Il ruolo educativo del museo contemporaneo e il caso del Museo

Transcript

Il ruolo educativo del museo contemporaneo e il caso del Museo
PAG 79-86_Xanthoudaki_MARCHIS VITTORIO CAPITOLO 04/02/14 11.33 Pagina 79
MUSEOLOGIA SCIENTIFICA nuova serie • 7(1-2): 79-86 • 2013
ISSN 1123-265X
Educazione - Contributi
Il ruolo educativo del museo contemporaneo
e il caso del Museo Nazionale della Scienza
e della Tecnologia Leonardo da Vinci
Maria Xanthoudaki
Education & Centro di Ricerca per l’Educazione Informale (CREI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia
Leonardo da Vinci, Via San Vittore, 21. I-20123 Milano. E-mail: [email protected]
RIASSUNTO
Il presente lavoro intende esaminare il ruolo educativo dei musei, con particolare attenzione ai musei scientifici e agli science centre, nel contesto dei cambiamenti del ruolo sociale dei musei, della corrente evoluzione
sociale e degli approcci all’educazione e all’apprendimento. L’analisi considera, in primo luogo, tendenze,
studi e politiche a livello internazionale e, di seguito, il caso specifico dei Servizi educativi del Museo
Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci.
Parole chiave:
musei, educazione museale, educazione scientifica, apprendimento.
ABSTRACT
The educational role of the contemporary museum: the case of the National Museum of Science and
Technology Leonardo da Vinci.
The paper aims to examine the educational role of museums - with particular attention to science museums and
science centres - in the context of the changes in the social role of museums, of current evolutions in society
(related to a range of aspects, from technology to citizenship), and of the current approaches to education and
learning. The discussion is based, on the one hand, on tendencies, studies and policies at international level, and
on the other on the specific case of the National Museum of Science and Technology Leonardo da Vinci and
its work in education.
Key words:
museums, informal learning, science education, learning.
INTRODUZIONE
Oggi possiamo affermare con certezza che il ruolo
dei musei nella società sta cambiando, come sta cambiando anche la definizione del museo stesso nella
qualità di luogo fisico, di missione e del rapporto con
il visitatore. Questo in un contesto di rapida evoluzione della tecnologia, dell’educazione, della nozione di cittadinanza e della società stessa, all’interno
delle quali si creano (e si aspettano) esperienze personalizzate, partecipative, innovative, efficaci,
(inter-)connesse e di qualità.
Il presente saggio esamina il ruolo educativo dei
musei considerando da un lato le correnti tendenze
della scienza dell’educazione, e dall’altro l’individuo,
il discente, il cittadino (che i musei accolgono ogni
giorno) che oggi come mai prima si trova a dover rispondere a sfide importanti che presuppongono preparazione, consapevolezza e partecipazione attiva.
All’interno di questo quadro, cerco di rispondere a
due domande:
Come è cambiato il ruolo educativo dei musei?
E come, oggi, tale ruolo continua a essere rilevante
per la società?
Nella prima parte, le risposte emergono dall’analisi
del ruolo educativo dei musei, con particolare attenzione ai musei tecnico-scientifici e agli science
centre; nella seconda, dalla presentazione del caso
del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci e del suo lavoro nell’ambito
dell’educazione scientifica e informale, iniziato con
la nascita del Museo stesso nel 1953.
IL RUOLO EDUCATIVO DEI MUSEI
Pensando alla lunga storia dei musei, si può dire che
siamo passati:
• da:
- Musei come tempi di conoscenza e di avanzamento
intellettuale
- Musei per la contemplazione delle meraviglie del
mondo
- Musei per l’acculturamento e l’alfabetizzazione
delle masse
IL RUOLO EDUCATIVO DEL MUSEO CONTEMPORANEO
79
PAG 79-86_Xanthoudaki_MARCHIS VITTORIO CAPITOLO 04/02/14 11.33 Pagina 80
- Musei per l’istruzione delle giovani generazioni
- Musei per la divulgazione come responsabilità pubblica,
• a:
- Musei come risorsa per l’apprendimento lungo
tutto l’arco della vita
- Musei come esperienza - personale, unica
- Musei come luoghi della nostra identità, individuale e collettiva
- Musei come mediatori per una cittadinanza attiva
- Musei come macchine della democrazia
- Musei che appartengono a tutti, che sono parte
integrante della società.
