Leggi il documento della segretaria nazionale Lucia Rossi

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Leggi il documento della segretaria nazionale Lucia Rossi
In Europa ogni giorno vengono uccise sette donne. In Italia muore una donna
ogni due giorni, quasi sempre per mano del partner. Non si può restare
indifferenti quando le cifre sono queste. La violenza sulle donne è un fenomeno
purtroppo in crescita che coinvolge tutte le generazioni. In molte subiscono in
silenzio, nella solitudine, senza denunciare.
Il 26 novembre scorso la grande manifestazione “Non una di meno” ha visto la
partecipazione di tante donne e uomini di tutte le età e di diverse provenienze
che hanno protestato contro violenze sessuali e fisiche, soprusi, discriminazioni
di ogni tipo, disuguaglianze economiche e sociali, scarsa rappresentanza, taglio
dei fondi ai consultori e ai centri antiviolenza, restrizioni concrete all’attuazione
della legge sull’interruzione di gravidanza.
E poi c’è una violenza di cui nessuno parla. Quella sulle donne anziane. La
violenza sulla terza e quarta età non è solo una tematica complessa che
riguarda il sistema socio-sanitario ma è in generale un vero e proprio tabù
sociale. Solo riconoscendo la violenza sugli anziani e, in particolare, sulle
donne anziane, si potranno adottare i necessari provvedimenti per contrastare
un fenomeno purtroppo molto diffuso.
Il rapporto pubblicato dall’OMS sui maltrattamenti alle persone anziane
racconta di 8.300 ultrasessantenni vittime di omicidio in Europa e di 10.000
anziani oggetto di abusi quotidiani da parte di operatori, familiari o altre
persone. Le violenze si consumano nelle case di riposo, negli ospedali, fra le
mura domestiche.
Spesso chi è costretto da una malattia o da altre circostanze legate
all’avanzare dell’età ad affidarsi all’assistenza altrui perde la propria autonomia
e la propria capacità di autodeterminazione. Molte di queste persone non sono
più in grado di esternare i propri desideri e le proprie necessità, trovandosi così
a dipendere dagli altri. La violenza nei confronti delle persone anziane può
assumere diverse forme. Può consistere in abusi fisici e psicologici fino ad
arrivare allo sfruttamento economico. Bisogna poi pensare anche a tutte le
azioni e le omissioni in grado di produrre gravi ripercussioni sul benessere
fisico ed emotivo della persona anziana. Anche questo è da considerarsi a
pieno titolo “violenza”.
È poi molto diffusa l’errata convinzione che le donne anziane non siano vittime
di abusi sessuali. È una convinzione errata perché spesso gli uomini diventano
autori di violenza proprio perché sfruttano l’incapacità delle donne a difendersi
e la loro vulnerabilità. Ma se ne parla solo nei casi più sensazionalistici che
attirano l’attenzione dei media. Siamo di fronte a un silenzio assordante,
eppure c’è tutto un mondo fatto di violenze e soprusi, spesso messi a tacere,
complici la coscienza tormentata – e a volte frustrata – dei familiari e
l’incapacità delle istituzioni di controllare e vigilare sulle strutture, pubbliche e
private.
Tutte queste ragioni hanno indotto lo Spi, insieme alla Funzione Pubblica
nazionale, a costruire per l’8 Marzo una campagna nelle case di riposo di tutta
Italia, “Insieme”. L’obiettivo è individuare in ogni territorio una casa di riposo
da visitare nel corso di tutto il 2017 per creare una relazione con le ospiti e le
lavoratrici delle strutture e per costruire un percorso comune che favorisca
l’emersione dei problemi e delle criticità. Sì, un compito difficile, ma ancor più
arduo in un ambito, quello della non autosufficienza, caratterizzato da scarsa
capacità di rappresentanza.
Il sindacato dei pensionati della Cgil ce la mette tutta. Per essere presente e
vicino alle donne che vivono tutti i giorni nelle case di riposo. Per sensibilizzare
l’opinione pubblica. Per intervenire e aiutare, concretamente. Combattiamo
insieme questa difficile battaglia.
Lucia Rossi
Segretaria nazionale Spi Cgil