Grafiche d`Autore - viamoronisedici/spazioarte

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Grafiche d`Autore - viamoronisedici/spazioarte
Grafiche d’Autore
Carla Accardi
Agostino Bonalumi
Tommaso Cascella
Piero Dorazio
Jorge Eielson
Bruno Munari
Gianfranco Pardi
Pino Pinelli
Giò Pomodoro
Garcίa Rossi
Giuseppe Uncini
viamoronisedici/spazioarte
inaugurazione giovedi 3 dicembre - ore 18.00
dal 3 dicembre 2009 al 9 gennaio 2010
viamoronisedici/spazioarte rende omaggio alle personatità artistiche più significative dell’arte contemporanea
che hanno lasciato testimonianze incisive nel tessuto culturale e artistico internazionale.
La galleria presenta opere grafiche di artisti che hanno iniziato ad operare attorno agli anni ‘50 assumendo nel
tempo consistenze tali da divenire punti di riferimento anche per le generazioni future.
Carla Accardi, Trapani (1924). E’ tra i più i importanti esponenti dell’arte contemporanea italiana. La sua ricerca è contraddistinta dall’interpretazione plurale di forme riconducibili ad un unico schema basato sulla dialettica segno/colore.
E’ presente alla “Biennale di Venezia” nel 1964 e nel 1988 con una sala personale e nel 1995 partecipa alla mostra The Italian
Metamorphosis al Guggenheim Museum di New York. E’ stata membro della commissione alla XLVII “Biennale di Venezia”
curata da Germano Celant.
Agostino Bonalumi, Vimercate (1935). Inizia la sua ricerca artistica nell’ambito della pittura informale utilizzando materiali
“poveri” e attorno agli anni ‘60 elabora un personale linguaggio con l’estroflessione ed introflessione della tela. In seguito crea
opere “oggetto” in cui il segno sciolto e libero è ancora allusivo della costruzione.
Partecipa più volte alla “Biennale di Venezia” e nel 1986 alla “Quadriennale di Roma”. Nel novembre 2003, in occasione del
Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell‘Unione Europea, partecipa alla mostra Futuro Italiano allestita nelle sale
del Parlamento Europeo a Bruxelles.
Tommaso Cascella, Roma (1951). La sua ricerca pittorica è incline a una trasposizione tridimensionale in simbiosi con la sua
scultura in bronzo. Le intense composizioni cromatiche diventano architetture costellate di simboli, quasi alfabeti alchemici
carichi di significati universali.
Partecipa alla XXI “Biennale di Gubbio”. Una sua opera in bronzo è collocata a Tachikawa City di Tokyo. E’ presente alla “XII
Quadriennale di Roma” e al Kaohsiung Museum of fine Arts di Taiwan con una selezione di opere grafiche.
Piero Dorazio, Roma (1927). Ha incarnato la ricerca dell’astrattismo italiano ed è stato tra i maestri più noti all’estero. Si è
schierato contro il “Realismo Socialista” a difesa dell’arte astratta sostenendo che “la sperimentazione è esperienza sulla forma”. Dal 1953 si trasferisce negli Stati Uniti dove frequenta i nuovi maestri, da De Koning a Rotcho a Newman, partecipando
alla “Summer International Seminar” della Harvard University. Nel 1958 sviluppa un metodo di rappresentazione dello spazio
mediante la vibrazione della luce attraverso un reticolo trasparente di strutture cromatiche sovrapposte. Dal 1960 al 1970
dirige il dipartimento della pittura, scultura e grafica della School of Fine Arts, University of Pennsylvania.
/ via moroni 16a / 24122 bergamo / italia / tel. +39 3472415297 / fax. +39 035 4592486 /
[email protected] / www.viamoronisedici.it
orari d’apertura da martedì a sabato, ore 16.00 -19.30
Jorge Eielson, Lima, Perù (1924). Pittura, arte plastica, poesia, narrativa e teatro sono i suoi diversi linguaggi che convergono nel nodo, traccia degli antichi quipus amerindi e sintesi del legame tra le sue origini latinoamericane e l’esperienza
europea. Fondamento estetico, il nodo è nell’arte e nella scrittura di Eielson un segno magico, teso fra visuale e verbale,
arcaico e moderno.
Partecipa alla “Biennale di Venezia” più volte e alla ”Biennale di Parigi”. A Lima presenta una grande mostra alla Galleria
Moncloa. Nel 1988 partecipa alla “Biennale de L’Avana”. Dal 1990 è presente in numerose gallerie e manifestazioni di varie
città italiane e straniere.
