Delibera G.R. 2 Agosto 2002 n. 1420
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Delibera G.R. 2 Agosto 2002 n. 1420
Delib. G.R. 2 agosto 2002, n. 1420 (1). Elenco dei corpi idrici superficiali significativi e revisione della rete di monitoraggio delle acque superficiali del D.Lgs. n. 152/1999. -----------------------(1) Pubblicata nel B.U. Emilia-Romagna 18 settembre 2002, n. 131. La Giunta regionale Emilia-Romagna Premesso che il D.Lgs. n. 152/1999 «Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recempimento della direttiva n. 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva n. 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole» aggiornato ed integrato dal D.Lgs. n. 258/2000: - all'allegato 1, punto 1 attribuisce alle Autorità competenti l'individuazione dei corpi idrici significativi; - all'allegato 1, punto 1.1.1, definisce significativi, tra i corpi idrici superficiali «... i seguenti corsi d'acqua: - tutti i corsi d'acqua naturali di primo ordine (cioè quelli che capitanti direttamente in mare) il cui bacino imbrifero abbia una superficie maggiore di 200 kmq; - tutti i corsi d'acqua naturali di secondo ordine o superiore il cui bacino imbrifero abbia una superficie maggiore a 400 kmq; - le acque marine costiere comprese entro la distanza di 3.000 metri dalla costa e comunque entro la batimetrica dei 50 metri, - le acque delle lagune, dei laghi salmastri e degli stagni costieri; - i canali artificiali aventi portata di esercizio di almeno 3 mc. al secondo; - i laghi artificiali aventi superficie dello specchio liquido pari almeno a 1 kmq. o un volume di invaso pari almeno a 5 milioni di mc., nel periodo di massimo invaso ...»; - all'art. 4 «Disposizioni generali», comma uno, al fine della tutela e del risanamento delle acque superficiali e sotterranee, individua gli obiettivi minimi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi; - allo stesso articolo 4, commi due e quattro, indica che «l'obiettivo di qualità ambientale è definito in funzione della capacità dei corpi idrici di mantenere i processi naturali di autodepurazione e di supportare comunità animali e vegetali ben diversificate» e che devono essere adottate, entro il 31 dicembre 2016, mediante il piano di tutela delle acque di cui all'articolo 44, misure atte a conseguire obiettivi di qualità ambientale, corrispondenti allo stato di «buono»; - all'art. 5. «Individuazione e perseguimento dell'obiettivo di qualità ambientale», prevede la sequenza temporale dei vari adempimenti da attuarsi, riguardanti le azioni di tutela delle acque. In particolare al comma uno, il decreto indica che: «entro il 30 aprile 2003, sulla base dei dati già acquisiti e dei risultati del primo rilevamento effettuato ai sensi degli articoli 42 e 43, le Regioni identificano per ciascun corpo idrico significativo, o parte di esso, la classe di qualità corrispondente ad una di quelle indicate nell'allegato 1»; - all'art. 5, comma due, precisa che: «in relazione alla classificazione di cui al comma uno, le Regioni stabiliscono e adottano le misure necessarie al raggiungimento o al mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale di cui all'art. 4, comma quattro, lettere a) e b) tenendo conto del carico massimo ammissibile ove fissato sulla base delle indicazioni dell'Autorità di bacino di rilievo nazionale e interregionale per i corpi idrici sovraregionali, assicurando in ogni caso per tutti i corpi idrici l'adozione di misure atte ad impedire un ulteriore degrado»; - all'art. 44 «Piani di tutela delle acque» al comma uno, indica che: «il piano di tutela delle acque costituisce un piano stralcio di settore del piano di bacino ai sensi dell'art. 17, comma 6-ter della legge 18 maggio 1989, n. 183»; - all'art. 44, al comma due prevede che «entro il 31 dicembre 2001 le Autorità di bacino di rilievo nazionale ed interregionale, sentite le Province e le Autorità d'ambito, definiscono gli obiettivi su scala di bacino, cui devono attenersi i piani di tutela delle acque, nonché le priorità degli interventi. Entro il 31 dicembre 2003, le Regioni, sentite le Province, previa adozione delle eventuali misure di salvaguardia, adottano il piano di tutela delle acque e lo trasmettono alle competenti Autorità del bacino»; - all'art. 44, al comma tre, indica che «il piano di tutela contiene, oltre agli interventi volti a garantire il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di cui al presente decreto, le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico»; considerato che: - la L.R.. 21 aprile 1999, n. 3 «Riforma del sistema regionale e locale», nella sezione terza «Inquinamento delle acque» all'art. 110 «Funzioni della Regione», prevede che la Regione svolga la funzione di coordinamento delle attività di rilevamento delle caratteristiche qualitative e quantitative dei corpi idrici; - la stessa legge regionale all'art. 111 «Funzioni delle Province» indica che sono di competenza delle Province, tra l'altro, le funzioni riguardanti il rilevamento per il tramite dell'Agenzia regionale per la prevenzione e l'ambiente, delle caratteristiche qualitative e quantitative dei corpi idrici, indicando quindi a livello organizzativo le procedure per riorganizzare il monitoraggio delle acque; considerato inoltre che: - al fine di armonizzare le competenze, tra il D.Lgs. n. 152/1999 e la L.R. n. 3/1999, relativamente al piano di tutela, è stato individuato un percorso, sottoposto e condiviso dalle Amministrazioni provinciali, che fissa l'impostazione metodologica e individua le varie scadenze intermedie, tenendo conto anche della L.R. n. 20/2000 «Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio che indica le procedure di approvazione del piano di tutela»; - per lo svolgimento di tale percorso sono stati attivati quattro gruppi di lavoro corrispondenti ai territori delle quattro Autorità di bacino, costituiti da funzionari delle Province di pertinenza, funzionari delle Autorità di bacino, coordinati dal Servizio Tutela e Risanamento risorsa acqua della Regione Emilia-Romagna, e con supporto di ARPA; - a livello di scadenze viene individuata la data del 30 aprile 2003 quale termine per la classificazione dei corpi idrici significativi, l'individuazione degli obiettivi di qualità e la redazione del documento regionale preliminare, ai sensi del D.Lgs. n. 152/1999 e della L.R. n. 20/2000; - con Delib.G.R. 18 gennaio 2000 n. 27 «Gestione della rete di monitoraggio delle acque superficiali. Prima ottimizzazione» è stato avviato il processo di adeguamento della rete regionale di monitoraggio, delle acque superficiali, già esistenti alle