leggi la rivista - La Voce di Edoras

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leggi la rivista - La Voce di Edoras
http://lavocediedoras.altervista.org
Torneo: La Penna dell’Eroe
12
eZine Tolkeniano
TCoH: cover inglesi.
L’editoriale
Sommario
Ragnatele d’orrore.Meditazione
sui ragni
2
Vampiri e pipistrelli
6
Il Mistero dello spirito della
Vecchia Foresta
7
Le Driadi
11
La Leggenda di Saint-Valentine
13
Lineage II
14
LOTRO:Pvpm
15
Anno II, numero 2, Febbraio
7
Lotro: Caduto l’NdA
di Emanuele “Theoden” Scalzo
Si preannuncia un
febbraio tutto da
leggere, si perché
devo dire che l’eZine è più fornito del
solito. Al suo interno interessantissimi
saggi
tolkeniani,
citiamo “Ragnatele
d’orrore. Una meditazione sui ragni”
gentilmente
concessoci dagli amici
Boleri che ringraziamo. Tutto da
leggere
l’articolo
della rubrica Creature
dal
mondo
Fantasy che questo
mese verte sulle
Driadi. Riportiamo
anche le ultime su
Lotro, una recensione sul cult Lineage II e le copertine
inglesi di “The Children
of
Hurin”.
Speriamo che il numero soddisfi le
vostre pretese e
non possiamo far
altro che augurarvi,
come al solito, una
buona lettura capace di interessarvi,
informarvi farvi riflettere.
L’Immagine del Mese
Nuove copertine
Eragon.
Fonte: http://www.shurtugal.com
Come
annunciato
nell'ultima Newsletter
di Paolini, ci saranno
delle versioni alternative delle copertine
di Eragon ed Eldest
in
Inghilterra.
Il
sito
shurtugal.com si è attivato
immediatamente ed
è riuscito ad avere in
anteprima, dalla Random House, le immagini
delle
cover!
I libri con queste c
opertine saranno le
versioni in paperback (brossura) e
saranno
disponibili
nei negozi inglesi non
prima del 1 Marzo
2
0
0
7
.
copertine Eragon
Links:
"...troppo grande era la sua bellezza per essere detta con le parole di
Uomini o di Elfi; chè la luce di Ilùvatar ancora le splendeva in volto"
15
http://www.dragonisland.it
http://www.gdrweb.com
http://www.gdrland.net
http://www.girsa.too.it
Anno II, numero 2, Febbraio
Pagina 2
Ragnatele d’orrore. Meditazione sui ragni*
Lin Davies
Che i draghi non abbiano mai camminato
su questa terra è una
triste realtà e, cosa
forse meno triste, neppure gli orchi, i balrog,
i mannari e la maggior
parte delle altre creature che combattono
per Sauron ed i suoi
a l l e a t i .
Tra quelle creature che
esistono realmente o
sono derivate da animali esistenti, troviamo cani con le selvagge caratteristiche dei
lupi come Carcharoth
«tormentato, terribile
e forte» (1), segugio
del primo Oscuro Signore, Morgoth; gatti
come Tevildo, che insieme ai suoi seguaci
procura la carne per la
tavola di Morgoth; olifanti, che incutono terrore grazie alle dimensioni, alla forza ed alla
capacità per la distruzione di massa... ed i
r
a
g
n
i
.
Perché i ragni? Per
quale motivo Tolkien
decise di attribuire la
forma di ragno a due
tra le sue più disgustose e malevole creature, Ungoliant e Shelob
– per tacere dei numerosi discendenti in Nan
Dungortheb e Mirkwoo d
?
La risposta potrebbe in
un primo momento
sembrare ovvia: una
fetta
curiosamente
ampia della popolazione è terrorizzata dai
ragni, apparentemente
in modo irrazionale se
si considerano le loro
dimensioni e, almeno
nel nostro paese, la
loro notevole mancanza di armamento; in
tutto il mondo soltanto
una piccolissima parte
di ragni è effettivamente pericolosa per
gli uomini, eppure ba-
sta una ricerca su
internet per essere
colpiti dal gran numero
di siti dedicati ai ragni
– molti di essi riguardanti
l'aracnofobia.
In una inchiesta sui
bambini in età scolare
condotta dalla BBC
negli anni '50, e ripetuta nel 1988, il ragno
è risultato al secondo
posto come animale
più sgradito dopo il
s e r p e n t e
(curiosamente il leone
si è classificato terzo, il
che avrebbe potuto
essere
preoccupante
per C.S. Lewis); sembra che siamo obbligatoriamente attratti e
respinti
dai
ragni.
Considerando che per
la maggior parte non
sono pericolosi, è stato
sorprendentemente
difficile identificare il
motivo per cui i ragni
sono così odiati e temuti: Paul Hillyard,
nel suo Book of the
Spider è costretto alla
conclusione, non del
tutto rivelatoria, che la
paura
proviene
da
«qualità astratte come
la spideriness» (2);
sono più illuminanti le
risposte di un gruppo
di studentesse inglesi
che mostrano come il
loro timore fosse rivolto ai ragni di grandi
dimensioni, neri e con
zampe lunghe – avevano paura anche dei
rapidi movimenti dei
r
a
g
n
i
.
Questi fatti sono stati
confermati dalle mie
stesse ricerche, come
uno scritto di mia nipote Alex: «Si muovono
così in fretta che il loro
movimento mi rende
decisamente
inquieta» (3); Primo Levi
parlava delle sue percezioni dei ragni come
crudeli, brutti e pelosi,
ISDA Edoras
Visita il forum dei Rohirrim!!!
oltre al fatto che tendono agguati alle loro prehttp://isdaedoras.proboards101.com/index.cgi
de ed in generale si
muovono in modo furtivo; esiste anche una
teoria secondo la quale
noi possediamo una sorta di memoria ancestrale sui ragni che deriva
dal Medio Evo, quando
la loro presenza in una
casa era considerata
indice di contagio, e più
specificamente della peste
bubbonica.
Gli anglosassoni credevano che i ragni potessero ricavare il veleno
Shelob nella trilogia jacksoniana.
dai fiori, come le api
ottengono il miele, ed il
loro nome per i ragni
era attercop, cioè testa
velenosa (poison head)
– l'insulto scagliato da
“Per quale motivo
Bilbo contro i ragni di
Tolkien decise di
M i r k w o o d .
Tolkien non è l'unico
attribuire la
scrittore ad aver impiegato alcuni di questi eleforma di ragno a
menti terrificanti: l'amico di Harry Potter Ron
due tra le sue più
Weasley è un aracnofobo e trova particolardisgustose e
mente spaventose le
molteplici zampe del
malevole
ragno; in Harry Potter e
creature,
la stanza dei segreti c'è
una scena nella Foresta
Ungoliant e
Proibita che sembra derivare dalla scena dei
Shelob??”
ragni di Mirkwood nello
Hobbit: i ragni che catturano Harry e Ron sono
descritti grandi come
cavalli da tiro ed è apparentemente vero che
coloro che temono i ragni tendono a vederli più
grandi delle loro reali
dimensioni, come un
ingrandimento del peggior incubo si possa imm a g i n a r e .
Per tornare a Tolkien è
quindi più che ragionevole vedere Shelob come una enorme e grottesca incarnazione di
tutte quelle caratteristiche dei ragni che provoUngoliant
cano il ribrezzo della
da http://smial-bolgeri.blogspot.com/
Anno II, numero 2, Febbraio
continua da prec
gente.
Hillyard
dice
«Spesso [la fobia] non è
la paura di ciò che i ragni
potrebbero
fare,
ma
semplicemente disgusto
alla vista della creatura» (2); quando Shelob
emerge dalle tenebre di
fronte a Sam egli vede
«la forma più abominevole che avesse mai veduta, più orribile del peggiore degli incubi» (4);
malgrado sia sufficientemente repellente con le
grandi zampe snodate e
l'enorme corpo bulboso,
Tolkien accresce l'orrore
sottolineando il «corpo
gonfio, un immenso tumido sacco straripante
tra le sue gambe» (4),
nero e maculato, con una
parte inferiore luminescente, e maleodorante.
È significativo che la luce fioca e fosforescente abbia spesso conno-
tazione malvagia in Tolkien, come i fiori velenosi della Valle di Morgul; Shelob inoltre possiede
la
terrificante
qualità dei ragni di potersi muovere «a spaventosa velocità» malgrado le sue notevoli
d i m e n s i o n i .
Hillyard cita la lettera di
una donna che afferma
«C'è un certo non so
che nei ragni, sembrano consci della nostra
presenza... Mi sveglio
sempre con la sensazione che ci sia qualcuno o
qualcosa nella stanza,
ed infatti la maggior
parte delle volte c'è un
grosso ragno sul muro
o sul soffitto sopra di
me, che pare fissarmi» (2); Shelob è ancora più terribile «a causa
del malvagio intento
che covava nei suoi occhi senza rimorso», ed
ancora prima, durante il
tragitto nel tunnel, c'era stato «un senso di
malvagità occulta ma
così intensa che Frodo
vac illò »
( 4 ).
