Numero 6 - prima pagina
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IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO Anno II - numero 6 - Settembre 2001 INDICE I nostri primi 10 anni pag. 5 Il punto sulla somministrazione di derivati della vitamina A pag. 9 Un corso sulla gestione neuro-evolutiva del bambino con paralisi cerebrale infantile e deficit visivo pag. 15 Quattro incontri in Italia sul trattamento cubano pag. 16 Vedere… fra le braccia di Morfeo pag. 18 Intervista al prof. Lodato, direttore della clinica oculistica dell’Università degli studi di Palermo pag. 21 III congresso nazionale “Low Vision Academy” pag. 24 Finalmente un cellulare adatto anche a disabili visivi pag. 30 Agevolazioni fiscali per i mezzi di locomozione pag. 33 Un numero verde a favore degli anziani con problemi di vista pag. 34 Esperimenta 2001: una mostra da “non vedere” pag. 35 Nuova scoperta scientifica: nesso tra consumo di grassi e AMD pag. 37 Obiettivi e strumenti nella riabilitazione visiva dei pazienti anziani ipovedenti pag. 39 A.R.I.S. Associazione dei Retinopatici ed Ipovedenti Siciliani Con la collaborazione scientifica di: Low Vision Academy I NOSTRI PRIMI 10 ANNI Ripensando al giorno in cui insieme ad alcuni amici decidemmo di fondare l’A.R.I.S. trattengo appena la mia commozione che - statene certi - non vi annoierà oltre queste prime righe. Mi è capitato spesso di aprire il giornale con un mio editoriale ma questa volta l’occasione è davvero solenne perché ricorre il decimo anno di attività dell’associazione di cui ho l’onore di essere presidente, carica della quale farei anche a meno, magari per una posizione più informale, ma nessuno dei miei amici del consiglio direttivo vuole sostituirmi: comincio a sospettare che in tutti questi anni si siano perfettamente resi conto della fatica e degli oneri che comporti. Dicevo dell’anniversario, il decimo, da quando un gruppo di retinopatici – ma anche le loro mogli, mariti e figli – ha in- 5 trapreso una strada nuova nell’associazionismo, un cammino che per obiettivi e ambizioni mal si conciliava con il panorama di allora. E forse anche di oggi. Abbiamo capito subito quanto il compito davanti a noi fosse titanico almeno quanto la nostra arroganza nel voler a tutti i costi trovare una soluzione diversa dall’idea più comune – e a nostro avviso errata - di essere ciechi: cioè quella di persone sfortunate cui tutto è dovuto. E poco o niente è dato sul serio. Volevamo capovolgere questo assunto, che avrà pure fatto IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO la fortuna di pochi, ma che non ci sembrava un modo onorevole di vivere la nostra realtà. Il punto nevralgico dei nostri sforzi è stato, sin dall’inizio, la ricerca. Quindi non una generica promessa di sovvenzioni né una discutibile gestione di pensioni o finanziamenti statali, ma un’attività volta a organizzare un pool, su scala regionale e nazionale, di scienziati con competenze differenti (oculisti, genetisti, biochimici, psicologi) che si integrassero nello studio di alcune specifiche patologie visive come la retinite pigmentosa. Pur in assenza di sostegni rimarchevoli siamo riusciti, sin dall’inizio, a ottenere dei risultati importanti come l’approvazione da parte del comitato scientifico della F.I.A.R.P. (ora Retina Italia), alla quale siamo federati, di un protocollo clinico e genetico valido in tutti i centri di riferimento italiani nella cura degli affetti da RP. Legato all’aspetto appena illustrato c’è quello dell’informazione, e qui devo fare un distinguo necessario. Informazione tra gli addetti ai lavori e degli addetti ai lavori. La differenza è linguisticamente sottile ma nasconde grosse differenze. Se è vero che in Italia esistono numerose istituzioni di oculisti, psicologi e quanto altro la scienza offra che si confrontano periodicamente anche sul piano internazionale, è altrettanto vero che le novità e i progressi raggiunti, rimangono pressoché occulti ai potenziali beneficiari. Abbiamo cercato, con scadenze periodiche, di organizzare incontri, convegni, tavole rotonde, in cui spiegare e aggiornare i nostri soci e tutti gli interessati - attraverso un linguaggio più comprensibile cosa facesse la ricerca per loro in Sicilia, in Italia e nel mondo. Ai numerosi studiosi e semplici spettatori è subito saltata agli occhi la capacità dell’A.R.I.S. di coinvolgere un numero altissimo di persone: soci, osservatori, medici ma anche giovani. I tanti giovani che, a titolo vario, hanno interagito con le nostre attività e che sono stati sensibilizzati – quando non formati – alle problematiche legate alla minorazione visiva. 6 Ognuno di voi ha, in questo momento, in mano l’esempio più evidente del nostro impegno: la rivista Ipovisione, che ormai da più di un anno ha assunto il ruolo di strumento principe dell’informazione per non vedenti e ipovedenti. Nonostante i ricavi non coprano che le spese per comprare qualche gelato, continuiamo a spedirlo in tutta Italia nella convinzione che qualcuno, soprattutto i nostri soci, si senta parte di un progetto comune di vita migliore e voglia parteciparvi con quel contributo simbolico che è la quota associativa (l’irrisoria somma di 50.000 l’anno!). Nella nostra rivista hanno trovato spazio notizie eterogenee e perfino scomode: penso al defunto professor Pelaez e alla terapia cubana. Pur non avendo mai adottato un atteggiamento compiacente verso una cura così controversa e criticata, abbiamo ritenuto doveroso dare spazio ad una scuola medica che, volenti o no, raccoglieva consensi in tutto il mondo. Ritenni giusto pubblicare un articolo del medico 7 cubano e anche oggi non me ne pento: fare informazione è anche offrire uno spazio che apra aspri dibattiti. In nome della verità e dell’interesse delle persone che sento, seppur in piccolo, di rappresentare. Oltre alla rivista trimestrale, la nostra associazione ha curato per anni la rivista Lumen, attualmente bloccata per alcune difficoltà in seno alla federazione, oltre che ad aver stampato ben 4 volumi : “Retinite Pigmentosa: prevenzione e ricerca scientifica”, “L’orbo e il Re, volume di ricerche psicologiche sui disabili della vista”, “L’ipovisione, oggi. Formazione e prevenzione” e “Insieme per l’autonomia: informazione qualificata per la conoscenza degli ipovedenti e la sensibilizzazione alle loro capacità occupazionali”. E c’è di più. Cogliendo al volo l’occasione offerta dall’Unione europea ci siamo lanciati nella formazione professionale. La ragione sta semplicemente nel fatto che proprio attraverso il lavoro ognuno sente di essere parte attiva – badate bene – IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO della società in cui vive. Se consideriamo la circostanza che i pochi non vedenti occupati fanno i centralinisti o i massofisioterapisti ne capirete appieno l’importanza. Abbiamo cominciato con i Progetti multiregionali Horizon di cui, insieme alle altre associazioni Rp federate con noi alla F.I.A.R.P., siamo stati Ente promotore: grazie ai nostri corsi decine di ragazzi hanno avuto una loro specializzazione (operatore competente nella relazione di aiuto, riabilitatore della visione, operatore di televoro) e molti di loro anche un’occupazione. Abbiamo continuato, in collaborazione con l’Assessorato al Lavoro della Regione siciliana con il Parco Progetti – Insieme per l’autonomia – nel quale abbiamo ulteriormente ampliato la nostra esperienza sul campo. Arriviamo così ai nostri giorni: dallo scorso ottobre l’A.R.I.S., in convenzione con la Regione Sicilia – Assessorato per la Sanità – sta effettuando, all’interno di un più complesso programma di prevenzione secondaria, uno screening oftlamologico nelle scuole della Provincia di Palermo per monitorare l’incidenza delle malattie visive negli adolescenti e nei bambini. Tutto ciò non sarebbe stato possibile se in questi anni non avessimo costruito una rete di contatti che hanno toccato le altre associazione regionali Rp, le Istituzioni pubbliche cittadine e regionali, i numerosi esperti che ci hanno assistito, oltre che le altre organizzazioni impegnate nei nostri medesimi obiettivi. Il pensiero va al Provveditorato agli Studi di Palermo, al Dipartimento di Psicologia