indicazioni contenute nel D.Lgs. n. 152/1999; - è necessario aggiornare e integrare la rete sopraddetta, per giungere alla caratterizzazione e successiva classificazione dei corpi idrici superficiali «significativi» sulla base dello stesso decreto; dato atto che: - l'ARPA sulla base dello studio affidato allo scopo dalla Regione, «D.Lgs. n. 152/1999. Artt. 42 e 43: Piano regionale di tutela delle acque. Attività di rilevamento delle caratteristiche dei bacini idrografici, dell'analisi dell'impatto esercitato dall'attività antropica e rilevamento dello stato di qualità dei corpi idrici», ha formulato una proposta per l'individuazione dei corpi idrici superficiali significativi; - la sopraddetta proposta è stata sottoposta a confronti e discussione nell'ambito dei quattro gruppi di lavoro all'uopo costituiti, a cui hanno partecipato le Amministrazioni provinciali, nonché le varie Sezioni provinciali di ARPA, e le quattro Autorità di bacino; - tale confronto ha portato alla formulazione del seguente allegato A, parte integrante del presente atto, che contiene l'individuazione dei corpi idrici superficiali significativi del territorio regionale, corrispondenti ai requisiti contenuti nell'allegato 1 al D.Lgs. n. 152/1999; - tale confronti ha altresì portato alla revisione della rete di monitoraggio delle acque superficiali ai sensi del D.Lgs. n. 152/1999, sue modifiche e integrazioni contenuta nell'allegato B, parte integrante del presente atto, ed alla necessità di considerare abrogato il contenuto della Delib.G.R. del 18 gennaio 2000, n. 27 denominata «Gestione della rete regionale di monitoraggio delle acque superficiali. Prima ottimizzazione»; visti: - la L.R. n. 44/1995; - il D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152; - il D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 258; - la L.R. 21 aprile 1999, n. 3; - la L.R. 24 marzo 2000, n. 20; - la Delib.G.R. 18 gennaio 2000, n. 27; dato atto: - del parere favorevole espresso dal responsabile del servizio Tutela e Risanamento risorsa acqua, dott. Giuseppe Bortone, in merito alla regolarità tecnica della presente deliberazione ai sensi dell'art. 37, comma 4 della L.R. n. 43/2001 e della Delib.G.R. 10 dicembre 2001, n. 2774; - del parere favorevole espresso dal Direttore generale Ambiente e Difesa del suolo e della costa, dott.ssa Leopolda Boschetti, in merito alla legittimità della presente deliberazione ai sensi dell'art. 40, comma 1, lettera a) della L.R. n. 43/2001 e della Delib.G.R. n. 2774/2001; su proposta dell'Assessore all'Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile, a voti unanimi e palesi, delibera: ------------------------ 1) di approvare l'«Elenco dei corpi idrici superficiali significativi» del territorio regionale, corrispondenti ai requisiti previsti nell'allegato 1 al D.Lgs. n. 152/1999, contenuto nell'allegato A, parte integrante al presente atto; 2) di approvare la «Revisione della rete di monitoraggio delle acque superficiali» ai sensi del D.Lgs. n. 152/1999, sue modifiche e integrazioni» contenuta nell'allegato B, parte integrante del presente atto; 3) di pubblicare il presente atto nel Bollettino Ufficiale regionale. ------------------------ Allegato A Elenco dei corpi idrici superficiali significativi In riferimento a quanto contenuto nell'allegato 1 «Monitoraggio e classificazione delle acque in funzione degli obiettivi di qualità ambientale» al D.Lgs. n. 152/1999, sue modifiche e integrazioni, con questo documento si individuano i corpi idrici superficiali significativi, appartenenti al territorio regionale, mediante l'applicazione dei criteri espressi dal Decreto stesso. Corsi d'acqua naturali Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Po Fiume Po Fiume Trebbia Torrente Nure Fiume Taro Torrente Ceno Torrente Parma Torrente Enza Torrente Crostolo Fiume Secchia Fiume Panaro Po di Volano Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Reno Fiume Reno Torrente Idice Fiume Santerno Territorio dell'Autorità dei bacini regionali romagnoli Fiume Lamone Fiume Uniti Fiume Montone Fiume Ronco Torrente Bevano Fiume Savio Fiume Rubicone Territorio dell'Autorità di bacino interregionale Marecchia e Conca Fiume Marecchia Acque di transazione Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Po Sacca di Goro (Fe) Valle Nuova (Valle Bertuzzi - Fe) Valle Cantone (Valle Bertuzzi - Fe) Lago delle Nazioni (Fe) Comprensorio delle Valli di Comacchio (Fe) Territorio dell'Autorità dei bacini regionali romagnoli Pialassa Baiona (Ra) Pialassa Piombone (Ra) Ortazzo - Ortazzino (Ra) Corpi idrici artificiali Laghi Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Po Diga del Molato Diga di Mignano Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Reno Bacino di Brasimone Bacino di Suviana Territorio dell'Autorità dei bacini regionali romagnoli Invaso di Ridracoli Canali Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Po Cavo Parmigiana Moglia Canale Navigabile Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Reno Canale di Reno-Navile Canale Riolo-Botte Destra Reno Acque marine costiere Sono significative le acque marine di tutta la fascia costiera, dalla foce del Po di Goro fino a Cattolica per una fascia di 3 Km di profondità. ------------------------ Allegato B Revisione della rete di monitoraggio delle acque superficiali ai sensi del D.Lgs. n. 152/1999 e sue modifiche e integrazioni. Premessa Il decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152, come corretto ed integrato dal D.Lgs. n. 258/2000, definisce la disciplina generale per la tutela delle acque, perseguendo gli obiettivi di prevenire e ridurre l'inquinamento, risanare e migliorare lo stato delle acque proteggere le acque destinate ad usi particolari, garantire gli usi sostenibili delle risorse a mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, necessari a sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. Per i corpi idrici significativi si deve raggiungere lo stato «sufficiente» entro il 2008 e quello di «buono» entro il 2016, mentre i piani di tutela, necessari per il raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi fissati dal decreto e che si configurano come piani stralcio di settore relativamente al piano generale di bacino, devono essere elaborati e adottati dalle Regioni e Province autonome entro il 31 dicembre 2003. La definizione del piano di tutela richiede la preventiva elaborazione e realizzazione di programmi mirati alla conoscenza dello stato qualitativo e quantitativo dei corpi idrici e all'acquisizione delle necessarie informazioni sulle caratteristiche fisiche, naturali e socio-economiche