Pare evidenziarsi quindi
la percezione che i ragni possiedano una sinistra
intelligenza
che permette loro di
approntare una trappola e quindi di restare ad
attendere che una sfortunata vittima vi cada;
a questo si aggiunge il
fatto che i ragni non
uccidono rapidamente
le loro vittime, ma si
limitano ad incapacitarle per poterle consumare vive più' tardi – da
qui nasce la percezione
della
loro
crudeltà.
Tolkien conferisce sostanza a questa apparente crudeltà: Shelob
permette agli Hobbit di
«correre un breve attimo in preda a un vano
panico per il divertimento degli occhi» e
Sauron le invia dei prigionieri «li faceva condurre sino alla tana, ed
esigeva rapporti che
descrivessero in che
modo il mostro avesse
giocherellato
con
le
p r e d e »
( 4 ) .
Questo suo comportamento è assimilabile a
quello del gatto: Tevildo, il seguace di Morgoth, ne è la causa «da
qui è nato l'odio che
ancora esiste tra gli Elfi
per tutti i gatti» (5);
infatti è risaputo che i
gatti giocano, senza
scopo apparente, con le
l o r o
p r e d e .
Da tutti questi elementi
si evince che sotto molti punti di vista il ragno
è un soggetto ideale
per una creatura del
male: essi possiedono
molte
caratteristiche
che, pur non essendo
inerentemente malvagie, con un po' di esagerazione e l'attribuzione di un'intelligenza
cosciente possono es-
Pagina 3
sere poste al servizio del
male, anche perché per
molti sono la materia dei
propri
incubi.
Anche i gatti possono
possedere alcune abitudini che, una volta antropomorfizzate, si possono considerare riprovevoli, ma essi godono
del grande vantaggio di
essere graziosi, pelosi
ed estremamente perdonabili; anche Tevildo,
ancorché descritto come
«color del carbone e di
aspetto malvagio» (5),
fa le fusa in modo disarm
a
n
t
e
.
Ad ogni modo si potrebbe controbattere che i
ragni vanno ben oltre
queste descrizioni e che
Shelob e la sua progenitrice Ungoliant hanno
ricevuto forma di ragno
per poter assegnare loro
ruoli specifici all'interno
della creazione di Tolkien; in un articolo su
Mallorn, che si occupa di
temi a carattere femminista nel Signore degli
Anelli, David Pretorius
afferma che Shelob è
«una figura femminile
diabolica... un simbolo
del disprezzo maschile
per la creatività della
donna»
e
che
«l'uccisione della prole si
può interpretare come il
fallimento della creativi-
tà femminile, con la distruzione della letteratura
da parte delle donne».
Aggiunge
inoltre
che
«essa [...] è il simbolo del
terrificante potere della
donna» (6), probabilmente suggerendo che essa è
l'opposto di Galadriel, che
non è solo una Noldo con
un retaggio di creatività,
ma è anche capace di resistere alla tentazione del
potere che l'avrebbe trasformata – se lo avesse
conquistato – in una forza
d i s t r u t t r i c e .
Anche se le ipotesi sull'attitudine inconscia di Tolkien nei confronti della
creatività femminile devono restare tali, credo che
esistano altri aspetti molto
più rilevanti dei ragni che
potrebbero aver influenzato Tolkien - grazie alla sua
profonda e professionale
conoscenza di mito e tradizione - mentre conferiva
sostanza ad Ungoliant e
più
tardi
a
Shelob.
Nelle Due Torri Shelob è
descritta come «ultima
figlia di Ungoliant nel tormentare il mondo infelice» (4), ed Ungoliant è
stata la prima creatura
con forma di ragno ideata
da Tolkien; nel Silmarillion
essa è descritta come un
essere che «assunse la
continua...
©John Howe
Anno II, numero 2, Febbraio
...continua da prec.
forma di un mostruoso
ragno» (7), una forza
malefica così potente
che Morgoth non è in
grado di sconfiggerla né
di distruggerla quando
non ha più bisogno di
l
e
i
.
Essa è una creatura
dotata di fame insaziabile: sempre affamata,
divora la luce e la tesse
in «oscure ragnatele di
buio soffocante» (7); è
così che Morgoth, consumato dall'odio e dall'invidia per la bellezza
di Valinor, si allea con
Ungoliant per distruggerli – trafigge Laurelin
e Telperion, i due alberi
di Valinor che sono la
fonte di ogni luce, ed
Ungoliant ne risucchia
la linfa, avvelenandoli.
Ancora assetata, prosciuga le Fonti di Varda
e rigetta nebbie oscure,
mentre cresce a dismisura: «L'oscurità appariva non come una
mancanza, bensì una
cosa dotata di esistenza
propria, perché era generata con malvagità
dalla Luce stessa ed
aveva il potere di trafiggere gli occhi e di
penetrare il cuore e la
mente e soffocare persino la volontà» (7) molto simile agli effetti
paralizzanti della puntura di un ragno sulla
v i t t i m a .
Nella mitologia religiosa
è diffusa l'immagine
della mostruosa madre-ragno, la Grande
Madre come divoratrice; nei miti Indù essa
si trova al centro del
mondo e, tessendo le
sue tele e divorando le
sue prede, simboleggia
la luna crescente e calante, l'alternanza di
nascita
e
morte.
Nella simbologia cristia-
na, il ragno rappresenta il
Demonio, che attira i
peccatori nelle sue macchinose trame; Primo
Levi disse che «il ragno è
la madre-nemica che avviluppa e circonda, che
desidera ... sottometterci
ancora al suo volere; e ci
sono coloro che ricordano
come in quasi tutte le
lingue il nome del ragno
sia di genere femminil e »
( 8 ) .
Per questo motivo il ragno è una scelta naturale
per questo essere malvagio di Tolkien che, divorando bellezza e luce,
distrugge l'innocenza e la
perfezione di Valinor e
funge da catalizzatore per
la caduta dei Priminati –
gli Elfi; le ragnatele di
oscurità tessute da Ungoliant le permettono di
fuggire con Morgoth dalla
scena del crimine, con i
Noldor che narrano di
«un'Oscurità cieca» che si
muove verso Nord e «al
cui centro avanzava un
potere senza nome, e
l'Oscurità scaturiva da
esso» (9). Da questa
grande
creatura-madre
divoratrice hanno avuto
origine i ragni di Nan
Dungortheb e Shelob poiché Shelob è figlia di
colei che distrusse la Luce
di Valinor, la luce di Eärendil nella Fiala di Galadriel non ha completo
potere su di lei, anche se
riesce ad arrestarla e
conferisce indispensabile
coraggio agli hobbit; in
un primo tempo i suoi
occhi sfaccettati rifrangono la luce della fiala e
«dietro [di essi] incominciò ad ardere una pallida
incandescenza micidiale,
una fiamma avvampata
nel più profondo abisso di
un
pensiero
malefico» (4). Solo quando il
coraggio di Frodo divampa ed egli avanza con
Pungolo, Shelob comincia
a dubitare e si ritrae dalla
Pagina 4
luce «cieca forse per un
attimo, ma invitta ed
avida di morte» (4);
Frodo, con la sua consapevolezza della storia,
conosce il valore della
sua spada elfica Pungolo, forgiata nel Beleriand
dove
si
trovavano
«ragnatele d'orrore nelle
scure gole»(4); Pungolo
infatti era stata forgiata
dagli Elfi che già combattevano malvagie creature ed è in grado –
come Frodo aveva intuito – di tagliare la tela di
S h e l o b .
Ma è soltanto nel momento in cui uno degli
occhi di Shelob viene
colpito che la Fiala riesce
a sconfiggerla: «I raggi
le trafiggevano la testa
ferita lacerandola con
intollerabile
dolore,
mentre la spaventosa
infezione di luce dilagava
da un occhio all'alt r o »
( 1 0 ) .
La forma fisica del ragno, con i suoi occhi
sfaccettati, è importante
per la trama quanto lo è
il fatto che i ragni paralizzano le proprie vittime
prima di ucciderle: questa abitudine sembra
sostenere la percezione
che i ragni possiedano
una intelligenza malvagia e che osservino le
loro vittime mentre sono
in agguato – Frodo e
Sam percepiscono una
presenza appostata nel
tunnel molto prima di
sapere di cosa si tratta.
David Pretorius vede il
tunnel come un luogo
soffocante, simile all'utero femminile, in cui i
due maschi Hobbit temono di entrare, ma può
essere anche percepito
come un luogo dove l'oscurità diventa qualcosa
di più che la semplice
mancanza
di
luce:
«Sembrava di camminare in un vapore nero plasmato nell'oscurità stes-
sa, e alla cecità degli
occhi si aggiungeva a
ogni respiro una più
densa nebbia della ment e »
( 4 ) .
