Uomo e Atleta - Centro Regionale di Psicologia per lo Sport

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Uomo e Atleta - Centro Regionale di Psicologia per lo Sport
Uomo e Atleta
A cura di Barbara Rossi, psicologa dello sport
Non si può formare un atleta e un campione prescindendo dalla formazione dell’uomo. Quali che
siano le sue capacità, se l’uomo non è all’altezza di sostenere i suoi successi dopo averli raggiunti e
di gestire una carriera mantenendo il suo equilibrio personale, qualsiasi vittoria sarà transitoria. Al
netto di qualche eccezione che conferma la regola, quanto appena scritto è un fatto reale e
riscontrabile.
Quindi moltissimi tecnici già sanno che è importantissimo il modo in cui si lavora per portare
l’uomo alla sua maturazione affinché l’atleta sia di successo. Ma nella pratica questo che significa?
Su cosa devono lavorare gli staff tecnici per condurre l’atleta alla sua completezza ed alla sua
massima espressione? Dove sta il segreto?
E’ possibile dire che esiste qualche caratteristica che distingue il campione da tanti ottimi sportivi
con lo stesso bagaglio tecnico e lo stesso potenziale fisico?
E ammesso che sia possibile individuare alcune dimensioni specifiche, hanno esse un valore
predittivo e, soprattutto, è possibile lavorare per migliorarle?
I risultati ottenuti da parte della ricerca sulle caratteristiche dei campioni di sport confermano il
ruolo predominante svolto dal Vigore fisico e mentale: gli atleti d’elite mostrano un profilo
caratterizzato soprattutto da un’elevata energia. In particolare, gli atleti di alto livello presentano
punteggi di tale dimensione significativamente superiori a quelli degli atleti amatori, ma per
entrambi i gruppi i punteggi sono significativamente più elevati di quelli dei non atleti (cioè
persone che non praticano attività sportiva neppure a livello amatoriale). Gli atleti di alto livello,
inoltre, presentano punteggi elevati nella Coscenziosità nel portare avanti i loro impegni sia
rispetto agli atleti amatori sia rispetto ai non atleti. È soprattutto l'aspetto "proattivo" di tale
dimensione ( cioè la perseveranza, la tenacia, la persistenza, la capacità di trovare soluzioni nuove
ed autonome ai problemi ) ad essere cruciale; è tale aspetto ad essere più coinvolto nella
dinamica motivazionale sottostante l'innesco e il mantenimento delle diverse condotte. Infine,
un'ulteriore prerogativa degli atleti di alto livello risulta essere un'elevata Stabilità Emotiva: anche
in questo caso, gli atleti di alto livello risultano emotivamente più stabili degli atleti amatori e dei
non atleti.
Dunque l'atteggiamento mentale col quale si agisce e si reagisce agli avvenimenti della vita, si
fanno le scelte e si affrontano gli impegni può fare la differenza.
Un giusto atteggiamento mentale non è sempre insito naturalmente in ogni giocatore: rabbia,
paura, insicurezza, delusione, esaltazione, tensione ecc. fanno parte della natura umana, e non
sempre è facile gestirle; tuttavia, esistono persone che più o meno spontaneamente posseggono
caratteristiche funzionali alla riuscita ed alla massima espressione nello sport. Ma tutto si può
apprendere e migliorare.
E’ indubbio però che, al di là di ogni generalizzazione, ogni atleta abbia caratteristiche molto
personali che possono essere migliorate attraverso un valido processo individualizzato di
allenamento mentale. In questo senso appare fondamentale comprendere e considerare l’uomo e
l’atleta nella sua interezza, esaminandone e allenandone le caratteristiche variabili senza
dimenticarne l’unicità indissolubile.
In questa ottica la carriera di un atleta può essere definita come il prodotto di molti fattori che
potrebbero essere riassunti in una formula di questo tipo :
Carriera = P x M x C x A x S
Dove P sta per la personalità dell’uomo, M per le sue motivazioni, C per le sue capacità atletiche,
tecniche e tattiche innate e apprese, A per le sue abilità mentali e le sue intelligenze e S sta per
sistema cioè l’ambiente, le relazioni che compongono i contesti in cui si opera che determinano
spinte e condizionamenti. Tutti questi fattori si influenzano a vicenda in un unico percorso umano
che produce la storia di un atleta.
La figura qui sotto fa parte dei ”Nodi” di Escher ( 1965 ), una delle opere dell’artista olandese che
meglio sembra rappresentare i concetti di complessità e, al contempo, unicità dell’uomo e
l’impossibilità di capire quale delle sue componenti sia predominante nella determinazione della
persona e dei suoi comportamenti. Anche le componenti psicologiche dell’uomo-atleta coinvolte
nello sport sono parimenti interdipendenti e tutto è in continuo movimento: la personalità
dell’atleta condiziona le sue motivazioni che determinano e sono determinate dalle sue abilità
mentali che sono legate a doppio filo alla sua personalità e tutto l’insieme determina i risultati
raggiunti e ne è condizionato.
Sembra tutto molto complicato ma in realtà in un percorso sportivo educativo e ben strutturato
l’atleta matura naturalmente tutte le capacità cognitive, psicologiche e sociali così come quelle
atletiche e tecniche. L’istruttore, allenatore, coach, preparatore atletico ecc. scrupoloso e attento,
che può fare la differenza in positivo, si preoccupa di tenere in grande considerazione insieme alla
parte tecnico-tattica e atletica, anche quella psicologica, il cui sviluppo da parte dei suoi colleghi
tecnici meno attenti è spesso lasciato solo al buon senso o completamente sottovalutato.