Il cambiamento della percezione che un museo ha di
se stesso e del proprio ruolo è perennemente correlato col cambiamento del modo in cui esso viene
fruito dalle persone. Dall’uso del museo come ‘momento culturale eccezionale’, siamo passati al suo uso
come parte di un percorso di lifelong learning - informale, personalizzato, scelto liberamente, coscientemente e per ragioni diverse da ciascuno di noi.
Oggi il visitatore è un ‘ricercatore’, in un percorso di
esplorazione e ricerca di significato personale
(Xanthoudaki et al., 2003).
La conseguenza, ma, allo stesso tempo, una delle
ragioni che porta a tale cambiamento è l’evoluzione
dell’approccio educativo, ovvero delle metodologie
e degli strumenti che i musei studiano, sviluppano,
mettono in atto - e a volte difendono - per fortificare
un rapporto che per la prima volta si manifesta in
modo così forte: il rapporto fra museo e i suoi visitatori; un rapporto fra pari, che consente di ascoltare,
rispettare, accogliere i vissuti di ciascuna parte,
volendo costruire conoscenza in modo condiviso e
creare reciproca comprensione e una maggiore ricchezza culturale (Cairns, 2013).
Se guardiamo intorno a noi e dentro il, nuovo per
tante cose, 21° secolo, ci accorgiamo che non poteva andare diversamente. Il ruolo del museo oggi
rispecchia il (e rientra nel) mutamento dello stile e
dei ritmi di vita contemporanei; ma ancor più rispecchia un emergente modello di educazione. Cresce
l’esigenza di percorsi formativi personalizzati, dell’apertura delle strutture di istruzione tradizionali, della
creazione di opportunità per apprendimento ‘sociale’. La conoscenza e l’esperienza diventano terreni di
condivisione e di continua re-interpretazione, tutto
mentre la società cambia talmente velocemente che
spesso i discenti si trovano a saperne più dei propri
educatori (Peel, 2013; Cairns, 2013; EdgecliffeJohnson & Cook, 2013; Dembosky, 2013 Verhard,
2012; Bevan & Dillon, 2010). In questa nuova concezione di educazione, cambiano la definizione di
‘esperto’, il modello pedagogico, ma anche la nozione dell’istituzione educativa stessa. Oggi apprendimento significa - e questo non è una conquista del
21° secolo ma di ben prima - un percorso esperienziale strettamente legato a tutta la vita di una perso-
80
MARIA XANTHOUDAKI
na e non più solo ai processi dell’educazione formale
Fenichel & Schweingruber, 2010; National Research
Council, 2009; vedi anche Inspiring Learning for All;
ISE Summit, 2010). Significa, inoltre, avere la possibilità di decidere cosa e come imparare (Falk &
Sheppard, 2006).
Rivoluzionare l’educazione è inevitabile; e vuol dire
andare incontro alla nuova definizione di apprendimento e alle esigenze di oggi, creando contesti in cui
si favorisce la crescita delle capacità di esplorare e
indagare, partecipare in modo attivo e ragionato,
osservare, porre delle domande, sperimentare, mettendo al centro del processo educativo il discente
stesso con le sue caratteristiche e con i suoi bisogni.
L’indagine e la sperimentazione rimangono strumenti fondamentali anche nel contesto della vita contemporanea permeata dalla tecnologia (in cui l’esperienza educativa cambia ancora e le relazioni interpersonali assumono una natura ben diversa, in cui
rischi e potenzialità sono ancora oggetti di forte
dibattito (Edgecliffe-Johnson & Cook, 2013; Ito,
2008, 2009): creano opportunità per un rapporto
‘fisico’, diretto e sensoriale, incoraggiano l’utilizzo di
strumenti cognitivi, della dimensione emotiva e dell’interazione con altri, contribuendo così a mantenere e sviluppare la ricchezza e il potenziale delle qualità umane.
Pensando in questo modo (e, mi sembra, non ci sia
altro modo in cui pensare, oggi), i musei possono
fornire un contributo fondamentale all’attuazione e
alla diffusione di questo approccio con risultati
importanti per il potenziamento della conoscenza,
della comprensione e delle capacità, il miglioramento della qualità della vita, la democratizzazione della
conoscenza, la responsabilità sociale. Tale ruolo si
deve all’approccio educativo e al fatto che i musei
sono parte di un sistema di ‘attuatori’ di educazione
informale con ruoli ben definiti nel lifelong learning
e nei nuovi modelli di educazione e formazione
(Bevan, 2008; Museums Association, 2012; Friedman
& Mappen, 2011).
La ‘nuova educazione’ si costruisce sul rapporto fra
pari di cui si è già detto, su un dialogo continuo e
costruttivo fra i due ‘esperti’: il museo e il visitatore.