delle Università di Palermo e Padova, al Centro Studi Ipovisione di Milano, all’ASL 6 e, ducis in fundo, alla Low Vision Academy con cui è nata una collaborazione destinata a ottenere grandi successi e che ha già permesso di trasformare Ipovisione nella rivista ufficiale Low Vision Academy-Italia, una delle organizzazioni più prestigiose di studiosi delle malattie visive. Nelle pagine successive troverete il programma del III Convegno Low Vision che si ter8 rà a Palermo e al quale parteciperemo in qualità di co-organizzatori. Avrò senz’altro scordato qualcosa, in fondo il mio obiettivo era di fare, oltre che un excursus storico, una summa dei traguardi raggiunti per progettare meglio quelli futuri. Chiudo rivolgendomi a tutti coloro che, come me, condividono il deficit visivo: non aspettiamoci nulla, raggiungiamolo da soli. Ad maiora. Rocco Di Lorenzo 9 IL PUNTO SULLA SOMMINISTRAZIONE DI DERIVATI DELLA VITAMINA A di E. Zrenner (Univ. - Augenklinik Tübingen) K. Rüther (Univ. - Augenklinik, UKE Hamburg) Nel quadro di una grande ricerca randomizzata della durata di sei anni, effettuata su 601 pazienti, Berson e collaboratori comunicavano nel 1993 che nelle forme più frequenti di retinite pigmentosa si poteva, somministrando quotidianamente 15'000 unità internazionali di vitamina A palmitato, arrivare a rallentare il decorso della malattia. Nell'insieme i risultati trovarono un'accoglienza favorevole. Solo qualche autore avanzava delle critiche, in particolare sull'entità relativamente minima dei miglioramenti dell'elettroretinogramma dei coni e sulle modifiche di IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO campo visivo per niente significative considerato il totale delle persone trattate. Le ulteriori ricerche ora in atto sostengono però l'ipotesi che la somministrazione di vitamina A palmitato possa essere raccomandata nei casi di malattie degenerative della retina. Il comitato medico-scientifico di Pro Retina Deutschland, presieduto dal rofessor Eberhart Zrenner, e il relativo gruppo di lavoro «Problematiche cliniche», presieduto dal professor Klaus Rüther, composto da 10 ricercatori dei settori biochimica, genetica, oftalmologia, biologia cellulare e da rappresentanti delle organizzazioni dei pazienti, si sono interessati, assieme a specialisti di dietetica, alla questione per sapere se la terapia con vitamina A proposta da Berson nel 1993 potesse essere raccomandata alle persone con retinite pigmentosa, in particolare nell'ottica dei successivi risultati della ricerca. Gli effetti sul campo visivo. Nel frattempo Sandberg e collaboratori (1996) aveva effettuato ulteriori indagini e presentato dei risultati, che testimoniavano degli effetti positivi della terapia con vitamina A non soltanto a livello di elettroretinogramma, bensì anche con un decorso positivo del campo visivo in 125 pazienti del gruppo originario. Questa scelta effettuata all'interno dell'intero gruppo di pazienti era dovuta al fatto che i 125 erano in grado di fare degli esami di campo visivo molto più precisi (divergenze di risultato inferiori al 5%). La perdita di campo visivo delle persone trattate con vitamina A palmitato era significativamente inferiore di quella del gruppo di controllo. Il comitato medico-scientifico di Pro Retina Deutschland (in precedenza Associazione tedesca di retinite pigmentosa) ha perciò, pur considerando gli effetti collaterali e i rischi comunque bassi, deciso che la somministrazione, come indicata da Berson per pazienti con retinite pigmentosa, poteva senz'altro essere effettuata, sempre tenendo conto della situazione indivi10 duale. La cura con vitamina A era raccomandabile anche se si doveva ritenere che solo una parte di questi pazienti ne avrebbero realmente tratto vantaggio. Effetti selettivi nei topi. L'ipotesi di risultati solo parziali trovò conferma in dati provenienti dalla sperimentazione animale. Li et al. avevano, nel 1998, effettuato dei tentativi con dei mangimi somministrati a topi transgenici con una determinata mutazione nella molecola della rodopsina, in particolare in un gruppo di topi con una modifica nel codone 17 (T17M) e in un secondo gruppo di topi con una modifica nel codone 347 (P347S), modifiche presenti anche nell'uomo. Ne risultò che con un supplemento di vitamina A durante 4 mesi i topi T17M trattati avevano, rispetto ai topi T17M non trattati con vitamina A, dei fotorecettori retinici decisamente meglio conservati e delle onde a e b più estese nell'elettroretinogramma. Nei topi P347S, sottoposti allo stesso trattamento, 11 non si poté invece rilevare un analogo risultato positivo dovuto alla vitamina A. Questo mostra che l'effetto positivo della vitamina A si limita a determinati sottogruppi di malattie retiniche ereditarie. Purtroppo oggi non è possibile stabilire a priori quali siano i pazienti che possono trarre vantaggio dall'assunzione di vitamina A e quali non. Siccome però la maggior parte dei pazienti ha delle mutazioni che rientrano nello stesso gruppo delle mutazioni T17M (le cosiddette mutazioni di classe II), si può supporre che un numero importante di pazienti con una mutazione della rodopsina possa trarre vantaggio dall'assunzione di vitamina A. La sicurezza. Con una ricerca sulla sicurezza in un gruppo di adulti con retinite pigmentosa (Sibulesky et al., 1999), le obbiezioni che la terapia con vitamina A potesse avere effetti negativi a lungo termine sono state in larga misura abbandonate per quanto concerne gli adulti. Do- IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO po un periodo d'osservazione di 12 anni su pazienti RP, con un buon stato di salute generale e d'età variante tra i 18 e i 54 anni, i valori della vitamina A nel siero erano nella norma, tuttavia al limite massimo non superiore a 10µg/dl in caso di assunzione di 15'000 UI di vitamina A palmitato al giorno e non risultavano segni di un danno epatico d'origine tossica o altri sintomi clinici che lasciassero pensare a danni d'origine tossica. Per evitare eventuali effetti teratogeni, le donne in gravidanza dovrebbero tuttavia rinunciare all'assunzione di vitamina A. Berson ha stimato che negli USA ca. il 70% dei pazienti con le forme più frequenti di retinite pigmentosa prendano giornalmente 15'000 unità internazionali di vitamina A palmitato. Conclusioni. Gli studi a lungo termine sull'efficacia e la sicurezza di un'assunzione quotidiana di vitamina A palmitato lasciano supporre un'influsso positivo sul decorso della malattia in pa- zienti con retinite pigmentosa, seppure non per tutte le sue forme e senza che si debbano temere degli effetti collaterali negativi. Si dovrà tuttavia osservare assolutamente la controindicazione per i casi di gravidanza e per i casi in cui sussiste un danno epatico. Si deve inoltre tenere in considerazione che non esistono studi a lungo termine per quanto attiene ai bambini. Le raccomandazioni in dettaglio. Nell'autunno del 2000, il comitato medico-scientifico di Pro Retina Deutschland si è nuovamente chinato sul tema e ha riesaminato le sue raccomandazioni del 1995, senza pertanto modificarne i principi. Le raccomandazioni, nelle quali ora rientrano anche gli ultimi riconoscimenti da esperimenti animali, sono le seguenti: * Tenuto conto dei presupposti qui di seguito, in via di principio si può considerare sensato un apporto regolare di vitamina A palmitato in pazienti RP; occorre tuttavia prendere in considerazione l'eventuale in12 sorgere di effetti collaterali. [...]