leggi la rivista - La Voce di Edoras
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http://lavocediedoras.altervista.org Torneo: La Penna dell’Eroe 12 eZine Tolkeniano TCoH: cover inglesi. L’editoriale Sommario Ragnatele d’orrore.Meditazione sui ragni 2 Vampiri e pipistrelli 6 Il Mistero dello spirito della Vecchia Foresta 7 Le Driadi 11 La Leggenda di Saint-Valentine 13 Lineage II 14 LOTRO:Pvpm 15 Anno II, numero 2, Febbraio 7 Lotro: Caduto l’NdA di Emanuele “Theoden” Scalzo Si preannuncia un febbraio tutto da leggere, si perché devo dire che l’eZine è più fornito del solito. Al suo interno interessantissimi saggi tolkeniani, citiamo “Ragnatele d’orrore. Una meditazione sui ragni” gentilmente concessoci dagli amici Boleri che ringraziamo. Tutto da leggere l’articolo della rubrica Creature dal mondo Fantasy che questo mese verte sulle Driadi. Riportiamo anche le ultime su Lotro, una recensione sul cult Lineage II e le copertine inglesi di “The Children of Hurin”. Speriamo che il numero soddisfi le vostre pretese e non possiamo far altro che augurarvi, come al solito, una buona lettura capace di interessarvi, informarvi farvi riflettere. L’Immagine del Mese Nuove copertine Eragon. Fonte: http://www.shurtugal.com Come annunciato nell'ultima Newsletter di Paolini, ci saranno delle versioni alternative delle copertine di Eragon ed Eldest in Inghilterra. Il sito shurtugal.com si è attivato immediatamente ed è riuscito ad avere in anteprima, dalla Random House, le immagini delle cover! I libri con queste c opertine saranno le versioni in paperback (brossura) e saranno disponibili nei negozi inglesi non prima del 1 Marzo 2 0 0 7 . copertine Eragon Links: "...troppo grande era la sua bellezza per essere detta con le parole di Uomini o di Elfi; chè la luce di Ilùvatar ancora le splendeva in volto" 15 http://www.dragonisland.it http://www.gdrweb.com http://www.gdrland.net http://www.girsa.too.it Anno II, numero 2, Febbraio Pagina 2 Ragnatele d’orrore. Meditazione sui ragni* Lin Davies Che i draghi non abbiano mai camminato su questa terra è una triste realtà e, cosa forse meno triste, neppure gli orchi, i balrog, i mannari e la maggior parte delle altre creature che combattono per Sauron ed i suoi a l l e a t i . Tra quelle creature che esistono realmente o sono derivate da animali esistenti, troviamo cani con le selvagge caratteristiche dei lupi come Carcharoth «tormentato, terribile e forte» (1), segugio del primo Oscuro Signore, Morgoth; gatti come Tevildo, che insieme ai suoi seguaci procura la carne per la tavola di Morgoth; olifanti, che incutono terrore grazie alle dimensioni, alla forza ed alla capacità per la distruzione di massa... ed i r a g n i . Perché i ragni? Per quale motivo Tolkien decise di attribuire la forma di ragno a due tra le sue più disgustose e malevole creature, Ungoliant e Shelob – per tacere dei numerosi discendenti in Nan Dungortheb e Mirkwoo d ? La risposta potrebbe in un primo momento sembrare ovvia: una fetta curiosamente ampia della popolazione è terrorizzata dai ragni, apparentemente in modo irrazionale se si considerano le loro dimensioni e, almeno nel nostro paese, la loro notevole mancanza di armamento; in tutto il mondo soltanto una piccolissima parte di ragni è effettivamente pericolosa per gli uomini, eppure ba- sta una ricerca su internet per essere colpiti dal gran numero di siti dedicati ai ragni – molti di essi riguardanti l'aracnofobia. In una inchiesta sui bambini in età scolare condotta dalla BBC negli anni '50, e ripetuta nel 1988, il ragno è risultato al secondo posto come animale più sgradito dopo il s e r p e n t e (curiosamente il leone si è classificato terzo, il che avrebbe potuto essere preoccupante per C.S. Lewis); sembra che siamo obbligatoriamente attratti e respinti dai ragni. Considerando che per la maggior parte non sono pericolosi, è stato sorprendentemente difficile identificare il motivo per cui i ragni sono così odiati e temuti: Paul Hillyard, nel suo Book of the Spider è costretto alla conclusione, non del tutto rivelatoria, che la paura proviene da «qualità astratte come la spideriness» (2); sono più illuminanti le risposte di un gruppo di studentesse inglesi che mostrano come il loro timore fosse rivolto ai ragni di grandi dimensioni, neri e con zampe lunghe – avevano paura anche dei rapidi movimenti dei r a g n i . Questi fatti sono stati confermati dalle mie stesse ricerche, come uno scritto di mia nipote Alex: «Si muovono così in fretta che il loro movimento mi rende decisamente inquieta» (3); Primo Levi parlava delle sue percezioni dei ragni come crudeli, brutti e pelosi, ISDA Edoras Visita il forum dei Rohirrim!!! oltre al fatto che tendono agguati alle loro prehttp://isdaedoras.proboards101.com/index.cgi de ed in generale si muovono in modo furtivo; esiste anche una teoria secondo la quale noi possediamo una sorta di memoria ancestrale sui ragni che deriva dal Medio Evo, quando la loro presenza in una casa era considerata indice di contagio, e più specificamente della peste bubbonica. Gli anglosassoni credevano che i ragni potessero ricavare il veleno Shelob nella trilogia jacksoniana. dai fiori, come le api ottengono il miele, ed il loro nome per i ragni era attercop, cioè testa velenosa (poison head) – l'insulto scagliato da “Per quale motivo Bilbo contro i ragni di Tolkien decise di M i r k w o o d . Tolkien non è l'unico attribuire la scrittore ad aver impiegato alcuni di questi eleforma di ragno a menti terrificanti: l'amico di Harry Potter Ron due tra le sue più Weasley è un aracnofobo e trova particolardisgustose e mente spaventose le molteplici zampe del malevole ragno; in Harry Potter e creature, la stanza dei segreti c'è una scena nella Foresta Ungoliant e Proibita che sembra derivare dalla scena dei Shelob??” ragni di Mirkwood nello Hobbit: i ragni che catturano Harry e Ron sono descritti grandi come cavalli da tiro ed è apparentemente vero che coloro che temono i ragni tendono a vederli più grandi delle loro reali dimensioni, come un ingrandimento del peggior incubo si possa imm a g i n a r e . Per tornare a Tolkien è quindi più che ragionevole vedere Shelob come una enorme e grottesca incarnazione di tutte quelle caratteristiche dei ragni che provoUngoliant cano il ribrezzo della da http://smial-bolgeri.blogspot.com/ Anno II, numero 2, Febbraio continua da prec gente. Hillyard dice «Spesso [la fobia] non è la paura di ciò che i ragni potrebbero fare, ma semplicemente disgusto alla vista della creatura» (2); quando Shelob emerge dalle tenebre di fronte a Sam egli vede «la forma più abominevole che avesse mai veduta, più orribile del peggiore degli incubi» (4); malgrado sia sufficientemente repellente con le grandi zampe snodate e l'enorme corpo bulboso, Tolkien accresce l'orrore sottolineando il «corpo gonfio, un immenso tumido sacco straripante tra le sue gambe» (4), nero e maculato, con una parte inferiore luminescente, e maleodorante. È significativo che la luce fioca e fosforescente abbia spesso conno- tazione malvagia in Tolkien, come i fiori velenosi della Valle di Morgul; Shelob inoltre possiede la terrificante qualità dei ragni di potersi muovere «a spaventosa velocità» malgrado le sue notevoli d i m e n s i o n i . Hillyard cita la lettera di una donna che afferma «C'è un certo non so che nei ragni, sembrano consci della nostra presenza... Mi sveglio sempre con la sensazione che ci sia qualcuno o qualcosa nella stanza, ed infatti la maggior parte delle volte c'è un grosso ragno sul muro o sul soffitto sopra di me, che pare fissarmi» (2); Shelob è ancora più terribile «a causa del malvagio intento che covava nei suoi occhi senza rimorso», ed ancora prima, durante il tragitto nel tunnel, c'era stato «un senso di malvagità occulta ma così intensa che Frodo vac illò » ( 4 ). Pare evidenziarsi quindi la percezione che i ragni possiedano una sinistra intelligenza che permette loro di approntare una trappola e quindi di restare ad attendere che una sfortunata vittima vi cada; a questo si aggiunge il fatto che i ragni non uccidono rapidamente le loro vittime, ma si limitano ad incapacitarle per poterle consumare vive più' tardi – da qui nasce la percezione della loro crudeltà. Tolkien conferisce sostanza a questa apparente crudeltà: Shelob permette agli Hobbit di «correre un breve attimo in preda a un vano panico per il divertimento degli occhi» e Sauron le invia dei prigionieri «li faceva condurre sino alla tana, ed esigeva rapporti che descrivessero in che modo il mostro avesse giocherellato con le p r e d e » ( 4 ) . Questo suo comportamento è assimilabile a quello del gatto: Tevildo, il seguace di Morgoth, ne è la causa «da qui è nato l'odio che ancora esiste tra gli Elfi per tutti i gatti» (5); infatti è risaputo che i gatti giocano, senza scopo apparente, con le l o r o p r e d e . Da tutti questi elementi si evince che sotto molti punti di vista il ragno è un soggetto ideale per una creatura del male: essi possiedono molte caratteristiche che, pur non essendo inerentemente malvagie, con un po' di esagerazione e l'attribuzione di un'intelligenza cosciente possono es- Pagina 3 sere poste al servizio del male, anche perché per molti sono la materia dei propri incubi. Anche i gatti possono possedere alcune abitudini che, una volta antropomorfizzate, si possono considerare riprovevoli, ma essi godono del grande vantaggio di essere graziosi, pelosi ed estremamente perdonabili; anche Tevildo, ancorché descritto come «color del carbone e di aspetto malvagio» (5), fa le fusa in modo disarm a n t e . Ad ogni modo si potrebbe controbattere che i ragni vanno ben oltre queste descrizioni e che Shelob e la sua progenitrice Ungoliant hanno ricevuto forma di ragno per poter assegnare loro ruoli specifici all'interno della creazione di Tolkien; in un articolo su Mallorn, che si occupa di temi a carattere femminista nel Signore degli Anelli, David Pretorius afferma che Shelob è «una figura femminile diabolica... un simbolo del disprezzo maschile per la creatività della donna» e che «l'uccisione della prole si può interpretare come il fallimento della creativi- tà femminile, con la distruzione della letteratura da parte delle donne». Aggiunge inoltre che «essa [...] è il simbolo del terrificante potere della donna» (6), probabilmente suggerendo che essa è l'opposto di Galadriel, che non è solo una Noldo con un retaggio di creatività, ma è anche capace di resistere alla tentazione del potere che l'avrebbe trasformata – se lo avesse conquistato – in una forza d i s t r u t t r i c e . Anche se le ipotesi sull'attitudine inconscia di Tolkien nei confronti della creatività femminile devono restare tali, credo che esistano altri aspetti molto più rilevanti dei ragni che potrebbero aver influenzato Tolkien - grazie alla sua profonda e professionale conoscenza di mito e tradizione - mentre conferiva sostanza ad Ungoliant e più tardi a Shelob. Nelle Due Torri Shelob è descritta come «ultima figlia di Ungoliant nel tormentare il mondo infelice» (4), ed Ungoliant è stata la prima creatura con forma di ragno ideata da Tolkien; nel Silmarillion essa è descritta come un essere che «assunse la continua... ©John Howe Anno II, numero 2, Febbraio ...continua da prec. forma di un mostruoso ragno» (7), una forza malefica così potente che Morgoth non è in grado di sconfiggerla né di distruggerla quando non ha più bisogno di l e i . Essa è una creatura dotata di fame insaziabile: sempre affamata, divora la luce e la tesse in «oscure ragnatele di buio soffocante» (7); è così che Morgoth, consumato dall'odio e dall'invidia per la bellezza di Valinor, si allea con Ungoliant per distruggerli – trafigge Laurelin e Telperion, i due alberi di Valinor che sono la fonte di ogni luce, ed Ungoliant ne risucchia la linfa, avvelenandoli. Ancora assetata, prosciuga le Fonti di Varda e rigetta nebbie oscure, mentre cresce a dismisura: «L'oscurità appariva non come una mancanza, bensì una cosa dotata di esistenza propria, perché era generata con malvagità dalla Luce stessa ed aveva il potere di trafiggere gli occhi e di penetrare il cuore e la mente e soffocare persino la volontà» (7) molto simile agli effetti paralizzanti della puntura di un ragno sulla v i t t i m a . Nella mitologia religiosa è diffusa l'immagine della mostruosa madre-ragno, la Grande Madre come divoratrice; nei miti Indù essa si trova al centro del mondo e, tessendo le sue tele e divorando le sue prede, simboleggia la luna crescente e calante, l'alternanza di nascita e morte. Nella simbologia cristia- na, il ragno rappresenta il Demonio, che attira i peccatori nelle sue macchinose trame; Primo Levi disse che «il ragno è la madre-nemica che avviluppa e circonda, che desidera ... sottometterci ancora al suo volere; e ci sono coloro che ricordano come in quasi tutte le lingue il nome del ragno sia di genere femminil e » ( 8 ) . Per questo motivo il ragno è una scelta naturale per questo essere malvagio di Tolkien che, divorando bellezza e luce, distrugge l'innocenza e la perfezione di Valinor e funge da catalizzatore per la caduta dei Priminati – gli Elfi; le ragnatele di oscurità tessute da Ungoliant le permettono di fuggire con Morgoth dalla scena del crimine, con i Noldor che narrano di «un'Oscurità cieca» che si muove verso Nord e «al cui centro avanzava un potere senza nome, e l'Oscurità scaturiva da esso» (9). Da questa grande creatura-madre divoratrice hanno avuto origine i ragni di Nan Dungortheb e Shelob poiché Shelob è figlia di colei che distrusse la Luce di Valinor, la luce di Eärendil nella Fiala di Galadriel non ha completo potere su di lei, anche se riesce ad arrestarla e conferisce indispensabile coraggio agli hobbit; in un primo tempo i suoi occhi sfaccettati rifrangono la luce della fiala e «dietro [di essi] incominciò ad ardere una pallida incandescenza micidiale, una fiamma avvampata nel più profondo abisso di un pensiero malefico» (4). Solo quando il coraggio di Frodo divampa ed egli avanza con Pungolo, Shelob comincia a dubitare e si ritrae dalla Pagina 4 luce «cieca forse per un attimo, ma invitta ed avida di morte» (4); Frodo, con la sua consapevolezza della storia, conosce il valore della sua spada elfica Pungolo, forgiata nel Beleriand dove si trovavano «ragnatele d'orrore nelle scure gole»(4); Pungolo infatti era stata forgiata dagli Elfi che già combattevano malvagie creature ed è in grado – come Frodo aveva intuito – di tagliare la tela di S h e l o b . Ma è soltanto nel momento in cui uno degli occhi di Shelob viene colpito che la Fiala riesce a sconfiggerla: «I raggi le trafiggevano la testa ferita lacerandola con intollerabile dolore, mentre la spaventosa infezione di luce dilagava da un occhio all'alt r o » ( 1 0 ) . La forma fisica del ragno, con i suoi occhi sfaccettati, è importante per la trama quanto lo è il fatto che i ragni paralizzano le proprie vittime prima di ucciderle: questa abitudine sembra sostenere la percezione che i ragni possiedano una intelligenza malvagia e che osservino le loro vittime mentre sono in agguato – Frodo e Sam percepiscono una presenza appostata nel tunnel molto prima di sapere di cosa si tratta. David Pretorius vede il tunnel come un luogo soffocante, simile all'utero femminile, in cui i due maschi Hobbit temono di entrare, ma può essere anche percepito come un luogo dove l'oscurità diventa qualcosa di più che la semplice mancanza di luce: «Sembrava di camminare in un vapore nero plasmato nell'oscurità stes- sa, e alla cecità degli occhi si aggiungeva a ogni respiro una più densa nebbia della ment e » ( 4 ) . Sia con Shelob che con