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ATTUALITÀ 17 Mercoledì 25 febbraio 2015 il Giornale il reportage SENZA CERTEZZA DELLA PENA Ex di Guantanamo, rapper e convertiti di Fausto Biloslavo E x detenuti di Guantanamo,un gruppo di Al Qaida a Milano, il francese convertito ed un rapper di Brescia sono i terroristi che abbiamomessoingalera,poirilasciato o espulso con il risultato di farli tornare a combattere per laguerrasantadallaSiriaallaLibia.Ipezzigrossisonoitunisini SamiBenKhemaisEssideMehdiKammounfinitiagliiniziegli anni 2000 in un’inchiesta dell’allora pm Stefano Dambruoso sugli uomini di Al Qaida in Lombardiavicini allamoschea di viale Jenner. Oggi fanno partedal cupola di Ansar alSharia, il gruppo salafita armato, che destabilizza la Tunisia e la Libia. In una famosa foto la coppia jihadista è ritratta al fianco diSeifallah BenHassine, nome di battaglia Abou Iyadh, capo di Ansar. Alle spalle sventola la bandiera nera del Califfato. BenKhemaisEssiderastatoarrestato in Italia nel 2001. Washingtonlosospettavadivoler organizzare un attentato contro l’ambasciata americana a Roma. Anche Kammoun è finito in carcere per terrorismo.Frail2008e2009sonostati entrambi espulsi verso la Tunisia. Dopo il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo diverse organizzazioni come Amnesty international hanno protestato denunciando il rischio che i terroristi venissero torturati. In realtà lo scoppio della primavera araba a Tunisi li ha rimessi in libertà. E dal 2012hannocontinuatoacavalcare la guerra santa. Quei tagliagole di ritorno liberati dalle nostre galere Vivevano da noi, frequentavano le moschee italiane, li abbiamo anche arrestati. Ma poi sono usciti di galera. Per andare a combattere con l’Isis jihadistapiùpericolosi,cheprima ha combattuto in Siria e adessostarebbeoperandoinLibia. Il suo sodale, Nasri Riadh Ben Mohammed alias Abu Doujana,erailcapodella«casa dei tunisini» a Jalalabad, in Af- ghanistan, dove confluivano i combattentiproOsamabinLaden. Detenuto a Guantanamo è arrivato in Italia nel 2010 per poiessereespulsoversolaTunisia alla fine del processo, pronto a riprendere il Jihad. In Siria è andato a combatte- Uccisa la blogger anti Isis E rapiti almeno 70 cristiani Le donne nemiche, simboli da colpire. Per i tagliagole islamici la libertà, a maggior ragione di una donna, vale una condanna a morte. L’attivista libica Intissar al-Hasaari è stata trovata morta con la zia all’interno della sua auto a Tripoli, uccisa a colpi d’arma da fuoco. Al-Hasaari aveva fondato l’Enlightenment Group per contestare l’Isis. Ha pagato caro il coraggio, come in Siria i cristiani: nella zona di Al Hasakah ne sono stati rapiti almeno 70: decine di fedeli prelevati dalle loro case, mentre un 17enne è stato ucciso Mehdi Kammoun condannato pericomplottidiAlQaidainEuropa e poi espulso in Tunisia. Un’amnistia lo libera dal carcere Raphael il predicatore RaphaelGendroneradetenuto nel carcere di Macomer in Sardegna, viene liberato nel 2012. L'anno dopo morirà in Siria Sami l’indesiderato Sami Ben Khemais Essid, in carcere in Italia e poi espulso nel2008 verso laTunisia. Liberato dalla Primavera araba Perché non credere all’islam moderato Scudi umani musulmani? Sì, ma per i cristiani in Siria dalla prima pagina Dall’Italia all’Isis Mehdi il fortunato Damasco.IlgiovanemarocchinodiBresciaerastatoarrestato il 12 giugno 2013 per addestramento finalizzato al terrorismointernazionale,mailtribunale del riesame lo rimise in libertà. Poco dopo sparì verso la Siria. il commento IN LIBIA E IN SIRIA TUTTI FUORI Hanno approfittato della Primavera araba E di qualche nostro pm FezzaniMoez,unaltrotunisino, nome di battaglia Abu Nassim venne catturato in Pakistan e trasferito a Guantanamo. Washingtonl’ha rimandato in Italia, da dove era partito perlaguerrasanta,nel2009.Secondo il magistrato italiano, GuidoSalvini,organizzaval’arrivo nell’Afghanistan talebano «dei mujaheddin provenienti dall’Italia» per poi addestrarli «all'uso delle armi e alla preparazione di azioni suicide». Nonostante inchieste e processi, Abu Nassim, non è mai stato condannatoin maniera definitivaeallafinel’abbiamolasciato andare. L’antiterrorismo lo considera uno dei comandanti re con i ribelli islamici anche Mounir Ben Abdelaziz Ouechtati,che nel 2007 eraricercatodallaprocuradiPerugia.Ilcasopiùeclatanteèquello dell’ex rapper Anas Al Abboubi, che si è arruolato nelle frange più estremiste della rivolta contro Adel Ben Mabrouk è un veteranodell’Afghanistan,soprannominatoilbarbiereperillavoro che faceva in Italia prima di aderire alla guerra santa. Gli americani lo hanno sbattuto a Guantanamo riconsegnandocelo nel 2009. Nel nostro paese compariva in diverse indagini legate al terrorismo. Una volta scarcerato è partito per la Siria, dovesarebbemortoincombattimento. Mabrouk ha condiviso la detenzione nel carcere di Macomer,inSardegna,conilconvertito francese Raphael Gendron