Uganda: opportunità per energie rinnovabili e
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Uganda: opportunità per energie rinnovabili e
Uganda: opportunità per energie rinnovabili e agroindustria Nella Regione dei Grandi Laghi, in Africa centrale, sta emergendo un nucleo di Paesi nei quali il contesto competitivo è meno affollato che in altre aree del mondo. Tra questi, un ruolo di primo piano è assunto dall'Uganda, un Paese di circa 35,2 milioni di abitanti, che da più di 20 anni registra un significativo processo di espansione macroeconomica. Nel 2011 il tasso di crescita, secondo il FMI, si è attestato al 6,7%, per il 2012 e 2013 le previsioni indicano un +5%. L'Uganda si appresta a diventare oggetto di un significativo afflusso di investimenti nell'industria petrolifera: sono stati recentemente scoperti importanti giacimenti con riserve stimate in 2,5-3 miliardi di barili di petrolio. L'attività di estrazione dovrebbe essere avviata quest'anno. E avrà un significativo impatto sulle entrate dello Stato. Un'ulteriore accelerazione dovrebbe venire dallo sviluppo di attività anche downstream nel settore degli idrocarburi con la costruzione di una grande raffineria che consentirà di ridurre l'importazione di carburanti che attualmente rappresentano la voce passiva più pesante della bilancia commerciale. Il Paese inoltre dispone di un potenziale minerario (fosfati, minerali di ferro, stagno, oro e rame, marmo e materiali calcarei) tuttora poco sfruttato. Fa in parte eccezione l'oro che costituisce una voce importante delle esportazioni. La produzione di energie rinnovabili dovrebbe contribuire a colmare gli svantaggi derivanti dalla configurazione del territorio con l'88% degli ugandesi che vive in aree rurali e utilizza in prevalenza legname e carbone di legna con conseguenti (e significativi) danni in termini di deforestazione. In queste aree, non collegate alla rete, esiste un grande potenziale per l'impiego di energia solare. Secondo i dati forniti dall'Investment Authority locale il livello medio quotidiano di irradiazione a terra è di 5,1 KWh per m2 con 2.500 - 3.000 ore anno di sole. Il Paese dispone anche di un forte potenziale idroelettrico. Già oggi fornisce energia elettrica alle reti dei Paesi vicini: Kenya, Tanzania, Rwanda e nel prossimo futuro anche alla Repubblica Democratica del Congo con l'entrata in funzione di un impianto idroelettrico a Bujagali (Lago Vittoria) realizzato dall'italiana Salini. Nel solo Alto Nilo sono oltre 2mila Megawatt di cui appena 380 attualmente sfruttati. Si aggiunga un vasto numero di siti adatti per piccoli impianti idroelettrici. E il Governo di Kampala punta anche ad avviare la termovalorizzazione di un crescente quantitativo di residui urbani e di biogas da discarica. www.newsmercati.com Copyright Newsmercati 2012 Agroindustria Principale fonte di sostentamento della popolazione locale è ancora l'agricoltura - che impiega circa l'82% dei 16 milioni di occupati che compongono la forza lavoro - e copre l'85% delle esportazioni. L'attività, finora è stata svolta in grande prevalenza su scala famigliare utilizzando semplici e tradizionali metodi di coltivazione, con un impostazione basata su autosussistenza e commercializzazione nei mercati rurali locali. Le cose però stanno cambiando e si aprono nuove opportunità anche per le Pmi italiane. Il Governo di Kampala infatti ha deciso di favorire lo sviluppo di nuove produzioni agricole su scala commerciale, mirate al mercato urbano, regionale e a quello mondiale, con un allungamento della catena del valore per migliorare tecniche di coltivazione, stoccaggi e logistica, lavorazione e trasformazione in loco dei prodotti. Cresce anche l'interesse verso nuove filiere produttive: vaniglia, prodotti di allevamento ittico, fiori recisi, prodotti biologici. In questo contesto, diversi investitori, sia locali che stranieri, stanno espandendo una serie di iniziative di agricoltura industriale soprattutto nel settore saccarifero e degli oli vegetali. Le colture da esportazione rappresentano già oggi il 10% della produzione totale del comparto. Sono innanzitutto la produzione di caffé (principale voce dell'export ugandese e maggiore fonte di introito di valuta straniera) e in aggiunta cotone, te, tabacco, vaniglia, fiori e cacao. In parallelo, sta gradualmente crescendo l'attività di lavorazione dei prodotti alimentari, con una produzione ancora concentrata in prevalenza sul mercato interno, ma che sta trovando ulteriori sbocchi verso i Paesi limitrofi (Kenia, RDC, Rwanda). Aziende su scala industriale sono presenti nel settore del tabacco e delle bevande. Le piccole imprese dominano invece la produzione dello zucchero e dell'attività molitoria. Anche negli altri comparti manifatturieri diverse aziende stanno assumendo una decisa caratterizzazione industriale, nella produzione di mobili, prodotti tessili, abbigliamento, nel settore meccanico e nei materiali da costruzione. In espansione (+25% annuo) anche l'industria delle costruzioni che copre una quota pari al 13% del PIL. Lo sviluppo è trainato dal comparto residenziale, grazie alla crescita economica in atto, ma anche da quello infrastrutturale con particolare riguardo alla costruzione di strade. Il fulcro della crescita economica degli ultimi anni si è concentrato nel settore dei servizi con il grande sviluppo delle attività commerciali e del settore comunicazioni e trasporti che complessivamente coprono una quota pari al 22% del PIL. In forte sviluppo anche il www.newsmercati.com Copyright Newsmercati 2012 settore turistico che dispone di una decina di Parchi nazionali e di grandi risorse floro-faunistiche. L'interscambio commerciale Negli ultimi anni, sia le esportazioni che le importazioni di merci dell'Uganda sono aumentate a tassi significativi. Le prime grazie al crescente commercio intra-regionale in particolare con Sud Sudan, Kenya e la Repubblica democratica del Congo che si collocano ai primi posti nella classifica dei mercati di destinazione. Un importante mercato di sbocco per le esportazioni agricole del Paese sono i Paesi del Golfo. Hanno giocato a favore anche gli incrementi verificatisi nelle quotazioni internazionali di alcune 'commodities' con particolare riguardo al caffé. I Paesi europei importano dall'Uganda soprattutto prodotti dell'agroindustria inclusa floricoltura. Anche le importazioni hanno registrato una vivace dinamica, legata alle crescente domanda interna. Tra i Paesi di provenienza ai primi posti si collocano India, Cina, Kenya, Emirati, Giappone. Seguono i Paesi Europei guidati, nell'ordine, da Regno Unito, Olanda e Germania. Indirizzi utili * Ambasciata d'Italia a Kampala (presiede anche ai rapporti diplomatici con Rwanda e Burundi) * Uganda Investment Authority * Programmi dell'Unione Europea in Uganda per migliorare la salute, lo sviluppo rurale, i trasporti - 106 progetti (461 milioni di euro) * Banca Mondiale * African Development Bank Newsletter n. 141 - 27 settembre 2012 www.newsmercati.com Copyright Newsmercati 2012