dei bacini per valutare le pressioni e gli impatti da essi subiti. In questa ottica la regione Emilia-Romagna con Delib.G.R. 18 gennaio 2000, n. 27 «Gestione della rete regionale di monitoraggio delle acque superficiali. Prima ottimizzazione» ha provveduto a fornire indicazioni in ordine alla sistemazione delle attività di monitoraggio della qualità ambientale: individuazione, nei corpi idrici ritenuti significativi, di stazioni di tipo A (livello nazionale) e stazioni di tipo B (livello regionale), frequenza dei campionamenti, profili analitici, assicurazione di qualità del lato, modalità di trasferimento e presentazione dei dati, in sintonia con le procedure contenute nell'allegato 1 del D.Lgs. n. 152/1999. ARPA Emilia-Romagna, a partire dal 2000, ha incominciato ad aggiornare i protocolli analitici al fine di poter applicare i processi di classificazione previsti dal D.Lgs. n. 152/1999 per tutti i corpi idrici indagati, per poter evidenziare le zone di criticità dal punto di vista della qualità delle acque, classificare i corpi idrici in funzione degli obiettivi di qualità ambientale, verificare sul lungo periodo le politiche di gestione della risorsa e l'efficacia degli interventi effettuati in termini di riduzione dei carichi inquinanti, indicare le zone a maggior impatto antropico, identificare i rapporti tra acque sotterranee e superficiali, acquisire ulteriori informazioni per il monitoraggio del bilancio idrico, evidenziare la presenza di situazioni anomale di contaminazione. La revisione dell'attuale rete regionale di I° grado è stata affrontata alla luce delle criticità emerse durante l'attività di monitoraggio e di elaborazione dei dati raccolti al fine di verificare la rispondenza della rete alle indicazioni del D.Lgs. n. 152/1999 e per perseguire una maggiore efficienza della stessa in termini di significatività delle informazioni prodotte. Sulla base dei contenuti riferiti all'allegato 1 del decreto legislativo riguardanti il monitoraggio e la classificazione dei corpi idrici del territorio regionale, è stato infatti necessario verificare l'impostazione della rete di monitoraggio delle acque superficiali esistente, alla luce del successivo D.Lgs. n. 258/2000 che di fatto integra e completa ulteriormente la sezione relativa agli Allegati. La delibera regionale deve essere riveduta, relativamente alla identificazione di talune stazioni, e integrata mediante l'inserimento delle stazioni riguardanti i corpi idrici artificiali significativi come invasi e canali, le acque di transizione presenti sul territorio e le acque marine. È stato necessario inoltre verificare e riorganizzare l'insieme dei parametri analitici, anche alla luce della necessità di adeguamento alla direttiva europea 2000/60 (Water Framework Directive) che istituisce il quadro di riferimento per la politica comunitaria in materia di acque e alla direttiva sulle sostanze pericolose (76/464/CEE e successivi aggiornamenti ed integrazioni). Nuova codifica delle stazioni Nell'ottica di riorganizzare le diversi reti sia per lo stato ambientale, che quelle a specifica destinazione (vita dei pesci, uso potabile) presenti sul territorio regionale, si è proceduto ad una nuova codifica delle stazioni di tutte le reti. Procedendo da monte a valle per bacino di appartenenza, le stazioni sono state classificate con un numero progressivo a partire da 100 e continuando a numerare di 100 in 100 (200, 300, 400, ..., 1000, 1100, ..) in modo da poter eventualmente inserire, se necessario, ulteriori stazioni senza dovere cambiare la codifica. Quando un punto di controllo viene monitorato per i diversi usi (potabile, stato ambientale, vita acquatica) mantiene lo stesso codice identificativo. Ogni punto di prelievo viene individuato da un codice di otto cifre: ♦ le prime quattro cifre indicano il bacino di appartenenza, ♦ le ultime quattro cifre rappresentano il progressivo numerico della stazione. Nello studio «Decreto legislativo n. 152/1999 Artt. 42 e 43. Piano regionale di tutela delle acque ...» prodotto da ARPA per conto della Regione Emilia-Romagna, sono stati riconosciuti 47 bacini «principali» affluenti direttamente in Po o in Adriatico (vedi Tabella n. 1), ad essi è stato associato un codice composto da quattro cifre numeriche, relative all'asta principale, che individuano rispettivamente: § le prime due cifre, gli affluenti di primo ordine in Adriatico (es. 01 Po, 02 Canal Bianco, ecc.); § le seconde due, gli affluenti di secondo ordine, cioè le immissioni emiliane nel fiume Po (es. Bardonezza, Lora - Carogna, ecc.). Per i corsi d'acqua che sfociano direttamente in Adriatico, le stesse sono poste uguale a zero. Le stazioni della rete delle acque di transizione sono anch'esse individuate da un codice ad otto cifre così strutturato: § le prime quattro cifre indicano l'area di appartenenza, di cui i primi 2 numeri identificano la rete (99) ed i secondi 2 l'area numerata progressivamente da nord a sud (10, 20, ... 80); § le ultime quattro cifre rappresentano il progressivo numerico della stazione individuato con la stessa metodologia utilizzata per le altre reti (100, 200, ...). Le stazioni in mare sono individuate da un codice formato dal numero del transetto e da un codice che individua la distanza della stazione dalla costa, indicando con 0 le stazioni poste a 500 metri dalla costa, con 1 quelle poste ad un chilometro e con 3 quelle che distano tre chilometri dalla riva. ------------------------ 1. Reti di controllo dei corsi d'acqua superficiali e dei corpi idrici artificiali. I criteri utilizzati per formulare la nuova rete ambientale sono quelli definiti dal comma 1.1 dell'allegato 1 del D.Lgs. n. 152/1999 ed in particolare sono stati considerati i corsi d'acqua: § naturali, di primo ordine, caratterizzati da un bacino imbrifero di superficie maggiore di 200 km2; § naturali, di secondo ordine o superiore, caratterizzati da un bacino imbrifero di superficie maggiore di 400 km2; § artificiali, affluenti di corsi d'acqua naturali, caratterizzati da una portata di esercizio superiore a 3 m3/s; § laghi artificiali aventi una superficie dello specchio liquido pari almeno ad 1 kmq o un volume di invaso pari almeno a 5 milioni di mc nel periodo di massimo invaso. Tali criteri hanno condotto all'individuazione di 184 stazioni appartenenti a corpi idrici superficiali naturali e artificiali e di cui 5 riferiti a laghi/invasi artificiali. Le stazioni della rete regionale rivisitata passano quindi da un numero di 169 a 184, con un aumento di circa l'8%, di cui 77 di tipo A rispetto le precedenti 51 fornendo una migliore distribuzione