Il museo mette a disposizione tutta la conoscenza, la
ricerca, le domande di cui quotidianamente si occupa; il visitatore porta la propria expertise che proviene dal proprio vissuto, dalle proprie conoscenze,
dalla propria identità. Gli approcci frontali, monodirezionali, positivisti cedono il loro posto all’indagine, al metodo scientifico, alla creatività’ (anche nella
scienza) valorizzando il bagaglio personale del visitatore come strumento per l’apprendimento, la comprensione, l’esperienza (Falk & Dierking, 2000).
In questa ottica, il percorso esperienziale del visitatore-ricercatore diventa il driver del lavoro educativo del museo che, esso stesso, evolve accogliendo
(quindi accettando) la natura soggettiva di una tale
PAG 79-86_Xanthoudaki_MARCHIS VITTORIO CAPITOLO 04/02/14 11.33 Pagina 81
ricerca. L’apprendimento nel museo è multiforme,
emotivo e cognitivo, di velocità variabile, si basa su
esperienza, esplorazione, investigazione e sperimentazione ma anche sull’immaginazione e sull’intuizione, in una forte dimensione sociale e culturale. La sua
complessità sta, da un lato, nella brevità, irregolarità
e volontarietà della visita; e dall’altro, nell’indiscutibile, per quanto variegato, effetto dell’incontro fra
visitatore e museo sull’apprendimento, sul comportamento e sulla memoria (Hein, 1998; Adams et al.,
2003; Bevan & Xanthoudaki, 2009; Claxton, 1999;
Wood, 1988; Xanthoudaki, 2010).
Si va dunque oggi oltre i modelli che vedono l’uso
del museo esclusivamente all’interno di un rigido
processo di “prima-durante-dopo” (HooperGreenhill, 1991) o quelli che ne riconoscono il valore soltanto se legato ad apprendimenti di tipo ‘logico-matematico’. Nonostante in passato questi schemi abbiano avuto un’influenza positiva per il riconoscimento del ruolo educativo del museo, non sono
più adatti né al contesto educativo che sta nascendo,
né alla natura del museo contemporaneo. L’impatto
del museo, sulla comunità e sui visitatori, è sottile,
indiretto, cumulativo nel tempo, e spesso interconnesso con l’impatto di esperienze provenienti da altri
fonti di educazione informale e formale. Le necessità
di migliorare la conoscenza sull’apprendimento
museale e di dimostrare il valore pubblico dei musei
è reale, tuttavia non deve essere legata soltanto agli
aspetti misurabili o dimostrabili escludendo tutto il
resto che un processo esperienziale e di apprendimento comprende (Weil, 1999).
Intendendo il loro ruolo educativo in questo modo, i
musei mirano a essere luoghi:
- per trovare risposte a molte domande su un mondo
che cambia velocemente, e per crearne delle nuove;
- per immaginarsi scenari nuovi;
- per (voler) cambiare il mondo.
L’EDUCAZIONE AL MUST
Per capire qual è oggi il ruolo educativo del MUST,
riflettere su quanto detto sopra non basta. È altrettanto necessario guardare alla sua storia e alle scelte
dei trascorsi 60 anni.
Nel suo lungo cammino (anche se non lunghissimo,
se paragonato con altri musei al mondo), il lavoro
educativo del MUST ha sempre rispecchiato sia le
diverse epoche storiche sia il suo obiettivo di essere
al servizio della società e il Museo “del divenire del
mondo” (Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, 1958). Fin dalla nascita del Museo Nazionale
della Scienza e della Tecnica il 15 febbraio 1953, il
suo fondatore, ingegner Guido Ucelli di Nemi, si è
impegnato nella comunicazione scientifica con finalità specifiche: quella dell’alfabetizzazione scientifica
e tecnica dei giovani in un Paese in trasformazione e
quella dello sviluppo di una cultura scientifica. Oltre
che con le esposizioni, queste finalità vengono perseguite attraverso un programma di iniziative e attività che negli anni sono cresciute avvalendosi di un
Museo di cui la ricerca, la scienza, la tecnologia, l’industria e l’artigianato sono stati sempre parte integrante.
Il Centro di Fisica
In questo percorso, il Museo è stato pioniere in alcune sue azioni fin da ‘giovane’. La prima è l’istituzione,
nel 1955, del Centro di Fisica sperimentale (Ghezzi,
1966) (fig. 1). I primi destinatari sono gli insegnanti
che assistono a sperimentazioni e utilizzano apparecchiature scientifiche didattiche per la fisica. Fino
all’inizio degli anni ‘80, il Centro progetta e propone
Fig. 1. Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci: il centro di Fisica (archivio
fotografico del museo).