Ungoliant esiste quasi una sinergia tra le ombre, il buio e le ragnatele, così che non è più possibile distinguere tra la tela che paralizza il corpo e l'oscurità che paralizza la mente – entrambe contribuiscono alla distruzione della luce, della bellezza, ed indirettamente del bene. Morgoth non è stato in grado di sfuggire ad Ungoliant perché «la nube lo avvolgeva ancora e gli occhi di lei lo osservavano» (9); Shelob riesce a paralizzare gli Hobbit con il potere del suo sguardo prima ancora di aver usato il veleno del suo rostro. Così, mentre il tunnel è senz'altro maleodorante, fetido e rancido a causa dell'attività della sua abitatrice, è in modo più rilevante un luogo di oscurità paralizzante in cui si svolge un conflitto i cui contendenti sono ben altri che hobbit ed un gigantesco ragno: è l'eterno conflitto tra antichi poteri, tra Luce ed Ombra, tra il potere di Eärendil, Speranza di Elfi e Uomini, e l'antico male in forma di ragno «discesa dall'oscurità che circonda Arda» (7) (come lo era Ungoliant). Così, a partire da Ungoliant, il ragno ha fornito a Tolkien un ideale di creatura malvagia, una sembianza per cui molti provano disgusto ed una tradizione di femmina divoratrice che tesse le sue tele per catturare prede inermi, destinate ad una lenta, orribile m o r t e . continua... Anno II, numero 2, Febbraio Pagina 5 ©Melkor e Ungoliant, Howe. ...continua da prec. Aggiungete a ciò l'apparente vigile intelligenza del ragno e diverrà chiaro che la sozza progenie di Ungoliant si sarebbe inserita perfettamente nella trama nel corso del suo sviluppo: curiosamente, la prima idea di Tolkien fu quella di far cadere gli Hobbit in un agguato teso da una frotta di ragni – come per Bilbo ed i Nani a Mirkwood; questo scenario presentava evidentemente troppo difficoltà e quindi Shelob emerse come personaggio individuale, grottesco, crudele e memorabile. Prima di concludere, da persona affezionata alle grosse e pelose tarantole, mi sembra giusto sottolineare che il panorama per i ragni non è totalmente negativo: in molte culture è considerato di cattivo auspicio ucciderli, ed alcuni, come i Money Spiders sono considerati portatori di fortuna; inoltre, in una strana immagine speculare della disavventura degli Hobbit, esistono racconti popolari in cui l'eroe sfugge all'inseguimento grazie ad una tela di ragno posta all'ingresso del suo nascondiglio, che fa presumere agli inseguitori che egli non possa trovarsi all'interno. E naturalmente tutti noi sappiamo di Robert the Bruce... ( * * ) Una conclusione, che potrebbe derivare dal fatto che Shelob è nominata individual- mente e non come parte di una moltitudine, viene dal modo curioso con cui Tolkien riesce ad evocare sentimenti di compassione nei suoi confronti quando, ferita, si trascina all'interno della sua tana «E Shelob, infine domata, sconfitta, fremeva e tremava cercando di sfuggirgli» (10); questa frase sembra densa di significato, impregnata com'è da un senso di completa sconfitta ed anche di patetica ansietà quando Shelob, un tempo mortalmente veloce, si ritrae goffamente – per non parlare di quando più tardi Sam la ode mentre brancola sottoterra in «viscida disperazione» (10). Quanto più è stata potente e priva di rimorso, tanto più la sua sconfitta appare, contro ogni ragione, degna di pietà; ciò potrebbe dipendere dal fatto che l'impostazione morale dell'opera di Tolkien impedisce ai cosiddetti "buoni" di godere della propria vittoria o di approfittare degli sconfitti: le azioni dei "buoni" sono dettate dalla compassione – dopo tutto è la misericordia di Bilbo, che in seguito Frodo farà sua, a salvare la Terra di Mezzo dal male incarnatosi in creature come Shelob. di Lin Davies Amon Hen #197 Note: GENTILMENTE CONCESSOCI DA: http://smial-bolgeri.blogspot.com/ *Traduzione dell'articolo di Lin Davies comparso su Amon Hen #197. Non essendo riusciti a reperire né l'autore né il direttore Andrew Butler, abbiamo proceduto alla pubblicazione per scopi esclusivamente divulgativi e didattici. L'autore e l'editore ne possono richiedere la rimozione in qualsiasi momento. La traduzione è di Nymeria. (1) J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion (capitolo "Beren e Luthien") (2) P. Hillyard, The Book of the Spider. Hutchinson, 1994 (3) Alex Segrove, via e-mail (4) J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli (capitolo "La Tana di Shelob") (5) J.R.R. Tolkien, Racconti ritrovati (6) D. Pretorius, "Binary Issues and Feminist Issues in The Lord of the Rings", in Mallorn 40 (Tolkien Society, nov. 2002) (7) J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion (capitolo "L'oscuramento di Valinor") (8) citato in The Book of the Spider (rif 2) (9) J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion (capitolo "La fuga dei Noldor") (10) J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli (capitolo "Messer Samvise e le sue decisioni") (**) Re scozzese che, nascosto in una caverna per sfuggire alla cattura, trascorse lunghi mesi osservando un ragno che tesseva pazientemente la sua tela, ricominciando da capo quando non ci riusciva; da questo comprese che non avrebbe dovuto perdersi d'animo Anno II, numero 2, Febbraio Pagina 6 Vampiri e pipistrelli Lamia Undome *Serena* Fanciulla del Crepuscolo Una delle più antiche testimonianze di vampiri o pre-vampiri, sono certe raffigurazioni di Lilith: dea legata alla Luna come fertilità ma anche come mortalità. Veniva immaginata con la pelle di colore bluastro e si dice che avesse la capacità di succhiare i fluidi vitali,cioè dal sangue allo sperma,per nutrirsi e generare mostri. Ma anche i greci non sono da meno: si parla di Lamie,Empuse e Strige. Ognuna di esse con caratteri molto diversi fra loro: Lamie sono metà donne e metà serpenti. Le Empuse e le Strige sono metà donna e metà rapaci. Ma hanno tutte la caratteristica di cibarsi di sangue. Alla lamia è legata una legenda molto triste: si dice che Lamia fosse una bellissima regina di Libia a cui Zeus concesse una notte d’amore: l’irata Era non solo la trasformò in un mostro ma la fece anche impazzire: divorò i suoi figli. E da quel momento in poi la povera Lamia si aggira nutrendosi di sangue di uomo. Nelle leggende irlandesi troviamo la Leanan-Sidhe e il Dearg-dul. La prima è la musa dei poeti dell’Isola di Man, una donna vampiro affascinante che si nutre del loro sangue; i fortunati che vengono morsi vivranno una vita breve ma intensa ed ispirata. L’altra figura invece è un mostro che prende le forme di una bella fanciulla,generalmente in pericolo…chi decide di salvarla dovrà dargli tutta la sua vita. Nella mitologia indiana troviamo i Vetala, cioè dei pipistrelli antropomorfi giganti. Un discorso un po’ diverso è da fare per la letteratura legata al vampiro. Siamo tutti portati a pensare che il primo famoso vampiro sia Dracula…in verità la prima figura della letteratura è nella “Christabel” di S.T.Coleridge anche se nel racconto non è esplicitamente detto che Geraldine sia una vampira,ma si dice che succhia energia a Christabel. Segue “Il Vampiro” Lord Ruthven di J. Polidori (ispirato ad un racconto incompiuto di Byron), la contessa “Carmilla”,scritta di pugno da un irlandese di nome Sheridan Le Fanu (leggendolo non si può non pensare al racconti di Christabel); tutte queste figure letterarie tengono fermi i punti fondamentali della mitologia: l’inganno,la crudeltà,il fascino della ferinità e la bestialità propria del vampiro vissuto come un animale a tutti gli effetti. Segue infine il fortunato Dracula di B.Stoker (ma non pensate al film!). Un ‘800 molto ispirato in cui si sono giocati i caratteri fondamentali del vampiro. Una rivoluzione è stata fatta di recente dalla scrittrice Anne Rice: i suoi vampiri diventano umanizzati,approfonditi psicologicamente e con il fascino dell’uomo non