territoriale. Nella tabella 2 sono riportate, per ciascuna provincia, il numero di stazioni di tipo A e B, con il totale che comprende sia quelle riqualificate da B ad A, sia quelle poste sugli invasi artificiali. In tabella 3 si riporta l'elenco delle 184 stazioni appartenenti alla nuova proposta della rete ambientale suddiviso per: § tipologia (A o B); § codice stazione; § corpo idrico interessato (naturale, artificiale, laghi/invasi); § denominazione della stazione; § provincia. La ripartizione per provincia tiene conto degli accordi in essere circa le competenze all'effettuazione dei prelievi e supera i confini territoriali provinciali. Le stazioni indicate con A sono ubicate su: ♦ i corpi idrici significativi, secondo il criterio di superficie imbrifera dei bacini o superficie per i laghi o portata di esercizio per i canali; ♦ alcuni corpi che per valori naturalistici e/o paesaggistici o per particolari utilizzazioni in atto, hanno rilevante interesse ambientale (All. 1, punto 1, comma a); ♦ quei corpi idrici che per carico inquinante convogliato possono avere un'influenza negativa rilevante sul corpo idrico significativo, sia esso quale recettore finale, un fiume oppure direttamente il mare (All. 1, punto 1, comma b); Con la sigla AS sono indicate le stazioni, tra quelle di tipo A, localizzate sui corpi idrici significativi, mentre con AI le restanti stazioni ritenute di interesse. Sono di tipo B quelle stazioni che sono ritenute utili per completare il quadro delle conoscenze in relazione agli obiettivi regionali di tutela e controllo. Tali stazioni possono sussistere anche sui corpi idrici significativi, a titolo di completamento delle conoscenze del corpo idrico e per una loro migliore caratterizzazione. 1.1. Determinazione dei parametri Per ciascuna stazione sui corsi d'acqua superficiali naturali, con frequenza di campionamento mensile, saranno determinati i parametri di base dell'allegato 1 del D.Lgs. n. 152/1999 a cui si aggiungono: Temperatura dell'aria, Azoto nitroso, Salmonelle, Streptococchi fecali e quei parametri tra quelli addizionali (Tabella 1 allegato 1 D.Lgs. n. 152/1999), che le singole Province in collaborazione con ARPA, ritengono necessari e rappresentativi della realtà locale e delle criticità presenti nel loro territorio. Nel caso in cui il numero dei campioni raccolti, a causa della presenza di piene o magre del corpo idrico monitorato, non venga raggiunto come da prescrizione, si procederà o recuperando le analisi dell'anno precedente oppure aumentando la frequenza del campionamento. L'elenco dei parametri da misurare è riportato in tabella 4. Tab. 4 Elenco dei parametri qualitativi PARAMETRI DI BASE PARAMETRO U.D.M. Portata m3/s pH Solidi sospesi mg/L Temperatura acqua °C Temperatura aria °C Conducibilità a 20 µS/cm PARAMETRI ADDIZIONALI PARAMETRO Cadmio Cromo Totale Mercurio Nichel Piombo Rame U.D.M. Cd µg/L Cr µg/L Hg µg/L Ni µg/L Pb µg/L Cu µg/L °C** Durezza Azoto totale** Azoto ammoniacale* Azoto nitrico* Ossigeno disciolto** BOD5** COD** Ortofosfato* Fosforo totale** Cloruri* Solfati* Escherichia coli Azoto nitroso Enterococchi Salmonelle/Gruppo mg/L di CaC03 N mg/L N mg/L N mg/L mg/L O2 mg/L O2 mg/L P mg/L P mg/L Cl mg/L SO4 mg/L UFC/100 mL N mg/L UFC/100 mL /1000 mL * determinazione nella fase disciolta Zinco Zn µg/L Aldrin µg/L Dieldrin µg/L Endrin µg/L Isodrin µg/L DDT µg/L Esaclorobenzene µg/L Esaclorocicloesano µg/L Esaclorobutadiene µg/L 1,2 dicloroetano µg/L Tricloroetilene µg/L Triclorobenzene µg/L Cloroformio µg/L Tetracloruro di carbonio µg/L Percloroetilene µg/L Pentaclorofenolo µg/L ** determinazione sul campione tal quale La determinazione aggiuntiva delle «sostanze prioritarie» previste alla Decisione n. 2455/2001/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 novembre 2001 (Tab. 4.1) e di quelle facenti parte dell'elenco I (pubblicato nella G.U. delle Comunità Europee C 176 del 14 luglio 1982) dalla direttiva 76/464/CEE (Tab. 4.2) verrà effettuata nelle stazioni di tipo A dove le singole Province in collaborazione con le sezioni ARPA la ritengano necessaria in base alla conoscenza della realtà locale e delle criticità presenti nel loro territorio. Sulla rete sarà eseguito il monitoraggio biologico dei corsi d'acqua con metodo I.B.E., con prelievo eseguito stagionalmente, cioè quattro volte l'anno per tutte le stazioni di tipo A e due volte l'anno in corrispondenza dei regimi idrogeologici di morbida e di magra nelle stazioni di tipo B. Per quanto attiene i corpi idrici artificiali si applicano gli stessi elementi di qualità e gli stessi criteri di misura applicati ai corpi idrici superficiali naturali che più si accostano al corpo idrico artificiale in questione. Per le stazioni sui laghi o serbatoi artificiali le determinazioni da effettuarsi sulla colonna d'acqua saranno quelle previste semestralmente per i parametri base della tabella 10 allegato 1 D.Lgs. n. 152/1999, mentre per i corsi d'acqua artificiali le determinazioni saranno mensili e riguarderanno la tabella 4 allegato 1 D.Lgs. n. 152/1999. Anche per tutte le stazioni di tipo A sui corpi artificiali si procederà ad esaminare i parametri addizionali riportati nella tabella 1 allegato 1 D.Lgs. n. 152/1999 e le «sostanze prioritarie» previste alle Tab. 4.1 e 4.2 dove le singole Province in collaborazione con le sezioni ARPA lo ritengano necessario, in base alla criticità conseguenti agli usi del territorio. Il monitoraggio biologico non è richiesto nelle stazioni poste sui corpi idrici artificiali e nelle stazioni che presentano elevate concentrazioni di cloruri nella matrice acquosa, a patto che le Province non ritengano che l'IBE possa fornire informazioni sulle caratteristiche qualitative delle acque monitorate rispetto ai dati chimico-fisici e batteriologici. ------------------------ 2. Rete di monitoraggio delle acque di transazione. Fino ad ora l'attività di monitoraggio delle acque di transizione si è svolta in maniera episodica, poiché per lo più era legata ad obblighi di legge in relazione alle attività di acquacoltura in atto in alcune aree oppure a studi di interesse locale. La rete di monitoraggio che viene proposta rispetta le caratteristiche previste dal D.Lgs. n. 152/1999 e l'obiettivo della rete di monitoraggio è la classificazione delle acque lagunari e degli stagni costieri. I criteri che hanno guidato la scelta dei punti sono i seguenti: § Significatività. I siti individuati sono caratterizzati da significative presenze delle biocenosi tipiche delle acque di transizione di quell'area. § Rappresentatività. Il punto di rilevamento costituisce una situazione «media» che