Sia con Shelob che con
Ungoliant esiste quasi
una sinergia tra le ombre, il buio e le ragnatele, così che non è più
possibile distinguere tra
la tela che paralizza il
corpo e l'oscurità che
paralizza la mente – entrambe
contribuiscono
alla distruzione della
luce, della bellezza, ed
indirettamente del bene.
Morgoth non è stato in
grado di sfuggire ad Ungoliant perché «la nube
lo avvolgeva ancora e
gli occhi di lei lo osservavano» (9); Shelob
riesce a paralizzare gli
Hobbit con il potere del
suo sguardo prima ancora di aver usato il veleno del suo rostro.
Così, mentre il tunnel è
senz'altro maleodorante,
fetido e rancido a causa
dell'attività della sua
abitatrice, è in modo più
rilevante un luogo di
oscurità paralizzante
in cui si svolge un conflitto i cui contendenti
sono ben altri che hobbit
ed un gigantesco ragno:
è l'eterno conflitto tra
antichi poteri, tra Luce
ed Ombra, tra il potere
di Eärendil, Speranza di
Elfi e Uomini, e l'antico
male in forma di ragno «discesa
dall'oscurità
che circonda Arda» (7)
(come lo era Ungoliant).
Così, a partire da Ungoliant, il ragno ha fornito
a Tolkien un ideale di
creatura malvagia, una
sembianza per cui molti
provano disgusto ed una
tradizione di femmina
divoratrice che tesse le
sue tele per catturare
prede inermi, destinate
ad una lenta, orribile
m
o
r
t
e
.
continua...
Anno II, numero 2, Febbraio
Pagina 5
©Melkor e Ungoliant, Howe.
...continua da prec.
Aggiungete a ciò l'apparente vigile intelligenza del ragno e
diverrà chiaro che la
sozza progenie di Ungoliant si sarebbe inserita perfettamente
nella trama nel corso
del suo sviluppo: curiosamente, la prima
idea di Tolkien fu
quella di far cadere
gli Hobbit in un agguato teso da una
frotta di ragni – come
per Bilbo ed i Nani a
Mirkwood;
questo
scenario presentava
evidentemente troppo
difficoltà
e
quindi
Shelob emerse come
personaggio
individuale, grottesco, crudele e memorabile.
Prima di concludere,
da persona affezionata alle grosse e pelose tarantole, mi sembra giusto sottolineare che il panorama
per i ragni non è totalmente negativo: in
molte culture è considerato di cattivo auspicio ucciderli, ed
alcuni, come i Money
Spiders sono considerati portatori di fortuna; inoltre, in una
strana immagine speculare della disavventura degli Hobbit, esistono racconti popolari in cui l'eroe sfugge
all'inseguimento
grazie ad una tela di
ragno posta all'ingresso del suo nascondiglio, che fa presumere agli inseguitori che egli non possa trovarsi all'interno.
E naturalmente tutti
noi sappiamo di Robert the Bruce...
(
*
*
)
Una conclusione, che
potrebbe derivare dal
fatto che Shelob è
nominata individual-
mente e non come
parte di una moltitudine, viene dal modo
curioso con cui Tolkien riesce ad evocare sentimenti di compassione nei suoi
confronti quando, ferita, si trascina all'interno della sua tana
«E Shelob, infine domata, sconfitta, fremeva e tremava cercando
di
sfuggirgli» (10); questa frase sembra densa di
significato, impregnata com'è da un senso
di completa sconfitta
ed anche di patetica
ansietà quando Shelob, un tempo mortalmente veloce, si ritrae goffamente – per
non parlare di quando
più tardi Sam la ode
mentre brancola sottoterra in «viscida
disperazione»
(10).
Quanto più è stata
potente e priva di rimorso, tanto più la
sua sconfitta appare,
contro ogni ragione,
degna di pietà; ciò
potrebbe
dipendere
dal fatto che l'impostazione morale dell'opera di Tolkien impedisce ai cosiddetti
"buoni" di godere della propria vittoria o di
approfittare
degli
sconfitti: le azioni dei
"buoni" sono dettate
dalla compassione –
dopo tutto è la misericordia di Bilbo, che
in seguito Frodo farà
sua, a salvare la Terra di Mezzo dal male
incarnatosi in creature
come
Shelob.
di
Lin Davies
Amon Hen #197
Note:
GENTILMENTE CONCESSOCI DA: http://smial-bolgeri.blogspot.com/
*Traduzione dell'articolo di Lin Davies comparso su
Amon Hen #197. Non essendo riusciti a reperire né
l'autore né il direttore Andrew Butler, abbiamo proceduto alla pubblicazione per scopi esclusivamente divulgativi e didattici. L'autore e l'editore ne possono richiedere
la
rimozione
in
qualsiasi
momento.
La traduzione è di Nymeria.
(1) J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion (capitolo "Beren e Luthien")
(2) P. Hillyard, The Book of the Spider. Hutchinson, 1994
(3) Alex Segrove, via e-mail
(4) J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli (capitolo "La Tana di
Shelob")
(5) J.R.R. Tolkien, Racconti ritrovati
(6) D. Pretorius, "Binary Issues and Feminist Issues in The
Lord of the Rings", in Mallorn 40 (Tolkien Society, nov. 2002)
(7) J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion (capitolo "L'oscuramento di
Valinor")
(8) citato in The Book of the Spider (rif 2)
(9) J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion (capitolo "La fuga dei Noldor")
(10) J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli (capitolo "Messer
Samvise e le sue decisioni")
(**) Re scozzese che, nascosto in una caverna per sfuggire alla cattura, trascorse lunghi mesi osservando un ragno che tesseva pazientemente la sua tela, ricominciando da capo quando non ci riusciva; da
questo comprese che non avrebbe dovuto perdersi d'animo
Anno II, numero 2, Febbraio
Pagina 6
Vampiri e pipistrelli
Lamia
Undome *Serena* Fanciulla del Crepuscolo
Una delle più antiche
testimonianze di vampiri o pre-vampiri, sono certe raffigurazioni
di Lilith: dea legata
alla Luna come fertilità
ma anche come mortalità. Veniva immaginata con la pelle di colore
bluastro e si dice che
avesse la capacità di
succhiare i fluidi vitali,cioè dal sangue allo
sperma,per nutrirsi e
generare mostri. Ma
anche i greci non sono
da meno: si parla di
Lamie,Empuse e Strige. Ognuna di esse con
caratteri molto diversi
fra loro: Lamie sono
metà donne e metà
serpenti. Le Empuse e
le Strige sono metà
donna e metà rapaci.
Ma hanno tutte la caratteristica di cibarsi di
sangue. Alla lamia è
legata una legenda
molto triste: si dice
che Lamia fosse una
bellissima regina di
Libia a cui Zeus concesse una notte d’amore: l’irata Era non
solo la trasformò in un
mostro ma la fece anche impazzire: divorò i
suoi figli. E da quel
momento in poi la povera Lamia si aggira
nutrendosi di sangue di
uomo. Nelle leggende
irlandesi troviamo la
Leanan-Sidhe e il Dearg-dul. La prima è la
musa dei poeti dell’Isola di Man, una donna
vampiro
affascinante
che si nutre del loro
sangue; i fortunati che
vengono morsi vivranno una vita breve ma
intensa ed ispirata.
L’altra figura invece è
un mostro che prende
le forme di una bella
fanciulla,generalmente
in pericolo…chi decide
di salvarla dovrà dargli
tutta la sua vita. Nella
mitologia indiana troviamo i Vetala, cioè dei
pipistrelli antropomorfi
giganti. Un discorso un
po’ diverso è da fare
per la letteratura legata al vampiro. Siamo
tutti portati a pensare
che il primo famoso
vampiro sia Dracula…in
verità la prima figura
della letteratura è nella
“Christabel”
di
S.T.Coleridge anche se
nel racconto non è esplicitamente detto che
Geraldine sia una vampira,ma si dice che
succhia energia a Christabel. Segue “Il Vampiro” Lord Ruthven di
J. Polidori (ispirato ad
un racconto incompiuto di Byron), la contessa “Carmilla”,scritta di
pugno da un irlandese
di nome Sheridan Le
Fanu (leggendolo non
si può non pensare al
racconti di Christabel);
tutte queste figure letterarie tengono fermi i
punti
fondamentali
della mitologia: l’inganno,la
crudeltà,il
fascino della ferinità e
la bestialità propria del
vampiro vissuto come
un animale a tutti gli
effetti. Segue infine il
fortunato Dracula di
B.Stoker (ma non pensate al film!). Un ‘800
molto ispirato in cui si
sono giocati i caratteri
fondamentali del vampiro. Una rivoluzione è
stata fatta di recente
dalla scrittrice Anne
Rice: i suoi vampiri
diventano
umanizzati,approfonditi psicologicamente e con il fascino dell’uomo non
proprio uomo ma a
tratti bestia. Notevole,senza dubbio,ma,io
credo,
lontano
dal
vampiro. Tolkien in
questo riesce ad essere
molto più fedele alla mitologia. Bisogna però
dire che si parla soltanto
in due brevissime occasioni di vampiri: nel Silmarillion e ne lo Hobbit.