IL RUOLO EDUCATIVO DEL MUSEO CONTEMPORANEO
81
PAG 79-86_Xanthoudaki_MARCHIS VITTORIO CAPITOLO 04/02/14 11.33 Pagina 82
corsi di aggiornamento, lezioni sperimentali nelle
scuole, materiali scientifico-didattici e mostre didattiche. Supporto importante in questo lavoro è
l’’Unità Mobile’, un pulmino della scienza rivoluzionario che, fornito di attrezzature fatte arrivare dagli
Stati Uniti, raggiunge direttamente le scuole.
I laboratori interattivi
Gli anni ‘80, come accadde per molti musei della
scienza di impostazione classica, costituiscono un
periodo di riflessione e di cambiamento dell’approccio divulgativo, anche per effetto della diffusione e
del successo degli science center. L’approccio che
caratterizza gli science centre trova un terreno fertile, poiché già alla sua nascita il Museo crede fortemente che la sua funzione educativa non debba
“esplicarsi in forme aride e pedanti” ma debba scaturire “dall’osservazione di oggetti e dalla esecuzione
di esperienze, così da risvegliare l’attenzione, la
curiosità e suscitare desiderio e interesse di maggiori
conoscenze” (Museo Nazionale della Scienza e della
Tecnica, 1958).
In un tale contesto, arrivano negli anni ‘90 le prime
‘mostre didattiche’ (Museo Nazionale della Scienza e
della Tecnica, 1992), ulteriore conferma della necessità di consentire ai giovani una sperimentazione dal
vivo attraverso apparati interattivi. Il momento è maturo per compiere un altro dei passi innovativi nella
storia del lavoro educativo del Museo: l’avvio, nel
1993, dei primi laboratori interattivi ispirati dalla
filosofia di Frank Oppenheimer e dell’Exploratorium
di San Francisco (Museo Nazionale della Scienza e
della Tecnica, 1992).
Con gli ‘i.lab’, il Museo progetta aree attive strettamente collegate con gli oggetti delle esposizioni
permanenti. In molti casi l’area si trova proprio vicino all’esposizione di riferimento volendo integrare
fra loro oggetti storici e fenomeni e ‘dare voce’ ad
apparati altrimenti ‘muti’ nelle vetrine (Miotto, 2002).
I laboratori interattivi sono tuttora parte delle risorse
offerte ai visitatori ed evolvono continuamente. I
temi e le attività e, ancor più, il metodo che adottano
per incoraggiare la partecipazione di tutti in prima
persona sono gli elementi che fanno sì che gli i.lab
siano oggi uno degli “asset” più importanti del Museo. Non sono soltanto spazi interattivi; sono ormai
diventati contesti di ricerca metodologica (figg. 2-3).
Il Centro di Ricerca per l’Educazione Informale
Una terza fase nel percorso di innovazione nella storia dei Servizi educativi del MUST è la fondazione,
nel 2009, del CREI© - il Centro di Ricerca per l’Educazione Informale. Il Centro si può considerare come il consolidamento di una crescente attività educativa e formativa che caratterizza l’era più recente,
cioè quella che parte nel 2000 con il passaggio del
Museo da istituzione pubblica a Fondazione di diritto privato.
82
MARIA XANTHOUDAKI
Fig. 2. Museo Nazionale della Scienza e della
Tecnologia Leonardo da Vinci: i laboratori interattivi.
a) Attività sperimentali sull’ingegneria nel chiostro
del museo; b) attività sperimentali nell’ilab di biotecnologie
(foto Lorenza Daverio).
CREI© fa parte della funzione dei Servizi educativi
del Museo e nasce come centro di ricerca, sperimentazione e pratica di metodologie, strumenti e attività
sull’educazione informale che, come metodo, sta al
cuore dell’offerta educativa del Museo. Concretamente, il CREI© progetta e offre corsi di formazione
per gli insegnanti sui temi tecnico-scientifici del
Museo e sulle metodologie di educazione informale
e apprendimento sperimentale; kit educativi utili per
la pratica sperimentale in classe; incontri con esperti
della comunità scientifica, delle aziende e del Museo
stesso; confronto e consulenza (gratuita) per i progetti didattici degli insegnanti stessi; presentazioni
speciali, anteprime a mostre e nuove esposizioni e
laboratori.