rispecchia le caratteristiche delle acque nel suo intorno. § Dominio geografico. La stazione è influenzata dalla circolazione idraulica e dall'attività biologica di un ampio spazio circostante, al fine di consentire le valutazioni indispensabili per la classificazione. La rete di rilevamento proposta attiene le seguenti aree: § Sacca di Goro § Valle Cantone § Valle Nuova § Lago delle Nazioni § Valli di Comacchio § Pialassa Baiona § Pialassa Piombone § Ortazzo e Ortazzino In tabella 5 è riportato l'elenco dei 19 punti di campionamento con: - codice della stazione per ciascuna provincia; - nome del corpo idrico interessato (aree lagunari, zone salmastre); - denominazione della stazione. Tabella n. 5 Elenco delle stazioni della rete di controllo delle acque di transizione Provincia di Ferrara CODICE STAZIONE 99100100 99100200 99100300 99100400 99200100 99300100 99400100 99500100 99500200 99500300 99500400 99500500 NOME DEL IDRICO Sacca di Goro Sacca di Goro Sacca di Goro Sacca di Goro Valle Cantone Valle Nuova Lago delle Nazioni Valli di Comacchio Valli di Comacchio Valli di Comacchio Valli di Comacchio Valli di Comacchio CORPO DENOMINAZIONE DELLA STAZIONE Foce Volano Mitili Porto di Gorino Mezzanino Valle Cantone Valle Nuova Lago delle Nazioni Valle Fossa di Porto - Casone Punta Casoni Serilla - Donna Bona Sifone Est Dosso Pugnalino Valle Campo NOME DEL IDRICO Pialassa Baiona Pialassa Baiona Pialassa Baiona Pialassa Baiona Pialassa Baiona Pialassa Piombone Ortazzo-Ortazzino CORPO DENOMINAZIONE STAZIONE Risega Incrocio Fossatone - Baiona Chiaro Magni Pola Longa Vena del Largo Via del Marchesato Ortazzo Provincia di Ravenna CODICE STAZIONE 99600100 99600200 99600300 99600400 99600500 99700100 99800100 DELLA Il campionamento della matrice acquosa sarà effettuato in superficie e per profondità superiori ad 1,5 metri la determinazione di temperatura, salinità ed ossigeno disciolto sarà condotta anche sul profilo verticale. 2.1. Parametri e frequenze di rilevamento Il monitoraggio delle acque di transizione di propone si rilevare per le matrici acqua e sedimenti gli stessi parametri indicati relativamente alle acque marine costiere (tabelle 13 e 15 dell'allegato 1 al D.Lgs. n. 152/1999), in attesa della definizione, a livello nazionale dei descrittori dello stato ecologico. Per quanto riguarda il biota, dovranno essere eseguite, sui bivalvi (Mytilus galloprovincialis), misure di accumulo di metalli e di inquinanti organici (tabella 14 dell'allegato 1 al D.Lgs. n. 152/1999.) In particolare si chiede sul biota e sui sedimenti la determinazione degli Idrocarburi Policlinici Aromatici (IPA) e dei Composti Organoclorurati indicati nelle note alla tabella 14 dell'allegato 1 al D.Lgs. n. 152/1999 e per quanto attiene i metalli pesanti accumulabili di ricercare quelli indicati nella tabella n. 5 del medesimo allegato. Per quanto attiene la determinazione aggiuntiva dei parametri inquinanti prioritari di cui alla Decisione n. 2455/2001/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 novembre 2001 (vedi tabella 4.1), verrà effettuata nelle stazioni dove le singole amministrazioni provinciali in collaborazione con le sezioni ARPA lo ritengano necessario in base alla conoscenza della realtà locale e delle criticità presenti nel loro territorio. La frequenza di campionamento, per la matrice acqua, sarà mensile. Nelle zone soggette a situazioni distrofiche (crisi anossiche, fioriture algali abnormi, elevate biomasse di macroalghe) la frequenza sarà quindicinale nel periodo giugno-settembre. Per il biota la frequenza di campionamento sarà almeno semestrale. Per i sedimenti è prevista una frequenza di campionamento annuale. Il campionamento dovrà essere effettuato sempre nello stesso periodo dell'anno e corrispondere al periodo di minor influenza degli eventi meteorologici (si consiglia il periodo estivo). ------------------------ 3. Monitoraggio delle acque costiere. La costa emiliano romagnola è caratterizzata da un fondale di tipo «Basso», un fondale cioè che presenta ad una distanza di 200 metri della costa, una batimetria inferiore a 5 metri. Per questa tipologia di fondale il D.Lgs. n. 152/1999 prevede l'individuazione di tre stazioni lungo ogni transetto ortogonale alla costa collocate e rispettivamente a 0,5, 1,3 Km dalla riva; il criterio adottato per la collocazione dei transetti, ortogonali alla costa, tiene conto dei diversi bacini drenanti e della distribuzione nord-sud delle variabili idrologiche. La rete di monitoraggio è costituita da 9 transetti con tre stazioni per direttrici per un totale di 27 stazioni di misura e campionamento. Tabella delle stazioni Località Lido di Volano Lido di Volano Lido di Volano Porto Garibaldi Porto Garibaldi Porto Garibaldi Casalborsetti Codice stazione 2 102 302 4 104 304 6 Profondità metri 3,1 6,2 6,1 3,8 6,1 9,2 5,1 Distanza costa Km 0,5 1 3 0,5 1 3 0,5 Casalborsetti Casalborsetti Ravenna Ravenna Ravenna Lido Adriano Lido Adriano Lido Adriano Foce Savio Foce Savio Foce Savio Cesenatico Cesenatico Cesenatico Rimini Rimini Rimini Cattolica Cattolica Cattolica 106 306 8 108 308 9 109 309 11 111 311 14 114 314 17 117 317 19 119 319 6,4 10,2 4 7,2 9,2 5,1 7,9 9,5 4,0 6,8 8,9 4,2 6,8 8,8 4,3 7,5 10,1 4,1 6,9 11,5 1 3 0,5 1 3 0,5 1 3 0,5 1 3 0,5 1 3 0,5 1 3 0,5 1 3 Per la matrice acquosa si prevede una frequenza stagionale per il periodo da ottobre a maggio mentre essendo l'area costiera interessata da fenomeni eutrofici la frequenza di campionamento è quindicinale nel periodo compreso tra giugno e settembre, per un totale di 11 campionamenti all'anno per ogni stazione. I parametri da rilevare sono quelli presenti nella tabella 13 dell'allegato 1 al D.Lgs. n. 152/1999. Per il biota, visto che le stazioni di campionamento devono essere fissate in modo tale da rappresentare l'intera «tipologia» costiera, sono state individuate le seguenti 4 stazioni di controllo in aree prossime a stazioni di controllo della matrice acquosa, nelle zone sedi di allevamento dei mitili codice B1 B2 B3 B4 località All. COPEGO Piatt. ENI ANGELA All. COPRALMO All. CATTOLICA Profondità metri 10,2 9,6 10,5 9,7 Distanza Km 4,1 2,1 4,2 3 I parametri da rilevare sono quelli presenti nella tabella 14 dell'allegato 1 al D.Lgs. n. 152/1999 e relativa nota a piè pagina, a cadenza semestrale. Per quanto attiene i metalli pesanti accumulabili sono da ricercare quelli indicati nella tabella n. 5 del medesimo allegato. Alla fine del primo rilevamento si definiranno le stazioni più rappresentative per la realizzazione di una cartografia biocenotica. Per il monitoraggio dei sedimenti sono state selezionate le