In quest’ultimo, nella
Battaglia dei Cinque Eserciti, Tolkien ci dice
che presero parte nelle
armate del male anche i
pipistrelli. Nel Silmarillion
l’accenno è ugualmente
sintetico ma ci da l’opportunità di rifletterci un
po’ di più: Sauron,tra
tutte le forme che può
assumere, prende forma
di un vampiro. Intanto,il
fatto che sia Sauron, ci
dice che essendo egli un
maia, è un travestimento. Penso alla mitologia
nordica,dove le divinità
hanno delle pelli che,una
volta indossate,li trasformano in tutto e per tutto
in quegli animali: Freja,per fare solo un breve
esempio,ha un travestimento da falco. Ma la
cosa più chiara ci viene
detta nella figura di Thuringwethil: si dice che
essa fosse una donna,che soleva prender
forma di vampiro (quindi
una maia anch’essa) e
volava tra Angband e
Tol-In-Gauroth
come
messaggera. Luthien indossa il suo travestimento mentre Beren indossa
la pelle del morto lupo
mannaro
Draugluin,ucciso da Huan. Più
fedele alla mitologia nel
senso che la cosa trasformata in vampiro lo è
in maniera totale: nel
corpo e nello spirito. Non
c’è posto per pentimenti
o
lotte
interiori…no,perché si ha a che
fare con animali.
“Sauron,tra
tutte le forme
che può
assumere,
prende forma di
un vampiro.”
©Ted Nasmith
Anno II, numero 2, Febbraio
Pagina 7
The Children of Húrin: copertina versione inglese.
Disponibile da un
paio di giorni la versione finale della
cover inglese del
libro , e lo stampo
che sarà impresso
sulla Gold Edition
(mostrato qui a canto). La Release di
TCoH è prevista per
il 17 Aprile.
©cover inglese TCoH
©stampo versione Gold
©Hildebrandt
Il mistero dello spirito della Vecchia Foresta
Pasquale "Autior" Abate
Tolkien ha dedicato
la sua intera vita,fino agli ultimissimi giorni. Eppure,in
un un cosmo così
completo e particolareggiato,definito
nel dettaglio,ci sono
avvenimenti o creature che sembrano
apparentemente di
importanza marginale nel grande schema delle cose,come
note isolate della
Grande Musica che
Tolkien scrive abbia
dato vita al Mondo
ed a tutto ciò che in
esso si trova;ma
queste creature e
questi
l uoghi,apparentemente
privi
di
rilevanza,contri bui scono
invece alla sua bellezza,e a mantenere
un alone di mistero,spingendo il lettore a chiedersi cosa ci
sia oltre l’orizzonte,e
quanti misteri e segreti si celino in ogni
angolino della Terra
di Mezzo! Una delle
creature più interessante ed enigmati-
che della Terra di
Mezzo è sicuramente
il misterioso personaggio che risponde
al nome di Tom Bombadil. Questi viene
incontrato dai nostri
quattro piccoli eroi
Frodo,Sam,Pipino
e
Merry,che si sono inoltrati in profondità
nella Vecchia Foresta
per raggiungere Gandalf al villaggio di
Brea. La Vecchia Foresta è un bosco intricato nel quale gli
alberi sono in qualche
modo coscienti;in essa vive il Vecchio Uomo Salice,un albero
animato da uno spirito
malevolo.Questa
crudele creatura li
attacca,e per i quattro piccoli Hobbit si
stà mettendo davvero
male,quando all’improvviso sentono una
buffa serie di strofe
cantate da una voce
calda e gioiosa,e dal
folto del bosco vedono apparire una figura; “…un uomo,o comunque un personaggio che somigliacontinua...
“Aveva una barba
castana,e gli occhi
azzurri e luminosi
brillavano in un viso
rosso come un
pomodoro maturo,ma
increspato da
centinaia di rughe
ridenti”
Boimbadil per Howe©
Lo straordinario merito di Tolkien non è
solo di aver creato
solo delle opere letterarie pregevoli come
“Il Signore degli Anelli” e i racconti che
compongono “Il Silmarillion” ,ma quello
di aver creato un intero universo dietro di
essi,un mondo completo di popoli di culture molto diverse tra
loro,di cui a volte ha
persino progettato le
lingue parlate e la
scrittura,un
mondo
geograficamente
e
topograficamente verosimile,ed in più di
quel mondo ci ha raccontato la storia completa
di
tre
ere,partendo dai primordi della sua creazione fino alla Guerra
d e l l ’ A n e l lo,abbracciando e descrivendo in maniera
più o meno dettagliata un arco temporale
di migliaia e migliaia
di anni! Non è un’opera da poco,e a questo
lavoro di perenne rifinitura e arricchimento
Anno II, numero 2, Febbraio
continua da prec.
va molto a un uomo.Era troppo grande
e pesante per essere
un Hobbit,anche se
forse non alto quanto
uno della Gente Alta;ma era tanto rumoroso,camminava goffo
con i suoi stivaloni infilati alle grosse gambe,e attraversava a
passo di carica erbe e
cespugli come una
mucca che s’affretta
all’abbeveratoio,che
pareva proprio uno
della Gente Alta. Aveva una barba castana,e gli occhi azzurri e
luminosi brillavano in
un viso rosso come un
pomodoro maturo,ma
increspato da centinaia di rughe ridenti…”. L’uomo dall’aspetto tanto buffo,che
se ne và in giro con un
malconcio
cappello
dalla piuma blu sul
capo e una foglia che
funge da vassoio per
reggere dei gigli,subito
accorre in loro aiuto e
con una canzone e un
pò di bastonate costringe il Vecchio Uomo Salice a liberare
Merry e Pipino,ormai
già in completa balia
dell’albero malvagio,e
invita i piccoli Hobbit,ancora scossi dalla
disavventura,nella sua
piccola casa,e li precede per preparare loro
una degna accoglienza,guidandoli alla sua
dimora con canzoni
che ridonano loro speranza ed enegia,e cancellano la loro paura.
Vengono accolti in casa da una splendida
fanciulla che si presenta come Baccador,la Figlia del Fiu-
me,un leggiadro spirito della natura,che li
invita a mettersi comodi mentre Tom
Bombadil accudisce i
loro
stanchi
pony.Dopo
alcune
parole di gratitudine,finalmente la curiosità vince l’imbarazzo di Frodo di
fronte alla bellezza di
Baccador,e le chiede
chi sia effettivamente
Tom:,e nella risposta
della dama alla curiosità di Frofo otteniamo forse,come vedremo in seguito,le
informazioni più importanti
per comprendere la vera ess en z a
di
T o m;
Baccador= …è lui il
Messere
di
bosco,acqua e collina.
Frodo= Allora tutta
questa terra gli app a r t i e n e ?
Baccador= Oh no!
Sarebbe un fardello
troppo
pesante.Gli
alberi e le erbe e ogni
cosa che cresce o che
vive in questa terra
non hanno padrone.Tom Bombadil è il
Messere.Nessuno ha
mai afferrato il vecchio
Tom
mentre
camminava nella foresta,o mentre guadava il fiume,o mentre saltellava sulla
sommità delle colline,sotto i raggi del
sole
o
nell’oscurità.Egli non ha timore.Tom Bombadil è
S i g n o r e .
In seguito a questa
sibillina risposta ed a
un delizioso pasto che
i nostri piccoli amici
consumano
con
“hobbittesca” velocità
e un sonno che porta
con se sogni agitati,si
Pagina 8
risvegliano riposati,e la
loro partenza viene ritardata poiché Baccador
ha evocato la pioggia
per fare il bucato e le
pulizie autunnali,come
dice loro Tom. Dopo
un’altra
abbondante
colazione si siedono comodamente con Tom
davanti al fuoco del camino,e il loro ospite gli
racconta molte storie
sulla Vecchia Foresta e
le creature,buone e cattive,che la abitano;pian
piano,con grande sorpresa di Frodo,la memoria di Tom comincia
ad andare sempre più
indietro nel tempo,fino
ad arrivare addirittura
ai Tempi Remoti! Frodo
rimane così stupito da
non riuscire a rimanere
in silenzio e gli chiede
chi effettivamente sia,e
Tom risponde,rivelando
a noi lettori un’altra importantissima parte di
se stesso: “Non conosci
il mio nome? Questa è
l’unica risposta. Dimmi:
chi sei, solitario,essere
senza nome? Ma tu sei
giovane ed io molto
vecchio. Il più anziano,ecco
chi
sono.Ricordate amici,quel
che vi dico:Tom era qui
prima del fiume e degli
alberi;Tom ricorda la
prima goccia di pioggia
e la prima ghianda.Egli
tracciò i sentieri prima
della Gente Alta,e vide
arrivare la gente piccola.Era qui prima dei Re
e delle tombe e degli
Spettri
dei
Tumuli.Quando gli Elfi emigrarono a ovest,Tom
era già qui,prima che i
mari
si
curvassero;conobbe
l’oscurità
sotto le stelle quand’era
innocua e senza paura :
tom in una scena tagliata
prima che da Fuori
giungesse
l’Oscuro
Signore.” Tom insomma esiste sin dai primordi della creazione
della Terra di Mezzo,ed è l’essere più
antico che attualmente vi vive stabilmente!