Bruno Munari, Milano (1907). Nel 1926 entra in contatto con il movimento futurista e nel 1933 partecipa alle Biennali e alle
Quadriennali degli anni ‘30. La sua attività artistica spazia dalla pittura al collage, dalla grafica al design e alle opere polimateriche. Nel 1942 pubblica un libro sulle “macchine inutili” che più tardi inizia a costruire in serie. E’ grafico e Art Director per
Mondadori per la rivista “Tempo”. Nel 1945 inizia la sua serie di libri per bambini che vengono tradotti in tutto il mondo. Nel
1977 realizza il primo Laboratorio per l’infanzia alla Pinacoteca di Brera.
Numerose scuole in Europa America e Asia lo hanno insignito di vari titoli e onorificenze e ovunque numerose mostre sono
a lui dedicate.
Gianfranco Pardi, Milano (1933). La sua ricerca artistica inizia alla fine di anni ‘60 nell’ambito della concezione dello spazio.
Indaga il rapporto fra pensiero e forma, forma e colore, costruttività e costruzione, astrazione e concretezza, pieno e vuoto.
Fondamentale nel suo percorso è la rilettura che fa delle avanguardie storiche come l’Astrattismo, il Costruttivismo e Neoplasticismo per giungere ad un “segno geometrico, rigido e aperto”.
Nel 1986 ha una sala personale alla “XLII Biennale di Venezia”. Nel 1998 è allestita una sua personale a Palazzo Reale
di Milano e nel 1999 tre retrospettive alla Kunstverein di Frankfurt, al Museum Bochum e al Kulturhistorisches Museum di
Stralsund.
Pino Pinelli, Catania (1938). All’inizio degli anni ‘70 l’artista avvia una riflessione sull’arte, sulla base di un particolare uso del
colore e dello spazio frammentando la pittura in un linguaggio che va al di là della singola opera e dello spazio costretto del
quadro: uno spazio infinito libero da regole e da limiti. Una caratteristica del suo lavoro è anche la consistenza plastica delle
sue opere. Dal 1986 Pinelli ha esposto negli spazi più prestigiosi tra i quali “la XLII Biennale di Venezia”, Columbus Cityzens
Foundation Inc, New York, al Arc Paris - Museé d’Art Moderne de la Ville de Paris, nel 2001 espone all’Istituto Italiano di Cultura a Londra. Nel 2003 espone al museo Neubau der Kreissparkasse, Rottweil, in Germania.
Giò Pomodoro, Orciano, Pesaro (1930). Alla fine degli anni ‘50 individua le Superfici in tensione appropriandosi del concetto
di “non spodestabitità dello spazio“: la sua ricerca artistica indaga la forma in quanto risultato della presenza dello spazio. Usa
materiali diversi: dalla stoffa al bronzo, dal fiberglass al marmo.
E’ stato invitato ad esporre con una sala personale alla “Biennale di Venezia” nel 1984. Nel 1986 espone al Palazzo Ducale
di Pesaro. Nel 1997 espone al FIT Museum di New York.
Horacio Garcia Rossi, Buenos Aires, Argentina (1929). Dopo anni di lavoro nel gruppo GRAV (Groupe De Recherce d’Art
Visuel) nel 1962 inizia ad interessarsi alla luce come mezzo di espressione plastica ed in seguito indaga il dualismo
colore/luce come problematica unificata.
Nel 1963 riceve il primo premio alla “III Biennale di Parigi”. Nel 1998 partecipa all’esposizione del GRAV al Magasin di Grenoble. Nel 2000 installa una personale al Centre Culturel Jacques Prèvert di Villeparisis, a Buenos Aires. Nello stesso anno gli
viene dedicata una importante personale a Bruxelles.
Giuseppe Uncini, Fabriano (1929). Caratteristica del suo mezzo espressivo è la ricerca di materiali poveri usati dall’artista
per creare nuovi oggetti, nell’intento di dare forma alla materia senza sopprimerla. Con la serie di Cementarmati la forma
prende sempre più il sopravvento sulla materia: l’informale si trasforma in forma.
E’ presente alla “Biennale di Venezia” nel 1966 e 1984 e al Guggenheim di New York nel 1995. Nel 2000 allestisce un’importante mostra antologica a Palazzo Fabroni a Pistoia.
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orari d’apertura da martedì a sabato, ore 16.00 -19.30