La metodologia educativa del MUST
Oltre offrire un servizio alla scuola, l’obiettivo principale del CREI© è continuare la ricerca metodologica e la riflessione su specifici approcci interpretativi e metodologie educative che, ad oggi, sono:
• l’ “inquiry-based learning”, che favorisce processi di
sperimentazione diretta e l’uso del metodo scientifico come strumenti per esplorare e interpretare la
scienza e la tecnologia, con particolare riferimento ai
temi trattati dai laboratori interattivi e nelle sezioni
espositive;
• il “tinkering” (ispirato da, e avviato insieme
all’Exploratorium), che integra il metodo scientifico
con la creatività della scienza attraverso processi di
costruzione manuale e di problem solving;
PAG 79-86_Xanthoudaki_MARCHIS VITTORIO CAPITOLO 04/02/14 11.33 Pagina 83
• “scienza & società”, come approccio alla scienza,
tecnologia e alla loro comunicazione, che porta alla
luce gli aspetti socio-culturali di scienza a tecnologia
e crea nuovi strumenti e modalità di dialogo diretto
fra i cittadini e la comunità scientifica;
• l’approccio mirato all’esplorazione delle esposizioni del Museo e alla valorizzazione degli oggetti delle
collezioni: L’osservazione dell’oggetto, l’uso delle
domande, delle emozioni, dell’immaginazione, lo
story-telling, diventano strumenti per creare un legame con il vissuto del visitatore attraverso il quale
l’oggetto-documento ‘rilascia’ le sue ‘tessere di
mosaico’ che trovano il loro posto, unico, nell’esperienza educativa del visitatore (fig. 4).
I servizi educativi come funzione interna
del Museo
L’anima di tutto questo lavoro è lo staff dei Servizi
educativi del Museo, responsabile dell’ideazione,
della progettazione, dello sviluppo e dell’erogazione
diretta di tutti i programmi e attività. La presenza di
una sezione educativa interna e stabile manifesta
quanto il MUST creda e investa nel valore di un’azione educativa continua e strutturata. Fin dai primi
anni, il Museo interpreta il ruolo di “Museo vivo,
Museo di tutti aperto a tutti e soprattutto a quanti
hanno interesse alla sua funzione didattica ed educativa” (Museo Nazionale della Scienza e della
Tecnica, 1958; Curti, 2000).
La prima ‘sistematizzazione’ simile al modello di
oggi inizia negli anni ‘90. La Sezione dei Servizi educativi si occupa della progettazione dei laboratori
interattivi e di attività educative, exhibit ed eventi
speciali. Inoltre, organizza le visite delle classi e il
lavoro degli animatori scientifici, curando prevalentemente un pubblico scolastico. In quegli anni inizia
a formarsi un primo gruppo di operatori esperti che
sarà il primo nucleo per la successiva crescita.
È il passaggio del Museo a Fondazione a dare una
svolta allo sviluppo dei Servizi educativi: non si tratta soltanto dell’incremento del numero delle attività
educative o dei progetti ma, ancora più importante,
della graduale creazione di una organizzazione ben
definita, composta da professionisti qualificati e
parte dello staff permanente del MUST. Dall’ideazione all’erogazione, tutte le fasi del lavoro coinvolgono conoscenze e competenze da diversi campi,
quali le scienze, l’educazione scientifica, la pedagogia, l’educazione informale, le materie umanistiche,
la ricerca educativa.
EDUCAZIONE E SOSTENIBILITÀ
ISTITUZIONALE
In particolare negli ultimi 12 anni il MUST ha lavorato per il potenziamento della sua expertise nel
campo dell’educazione informale. La metodologia
dell’educazione informale è la base per lo sviluppo di
programmi adatti a diverse tipologie di visitatori, la
formazione dei professionisti che lavorano nel
campo educativo in musei e science centre, per il
Fig. 3. Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci: attività educative per le scuole
nell’i.lab materiali.
IL RUOLO EDUCATIVO DEL MUSEO CONTEMPORANEO
83
PAG 79-86_Xanthoudaki_MARCHIS VITTORIO CAPITOLO 04/02/14 11.33 Pagina 84
Fig. 4. Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci: Galleria Leonardo
(foto Alessandro Grassani)
sostegno dell’educazione scientifica a scuola e per lo
sviluppo professionale degli insegnanti.