Questa è una rivelazione straordinaria per
Frodo e per noi lettori:chi si poteva aspettare che un essere
tanto buffo e gioioso
potesse essere stato il
testimone di tutte le
lunghe Ere del Mon-
“Tom era qui
prima del fiume e
degli alberi;Tom
ricorda la prima
goccia di pioggia
e la prima
ghianda”
do? Tantopiù che Tom
non sembra assolutamente immalinconito
da tutto il tempo che
ha vissuto su questa
terra,come se il suo
scorrere fosse scivolato su di lui senza lasciare una traccia tangibile,salvo una profonda conoscenza del
mondo
circostante,dalla più piccola
pianta al caduto reame di Arnor nel nord!
continua….
Anno II, numero 2, Febbraio
continua da prec.
Ma le rivelazioni e i
lunghi discorsi mettono appetito,e dopo
ave consumato un
pasto più ricco e delizioso di quelli precedente aver cantato
e riso in compagnia,il vecchio Tom
Bombadil ci regala
un altro colpo di scena,chiedendo a Frodo di mostrargli l’Anello,e stranamente
Frodo non indugia a
porgerglielo
subito,senza provare alcun timore sulle intenzioni di Tom:è la
prima ed ultima volta nel libro che Frodo di propia spontanea volontà consegna effettivamente
l’Anello ad un altro,anche se a rigor
di cronaca sappiamo
che dopo che Gandalf gli ebbe spiegato la natura diabolica
del gioiello egli lo
offrì allo stregone,e
dopo,a Lorien,si offre di cederne la custodia
a
Galadriel,anche se non
sapremo mai se avrebbe effettivamente avuto la forza per
liberarsene e di darlo
effettivamente
alla bellissima dama… Fatto stà che
Tom infila l’Anello al
proprio dito,e stranamente non accenna
a
scomparire,anzi,invece è l’Anello che con grande
spavento e sbalordimento
di
Frodo,scompare
improvvisamente,salvo
poi essere nuovamente restituito alla
sua custodia pochi
attimi dopo! E quan-
do Frodo,per scherzare,si mette l’Anello
e fa per sgusciare
via,è sempre Tom
che con uno sguardo
penetrante lo individua anche se invisibile,dimostrando una
grande percezione,e
lo invita a togliersi
l’Anello dal dito,che
sta molto meglio
senza. Tom spiega
loro la via più veloce
per oltrepassare attraverso i perigliosi
Tumililande infestati
dagli Spettri dei Tumuli.Gli hobbit ripartono pieni di speranze e rinnovata energia
dalla
Foresta;tuttavia si perdono nei Tumulilande,e finiscono prigionieri di uno degli
spettri prima citati:ancora una volta
sono prigionieri e in
pericolo,e
ancora
una volta Tom Bombadil,richiamato da
una canzone di Frodo,si presenta prontamente,sfondando
il muro del tumulo e
sconfiggendo la malvagia e corrotta creatura con una facilità
s t r a o r d i n a ria,cantando
una
semplice
filastrocca,e
in
seguito,sempre
cantando,risveglia gli altri
tre Hobbit dal torpore nel quale erano
caduti. Dopo questa
disavventura decide
di accompagnarli lui
stesso sino ai confini
della Terra di Brea,ma oltre questi
confini egli non vuole andare,come dichiara
lui
stesso:“Qui è la fine della terra di Tom:egli
non passerà il confi-
Pagina 9
ne.Tom ha da badare
alla sua casa,e Baccador è li che lo aspetta.”
Quindi
si
allontana,sempre cantando le
sue buffe strofe…è l’ultima volta che i nostri
quattro amici lo incontreranno,ma non l’ultima volta che ne sentiranno parlare. Infatti al
Consiglio di Elrond,che
deciderà cosa si debba
fare dell’Anello,dopo il
racconto di Frodo sul
conto del proprio viaggio sin lì,e quindi anche
della disavventura nella
Vecchia Foresta:Frodo
scopre che Tom Bombadil non è sconosciuto
a Gran Burrone! Egli ha
infatti molti nomi in
tante lingue,e gli Elfi lo
chiamavano
Iarwain
Ben-adar,colui che è
conosciuto come il più
anziano e senza padre:egli è lo stesso che
innumerevoli centinaiadi anni prima già danzava per le colline ed i
boschi dell’Eriador.Non
sono pochi quelli che
ritengono
che
Tom,essendo apparentemente così potente,potrebbe custodire al
sicuro da ogni male,e
lo stesso Elrond si chiede se non sarebbe stato saggio invitarlo al
Consiglio.
Ma
Gandalf,che sembra conoscere Bombadil meglio
di tutti loro,li informa
che non è tanto Tom ad
esercitare potere sull’Anello,bensì è l’Anello a
non avere potere alcuno sulla sua volontà:Tom si è ritirato in
un piccolo territorio dal
quale si rifiuta di uscire,forse in attesa di
tempi migliori,e non
avrebbe accettato mai
volentieri la custodia
del malvagio oggetto.
E se infine le preghiere di tutte le genti libere lo avessero convinto,egli non sarebbe
stato un custode affidabile,poiché si sarebbe dimenticato presto
dell’Anello e del suo
potere e avrebbe potuto addirittura gettarlo
via!
Oltretutto,seppure il potere di
Tom all’interno del
territorio sotto la sua
protezione sembra assai grande,i membri
del Consiglio convennero che probabilmente non sarebbe comunque stato sufficiente a fronteggiare
Sauron se egli fosse
venuto a reclamare il
suo
Anello,e
che,presto o tardi,Tom
Bombadil sarebbe caduto soverchiato dal
brutale potere del Nemico,Ultimo dei Liberi
a essere sopraffatto
come fu il Primo a dimorare nella Terra di
Mezzo… È una triste
verità che Tom Bombadil non possa effettivamente recitare più
nessuna parte più attiva nella Guerra dell’Anello,ma anche questa
sua “politica del non
intervento”,se vogliamo ironicamente definirla così,ci fa capire
meglio la sua natura…
Comprendere davvero
cosa rappresenti Tom
e con quale intento
Tolkien lo abbia tratteggiato così misterioso va molto probabilmente aldilà delle forze di noi lettori;lo
stesso
Professore,interrogato
sulla
vera funzione del personaggio di Bombadil
affermò <<è un enigma,e come tale và lasciato inspiegato>>.
continua...
Anno II, numero 2, Febbraio
continua da prec.
Ma possiamo credere
tutti che Tolkien sapesse benissimo quanto un personaggio così
misterioso,una
vera
incognita in un mondo
perfettamente tratteggiato,avrebbe attirato
l’attenzione dei lettori
più attenti,e chissà
che non lo abbia avvolto in un alone di
mistero proprio per
ottenere tale risultato!
Bisogna
innanzitutto
riconoscere che la vera identità di Tom
Bombadil
potrebbe
essere un mistero per
lo stesso Tolkien,che
potrebbe non aver desiderato dotarlo di una
natura definita,e che
quindi tutto ciò che
possiamo dedurre sulle sue origini è puramente
arbitrario;stabilito
questo,passiamo a esaminare le opzioni più verosimili. Tom mostra
una straordinaria conoscenza della natura
della Terra di Mezzo,dalla fauna alla flora,in più sembra dotato del potere di conversare con piante ed
animali,un potere che
riscontriamo solo nell’Istari Radagast: questo,unito al fatto che
ha scelto come propria
dimora
un
bosco,potrebbe identificarlo come uno spirito
s i l v a n o ,u n
f ol l et to,un’incarnazione della natura nella sua forma più mite e gioiosa!