proprio uomo ma a tratti bestia. Notevole,senza dubbio,ma,io credo, lontano dal vampiro. Tolkien in questo riesce ad essere molto più fedele alla mitologia. Bisogna però dire che si parla soltanto in due brevissime occasioni di vampiri: nel Silmarillion e ne lo Hobbit. In quest’ultimo, nella Battaglia dei Cinque Eserciti, Tolkien ci dice che presero parte nelle armate del male anche i pipistrelli. Nel Silmarillion l’accenno è ugualmente sintetico ma ci da l’opportunità di rifletterci un po’ di più: Sauron,tra tutte le forme che può assumere, prende forma di un vampiro. Intanto,il fatto che sia Sauron, ci dice che essendo egli un maia, è un travestimento. Penso alla mitologia nordica,dove le divinità hanno delle pelli che,una volta indossate,li trasformano in tutto e per tutto in quegli animali: Freja,per fare solo un breve esempio,ha un travestimento da falco. Ma la cosa più chiara ci viene detta nella figura di Thuringwethil: si dice che essa fosse una donna,che soleva prender forma di vampiro (quindi una maia anch’essa) e volava tra Angband e Tol-In-Gauroth come messaggera. Luthien indossa il suo travestimento mentre Beren indossa la pelle del morto lupo mannaro Draugluin,ucciso da Huan. Più fedele alla mitologia nel senso che la cosa trasformata in vampiro lo è in maniera totale: nel corpo e nello spirito. Non c’è posto per pentimenti o lotte interiori…no,perché si ha a che fare con animali. “Sauron,tra tutte le forme che può assumere, prende forma di un vampiro.” ©Ted Nasmith Anno II, numero 2, Febbraio Pagina 7 The Children of Húrin: copertina versione inglese. Disponibile da un paio di giorni la versione finale della cover inglese del libro , e lo stampo che sarà impresso sulla Gold Edition (mostrato qui a canto). La Release di TCoH è prevista per il 17 Aprile. ©cover inglese TCoH ©stampo versione Gold ©Hildebrandt Il mistero dello spirito della Vecchia Foresta Pasquale "Autior" Abate Tolkien ha dedicato la sua intera vita,fino agli ultimissimi giorni. Eppure,in un un cosmo così completo e particolareggiato,definito nel dettaglio,ci sono avvenimenti o creature che sembrano apparentemente di importanza marginale nel grande schema delle cose,come note isolate della Grande Musica che Tolkien scrive abbia dato vita al Mondo ed a tutto ciò che in esso si trova;ma queste creature e questi l uoghi,apparentemente privi di rilevanza,contri bui scono invece alla sua bellezza,e a mantenere un alone di mistero,spingendo il lettore a chiedersi cosa ci sia oltre l’orizzonte,e quanti misteri e segreti si celino in ogni angolino della Terra di Mezzo! Una delle creature più interessante ed enigmati- che della Terra di Mezzo è sicuramente il misterioso personaggio che risponde al nome di Tom Bombadil. Questi viene incontrato dai nostri quattro piccoli eroi Frodo,Sam,Pipino e Merry,che si sono inoltrati in profondità nella Vecchia Foresta per raggiungere Gandalf al villaggio di Brea. La Vecchia Foresta è un bosco intricato nel quale gli alberi sono in qualche modo coscienti;in essa vive il Vecchio Uomo Salice,un albero animato da uno spirito malevolo.Questa crudele creatura li attacca,e per i quattro piccoli Hobbit si stà mettendo davvero male,quando all’improvviso sentono una buffa serie di strofe cantate da una voce calda e gioiosa,e dal folto del bosco vedono apparire una figura; “…un uomo,o comunque un personaggio che somigliacontinua... “Aveva una barba castana,e gli occhi azzurri e luminosi brillavano in un viso rosso come un pomodoro maturo,ma increspato da centinaia di rughe ridenti” Boimbadil per Howe© Lo straordinario merito di Tolkien non è solo di aver creato solo delle opere letterarie pregevoli come “Il Signore degli Anelli” e i racconti che compongono “Il Silmarillion” ,ma quello di aver creato un intero universo dietro di essi,un mondo completo di popoli di culture molto diverse tra loro,di cui a volte ha persino progettato le lingue parlate e la scrittura,un mondo geograficamente e topograficamente verosimile,ed in più di quel mondo ci ha raccontato la storia completa di tre ere,partendo dai primordi della sua creazione fino alla Guerra d e l l ’ A n e l lo,abbracciando e descrivendo in maniera più o meno dettagliata un arco temporale di migliaia e migliaia di anni! Non è un’opera da poco,e a questo lavoro di perenne rifinitura e arricchimento Anno II, numero 2, Febbraio continua da prec. va molto a un uomo.Era troppo grande e pesante per essere un Hobbit,anche se forse non alto quanto uno della Gente Alta;ma era tanto rumoroso,camminava goffo con i suoi stivaloni infilati alle grosse gambe,e attraversava a passo di carica erbe e cespugli come una mucca che s’affretta all’abbeveratoio,che pareva proprio uno della Gente Alta. Aveva una barba castana,e gli occhi azzurri e luminosi brillavano in un viso rosso come un pomodoro maturo,ma increspato da centinaia di rughe ridenti…”. L’uomo dall’aspetto tanto buffo,che se ne và in giro con un malconcio cappello dalla piuma blu sul capo e una foglia che funge da vassoio per reggere dei gigli,subito accorre in loro aiuto e con una canzone e un pò di bastonate costringe il Vecchio Uomo Salice a liberare Merry e Pipino,ormai già in completa balia dell’albero malvagio,e invita i piccoli Hobbit,ancora scossi dalla disavventura,nella sua piccola casa,e li precede per preparare loro una degna accoglienza,guidandoli alla sua dimora con canzoni che ridonano loro speranza ed enegia,e cancellano la loro paura. Vengono accolti in casa da una splendida fanciulla che si presenta come Baccador,la Figlia del Fiu- me,un leggiadro spirito della natura,che li invita a mettersi comodi mentre Tom Bombadil accudisce i loro stanchi pony.Dopo alcune parole di gratitudine,finalmente la curiosità vince l’imbarazzo di Frodo di fronte alla bellezza di Baccador,e le chiede chi sia effettivamente Tom:,e nella risposta della dama alla curiosità di Frofo otteniamo forse,come vedremo in seguito,le informazioni più importanti per comprendere la vera ess en z a di T o m; Baccador= …è lui il Messere di bosco,acqua e collina. Frodo= Allora tutta questa terra gli app a r t i e n e ? Baccador= Oh no! Sarebbe un fardello troppo pesante.Gli alberi e le erbe e ogni cosa che cresce o che vive in questa terra non hanno padrone.Tom Bombadil è il Messere.Nessuno ha mai afferrato il vecchio Tom mentre camminava nella foresta,o mentre guadava il fiume,o mentre saltellava sulla sommità delle colline,sotto i raggi del sole o nell’oscurità.Egli non ha timore.Tom Bombadil è S i g n o r e . In seguito a questa sibillina risposta ed a un delizioso pasto che i nostri piccoli amici consumano con “hobbittesca” velocità e un sonno che porta con se sogni agitati,si Pagina 8 risvegliano riposati,e la loro partenza viene ritardata poiché Baccador ha evocato la pioggia per fare il bucato e le pulizie autunnali,come dice loro Tom. Dopo un’altra abbondante colazione si siedono comodamente con Tom davanti al fuoco del camino,e il loro ospite gli racconta molte storie sulla Vecchia Foresta e le creature,buone e cattive,che la abitano;pian piano,con grande sorpresa di Frodo,la memoria di Tom comincia ad andare sempre più indietro nel tempo,fino ad arrivare addirittura ai Tempi Remoti! Frodo rimane così stupito da non riuscire a rimanere in silenzio e gli chiede chi effettivamente sia,e Tom risponde,rivelando a noi lettori un’altra importantissima parte di se stesso: “Non conosci il mio nome? Questa è l’unica risposta. Dimmi: chi sei, solitario,essere senza nome? Ma tu sei giovane ed io molto vecchio. Il più anziano,ecco chi sono.Ricordate amici,quel che vi dico:Tom era qui prima del fiume e degli alberi;Tom ricorda la prima goccia di pioggia e la prima ghianda.Egli tracciò i sentieri prima della Gente Alta,e vide arrivare la gente piccola.Era qui prima dei Re e delle tombe e