Delibera G.R. 2 Agosto 2002 n. 1420

Transcript

Delibera G.R. 2 Agosto 2002 n. 1420
Delib. G.R. 2 agosto 2002, n. 1420 (1).
Elenco dei corpi idrici superficiali significativi e revisione della rete di monitoraggio delle
acque superficiali del D.Lgs. n. 152/1999.
-----------------------(1) Pubblicata nel B.U. Emilia-Romagna 18 settembre 2002, n. 131.
La Giunta regionale Emilia-Romagna
Premesso che il D.Lgs. n. 152/1999 «Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e
recempimento della direttiva n. 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e
della direttiva n. 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai
nitrati provenienti da fonti agricole» aggiornato ed integrato dal D.Lgs. n. 258/2000:
- all'allegato 1, punto 1 attribuisce alle Autorità competenti l'individuazione dei corpi idrici
significativi;
- all'allegato 1, punto 1.1.1, definisce significativi, tra i corpi idrici superficiali «... i seguenti corsi
d'acqua:
- tutti i corsi d'acqua naturali di primo ordine (cioè quelli che capitanti direttamente in mare) il cui
bacino imbrifero abbia una superficie maggiore di 200 kmq;
- tutti i corsi d'acqua naturali di secondo ordine o superiore il cui bacino imbrifero abbia una
superficie maggiore a 400 kmq;
- le acque marine costiere comprese entro la distanza di 3.000 metri dalla costa e comunque entro la
batimetrica dei 50 metri,
- le acque delle lagune, dei laghi salmastri e degli stagni costieri;
- i canali artificiali aventi portata di esercizio di almeno 3 mc. al secondo;
- i laghi artificiali aventi superficie dello specchio liquido pari almeno a 1 kmq. o un volume di
invaso pari almeno a 5 milioni di mc., nel periodo di massimo invaso ...»;
- all'art. 4 «Disposizioni generali», comma uno, al fine della tutela e del risanamento delle acque
superficiali e sotterranee, individua gli obiettivi minimi di qualità ambientale per i corpi idrici
significativi;
- allo stesso articolo 4, commi due e quattro, indica che «l'obiettivo di qualità ambientale è definito
in funzione della capacità dei corpi idrici di mantenere i processi naturali di autodepurazione e di
supportare comunità animali e vegetali ben diversificate» e che devono essere adottate, entro il 31
dicembre 2016, mediante il piano di tutela delle acque di cui all'articolo 44, misure atte a conseguire
obiettivi di qualità ambientale, corrispondenti allo stato di «buono»;
- all'art. 5. «Individuazione e perseguimento dell'obiettivo di qualità ambientale», prevede la
sequenza temporale dei vari adempimenti da attuarsi, riguardanti le azioni di tutela delle acque. In
particolare al comma uno, il decreto indica che: «entro il 30 aprile 2003, sulla base dei dati già
acquisiti e dei risultati del primo rilevamento effettuato ai sensi degli articoli 42 e 43, le Regioni
identificano per ciascun corpo idrico significativo, o parte di esso, la classe di qualità
corrispondente ad una di quelle indicate nell'allegato 1»;
- all'art. 5, comma due, precisa che: «in relazione alla classificazione di cui al comma uno, le
Regioni stabiliscono e adottano le misure necessarie al raggiungimento o al mantenimento degli
obiettivi di qualità ambientale di cui all'art. 4, comma quattro, lettere a) e b) tenendo conto del
carico massimo ammissibile ove fissato sulla base delle indicazioni dell'Autorità di bacino di rilievo
nazionale e interregionale per i corpi idrici sovraregionali, assicurando in ogni caso per tutti i corpi
idrici l'adozione di misure atte ad impedire un ulteriore degrado»;
- all'art. 44 «Piani di tutela delle acque» al comma uno, indica che: «il piano di tutela delle acque
costituisce un piano stralcio di settore del piano di bacino ai sensi dell'art. 17, comma 6-ter della
legge 18 maggio 1989, n. 183»;
- all'art. 44, al comma due prevede che «entro il 31 dicembre 2001 le Autorità di bacino di rilievo
nazionale ed interregionale, sentite le Province e le Autorità d'ambito, definiscono gli obiettivi su
scala di bacino, cui devono attenersi i piani di tutela delle acque, nonché le priorità degli interventi.
Entro il 31 dicembre 2003, le Regioni, sentite le Province, previa adozione delle eventuali misure di
salvaguardia, adottano il piano di tutela delle acque e lo trasmettono alle competenti Autorità del
bacino»;
- all'art. 44, al comma tre, indica che «il piano di tutela contiene, oltre agli interventi volti a
garantire il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di cui al presente decreto, le misure
necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico»;
considerato che:
- la L.R.. 21 aprile 1999, n. 3 «Riforma del sistema regionale e locale», nella sezione terza
«Inquinamento delle acque» all'art. 110 «Funzioni della Regione», prevede che la Regione svolga la
funzione di coordinamento delle attività di rilevamento delle caratteristiche qualitative e
quantitative dei corpi idrici;
- la stessa legge regionale all'art. 111 «Funzioni delle Province» indica che sono di competenza
delle Province, tra l'altro, le funzioni riguardanti il rilevamento per il tramite dell'Agenzia regionale
per la prevenzione e l'ambiente, delle caratteristiche qualitative e quantitative dei corpi idrici,
indicando quindi a livello organizzativo le procedure per riorganizzare il monitoraggio delle acque;
considerato inoltre che:
- al fine di armonizzare le competenze, tra il D.Lgs. n. 152/1999 e la L.R. n. 3/1999, relativamente al
piano di tutela, è stato individuato un percorso, sottoposto e condiviso dalle Amministrazioni
provinciali, che fissa l'impostazione metodologica e individua le varie scadenze intermedie, tenendo
conto anche della L.R. n. 20/2000 «Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio che indica le
procedure di approvazione del piano di tutela»;
- per lo svolgimento di tale percorso sono stati attivati quattro gruppi di lavoro corrispondenti ai
territori delle quattro Autorità di bacino, costituiti da funzionari delle Province di pertinenza,
funzionari delle Autorità di bacino, coordinati dal Servizio Tutela e Risanamento risorsa acqua della
Regione Emilia-Romagna, e con supporto di ARPA;
- a livello di scadenze viene individuata la data del 30 aprile 2003 quale termine per la
classificazione dei corpi idrici significativi, l'individuazione degli obiettivi di qualità e la redazione
del documento regionale preliminare, ai sensi del D.Lgs. n. 152/1999 e della L.R. n. 20/2000;
- con Delib.G.R. 18 gennaio 2000 n. 27 «Gestione della rete di monitoraggio delle acque
superficiali. Prima ottimizzazione» è stato avviato il processo di adeguamento della rete regionale di
monitoraggio, delle acque superficiali, già esistenti alle indicazioni contenute nel D.Lgs. n.