Nell’anno del 60° anniversario, gli elementi che contraddistinguono il nostro lavoro educativo sono:
• la metodologia educativa che valorizza l’immediatezza degli esperimenti e dei fenomeni, la forza degli
oggetti e la ricchezza dell’esperienza degli esperti
per creare un rapporto diretto con il visitatore a
livello cognitivo, emotivo, fisico e sociale;
• gli stessi laboratori interattivi, per il modo in cui
coinvolgono i visitatori e per i temi che affrontano;
• l’innovatività delle proposte educative, ciascuna
delle quali cerca di raggiungere temi, pubblici e
obiettivi diversi;
• il servizio alla scuola, che va dalle attività per gli
studenti alla formazione degli insegnanti, in modo
continuato e gratuito;
• l’impegno - con nuovi strumenti che facilitano il
dialogo diretto fra cittadini e comunità’ scientifica e
la formazione dei ricercatori - nello sviluppo di cittadinanza scientifica e nella discussione critica di
temi scientifici di interesse sociale;
• il fatto che lo staff dei servizi educativi rappresenti
‘la voce del pubblico’ nei gruppi di lavoro interni: per
lo sviluppo delle sezioni storiche (di cui fanno parte
curatori, esperti di exhibition design e di comunicazione); di marketing e fundraising. Cosa non sorprendente nei musei all’estero, ma probabilmente
ancora rara nei musei italiani.
L’educazione a supporto della sostenibilità
istituzionale
C’è una domanda inevitabile da porre a questo
punto: una funzione di servizi educativi che fa ricer-
84
MARIA XANTHOUDAKI
ca, progetta ed eroga attività, è economicamente
sostenibile per un’istituzione museale? Nella definizione dei musei dell’ICOM, l’educazione è una delle
tre finalità principali dei musei - quindi non può
essere considerata un servizio aggiuntivo; anzi, è una
delle competenze distintive e fattore critico del successo. Tuttavia, nel settore museale oggi, le strategie
di insourcing di questa funzione sono molto rare
anche a causa dell’impatto rilevante sulla struttura
dei costi fissi. A uno sguardo più attento però, nella
politica culturale del MUST e nella sua strategia di
sviluppo, la funzione educativa gioca un ruolo primario anche in termini di generazione di ricavi e di
miglioramento dell’attrattività.
Nel caso del MUST, i ricavi derivanti direttamente
da attività educative sono generati da:
• i biglietti dei gruppi scolastici in visita,
• le visite guidate nelle sezioni storiche e dai percorsi negli i.lab,
• le visite guidate al sottomarino Toti,
• le visite guidate e dalle attività nei laboratori per
gli eventi aziendali che hanno luogo negli spazi del
Museo,
• i progetti speciali (ad esempio i campus estivi, la
Notte al Museo, ecc.).
Allo stesso tempo ci sono anche dei ricavi indiretti
provenienti da:
• i progetti educativi finanziati dall’Unione Europea,
• i progetti educativi e/o formativi finanziati da istituzioni o aziende,
• una quota dei biglietti ridotti (ad esempio, visite
delle famiglie nel fine settimana).
Per chiudere a pareggio un ipotetico bilancio specifico per i servizi educativi, oltre i dati sopra, dovrem-
PAG 79-86_Xanthoudaki_MARCHIS VITTORIO CAPITOLO 04/02/14 11.33 Pagina 85
mo considerare che il 50% del pubblico delle famiglie frequenta il Museo durante il fine settimana proprio per la presenza delle attività educative (incluse
nel biglietto di ingresso al Museo).
Negli ultimi anni, la qualità e l’impatto dei servizi
educativi hanno ispirato e convinto istituzioni, fondazioni, associazioni industriali e aziende a finanziare attività e progetti educativi e formativi. In un
momento storico in cui la crisi è un fatto globale, il
ruolo e la responsabilità del Museo assumono sempre maggiore rilevanza nella costruzione di prospettive future, nello sviluppo di cittadini informati, consapevoli e ispirati.
Per questo, il sostegno e la partecipazione di
stakeholder alla missione educativa del MUST deve
intensificarsi sempre di più. Il 56% dei consumatori
attenti alla responsabilità sociale d’impresa (global
socially-conscious consumers) pensa che le aziende
che restituiscono alla società sostenendo cause
sociali dovrebbero investire in forma prioritaria sulla
STEM Education (Science, Technology, Engineering
and Mathematics Education) (Nielsen Global
Survey, 2011). Tali attività migliorano la reputazione
delle aziende, che a sua volta si traduce in desiderio
di lavorarvi, disponibilità a comprarne i prodotti e i
servizi e a corrispondere un premium price, a investirvi. Il dialogo tra museo e aziende può permettere
di raggiungere mutui obiettivi, con benefici rilevanti
per la società.