. Prima di iniziare l'assunzione il paziente RP dovrà consultare l'oculista al fine di appurare se nel suo caso specifico una cura con vitamina A palmitato abbia senso. In questo contesto va tenuto presente che nella ricerca di Berson e collaboratori rientravano le forme più frequenti di retinite pigmentosa e la sindrome di Usher tipo II, ma non le forme atipiche di RP e la degenerazione maculare. * Se si opta per la cura, si dovranno in primo luogo esaminare il tasso di vitamina A nel sangue e le funzioni epatiche. Inoltre non si dovrebbe determinare unicamente il tasso di retinolo, ma andrebbe pure considerata la relazione tra il retinolo e la proteina legante il retinolo (RBP). In via di principio la cosa più sensata sarebbe di determinare il retinilestere nel sangue; questo esame è però effettuato soltanto in alcuni istituti specializzati. I pazienti con un tasso di retinolo estremamente elevato (> 1mg/l) o che hanno una malattia del fegato 13 dovrebbero rinunciare ad assumere vitamina A oppure dovrebbero ridurne proporzionalmente il dosaggio in accordo con l'internista curante o il medico di famiglia. Si raccomanda di far esaminare ogni anno il tasso di vitamina A nel sangue e le funzioni epatiche. * In via di principio il dosaggio giornaliero dovrebbe essere di 15'000 unità internazionali di vitamina A (nella forma del retinilpalmitato) perché si può fare capo ai risultati delle ricerche di Berson e collaboratori unicamente per questa forma e dose. Da un punto di vista fisiologiconutrizionale la dose potrebbe anche arrivare alle 25'000 UI, tuttavia per un tale dosaggio non si hanno ricerche. * Si impone la massima prudenza nella somministrazione giornaliera di oltre 10'000 UI di vitamina A ai bambini; per questi gruppi di età non sono infatti stati sufficientemente chiariti i possibili effetti collaterali dannosi. Se si optasse comunque per la somministrazione di vitamina A ai bambini, la dose do- IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO vrebbe essere ridotta in proporzione al peso corporeo. Le donne che vorrebbero un figlio o che arrischiano di restare incinte devono evitare di prendere la vitamina A. * Si dovrebbe inoltre rinunciare a un'assunzione di vitamina E in dosi elevate, quali per esempio 400 UI al giorno. Siccome la vitamina E favorisce la metabolizzazione della vitamina A, non ci sono obbiezioni per dosi inferiori. Si potrebbe per es. pensare a un supplemento giornaliero di 36 mg, come indicato dalle raccomandazioni internazionali per la vitamina E. * Se il paziente RP prende anche altri farmaci deve comunicarlo all'oculista o al medico di famiglia perché possono esserci delle interazioni tra i diversi prodotti assunti. Siccome esistono delle interazioni tra la vitamina A e l'alcol, si raccomanda di evitare un consumo eccessiv o d i alco- lici. Non è tuttavia necessario rinunciarvi del tutto. * Non si dovrebbero prendere altre forme di vitamina A, quali per es. il beta-carotene (come c'è nelle carote). Il beta-carotene non rappresenta un'alternativa valida alla vitamina A palmitato perché il corpo non lo metabolizza allo stesso modo. Non si dovrebbero quindi prendere quei preparti di vitamina A che si comprano senza ricetta nelle farmacie, nei negozi bio o nei supermercati, dato che di regola non si tratta di vitamina A palmitato. * Il tasso di vitamina A nel sangue non va controllato soltanto prima dell'assunzione della vitamina A, bensì ogni anno finché dura la cura. Si dovrebbero pure controllare i valori epatici e renali. Anche se questi sono in ordine sarà indispensabile rivolgersi al medico curante se durante il periodo di assunzione della vitamina 14 A dovessero insorgere dei sintomi inusitati. * Se nel corso dei controlli periodici del tasso di vitamina A nel sangue (della relazione tra retinolo e RBP o del tasso di retinilestere nel sangue) dovessero risultare dei valori elevati, è indicato rinunciare alla vitamina A per un certo tempo, si deve insomma fare una pausa. In caso di dosaggio eccessivo il paziente dovrebbe vedere con il suo oculista e con il medico di famiglia come procedere. 15 UN CORSO SULLA GESTIONE NEURO-EVOLUTIVA DEL BAMBINO CON PARALISI CEREBRALE INFANTILE E DEFICIT VISIVO (secondo il concetto Bobath) Dall’11 al 15 giugno si è svolto, presso la Fondazione Robert Hollman, il primo corso per fisioterapisti/terapisti della riabilitazione con il Direttore del Centro Bobath di Bruxelles, Sig. Paul Beelen. Vi hanno partecipato 15 terapisti provenienti da tutta l’Italia che, oltre all’approfondimento di una parte teorica molto intensa, hanno avuto l’occasione di lavorare con i bimbi ospiti presso la struttura, guidati da Paul Beelen che, a sua volta, ha dato dei consigli e suggerimenti anche ai genitori. Visto l’ottimo riscontro che ha avuto questo primo corso, sia da parte dei partecipanti che da quella dei genitori, la Fondazione ha intenzione di ripetere questa esperienza con un secondo corso il cui inizio è previsto per il mese di marzo 2002. IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO QUATTRO INCONTRI IN ITALIA SUL TRATTAMENTO CUBANO Si sono tenute in diverse sedi italiane alcuni incontri sul tema “Il Trattamento cubano della Retinite Pigmentosa” ai quali è’ intervenuta, in qualità di relatrice, la dott.ssa Maritza Herrera Mora, Vicedirettore del Gruppo Specialistico del Centro Internazionale Oftalmologico “CAMILO CIENFUEGOS” per la retinite pigmentosa di La Habana (Cuba). Il primo incontro si è svolto il 29.09.2001 a Piglio, in provincia di Frosinone e, in tale occasione, sono intervenuti numerosi pazienti. Tra i partecipanti vi erano anche il prof. Renato Meduri, Direttore della clinica oculistica dell’Università di Bologna ed il dott. Ermanno Scerrati, Direttore del comitato della “Banca degli Occhi”. Il secondo incontro si è tenu- to presso l’A.R.I.S di Palermo il 3 Ottobre 2001. A quest’ultimo hanno partecipato numerosi pazienti e medici oculisti, nonché alcuni associati interessati personalmente alla terapia cubana. Al saluto iniziale del Dott. Rocco Di Lorenzo, Presidente dell’Associazione, ha fatto seguito la testimonianza di Giovanni Vaccaro, uno dei pazienti operati presso il Centro cubano che ha condiviso con i presenti la sua esperienza positiva relativa al trattamento sottolineando la necessità di uno studio sistematico dei diversi casi con esito positivo di persone che, provenienti da tutto il mondo, si sono sottoposte alla terapia del Prof. Pelaiez. Successivamente, la dott.ssa Herrera-Mora ha ripercorso le varie tappe dello screening epidemiologico relativo alla Retinite Pigmentosa compiuto sul territorio cubano tra il 1990 e il 1994 al quale ha fatto seguito la sperimentazione della terapia, prima animale e poi umana. Durante la seconda parte 16 del convegno, la dott.ssa, ha te al trattamento chirurgico, diffusamente spiegato la tecniconsentono di stimolare il nervo ca del trattamento utilizzata ottico, subito dopo l’intervento nel centro cubano soffermand’innesto del nuovo tessuto suldosi sull’importanza dei risultati la retina. collegabili ai miglioramenti nelIl Convegno, oltre ad inforla nutrizione e nel metabolismo mare sulla terapia, ormai a capillare. Cuba consolidata, è stato un Come ha spiegato ai presenimportantissimo momento ti la relatrice, il trattamento d’incontro tra la cultura meconsiste in un intervento di midica cubana e la tradizione crochirurgia oftalmica, con il scientifica medica oculistica quale si impianta nella retina palermitana. ammalata tessuto adiposo con L’incontro si è, successival’obiettivo di rigenerare i fotoremente, trasformato in una vera cettori che si attivano a bassa e propria tavola rotonda, consoglia o muoiono prematurasentendo a molti dei medici inmente in presenza di tale matervenuti, di porre domande, inlattia. terrogativi e d’esprimere i loro Il trattamento post-operator io viene deciso sulla base delle caratteristiche fisiologiche dei pazienti. La dott.ssa ha, successivamente, descritto i vantaggi della magnetoterapia, dell’elettrostimolazione e dell’ozonoterapia, le quali, combina- Al centro, la dott.ssa Maritza Herrera Mora, accanto il Presidente ARIS, Rocco Di Lorenzo. 