stazioni collocate a 3 Km dalla riva ove la frazione pelitica inizia ad essere presente in quantità significativa e dove le profondità sono medio alte e di conseguenza il sedimento risulta più stabile. Codice 302 304 306 308 309 311 314 317 319 Località Lido di Volano Porto Garibaldi Casalborsetti Marina di Ravenna Lido Adriano Foce Savio Cesenatico Rimini Cattolica Profondità metri 6,1 9,2 10,2 9,2 9,5 6,8 8,8 10,1 11,5 Distanza Km 3 3 3 3 3 3 3 3 3 I parametri da rilevare sono quelli presentati nella tabella 15 dell'allegato 1 al D.Lgs. n. 152/1999, a cadenza annuale. Il campionamento dovrà essere effettuato sempre nello stesso periodo dell'anno e corrispondere al periodo di minor influenza degli eventi meto-marini (periodo primaverile-estivo). Modalità di campionamento, di trasmissione dei dati. I prelievi dei campionamenti saranno effettuati da operatori Arpa, salvo diverso accordo stipulato con le Province e secondo le procedure già definite. Le analisi saranno svolte da Arpa che ha già sviluppato una serie di procedure di controllo sulle metodologie di campionamento e su quelle di analisi, in modo da verificare l'omogeneità dei metodi. L'organizzazione dei prelievi sarà concordata tra Arpa e le Province in modo da garantire la significatività e la congruenza temporale dei dati raccolti a livello di ciascun bacino idrografico. A tal fine i medesimi Enti potranno stabilire o modificare gli accordi esistenti circa le competenza territoriale delle strutture che effettuano i prelievi. Anche le stazioni dell'Arpa che sono interessate a campionamenti sullo stesso corpo idrico sono tenute a prendere accordi circa le date di prelievo in modo da garantire la significatività e la congruenza temporale dei dati raccolti a livello di ciascun bacino idrografico. Invece il monitoraggio delle acque costiere, per il quale le province non hanno competenza diretta, sarà l'Arpa che avvalendosi della Struttura Oceanografica Daphne organizzerà, in accordo con l'Assessorato Regionale Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile, direttamente le attività. I risultati delle analisi, effettuate dalle sezioni provinciali dell'Arpa sulle reti di controllo delle acque superficiali dolci, salmastre e marine, di cui all'allegato 1 del D.Lgs. n. 152/1999 e su quelle a specifica destinazione di cui all'allegato 2 del D.Lgs. n. 152/1999, debbono essere informatizzati entro 60 giorni dalla data di prelievo, raccolti a livello del Sistema Informatico Ambientale e messi a disposizione della Regione e delle Province. Tali operazioni inizieranno dal gennaio 2005. Arpa inoltre, ogni tre anni, con prima scadenza 2006 relativa al triennio 2003-2004-2005, presenterà una relazione sull'andamento qualitativo delle acque. Le attività sopracitate sono dettate da quanto richiesto dai Decreti sui flussi informativi, rispettivamente D.M. 18 settembre 2002 e D.M. 19 agosto 2003, che rispondono alle indicazioni dell'art. 3, comma 7, del D.Lgs. n. 152/1999 e successive integrazioni, ed in particolare alle esigenze espresse dalle Direttive Europee, sulla raccolta dei dati e delle informazioni riguardanti lo stato di qualità delle acque e la protezione dell'ambiente (2). Entro il 30 aprile di ciascun anno ed entro il 31 marzo solo per l'anno 2003, Arpa trasmetterà alle Province ed alla Regione una relazione, articolata per provincia, contenente i dati raccolti ed una valutazione sullo stato dei corpi idrici quale risulta dall'elaborazione degli stessi dati. Entrata in vigore. Poiché si intende dare immediata attuazione alla rete come sopra organizzata, la presente revisione entra in vigore in corrispondenza della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale. Contestualmente è da considerare superata la Delib.G.R. n. 27/2000 «gestione della rete regionale di monitoraggio delle acque superficiali. Prima ottimizzazione» che di fatto di questa rete rappresenta la fase preliminare. -----------------------(2) Capoverso così sostituito dall'allegato B, Delib.G.R. 2 novembre 2004, n. 2135. Il testo originario era così formulato: «I risultati delle analisi, effettuate dalle sezioni provinciali dell'Arpa, una volta riorganizzati, verranno trasmessi semestralmente alle Province, all'Assessorato Regionale Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile, all'Assessorato Regionale alla Sanità su supporto magnetico o per via telematica». Tabella 1 Bacini principali con immissione nel fiume Po o nel mare Adriatico Corso d'acqua principale Torrente Bardonezza Rio Lora-Carogna Rio Carona Boriacco Rio Cornaiola (Corniolo) Torrente Tidone Rio Loggia Rio Vescovo Rio Raganella Autorità di Bacino Po Po Po Po Po Po Po Po Ordine 2 2 2 2 2 2 2 2 Codice bacini 0101 0102 0103 0104 0105 0106 0107 0108 Fiume Trebbia Colatore Rifiuto Torrente Nure Torrente Chiavenna Cavo Fontana Torrente Arda Fiume Taro Cavo Comune Torrente Parma Torrente Enza Torrente Crostolo Fiume Secchia Canale emiss. Mantov-Regg.(*) Fiume Panaro Canal Bianco Collettore Giralda Po di Volano Canale Burana- Navigabile Fiume Reno Canale dx Reno Fiume Lamone Canale Candiano Canale Ferrari Fiumi Uniti Torrente Bevano Fiume Savio Canale Cupa Vecchia Porto Canale Cesenatico e Tagliata Torrente Rubicone Torrente Uso Scolo Brancona Fiume Marecchia Torrente Marano Rio Melo Torrente Conca Torrente Ventena Torrente Tavollo Rio Salso Fiume Tevere ------------------------ Po Po Po Po Po Po Po Po Po Po Po Po Po Po Po Po Po Po Reno Reno Bacini Rom. Bacini Rom. Bacini Rom. Bacini Rom. Bacini Rom. Bacini Rom. Bacini Rom. Bacini Rom. Bacini Rom. Mar.-Conca Mar.-Conca Mar.-Conca Mar.-Conca Mar.-Conca Mar.-Conca Mar.-Conca Mar.-Conca Mar.