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LONGARETTI 100 - OPERE PUBBLICHE
L’omaggio della GAMeC nell'anno del centenario
Continua l’omaggio della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo a Trento
Longaretti, nell’anno del centenario.
Dopo la mostra Longaretti 100 – Disegni, recentemente ospitata presso l’Ex Ateneo di Scienze, Lettere
ed Arti in Città Alta, prende ufficialmente il via Longaretti 100 – Opere Pubbliche,
Pubbliche, un progetto di ricerca
ricerca
– a cura di M. Cristina Rodeschini – che,
che, dal 2015, ha visto il censimento,
censimento, lo studio e la segnalazione
delle opere pubbliche di soggetto sacro e profano realizzate dall’artista
dall’artista in oltre 20 luoghi della città di
Bergamo.
Un risultato che ha superato le attese, facendo emergere un lavoro di straordinaria ampiezza che ha
coinvolto la società civile e religiosa, in modo capillare; un esteso lavoro, sviluppato in cinquant’anni
di attività, che testimonia la vastità dell’impegno
dell’impegno al quale Longaretti è stato chiamato da enti,
enti,
Bergamo.
istituzioni e comunità religiose come nessun altro artista del ‘900 a Bergamo
Per tutto il 2016 un itinerario percorribile, una mappa, la segnalazione nei luoghi sveleranno i risultati
di questo censimento,
censimento primo passo di un progetto che potrà via via registrare l’intera produzione
dell’artista diffusa sul territorio lombardo, e non solo.
Con versatilità l’artista ha scelto tecniche diverse per realizzare queste opere, dalla pittura a tempera,
tempera
all’affresco
affresco,
affresco al mosaico,
mosaico alla vetrata,
vetrata con la collaborazione di operatori specializzati con cui ha condiviso
ogni fase del processo di esecuzione per riuscire a garantire la massima rispondenza tra ideazione e
risultato finale.
Le grandi opere pubbliche realizzate da Trento Longaretti nella città di Bergamo prendono avvio negli
anni Cinquanta, e si concentrano in gran parte su soggetti religiosi.
religiosi
Del 1952 è l’esecuzione dell’affresco
affresco Santi della Chiesa di Bergamo nel Tempio Votivo della Pace,
Pace la
cui edificazione ricorda che la città è stata risparmiata dalla distruzione della guerra. Il cartone con
Sant’Alberto da Villa d’Ogna inginocchiato celebra una grande padronanza nel disegno e invita a
meditare sulla vita devota degli umili. Al Tempio, Longaretti assicurerà negli anni una costante
assistenza, rispondendo a diverse chiamate che porteranno alla realizzazione delle vetrate della
controfacciata (1957-1958) e del grandioso mosaico con l’Incoronazione della Vergine alla presenza
della comunità dell’epoca (1969-1971).
La fedeltà dei rapporti è il segnale più evidente della qualità delle relazioni profonde e durature che
Longaretti ha tessuto con
con i propri committenti.
committenti Tra questi hanno una netta prevalenza gli ordini
religiosi femminili,
femminili la cui presenza è molto diffusa in città. Longaretti viene chiamato a decorare le loro
chiese, gli spazi in cui vivono le comunità, spesso nell’esercizio di attività educative e sociali. Le Suore
Orsoline di Somasca,
Somasca le Suore Sacramentine,
Sacramentine le Suore Orsoline di Gandino,
Gandino le Figlie del Sacro Cuore di
Gesù e le Sorelle Clarisse lo invitano a progettare per le loro sedi cicli decorativi anche di notevole
impegno.
La serie di mosaici monocromi che racconta la vita della fondatrice Geltrude Comensoli in diciannove
episodi dispiegati nel portico del chiostro delle Suore Sacramentine costituisce un unicum sia nella
coerenza del racconto sia nel passo narrativo delle scene di diverso formato. Anche in questo caso il
rapporto con l’ordine religioso durerà a più riprese per un decennio dal 1957 al 1967.
Lo stesso si può dire per le Suore Orsoline di Gandino,
Gandino che, nella Casa generalizia di via Masone,
Masone
impegnano Longaretti alla metà degli anni Sessanta nella decorazione dell’interno della chiesa dei
Santi Apostoli Simone e Giuda Taddeo,
Taddeo contesto nel quale vengono realizzate anche delle suggestive
vetrate.
vetrate
Ogni nuova edificazione di rilievo in ambito religioso coinvolge Longaretti:
Longaretti il nuovo Seminario vescovile
in Città Alta, la Chiesa di Ognissanti al Cimitero Monumentale,
Monumentale la Chiesa di Cristo Re a Valtesse, la
Chiesa di San Giuseppe al Villaggio degli Sposi.