152/1999;
- è necessario aggiornare e integrare la rete sopraddetta, per giungere alla caratterizzazione e
successiva classificazione dei corpi idrici superficiali «significativi» sulla base dello stesso decreto;
dato atto che:
- l'ARPA sulla base dello studio affidato allo scopo dalla Regione, «D.Lgs. n. 152/1999. Artt. 42 e
43: Piano regionale di tutela delle acque. Attività di rilevamento delle caratteristiche dei bacini
idrografici, dell'analisi dell'impatto esercitato dall'attività antropica e rilevamento dello stato di
qualità dei corpi idrici», ha formulato una proposta per l'individuazione dei corpi idrici superficiali
significativi;
- la sopraddetta proposta è stata sottoposta a confronti e discussione nell'ambito dei quattro gruppi
di lavoro all'uopo costituiti, a cui hanno partecipato le Amministrazioni provinciali, nonché le varie
Sezioni provinciali di ARPA, e le quattro Autorità di bacino;
- tale confronto ha portato alla formulazione del seguente allegato A, parte integrante del presente
atto, che contiene l'individuazione dei corpi idrici superficiali significativi del territorio regionale,
corrispondenti ai requisiti contenuti nell'allegato 1 al D.Lgs. n. 152/1999;
- tale confronti ha altresì portato alla revisione della rete di monitoraggio delle acque superficiali ai
sensi del D.Lgs. n. 152/1999, sue modifiche e integrazioni contenuta nell'allegato B, parte
integrante del presente atto, ed alla necessità di considerare abrogato il contenuto della Delib.G.R.
del 18 gennaio 2000, n. 27 denominata «Gestione della rete regionale di monitoraggio delle acque
superficiali. Prima ottimizzazione»;
visti:
- la L.R. n. 44/1995;
- il D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152;
- il D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 258;
- la L.R. 21 aprile 1999, n. 3;
- la L.R. 24 marzo 2000, n. 20;
- la Delib.G.R. 18 gennaio 2000, n. 27;
dato atto:
- del parere favorevole espresso dal responsabile del servizio Tutela e Risanamento risorsa acqua,
dott. Giuseppe Bortone, in merito alla regolarità tecnica della presente deliberazione ai sensi
dell'art. 37, comma 4 della L.R. n. 43/2001 e della Delib.G.R. 10 dicembre 2001, n. 2774;
- del parere favorevole espresso dal Direttore generale Ambiente e Difesa del suolo e della costa,
dott.ssa Leopolda Boschetti, in merito alla legittimità della presente deliberazione ai sensi dell'art.
40, comma 1, lettera a) della L.R. n. 43/2001 e della Delib.G.R. n. 2774/2001;
su proposta dell'Assessore all'Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile,
a voti unanimi e palesi, delibera:
------------------------
1) di approvare l'«Elenco dei corpi idrici superficiali significativi» del territorio regionale,
corrispondenti ai requisiti previsti nell'allegato 1 al D.Lgs. n. 152/1999, contenuto nell'allegato A,
parte integrante al presente atto;
2) di approvare la «Revisione della rete di monitoraggio delle acque superficiali» ai sensi del D.Lgs.
n. 152/1999, sue modifiche e integrazioni» contenuta nell'allegato B, parte integrante del presente
atto;
3) di pubblicare il presente atto nel Bollettino Ufficiale regionale.
------------------------
Allegato A
Elenco dei corpi idrici superficiali significativi
In riferimento a quanto contenuto nell'allegato 1 «Monitoraggio e classificazione delle acque in
funzione degli obiettivi di qualità ambientale» al D.Lgs. n. 152/1999, sue modifiche e integrazioni,
con questo documento si individuano i corpi idrici superficiali significativi, appartenenti al territorio
regionale, mediante l'applicazione dei criteri espressi dal Decreto stesso.
Corsi d'acqua naturali
Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Po
Fiume Po
Fiume Trebbia
Torrente Nure
Fiume Taro
Torrente Ceno
Torrente Parma
Torrente Enza
Torrente Crostolo
Fiume Secchia
Fiume Panaro
Po di Volano
Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Reno
Fiume Reno
Torrente Idice
Fiume Santerno
Territorio dell'Autorità dei bacini regionali romagnoli
Fiume Lamone
Fiume Uniti
Fiume Montone
Fiume Ronco
Torrente Bevano
Fiume Savio
Fiume Rubicone
Territorio dell'Autorità di bacino interregionale Marecchia e Conca
Fiume Marecchia
Acque di transazione
Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Po
Sacca di Goro (Fe)
Valle Nuova (Valle Bertuzzi - Fe)
Valle Cantone (Valle Bertuzzi - Fe)
Lago delle Nazioni (Fe)
Comprensorio delle Valli di Comacchio (Fe)
Territorio dell'Autorità dei bacini regionali romagnoli
Pialassa Baiona (Ra)
Pialassa Piombone (Ra)
Ortazzo - Ortazzino (Ra)
Corpi idrici artificiali
Laghi
Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Po
Diga del Molato
Diga di Mignano
Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Reno
Bacino di Brasimone
Bacino di Suviana
Territorio dell'Autorità dei bacini regionali romagnoli
Invaso di Ridracoli
Canali
Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Po
Cavo Parmigiana Moglia
Canale Navigabile
Territorio dell'Autorità di bacino del fiume Reno
Canale di Reno-Navile
Canale Riolo-Botte
Destra Reno
Acque marine costiere
Sono significative le acque marine di tutta la fascia costiera, dalla foce del Po di Goro fino a
Cattolica per una fascia di 3 Km di profondità.
------------------------
Allegato B
Revisione della rete di monitoraggio delle acque superficiali ai sensi del D.Lgs. n. 152/1999 e
sue modifiche e integrazioni.
Premessa
Il decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152, come corretto ed integrato dal D.Lgs. n. 258/2000,
definisce la disciplina generale per la tutela delle acque, perseguendo gli obiettivi di prevenire e
ridurre l'inquinamento, risanare e migliorare lo stato delle acque proteggere le acque destinate ad usi
particolari, garantire gli usi sostenibili delle risorse a mantenere la capacità naturale di
autodepurazione dei corpi idrici, necessari a sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben
diversificate.
Per i corpi idrici significativi si deve raggiungere lo stato «sufficiente» entro il 2008 e quello di
«buono» entro il 2016, mentre i piani di tutela, necessari per il raggiungimento degli obiettivi
qualitativi e quantitativi fissati dal decreto e che si configurano come piani stralcio di settore
relativamente al piano generale di bacino, devono essere elaborati e adottati dalle Regioni e
Province autonome entro il 31 dicembre 2003.
La definizione del piano di tutela richiede la preventiva elaborazione e realizzazione di programmi
mirati alla conoscenza dello stato qualitativo e quantitativo dei corpi idrici e all'acquisizione delle
necessarie informazioni sulle caratteristiche fisiche, naturali e socio-economiche dei bacini per
valutare le pressioni e gli impatti da essi subiti.
In questa ottica la regione Emilia-Romagna con Delib.G.R. 18 gennaio 2000, n. 27 «Gestione della
rete regionale di monitoraggio delle acque superficiali. Prima ottimizzazione» ha provveduto a
fornire indicazioni in ordine alla sistemazione delle attività di monitoraggio della qualità
ambientale: individuazione, nei corpi idrici ritenuti significativi, di stazioni di tipo A (livello
nazionale) e stazioni di tipo B (livello regionale), frequenza dei campionamenti, profili analitici,
assicurazione di qualità del lato, modalità di trasferimento e presentazione dei dati, in sintonia con
le procedure contenute nell'allegato 1 del D.Lgs. n. 152/1999.
ARPA Emilia-Romagna, a partire dal 2000, ha incominciato ad aggiornare i protocolli analitici al
fine di poter applicare i processi di classificazione previsti dal D.Lgs. n. 152/1999 per tutti i corpi
idrici indagati, per poter evidenziare le zone di criticità dal punto di vista della qualità delle acque,
classificare i corpi idrici in funzione degli obiettivi di qualità ambientale, verificare sul lungo
periodo le politiche di gestione della risorsa e l'efficacia degli interventi effettuati in termini di
riduzione dei carichi inquinanti, indicare le zone a maggior impatto antropico, identificare i rapporti
tra acque sotterranee e superficiali, acquisire ulteriori informazioni per il monitoraggio del bilancio
idrico, evidenziare la presenza di situazioni anomale di contaminazione.
La revisione dell'attuale rete regionale di I° grado è stata affrontata alla luce delle criticità emerse
durante l'attività di monitoraggio e di elaborazione dei dati raccolti al fine di verificare la
rispondenza della rete alle indicazioni del D.Lgs. n. 152/1999 e per perseguire una maggiore
efficienza della stessa in termini di significatività delle informazioni prodotte.
Sulla base dei contenuti riferiti all'allegato 1 del decreto legislativo riguardanti il monitoraggio e la
classificazione dei corpi idrici del territorio regionale, è stato infatti necessario verificare
l'impostazione della rete di monitoraggio delle acque superficiali esistente, alla luce del successivo
D.Lgs. n. 258/2000 che di fatto integra e completa ulteriormente la sezione relativa agli Allegati.
