Dalla cronaca di Bad Ratzes

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Dalla cronaca di Bad Ratzes
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La cronaca di Bad Ratzes
Indice generale
1."A Races di fronte a Salèren (Sciliar)..."
2. Bagni termali nel Tirolo nei secoli scorsi!
3. Nasce una nuova Therme
4. L'antico Bagno Purtschniggl
5. Bad Ratzes nel XVIIIesimo secolo
6. La famiglia Prossliner a Bad Ratzes
7.Dall'opuscolo del Dottor Wassermann
suggerimenti e consigli
8. I Bagni di Ratzes: una descrizione dell'estate 1825
9. Bad Ratzes nella letteratura del XIXesimo secolo
10. I proprietari di Ratzes: Paul Prossliner e Rosa
Prossliner, nata Peer (1847-1887)
11. Dati statistici (1857 - 1868)
12. Due inglesi a Ratzes
13. Padre Vinzenz Gredler visita Ratzes
15. Cronaca dei "Libri degli Ospiti"
16. Johann Santner - e la sua montagna
17. Johann Santner alla conquista della "Vetta della Sciliar"
18. Importanti cambiamenti attorno gli anni 80
19. Rosa Sterzinger e figli
20. Sugli ospiti di Bad Ratzes
21. La ninfa delle sorgenti di Bad Ratzes
22. Oswald von Wolkenstein, ultimo trovatore
23. Nasce la "Pro Loco" Siusi - Ratzes
24. Dai libri degli ospiti: versi e rime
25. Ospiti onorano Bad Ratzes
26. Bad Ratzes verso il declino
27 Johann Burgauner e Eduard Burgauner:
Due pittori di Castelrotto
28. Bad Ratzes nell'era moderna
I PROPRIETARI DI BAD RATZES
1722-1759
1759-1772
1772-1784
1784-1785
1785-1789
1789-1803
1803-1804
1804-1812
1812-1847
1847-1866
1866-1868
1868-1887
1887-1889
1889-1931
1931-1932
1932-1934
1934-1941
1941
1993
Anton Schedler, „Chyrug“ a Kastelruth,  1759
Franz Schedler, "Chyrug" a Kastelruth,
figlio di A. Schedler
Peter Heifler  1784
I figli di Peter Heifler
Melchior Fill, "Baumann" a Ratzes,  1789
Franz Kostner oppure "Gostner" di Fié
Johann Nußbaumer,
Josef Proßliner, contadino a Tagusa
Johann Proßliner, contadino a Tagusa
figlio di Josef P.  1847
Paul Proßliner, figlio di Johann Proßliner,  1866
I figli di Paul Proßliner
Rosa Peer, vedova di Paul Proßliner,
risposata Sterzinger,  1887
Ludwig, Karolina, Klara, e Julia Proßliner,
figli di Rosa Peer Proßliner
Ludwig Poßliner  1931
Sophia Burgauner vedova di L. Proßliner, 
Eredi di Sophia Burgauner
Erna und Walter Burgauner (fratelli)
nipoti di Sophia Burgauner
Erna e marito Richard Scherlin,
Erna, nata Burgauner  20 giugno 1994
Richard,  22 dicembre 1997
Eva e Waltraud Scherlin,
figlie di Richard e Erna Scherlin
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"A Races (Ratzes) di fronte a Salèren (Sciliar) .."
Le ricerche sull'etimologia della parola "Ratzes" hanno fatto impazzire
più di uno studioso. Malgrado le numerose interpretazioni non è
ancora stata trovata una soddisfacente spiegazione, per cui l'origine
di tale termine rimane tuttora un problema irrisolto. Le ipotesi più
probabili sono due: l'una sostiene che "Ratzes" potrebbe derivare
dall'antico tedesco - Ratzo o Razzo - nome d'uomo; l'altra invece dal
ladino e riferirsi al nome di un'antica località o podere.