degli Spettri dei Tumuli.Quando gli Elfi emigrarono a ovest,Tom era già qui,prima che i mari si curvassero;conobbe l’oscurità sotto le stelle quand’era innocua e senza paura : tom in una scena tagliata prima che da Fuori giungesse l’Oscuro Signore.” Tom insomma esiste sin dai primordi della creazione della Terra di Mezzo,ed è l’essere più antico che attualmente vi vive stabilmente! Questa è una rivelazione straordinaria per Frodo e per noi lettori:chi si poteva aspettare che un essere tanto buffo e gioioso potesse essere stato il testimone di tutte le lunghe Ere del Mon- “Tom era qui prima del fiume e degli alberi;Tom ricorda la prima goccia di pioggia e la prima ghianda” do? Tantopiù che Tom non sembra assolutamente immalinconito da tutto il tempo che ha vissuto su questa terra,come se il suo scorrere fosse scivolato su di lui senza lasciare una traccia tangibile,salvo una profonda conoscenza del mondo circostante,dalla più piccola pianta al caduto reame di Arnor nel nord! continua…. Anno II, numero 2, Febbraio continua da prec. Ma le rivelazioni e i lunghi discorsi mettono appetito,e dopo ave consumato un pasto più ricco e delizioso di quelli precedente aver cantato e riso in compagnia,il vecchio Tom Bombadil ci regala un altro colpo di scena,chiedendo a Frodo di mostrargli l’Anello,e stranamente Frodo non indugia a porgerglielo subito,senza provare alcun timore sulle intenzioni di Tom:è la prima ed ultima volta nel libro che Frodo di propia spontanea volontà consegna effettivamente l’Anello ad un altro,anche se a rigor di cronaca sappiamo che dopo che Gandalf gli ebbe spiegato la natura diabolica del gioiello egli lo offrì allo stregone,e dopo,a Lorien,si offre di cederne la custodia a Galadriel,anche se non sapremo mai se avrebbe effettivamente avuto la forza per liberarsene e di darlo effettivamente alla bellissima dama… Fatto stà che Tom infila l’Anello al proprio dito,e stranamente non accenna a scomparire,anzi,invece è l’Anello che con grande spavento e sbalordimento di Frodo,scompare improvvisamente,salvo poi essere nuovamente restituito alla sua custodia pochi attimi dopo! E quan- do Frodo,per scherzare,si mette l’Anello e fa per sgusciare via,è sempre Tom che con uno sguardo penetrante lo individua anche se invisibile,dimostrando una grande percezione,e lo invita a togliersi l’Anello dal dito,che sta molto meglio senza. Tom spiega loro la via più veloce per oltrepassare attraverso i perigliosi Tumililande infestati dagli Spettri dei Tumuli.Gli hobbit ripartono pieni di speranze e rinnovata energia dalla Foresta;tuttavia si perdono nei Tumulilande,e finiscono prigionieri di uno degli spettri prima citati:ancora una volta sono prigionieri e in pericolo,e ancora una volta Tom Bombadil,richiamato da una canzone di Frodo,si presenta prontamente,sfondando il muro del tumulo e sconfiggendo la malvagia e corrotta creatura con una facilità s t r a o r d i n a ria,cantando una semplice filastrocca,e in seguito,sempre cantando,risveglia gli altri tre Hobbit dal torpore nel quale erano caduti. Dopo questa disavventura decide di accompagnarli lui stesso sino ai confini della Terra di Brea,ma oltre questi confini egli non vuole andare,come dichiara lui stesso:“Qui è la fine della terra di Tom:egli non passerà il confi- Pagina 9 ne.Tom ha da badare alla sua casa,e Baccador è li che lo aspetta.” Quindi si allontana,sempre cantando le sue buffe strofe…è l’ultima volta che i nostri quattro amici lo incontreranno,ma non l’ultima volta che ne sentiranno parlare. Infatti al Consiglio di Elrond,che deciderà cosa si debba fare dell’Anello,dopo il racconto di Frodo sul conto del proprio viaggio sin lì,e quindi anche della disavventura nella Vecchia Foresta:Frodo scopre che Tom Bombadil non è sconosciuto a Gran Burrone! Egli ha infatti molti nomi in tante lingue,e gli Elfi lo chiamavano Iarwain Ben-adar,colui che è conosciuto come il più anziano e senza padre:egli è lo stesso che innumerevoli centinaiadi anni prima già danzava per le colline ed i boschi dell’Eriador.Non sono pochi quelli che ritengono che Tom,essendo apparentemente così potente,potrebbe custodire al sicuro da ogni male,e lo stesso Elrond si chiede se non sarebbe stato saggio invitarlo al Consiglio. Ma Gandalf,che sembra conoscere Bombadil meglio di tutti loro,li informa che non è tanto Tom ad esercitare potere sull’Anello,bensì è l’Anello a non avere potere alcuno sulla sua volontà:Tom si è ritirato in un piccolo territorio dal quale si rifiuta di uscire,forse in attesa di tempi migliori,e non avrebbe accettato mai volentieri la custodia del malvagio oggetto. E se infine le preghiere di tutte le genti libere lo avessero convinto,egli non sarebbe stato un custode affidabile,poiché si sarebbe dimenticato presto dell’Anello e del suo potere e avrebbe potuto addirittura gettarlo via! Oltretutto,seppure il potere di Tom all’interno del territorio sotto la sua protezione sembra assai grande,i membri del Consiglio convennero che probabilmente non sarebbe comunque stato sufficiente a fronteggiare Sauron se egli fosse venuto a reclamare il suo Anello,e che,presto o tardi,Tom Bombadil sarebbe caduto soverchiato dal brutale potere del Nemico,Ultimo dei Liberi a essere sopraffatto come fu il Primo a dimorare nella Terra di Mezzo… È una triste verità che Tom Bombadil non possa effettivamente recitare più nessuna parte più attiva nella Guerra dell’Anello,ma anche questa sua “politica del non intervento”,se vogliamo ironicamente definirla così,ci fa capire meglio la sua natura… Comprendere davvero cosa rappresenti Tom e con quale intento Tolkien lo abbia tratteggiato così misterioso va molto probabilmente aldilà delle forze di noi lettori;lo stesso Professore,interrogato sulla vera funzione del personaggio di Bombadil affermò <<è un enigma,e come tale và lasciato inspiegato>>. continua... Anno II, numero 2, Febbraio continua da prec. Ma possiamo credere tutti che Tolkien sapesse benissimo quanto un personaggio così misterioso,una vera incognita in un mondo perfettamente tratteggiato,avrebbe attirato l’attenzione dei lettori più attenti,e chissà che non lo abbia avvolto in un alone di mistero proprio per ottenere tale risultato! Bisogna innanzitutto riconoscere che la vera identità di Tom Bombadil potrebbe essere un mistero per lo stesso Tolkien,che potrebbe non aver desiderato dotarlo di una natura definita,e che quindi tutto ciò che possiamo dedurre sulle sue origini è puramente arbitrario;stabilito questo,passiamo a esaminare le opzioni più verosimili. Tom mostra una straordinaria conoscenza della natura della Terra di Mezzo,dalla fauna alla flora,in più sembra dotato del potere di conversare con piante ed animali,un potere che riscontriamo solo nell’Istari Radagast: questo,unito al fatto che ha scelto come propria dimora un bosco,potrebbe identificarlo come uno spirito s i l v a n o ,u n f ol l et to,un’incarnazione della natura nella sua forma più mite e gioiosa! Oltretutto di Tom si afferma più volte che regna sulla propria terra,ma non la possiede ne esercita alcun dominio su di essa,anche se viene da tutti rispettato e con- s i d e r a t o i l “Messere”:questo è un particolare simbolico molto importante,poiché molte culture che rispettano profondamente e venerano la natura o vivono in particolare simbiosi con essa affermano e propongono lo stesso principio,ossia che l’Uomo in quanto “Figlio della Mondo” e quindi della Natura che ne costituisce l’anima deve amare e al massimo custodire la Natura stessa,e mai deve aspirare a dominarla e a tiranneggiarla o anche solo dichiarare di possederla,e questo spirito diciamo così “ambientalistico” Tom Bombadil lo incarna alla perfezione.Altra prova che potrebbe identificare Tom Bombadil come uno spirito di natura silvana è un passo tratto dai “Racconti Ritrovati”,una