La delibera regionale deve essere riveduta, relativamente alla identificazione di talune stazioni, e
integrata mediante l'inserimento delle stazioni riguardanti i corpi idrici artificiali significativi come
invasi e canali, le acque di transizione presenti sul territorio e le acque marine.
È stato necessario inoltre verificare e riorganizzare l'insieme dei parametri analitici, anche alla luce
della necessità di adeguamento alla direttiva europea 2000/60 (Water Framework Directive) che
istituisce il quadro di riferimento per la politica comunitaria in materia di acque e alla direttiva sulle
sostanze pericolose (76/464/CEE e successivi aggiornamenti ed integrazioni).
Nuova codifica delle stazioni
Nell'ottica di riorganizzare le diversi reti sia per lo stato ambientale, che quelle a specifica
destinazione (vita dei pesci, uso potabile) presenti sul territorio regionale, si è proceduto ad una
nuova codifica delle stazioni di tutte le reti.
Procedendo da monte a valle per bacino di appartenenza, le stazioni sono state classificate con un
numero progressivo a partire da 100 e continuando a numerare di 100 in 100 (200, 300, 400, ...,
1000, 1100, ..) in modo da poter eventualmente inserire, se necessario, ulteriori stazioni senza
dovere cambiare la codifica. Quando un punto di controllo viene monitorato per i diversi usi
(potabile, stato ambientale, vita acquatica) mantiene lo stesso codice identificativo.
Ogni punto di prelievo viene individuato da un codice di otto cifre:
♦ le prime quattro cifre indicano il bacino di appartenenza,
♦ le ultime quattro cifre rappresentano il progressivo numerico della stazione.
Nello studio «Decreto legislativo n. 152/1999 Artt. 42 e 43. Piano regionale di tutela delle acque ...»
prodotto da ARPA per conto della Regione Emilia-Romagna, sono stati riconosciuti 47 bacini
«principali» affluenti direttamente in Po o in Adriatico (vedi Tabella n. 1), ad essi è stato associato
un codice composto da quattro cifre numeriche, relative all'asta principale, che individuano
rispettivamente:
§ le prime due cifre, gli affluenti di primo ordine in Adriatico (es. 01 Po, 02 Canal Bianco, ecc.);
§ le seconde due, gli affluenti di secondo ordine, cioè le immissioni emiliane nel fiume Po (es.
Bardonezza, Lora - Carogna, ecc.). Per i corsi d'acqua che sfociano direttamente in Adriatico, le
stesse sono poste uguale a zero.
Le stazioni della rete delle acque di transizione sono anch'esse individuate da un codice ad otto cifre
così strutturato:
§ le prime quattro cifre indicano l'area di appartenenza, di cui i primi 2 numeri identificano la rete
(99) ed i secondi 2 l'area numerata progressivamente da nord a sud (10, 20, ... 80);
§ le ultime quattro cifre rappresentano il progressivo numerico della stazione individuato con la
stessa metodologia utilizzata per le altre reti (100, 200, ...).
Le stazioni in mare sono individuate da un codice formato dal numero del transetto e da un codice
che individua la distanza della stazione dalla costa, indicando con 0 le stazioni poste a 500 metri
dalla costa, con 1 quelle poste ad un chilometro e con 3 quelle che distano tre chilometri dalla riva.
------------------------
1. Reti di controllo dei corsi d'acqua superficiali e dei corpi idrici artificiali.
I criteri utilizzati per formulare la nuova rete ambientale sono quelli definiti dal comma 1.1
dell'allegato 1 del D.Lgs. n. 152/1999 ed in particolare sono stati considerati i corsi d'acqua:
§ naturali, di primo ordine, caratterizzati da un bacino imbrifero di superficie maggiore di 200 km2;
§ naturali, di secondo ordine o superiore, caratterizzati da un bacino imbrifero di superficie
maggiore di 400 km2;
§ artificiali, affluenti di corsi d'acqua naturali, caratterizzati da una portata di esercizio superiore a 3
m3/s;
§ laghi artificiali aventi una superficie dello specchio liquido pari almeno ad 1 kmq o un volume di
invaso pari almeno a 5 milioni di mc nel periodo di massimo invaso.
Tali criteri hanno condotto all'individuazione di 184 stazioni appartenenti a corpi idrici superficiali
naturali e artificiali e di cui 5 riferiti a laghi/invasi artificiali.
Le stazioni della rete regionale rivisitata passano quindi da un numero di 169 a 184, con un aumento
di circa l'8%, di cui 77 di tipo A rispetto le precedenti 51 fornendo una migliore distribuzione
territoriale. Nella tabella 2 sono riportate, per ciascuna provincia, il numero di stazioni di tipo A e
B, con il totale che comprende sia quelle riqualificate da B ad A, sia quelle poste sugli invasi
artificiali.
In tabella 3 si riporta l'elenco delle 184 stazioni appartenenti alla nuova proposta della rete
ambientale suddiviso per:
§ tipologia (A o B);
§ codice stazione;
§ corpo idrico interessato (naturale, artificiale, laghi/invasi);
§ denominazione della stazione;
§ provincia.
La ripartizione per provincia tiene conto degli accordi in essere circa le competenze all'effettuazione
dei prelievi e supera i confini territoriali provinciali.
Le stazioni indicate con A sono ubicate su:
♦ i corpi idrici significativi, secondo il criterio di superficie imbrifera dei bacini o superficie per i
laghi o portata di esercizio per i canali;
♦ alcuni corpi che per valori naturalistici e/o paesaggistici o per particolari utilizzazioni in atto,
hanno rilevante interesse ambientale (All. 1, punto 1, comma a);
♦ quei corpi idrici che per carico inquinante convogliato possono avere un'influenza negativa
rilevante sul corpo idrico significativo, sia esso quale recettore finale, un fiume oppure direttamente
il mare (All. 1, punto 1, comma b);
Con la sigla AS sono indicate le stazioni, tra quelle di tipo A, localizzate sui corpi idrici
significativi, mentre con AI le restanti stazioni ritenute di interesse.
Sono di tipo B quelle stazioni che sono ritenute utili per completare il quadro delle conoscenze in
relazione agli obiettivi regionali di tutela e controllo. Tali stazioni possono sussistere anche sui
corpi idrici significativi, a titolo di completamento delle conoscenze del corpo idrico e per una loro
migliore caratterizzazione.
1.1. Determinazione dei parametri
Per ciascuna stazione sui corsi d'acqua superficiali naturali, con frequenza di campionamento
mensile, saranno determinati i parametri di base dell'allegato 1 del D.Lgs. n. 152/1999 a cui si
aggiungono: Temperatura dell'aria, Azoto nitroso, Salmonelle, Streptococchi fecali e quei parametri
tra quelli addizionali (Tabella 1 allegato 1 D.Lgs. n. 152/1999), che le singole Province in
collaborazione con ARPA, ritengono necessari e rappresentativi della realtà locale e delle criticità
presenti nel loro territorio.
Nel caso in cui il numero dei campioni raccolti, a causa della presenza di piene o magre del corpo
idrico monitorato, non venga raggiunto come da prescrizione, si procederà o recuperando le analisi
dell'anno precedente oppure aumentando la frequenza del campionamento.
L'elenco dei parametri da misurare è riportato in tabella 4.
Tab. 4 Elenco dei parametri qualitativi
PARAMETRI
DI
BASE
PARAMETRO
U.D.M.
Portata
m3/s
pH
Solidi sospesi
mg/L
Temperatura acqua
°C
Temperatura aria
°C
Conducibilità a 20 µS/cm
PARAMETRI
ADDIZIONALI
PARAMETRO
Cadmio
Cromo Totale
Mercurio
Nichel
Piombo
Rame
U.D.M.