Per la maggior parte dell’economia però, il settore
culturale e l’educazione alla scienza vengono presi in
considerazione dopo che tutto è stato pagato, i profitti registrati e i margini raggiunti. Fanno spesso
parte degli avanzi, di soldi e di tempo. Si pensa che,
se non si sostiene l’educazione, non si soffra in fondo
alcuna conseguenza economica. Invece, poiché esiste un reale bisogno e una domanda autentica dei
risultati che i musei producono, e non soltanto un
elegante apprezzamento, è necessario trovare nuovi
modi per inserire i risultati socio-educativi all’interno
delle mura dell’economia, dove è possibile valorizzare il loro impatto (Crupi, 2012).
Il MUST nel contesto contemporaneo
Oggi il MUST è un fulcro, un motore di co-produzione sociale. E l’investimento di istituzioni e aziende sul Museo e sul suo progetto rappresenta un investimento sulla società attraverso il Museo, particolarmente rilevante nella situazione attuale. La crisi economica globale porta effetti devastanti per l’occupazione, l’attività produttiva, l’approvvigionamento di
beni pubblici e mette in pericolo il futuro stesso
delle giovani generazioni. Questo implica un declino nella qualità della vita, uno spirito negativo permanente e un possibile rischio di inquietudine sociale. Oggi come mai prima emerge la necessità di
rispondere non solo a un mondo che cambia ma
anche a dei problemi nuovi.
In questo contesto, i musei si vedono in un ruolo di
responsabilità per il benessere e la qualità della vita
delle persone, inteso come supporto concreto e
sistematico all’educazione e alla crescita, ai diritti
umani e alla partecipazione nelle attività e nelle
decisioni, alla rigenerazione culturale e allo sviluppo
economico.
Volendo rispondere alle necessità di oggi, la policy e
l’attività educativa del MUST si focalizzano sui
seguenti ambiti:
• far crescere una nuova generazione di innovatori
‘radicali’ con un atteggiamento informato, consapevole e ‘scientifico’;
• innescare alle persone la voglia di apprendimento
come ‘percorso di ricerca’ lungo tutto l’arco della
vita;
• far vivere il Museo come un luogo che appartiene
a tutti, un luogo per la crescita personale e il
benessere della comunità.
Il MUST è sempre stato un museo contemporaneo,
è nostro dovere quindi rimanere tale per ciò che oggi
significa apprendimento ed esperienza per un visitatore. Quello che facciamo vuole essere in linea con
gli obiettivi di museo contemporaneo senza perdere
di vista l’identità del nostro Museo, e la sua storia.
Abbiamo ancora molta strada da fare per rimanere
all’altezza delle aspettative di una società che crede
nell’importanza di individui competenti, consapevoli
e responsabili e all’importanza della scienza come
componente della cultura. L’obiettivo per il futuro è
poter ‘servire’ questi valori attraverso il potenziamento e l’arricchimento costante anche del metodo
educativo.
RINGRAZIAMENTI
Vorrei ringraziare Fiorenzo Galli, Direttore
Generale del MUST, per il suo feedback; Giovanni
Crupi, Direttore Sviluppo, Patrizia Cerutti,
Responsabile dei Programmi per Scuole e Famiglie, e
Paola Redemagni dell’Archivio storico del MUST
per il loro prezioso aiuto nello sviluppo di questo
articolo.
BIBLIOGRAFIA
ADAMS M., FALK J.H., DIERKING L.D., 2003. Things
Change: Museums, Learning and Research. In: Xanthoudaki
M., Tickle L., Sekules V. (eds.), Visual Arts
Education in Museums and Galleries: An
International Research Reader. Kluwer Academic
Publishers, Amsterdam, 15-32 pp.
BEVAN B., 2008. Capacities to Engage in STEM. Ecsite
Annual Conference, Budapest Hungary.
BEVAN B., DILLON J., 2010. Broadening Views of
Learning: Developing Educators for the 21st
Century Through an International Research
Partnership at the Exploratorium and Kings College
London. The New Educator, 6: 167-180.
IL RUOLO EDUCATIVO DEL MUSEO CONTEMPORANEO
85
PAG 79-86_Xanthoudaki_MARCHIS VITTORIO CAPITOLO 04/02/14 11.33 Pagina 86
BEVAN B., XANTHOUDAKI M., 2009. Professional
Development for Museum Educators: Unpinning
the Underpinnings. Journal of Museum Education, 33: 1.
CAIRNS S., 2013. Mutualizing Museum Knowledge:
Folksonomies and the Changing Shape of Expertise.