É comunque sicuro che la denominazione Ratzes, questo verde
territorio situato a sud-est di Siusi, all'uscita della stretta valle del Rio
Freddo, è un nome molto antico. Il primo documento storico risale
all'anno 1191. A quell'epoca, una pia donna chiamata "Omenia",
donò il suo "predium Razze", situato nella parrocchia di Castelrotto,
al convento di Novacella (Bressanone). Dopo la sua morte il suddetto
convento cedette la proprietà "Razze" ad Agnes, figlia della
donatrice, ed a Merboto, suo sposo. La coppia dovette impegnarsi a
versare un determinato tributo annuo al monastero, che in cambio
concesse loro di costruire un "ovile", cioé una malga, con il
permesso, qualora fosse necessario, di disboscare il terreno.
Più tardi questo Ratz - "curia dicta Ratz", come viene nominato nel
linguaggio burocratico latino dell'epoca, passò alla famiglia dei Pray o
Piray di Castelrotto. I nuovi Signori non si dimostrarono solleciti nel
pagamento dei canoni annui e, nonostante i ripetuti ammonimenti da
parte del Convento, continuarono a non pagare i debiti. Allora,
Novacella, con grande tempestività, passò tutta la pratica al vescovo
di Bressanone, affinché quale supremo feudatario, prendesse l'ultima
decisione.
A quei tempi l'abuso dei beni della Chiesa prevedeva la censura
ecclesiastica e, siccome i Pray persistevano nel loro atteggiamento,
senza indugio il vescovo scomunicò il riluttante signor Jakob von
Pray.
Ciò accadeva nel 1278. Nello stesso anno però, Jakob von Pray volle
riconciliarsi con la Chiesa, poiché la scomunica non era certo cosa da
poco anche per i duri uomini del medioevo, e decise di estinguere
l'intero debito con l'Abbazia di Novacella, per cui venne assolto. Il
documento rilasciato e sigillato dal vescovo è tuttora conservato
nell'archivio di Novacella. É difficile stabilire oggi, tra i numerosi masi
di "Ratzes", quale sia quello dell'anno 1278, perché, in effetti, esiste
tuttora un maso chiamato "Ratzeser". Ma sarebbe errato pensare che
sia quello in questione.
Nella zona del remoto Ratzes, del "predium Razze" (1191 ?),
incominciarono a nascere parecchi masi, più di una dozzina:
Tschonn, Schmalzl, Winterklauß, Partschott, Korbele, Voll, Misen,
Grunds, Gatschol (Plan), Maloar e Ratzeser, come pure quelli di
Novals (Lafals) e Gustay, oggi inesisteni, citati ripetutamente nei
documenti di allora. Ma non basta. Sempre a Ratzes, molto più in
alto, quasi ai piedi del Santner, sorgeva anche il castello di
Hauenstein (Castelvecchio). Ce ne dà conferma nientemeno che il
poeta e cantore Oswald von Wolkenstein, che nel XVesimo secolo
viveva in questa piccola roccaforte ai piedi dello Sciliar.
Nell'inverno 1426 - 1427, Wolkenstein compose un'elegia in cui canta
le sue giornate nella dimora di Hauenstein, a "Races" di fronte a
"Salèren". In questo lamento, come in tutta la poetica, il cantore
raggiunge punte di grande realismo.
Eccone un breve commento: "A Races, ai piedi dello Sciliar, nella
piccola roccaforte situata su di una rupe circondata da un fitto bosco,
il poeta si sentiva soffocare. Infatti, lo opprimevano sia la solitudine
del remoto maniero sia la vita nel ristretto cerchio familiare.
Aveva nostalgia del vasto mondo percorso in gioventù, accolto in
grandi castelli ed elogiato da belle donne. Ora invece è purtroppo
costretto a tapparsi gli orecchi, per non sentire i litigi dei figli e gli strilli
della moglie. Non tutti amano la tranquillità del focolare domestico,
anche se in un castello!
E per concludere un "poetico" gioco di parole (difficilmente traducibile
in italiano), scritto nel libro degli Ospiti il 12 agosto 1862, da un certo
professor Theodor Scheerer, che intendeva manifestare la sua
ammirazione per Ratzes:
“Non un gatto da topo ma un gatto da ratto, vorrei esser, oh Ratzes
col tuo Sciliar poterti divorar…” (a buon intenditore…)