Cd µg/L
Cr µg/L
Hg µg/L
Ni µg/L
Pb µg/L
Cu µg/L
°C**
Durezza
Azoto totale**
Azoto ammoniacale*
Azoto nitrico*
Ossigeno disciolto**
BOD5**
COD**
Ortofosfato*
Fosforo totale**
Cloruri*
Solfati*
Escherichia coli
Azoto nitroso
Enterococchi
Salmonelle/Gruppo
mg/L di CaC03
N mg/L
N mg/L
N mg/L
mg/L
O2 mg/L
O2 mg/L
P mg/L
P mg/L
Cl mg/L
SO4 mg/L
UFC/100 mL
N mg/L
UFC/100 mL
/1000 mL
* determinazione nella fase disciolta
Zinco
Zn µg/L
Aldrin
µg/L
Dieldrin
µg/L
Endrin
µg/L
Isodrin
µg/L
DDT
µg/L
Esaclorobenzene
µg/L
Esaclorocicloesano
µg/L
Esaclorobutadiene
µg/L
1,2 dicloroetano
µg/L
Tricloroetilene
µg/L
Triclorobenzene
µg/L
Cloroformio
µg/L
Tetracloruro di carbonio
µg/L
Percloroetilene
µg/L
Pentaclorofenolo
µg/L
** determinazione sul campione tal quale
La determinazione aggiuntiva delle «sostanze prioritarie» previste alla Decisione n. 2455/2001/CE
del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 novembre 2001 (Tab. 4.1) e di quelle facenti parte
dell'elenco I (pubblicato nella G.U. delle Comunità Europee C 176 del 14 luglio 1982) dalla
direttiva 76/464/CEE (Tab. 4.2) verrà effettuata nelle stazioni di tipo A dove le singole Province in
collaborazione con le sezioni ARPA la ritengano necessaria in base alla conoscenza della realtà
locale e delle criticità presenti nel loro territorio.
Sulla rete sarà eseguito il monitoraggio biologico dei corsi d'acqua con metodo I.B.E., con prelievo
eseguito stagionalmente, cioè quattro volte l'anno per tutte le stazioni di tipo A e due volte l'anno in
corrispondenza dei regimi idrogeologici di morbida e di magra nelle stazioni di tipo B.
Per quanto attiene i corpi idrici artificiali si applicano gli stessi elementi di qualità e gli stessi criteri
di misura applicati ai corpi idrici superficiali naturali che più si accostano al corpo idrico artificiale
in questione.
Per le stazioni sui laghi o serbatoi artificiali le determinazioni da effettuarsi sulla colonna d'acqua
saranno quelle previste semestralmente per i parametri base della tabella 10 allegato 1 D.Lgs. n.
152/1999, mentre per i corsi d'acqua artificiali le determinazioni saranno mensili e riguarderanno la
tabella 4 allegato 1 D.Lgs. n. 152/1999.
Anche per tutte le stazioni di tipo A sui corpi artificiali si procederà ad esaminare i parametri
addizionali riportati nella tabella 1 allegato 1 D.Lgs. n. 152/1999 e le «sostanze prioritarie» previste
alle Tab. 4.1 e 4.2 dove le singole Province in collaborazione con le sezioni ARPA lo ritengano
necessario, in base alla criticità conseguenti agli usi del territorio.
Il monitoraggio biologico non è richiesto nelle stazioni poste sui corpi idrici artificiali e nelle
stazioni che presentano elevate concentrazioni di cloruri nella matrice acquosa, a patto che le
Province non ritengano che l'IBE possa fornire informazioni sulle caratteristiche qualitative delle
acque monitorate rispetto ai dati chimico-fisici e batteriologici.
------------------------
2. Rete di monitoraggio delle acque di transazione.
Fino ad ora l'attività di monitoraggio delle acque di transizione si è svolta in maniera episodica,
poiché per lo più era legata ad obblighi di legge in relazione alle attività di acquacoltura in atto in
alcune aree oppure a studi di interesse locale.
La rete di monitoraggio che viene proposta rispetta le caratteristiche previste dal D.Lgs. n. 152/1999
e l'obiettivo della rete di monitoraggio è la classificazione delle acque lagunari e degli stagni
costieri.
I criteri che hanno guidato la scelta dei punti sono i seguenti:
§ Significatività. I siti individuati sono caratterizzati da significative presenze delle biocenosi
tipiche delle acque di transizione di quell'area.
§ Rappresentatività. Il punto di rilevamento costituisce una situazione «media» che rispecchia le
caratteristiche delle acque nel suo intorno.
§ Dominio geografico. La stazione è influenzata dalla circolazione idraulica e dall'attività biologica
di un ampio spazio circostante, al fine di consentire le valutazioni indispensabili per la
classificazione.
La rete di rilevamento proposta attiene le seguenti aree:
§ Sacca di Goro
§ Valle Cantone
§ Valle Nuova
§ Lago delle Nazioni
§ Valli di Comacchio
§ Pialassa Baiona
§ Pialassa Piombone
§ Ortazzo e Ortazzino
In tabella 5 è riportato l'elenco dei 19 punti di campionamento con:
- codice della stazione per ciascuna provincia;
- nome del corpo idrico interessato (aree lagunari, zone salmastre);
- denominazione della stazione.
Tabella n. 5 Elenco delle stazioni della rete di controllo delle acque di transizione
Provincia di Ferrara
CODICE STAZIONE
99100100
99100200
99100300
99100400
99200100
99300100
99400100
99500100
99500200
99500300
99500400
99500500
NOME
DEL
IDRICO
Sacca di Goro
Sacca di Goro
Sacca di Goro
Sacca di Goro
Valle Cantone
Valle Nuova
Lago delle Nazioni
Valli di Comacchio
Valli di Comacchio
Valli di Comacchio
Valli di Comacchio
Valli di Comacchio
CORPO DENOMINAZIONE
DELLA
STAZIONE
Foce Volano
Mitili
Porto di Gorino
Mezzanino
Valle Cantone
Valle Nuova
Lago delle Nazioni
Valle Fossa di Porto - Casone Punta
Casoni Serilla - Donna Bona
Sifone Est
Dosso Pugnalino
Valle Campo
NOME
DEL
IDRICO
Pialassa Baiona
Pialassa Baiona
Pialassa Baiona
Pialassa Baiona
Pialassa Baiona
Pialassa Piombone
Ortazzo-Ortazzino
CORPO DENOMINAZIONE
STAZIONE
Risega
Incrocio Fossatone - Baiona
Chiaro Magni
Pola Longa
Vena del Largo
Via del Marchesato
Ortazzo
Provincia di Ravenna
CODICE STAZIONE
99600100
99600200
99600300
99600400
99600500
99700100
99800100
DELLA
Il campionamento della matrice acquosa sarà effettuato in superficie e per profondità superiori ad
1,5 metri la determinazione di temperatura, salinità ed ossigeno disciolto sarà condotta anche sul
profilo verticale.
2.1. Parametri e frequenze di rilevamento
Il monitoraggio delle acque di transizione di propone si rilevare per le matrici acqua e sedimenti gli
stessi parametri indicati relativamente alle acque marine costiere (tabelle 13 e 15 dell'allegato 1 al
D.Lgs. n. 152/1999), in attesa della definizione, a livello nazionale dei descrittori dello stato
ecologico.
Per quanto riguarda il biota, dovranno essere eseguite, sui bivalvi (Mytilus galloprovincialis),
misure di accumulo di metalli e di inquinanti organici (tabella 14 dell'allegato 1 al D.Lgs. n.
152/1999.)
In particolare si chiede sul biota e sui sedimenti la determinazione degli Idrocarburi Policlinici
Aromatici (IPA) e dei Composti Organoclorurati indicati nelle note alla tabella 14 dell'allegato 1 al
D.Lgs. n. 152/1999 e per quanto attiene i metalli pesanti accumulabili di ricercare quelli indicati
nella tabella n. 5 del medesimo allegato.