Curator, 56: 1.
CLAXTON G., 1999. Wise-Up: The Challenge of Lifelong
Learning. Bloomsbury, New York & London, 210 pp.
CURTI O., 2000. Un Museo per Milano. Anthelios
Edizioni, 606 pp.
DEMBOSKY A., 2013. Celebral Circuity. Financial
Times, 4 gennaio.
EDGECLIFFE-JOHNSON A., COOK C., 2013.
Blackboard to Keyboard, Financial Times, 18 gennaio.
FALK, J., SHEPPARD, B.K., 2006. Thriving in the
Knowledge Age: New Business Models for Museums and Other
Cultural Institutions. Altamira Press, 263 pp.
FALK J.H., DIERKING L.H, 2000. Learning from Museums.
Altamira Press, Walnut Creek, 272 pp.
FRIEDMAN A.J., MAPPEN E.F., 2011. Establishing
Connections between Formal and Informal Science
Educators to Advance STEM Learning through
Civic Engagement. Science Education and Civic
Engagement, 3: 2.
HEIN G.E., 1998. Learning in the Museum. Routledge,
London, 197 pp.
HOOPER-GREENHILL E., 1991. Museum and Gallery
Education, Leicester University Press, Leicester, 213 pp.
MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA,
1958. Cinque anni del Museo 1953-1958. Alfieri e Lacroix
editori a Milano (edizione del 1988), 198 pp.
VERHARDB, 2012. Education is Failing the Future
Makers. WIRED, febbraio 2012.
XANTHOUDAKI M., TICKLE L., SEKULES V., 2003.
Museum Education and Research-based Practice. In:
Xanthoudaki M., Tickle L., Sekules S. (eds.), Visual
Arts Education in Museums and Galleries: An
International Research Reader. Kluwer Academic
Publishers, Amsterdam, pp. 1-13.
Documenti
GHEZZI A., 1966. Il Museo Nazionale della Scienza e della
Tecnica “Leonardo da Vinci”: Presentazione, documento
interno.
MIOTTO E., 2002. La Proposta Educativa del MNST,
documento interno.
MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA,
1992. Delibera di fondi Regione Lombardia per l’allestimento
di uno spazio interattivo, documento interno Prot. 593:
24 novembre.
86
MARIA XANTHOUDAKI
Siti web (accessed 5.5.2013)
CONSTRUCTIVIST LEARNING THEORY.
w w w. e x p l o r a t o r i u m . e d u / I F I / r e s o u r c e s /
constructivistlearning.html
CRUPI G., 2012. La Strategia di Una Best Practice. Il
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia
Leonardo da Vinci. Parola d’Ordine? Continuare a
Crescere. Giornale dell’Arte, www.ilgiornaledellarte.com
/fondazioni/articoli/2012/1/111748.html
FENICHEL M., SCHWEINGRUBER H.A., 2010. Surrounded
by Science: Learning Science in Informal Enrivonments. Board
on Science Education, Centre for Education,
Division of Behavioral and Social Science and
Education. The National Academies Press,
Washington DC. www.nap.edu/catalog.php?record
_id=12614
INSPIRING LEARNING FOR ALL
www.inspiringlearningforall.gov.uk/
ISE SUMMIT, 2010
caise.insci.org/news/99/51/ISE-Summit-2010/
d,resources-page-itemITO M., 2008. Living and Learning with New Media
www.itofisher.com/mito/publications/living_and_
lear.html
ITO M., 2009. Sociocultural Contexts for Game-based
Learning
www.itofisher.com/mito/publications/sociocultural
_c.html
MUSEUMS ASSOCIATION, 2012. Museums 2020
Discussion Paper
www.museumsassociation.org/download?id=806530
NATIONAL RESEARCH COUNCIL, 2009. Learning Science
in Informal Environments: People, Places, Pursuits. National
Academies Press, Washington D.C.
www.nap.edu/catalog.php?record_id=12190#toc
NIELSEN GLOBAL, 2011. Survey of Corporate Citizenship.
www.nielsen.com/us/en/insights/press-room/2012/
nielsen-identifies-attributes-of-the-global-sociallyconscious-.html
P EEL Y., 2013. How Museums Can Transform the Art of
Learning. CNN business blog, 24 gennaio
http://business.blogs.cnn.com/2013/01/24/howmuseums-can-transform-the-art-of-learning/
WEIL S.M., 2010. Quality Science Education: Where do we
stand? Guidelines for practice from a European experience.
www.museoscienza.org/setac