Oltretutto di Tom si
afferma più volte che
regna sulla propria
terra,ma non la possiede ne esercita alcun
dominio su di essa,anche se viene da
tutti rispettato e con-
s i d e r a t o
i l
“Messere”:questo è un
particolare simbolico
molto
importante,poiché molte culture che rispettano profondamente e venerano la natura o vivono
in particolare simbiosi
con essa affermano e
propongono lo stesso
principio,ossia
che
l’Uomo
in
quanto
“Figlio della Mondo” e
quindi della Natura
che ne costituisce l’anima deve amare e al
massimo custodire la
Natura stessa,e mai
deve aspirare a dominarla e a tiranneggiarla o anche solo dichiarare di possederla,e
questo spirito diciamo
così “ambientalistico”
Tom Bombadil lo incarna alla perfezione.Altra prova che potrebbe
identificare
Tom Bombadil come
uno spirito di natura
silvana è un passo
tratto dai “Racconti
Ritrovati”,una versione più arcaica dei racconti che poi andranno a comporre il più
conosciuto
Silmarillion,che descrive una
tipologia di spiriti che
hanno molti punti in
comune con Tom:“…
con loro ( Aule e Yavanna) partì la grande
schiera degli spiriti di
alberi e boschi,delle
valli,delle foreste e dei
versanti delle montagne,e quanti cantano
tra l’erba al mattino e
la sera in mezzo al
grano non tagliato […]
non li si deve confondere con gli Eldar,in
quanto nacquero prima del mondo:più
vecchi di quanto vi si
trovi di più antico,non
fanno parte di es-
Pagina 10
so,anzi
ne
ridono,perché non contribuirono affatto alla
sua creazione e quindi
lo sentono in massima
parte come un gioco…”.Dobbiamo
ammettere l’esistenza di
diversi parallelismi tra
questi folletti e il nostro
Bombadil.La
spensieratezza e la
giocosità,oltre
all’assenza di preoccupazioni:ripensiamo a come
Tom gicò con un oggetto potente e malvagio come l’Anello e
avremo un saggio di
come Tom sia per propria fortuna privo di
timori di sorta. Anche
Gandalf dice,durante il
Consiglio di Elrond,che
Tom sarebbe un custode pericolosissimo
per l’Anello, proprio
perché non vedrebbe
in esso alcuna importanza,tanto da dimenticarsene e gettarlo
via…
Eppure
Tom
sembra molto più potente e importante di
un semplice folletto al
seguito della Valier
Yavanna:egli è il primo essere senziente
ad avere abitato la
Terra di Mezzo,e all’interno della Vecchia
Foresta e anche nei
Tumulilande
sembra
esercitare un potere
degno di un Maia!
Pensiamo alla facilità
con cui libera gli Hobbit prima dal Vecchio
Uomo Salice e in seguito dal crudele Spettro dei Tumuli. Persino
l’elfo
noldorin
Erestor,uno dei consiglieri
di Elrond,ritenne che
all’interno dei confini
della sua terra egli
fosse invincibile e inattaccabile,e
oltretutto
immune ai poteri
corruttori dell’Anello. Effettivamente Tom sembra
immune dalla brama che
l’Anello suscita,e non desid era
p ossed erlo,dimostrando una forza
di volontà incredibile! Persino Gandalf non volle essere tentato con l’offerta
del suo potere,perché conscio di non essere abbastanza forte per resistere
al desiderio di utilizzarlo,anche se per fini buoni!
È vero,Gandalf è un Maia
incarnato,e
per
questo
soggetto alle tentazioni e
alla debolezza che la sua
condizione di mortalità gli
impone,ma non è comunque straordinario che un
semplice spirito dei boschi
dimostri una tale forza interiore? Forse Tom è davvero più potente di quanto
immaginiamo;pensiamo ad
un’affermazione in particolare che Gandalf fece sempre durante il Consiglio di
Elrond:“Bombadil adesso si
è ritirato in un piccolo territorio compreso tra i confini stabiliti da lui stessoe
che egli,in attesa forse che
cambino i tempi,si rifiuta di
oltrepassare.” Apprendiamo un particolare forse
fondamentale,e cioè che
Tom stesso ha volontariamente rinunciato a recitare
un ruolo più importante
nella Terra dei Mezzo. Egli
ha di propria iniziativa ritagliato un piccolo territorio
nel quale essere completamente libero di agire come
meglio crede,libero di condurre la propria idilliaca
esistenza senza essere tormentato dalle tribolazioni
del mondo esterno.Non
bisogna pensare che questa sua decisione derivi
dall’egoismo,infatti dimostra la sua bontà d’animo
aiutando gli hobbit in più
occasioni!
continua...
Anno II, numero 2, Febbraio
continua da prec.
È come se egli rivendicasse la propria totale
indipendenza da qualsiasi forma di dominio
esterno a quello della
propria
volontà,ecco
perché l’Anello non ha
su di lui alcun potere:come dice Gandalf,egli è padrone di
se stesso. Rinunciando
a esercitare maggior
potere nella Terra di
Mezzo,egli si è reso
immune dal potere in
generale e anche dal
desiderio di ottenere
maggior
potere,desiderio in cui invece persino Gandalf e
Galadriel
incorrono,benché
entrambi
alla fine non cedano a
questo desiderio. Ritorniamo ancora una
volta a quando Tom
chiede a Frodo di mostrargli l’Anello,e al
fatto che l’hobbit glielo
consegna senza battere ciglio,con propia
stessa
sorpresa:ripensandoci,è possibile che Frodo non
abbia
avvertito
da
parte di Tom alcun
desiderio per l’Anello,e
che per questo si sia
sentito di prestarglielo
senza temere che esso
gli venisse sottratto.
In
questa
maniera
Tom Bombadil,e dietro
di lui lo stesso Tolkien,ci
impartiscono
un’importante
lezione:non è solo il potere
dell’Anello ad essere
corruttore,ma può diventare corruttore il
desiderio del potere in
g e n e r a le,indipendentemente
dal fine per il quale lo
si vorrebbe usare! Boromir e lo stesso Denethor bramerebbero
il potere per difendere
Pagina 11
Creature dal mondo Fantasy:
Le Driadi
© Govar
il propio popolo,e nell’Anello vedono modo
per ottenere tale potere;Sarumen all’inizio lo
vuole per imporre un
proprio ordine,da lui
ritenuto
migliore,alla
Terra di Mezzo,e vuole
l’Anello per divenire
una potenza ed attuare
i suoi piani; Galadriel
bramerebbe
l’Anello
per spazzare via il male
una volta per tutte,cosa in cui i Popoli
Liberi hanno sempre
fallito per tre ere di seguito,e Gandalf sa di
non potersi fidare della
propia forza di volontà
riguardo all’Anello,che
gli donerebbe il potere
di aiutare i bisognosi.
Ma alla fine coloro che
trionfano davvero sono
coloro che riescono interrompere la spirale di
prigionia e corruzione
che ogni desiderio di
maggior
potereporta
con sè,e che accettando i propri pregi come i
propri difetti,alla fine
accettano anche i propri naturali limitii e il
proprio ruolo nel mondo,e come Tom Bombadil,riescono a vivere
ogni singolo giorno in
maniera piena e spensierata!
Le Driadi sono delle
creature che nascono, come tante altre
creature che abitano
questo
fantastico
mondo, dalla mitologia greca. In origine
le Driadi erano le linfe
degli alberi (il nome
infatti deriva dal termine greco Dryas che
significa Quercia) che
vivevano nei boschi
dove erano libere di
danzare e di trascorrere la loro immortale
esistenza. Con il tempo la figura della
Driade si è spesso
andata a sovrapporre
a quella della Amadriade con la quale
viene anche identificata. Le Amadriadi
sono anche esse di
“origine” greca, sono
figure legate ad un
singolo albero e da
quello dipende la loro
vita. Per motivi di
praticità chiameremo
Driadi questa effettiva fusione di figure
mitologiche e le presenteremo per come
poi si sono andate a
fissare nell'immaginario collettivo. Le Driadi vengono rappresentate come figure
femminili simili a giovani elfe dai lineamenti gradevoli e i
modi aggraziati. Risultano gradevoli e
affascinanti
nono-
di Simone "Criral"
stante la loro pelle ricordi il legno e i loro
capelli, che arrivano a
mutare colore con le
stagioni, ricordino le
fronde; portano abiti di
foglie per nascondersi
tra la selva. Sono solitamente schive e solitarie, anche se possono
anche ritrovarsi in piccoli gruppi; ciò che a
loro importa principalmente è che la natura,
che identificano dal boschetto
alla
singola
piantina, venga protetta e rispettata. Leggende narrano di Driadi
che si sono unite con
affascinanti umani o
elfi; si è più portati a
pensare che queste unioni avvengano solo
per
permettere
alla
Driade o di mandare
questi avventurieri a
risolvere i problemi che
sola non sarebbe riuscita a risolvere o a farsi
aiutare a proteggere il
bosco dalle possibili minacce che incombono
(che spesso sono dei
semplici boscaioli), anche se comunque alcune di queste leggende
dicono che l’amore potrebbe anche sbocciare.
Tra i tanti folletti che
abitano tra la natura le
Driadi sono sicuramente quelle più affascinanti e misteriose ed è così
che devono restare nell’immaginario di tutti.