17 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO dubbi rispetto al trattamento cubano. Il 05 Ottobre2001, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Messina si è tenuto il terzo incontro italiano sulla tematica al quale è intervenuto, tra gli altri, il Prof. Giuseppe Ferreri, Direttore dell’Istituto di Oftalmologia dell’Università di Messina. La serie di seminari tenuti dalla portavoce del gruppo specialistico cubano per il trattamento della Retinite Pigmentosa si è conclusa con l’incontro del 6 Ottobre che si è tenuto a Reggio Calabria nella Sala Pani del Centro Studi - Presidio Riuniti in collaborazione con l’azienda Ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli. VEDERE… FRA LE BRACCIA DI MORFEO di Giuliana Cardinale e Monica Monaco (Psicologhe) Pensiamo che sia sera inoltrata e che il sonno vi porti verso il vostro letto stanchi e alla ricerca di riposo. Un'immagine continua a farsi strada nella vostra mente: siete in un supermercato alla ricerca di condimenti e contorni da acquistare. Poi la scena cambia e adesso state cucinando un piatto di "pasta alla norma", ma all'improvviso uno squillo vi interrompe e, con grande sorpresa, sentite la voce di una persona del passato, a voi molto cara, che vi manca ma che, purtroppo, non c'è più. Al risveglio vi viene in mente dell'invito a pranzo che avete fatto ad un amico. Alle 14.00 vi ritrovate, quasi stranamente, seduti a tavola 18 con il vostro amico, di fronte a due ghiotti piatti di "penne alla norma". Le immagini, i contenuti, gli antecedenti e il seguito del sogno mostrano, in questo, come in tanti altri casi, le funzioni che, come si evince dalla letteratura freudiana e junghiana, sono state attribuite, prima contrapposte e poi integrate, a quest'affascinante prodotto della mente umana. Riferendoci agli studi condotti da Serena Foglia sull'argomento, le vostre attività in cucina mostrano la funzione del sogno come visione, come esperienza creativa, in continuità con il pensiero, l'immaginazione e, dunque, con l'attività mentale diurna. L'ascoltare la voce di una persona cara del passato, rappresenta il ruolo del sogno come viaggio nel mondo dell'anima, del profondo, dei desideri e dell'inconscio. Infine, il realizzarsi dell'incontro a pranzo con l'amico, evidenzia il modo in cui il sogno come premonizione può anticipare eventi futuri, attraverso un'attività di 19 precognizione. Rispetto alla funzione del "sogno come visione", alcuni studi condotti alla Indiana University, hanno evidenziato come persone cieche e vedenti sembrino avere una uguale tendenza a far sogni riferiti a pensieri predominanti durante il giorno. Tuttavia, le caratteristiche di tali sogni, così come del pensiero, vanno distinte in soggetti che sono ciechi fin dalla nascita o precocemente, rispetto a coloro che lo sono divenuti dall'età di cinque, sette anni in poi. Infatti, fino a quest'epoca, la corteccia cerebrale visiva necessita, per un migliore e progressivo sviluppo, di stimolazioni sensoriali ambientali ed esterne; dai sette anni in poi, invece, le suddette aree cerebrali sono sufficientemente mature ed indipendenti per fornire immagini visive sia al pensiero che al sogno. Alle riflessioni sul sogno ci hanno condotto anche le testimonianze dirette di utenti ciechi ed ipovedenti dell'A.R.I.S., con cui siamo entrati in contatto durante le nostre attività psi- IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO cologiche. Ancor più affascinanti riflessioni emergono considerando la funzione del "sogno come viaggio"; infatti, è frequente che nei sogni dei non vedenti si producano vivide immagini visive, e che inoltre siano presenti comportamenti e azioni corporee, i quali, contrariamente all'esperienza nello stato di veglia, non inducono sensazioni di paura o preoccupazione. Tutto ciò, unitamente alla sgradevole sensazione di sconforto e delusione che inevitabilmente assale il sognante (ipovedente o non vedente) al risveglio, ci fa comprendere come il sogno sia un viaggio in zone remote ed occulte, in una dimensione dove le immagini sono specchi dell'anima e del profondo. Di conseguenza, il sogno appartiene ad un mondo diverso da quello della veglia. Infine, rispetto alla funzione del "sogno come premonizione", queste corrispondenze tra vita mentale e realtà sembrano possibili in ipovedenti e non vedenti, come nei soggetti con normali capacità visive, grazie al persistere delle attività sensoriali residue trasmesse al cervello anche durante il sonno, le quali sembrano particolarmente accentuate in alcuni soggetti rispetto ad altri. Quanto finora detto sul sogno e sulla sua funzione mostra, indipendentemente dai deficit visivi del sognante, come in tale prodotto della mente , siano presenti tutte le dimensioni temporali (passato – presente – futuro) che scandiscono la vita del sognante. È in questi stessi elementi che la psicologia ha spesso potuto trovare risorse per comprendere il comportamento e aiutare l'individuo a "guardarsi dentro" 20 INTERVISTA AL PROF. G. LODATO Direttore della Clinica Oculistica dell’Università degli Studi di Palermo 1) Qual è l’incidenza in Sicilia delle malattie eredo-degenerative retiniche? Non esiste in Sicilia, come d’altra parte anche nelle altre regioni d’Italia, un registro della patologia eredo-degenerativa e, pertanto, non è possibile indicare dati precisi. Sulla base di quanto osservato nelle altre nazioni e dei nuovi casi che si presentano ogni anno nell’Istituto di Oftalmologia dell’Università degli Studi di Palermo è possibile ipotizzare che l’incidenza di tale patologia oscilli 21 attorno a 6-7 casi per milione d’abitanti, laddove per incidenza s’intende la frequenza di nuovi casi osservati ogni anno. Bisogna precisare, inoltre, che l’incidenza varia da provincia in provincia e, nell’ambito della stessa provincia, in relazione all’abitudine, oggi non più frequente, del matrimonio tra consanguinei. 2) Quale importanza può avere per il Sud lo svolgimento di questo III Convegno della Low Vision Academy a Palermo? È fuor di dubbio che il Convegno consentirà di prendere ulteriore coscienza della problematica inerente tale condizione morbosa, momento indispensabile per una risposta alle esigenze che i soggetti affetti da tale patologia presentano. È indispensabile, tuttavia, che quanto emergerà dal Convegno venga portato all’attenzione della classe politica perché è solo dalla comunicazione tra quest’ultima, il mondo scientifico e l’associazionismo, che i IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO problemi e le soluzioni prospettate sul piano tecnico potranno trovare adeguata risposta. Ritengo, inoltre, che emerga chiaramente la necessità d’istituire, quanto meno a livello regionale, un registro delle malattie eredo-degenerative; ciò consentirebbe di avere una mappa territoriale della loro distribuzione. 3) Qual’è, secondo lei, l’utilità del confronto tra l’associazionismo e il mondo scientifico? Sino ad alcuni decenni fa il mondo scientifico e la società vivevano in mondi cristallizzati e non comunicanti, condizione questa che diventava spesso fonte d’incomprensioni. Oggi la necessità d’affrontare, sotto le varie ottiche, senza ulteriore remore i vari problemi, 22 impone una maggiore collaborazione tra mondo scientificouniversitario e l’associazionismo che costituisce una delle grandi risorse della società moderna. 4) A quali filoni di ricerca è interessata la Clinica Oculistica di Palermo? Nella Clinica Oculistica, da me diretta, ho voluto privilegiare gli studi inerenti le patologie che con maggiore frequenza vengono alla nostra osservazione e, pertanto, i principali argomenti di ricerca sono rappresentati da: - Angiografia retinocoroidale per una diagnostica per immagini delle patologie corio-retiniche; - Diagnosi precoce del Glaucoma e standardizzazione delle tecniche chirurgiche ; - Elettrofisiologia e Neuroftalmologia; - Retinopatia Diabetica: diagnostica strumentale e terapia parachirurgica e chirurgica; - Cornea: studi sui trapianti di Cornea, della tipizzazione HLA 23 e su nuove metodiche di sutura. 