ealtriislamici.Nel2009ilgruppetto esultava per l’attentato suicidaaKabulchecostòlavita a sei soldati italiani. Gendron, dopo4annidicarcereinItaliaè stato rilasciato dirigendosi subito in Siria. L’11 aprile 2013 una cannonata lo ha ucciso. (...) come capo, per carisma e forzadi pensiero,l’80per cento delle moschee italiane, quelle gestite dai Fratelli musulmani,appunto. La congrega messa fuori legge in Egitto da Al Sisi e nerbo di Hamas. La Repubblica pubblica l’intervista con grande rilievo in prima pagina. L’intento è chiaro. Significa sostenere l’idea che non esiste in Italia acqua musulmana dove i pesci del terrorismo o del jihad possano nuotare. Vero, falso?La storiadel jihadismoautoctono ci dice il contrario. Piccardo sostiene: «L’islam europeo è dialogante». Con qualche antipatica eccezione, vero? Un simile errore di valutazione a suo tempo ci ha regalato le Brigate rosse, che sono spuntate come funghi in un bosco di cultura infame. Ora si ripete la stessa incapacità di vedere i fatti. Abbiamo lasciato fiorire questo giardino del nostro orrore per anni. La moschea di viale Jenner a Milano è stata, secondo il dipartimento del Tesoro statunitense, «la principale base di Al-Qaida in Europa», attiva in senso jihadista sin dalla fondazione nel 1988. 1) Partì da Milano il primo attentato suicida di matrice jihadista in Europa: un'autobomba guidata da un egiziano residente aMilano controuna caserma della polizia croata a Fiume-Rijeka nel 1995. Nel «Centro Studi» di viale Jenner si rinvennero centinaia di documenti falsi, per spedire nel mondo terroristi reclutati qui. Centinaia! Senza nemmenobisogno del richiamo degli eroi. 2) Partirono da Milano almeno quattro tra i maggiori protagonisti degli attentati suicidi in Irak. Un esempio fratutti: Fahdal Nassim che, nell'agosto del 2003 causò 22 vittime a Bagdad, nella sede dell'Onu, tra le quali Sergio Vieira De Mello, era un algerino partito da viale Jenner. Islam dialogante? Scudi umani? Ma dai. È una campagna disastrosa La storia del jihadismo nostrano rivela troppe ambiguità. Come è stato per le Br IL LEADER MUSULMANO Hamza Roberto Piccardo e pericolosa quella di dar credito a intellettuali come Piccardo, i quali sono propugnatorineanche tantooccultidella sharia, la legge del Corano da trasformare in codice penale e civile sempre e ovunque,masenza –per ilmomento! – uso di maniere forti. Ma quale scudo innocente e inerme. No, grazie. Scudi volpini davanti agli ovili di ebrei, cristiani e laici non è proprio il caso. Non è un problema personale. Conosco un sacco di musulmani buoni e di laici, cattolici ed ebrei cattivi.Non èquestione di diffidenza viscerale, ma di pura ragione. Le scelte intellettuali e morali di Hamza Roberto Piccardo sono oggi, e sottolineo oggi, contro la violenza, ma domani, oppure tra un momento, non si sa. Francamente non lo può sapere nessuno, neanche Hamza. La condanna che i «fratelli musulmani» fanno oggi delle stragi del Califfo è apparentemente netta, ma dopo due metri c’è nebbia. Si legga questa risposta data da Piccardo a Lerner. «L’espansione dell’islam nel mondo contemporaneo, tranneche in situazioniparticolari, non può contemplare l’uso delle armi per raggiungereil suo scopodi conversione». Quali sono «le situazioni particolari»incui l’islamè autorizzato a espandersi con le armi? Mi sarebbe piaciuta questa domanda. Non c’è. Piccardo non dice: mai, mai convertire con le armi. E mi sarebbe tanto piaciuto che il medesimo Piccardo dichiarasse «apostati» il Califfo e i suoi seguaci. Non lo fa. Dice che «l’espressione takfir, secondo la giurisprudenza islamica, attiene alla relazione intima fra il singolo credente e Allah. Non se ne può abusare». Non si abusa dell’islam bruciando viva la gente, ma scomunicando chi lo fa. Invece sono per lui blasfemi, che equivale ad apostati, i vignettisti di Charlie Hebdo di cui vorrebbe fare lo scudo umano. Scudatevi tra voi, cari Fratelli musulmani. Ora capisco meglioperché il mitodeigiornalisti e scrittori di sinistra, maanche mio, Ryszard Kapuscinski abbia scritto, dopo aver viaggiato per tutto il mondo islamico: «Fratelli musulmani, un'organizzazione clandestina di fondamentalisti e terroristi islamici». (In viaggio con Erodoto, pag. 109, Feltrinelli). Hamza è sincero. È sincero nel credere all’islam. Questo è il problema: l’islam sinceramente autorizza la «dissimulazione»,che è l’arte dimentire intesa come virtù religiosa. la cosa tremenda dei rapporti con l’islam. Piccardo la conosce a perfezione: ha tradottoin italianoil Coranonell’unica versione circolante nelle moschee, e commenta così il versetto della XVI, 106 del Corano: è «un’autorizzazionealla tukya (la dissimulazione)data dalla leggeislamica». Scudo umano? Se vuole, caroPiccardo,andiamo insieme in Siria a fare gli scudi umani degli ostaggi cristiani. Mi cerchi. Lei può andarci tranquillo. Mica li scomunica, lei, i tagliagole. Renato Farina