-Conca Tevere 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 0109 0110 0111 0112 0113 0114 0115 0116 0117 0118 0119 0120 0121 0122 0200 0300 0400 0500 0600 0700 0800 0900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000 2100 2200 2300 2400 2501 2600 Tabella 2 Elenco del numero delle stazioni di monitoraggio, per provincia, suddivise per tipo rispetto l'attuale rete di monitoraggio e la nuova proposta. Provincia Nuove Tipo Tipo A B Tipo A Delib.G.R. Proposta Numero totale Delib.G.R. Proposta Proposta 2 2 - 3 14 10 12 n. 27/2000 21 15 - - 5 7 9 7 14 14 1 2 - 1 1 1 5 2 5 10 9 10 6 9 11 14 17 6 9 8 17 8 16 16 22 16 18 18 23 17 2 4 5 8 9 12 14 20 9 7 2 51 6 77 16 118 12 107 18 169 18 184 n. 27/2000 Piacenza* Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna ForlìCesena Rimini Totale Tipo B Delib.G.R. 15 19 n. 27/2000 24 29 25 31 * a Piacenza è stata eliminata una stazione di tipo B. Tabella 4.1: 33 sostanze prioritarie della direttiva 2000/60/CEE - allegato X - decisione n. 2455/2001/CE del 20/11/011 Elenco delle sostanze prioritarie in materie di acque 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Alaclor Antracene Atrazina Benzene Difenileteri bromati [1] Cadmio e composti C10-13-cloroalcani Clorfenvinfos Clorpyrifos 1,2-Dicloroetano Diclorometano Ftalato di bis (2-etilesile) (DEHP) Diuron Endosulfan 14 [I] 15 16 17 18 18 [I] 19 20 21 22 23 24 24 [I] 25 25 [I] 26 27 28 28 [I] 28 (II) 28 (III) 28 (IV) 28 (V) 29 30 30 [I] 31 31 [I] 32 33 (alpha-endosulfan) Fluoroantene Esaclorobenzene Esaclorobutadiene Esaclorocicloesano (gamma-isomero, lindano) Isoproturon Piombo e composti Mercurio e composti Naftalene Nichel e composti Nonilfenoli (fenoli) (4-(para)-nonilfenolo) Octilfenoli (para-terz-octilfenolo) Pentaclorobenzene Pentaclorofenolo Idrocarburi policiclici aromatici (∑ IPA) (Benzo(a)pirene), (Benzo(b)fluoroantene), (Benzo(g,h,i)perilene), (Benzo(k)fluoroantene), (Indeno(1,2,3-cd)pirene) Simazina Composti del tributilstagno (Tributilstagno-catione) Triclorobenzeni (1,2,4-triclorobenzene) Triclorometano (Cloroformio) Trifluralin [I] solo ossido di difenile, derivato pentabromato (numero CAS 32534-81-9) Tabella 4.2 Elenco delle 99 sostanze facenti parte dell'elenco I (pubblicato nella G.U. delle Comunità Europee C176 del 14 luglio 1982) della direttiva 76/464/CEE 1 2 3 4 5 Amino-4-Chlorophenol, 2 Anthracene Arsenic (and compounds) Benzene Diaminodiphenyl, 4,4' 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 Chlorotoluene, Alpha Dichlorotoluene, Alpha, Alpha Diphenyl Trichloroethanal Chlordane Chloroacetic Acid Chloroaniline, 2 Chloroaniline, 3 Chloroaniline, 4 Chlorobenzene Chloro-2,4-Dinitrobenzene, 1 Chloroethanol, 2 Chloro - 3 - Methylphenol, 4 Chloronaphethalene, 1 Chloronaphethalene (All. Isomers) Chloro - 2- Nitroaniline, 4 Chloronitrobenzene, 2 Chloronitrobenzene, 3 Chloronitrobenzene, 4 Chloro - 2- Nitrotoluene, 4 Chloro Nitrotoluene (All. Isomers) Chlorophenol, 2 Chlorophenol, 3 Chlorophenol, 4 Chloro - 1,3 - Butadiene, 2 Chloropropene, 3 Chlorotoluene, 2 Chlorotoluene, 3 Chlorotoluene, 4 Chloro-4-Aminotoluene, 2 Chloroaminotoluene Cumafos Trichloro-1,3,5-Triazine, 2,4,6 Dichlorophenoxyaceti Acid 2,4 Demeton Dibromoethane, 1,2 Dibutyltinchloride Dibutyltinoxide Dibutyltin Salt Dichloroaniline (All. Isomers) 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 Dichlorobenzene, 1,2 Dichlorobenzene, 1,3 Dichlorobenzene, 1,4 Dichlorodiaminodiphenyl Dis (2-Chloroisopropyl) Ether Dichloroethane, 1,1 Dichloroethene, 1,1 Dichloroethene, 1,2 Dichloromethane Dichloronitrobenzene (All. Isomers) Dichlorophenol, 2,4 Dichloropropane, 1,2 Dichloro-2-Propanol 1,3 Dichloropropene 1,3 Dichloropropene 2,3 Dichlorophenoxypropanoic Acid 2,4 (Dichlorprop) Diethylamine Dimethoate Dimethylamine Disulfoton Epichlorohydrine Ethylbenzene Heptchlor Hexachloroethane Isopropylbenzene Linuron Methyl-4-Chlorophenoxyacetic Acid, 2 Methyl-4-Chlorophenoxyprooanoic Acid, 2 Metamidofos Mevinfos Monolinuron Naphtalene Omethoate Oxydemeton-Metil Pam Pcb Foxim Propanil Pyrazone Trichlorophenoxyacetiic Acide, 2,4,5 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 Tetrabutyltin Tetrachlorobenzene, 1,2,4,5 Tetrachloroetane, 1,1,2,2 Toluene Triazophos Tributylphosphate Trichlorofon Trichloroethane, 1,1,1 Trichloroethane, 1,1,2 Trichlorophenol (All. Isomers) Trichlorotrifluoroethane, 1,1,2 Chloroethene Xylene (All. Isomers) Bentazone ------------------------ Tabella 3 Elenco delle stazioni suddivise per Provincia PIACENZA AS AS CODICE STAZIONE 01000100 01000200 B 01010100 B B AS B AI B B B AS AS B AS B AI 01030100 01050100 01050200 01050300 01050400 01090100 01090200 01090400 01090600 01090700 01110200 01110300 01120100 01120200 TIPO NOME D'ACQUA F. Po F. Po CORSO DENOMINAZIONE DELLA STAZIONE C.S. Giovanni S.P. ex S.S. 412 S.S. 9 Piacenza - Lodi S.P. ex S.S. 10 p.te C.S. Giovanni R. Bardonezza Bosnasco T. Boriacco A valle di Castel San Giovanni T. Tidone A monte Diga del Molato Diga del Molato Diga del Molato T. Luretta Strada per Mottaziana T. Tidone Pontetidone F. Trebbia Ponte Valsigiara T. Aveto Ruffinati F. Trebbia S.S. 45 bivio Piancasale a valle Bobbio F. Trebbia Pieve Dugliara F. Trebbia Foce in Po T. Nure Ponte presso Biana per Spettine T. Nure Ponte Bagarotto T. Chero Ponte strada Chero e Roveleto T. Chiavenna Ponte strada Caorso - Chiavenna Landi B B B B AS AI B B 01120300 01120400 01130100 01140200 01140300 01140400 01140500 01140600 T. Vezzeno T. Riglio Cavo Fontana T. Arda Diga di Mignano T. Arda T. Ongina T. Ongina Ponte di Sariano Ponte strada Chiavenna Landi - Caorso Apostolica di Soarza Case Bonini Diga di Mignano A Villanova Ponte S.P. n. 56 di Borla per Vigoleno S.P. ex S.S. 588 loc. Vidalenzo PARMA B B B AS AS B B AS B CODICE STAZIONE 01000300 01000400 01150100 01150200 01150300 01150400 01150600 01150700 01150800 AI 01550900 B AI B B B AS B B B B AI AI B B B B AI AS B 01151100 01151200 01151300 01151400 01170200 01170300 01170400 01170500 01170600 01170700 01170800 01170900 01171000 01171100 01171200 01171300 01171400 01171500 01171600 TIPO NOME CORSO DENOMINAZIONE DELLA D'ACQUA STAZIONE F. Po Ragazzola - Roccabianca F. Po Ponte di Casalmaggiore F. Taro Borgotaro F. Taro Ponte sul Taro Citerna - Oriano [**] T. Ceno Ramiola - Varano de' Melegari F. Taro Ponte sul Taro - Fornovo T. Recchio Bianconese - Fontevivo F. Taro San Quirico - Trecasali [**] C.le Gaiffa San Carlo San Secondo Parmense Fossaccia Scannabecco S.P. 10 - S. Sec. Fosso Scannabecco P.se T. Ghiara P.te Ghiara S.S. 359 - Salsomaggiore T. T. Stirone Fontanelle - S. Secondo Parmense C.le Rigosa Nuova S.P. Parma - Cremona Roccabianca C.le Rigosa Vecchia S.P. Parma - Cremona Roccabianca T. Parma Capoponte - Langhirano T. Parma Pannocchia T. Parma Ponte Dattaro - Parma T. Baganza Berceto T. Baganza Marzolara T. Baganza Sala Baganza T. Cinghio Gaione - Parma T. Baganza Ponte Nuovo - Parma T. Parma Ponte Bottego - Parma C.le Abbeveratoia Forno inceneritore - Parma T. Parma Baganzola - Parma C.le Galasso Tangenziale A.M.N.U. - Parma C.le Galasso Bezze - Torrile T. Parma Colorno C.le Naviglio Strada traversa S. Leonardo - Parma AI AI 01171700 01160100 C.le Naviglio C. Milanino Colorno Loc. Fossetta di Sissa REGGIO EMILIA AS B B AS AI B AS B AS B CODICE STAZIONE 01000500 01180300 01180400 01180500 01180600 01180700 01180800 01190100 01190200 01190300 B 01190400 B AI AS 01190500 01190600 01190700 TIPO NOME CORSO DENOMINAZIONE DELLA STAZIONE D'ACQUA F. Po Loc. Boretto T. Enza Vetto d'Enza T. Tassobbio Briglia Buvolo Compiano - Vetto d'Enza T. Enza Traversa Cerezzola T. Termina Chiusura sub