5) Qual è il suo punto di vista relativamente all’importanza delle attività multidisciplinari (clinica, genetica e psicologica) sul paziente ipovedente? Come varie volte ho avuto modo d’affermare, la necessità d’affrontare i vari problemi sanitari sotto un aspetto globale, impone la necessità di una maggiore coordinazione tra i vari gruppi di ricerca anche al fine d’ottenere i migliori risultati con i minori costi in termini d’impegni economici e lavorativi. Ciò vale, a mio parere, anche e soprattutto per il paziente ipovedente le cui problematiche sono molteplici e richiedono tutte una pronta e decisa soluzione. IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO III CONGRESSO NAZIONALE LOW VISION ACADEMY – ITALY PRESIDENTE Prof. Renato Meduri PRESIDENTi ONORARI Prof. Corrado Balacco Gabrieli Prof. Francesco Ponte “L’ipovisione nelle malattie eredo-degenerative retiniche” Palermo, 16 – 17 Febbraio 2002 Hotel Casena dei Colli Via Villa Rosato, 20/22 Coordinatore Scientifico Prof. N. Pescosolido Segreteria Scientifica: L. Scorolli, S.Z. Scalinci, F. Bartolomei, C. Campana, A. Madesani, L. Lupelli Presidente del Convegno Prof. G. Lodato 24 PROGRAMMA Sabato 16 febbraio 08:00 Registrazione partecipanti 08:45 Apertura lavori e saluti Apertura Lavori e Saluto del Presidente della LVA Prof. Meduri, del Direttore dell’Istituto di Oftalmologia dell’Università di Palermo Prof. G.Lodato, del Direttore della Divisione Oculistica della Clinica “La Maddalena” Prof. F. Ponte e del Direttore dell’Istituto di Oftalmologia dell’Università di Roma “La Sapienza” Prof. C. Balacco Gabrieli. È prevista la partecipazione del Senatore R. Meduri, del Sindaco di Palermo, del Presidente della Provincia di Palermo e dell’Assessore Regionale della Sanità della Sicilia. 09:00 “Eredo-degenerazioni retiniche” – I parte Moderatori: L. Cerulli, A. Sebastiani, C. Sborgia 09:00 Inquadramento genetico delle degenerazioni tapeto-retiniche; M. Rinaldi, F. Simonelli 09:20 Le indagini elettrofunzionali nelle degenerazioni tapeto-retiniche M. Anastasi 09:40 Il razionale del trattamento delle degenerazioni tapero-retiniche R. Meduri 10:00 La terapia iperbarica nelle degenerazioni tapero-retiniche E. M. Vingolo 10:20 Discussione 10:40 Break 11:00 Aspetti medico legali del paziente ipovedente P. Carelli 11:20 Spetti psicologici del soggetto affetto da malattie eredodegenerative R. Perris 11:40 La capacità di lettura nelle malattie eredo-degenerative G. Giacomelli, R. Volpe 25 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO 12:00 “Update dalle Associazioni, Istituzioni ed Aziende” Moderatori: P. Carelli, G. Rigetti, R. Di Lorenzo 13:30 Lunch 14:30 “Eredo degenerazioni retiniche” – II parte Moderatori: L. Mannucci, U. Meschini, A. Rapisarda 14:30 Sviluppo e percezione visiva F. Zeri 14:50 Fisaiopatologia dell’invecchiamento maculare S. Z. Scalinici 15:10 Diagnosi precoce e fattori ambientali nelle degenerazioni maculare legata all’età G. Lodato 15:30 Nuovi farmaci per il trattamento della degenerazione maculare legata all’età F. Drago 15:50 Terapia fotodinamica della degenerazione maculare legata all’età A. Reibaldi 16:10 Casi difficili e terapia fotodinamica G. Ferreri 16:30 Complicanze della terapia fotodinamica A. Pece 16:50 Discussione 17:10 Break 17,30 La TTT nella degenazione maculare legata all’età F. Bandello 17,50 Maculopatia miopica: aggiornamenti terapeutici G. Ferreri 18,10 IOL telescopiche (IMT) nelle degenerazioni maculari R. Brancato, F. Fasce 18,30 Chirurgia delle maculopatie E. Balestrazzi 18:50 Discussione 26 19:00 ASSEMBLEA GENERALE LOW VISION ACADEMY-ITALY E RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO Domenica 17 febbraio 09:00 Riabilitazione visiva – I parte Moderatori: B. Lumbroso, M. Rapinese, L. Intruglio, L. Scorolli 09:00 Gli ausili ingrandenti nelle degenerazione maculare P. Limoli 09:15 ITelescopi invertiti nella retinite pigmentosa L. Lupelli 09:30 L’utilizzo dei prismi nella riabilitazione visiva dell’ipovedente N. Pescosolido, R. Rosa, N. Fantozzi 09:45 Strategie riabilitative con meccanismi di biofeedback nella degenerazione maculare legata all’età A. Madesani, A. Fossetti 10:00 Strategie riabilitative dopo terapia fotodinamica nella degenerazione maculare legata all’età G. Virgili 10:15 Strategie riabilitative per il pazioente con degenerazione maculare legata all’età R. Crouzet-Barbati, E. Tedeschi, P. Fumoleau 10:45 Discussione 11:00 Break 11:30 Riabilitazione visiva – II parte Moderatori: C. Balacco Gabrielli, P.E. Gallenga, A. Garagnani, C. Camapana 11:30 Riabilitazione visiva nelle degenerazioni tapeto-retiniche con interessamento coroidale F. Nastasi, G. Sato 11:45 Test per l’acuità visiva nei bambini ipovedenti F. Bartolomei 12:00 Approccio multidisciplinare in minori affetti da malattie eredo degenerative retiniche 27 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO 12:15 12:45 12:45 13:00 13:15 F. Vigneux I trattamenti riabilitativi nei pazienti in età scolare con malattie eredo degenerative retiniche P. Iorio Istruzioni per stimolare la funzione visiva e la crescita cognitiva in bambini danni visivi M. Broggini Riabilitazione visiva e team riabilitativo nel bambino P. Bonini Discussione Chiusura del Congresso Segreteria organizzativa: A.R.I.S. – Associazione dei retinopatici ed ipovedenti siciliani Via Principe di Belmonte, 11 – 90139 Palermo Tel: 091.584395 - Fax: 091.6121096 e-mail: [email protected] Ocular System s.r.l. Via Resuttana, 414 – 90146 Palermo Tel. 0916709895 – Fax 0916707012 Esclusivista apparecchiature, strumenti oftalmici, ottici e di microchirurgia Ocular System s.r.l. Via Trieste, 17/a - 90100 Palermo Tel. 0916171085 Centro di utilizzo Laser ad Eccimeri, Topografia corneale e correzione dei vizi refrattivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo) 28 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO FINALMENTE UN CELLULARE ADATTO ANCHE A DISABILI VISIVI di Camillo Scroccarello Varie volte mi hanno chiesto se tra gli strumenti progettati per non vedenti ed ipovedenti, esistesse un cellulare parlante. Purtroppo fino ad ora, ho dovuto sempre rispondere negativamente, ma anche questo problema oggi svanisce. Infatti, tra breve anche coloro che hanno difficoltà visive più o meno gravi potranno usare un telefono non solo per ricevere ed effettuare chiamate, ma anche per inviare e leggere sms, navigare in internet, ricevere ed inviare e-mail, fax, eccetera. Ciò, è reso possibile grazie ad un telefono cellulare reperibile sul mercato comune, al cui interno è installata una sintesi vocale. Tale cellulare, grazie alle molteplici funzioni, può essere paragonato ad un pc portatile; in quanto, non mancano la ta- 30 stiera alfanumerica per scrivere testi, la porta seriale e la porta a raggi infrarossi utile sia allo scambio di dati tra utenti con lo stesso cellulare, sia al collegamento con un comunissimo computer e alla stampa dei documenti. Si naviga in internet grazie al modem insito nel telefono. Lo schermo del telefono è molto ampio, e l’alta risoluzione (640x240 pixel) e la retro illuminabilità dello stesso, consentono l’uso dell’apparecchio anche agli ipovedenti persino in modeste condizioni di luce. I non vedenti potranno utilizzare questo cellulare al pari dei normodotati, grazie ad una sintesi vocale software. Infatti, è come avere nel tele- 31 fono uno screen reader che, ha il compito di vocalizzare tutte le informazioni che appaiono sullo schermo. La voce della sintesi vocale, si può ascoltare mediante lo speaker del cellulare. Il programma di sintesi vocale si chiama Talx ed è stato progettato a Wittingen, in Germania, dalla Torsten Brand Software Services. Al suo interno ha un dizionario di circa 5.000 parole, ma non c’è problema per la lettura di quelle non conosciute poiché, la voce le pronuncerà con lo spelling. La distribuzione del prodotto, inizierà alla fine di Settembre, contemporaneamente in Germania e nei paesi anglofoni, Inghilterra e Stati Uniti. Il manuale del telefono sarà riassunto in modo facilitato ed i formati saranno, a scelta dell'utente, quello elettronico o quello Braille. L’apprendimento del suo funzionamento potrà avvenire, grazie a tali potenzialità, all’incirca in mezz’ora di tempo. IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO La Sicilia 32 AGEVOLAZIONI FISCALI PER I MEZZI DI LOCOMOZIONE In base al recente riordino della normativa, le principali agevolazioni per i disabili relative ai mezzi di locomozione (auto e autoveicoli) sono: a) la possibilità di detrarre dall’Irpef il 19% della spesa sostenuta per l’acquisto; b) l’Iva agevolata al 4%; c) l’esenzione permanente dal pagamento del bollo auto; d) l’esenzione dall’imposta di trascrizione al Pra. Le agevolazioni per il settore auto possono essere riferite, a seconda dei casi, oltre che agli autoveicoli anche a: - motocarrozzette; - autoveicoli o motoveicoli per uso promiscuo, o per trasporto specifico del disabile; - autocaravan (solo per la detrazione Irpef del 19%). Relativamente alla detraibilità ai fini Irpef delle spese di ac33 quisto, la