Per quanto attiene la determinazione aggiuntiva dei parametri inquinanti prioritari di cui alla
Decisione n. 2455/2001/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 novembre 2001 (vedi
tabella 4.1), verrà effettuata nelle stazioni dove le singole amministrazioni provinciali in
collaborazione con le sezioni ARPA lo ritengano necessario in base alla conoscenza della realtà
locale e delle criticità presenti nel loro territorio.
La frequenza di campionamento, per la matrice acqua, sarà mensile. Nelle zone soggette a
situazioni distrofiche (crisi anossiche, fioriture algali abnormi, elevate biomasse di macroalghe) la
frequenza sarà quindicinale nel periodo giugno-settembre.
Per il biota la frequenza di campionamento sarà almeno semestrale.
Per i sedimenti è prevista una frequenza di campionamento annuale. Il campionamento dovrà essere
effettuato sempre nello stesso periodo dell'anno e corrispondere al periodo di minor influenza degli
eventi meteorologici (si consiglia il periodo estivo).
------------------------
3. Monitoraggio delle acque costiere.
La costa emiliano romagnola è caratterizzata da un fondale di tipo «Basso», un fondale cioè che
presenta ad una distanza di 200 metri della costa, una batimetria inferiore a 5 metri. Per questa
tipologia di fondale il D.Lgs. n. 152/1999 prevede l'individuazione di tre stazioni lungo ogni
transetto ortogonale alla costa collocate e rispettivamente a 0,5, 1,3 Km dalla riva; il criterio
adottato per la collocazione dei transetti, ortogonali alla costa, tiene conto dei diversi bacini drenanti
e della distribuzione nord-sud delle variabili idrologiche. La rete di monitoraggio è costituita da 9
transetti con tre stazioni per direttrici per un totale di 27 stazioni di misura e campionamento.
Tabella delle stazioni
Località
Lido di Volano
Lido di Volano
Lido di Volano
Porto Garibaldi
Porto Garibaldi
Porto Garibaldi
Casalborsetti
Codice stazione
2
102
302
4
104
304
6
Profondità metri
3,1
6,2
6,1
3,8
6,1
9,2
5,1
Distanza costa Km
0,5
1
3
0,5
1
3
0,5
Casalborsetti
Casalborsetti
Ravenna
Ravenna
Ravenna
Lido Adriano
Lido Adriano
Lido Adriano
Foce Savio
Foce Savio
Foce Savio
Cesenatico
Cesenatico
Cesenatico
Rimini
Rimini
Rimini
Cattolica
Cattolica
Cattolica
106
306
8
108
308
9
109
309
11
111
311
14
114
314
17
117
317
19
119
319
6,4
10,2
4
7,2
9,2
5,1
7,9
9,5
4,0
6,8
8,9
4,2
6,8
8,8
4,3
7,5
10,1
4,1
6,9
11,5
1
3
0,5
1
3
0,5
1
3
0,5
1
3
0,5
1
3
0,5
1
3
0,5
1
3
Per la matrice acquosa si prevede una frequenza stagionale per il periodo da ottobre a maggio
mentre essendo l'area costiera interessata da fenomeni eutrofici la frequenza di campionamento è
quindicinale nel periodo compreso tra giugno e settembre, per un totale di 11 campionamenti
all'anno per ogni stazione.
I parametri da rilevare sono quelli presenti nella tabella 13 dell'allegato 1 al D.Lgs. n. 152/1999.
Per il biota, visto che le stazioni di campionamento devono essere fissate in modo tale da
rappresentare l'intera «tipologia» costiera, sono state individuate le seguenti 4 stazioni di controllo
in aree prossime a stazioni di controllo della matrice acquosa, nelle zone sedi di allevamento dei
mitili
codice
B1
B2
B3
B4
località
All. COPEGO
Piatt. ENI ANGELA
All. COPRALMO
All. CATTOLICA
Profondità metri
10,2
9,6
10,5
9,7
Distanza Km
4,1
2,1
4,2
3
I parametri da rilevare sono quelli presenti nella tabella 14 dell'allegato 1 al D.Lgs. n. 152/1999 e
relativa nota a piè pagina, a cadenza semestrale. Per quanto attiene i metalli pesanti accumulabili
sono da ricercare quelli indicati nella tabella n. 5 del medesimo allegato.
Alla fine del primo rilevamento si definiranno le stazioni più rappresentative per la realizzazione di
una cartografia biocenotica.
Per il monitoraggio dei sedimenti sono state selezionate le stazioni collocate a 3 Km dalla riva ove
la frazione pelitica inizia ad essere presente in quantità significativa e dove le profondità sono
medio alte e di conseguenza il sedimento risulta più stabile.
Codice
302
304
306
308
309
311
314
317
319
Località
Lido di Volano
Porto Garibaldi
Casalborsetti
Marina di Ravenna
Lido Adriano
Foce Savio
Cesenatico
Rimini
Cattolica
Profondità metri
6,1
9,2
10,2
9,2
9,5
6,8
8,8
10,1
11,5
Distanza Km
3
3
3
3
3
3
3
3
3
I parametri da rilevare sono quelli presentati nella tabella 15 dell'allegato 1 al D.Lgs. n. 152/1999, a
cadenza annuale. Il campionamento dovrà essere effettuato sempre nello stesso periodo dell'anno e
corrispondere al periodo di minor influenza degli eventi meto-marini (periodo primaverile-estivo).
Modalità di campionamento, di trasmissione dei dati.
I prelievi dei campionamenti saranno effettuati da operatori Arpa, salvo diverso accordo stipulato
con le Province e secondo le procedure già definite.
Le analisi saranno svolte da Arpa che ha già sviluppato una serie di procedure di controllo sulle
metodologie di campionamento e su quelle di analisi, in modo da verificare l'omogeneità dei
metodi.
L'organizzazione dei prelievi sarà concordata tra Arpa e le Province in modo da garantire la
significatività e la congruenza temporale dei dati raccolti a livello di ciascun bacino idrografico.
A tal fine i medesimi Enti potranno stabilire o modificare gli accordi esistenti circa le competenza
territoriale delle strutture che effettuano i prelievi.
Anche le stazioni dell'Arpa che sono interessate a campionamenti sullo stesso corpo idrico sono
tenute a prendere accordi circa le date di prelievo in modo da garantire la significatività e la
congruenza temporale dei dati raccolti a livello di ciascun bacino idrografico.
Invece il monitoraggio delle acque costiere, per il quale le province non hanno competenza diretta,
sarà l'Arpa che avvalendosi della Struttura Oceanografica Daphne organizzerà, in accordo con
l'Assessorato Regionale Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile, direttamente le attività.
I risultati delle analisi, effettuate dalle sezioni provinciali dell'Arpa sulle reti di controllo delle acque
superficiali dolci, salmastre e marine, di cui all'allegato 1 del D.Lgs. n. 152/1999 e su quelle a
specifica destinazione di cui all'allegato 2 del D.Lgs. n. 152/1999, debbono essere informatizzati
entro 60 giorni dalla data di prelievo, raccolti a livello del Sistema Informatico Ambientale e messi
a disposizione della Regione e delle Province.
Tali operazioni inizieranno dal gennaio 2005.
Arpa inoltre, ogni tre anni, con prima scadenza 2006 relativa al triennio 2003-2004-2005, presenterà
una relazione sull'andamento qualitativo delle acque.
Le attività sopracitate sono dettate da quanto richiesto dai Decreti sui flussi informativi,
rispettivamente D.M. 18 settembre 2002 e D.M. 19 agosto 2003, che rispondono alle indicazioni
dell'art. 3, comma 7, del D.Lgs. n. 152/1999 e successive integrazioni, ed in particolare alle
esigenze espresse dalle Direttive Europee, sulla raccolta dei dati e delle informazioni riguardanti lo
stato di qualità delle acque e la protezione dell'ambiente (2).
Entro il 30 aprile di ciascun anno ed entro il 31 marzo solo per l'anno 2003, Arpa trasmetterà alle
Province ed alla Regione una relazione, articolata per provincia, contenente i dati raccolti ed una
valutazione sullo stato dei corpi idrici quale risulta dall'elaborazione degli stessi dati.
