Fondo anticrisi: un valido aiuto a 120 piccole e medie imprese

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Fondo anticrisi: un valido aiuto a 120 piccole e medie imprese
Gazzetta del Sud Martedì 19 Aprile 2011
Il bilancio della collaborazione tra l’amministrazione Ricevuto e tre Consorzi Fidi
Fondo anticrisi: un valido aiuto a 120
piccole e medie imprese
La Provincia ha erogato parte delle somme a cauzione del credito
Alessandro Tumino
È stato un prezioso beneficio per circa 120 piccole e medie imprese, quel che si dice una "boccata
d'ossigeno" in tempi durissimi in cui la possibilità di competere sul mercato, se non di
sopravvivere, corre sul filo del rasoio. Tra la stretta delle banche e i tempi dei fornitori, il calo dei
consumi, la concorrenza globale e spesso sleale.
Ha avuto apprezzamenti da più parti, e il solo limite di un budget ridotto (200.000 euro contro i
400.000 prima previsti) il Fondo anticrisi della Provincia, frutto di un'intesa tra l'Amministrazione e
l'opposizione, su emendamento del consigliere del Pd, Pippo Rao. Ieri il presidente Nanni
Ricevuto, l'assessore provinciale alle Attività produttive, Giuseppe Martelli, e i rappresentanti dei
tre Consorzi Fidi partner dell'iniziativa, hanno tracciato un bilancio più che positivo:
complessivamente, sono stati concessi prestiti per quasi 12 milioni di euro, i consorzi hanno
garantito le banche, e la Provincia, assumendosi la copertura e quindi l'erogazione di una parte
del deposito cauzionale, ha consentito l'impinguamento, per un ammontare proporzionale al
credito, e comunque di alcune migliaia di euro, del "netto" di cui le imprese hanno potuto
concretamente avvalersi.
Semplice e virtuoso il meccanismo triangolare che è stato messo in piedi (a quanto pare la prima
esperienza di questo tipo fatta da una Provincia italiana) ma che può essere perfezionato.
Vediamo di esemplificarlo. Per ogni prestito, il Consorzio garantisce la banca per il 50 per cento
dell'importo del credito, trattenendo a sua volta, come deposito cauzionale, un quindicesimo del
medesimo importo. Facendo l'esempio di un mutuo di cinquantamila euro, sarebbero all'incirca
3.500 gli euro non fruibili dal piccolo imprenditore. Ma, grazie al Fondo anticrisi della Provincia, il
50 per cento del deposito, altrimenti congelato, è stato egualmente erogato: dunque, nell'esempio
di cui sopra, circa 1750 euro. La percentuale di copertura del deposito cauzionale, oltre il tetto dei
50.000 euro, per ovvi limiti, discendeva al 25 per cento. E proprio su questo s'è concentrata la
proposta rivolta dai consorzi all'amministrazione Ricevuto, in vista della conferma del Fondo
all'interno del prossimo Bilancio di previsione: arrivare a garantire alle imprese la fruibilità del 50
per cento del deposito cauzionale per tutti i crediti fino a un importo di 100.000 euro. In modo da
favorire soprattutto le piccole imprese, quelle le cui necessità creditizie molto spesso superano i
50.000.
Sul fine perseguito da questa miglioria richiesta per l'avvenire dai Consorzi Fidi, Ricevuto e
Martelli, e il dirigente di settore Gabriele Schifilliti, hanno pienamente concordato. Sottolineando,
peraltro, come le somme già erogate da Palazzo dei leoni, dovendo essere restituite alla Provincia
alla scadenza naturale dei singoli mutui, andranno via via a ricostituire un fondo di rotazione a
beneficio delle piccole e medie imprese. Laddove il pericolo di mancata restituzione del mini
"prestito" all'ente pubblico, da parte di imprese in possesso dei requisiti e quindi dichiarate
affidabili dai Consorzi, non mette troppa paura.
Ad intervenire e a manifestare grande soddisfazione, con Ricevuto e Martelli, sono stati l'on.
Roberto Corona e il dottor Domenico Consolo per il consorzio Ascom Finance, e il dottor Maurizio
Ientile, per Confarfidi. Le piccole e medie imprese di queste due realtà, beneficiarie del Fondo
anticrisi, sono state 73 e 25, in proporzione alla rispettiva dimensione associativa, rispetto a crediti
per 7 milioni e mezzo e per 1 milione e 700.000 euro. Oltre una quindicina, invece, le imprese
beneficiarie grazie a Confidi Sicilia, a fronte di un credito di circa 2 milioni. Infine un dato globale:
appena il 30 per cento degli imprenditori beneficiari operano a Messina, mentre tutti gli altri – e
non stupisce – appartengono alla provincia.