detrazione compete una sola volta (cioè per un solo veicolo) nel corso del quadriennio e nei limiti di un importo di 35 milioni. È applicabile l’Iva al 4 per cento, anziché al 20 per cento, all’acquisto di autovetture, aventi cilindrata fino a 2000 centimetri cubici, se con motore a benzina, e fino a 2800 centimetri cubici, se con motore diesel, nuove o usate. Per quanto riguarda l’esenzione permanente dal pagamento del bollo, essa spetta sia quando l’auto è intestata allo stesso disabile, sia quando risulta intestata a un familiare di cui egli sia fiscalmente a carico. Infine, per ciò che concerne l’esenzione dal pagamento dell’imposta di trascrizione in occasione della registrazione dei passaggi di proprietà, tale beneficio compete sia in occasione della prima iscrizione al pra di un’auto nuova, sia nella trascrizione di un “passaggio” riguardante un’auto usata. IPOVISIONE 800237459 SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO UN NUMERO VERDE A FAVORE DEGLI ANZIANI CON PROBLEMI DI VISTA Marco Bongi (Presidente A.P.R.I. Piemonte) Venendo incontro alle esigenze di molti associati, grazie all’approvazione da parte di Regione Piemonte e Provincia di Torino del progetto “Anziani che non vedono” presentato dalla nostra associazione è stata istituita una linea verde a disposizione di tutte le persone di una certa età che hanno rilevanti problemi di vista. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del fondo regionale previsto dalla legge n. 104/92 ed avrà una durata per ora limitata a nove mesi, ma che speriamo possa essere prolungata se i risultati conseguiti saranno positivi. Il servizio è partito dal 15 Ottobre 2001 ed è disponibile tutti i giorni, dal Lunedì al Venerdì, dalle ore 9.00 alle 17.30 per fornire sostegno psicologico, informazioni di carattere previdenziale, richieste di piccoli accompagnamenti e consigli pratici di vario genere. Allo scopo di rendere più funzionale ed efficace la nostra iniziativa, abbiamo avviato una proficua collaborazione con l’associazione AIUTO che già da tempo si è specializzata in questo tipo di servizi e si è rivelata molto attenta nei confronti dei disabili visivi. Sebbene il servizio sia prevalentemente rivolto agli anziani residenti in Piemonte, nulla vieta, almeno per quanto riguarda la parte di sostegno psicologico ed informativo, di raccogliere telefonate anche da altre regioni italiane. Ciò non può invece valere ovviamente per quanto concerne le richieste di accompagnamento e di servizi domiciliari. Dunque è possibile telefonare al numero verde 800 23.74.59. 34 ESPERIMENTA 2001: UNA MOSTRA DA “NON VEDERE” Marco Bongi (Presidente A.P.R.I. Piemonte) A volte le iniziative attentamente studiate e programmate in vista di un singolo obiettivo, si rivelano centrate anche su altri fronti, più ancora forse che se ci si fosse specificamente proposti di muoversi in tale direzione. Una conferma di tale sorte bizzarra può rinvenirsi nella organizzazione di “ESPERIMENTA 2001”, mostra di carattere scientifico-divulgativo organizzata ogni estate dalla Regione Piemonte e da qualche anno allestita presso il Parco Michelotti di Torino. La manifestazione si propone di avvicinare il grande pubblico al mondo scientifico consentendogli di sperimentare direttamente le leggi che regolano, a seconda dell’edizione, la fisica, la chimica, l’astronomia, ecc. 35 Principale obiettivo dell’edizione 2001 della rassegna sarebbe quello di illustrare la storia e l’evoluzione nei secoli dei sistemi di comunicazione fra gli uomini. A detta di molti visitatori sembra però che il principale risultato conseguito sia piuttosto quello di presentare e valorizzare le potenzialità percettive e cognitive dei sensi umani ed, in modo particolare, di quelli che oggi sono certamente sottoutilizzati dai nostri contemporanei; tutti cioè, tranne quello della vista. In questa prospettiva la mostra, quasi naturalmente, si presenta particolarmente accessibile ed interessante per i non vedenti e gli ipovedenti. Sono almeno quattro infatti i momenti forti nei quali i disabili visivi hanno la possibilità di esprimere al meglio le proprie capacità sensoriali. In primo luogo penso all’interessante percorso etno-musicale nel quale è possibile toccare ed ascoltare numerosi strumenti primitivi, sia tramite una serie di cuffie, sia facendoli direttamente suonare. IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO Dal tam-tam alla conchiglia marina, dalle “balaphone” all’arpa celtica, il disabile visivo ha la possibilità di compiere un ideale viaggio culturale nei cinque continenti. Altro padiglione molto interessante è quello degli odori. Qui si possono annusare numerosissime essenze, ci si può allenare a riconoscerle usando solo l’olfatto ed il tutto risulta inoltre corredato da una serie di etichette in Braille. Vi è poi una pedana dove si è invitati a sdraiarsi per meglio percepire le vibrazioni sonore prodotte da vari fenomeni naturali o artificiali come il terremoto ed il traffico urbano. Tutte le frequenze sono qui passate in rassegna, fino agli ultrasuoni, in un itinerario a metà fra l’acustico ed il cutaneo che dura in tutto sette minuti. Proprio accanto a questo box è infine collocato il cosiddetto “percorso al buio”, una sorta di piccolo labirinto completamente oscuro il cieco potrà senz’altro fare da guida a chi di solito lo accompagna. Anche il simulatore di volo, infi- ne, può essere molto apprezzato da chi non è in grado di vedere. Esso certamente proietta immagini tridimensionali assai suggestive ma gli scossoni, le discese, le curve, accompagnate da rumori molto realistici, possono certamente coinvolgere ed entusiasmare un visitatore privo della vista. Ci complimentiamo quindi con gli organizzatori. Forse non saranno riusciti ad entusiasmare il pubblico medio dei torinesi ma…., cercando di chiudere un occhio, e magari anche tutti e due, l’obiettivo è stato indubbiamente raggiunto. 36 NUOVA SCOPERTA SCIENTIFICA: NESSO TRA CONSUMO DI GRASSI E AMD (Foundation Fighting Blindness) La dottoressa Johanna Seddon e i suoi colleghi della harvard medical School hanno scoperto che un elevato consumo di determinati grassi accresce il rischio di contrarre una degenerazione maculare correlata all’età di forma essudativa. Delle degenerazioni maculari correlate all’età la forma essudativa è quella meno frequente, ha tuttavia decorso molto più rapido ed effetti più gravi di quella atrofica in quanto induce in tempi molto brevi una seria menomazione visiva. Oggetto della ricerca erano le abitudini alimentari e sportive di oltre 800 probandi con e senza una degenerazione maculare correlata all’età di tipo essudativo. I dati scaturiti dallo studio mostrano che un elevato consumo 37 tanto di acidi grassi saturi che di acidi grassi polinsaturi raddoppia il rischio di contrarre una AMD. I grassi in questione si trovano in prodotti di fabbricazione “industriale” quali spuntini, patatine fritte, biscotti, torte, ecc. La ricerca citata ha rilevato un nesso tra l’elevato consumo di acido linoleico, un acido grasso che si trova pure in molti spuntini, e un altissimo rischio di contrarre una AMD essudativa. Per contro Seddon e colleghi hanno notato che le persone che consumavano pochi alimenti contenenti acido linoleico e che mangiavano almeno due volte la settimana pesce correvano un rischio minore di contrarre una AMD. I pesci sono ricchi di un acido grasso chiamato docosapentaenoico (DHA). Ricerche fatte in passato sulle affezioni cardiache avevano messo in luce una chiara relazione tra il DHA e una riduzione del rischio di avere problemi cardiaci. Si potrebbe quindi ipotizzare un influsso positivo del DHA an- IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO che sui vasi sanguigni della retina. A questo va aggiunto che nella retina si trovano degli accumuli di DHA. Una dieta ricca di DHA potrebbe migliorare le funzioni retiniche ed eventualmente ridurre il rischio di contrarre una degenerazione maculare correlata all’età. Ricerche fatte in passato hanno mostrato che un elevato consumo di grassi favorisce la formazione di depositi grassi nei vasi sanguigni (arteriosclerosi). Questi depositi di grassi compromettono anche i vasi sanguigni