Entrata in vigore.
Poiché si intende dare immediata attuazione alla rete come sopra organizzata, la presente revisione
entra in vigore in corrispondenza della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale.
Contestualmente è da considerare superata la Delib.G.R. n. 27/2000 «gestione della rete regionale
di monitoraggio delle acque superficiali. Prima ottimizzazione» che di fatto di questa rete
rappresenta la fase preliminare.
-----------------------(2) Capoverso così sostituito dall'allegato B, Delib.G.R. 2 novembre 2004, n. 2135. Il testo
originario era così formulato: «I risultati delle analisi, effettuate dalle sezioni provinciali dell'Arpa,
una volta riorganizzati, verranno trasmessi semestralmente alle Province, all'Assessorato Regionale
Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile, all'Assessorato Regionale alla Sanità su supporto
magnetico o per via telematica».
Tabella 1 Bacini principali con immissione nel fiume Po o nel mare Adriatico
Corso d'acqua principale
Torrente Bardonezza
Rio Lora-Carogna
Rio Carona Boriacco
Rio Cornaiola (Corniolo)
Torrente Tidone
Rio Loggia
Rio Vescovo
Rio Raganella
Autorità di Bacino
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Ordine
2
2
2
2
2
2
2
2
Codice bacini
0101
0102
0103
0104
0105
0106
0107
0108
Fiume Trebbia
Colatore Rifiuto
Torrente Nure
Torrente Chiavenna
Cavo Fontana
Torrente Arda
Fiume Taro
Cavo Comune
Torrente Parma
Torrente Enza
Torrente Crostolo
Fiume Secchia
Canale emiss. Mantov-Regg.(*)
Fiume Panaro
Canal Bianco
Collettore Giralda
Po di Volano
Canale Burana- Navigabile
Fiume Reno
Canale dx Reno
Fiume Lamone
Canale Candiano
Canale Ferrari
Fiumi Uniti
Torrente Bevano
Fiume Savio
Canale Cupa Vecchia
Porto Canale Cesenatico e Tagliata
Torrente Rubicone
Torrente Uso
Scolo Brancona
Fiume Marecchia
Torrente Marano
Rio Melo
Torrente Conca
Torrente Ventena
Torrente Tavollo
Rio Salso
Fiume Tevere
------------------------
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Po
Reno
Reno
Bacini Rom.
Bacini Rom.
Bacini Rom.
Bacini Rom.
Bacini Rom.
Bacini Rom.
Bacini Rom.
Bacini Rom.
Bacini Rom.
Mar.-Conca
Mar.-Conca
Mar.-Conca
Mar.-Conca
Mar.-Conca
Mar.-Conca
Mar.-Conca
Mar.-Conca
Mar.-Conca
Tevere
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
2
1
0109
0110
0111
0112
0113
0114
0115
0116
0117
0118
0119
0120
0121
0122
0200
0300
0400
0500
0600
0700
0800
0900
1000
1100
1200
1300
1400
1500
1600
1700
1800
1900
2000
2100
2200
2300
2400
2501
2600
Tabella 2 Elenco del numero delle stazioni di monitoraggio, per provincia, suddivise per tipo
rispetto l'attuale rete di monitoraggio e la nuova proposta.
Provincia
Nuove
Tipo Tipo
A
B
Tipo A
Delib.G.R. Proposta
Numero totale
Delib.G.R.
Proposta
Proposta
2
2
-
3
14
10
12
n.
27/2000
21
15
-
-
5
7
9
7
14
14
1
2
-
1
1
1
5
2
5
10
9
10
6
9
11
14
17
6
9
8
17
8
16
16
22
16
18
18
23
17
2
4
5
8
9
12
14
20
9
7
2
51
6
77
16
118
12
107
18
169
18
184
n. 27/2000
Piacenza*
Parma
Reggio
Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
ForlìCesena
Rimini
Totale
Tipo B
Delib.G.R.
15
19
n.
27/2000
24
29
25
31
* a Piacenza è stata eliminata una stazione di tipo B.
Tabella 4.1: 33 sostanze prioritarie della direttiva 2000/60/CEE - allegato X - decisione n.
2455/2001/CE del 20/11/011
Elenco delle sostanze prioritarie in materie di acque
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
Alaclor
Antracene
Atrazina
Benzene
Difenileteri bromati [1]
Cadmio e composti
C10-13-cloroalcani
Clorfenvinfos
Clorpyrifos
1,2-Dicloroetano
Diclorometano
Ftalato di bis (2-etilesile) (DEHP)
Diuron
Endosulfan
14 [I]
15
16
17
18
18 [I]
19
20
21
22
23
24
24 [I]
25
25 [I]
26
27
28
28 [I]
28 (II)
28 (III)
28 (IV)
28 (V)
29
30
30 [I]
31
31 [I]
32
33
(alpha-endosulfan)
Fluoroantene
Esaclorobenzene
Esaclorobutadiene
Esaclorocicloesano
(gamma-isomero, lindano)
Isoproturon
Piombo e composti
Mercurio e composti
Naftalene
Nichel e composti
Nonilfenoli (fenoli)
(4-(para)-nonilfenolo)
Octilfenoli
(para-terz-octilfenolo)
Pentaclorobenzene
Pentaclorofenolo
Idrocarburi policiclici aromatici (∑ IPA)
(Benzo(a)pirene),
(Benzo(b)fluoroantene),
(Benzo(g,h,i)perilene),
(Benzo(k)fluoroantene),
(Indeno(1,2,3-cd)pirene)
Simazina
Composti del tributilstagno
(Tributilstagno-catione)
Triclorobenzeni
(1,2,4-triclorobenzene)
Triclorometano (Cloroformio)
Trifluralin
[I] solo ossido di difenile, derivato pentabromato (numero CAS 32534-81-9)
Tabella 4.2 Elenco delle 99 sostanze facenti parte dell'elenco I (pubblicato nella G.U. delle
Comunità Europee C176 del 14 luglio 1982) della direttiva 76/464/CEE
1
2
3
4
5
Amino-4-Chlorophenol, 2
Anthracene
Arsenic (and compounds)
Benzene
Diaminodiphenyl, 4,4'
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
Chlorotoluene, Alpha
Dichlorotoluene, Alpha, Alpha
Diphenyl
Trichloroethanal
Chlordane
Chloroacetic Acid
Chloroaniline, 2
Chloroaniline, 3
Chloroaniline, 4
Chlorobenzene
Chloro-2,4-Dinitrobenzene, 1
Chloroethanol, 2
Chloro - 3 - Methylphenol, 4
Chloronaphethalene, 1
Chloronaphethalene (All. Isomers)
Chloro - 2- Nitroaniline, 4
Chloronitrobenzene, 2
Chloronitrobenzene, 3
Chloronitrobenzene, 4
Chloro - 2- Nitrotoluene, 4
Chloro Nitrotoluene (All. Isomers)
Chlorophenol, 2
Chlorophenol, 3
Chlorophenol, 4
Chloro - 1,3 - Butadiene, 2
Chloropropene, 3
Chlorotoluene, 2
Chlorotoluene, 3
Chlorotoluene, 4
Chloro-4-Aminotoluene, 2
Chloroaminotoluene
Cumafos
Trichloro-1,3,5-Triazine, 2,4,6
Dichlorophenoxyaceti Acid 2,4
Demeton
Dibromoethane, 1,2
Dibutyltinchloride
Dibutyltinoxide
Dibutyltin Salt
Dichloroaniline (All. Isomers)
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
74
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84
85
Dichlorobenzene, 1,2
Dichlorobenzene, 1,3
Dichlorobenzene, 1,4
Dichlorodiaminodiphenyl
Dis (2-Chloroisopropyl) Ether
Dichloroethane, 1,1
Dichloroethene, 1,1
Dichloroethene, 1,2
Dichloromethane
Dichloronitrobenzene (All. Isomers)