Anno II, numero 2, Febbraio
Pagina 12
Torneo: La Penna dell’Eroe
dndworld.it e dragonisland.it
in collaborazione con La Grotta del Drago
presentano
Concorso di scrittura fantasy
La penna dell’eroe
Libera il bardo che c’è in te! Hai sempre sognato di far leggere i tuoi racconti a qualcuno, ma tutti i tuoi amici non ne possono
più? Hai la stoffa del poeta, ma non sai cosa fartene delle tue poesie? Ti dispiace che i background dei tuoi personaggi rimangano in
un cassetto ad ammuffire?
Ecco la soluzione per i tuoi problemi!
dndworld.it e dragonisland.it organizzano il concorso di scrittura "La penna dell’eroe", destinato a tutti gli iscritti ad almeno uno
dei due siti. Ciascun utente può proporre una propria composizione originale, di ambientazione o ispirazione fantasy.
Le composizioni possono appartenere a una delle due seguenti categorie:
* Prosa: racconto breve, background di personaggio, cronaca di una avventura, ecc.
* Poesia: liriche, canzoni, ballate, ecc.
Controlla il regolamento completo per avere ulteriori dettagli sui requisiti a cui devono rispondere le composizioni.
Le composizioni partecipanti dovranno essere inviate all’indirizzo email tornei[at]dragonisland.it entro il 26/03/2007. Saranno
valutate da una giuria composta da Egoron, Gilgamesh e Khandra per Dndworld.it e da Aladin83, Bongio, Ipdahor e Pandemyc
per dragonisland.it.
Inoltre gli utenti più affezionati di entrambi i siti potranno esprimere in modo semplice il loro giudizio sulle composizioni e contribuire così al processo di valutazione.
In premio per il lavoro giudicato migliore c’è una Lampada del drago alato, messa in palio dalla Grotta del drago. Affrettati, quindi, a leggere il regolamento e a mandarci la tua composizione!
http://www.dragonisland.it
http://www.dndworld.it
http://www.lagrottadeldrago.it
Anno II, numero 2, Febbraio
Pagina 13
La leggenda di Saint-Valentine
«Il quattordici febbraio è una data importante per tutti gli innamorati. Ma vi siete mai chiesti il perché? No? Allora c'è una leggenda che
dovete assolutamente conoscere... Volete che ve la racconti? Sì? Bene, allora andiamo a incominciare...», disse il menestrello pizzicando le
corde del suo mandolino.
«La nostra storia ha inizio in un piccolo villaggio chiamato Rozenheart. Era un piccolo paesino di contadini.
Qui vi abitava anche un baldo giovane di nome Rudolph Valentine. Egli era molto alto e muscoloso. I suoi capelli erano del colore dei
girasoli in piena estate e aveva gli occhi blu, come il mare. Era così bello che non c'era ragazza del paese che non sospirasse al suo passaggio. Tra di esse ve ne era una né particolarmente bella, né di qualità eccelse. Eppure il suo amore per lui non era secondo a nessuna. Ella
avrebbe voluto dichiararsi, ma era troppo timida per farlo. Era così pavida che, al solo vederlo, sentiva le gote avvampare e le si paralizzavano le labbra così che non riusciva a dire neanche una parola. Rudolph era incuriosito da quella ragazza che fuggiva il suo sguardo. Non
ricambiava neppure il suo saluto. Lo trovava forse antipatico?
Un bel giorno, i due, si incontrarono per un viottolo. Non appena lo vide, cercò di evitarlo. Quando si girò per ritornare sui suoi passi, si
senti afferrare il braccio sinistro. Il cuore le si fermò nel petto. Perché mai l'aveva fermata?
«Aspettate!», supplicò lui, «Perché mi fuggite?»
Lei non rispose. Sentiva gli occhi penetranti di lui sulla sua nuca.
«Vi ho arrecato offesa? Se è così, vi porgo le mie scuse... O forse mi detestate?», domandò.
La giovane non proferì parola.
«Ah, è così, quindi...», mormorò mestamente il giovane.
Le si strinse il cuore. Avrebbe voluto dirgli che non era così e che gli voleva bene, ma non vi riuscì. Restò muta. Che maledetta fosse la sua
timidezza!
«Eppure voi mi piacete...», bisbigliò appena il ragazzo.
Ella si girò di scatto. Riuscì ad intravedere un sorriso forzato. Poi lui se ne andò. Lei rimase lì, in mezzo al viottolo. Una lacrima le attraversò la guancia sinistra. Stava forse sognando?
La notte stessa, il villaggio vicino fu assalito da un gruppo di orchi sanguinari. Uccidevano chiunque incontrassero sul loro cammino:
uomini, donne e bambini. Non avevano alcuna pietà. Nello scompiglio generale, un messaggero riuscì a fuggire. Egli cavalcò sino al paesino di Rozenheart per chiedere aiuto. Tutti gli uomini del villaggio risposero a questa disperata richiesta. Anche Rudolph.
La ragazza, che non riusciva a prendere sonno, udendo la campana di allarme, si alzò. Raggiunse la piazzetta e cercò Rudolph. Lo trovò.
«Perdonate il mio comportamento di oggi. Non vi ho nemmeno risposto...», mormorò dopo aver raccolto tutto il suo coraggio.
Lui sorrise.
«Finalmente odo la vostra voce! Sono contento di vedervi, ma ora non posso ascoltarvi. Devo andare. Voi barricatevi in casa e non uscite
per nessun motivo. Quando tornerò, ascolterò ciò che volete dirmi, ve lo prometto.»
Egli prese le mani di lei per un breve istante. Poi partì.
La ragazza tornò a casa e sbarrò ben bene la porta. Poi si inginocchiò ai piedi del letto e, con il cuore in mano, pregò gli Dei affinché il suo
amato tornasse a casa sano e salvo.
All'alba gli uomini fecero ritorno. Avevano avuto la meglio sugli orchi crudeli. La giovane si fece largo tra di essi, ma non trovò chi stava
tanto cercando. Rudolph non fece più ritorno.
«Non avete rispettato la promessa!», gridò con la voce rotta dal pianto. «Avevate detto che sareste tornato e che mi avreste ascoltata... Io vi
amo!»
Le lacrime scesero dagli occhi della ragazza per giorni e giorni. Ella aveva perso la voglia di vivere e si stava lasciando andare, sperando che,
prima o poi, Rudolph sarebbe andato a prenderla.
Ma dall'Alto dei Cieli, Lord AO, stava osservando quella creatura. Dentro di lei vi era così tanto amore e sì tanta sofferenza che si commosse.
«Fanciulla», le disse. «Non piangere più.»
Udendo quella voce così profonda ed imperiosa, la giovane si impaurì.
«No, non temere. Non è mia intenzione farti del male...», le rassicurò.
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continua...
Anno II, numero 2, Febbraio
Pagina 14
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continua da prec.
Davanti ai suoi occhi increduli apparve una meravigliosa scala di luce dorata. Era così lunga che non si vedeva la cima.
«Avanti, sali.», esortò la voce.
La ragazza, titubante, si guardò alle spalle. Perché non seguire quel consiglio? In fondo, non aveva più nulla da perdere...
Decisa, salì quelle scale. I gradini sparivano man mano che avanzava. Ma non era sua intenzione tornare indietro.
Quando raggiunse la cima, si ritrovò, con stupore, a camminare su soffici e candide nuvole.
«Bene. Vedo che hai raggiunto i Cieli Celesti.», disse la voce. «Ti ho chiamata qui perché solo tu puoi adempire al compito che voglio
assegnarti. Solo tu puoi assurgere a Divinità.»
«Cosa? Divinità? Io? Ma non ho nessuna qualità...», ribattè.
«Ti sbagli. Nessuno è migliore di te nel dare amore. Tu sarai la Dea dell'Amore.»
«Ma non so se ne sarò in grado...», si giustificò lei.
«Sono certo che tu ce la farai. Ho deciso di darti un piccolo aiuto, un assistente, per la precisione. Mentre tu proteggerai gli innamorati,
egli si occuperà di far scoccare questo intenso sentimento nei cuori della gente. Ci sarebbe una persona veramente perfetta per quel ruolo.
Te la presento...»
Lord AO schioccò le dita e davanti alla ragazza comparve Rudolph.
«Questo è tutto vero?», mormorò la giovane, mentre lacrime di gioia solcavano il suo volto.
Si precipitò ad abbracciarlo.
«Temevo che non vi avrei più rivista...», le bisbigliò lui, mentre la stringeva forte a sé.
Non era un sogno! La ragazza era così felice...
«Grazie... I-io», balbettò lei rivolgendosi alla voce.
Ma Lord AO non rispose. Rimase ad osservarli, soddisfatto del suo operato.
Tutto questo accadde un quattordici febbraio di tantissimo tempo fa. Da allora, questa data, è la festa di tutti gli innamorati che si ricongiungono, così com'era successo ad Ami Saint che aveva ritrovato il suo vero amore.»