che riforniscono la retina con ossigeno e sostanze nutritive. Potrebbe darsi che nella retina si formino nuovi vasi proprio allo scopo di compensare gli effetti dannosi dell’arteriosclerosi. Purtroppo però,in questo caso, il corpo reagisce formando nuovi vasi che “perdono”. Essi lasciano fuoriuscire sangue e altri liquidi e, poiché ciò danneggia la macula, portano alla perdita dell’acuità visiva centrale. Ricerche fatte in passato hanno mostrato che il fumo e l’ipertensione aumentavano il rischio di degenerazione maculare correlata all’età. Le recentissime ricerche sul nesso tra il consumo di grassi e l’insorgere dell’AMD rappresentano un ulteriore tassello nel quadro delle cause di questa malattia. Siccome gli stessi fattori entrano pure in gioco nelle malattie cardiocircolatorie, si potrebbe pensare che entrambe le malattie possano subire gli stessi influssi ambientali negativi. Le nuove ricerche indicano in quale direzione ci si deve muovere se si vuole ridurre il rischio AMD , in particolare per quanto concerne le famiglie a rischio. La dottoressa Seddon, che a suo tempo aveva scoperto la correlazione tra fumo e rischio di contrarre una MD, conferma che i parenti di primo grado (figli e fratelli) di pazienti con AMD hanno un rischio di due volte e mezzo superiore a quello delle persone nelle cui famiglie non c’è degenerazione maculare correlata all’età. 38 OBIETTIVI E STRUMENTI NELLA RIABILITAZIONE VISIVA DEI PAZIENTI ANZIANI IPOVEDENTI di Nicola Pescosolido e Nicoletta Fantozzi (Dipartimento Scienze dell’Invecchiamento, Istituto di Oftalmologia, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”) L'aumento dell'età media della popolazione ci fa osservare un numero sempre crescente di pazienti anziani e quindi di pazienti ipovedenti. I principali problemi visivi che si verificano prevalentemente nei soggetti anziani sono cataratta, degenerazione maculare legata all'età, restringimenti del campo visivo e quindi per esempio patologie come glaucoma o retinite pig39 mentosa e, non meno importante, le emianopsie dovute prevalentemente a tumori e a danni cerebrovascolari. Molti di questi pazienti sono considerati legalmente ciechi, anche se posseggono una visione residua ancora utilizzabile, ed è quindi compito dello specialista fornire la massima assistenza per consentire loro di mantenere la propria indipendenza ed attività produttiva. Tutti i pazienti di qualsiasi età, presentano delle ripercussioni psicologiche al sapere che andranno incontro ad importanti deficit visivi, ma molto spesso per l'anziano è ancora più angosciante. In numerosi casi, infatti, egli è già limitato dall'ipoacusia e da problemi motori, ed è quindi terrorizzato dal pensiero che questi handicap si assoceranno all'ipovisione. I pazienti anziani hanno paura che la perdita della vista sarà inevitabilmente accompagnata dalla perdita dell'indipendenza, non saranno più in grado di guidare fino al negozio all'angolo o di riconoscere una semplice ban- IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO conota. , temono di perdere la casa, la famiglia e gli amici. Tutte queste paure molto spesso si manifestano con rabbia e depressione. Il primo che pone la spiacevole diagnosi sarà l'oculista, che come tutti i medici dovrà essere pronto ad offrire speranze e alternative ai propri pazienti. Dire semplicemente "lei non diventerà cieco, può ancora vedere con la sua vista" non basta, il medico deve essere pronto a fornire il trattamento necessario per sfruttare al massimo la visione residua. Detto ciò è evidente che il primo passo nella riabilitazione dell’ipovedente è rappresentato da un’accurata valutazione del deficit visivo, la diagnosi infatti permetterà di individuare il tipo di perdita funzionale subita e permette di orientarsi sulla prognosi. Se la funzione visiva residua è stabile, potrebbe essere indicato investire denaro su ausili ottici molto specifici anche se costosi (per esempio un sistema televisivo binoculare con lenti da occhiale adattate), al con- trario se la perdita risulta progressiva si dovrebbero prescrivere ausili più generici. In particolare poi, per quel che riguarda l’acuità visiva, nella valutazione degli ipovedenti, oltre ad una quantificazione con tavole di Snellen, andrebbero analizzati anche altre aspetti funzionali, quali la sensibilità al contrasto, il campo visivo, la griglia di Amsler e l’acuità di lettura. Molti pazienti sono capaci di esprimere le loro necessità visive e loro speranze, altri invece hanno bisogno di aiuto a tal fine. È compito dello specialista quindi porre le domande giuste, riguardanti la vita quotidiana del paziente, le sue necessità e le sue nuove problematiche. È fondamentale comunque, nell'individuazione degli obiettivi del paziente, delle necessità e dei traguardi, cercare di essere sempre realisti. I soggetti con cecità legale, molto spesso hanno la necessità di conservare la patente; per necessità lavorative o comunque perché la perdita della ca40 pacità di guidare molto spesso si tramuta nella sensazione di perdita di indipendenza e sensazione di inutilità. Questo è uno dei tanti motivi, spesso il più frequente, per cui un paziente con deficit visivo ricorre allo specialista, richiedendo la possibilità di recuperare la vista posseduta in gioventù con l'aiuto di occhiali che lo aiutino nelle proprie necessità quotidiane. Tutti i pazienti desiderano efficaci ausili ottici, ma molti non sopportano che siano troppo spessi e per quanto riguarda quelli da lettura, non vogliono tenere il testo troppo vicino agli occhi. Lo specialista quindi deve perdere un po’ di tempo per individuare gli obiettivi realistici e quelli poco realizzabili, e deve a sua volta essere realistico quando va a prescrivere ausili troppo costosi, bisogna infatti cercare di consigliare quelli più adeguati alle possibilità del paziente; si dovrebbero eseguire dimostrazioni pratiche degli strumenti ad alta tecnologia, ma vanno anche considerate le possibilità 41 economiche dei pazienti ed essere pronti a suggerire mezzi alternativi che siano complementari e alla portata. Lo specialista deve incoraggiare l'ottimismo del paziente, anche se potrebbe essere necessario del tempo prima che il paziente sviluppi fiducia nel medico e soprattutto impari il corretto uso dei sistemi consigliati. Il medico che prescrive un certo tipo di ausili deve aspettarsi un apprendimento per l'uso graduale e deve farlo presente al paziente, che molto spesso viene scoraggiato dal fatto di non riuscire a farne un uso adeguato per alcuni anni. È molto importante, soprattutto in queste situazioni, un atteggiamento di sostegno realistico e positivo da parte del medico specialista. Ma quali sono questi strumenti per l'ipovisione? Questi consistono in ausili per lontano, lenti per il contrasto, ausili per vicino, ingranditori video, sistemi non ottici e i prismi. Prima però di descrivere, brevemente, questi strumenti, sembra utile fare un accenno alla IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO loro modalità di prescrizione da parte del medico specialista. Gli ausili per l'ipovisione andrebbero innanzi tutto illustrati al paziente appena possibile, prima imparerà ad usarli e migliore sarà la possibilità di riabilitazione. Ma importante è anche un approccio sistematico alla valutazione dell'ipovedente eseguendo con accuratezza un esame completo, infatti, analizzando tutti gli aspetti utili al primo appuntamento, si può prendere in considerazione subito, senza ulteriori sprechi di tempo, un programma riabilitativo adeguato. Per quanto riguarda gli ausili per lontano, quelli più utili sono i telescopi binoculari montati su occhiali. I telescopi a più basso potere (3X) permettono di vedere la televisione da una distanza migliore. Sfruttando una migliore acuità visiva possono aiutare a seguire film, concerti, incontri sportivi e via dicendo. Il paziente anziano con mano ferma può anche sfruttare e beneficiare del telescopio monoculare per riconoscere per esempio il numero dell'autobus o per seguire le indicazioni nei super market. Nonostante tutto, molti soggetti trovano scomodo e disagevole l'uso di telescopi a potere più elevato in quanto il campo visivo si