Sposi
Sono interventi che riguardano anche l’esterno degli edifici, capaci di misurarsi in modo convincente
con lo spazio circostante.
Negli interventi sulla controfacciata del Tempio
Tempio Votivo della fine degli anni Cinquanta, nella Cappella
della Casa generalizia
generalizia delle Suore Orsoline in via Masone con la serie di simboli mariani, nella Chiesa
di Tutti i Santi del Seminario vescovile con le vetrate che simboleggiano i luoghi per eccellenza della
cristianità (Betlemme e Gerusalemme), nella Chiesa di San Martino della Pigrizia e nel Conventino –
questi due ultimi degli anni Settanta – le realizzazioni guadagnano via via sicurezza nell’adozione di
una tecnica che Longaretti riesce a fare pienamente propria. L’artista esplora così nei suoi cicli vetrati
la molteplicità delle sensazioni generate dalla luce naturale che determina la percezione dell’opera.
Numerose sono, inoltre, le opere che presentano cicli profani,
profani realizzate a partire dagli anni Sessanta,
con l’affermarsi di un diffuso benessere economico.
Da cantore della società bergamasca, Longaretti sottolinea la bellezza degli scenari urbani, abitati da
gente comune, ma anche dai protagonisti nei secoli della storia della città e dei territori,
territori da
Bartolomeo Colleoni al Castello di Malpaga, alla cerimonia dell’investitura podestarile in Piazza
Vecchia, alle allegorie delle genti cui fanno da sfondo paesaggi del territorio di Bergamo.
Il primo in ordine di tempo è l’intervento nel complesso San Marco,
Marco significativa trasformazione
urbana con la dotazione di un comparto di servizi per l’accoglienza (albergo, ristorante, cineteatro,
parcheggio) nel quale il coinvolgimento degli artisti è significativo.
A Longaretti viene affidato il decoro dell’hotel e del ristorante,
ristorante che ancora si conserva. Il Leone di San
Marco – nome che identifica il complesso – e il ciclo dedicato ai viaggiatori (Ulisse, Marco Polo,
Colombo, Goethe, Gauguin) accoglie il pubblico nella hall, mentre l’affresco
affresco del 1960 con il ricevimento
di Cristiano di Danimarca inaugura le grandi scene storiche che Longaretti interpreta con solennità ma
anche con profonda umanità.
In questi anni anche gli istituti di credito della città commissionano all’artista grandi opere per le
proprie sedi.
Il giuramento del Podestà del 1961, realizzato per la Sala delle Assemblee nel Palazzo Storico del
Credito Bergamasco,
Bergamasco è ambientato nel suggestivo scenario di Piazza Vecchia.
Longaretti sceglie, per lo sviluppo orizzontale del monumentale racconto, la simmetria: due cortei di
dame e dignitari fanno da cornice all’episodio centrale. L’imponenza degli uomini a cavallo conferisce
alla scena un ritmo maestoso, mentre le principesche figure femminili e la verticalità degli stendardi
scandiscono la profondità della piazza. Un’immagine alla quale Longaretti imprime un accento molto
particolare, in perfetto equilibrio tra realtà e fantasia.
Le quattro tavole intitolate La gente bergamasca del 1962, sullo scalone di rappresentanza dell’istituto
di credito, raccontano dell’operosità di un territorio, ma anche dell’orgoglio di aver dato i natali a
protagonisti della cultura, della poesia, della pittura, della musica, ma anche dell’arte militare e della
politica, in un arco di tempo che abbraccia secoli di storia.
A uno degli storici appuntamenti cittadini, il mercato di Sant’Alessandro, si ispira l’imponente
narrazione ideata per la Banca di Roma (ora nella sede UniCredit)
UniCredit del 1963. L’equilibrio della grande
scena giocata su pieni e vuoti, sul primo piano affollato e il diradamento nella piazza, sui colori
sgargianti degli abiti dei personaggi e la sobrietà delle architetture, rimane tratto distintivo dell’arte di
Trento Longaretti.
Nel dipinto I banchi di cambio di Siena, realizzato dall’artista per la filiale di Città Alta della Banca
Popolare di Bergamo (ora conservato nella sede del centro moderno), le figure in abiti
quattrocenteschi ricordano ai contemporanei quanto sia antico il servizio della banca; il rapporto
fiduciario con i clienti e l’importanza di coltivare il senso del risparmio nelle nuove generazioni sono
messaggi che Longaretti traduce in immagini dirette e seducenti nella loro semplicità.
Anche il mondo della scuola coinvolge l’artista: nell’Istituto
Istituto Scolastico Secco Suardo,
Suardo Longaretti realizza
una vetrata di grandi proporzioni dal titolo Gabbiani, una composizione astratta che nell’uscire dai
canoni delle sue rappresentazioni figurative, trova una dimensione solare e ariosa nel caleidoscopio
del vetro colorato attraversato dalla luce.
