DEVANTURE = MOSTRA, VETRINA DI NEGOZIO
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DEVANTURE = MOSTRA, VETRINA DI NEGOZIO
DEVANTURE = MOSTRA, VETRINA DI NEGOZIO Devanture : n. f. Facciata, rivestimento speciale del davanti di un magazzino ove gli articoli sono esposti alla vista dei passanti, sia dietro un vetro, sia all'esterno. Per estensione, étalage (mostra). (Dictionnaire encyclopédique Larousse) Benché il termine "devanture" sia apparso nella lingua francese fin dal 1642, il principio stesso del negozio con una vetrina si fa strada soltanto alla fine del XVIII secolo e "ha detronizzato la bancarella soltanto nella seconda metà del XIX secolo" Invero, nel Medioevo, il commercio è infatti costituito da una bancarella (1) collocata sotto le arcate ove le mercanzie erano esposte su una tavola di legno ribaltabile quando il negozio era aperto. Eppure, con questo principio, gli affari erano trattati più nella strada che nel magazzino che era usato come deposito. In più, in quest'epoca, l'elemento che permetteva di differenziare i magazzini dagli altri edifici era l'insegna. Anche le insegne, ognuna più imponente dell'altra, sconfinavano sullo spazio pubblico e provocavano problemi di circolazione nelle strette strade dell'epoca. Così, il Rinascimento segna il periodo della modifica di queste insegne e della trasformazione dei negozi. Quelle a vento diventano fisse e le imposte non fanno più corpo con il magazzino. Ma bisogna attendere la fine del XVII secolo per vedere apparire le mostre vetrate. I primi commerci ad ottenere il lusso di una vetrina sono le "boutiques" più nobili: le farmacie. (2) Bisogna d'altra parte notare che i termini "apothicaire" e "boutique" hanno un'etimologia greca comune: apothéké. "Constance Pillerault era la prima commessa di un negozio di moda chiamato Le Petit Matelot, il primo dei magazzini che allora si sono stabiliti a Parigi con insegne più o meno dipinte, striscioni svolazzanti, mostre piene di scialli altalenanti, cravatte sistemate come castelli di carte, e mille altre seduzioni commerciali, prezzi fissi, bende, manifesti, illusioni ed effetti ottici portati a un tale grado di perfezionamento che le vetrine di boutique sono divenute dei poemi commerciali". Honoré de BALZAC, César Birotteau, 1837 Il XVIII secolo vede le farmacie ornare le loro vetrine di rivestimenti di legno finemente scolpiti, di dorature e di vasi in vetro. Poco a poco, gli altri commerci di lusso imitano le farmacie e danno una prima immagine di ciò che saranno le vetrine moderne.(3) Eppure, se l'invenzione della mostra-vetrina è il primo elemento di trasformazione, essa è molto velocemente "completata dall'arrivo dell'illuminazione a gas verso il 1820 in certi commerci di lusso", che comprendono molto presto che essa permette di valorizzare l'esposizione e attirare i passanti. Da allora, il negozio modesto, basso, oscuro e polveroso lascia il posto a grandi negozi spaziosi e luminosi. La vetrina è un elemento rivoluzionario che permette alla luce di penetrare nel magazzino ma anche di dare per trasparenza un'immagine del negozio dall'esterno. Sotto la Restaurazione, appaiono i primi negozi di moda. Essi avranno un enorme successo presso il pubblico con gran danno dei proprietari dei piccoli negozi tradizionali che chiudono uno dopo l'altro. Nel XIX secolo, i negozi di moda trionfano sotto forma di grandi magazzini (4 e 5). La vetrina diviene un simbolo di lusso, uno spazio fiabesco, che impedisce di toccare gli oggetti che essa racchiude, ma che ne permette la contemplazione all'infinito. Questo secolo vede anche comparire nuovi spazi commerciali: le gallerie. Con i grandi perforamenti hausmanniani, la vetrina evolve. Essa diventa un modello neutro, che non conta e s'affaccia dietro l'architettura dell'insieme dell'edificio. Eppure, al fine di differenziare le boutique, l'artista interviene sugli abbellimenti e le scritte delle insegne. Così, le boutiques rue de Rivoli (6) e quelle lungo i "grands boulevards" sono concepite come uno spettacolo, una messa in scena che raggiunge l'apogeo del suo splendore in occasione delle feste di fine anno. magazzino è realizzata in marmo o in metallo (8). Essa diventa un lavoro di architetto e non più dell'arredatore. Questa epoca segna la ricerca di un nuovo equilibrio delle vetrine. Con il modernismo e l'incremento del consumo di massa, la vetrina di un magazzino diviene il suo primo mezzo per stimolare l'acquirente potenziale. L'architettura della facciata è quindi pensata come un segnale, un manifesto, una sintesi dei prodotti proposti all'interno. La vetrina presenta allora un'indipendenza formale rispetto al suo contesto ambientale e l'aspetto pubblicitario supera tutti gli altri criteri. Essa diviene una strategia commerciale. Poco a poco, la vetrina lineare abituale è destrutturata. Aggetti e rientranze sono creati al fine di spingere il cliente ad entrare all'interno del negozio.(9 e 10) In seguito, lo sviluppo delle vetrine si è accelerato. In effetti, la moda della facciata in ceramica (7) compare con il movimento Art Déco all'inizio del secolo. Questi tipi di vetrine hanno conosciuto un immenso successo perché il materiale di base era molto comune e inalterabile e quindi conveniva perfettamente all'architettura commerciale. Grazie alla ceramica, ciascuna vetrina diventava un centro d'interesse che aveva bisogno dell'intervento dell'artista. Ai nostri giorni, alla vetrina si offrono due strade. Da una parte, nei quartieri storici e protetti le vetrine sono sottoposte al benestare dell'architetto degli edifici di Francia. Essa generalmente è collocata al piano terra di un immobile antico e si inserisce in questo contesto. D'altra parte, esistono delle creazioni nuove che corrispondono a ricerche in materia di design e che fanno appello agli innovatori. Questi negozi tengono realmente conto del loro ambiente e non sono assoggettati al solo elemento della pubblicità. Così, l'esempio del Viaduc des Arts (11) mostra come il recupero di spazi pubblici mal definiti e poco sicuri permette di creare un'animazione nel quartiere e di facilitare l'insediamento di commerci e artigianato. Nel XX secolo, un altro movimento, l'Art Nouveau, valorizza un'architettura della vetrina. La facciata del V. ENSEIGNE, BOUTIQUE, TRANSPARENCE, GALERIE, QUARTIER.