Dichlorophenol, 2,4
Dichloropropane, 1,2
Dichloro-2-Propanol 1,3
Dichloropropene 1,3
Dichloropropene 2,3
Dichlorophenoxypropanoic Acid 2,4 (Dichlorprop)
Diethylamine
Dimethoate
Dimethylamine
Disulfoton
Epichlorohydrine
Ethylbenzene
Heptchlor
Hexachloroethane
Isopropylbenzene
Linuron
Methyl-4-Chlorophenoxyacetic Acid, 2
Methyl-4-Chlorophenoxyprooanoic Acid, 2
Metamidofos
Mevinfos
Monolinuron
Naphtalene
Omethoate
Oxydemeton-Metil
Pam
Pcb
Foxim
Propanil
Pyrazone
Trichlorophenoxyacetiic Acide, 2,4,5
86
87
88
89
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
Tetrabutyltin
Tetrachlorobenzene, 1,2,4,5
Tetrachloroetane, 1,1,2,2
Toluene
Triazophos
Tributylphosphate
Trichlorofon
Trichloroethane, 1,1,1
Trichloroethane, 1,1,2
Trichlorophenol (All. Isomers)
Trichlorotrifluoroethane, 1,1,2
Chloroethene
Xylene (All. Isomers)
Bentazone
------------------------
Tabella 3 Elenco delle stazioni suddivise per Provincia
PIACENZA
AS
AS
CODICE
STAZIONE
01000100
01000200
B
01010100
B
B
AS
B
AI
B
B
B
AS
AS
B
AS
B
AI
01030100
01050100
01050200
01050300
01050400
01090100
01090200
01090400
01090600
01090700
01110200
01110300
01120100
01120200
TIPO
NOME
D'ACQUA
F. Po
F. Po
CORSO DENOMINAZIONE
DELLA
STAZIONE
C.S. Giovanni S.P. ex S.S. 412
S.S. 9 Piacenza - Lodi
S.P. ex S.S. 10 p.te C.S. Giovanni R. Bardonezza
Bosnasco
T. Boriacco
A valle di Castel San Giovanni
T. Tidone
A monte Diga del Molato
Diga del Molato
Diga del Molato
T. Luretta
Strada per Mottaziana
T. Tidone
Pontetidone
F. Trebbia
Ponte Valsigiara
T. Aveto
Ruffinati
F. Trebbia
S.S. 45 bivio Piancasale a valle Bobbio
F. Trebbia
Pieve Dugliara
F. Trebbia
Foce in Po
T. Nure
Ponte presso Biana per Spettine
T. Nure
Ponte Bagarotto
T. Chero
Ponte strada Chero e Roveleto
T. Chiavenna
Ponte strada Caorso - Chiavenna Landi
B
B
B
B
AS
AI
B
B
01120300
01120400
01130100
01140200
01140300
01140400
01140500
01140600
T. Vezzeno
T. Riglio
Cavo Fontana
T. Arda
Diga di Mignano
T. Arda
T. Ongina
T. Ongina
Ponte di Sariano
Ponte strada Chiavenna Landi - Caorso
Apostolica di Soarza
Case Bonini
Diga di Mignano
A Villanova
Ponte S.P. n. 56 di Borla per Vigoleno
S.P. ex S.S. 588 loc. Vidalenzo
PARMA
B
B
B
AS
AS
B
B
AS
B
CODICE
STAZIONE
01000300
01000400
01150100
01150200
01150300
01150400
01150600
01150700
01150800
AI
01550900
B
AI
B
B
B
AS
B
B
B
B
AI
AI
B
B
B
B
AI
AS
B
01151100
01151200
01151300
01151400
01170200
01170300
01170400
01170500
01170600
01170700
01170800
01170900
01171000
01171100
01171200
01171300
01171400
01171500
01171600
TIPO
NOME
CORSO DENOMINAZIONE
DELLA
D'ACQUA
STAZIONE
F. Po
Ragazzola - Roccabianca
F. Po
Ponte di Casalmaggiore
F. Taro
Borgotaro
F. Taro
Ponte sul Taro Citerna - Oriano [**]
T. Ceno
Ramiola - Varano de' Melegari
F. Taro
Ponte sul Taro - Fornovo
T. Recchio
Bianconese - Fontevivo
F. Taro
San Quirico - Trecasali [**]
C.le Gaiffa San Carlo
San Secondo Parmense
Fossaccia Scannabecco S.P. 10 - S. Sec.
Fosso Scannabecco
P.se
T. Ghiara
P.te Ghiara S.S. 359 - Salsomaggiore T.
T. Stirone
Fontanelle - S. Secondo Parmense
C.le Rigosa Nuova
S.P. Parma - Cremona Roccabianca
C.le Rigosa Vecchia
S.P. Parma - Cremona Roccabianca
T. Parma
Capoponte - Langhirano
T. Parma
Pannocchia
T. Parma
Ponte Dattaro - Parma
T. Baganza
Berceto
T. Baganza
Marzolara
T. Baganza
Sala Baganza
T. Cinghio
Gaione - Parma
T. Baganza
Ponte Nuovo - Parma
T. Parma
Ponte Bottego - Parma
C.le Abbeveratoia
Forno inceneritore - Parma
T. Parma
Baganzola - Parma
C.le Galasso
Tangenziale A.M.N.U. - Parma
C.le Galasso
Bezze - Torrile
T. Parma
Colorno
C.le Naviglio
Strada traversa S. Leonardo - Parma
AI
AI
01171700
01160100
C.le Naviglio
C. Milanino
Colorno
Loc. Fossetta di Sissa
REGGIO EMILIA
AS
B
B
AS
AI
B
AS
B
AS
B
CODICE
STAZIONE
01000500
01180300
01180400
01180500
01180600
01180700
01180800
01190100
01190200
01190300
B
01190400
B
AI
AS
01190500
01190600
01190700
TIPO
NOME
CORSO
DENOMINAZIONE DELLA STAZIONE
D'ACQUA
F. Po
Loc. Boretto
T. Enza
Vetto d'Enza
T. Tassobbio
Briglia Buvolo Compiano - Vetto d'Enza
T. Enza
Traversa Cerezzola
T. Termina
Chiusura sub bacino - Traversetolo
T. Enza
S. Ilario d'Enza
T. Enza
Coenzo [**]
T. Crostolo
Briglia a valle loc. la Bettola - Vezzano
T. Crostolo
Briglia a valle confl. rio Campola- V. s. C.
T. Crostolo
Ponte Roncocesi - Reggio Emilia
Begarola a valle confl. Modolena T. Crostolo
Cadelbosco di Sopra
Cavo Cava
Ponte della Bastiglia - Cadelbosco di Sopra
Canalazzo Tassone
S. Vittoria - Gualtieri
T. Crostolo
Ponte Baccanello - Guastalla [**]
MODENA
B
AS
AI
AI
B
AS
AS
CODICE
STAZIONE
01200700
01201100
01201200
01201300
01201400
01201500
01201600
AI
01201700
AS
B
B
B
AI
B
AS
B
01220900
01221000
01221100
01221300
01221400
01221500
01221600
05000100
TIPO
NOME
CORSO DENOMINAZIONE
DELLA
D'ACQUA
STAZIONE
F. Secchia
Lugo
F. Secchia
Traversa di Castellarano [**]
T. Fossa di Spezzano
Colombarone - Sassuolo
T. Tresinaro
Briglia Montecatini - Rubiera
F. Secchia
Ponte di Rubiera [**]
F. Secchia
Ponte Bondanello - Moglia (MN)
Cavo Parmigiana Moglia Cavo Parmigiana Moglia
Ponte prima confl. Secchia - Moglia
Canale Emissario
(MN)
F. Panaro
Briglia Marano - Marano [**]
F. Panaro
Briglia Spilamberto - Splilamberto
F. Panaro
Ponticello S. Ambrogio - Modena
F. Panaro
S.P. 1 Bomporto
C.le Naviglio
Ponticello loc. Bertola Albareto
Collettore Acque Alte
Collettore Acque Alte Modenesi
F. Panaro
Ponte Bondeno (FE)
C.le Bruino
Via Bruino - Mirandola
B
B
05000200
05000400
C.le Quarantoli
C.le Dogaro Uguzzone
Passo dei Rossi - Mirandola
Via Fruttarola - Finale Emilia
BOLOGNA
B
CODICE
STAZIONE
05000700
B
05000800
AS
B
AS
AS
AI
B
AS
06000900
06001100
06001600
06002100
06002500
06002600
06002700
AI
06002800
B
06002900
AS
AI
B
B
AS
B
AS
06003000
06003100
06003200
06003500
06003600
06004000
06004100
TIPO
NOME
D'ACQUA
C.le Di Cento
CORSO DENOMINAZIONE
DELLA
STAZIONE
Valle Castelfranco
Valle S. Matteo della Decima - S. Giov.