versione più arcaica dei racconti che poi andranno a comporre il più conosciuto Silmarillion,che descrive una tipologia di spiriti che hanno molti punti in comune con Tom:“… con loro ( Aule e Yavanna) partì la grande schiera degli spiriti di alberi e boschi,delle valli,delle foreste e dei versanti delle montagne,e quanti cantano tra l’erba al mattino e la sera in mezzo al grano non tagliato […] non li si deve confondere con gli Eldar,in quanto nacquero prima del mondo:più vecchi di quanto vi si trovi di più antico,non fanno parte di es- Pagina 10 so,anzi ne ridono,perché non contribuirono affatto alla sua creazione e quindi lo sentono in massima parte come un gioco…”.Dobbiamo ammettere l’esistenza di diversi parallelismi tra questi folletti e il nostro Bombadil.La spensieratezza e la giocosità,oltre all’assenza di preoccupazioni:ripensiamo a come Tom gicò con un oggetto potente e malvagio come l’Anello e avremo un saggio di come Tom sia per propria fortuna privo di timori di sorta. Anche Gandalf dice,durante il Consiglio di Elrond,che Tom sarebbe un custode pericolosissimo per l’Anello, proprio perché non vedrebbe in esso alcuna importanza,tanto da dimenticarsene e gettarlo via… Eppure Tom sembra molto più potente e importante di un semplice folletto al seguito della Valier Yavanna:egli è il primo essere senziente ad avere abitato la Terra di Mezzo,e all’interno della Vecchia Foresta e anche nei Tumulilande sembra esercitare un potere degno di un Maia! Pensiamo alla facilità con cui libera gli Hobbit prima dal Vecchio Uomo Salice e in seguito dal crudele Spettro dei Tumuli. Persino l’elfo noldorin Erestor,uno dei consiglieri di Elrond,ritenne che all’interno dei confini della sua terra egli fosse invincibile e inattaccabile,e oltretutto immune ai poteri corruttori dell’Anello. Effettivamente Tom sembra immune dalla brama che l’Anello suscita,e non desid era p ossed erlo,dimostrando una forza di volontà incredibile! Persino Gandalf non volle essere tentato con l’offerta del suo potere,perché conscio di non essere abbastanza forte per resistere al desiderio di utilizzarlo,anche se per fini buoni! È vero,Gandalf è un Maia incarnato,e per questo soggetto alle tentazioni e alla debolezza che la sua condizione di mortalità gli impone,ma non è comunque straordinario che un semplice spirito dei boschi dimostri una tale forza interiore? Forse Tom è davvero più potente di quanto immaginiamo;pensiamo ad un’affermazione in particolare che Gandalf fece sempre durante il Consiglio di Elrond:“Bombadil adesso si è ritirato in un piccolo territorio compreso tra i confini stabiliti da lui stessoe che egli,in attesa forse che cambino i tempi,si rifiuta di oltrepassare.” Apprendiamo un particolare forse fondamentale,e cioè che Tom stesso ha volontariamente rinunciato a recitare un ruolo più importante nella Terra dei Mezzo. Egli ha di propria iniziativa ritagliato un piccolo territorio nel quale essere completamente libero di agire come meglio crede,libero di condurre la propria idilliaca esistenza senza essere tormentato dalle tribolazioni del mondo esterno.Non bisogna pensare che questa sua decisione derivi dall’egoismo,infatti dimostra la sua bontà d’animo aiutando gli hobbit in più occasioni! continua... Anno II, numero 2, Febbraio continua da prec. È come se egli rivendicasse la propria totale indipendenza da qualsiasi forma di dominio esterno a quello della propria volontà,ecco perché l’Anello non ha su di lui alcun potere:come dice Gandalf,egli è padrone di se stesso. Rinunciando a esercitare maggior potere nella Terra di Mezzo,egli si è reso immune dal potere in generale e anche dal desiderio di ottenere maggior potere,desiderio in cui invece persino Gandalf e Galadriel incorrono,benché entrambi alla fine non cedano a questo desiderio. Ritorniamo ancora una volta a quando Tom chiede a Frodo di mostrargli l’Anello,e al fatto che l’hobbit glielo consegna senza battere ciglio,con propia stessa sorpresa:ripensandoci,è possibile che Frodo non abbia avvertito da parte di Tom alcun desiderio per l’Anello,e che per questo si sia sentito di prestarglielo senza temere che esso gli venisse sottratto. In questa maniera Tom Bombadil,e dietro di lui lo stesso Tolkien,ci impartiscono un’importante lezione:non è solo il potere dell’Anello ad essere corruttore,ma può diventare corruttore il desiderio del potere in g e n e r a le,indipendentemente dal fine per il quale lo si vorrebbe usare! Boromir e lo stesso Denethor bramerebbero il potere per difendere Pagina 11 Creature dal mondo Fantasy: Le Driadi © Govar il propio popolo,e nell’Anello vedono modo per ottenere tale potere;Sarumen all’inizio lo vuole per imporre un proprio ordine,da lui ritenuto migliore,alla Terra di Mezzo,e vuole l’Anello per divenire una potenza ed attuare i suoi piani; Galadriel bramerebbe l’Anello per spazzare via il male una volta per tutte,cosa in cui i Popoli Liberi hanno sempre fallito per tre ere di seguito,e Gandalf sa di non potersi fidare della propia forza di volontà riguardo all’Anello,che gli donerebbe il potere di aiutare i bisognosi. Ma alla fine coloro che trionfano davvero sono coloro che riescono interrompere la spirale di prigionia e corruzione che ogni desiderio di maggior potereporta con sè,e che accettando i propri pregi come i propri difetti,alla fine accettano anche i propri naturali limitii e il proprio ruolo nel mondo,e come Tom Bombadil,riescono a vivere ogni singolo giorno in maniera piena e spensierata! Le Driadi sono delle creature che nascono, come tante altre creature che abitano questo fantastico mondo, dalla mitologia greca. In origine le Driadi erano le linfe degli alberi (il nome infatti deriva dal termine greco Dryas che significa Quercia) che vivevano nei boschi dove erano libere di danzare e di trascorrere la loro immortale esistenza. Con il tempo la figura della Driade si è spesso andata a sovrapporre a quella della Amadriade con la quale viene anche identificata. Le Amadriadi sono anche esse di “origine” greca, sono figure legate ad un singolo albero e da quello dipende la loro vita. Per motivi di praticità chiameremo Driadi questa effettiva fusione di figure mitologiche e le presenteremo per come poi si sono andate a fissare nell'immaginario collettivo. Le Driadi vengono rappresentate come figure femminili simili a giovani elfe dai lineamenti gradevoli e i modi aggraziati. Risultano gradevoli e affascinanti nono- di Simone "Criral" stante la loro pelle ricordi il legno e i loro capelli, che arrivano a mutare colore con le stagioni, ricordino le fronde; portano abiti di foglie per nascondersi tra la selva. Sono solitamente schive e solitarie, anche se possono anche ritrovarsi in piccoli gruppi; ciò che a loro importa principalmente è che la natura, che identificano dal boschetto alla singola piantina, venga protetta e rispettata. Leggende narrano di Driadi che si sono unite con affascinanti umani o elfi; si è più portati a pensare che queste unioni avvengano solo per permettere alla Driade o di mandare questi avventurieri a risolvere i problemi che sola non sarebbe riuscita a risolvere o a farsi aiutare a proteggere il bosco dalle possibili minacce che incombono (che spesso sono dei semplici boscaioli), anche se comunque alcune di queste leggende dicono che l’amore potrebbe anche sbocciare. Tra i tanti folletti che abitano tra la natura le Driadi sono sicuramente quelle più affascinanti e misteriose ed è così che devono restare nell’immaginario di tutti. Anno II, numero 2, Febbraio Pagina 12 Torneo: La Penna dell’Eroe dndworld.it e dragonisland.it in collaborazione con La Grotta del Drago presentano Concorso di scrittura fantasy La penna dell’eroe Libera il bardo che c’è in te! Hai sempre sognato di far leggere i tuoi racconti a qualcuno, ma tutti i tuoi amici non ne