alla luce della bassa influenza esercitata dai
cambiamenti del prezzo del petrolio, mercato in cui la quota dell’import eguaglia quella dell’export. La
dinamica del conto capitale è positiva e dovrebbe migliorare ulteriormente nel 2006, grazie al crescente
afflusso nel Paese degli investimenti diretti.
Posizione debitoria e riserve internazionali. Il massiccio ricorso all’indebitamento estero da parte del
governo nel 2005 ha contribuito ad un aumento dello stock, che ha raggiunto i 18,5 miliardi di dollari, pari al
68% del PIL, un rapporto molto alto se confrontato con altri paesi emergenti con rating simile. Tale
situazione, seppur sostenibile in uno scenario di breve periodo privo di shock, desta preoccupazione nel
caso dovessero verificarsi sensibili fluttuazioni del tasso di cambio. Per il 2006 è prevista una riduzione del
rapporto debito estero/PIL sia per la forte crescita prevista che per gli ingenti ricavi attesi dal processo di
privatizzazione in atto. Le riserve valutarie continuano ad aumentare e il loro accumulo dovrebbe
accelerare nei prossimi anni grazie al forte afflusso di capitali dall’estero. Nel 2005 i livelli accumulati erano
sufficienti a coprire circa 3,7 mesi di importazione di beni e servizi e ammontavano a 4,4 miliardi di dollari.
Tasso di cambio. Il regime di cambio ufficiale è di oscillazione controllata, ma l’obiettivo resta quello di
una maggiore apertura ai capitali esteri e l’approdo graduale verso un tasso di cambio flessibile. Dato il
cospicuo afflusso di capitali nel paese, si prospetta la necessità da parte delle autorità monetarie di
accelerare tale processo. La Banca Centrale ha amministrato la flessibilità del tasso di cambio in un
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contesto di restrizioni ai flussi di capitale, attuando una politica di moderati deprezzamenti reali del dinar (il
tasso di cambio reale ha continuato a deprezzarsi nel 2005 del 4,5% in media) che hanno favorito la
crescita delle esportazioni e la competitività.
Debito estero
Crescita PIL ed inflazione
70
7
19,5
68
6
66
5
64
4
18,5
%
m ln US$
19
62
18
60
17,5
58
17
56
2003
2004
2005
2006
2007
%
20
3
2
1
0
2003
Debito estero totale
Debito estero/PIL
2004
2005
Crescita PIL
2006
2007
inflazione
Rischio bancario
RISCHIO: MEDIO
OUTLOOK: POSITIVO
Struttura del sistema. Il sistema bancario tunisino, caratterizzato fino al 2002 dal quasi completo controllo
statale, ha avviato un efficace processo di privatizzazione che dal 2002 al 2005 ha portato all’acquisizione
da parte di attori privati dei due maggiori gruppi bancari pubblici. Restano sotto il controllo statale le tre
principali banche commerciali a sostegno dei settori strategici: Banque de l’Habitat (mortgage lending);
Banque de l’Agricolture (settore agricolo); Société Tunisienne des Banques (settore turistico), la più grande
del paese, la cui privatizzazione appare improbabile. Molto importante il ruolo delle banche per lo sviluppo,
tutte a capitale misto (con la partecipazione dei Governi di Tunisia, Libia e dei cinque stati del Golfo) e
specializzate in passato in operazioni a medio lungo termine, che detengono un’elevata quota degli assets
totali.
Performance. Sebbene non costituisca un pericolo al livello sistemico nel breve periodo, la debolezza del
sistema finanziario potrebbe influenzare negativamente la crescita. La scarsa trasparenza e il non
completo allineamento agli standard internazionali contabili, di governance e controllo interno hanno
favorito un sistema creditizio privo delle necessarie procedure di accertamento sulle garanzie dei creditori.
Solo recentemente le autorità hanno adottato una serie di misure in tal senso. La quota dei non performing
loans sul totale dei prestiti è scesa di 2,75 punti percentuali al 21% nel 2005, aiutata dalle buone
performances del settore turistico, ma rimane comunque su livelli eccessivamente elevati. Gli indicatori di
redditività ROA e ROE restano molto bassi e in calo progressivo negli ultimi cinque anni, attestandosi
rispettivamente allo 0,6% e 6,9% per le banche commerciali private e allo 0,5% e 6,7% per quelle
pubbliche, che continuano a presentare una quota più elevata di non performing loans.
Rischio operativo
RISCHIO: MEDIO
OUTLOOK: POSITIVO
Sistema legale. I problemi maggiori per gli investitori esteri riguardano i tempi, eccessivamente lunghi, per
la risoluzione delle controversie in tutte le azioni e procedure legali, seppur vi siano stati recenti snellimenti
delle procedure di registrazione di nuovi investimenti. La non completa indipendenza del sistema
giudiziario dal governo resta il maggiore nodo da affrontare. Sotto il profilo della macchina burocratica la
Tunisia presenta ancora evidenti problemi. Il paese si situa all’ 80° posto (su 175) nella classifica Doing
Business, al 99° posto (su 157) nella classifica dell’ Index of Economic Freedom e al 51° (su 163) in quella
del Corruption Perception Index.