Ultimo, in ordine di tempo, è il mosaico per la sede di Confcooperative,
Confcooperative del 2004. Protagonista è la
comunità che lavora, che si adopera per la famiglia, che crea servizi per i disagiati e per i malati,
secondo il principio guida che supportare la società civile nelle sue dinamiche significa creare valori.
LONGARETTI 100
OPERE PUBBLICHE
Sedi varie, Bergamo / 2016
Ingresso libero; orari di apertura variabili in base alla sede.
Consultare il sito www.gamec.it o il dépliant informativo.
Ufficio Stampa GAMeC
Manuela Blasi – E-mail: [email protected]
Tel. + 39 035 270272 - int. 420
GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Via San Tomaso, 53 - Bergamo
Tel. + 39 035 270272
www.gamec.it
BIOGRAFIA
a cura di Silvia Carminati
Trento Longaretti nasce a Treviglio il 27 settembre 1916 in una famiglia numerosa: è il nono di tredici figli.
Frequenta il Liceo Artistico di Brera a Milano, al termine del quale si iscrive sia alla Facoltà di Architettura del
Politecnico sia all’Accademia di Belle Arti di Brera. Poco dopo abbandona gli studi di architettura scegliendo
definitivamente l’arte. All’Accademia è allievo di Aldo Carpi, Francesco Messina e Marino Marini. Nel 1936
Longaretti inizia ad esporre partecipando ad alcune collettive, tra cui i “Littoriali della cultura e dell’arte”. Dal
1938 condivide le tendenze del movimento di “Corrente”, pur restandone a latere.
Partecipa alla prima e alla seconda edizione del Premio Bergamo (1939, 1940).
Dal 1940 comincia la sua cospicua presenza in importanti rassegne nazionali come la Biennale di Venezia (1942,
1948, 1950, 1956, 2011), la Quadriennale di Roma (1952, 1959), la Biennale Nazionale d’Arte di Milano (1955;
1957) e la Quadriennale Nazionale di Torino (1968, 1972).
Nel 1953 diviene Direttore dell’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, che guiderà per venticinque anni
improntando la scuola verso una felice apertura intellettuale e coinvolgendo spesso gli allievi nella realizzazione
di cicli pittorici.
Longaretti rimane nella sua carriera di artista molto coerente sia nei contenuti sia nello stile.
Nel 1967 Raffaele De Grada lo inserisce nel testo Pittura e Scultura degli anni ’60 (Alfieri-Lacroix) e nel 1972
Carlo Pirovano scrive la prima monografia dell’artista.
Nel 2014 è sempre Carlo Pirovano a firmare il primo volume del Catalogo ragionato della pittura 1930-1972
(Electa).
La partecipazione a rassegne del panorama artistico nazionale continua ininterrotta. Longaretti è presente alla
Mostra Nazionale d’Arte di Firenze (1974), alla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano
(1980 e 1990) e al Palazzo della Permanente di Milano (1986). Nel 1999 espone a Ginevra nel Palazzo delle
Nazioni Unite.
Contemporaneamente Longaretti allestisce numerosissime personali in musei e gallerie italiani (tra questi la
Galleria della Rotonda a Bergamo, la Galleria San Fedele e la Galleria San Carlo a Milano, la Galleria L’Approdo
a Torino, il Palazzo dei Diamanti a Ferrara, l’ex-Arengario a Milano, il Palazzo della Ragione e l’Accademia Carrara
a Bergamo, la Casa del Mantegna a Mantova, la Fondazione Mazzotta di Milano, il Serrone della Villa Reale di
Monza, i Magazzini del Sale a Venezia, il Museo Nazionale Castel Sant’Angelo di Roma), ma anche stranieri (a
Zurigo, New York, Buenos Aires, Parigi, Stoccolma, Monaco, Lugano, Hamilton, Ottawa, Toronto, Rotterdam,
Berna, Amsterdam, Vienna, Innsbruck, Praga, Cracovia).
Trento Longaretti nella sua lunga e produttiva carriera realizza numerosi cicli sacri e civili, come quelli conservati
in Vaticano, nel Duomo e nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, nel Duomo di Novara, a Losanna e a Damasco,
nonché in molte altre chiese ed istituzioni in Italia e all’estero. Se nella pittura da cavalletto l’arditezza coloristica
e compositiva rimane in costante dialettica con il contenuto spirituale dell’opera, nei cicli di affreschi e musivi
la misura e l’ordine regnano sulle composizioni nel rispetto delle severe regole liturgiche, che Longaretti
conosce bene, e dei valori di cui sono portatrici le istituzioni.