bacino - Traversetolo T. Enza S. Ilario d'Enza T. Enza Coenzo [**] T. Crostolo Briglia a valle loc. la Bettola - Vezzano T. Crostolo Briglia a valle confl. rio Campola- V. s. C. T. Crostolo Ponte Roncocesi - Reggio Emilia Begarola a valle confl. Modolena T. Crostolo Cadelbosco di Sopra Cavo Cava Ponte della Bastiglia - Cadelbosco di Sopra Canalazzo Tassone S. Vittoria - Gualtieri T. Crostolo Ponte Baccanello - Guastalla [**] MODENA B AS AI AI B AS AS CODICE STAZIONE 01200700 01201100 01201200 01201300 01201400 01201500 01201600 AI 01201700 AS B B B AI B AS B 01220900 01221000 01221100 01221300 01221400 01221500 01221600 05000100 TIPO NOME CORSO DENOMINAZIONE DELLA D'ACQUA STAZIONE F. Secchia Lugo F. Secchia Traversa di Castellarano [**] T. Fossa di Spezzano Colombarone - Sassuolo T. Tresinaro Briglia Montecatini - Rubiera F. Secchia Ponte di Rubiera [**] F. Secchia Ponte Bondanello - Moglia (MN) Cavo Parmigiana Moglia Cavo Parmigiana Moglia Ponte prima confl. Secchia - Moglia Canale Emissario (MN) F. Panaro Briglia Marano - Marano [**] F. Panaro Briglia Spilamberto - Splilamberto F. Panaro Ponticello S. Ambrogio - Modena F. Panaro S.P. 1 Bomporto C.le Naviglio Ponticello loc. Bertola Albareto Collettore Acque Alte Collettore Acque Alte Modenesi F. Panaro Ponte Bondeno (FE) C.le Bruino Via Bruino - Mirandola B B 05000200 05000400 C.le Quarantoli C.le Dogaro Uguzzone Passo dei Rossi - Mirandola Via Fruttarola - Finale Emilia BOLOGNA B CODICE STAZIONE 05000700 B 05000800 AS B AS AS AI B AS 06000900 06001100 06001600 06002100 06002500 06002600 06002700 AI 06002800 B 06002900 AS AI B B AS B AS 06003000 06003100 06003200 06003500 06003600 06004000 06004100 TIPO NOME D'ACQUA C.le Di Cento CORSO DENOMINAZIONE DELLA STAZIONE Valle Castelfranco Valle S. Matteo della Decima - S. Giov. C.le Di Cento P. Lago di Suviana Lago di Suviana F. Reno Vergato (America-Europa) Lago Brasimone Lago Brasimone F. Reno Casalecchio chiusura bacino montano T. Samoggia Nv. P.te S.P. trasv. di pianura - Forcelli Canale Navile Castelmaggiore a valle scarico Bologna Canale Navile Malabergo chiusura bacino C.le Savena Gandazzolo chiusura bacino Abbandonato S. Maria Codifiume a valle Navile F. Reno Savena Scolo Riolo Chiavica Beccara Nuova C.le Lorgana Argenta centrale di Saiarino T. Idice Pizzocalvo - San Lazzaro di Savena T. Savena Caselle chiusura bacino T. Idice S. Antonio chiusura bacino T. Sillaro Porto Nuovo chiusura bacino F. Reno Bastia valle confluenza Idice Sillaro FERRARA TIPO B AS B B B B AI B AS AS B CODICE STAZIONE 01000600 01000700 01000800 01000900 02000100 02000200 02000300 04000100 04000200 05000300 05000500 NOME CORSO D'ACQUA F. Po F. Po F. Po F. Po Canal Bianco Canal Bianco Canal Bianco Collettore Acque Basse Po di Volano C.le Burana C.le Burana DENOMINAZIONE DELLA STAZIONE Stellata - Bondeno Pontelagoscuro - Ferrara Polesella - Rovigo Serravalle - Berra Francolino - Ferrara Ruina - Ro Ferrarese Ponte S.S. Romea - Mesola [**] Collettore Acque Basse Codigoro (Ponte Varano ) [**] Ponte dei Santi - Bondeno [***] Bondeno B AI B B 05000600 05000900 05001000 05001100 C.le Burana C.le Di Cento C.le Burana Po Morto di Primaro Cassana - Ferrara Casumaro - Cento Ponte della Pace - Ferrara [***] Ponte Gaibanella S. Egidio Passerella Focomorto - Ferrara [***] Ponte Migliarino A monte chiusa valle Lepri Ostellato [**] San Bartolomeo - Ferrara B 05001200 Po di Volano B 05001300 Po di Volano AS 05001400 C.le Navigabile B 05001500 B 05001600 B 05001700 B 05001800 B 05001900 C.le Cembalina C.le Circondariale Bando-Valle Ponte Trava - Portomaggiore Lepri C.le Circondariale Bando-Valle Ponte Ostellato Lepri C.le Circondariale Bando-Valle Idrovora Valle Lepri - Ostellato Lepri [**] C.le Cirocndariale GramigneA monte idr. Fosse - Comacchio Fosse RAVENNA AS B CODICE STAZIONE 06004600 06004900 NOME D'ACQUA F. Santerno T. Senio B 06005100 T. Sintria B AI AS B B AS AS B AI B AS B AI AS 06005200 06005300 06005500 07000100 07000200 07000300 08000200 08000600 08000700 08000800 08000900 09000100 12000200 11001800 T. Senio T. Senio F. Reno C.le dx Reno C.le dx Reno C.le dx Reno F. Lamone T. Marzeno T. Marzeno F. Lamone F. Lamone C. Candiano Fosso Ghiaia F. Uniti TIPO FORLI' - CESENA CORSO DENOMINAZIONE DELLA STAZIONE A valle p.te Mordano - Bagnara di R. P.te Riolo Terme Villa S. Giorgio in Vezzano Brisighella P.te Tebano - Castelbolognese Fusignano Volta Scirocco - Ravenna La Frascata - Conselice P.te Madonna del Bosco - Alfonsine P.te Zanzi - Ravenna P.te Mulino Rosso - Brisighella P.te Ca' Piola - Modigliana P.te Verde - Faenza P.te Ronco - Faenza P.te Cento Mentri - Ravenna Canale Candiano P.te Pineta - Ravenna Ponte Nuovo - Ravenna CODICE STAZIONE 11000200 11000300 11000600 11000800 11000900 11001000 11001400 11001500 11001700 12000100 13000100 13000400 13000600 13000700 13000800 16000100 16000200 16000300 17000100 15000100 NOME CORSO DENOMINAZIONE D'ACQUA STAZIONE F. Montone Rocca San Casciano F. Montone Tangenziale Castrocaro F. Rabbi Ponte - Strada S. Zeno F. Rabbi Vecchiazzano F. Montone Ponte Vico Lago di Ridracoli Invaso di Ridracoli F. Bidente Santa Sofia F. Bidente Ponte del Gualdo F. Ronco Ponte Coccolia T. Bevano Casemurate F. Savio S. Piero in Bagno F. Savio Mercato Saraceno T. Borello Borello F. Savio San Carlo F. Savio Ponte Matellica Rio Baldona Capanni - Rio Baldona F. Rubicone Capanni - Rubicone T. Pisciatello Ponte per Gatteo F. Uso Pietra dell'Uso C.le Fossatone Cesenatico B AI B AS B B AI AS B B B B B AI CODICE STAZIONE 17000200 17000300 19000100 19000200 19000300 19000400 19000500 19000600 20000100 20000200 21000100 22000100 22000200 22000300 NOME D'ACQUA F. Uso F. Uso F. Marecchia F. Marecchia F. Marecchia T. Ausa T. Ausa F. Marecchia T. Marano T. Marano R. Melo T. Conca T. Conca T. Conca B 23000100 R. Ventena TIPO B B B AI AS AS B B AS AS B B B AS AS B AS B B B DELLA RIMINI TIPO CORSO DENOMINAZIONE DELLA STAZIONE Ponte S.P. 73 S.P. 89 P.te per Secchiano - S. Leo (PS) Ponte Verucchio P.te S.P. 49 via Traversa Marecchia P.te S.S. 72 confine Rimini - San Marino P.te via Marecchiese - Rimini A monte cascata via Tonale P.te via Salina P.te S.S. 16 S. Lorenzo P.te via Venezia - Riccione P.te strada per Marazzano P.te via Ponte 200 m a monte invaso P.te via p.te Rosso confine Morciano Saludecio AI B B 23000200 24000100 24000200 R. Ventena T. Tavollo T. Tavollo P.te via Emilia-Romagna P.te S.P. 59 S. Maria del Monte P.te S.S. 16 [**] stazioni che coincideranno con le centraline automatiche del SINA [***] punti di monitoraggio coincidenti con centraline del SINA, realizzate dalla Provincia di Ferrara ------------------------