Molto da dire riguardo questo gioco… ormai è passato
quasi un anno da quando
ho iniziato a giocare a questo splendido passatempo
(le ore passano come niente… quasi una droga…) e
devo dire che non ha ancora finito di stupirmi. Questo
gioco di casa NCSoft (la
stessa di GuildWars ndr) è
sviluppato
molto
bene,
anche grazie alle continue
espansioni che la casa madre continua a rilasciare,
anche dopo 4 anni dall’uscita del primo. Lineage II
visto che ormai siamo arrivati alla cosiddetta Chronicle V – Oath Of Blood. Difatti questo gioco ha una
storia propria e ogni Chronicle ha le sue particolarità, e deve durare ancora
per molto visto che si dice
le Chronicle annunciate
siano ben 12… una ogni sei
mesi di regola. A livello
grafico è un bel gioco anche se ormai obsoleto a
livello di motore fisico,
Lineage II
visto che essendo vecchiotto non può neanche competere con un Havock
(credo si scriva così :P) di
Half-Life2. In quanto gioco
di ruolo online (ovvero
MMORPG = Massive Multiplayer Online Role Playing
Game) è sviluppato in 5
classi fondamentali, ognuna delle quali ha le sue
qualità e le sue pecche,
essendo dopotutto tutte
bilanciate rispetto alle classi. Rispetto a World of
Warcraft di casa Blizzard
(tanto per farsi un idea) questo gioco ha una lunghezza
quasi doppia visto che expare
anche in party numerosi è
faticoso a livelli alti, e fare le
quest non è così fondamentale
come su WoW… anzi questo
gioco incita al farming (ovvero
l’uccisione ripetuta di mobs)
per crescere di livello, trovare
oggetti rari e materiali per
craftare pezzi di armature o
armi. Lineage predispone una
modalità molto carina che
include l’assalto ai castelli.
Infatti ogni grande città nelle
terre di Aden (la terra principale
di Lineage II ndr) ha un suo
castello protetto da Npc (se non
già conquistato) oppure da giocatori da tutto il mondo. Gli
assalti si svolgono in numeri
esageratamente grandi, si parla
di 200 persone in attacco e altre 200 in difesa… roba pazzesca… Il livello massimo raggiungibile è il livello 80. Abbiamo
raggiunto l’80 e abbiamo voglia
di fare un altro personaggio?
Non ci sono problemi, Lineage
ha dato la possibilità di biclassare il proprio pg in modo da
farvi partire direttamente dal
livello 40 nella subclass scelta…
Le Classi:
1. Human – Umani: una delle classi base in ogni gioco rpg che si rispetti. Non hanno predisposizioni generali e sono molto versatili
2. Dark Elf – Elfi Oscuri: anche questa razza è molto polivalente anche se di solito si vedono
in giro solamente maghi (voci di corridoio dicono che siano i più potenti del gioco).
3. Elf – Elfi: razza di elfi chiari, hanno la particolarità di evocare famigli con cui combattono
4. Orc – Orchi: delle vere macchine da guerra. Se volete un pg che faccia tanto male scegliete
questa :D
5. Dwarf – Nani: da sempre i nani sono i costruttori di armi, e anche in questo gioco fanno la
loro parte visto che sono i soli che possono creare oggetti di alto livello e “rubare” materiali base dai mostri che trovano in giro
Anno II, numero 2, Febbraio
continua...
potrete scegliere quando
volete la classe da utlilizzare… basta parlare con
un npc. Un’altra cosa
molto divertente sono le
olimpiadi.
Infatti
ogni
giocatore che ha raggiunto il livello 78, che abbia
già biclassato (che sia
diventato Nobless, ovvero
nobile) può partecipare a
quella manifestazione in
cui si scontrano 2 giocatori alla volta della stessa
classe. Dopo che di ogni
classe è stato scelto il
migliore, questi vengono
nominati Hero, Eroi, e da
quel momento possono
avere buffs speciali, armi
speciali, e armor speciali.
Da notarsi anche il metodo di PVP, anche se vi
consiglio di leggerlo dal
sito ufficiale visto che spiegarlo qua sarebbe troppo
dilungante, sia per me sia
per voi. Beh la maggior
parte delle peculiarità le ho
descritte :) se avete bisogno di altre informazioni
a n d a t e
s u
www.lineage2.com e troverete tutto il necessario,
dalla guida per niubbi all’acquisto
del
seriale
(necessario per avere un
account visto che il gioco
si scarica) dal costo di 25
$ anche se vi consiglio di
scaricare il gioco e comprare la scatola alla Media
World ^^ costa 10 euro
:D.
Lineage II
Buon Divertimento!
Alex Dragonisland staff
http://www.dragonisland.it
LOTRO:Pvpm
Giorgio “Ancalagon” Primerano
A chi credeva che in
The Lord Of The
Rings Online: Shadows of Angmar non
sarebbe stato presente il pvp (player
versus player), possiamo dire che ha
preso
una
grosa
cantonata, o almeno
in parte. In parte
perché il pvp in LOTRO ci sarà ma sarà
molto particolare e
soprattutto diverso
dai pvp canonici che
tutti noi conosciamo.
Il pvp di LOTRO, infatti, può essere meglio definito come
pvpm (player versus
playermonster),
questo perché sì,
sarà possibile giocare razze malvagie,
ma questi personaggi che possiamo definire
“secondari”
non potranno crescere di livello ne
viaggiare per tutta la
Terra di Mezzo. I
personaggi
mostro
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potranno svolgere le
loro attività, comprese
quest
appositamente
create, in zone della
Terra di Mezzo istanziate e ben circoscritte
il cui accesso è possibile grazie ad appositi
NPC sparsi per il continente. Altra particolarità è il fatto che giocando come mostro si potranno accumulare dei
punti (Punti Mostro),
che potranno essere
utilizzati per per giocare con mostri sempre
più grossi e potenti o
per accrescere la potenza del personaggio
principale che quindi
dovrà essere esclusivamente appartenente ad
uno dei quattro Popoli
Liberi (Hobbit, Uomini,
Elfi, Nani).
Caduto l’NdA
Dopo l’ultimo StressTest
durato ben due giorni,
Sabato 10 e Domenica
11, la Turbine ha deciso
di rimuovere il tanto odiato (da noi che aspet-
tiamo questo titolo)
NDA. Facciamo seguire
qualche ottimo screens
del gioco, ora liberi di
circolare per il web.
La Voce di edoras
Sul web:
http://lavocediedoras.altervista.org
Redazione "la voce di edoras"
Direttore di Redazione
Emanuele "Theoden" Scalzo
Giuseppe Festa: Cercasi Editore!
Vicedirettori
Riportiamo di seguito il contenuto della mail giunta in redazione dall’amico Giuseppe Festa dei Lingalad. Speriamo
in questo modo di poter dare una mano per estendere il
raggio di diffusione della news.
Gentili lettori,
sono in scadenza di contratto con la Larcher Editore e sto cercando una nuova casa editrice per il mio libro I Boschi della
Luna.
Il romanzo ha venduto più di 1000 copie in pochi mesi, senza
un’effettiva distribuzione e promozione, solo grazie a un tam
tam di voci del quale vi sono immensamente riconoscente.
Il mio desiderio, ora, è di poter affidare questo libro a un editore che abbia i mezzi e la voglia di distribuirlo nelle librerie e
promuoverlo.
Come già nel passato, mi affido alla mailing list di affezionati
dei Lingalad per diffondere la voce.
Chiunque sia in grado di aiutarmi, in modo diretto o indiretto, avrà come minimo tutta la mia riconoscenza! Parola di
Hobbit!
Giorgio "Ancalagon" Primerano
Redazione
Alessandro "Nightblade"
Bracegirdle
Francesco "Nishra" Ruggiu
Graziano "Silveral" Caputo
Jennifer"Lossefalme"Collins
Margaret "Eressea"
Matteo "PoveroSmeagol"
Michael "Eomer" Gambino
Pasquale "Autior" Abate
Roberto "Owen56" Vitacolonna
Simone "Criral"
Thomas "Turin Turambar" Rizzo
Tommaso "Maso il Vagabondo"
Undome *Serena* Fanciulla del Crepuscolo
Viola
Responsabili Grafici
Emanuele "Theoden" Scalzo
Giorgio "Ancalagon" Primerano
Traduzione:
Anthony "Falassar"
Gael Glaudel
Gabriele "Bombadil" De Zaiacomo
Karina "Feanoriel" Bilbao Vignaud
Luthien
Collaborano:
Grazie per l’attenzione
Anna "Liliador en Eryd"
Luca "Re Turgon" de Ruggiero
Marvin "Sauron"
Riky "Therion"
Giuseppe
Angolo della Poesia
la copertina
romanzo
G.Festa.
Alessandro “Nightblade”
del
di
§
In the sky there are
my holy and sweetest hopes,
i don't wanna lose my voice,
forever i will be,
the shadow of my destiny.
In this silver night,
i'll find you my darling....
Over the highest mountain
i'm waiting for a new glory dawn.
Run,run, run away!!
So far away!!
Take me or go back.....
Stars taking me
to the river
wich crying my blood.
§