Studi Economici – Stefano Costa
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Atteggiamento nei confronti degli investitori esteri. La Tunisia presenta un buon grado di apertura nei
confronti degli IDE anche se mantiene alcune restrizioni in alcuni settori strategici come ad esempio quello
della produzione e raffinazione del petrolio, della finanza, dell’elettricità e delle telecomunicazioni. In tutti gli
altri settori gli incentivi sono numerosi e vanno dai benefici di natura fiscale a quelli di natura finanziaria. La
tassazione sulle società è relativamente alta (35% e pari a quella sul reddito) rendendo improbabile un suo
futuro aumento. La Tunisia ha firmato e ratificato gli accordi di Washington e New York e quelli di
promozione e protezione reciproca degli investimenti con l’Italia.
Infrastrutture, sicurezza e calamità naturali. Il livello infrastrutturale della Tunisia e in particolare quello
dei trasporti terrestri e marittimi è ancora debole sia qualitativamente che quantitativamente, con una
copertura non omogenea sull’intero territorio nazionale. Dal punto di vista della sicurezza interna,
l’atteggiamento fortemente repressivo adottato dal Governo nei confronti delle frange islamiche estremiste
attenua i rischi di disordini interni di matrice religiosa ma non esclude la possibilità che la Tunisia torni ad
essere un obiettivo sensibile di Al-Qaida, come già avvenuto nel 2002, quando a seguito dell’esplosione di
un ordigno all’esterno della sinagoga di Gerba persero la vita 19 civili.
Rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali
Fondo Monetario Internazionale. Non ci sono finanziamenti in essere da parte del FMI. I rapporti con il
Fondo si limitano alle consultazioni periodiche (Article IV).
Banca Mondiale. L’Interim Country Assistance Strategy (CAS) approvata nel giugno 2004 prevede il
finanziamento di investimenti atti a migliorare la competitività del paese in campo imprenditoriale. Il
programma della Banca Mondiale in Tunisia è composto inoltre da 16 operazioni ancora attive (per un
ammontare di 778 milioni di dollari) e da tre progetti in preparazione che riguarderanno i settori delle
infrastrutture, dell’educazione e dello sviluppo sostenibile, per un totale previsto di ulteriori 220 milioni.
Banca Africana di Sviluppo. Il portafoglio della ADB in Tunisia è tra i più positivi dal punto di vista della
performance. Vi sono 18 progetti in fase di creazione e un ammontare di 912 milioni di dollari per quelli
ancora in essere ripartiti tra: settore trasporti (36,5%), settore finanziario (28,4%), settore sociale e riforme
(17,8%) settore agricolo e industriale (11,6%).
Studi Economici – Stefano Costa
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Interscambio con l’Italia
Commercio. I principali partner della Tunisia sono Francia, Italia, Germania e Spagna. L’interscambio con
l’Italia nel 2005 rimane favorevole al nostro paese in termini di saldo complessivo (583 milioni di euro), anche
per merito della forte crescita delle esportazioni italiane nel settore dell’energia elettrica (+243,8) e dei
prodotti energetici raffinati (+101,1%). Il valore delle esportazioni italiane in Tunisia ammonta a 2,4 miliardi di
euro nel 2005 pari a +16,32% rispetto al 2004. Nei primi otto mesi del 2006 le esportazioni italiane hanno
registrato un aumento del 6,65% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I principali settori
dell’export italiano (in valore) rimangono i prodotti energetici raffinati, la meccanica strumentale e il tessile;
quest’ultimo ha registrato una flessione del 9% rispetto al 2004.
Investimenti diretti esteri. L’Italia è al secondo posto nella classifica dei principali investitori stranieri in
Tunisia dietro la Francia ma davanti a Germania e Spagna. Nel corso del 2005 gli investimenti diretti italiani
in Tunisia ammontavano 66,5 milioni di dinari (42 milioni di euro circa) in netta crescita rispetto all’anno
precedente con 60 nuovi progetti realizzati. Tra i settori in cui si concentrano i principali investimenti italiani,
troviamo al primo posto il quello tessile e abbigliamento (46% del totale) seguito da cuoio e calzature (10%),
agroalimentare (9%), metallurgico e meccanico (7%).
Esportazioni italiane in Tunisia per settori
(2005, %)
Interscambio commerciale con la Tunisia
(1996-2005 mln €)
3.000
altro
13%
pelli e calzature
5%
abbigliam ento
prod. chimici e
5%
fibre
m etallurgia e
5%
prod. In m etallo
7%
elettronica ed
elettrotecnica
7%
prod.
energetici
raffinati
27%
2.500
2.000
1.500
1.000
500
prod. tessili
20%
Meccanica
strumentale
11%
0
1996
1997
1998
1999
im portazioni
2000
2001
esportazioni
2002
2003
2004
2005
saldi
Esposizione SACE al 30 settembre 2006
A fine settembre 2006, l’esposizione totale di SACE nei confronti del Paese ammontava a 61,6 milioni di
euro, di cui 46,2 milioni di impegni in essere (36,8 quota capitale), nessun sinistro in corso e 15,5 milioni di
indennizzi da recuperare.
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