possono più? Hai la stoffa del poeta, ma non sai cosa fartene delle tue poesie? Ti dispiace che i background dei tuoi personaggi rimangano in un cassetto ad ammuffire? Ecco la soluzione per i tuoi problemi! dndworld.it e dragonisland.it organizzano il concorso di scrittura "La penna dell’eroe", destinato a tutti gli iscritti ad almeno uno dei due siti. Ciascun utente può proporre una propria composizione originale, di ambientazione o ispirazione fantasy. Le composizioni possono appartenere a una delle due seguenti categorie: * Prosa: racconto breve, background di personaggio, cronaca di una avventura, ecc. * Poesia: liriche, canzoni, ballate, ecc. Controlla il regolamento completo per avere ulteriori dettagli sui requisiti a cui devono rispondere le composizioni. Le composizioni partecipanti dovranno essere inviate all’indirizzo email tornei[at]dragonisland.it entro il 26/03/2007. Saranno valutate da una giuria composta da Egoron, Gilgamesh e Khandra per Dndworld.it e da Aladin83, Bongio, Ipdahor e Pandemyc per dragonisland.it. Inoltre gli utenti più affezionati di entrambi i siti potranno esprimere in modo semplice il loro giudizio sulle composizioni e contribuire così al processo di valutazione. In premio per il lavoro giudicato migliore c’è una Lampada del drago alato, messa in palio dalla Grotta del drago. Affrettati, quindi, a leggere il regolamento e a mandarci la tua composizione! http://www.dragonisland.it http://www.dndworld.it http://www.lagrottadeldrago.it Anno II, numero 2, Febbraio Pagina 13 La leggenda di Saint-Valentine «Il quattordici febbraio è una data importante per tutti gli innamorati. Ma vi siete mai chiesti il perché? No? Allora c'è una leggenda che dovete assolutamente conoscere... Volete che ve la racconti? Sì? Bene, allora andiamo a incominciare...», disse il menestrello pizzicando le corde del suo mandolino. «La nostra storia ha inizio in un piccolo villaggio chiamato Rozenheart. Era un piccolo paesino di contadini. Qui vi abitava anche un baldo giovane di nome Rudolph Valentine. Egli era molto alto e muscoloso. I suoi capelli erano del colore dei girasoli in piena estate e aveva gli occhi blu, come il mare. Era così bello che non c'era ragazza del paese che non sospirasse al suo passaggio. Tra di esse ve ne era una né particolarmente bella, né di qualità eccelse. Eppure il suo amore per lui non era secondo a nessuna. Ella avrebbe voluto dichiararsi, ma era troppo timida per farlo. Era così pavida che, al solo vederlo, sentiva le gote avvampare e le si paralizzavano le labbra così che non riusciva a dire neanche una parola. Rudolph era incuriosito da quella ragazza che fuggiva il suo sguardo. Non ricambiava neppure il suo saluto. Lo trovava forse antipatico? Un bel giorno, i due, si incontrarono per un viottolo. Non appena lo vide, cercò di evitarlo. Quando si girò per ritornare sui suoi passi, si senti afferrare il braccio sinistro. Il cuore le si fermò nel petto. Perché mai l'aveva fermata? «Aspettate!», supplicò lui, «Perché mi fuggite?» Lei non rispose. Sentiva gli occhi penetranti di lui sulla sua nuca. «Vi ho arrecato offesa? Se è così, vi porgo le mie scuse... O forse mi detestate?», domandò. La giovane non proferì parola. «Ah, è così, quindi...», mormorò mestamente il giovane. Le si strinse il cuore. Avrebbe voluto dirgli che non era così e che gli voleva bene, ma non vi riuscì. Restò muta. Che maledetta fosse la sua timidezza! «Eppure voi mi piacete...», bisbigliò appena il ragazzo. Ella si girò di scatto. Riuscì ad intravedere un sorriso forzato. Poi lui se ne andò. Lei rimase lì, in mezzo al viottolo. Una lacrima le attraversò la guancia sinistra. Stava forse sognando? La notte stessa, il villaggio vicino fu assalito da un gruppo di orchi sanguinari. Uccidevano chiunque incontrassero sul loro cammino: uomini, donne e bambini. Non avevano alcuna pietà. Nello scompiglio generale, un messaggero riuscì a fuggire. Egli cavalcò sino al paesino di Rozenheart per chiedere aiuto. Tutti gli uomini del villaggio risposero a questa disperata richiesta. Anche Rudolph. La ragazza, che non riusciva a prendere sonno, udendo la campana di allarme, si alzò. Raggiunse la piazzetta e cercò Rudolph. Lo trovò. «Perdonate il mio comportamento di oggi. Non vi ho nemmeno risposto...», mormorò dopo aver raccolto tutto il suo coraggio. Lui sorrise. «Finalmente odo la vostra voce! Sono contento di vedervi, ma ora non posso ascoltarvi. Devo andare. Voi barricatevi in casa e non uscite per nessun motivo. Quando tornerò, ascolterò ciò che volete dirmi, ve lo prometto.» Egli prese le mani di lei per un breve istante. Poi partì. La ragazza tornò a casa e sbarrò ben bene la porta. Poi si inginocchiò ai piedi del letto e, con il cuore in mano, pregò gli Dei affinché il suo amato tornasse a casa sano e salvo. All'alba gli uomini fecero ritorno. Avevano avuto la meglio sugli orchi crudeli. La giovane si fece largo tra di essi, ma non trovò chi stava tanto cercando. Rudolph non fece più ritorno. «Non avete rispettato la promessa!», gridò con la voce rotta dal pianto. «Avevate detto che sareste tornato e che mi avreste ascoltata... Io vi amo!» Le lacrime scesero dagli occhi della ragazza per giorni e giorni. Ella aveva perso la voglia di vivere e si stava lasciando andare, sperando che, prima o poi, Rudolph sarebbe andato a prenderla. Ma dall'Alto dei Cieli, Lord AO, stava osservando quella creatura. Dentro di lei vi era così tanto amore e sì tanta sofferenza che si commosse. «Fanciulla», le disse. «Non piangere più.» Udendo quella voce così profonda ed imperiosa, la giovane si impaurì. «No, non temere. Non è mia intenzione farti del male...», le rassicurò. http://www.dragonisland.it continua... Anno II, numero 2, Febbraio Pagina 14 http://www.dragonisland.it continua da prec. Davanti ai suoi occhi increduli apparve una meravigliosa scala di luce dorata. Era così lunga che non si vedeva la cima. «Avanti, sali.», esortò la voce. La ragazza, titubante, si guardò alle spalle. Perché non seguire quel consiglio? In fondo, non aveva più nulla da perdere... Decisa, salì quelle scale. I gradini sparivano man mano che avanzava. Ma non era sua intenzione tornare indietro. Quando raggiunse la cima, si ritrovò, con stupore, a camminare su soffici e candide nuvole. «Bene. Vedo che hai raggiunto i Cieli Celesti.», disse la voce. «Ti ho chiamata qui perché solo tu puoi adempire al compito che voglio assegnarti. Solo tu puoi assurgere a Divinità.» «Cosa? Divinità? Io? Ma non ho nessuna qualità...», ribattè. «Ti sbagli. Nessuno è migliore di te nel dare amore. Tu sarai la Dea dell'Amore.» «Ma non so se ne sarò in grado...», si giustificò lei. «Sono certo che tu ce la farai. Ho deciso di darti un piccolo aiuto, un assistente, per la precisione. Mentre tu proteggerai gli innamorati, egli si occuperà di far scoccare questo intenso sentimento nei cuori della gente. Ci sarebbe una persona veramente perfetta per quel ruolo. Te la presento...» Lord AO schioccò le dita e davanti alla ragazza comparve Rudolph. «Questo è tutto vero?», mormorò la giovane, mentre lacrime di gioia solcavano il suo volto. Si precipitò ad abbracciarlo. «Temevo che non vi avrei più rivista...», le bisbigliò lui, mentre la stringeva forte a sé. Non era un sogno! La ragazza era così felice... «Grazie... I-io», balbettò lei rivolgendosi alla voce. Ma Lord AO non rispose. Rimase ad osservarli, soddisfatto del suo operato. Tutto questo accadde un quattordici febbraio di tantissimo tempo fa. Da allora, questa data, è la festa di tutti gli innamorati che si ricongiungono, così com'era successo ad Ami Saint che aveva ritrovato il suo vero amore.» Molto da dire riguardo questo gioco… ormai è passato quasi un anno da quando ho iniziato a giocare a questo splendido passatempo (le ore passano come niente… quasi una