C.le Di Cento
P.
Lago di Suviana
Lago di Suviana
F. Reno
Vergato (America-Europa)
Lago Brasimone
Lago Brasimone
F. Reno
Casalecchio chiusura bacino montano
T. Samoggia
Nv. P.te S.P. trasv. di pianura - Forcelli
Canale Navile
Castelmaggiore a valle scarico Bologna
Canale Navile
Malabergo chiusura bacino
C.le
Savena
Gandazzolo chiusura bacino
Abbandonato
S. Maria Codifiume a valle Navile F. Reno
Savena
Scolo Riolo
Chiavica Beccara Nuova
C.le Lorgana
Argenta centrale di Saiarino
T. Idice
Pizzocalvo - San Lazzaro di Savena
T. Savena
Caselle chiusura bacino
T. Idice
S. Antonio chiusura bacino
T. Sillaro
Porto Nuovo chiusura bacino
F. Reno
Bastia valle confluenza Idice Sillaro
FERRARA
TIPO
B
AS
B
B
B
B
AI
B
AS
AS
B
CODICE
STAZIONE
01000600
01000700
01000800
01000900
02000100
02000200
02000300
04000100
04000200
05000300
05000500
NOME CORSO D'ACQUA
F. Po
F. Po
F. Po
F. Po
Canal Bianco
Canal Bianco
Canal Bianco
Collettore Acque Basse
Po di Volano
C.le Burana
C.le Burana
DENOMINAZIONE
DELLA
STAZIONE
Stellata - Bondeno
Pontelagoscuro - Ferrara
Polesella - Rovigo
Serravalle - Berra
Francolino - Ferrara
Ruina - Ro Ferrarese
Ponte S.S. Romea - Mesola [**]
Collettore Acque Basse
Codigoro (Ponte Varano ) [**]
Ponte dei Santi - Bondeno [***]
Bondeno
B
AI
B
B
05000600
05000900
05001000
05001100
C.le Burana
C.le Di Cento
C.le Burana
Po Morto di Primaro
Cassana - Ferrara
Casumaro - Cento
Ponte della Pace - Ferrara [***]
Ponte Gaibanella S. Egidio
Passerella Focomorto - Ferrara
[***]
Ponte Migliarino
A monte chiusa valle Lepri Ostellato [**]
San Bartolomeo - Ferrara
B
05001200
Po di Volano
B
05001300
Po di Volano
AS
05001400
C.le Navigabile
B
05001500
B
05001600
B
05001700
B
05001800
B
05001900
C.le Cembalina
C.le Circondariale Bando-Valle
Ponte Trava - Portomaggiore
Lepri
C.le Circondariale Bando-Valle
Ponte Ostellato
Lepri
C.le Circondariale Bando-Valle Idrovora Valle Lepri - Ostellato
Lepri
[**]
C.le Cirocndariale GramigneA monte idr. Fosse - Comacchio
Fosse
RAVENNA
AS
B
CODICE
STAZIONE
06004600
06004900
NOME
D'ACQUA
F. Santerno
T. Senio
B
06005100
T. Sintria
B
AI
AS
B
B
AS
AS
B
AI
B
AS
B
AI
AS
06005200
06005300
06005500
07000100
07000200
07000300
08000200
08000600
08000700
08000800
08000900
09000100
12000200
11001800
T. Senio
T. Senio
F. Reno
C.le dx Reno
C.le dx Reno
C.le dx Reno
F. Lamone
T. Marzeno
T. Marzeno
F. Lamone
F. Lamone
C. Candiano
Fosso Ghiaia
F. Uniti
TIPO
FORLI' - CESENA
CORSO DENOMINAZIONE
DELLA
STAZIONE
A valle p.te Mordano - Bagnara di R.
P.te Riolo Terme
Villa S. Giorgio in Vezzano Brisighella
P.te Tebano - Castelbolognese
Fusignano
Volta Scirocco - Ravenna
La Frascata - Conselice
P.te Madonna del Bosco - Alfonsine
P.te Zanzi - Ravenna
P.te Mulino Rosso - Brisighella
P.te Ca' Piola - Modigliana
P.te Verde - Faenza
P.te Ronco - Faenza
P.te Cento Mentri - Ravenna
Canale Candiano
P.te Pineta - Ravenna
Ponte Nuovo - Ravenna
CODICE
STAZIONE
11000200
11000300
11000600
11000800
11000900
11001000
11001400
11001500
11001700
12000100
13000100
13000400
13000600
13000700
13000800
16000100
16000200
16000300
17000100
15000100
NOME
CORSO DENOMINAZIONE
D'ACQUA
STAZIONE
F. Montone
Rocca San Casciano
F. Montone
Tangenziale Castrocaro
F. Rabbi
Ponte - Strada S. Zeno
F. Rabbi
Vecchiazzano
F. Montone
Ponte Vico
Lago di Ridracoli
Invaso di Ridracoli
F. Bidente
Santa Sofia
F. Bidente
Ponte del Gualdo
F. Ronco
Ponte Coccolia
T. Bevano
Casemurate
F. Savio
S. Piero in Bagno
F. Savio
Mercato Saraceno
T. Borello
Borello
F. Savio
San Carlo
F. Savio
Ponte Matellica
Rio Baldona
Capanni - Rio Baldona
F. Rubicone
Capanni - Rubicone
T. Pisciatello
Ponte per Gatteo
F. Uso
Pietra dell'Uso
C.le Fossatone
Cesenatico
B
AI
B
AS
B
B
AI
AS
B
B
B
B
B
AI
CODICE
STAZIONE
17000200
17000300
19000100
19000200
19000300
19000400
19000500
19000600
20000100
20000200
21000100
22000100
22000200
22000300
NOME
D'ACQUA
F. Uso
F. Uso
F. Marecchia
F. Marecchia
F. Marecchia
T. Ausa
T. Ausa
F. Marecchia
T. Marano
T. Marano
R. Melo
T. Conca
T. Conca
T. Conca
B
23000100
R. Ventena
TIPO
B
B
B
AI
AS
AS
B
B
AS
AS
B
B
B
AS
AS
B
AS
B
B
B
DELLA
RIMINI
TIPO
CORSO DENOMINAZIONE
DELLA
STAZIONE
Ponte S.P. 73
S.P. 89
P.te per Secchiano - S. Leo (PS)
Ponte Verucchio
P.te S.P. 49 via Traversa Marecchia
P.te S.S. 72 confine Rimini - San Marino
P.te via Marecchiese - Rimini
A monte cascata via Tonale
P.te via Salina
P.te S.S. 16 S. Lorenzo
P.te via Venezia - Riccione
P.te strada per Marazzano
P.te via Ponte
200 m a monte invaso
P.te via p.te Rosso confine Morciano Saludecio
AI
B
B
23000200
24000100
24000200
R. Ventena
T. Tavollo
T. Tavollo
P.te via Emilia-Romagna
P.te S.P. 59 S. Maria del Monte
P.te S.S. 16
[**] stazioni che coincideranno con le centraline automatiche del SINA
[***] punti di monitoraggio coincidenti con centraline del SINA, realizzate dalla Provincia di
Ferrara
------------------------