riduce ed inoltre per mettere a fuoco l'immagine è necessaria una mano molto ferma. Altri strumenti ottici efficienti sono le lenti per il contrasto, ossia lenti che migliorano il contrasto e quindi l'acuità visiva. I pazienti per esempio affetti da cataratta subiscono un abbagliamento penalizzante; e chiaramente le lenti che riducono tale effetto migliorano anche l'acuità visiva. In particolare il minore abbagliamento sarà utile in caso di degenerazione maculare e/o glaucoma. Sono comunque necessarie e disponibili lenti diversamente colorate per migliorare il contrasto, e proprio i pazienti dovrebbero provarle e scegliere il colore preferito, si possono eventualmente fornire le lenti al paziente perché le provi a casa o all'aperto. Oltre agli ausili per lontano un accenno va fatto anche agli 42 ausili per vicino. Lenti più forti per lettura possono permettere ai soggetti ipovedenti di leggere testi tenuti a distanza più vicina. I pazienti in questo modo si abituano a tenere il materiale più vicino, continuando a leggere. In caso di degenerazione maculare con riduzione visiva ed una acuità visiva di circa 3/10, può bastare una correzione semplicemente per lettura per rendere capace il paziente di sfruttare una funzione visiva normale. Il soggetto pian piano riprende a leggere ed impara ad usare una distanza più ravvicinata. L'assuefazione precoce ad un sistema ottico potente permette anche un'utilizzazione più immediata qualora nel tempo fosse necessario potenziarlo. Il soggetto non perde la capacità di leggere e non ha difficoltà ad abituarsi ad una distanza inferiore. Gli ingranditori semplici possono essere sia a mano che fissi ed entrambi possono essere sufficienti per leggere. Gli ingranditori a mano sono portabili, leggeri e molto funzionali, possono 43 essere utili per la lettura del giornale, regolare il termostato, leggere le indicazioni dei farmaci e le prescrizioni , controllare i prezzi in un negozio o leggere un menù. Gli ingranditori fissi sono meno mobili ma , ad un paziente con tremore, possono dare gli stessi vantaggi visivi di un ingranditore a mano. Molto utili in alcuni casi sono dei particolari tipi di ingranditori ai quali è connesso un sistema di illuminazione. Sempre a proposito degli ausili per vicino, si possono usare lenti addizionali ad alto potere che permettono di tenere libere entrambe le mani per sorreggere il materiale di lettura. I pazienti abituati ad una distanza di lavoro più ravvicinata, come coloro che presentano una miopia marcata e coloro che utilizzano forti lenti addizionali, hanno una maggiore facilità di adattamento a questi ausili. Si possono ricordare poi gli ingranditori video, come per esempio i monitor televisivi a circuito chiuso (CCTV) che permettono ingrandimenti nero su bianco o bianco su nero, ma so- IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO no disponibili anche monitor a colori. Con questi strumenti si può controllare e rafforzare il contrasto, in modo da rendere più semplice attività quotidiane quali leggere la posta , regolare i conti e tenere con molta facilità la corrispondenza. Il loro limite maggiore è però il costo ed il fatto di non essere portatili. Si possono trovare anche degli ingranditori video portatili e macchine che permettono di convertire il testo in registrazioni sonore. Questo campo è comunque in continua trasformazione con sempre nuovi sistemi utili per i pazienti. Molto importante è poi l'osservazione attraverso i prismi. Utilizzando lenti, portalenti e prismi, si può valutare l'esplorazione visiva di pazienti con deficit centrali e paracentrali. La tecnica deve essere insegnata, ma si impara facilmente ed è molto utile nel trattamento di certi pazienti.Ciò che serve in questo caso sono solo le lenti di prova e il portamenti. Si occlude un occhio, si posiziona un prisma di sei diottrie nel settore anteriore del portalenti lasciando le lenti correttive nel settore posteriore e quindi si ruota il prisma. Si chiede al paziente di guardare avanti verso l’ottotipo e ruotando il prisma si chiede al paziente se la vista migliora, si annota la posizione in cui si ottiene un miglioramento in modo tale da tornarvi dopo aver ruotato il prisma per 360°. Dopo aver provato con un prisma di 6 diottrie si possono testare pismi con potere diverso per vedere se la vista migliora ulteriormente. Queste prove vengono eseguite in entrambi gli occhi e ala fine per evitare la diplopia la differenza tra l’asse dei due prismi dovrebbe essere minore di 15°. Con questi strumenti alcuni pazienti migliorano senza dover ricorrere all’uso di telescopi ed ingranditori, strumenti efficaci ma sicuramente più ingombranti. Oltre a tutti questi ausili di tipo ottico ,esistono dei sistemi di ausili non ottici molto utili. Si possono trovare infatti periodici e libri a grossi caratteri di stampa. Libri registrati su nastro possono essere presi in prestito dalla Library 44 of Congress e da biblioteche locali. Stazioni radio locali hanno servizi appositi per gli ipovedenti. Anche l'illuminazione è un fatto molto importante per gli ipovedenti, molti pazienti per esempio con cataratta e degenerazione maculare, spesso sono in grado di leggere con semplici ingranditori se la luce è adeguata. Con semplici aggiustamenti di luce si può infatti recuperare una buona funzionalità; e quindi questo aspetto non va assolutamente trascurato. Altri rimedi non ottici possono essere l'uso di pennarelli, comandi ben evidenti per la regolazione del termostato, grossi tasti per il telefono o per quanto riguarda la guida automobilistica l'uso di una segnaletica stradale chiara ed efficace anche per un adeguato orientamento per questi pazienti. Gli anziani sembrano rispondere abbastanza bene anche agli ausili non ottici; sono più facili da usare e permettono di conservare la propria indipendenza. Concludendo si potrebbe dire 45 che la valutazione e il trattamento del paziente anziano ipovedente dovrebbe essere un approccio di gruppo. Insegnanti riabilitatori, operatori sociali, terapisti occupazionali, riabilitatori della motilità e dell’orientamento possono fornire un supporto prezioso per l’anziano. I paziente ipovedenti e in particolare i soggetti anziani, hanno paura di uscire da soli, isolandosi dagli amici, la paura di cadere, di mancare un gradino o di inciampare in un ostacolo o di non essere in grado di vedere un’automobile o il semaforo quando attraversano, possono condannare il paziente all’isolamento. Il paziente con i mezzi riabilitativi dovrebbe essere aiutato a ritrovare la sua sicurezza. IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO È… Si è conclusa il 15 Settembre la raccolta degli elaborati inviati dai partecipanti al I° concorso letterario “Ipovisione” bandito dall’A.R.I.S. La Commissione esaminatrice ha valutato la capacità di rappresentare le difficoltà, i sogni e la quotidianità delle persone che non vedono o che hanno gravi minorazioni visive e ha proclamato vincitori a parimerito la Sig.ra Giuseppa Chiarini e il Sig. Giuseppe Petrotta di cui vengono pubblicate le poesie di seguito. MISTERIOSO SILENZIO Misterioso silenzio intorno c’è una lacrima scivola in fondo al mare e mai nessuno potrà dirti chi è colui che la andrà a ripescare. Assordante fruscio intorno a te, il tuo sospiro si è disperso nel vento e qualcuno adesso potrà dirti perché ha fatto suo quel dolce lamento. Desiderio di sofferta solitudine per nascondere in eterno ed affogare la singola voce della comune inquietudine che nell’universo ci confonde e ci fa vagare. JOSÉ Cecità che ti assale nell’opera distruttiva della natura; cecità che abbrutisce la coscienza esorcizzando incanti e stupori; cecità che inquieta e vede egoismi; cecità che fa naufragare sogni e speranze che smorza cancella emozioni. Sull’altra sponda il cieco che vigila sulle stoltezze umane che illumina oscuri sentieri d’un’impietosa malvagità; colui che scuote solleva macigni nell’accidentata commedia della vita; il cieco che s’immerge financo nelle fresche morbide acque abissali; riportando alla luce ancestrali testimonianze di neglette civiltà col corpo navigando nell’incommensurabile ricchezza d’inesplorati fascinosi mondi marini. G. PETROTTA 46