droga…) e devo dire che non ha ancora finito di stupirmi. Questo gioco di casa NCSoft (la stessa di GuildWars ndr) è sviluppato molto bene, anche grazie alle continue espansioni che la casa madre continua a rilasciare, anche dopo 4 anni dall’uscita del primo. Lineage II visto che ormai siamo arrivati alla cosiddetta Chronicle V – Oath Of Blood. Difatti questo gioco ha una storia propria e ogni Chronicle ha le sue particolarità, e deve durare ancora per molto visto che si dice le Chronicle annunciate siano ben 12… una ogni sei mesi di regola. A livello grafico è un bel gioco anche se ormai obsoleto a livello di motore fisico, Lineage II visto che essendo vecchiotto non può neanche competere con un Havock (credo si scriva così :P) di Half-Life2. In quanto gioco di ruolo online (ovvero MMORPG = Massive Multiplayer Online Role Playing Game) è sviluppato in 5 classi fondamentali, ognuna delle quali ha le sue qualità e le sue pecche, essendo dopotutto tutte bilanciate rispetto alle classi. Rispetto a World of Warcraft di casa Blizzard (tanto per farsi un idea) questo gioco ha una lunghezza quasi doppia visto che expare anche in party numerosi è faticoso a livelli alti, e fare le quest non è così fondamentale come su WoW… anzi questo gioco incita al farming (ovvero l’uccisione ripetuta di mobs) per crescere di livello, trovare oggetti rari e materiali per craftare pezzi di armature o armi. Lineage predispone una modalità molto carina che include l’assalto ai castelli. Infatti ogni grande città nelle terre di Aden (la terra principale di Lineage II ndr) ha un suo castello protetto da Npc (se non già conquistato) oppure da giocatori da tutto il mondo. Gli assalti si svolgono in numeri esageratamente grandi, si parla di 200 persone in attacco e altre 200 in difesa… roba pazzesca… Il livello massimo raggiungibile è il livello 80. Abbiamo raggiunto l’80 e abbiamo voglia di fare un altro personaggio? Non ci sono problemi, Lineage ha dato la possibilità di biclassare il proprio pg in modo da farvi partire direttamente dal livello 40 nella subclass scelta… Le Classi: 1. Human – Umani: una delle classi base in ogni gioco rpg che si rispetti. Non hanno predisposizioni generali e sono molto versatili 2. Dark Elf – Elfi Oscuri: anche questa razza è molto polivalente anche se di solito si vedono in giro solamente maghi (voci di corridoio dicono che siano i più potenti del gioco). 3. Elf – Elfi: razza di elfi chiari, hanno la particolarità di evocare famigli con cui combattono 4. Orc – Orchi: delle vere macchine da guerra. Se volete un pg che faccia tanto male scegliete questa :D 5. Dwarf – Nani: da sempre i nani sono i costruttori di armi, e anche in questo gioco fanno la loro parte visto che sono i soli che possono creare oggetti di alto livello e “rubare” materiali base dai mostri che trovano in giro Anno II, numero 2, Febbraio continua... potrete scegliere quando volete la classe da utlilizzare… basta parlare con un npc. Un’altra cosa molto divertente sono le olimpiadi. Infatti ogni giocatore che ha raggiunto il livello 78, che abbia già biclassato (che sia diventato Nobless, ovvero nobile) può partecipare a quella manifestazione in cui si scontrano 2 giocatori alla volta della stessa classe. Dopo che di ogni classe è stato scelto il migliore, questi vengono nominati Hero, Eroi, e da quel momento possono avere buffs speciali, armi speciali, e armor speciali. Da notarsi anche il metodo di PVP, anche se vi consiglio di leggerlo dal sito ufficiale visto che spiegarlo qua sarebbe troppo dilungante, sia per me sia per voi. Beh la maggior parte delle peculiarità le ho descritte :) se avete bisogno di altre informazioni a n d a t e s u www.lineage2.com e troverete tutto il necessario, dalla guida per niubbi all’acquisto del seriale (necessario per avere un account visto che il gioco si scarica) dal costo di 25 $ anche se vi consiglio di scaricare il gioco e comprare la scatola alla Media World ^^ costa 10 euro :D. Lineage II Buon Divertimento! Alex Dragonisland staff http://www.dragonisland.it LOTRO:Pvpm Giorgio “Ancalagon” Primerano A chi credeva che in The Lord Of The Rings Online: Shadows of Angmar non sarebbe stato presente il pvp (player versus player), possiamo dire che ha preso una grosa cantonata, o almeno in parte. In parte perché il pvp in LOTRO ci sarà ma sarà molto particolare e soprattutto diverso dai pvp canonici che tutti noi conosciamo. Il pvp di LOTRO, infatti, può essere meglio definito come pvpm (player versus playermonster), questo perché sì, sarà possibile giocare razze malvagie, ma questi personaggi che possiamo definire “secondari” non potranno crescere di livello ne viaggiare per tutta la Terra di Mezzo. I personaggi mostro Pagina 15 potranno svolgere le loro attività, comprese quest appositamente create, in zone della Terra di Mezzo istanziate e ben circoscritte il cui accesso è possibile grazie ad appositi NPC sparsi per il continente. Altra particolarità è il fatto che giocando come mostro si potranno accumulare dei punti (Punti Mostro), che potranno essere utilizzati per per giocare con mostri sempre più grossi e potenti o per accrescere la potenza del personaggio principale che quindi dovrà essere esclusivamente appartenente ad uno dei quattro Popoli Liberi (Hobbit, Uomini, Elfi, Nani). Caduto l’NdA Dopo l’ultimo StressTest durato ben due giorni, Sabato 10 e Domenica 11, la Turbine ha deciso di rimuovere il tanto odiato (da noi che aspet- tiamo questo titolo) NDA. Facciamo seguire qualche ottimo screens del gioco, ora liberi di circolare per il web. La Voce di edoras Sul web: http://lavocediedoras.altervista.org Redazione "la voce di edoras" Direttore di Redazione Emanuele "Theoden" Scalzo Giuseppe Festa: Cercasi Editore! Vicedirettori Riportiamo di seguito il contenuto della mail giunta in redazione dall’amico Giuseppe Festa dei Lingalad. Speriamo in questo modo di poter dare una mano per estendere il raggio di diffusione della news. Gentili lettori, sono in scadenza di contratto con la Larcher Editore e sto cercando una nuova casa editrice per il mio libro I Boschi della Luna. Il romanzo ha venduto più di 1000 copie in pochi mesi, senza un’effettiva distribuzione e promozione, solo grazie a un tam tam di voci del quale vi sono immensamente riconoscente. Il mio desiderio, ora, è di poter affidare questo libro a un editore che abbia i mezzi e la voglia di distribuirlo nelle librerie e promuoverlo. Come già nel passato, mi affido alla mailing list di affezionati dei Lingalad per diffondere la voce. Chiunque sia in grado di aiutarmi, in modo diretto o indiretto, avrà come minimo tutta la mia riconoscenza! Parola di Hobbit! Giorgio "Ancalagon" Primerano Redazione Alessandro "Nightblade" Bracegirdle Francesco "Nishra" Ruggiu Graziano "Silveral" Caputo Jennifer"Lossefalme"Collins Margaret "Eressea" Matteo "PoveroSmeagol" Michael "Eomer" Gambino Pasquale "Autior" Abate Roberto "Owen56" Vitacolonna Simone "Criral" Thomas "Turin Turambar" Rizzo Tommaso "Maso il Vagabondo" Undome *Serena* Fanciulla del Crepuscolo Viola Responsabili Grafici Emanuele "Theoden" Scalzo Giorgio "Ancalagon" Primerano Traduzione: Anthony "Falassar" Gael Glaudel Gabriele "Bombadil" De Zaiacomo Karina "Feanoriel" Bilbao Vignaud Luthien Collaborano: Grazie per l’attenzione Anna "Liliador en Eryd" Luca "Re Turgon" de Ruggiero Marvin "Sauron" Riky "Therion" Giuseppe Angolo della Poesia la copertina romanzo G.Festa. Alessandro “Nightblade” del di § In the sky there are my holy and sweetest hopes, i don't wanna lose my voice, forever i will be, the shadow of my destiny. In this silver night, i'll find you my darling.... Over the highest mountain i'm waiting for a new glory dawn. Run,run, run away!! So far away!! Take me or go back..... Stars taking me to the river wich crying my blood. §