Le Onde d`Urto

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Le Onde d`Urto
Le Schede informative di.....
LE ONDE D'URTO ...
QUESTE SCONOSCIUTE
!!!
Come nascono le onde d'urto...
Le Onde d'Urto sono onde acustiche che accompagnano la nostra vita
quotidiana senza essere notate. Il rumore provocato dai tuoni o la
deflagrazione causata da un’esplosione sono esempi in cui le onde d’urto
giocano un ruolo importante. Grazie alle onde
d’urto, l’energia può essere trasmessa a lunghe
distanze. Un aeroplano, che infrange la barriera del
suono, genera un rumore molto forte, che può
arrivare a far tintinnare i bicchieri di una credenza.
L’onda d’urto ha quindi trasmesso energia
dall’aeroplano sino ai bicchieri.
A livello medico, la terapia con le Onde d'Urto, chiamata anche E.S.W.T.
dall'inglese Extracorporeal Shock Wave Therapy, è stata introdotta già negli
anni ’80 ed era utilizzata per il trattamento della calcolosi renale vista la
loro caratteristica fisica finalizzata alla frantumazione del calcolo. Nel 1986
vengono avviati i primi esperimenti e, successivamente, tale metodica viene
applicata nella Osteogenesis Stimulated Shockwave Application (O.S.S.A.) per
il trattamento delle patologie ossee in caso di mancata riparazione
delle fratture (pseudoartrosi). Nel 1991 viene presentata la prima
apparecchiatura dedicata a questo trattamento e da allora si è registrato un
rapido sviluppo di tale terapia.
L’onda d’urto non va confusa con l’onda ultrasonora che viene
frequentemente utilizzata sia a scopo diagnostico (nell’ecografia), sia a scopo
terapeutico (in terapia fisica negli ultrasuoni). A differenza dell’onda
ultrasonora, che ha un andamento sinusoidale, l’onda d’urto ha un
andamento ad impulso e valori di pressione generati molto più elevati,
mediamente 1000 volte superiori.
Il meccanismo d'azione...
Come accennato, da un punto di vista fisico, le Onde d'Urto sono definite
come onde acustiche ad alta energia. Sono impulsi pressori con un fronte
di salita rapidissimo (circa 10 miliardesimi di
secondo) e tempi brevissimi di salita e discesa
dello spike (tra 2 e 5 milionesimi di secondo) e
tempi complessivi di durata del ciclo d’onda
inferiori a 10 millesimi di secondo. Questi impulsi
generano una forza meccanica diretta che può
essere indirizzata sulle parti del corpo da trattare.
Per ogni singolo impulso si verifica un rapidissimo aumento della
pressione con un picco molto elevato seguito da un decadimento della
pressione fino a valori negativi. L' alternarsi di picchi pressori e
conseguente depressione, genera il tipico fenomeno della cavitazione.
A seguito di tale depressione, i liquidi cominciano a suddividersi e i
nuclei delle bolle che si formano tendono ad ingrandirsi.
Le bolle così formate vengono di nuovo
investite dalle altre onde d’urto con
conseguenze che si possono paragonare
ad un getto di liquido. E' come se si
avessero dei proiettili liquidi che vanno a
colpire la zona trattata.
La diffusione nei tessuti di tale onda generata segue le leggi fisiche delle onde
acustiche della trasmissione, della riflessione e dell’assorbimento le quali
risultano legate alle caratteristiche proprie del mezzo e risentono
inevitabilmente delle diversità di densità e di impedenza della cute, del grasso,
dei muscoli e dell’osso.
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Sul tessuto osseo agiscono favorendo i processi riparativi
attraverso la stimolazione dell’attività degli osteoblasti, cellule
deputate alla formazione di nuovo tessuto osseo.
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L’effetto antiinfiammatorio si ottiene attraverso un aumento del
flusso di sangue a livello locale, che determina la rimozione dei
mediatori chimici coinvolti nel processo infiammatorio.
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L’effetto antidolorifico, invece, è dato dalla stimolazione di
produzione di endorfine (sostanze che svolgono un’azione
fondamentale nel diminuire la sensibilità al dolore) e dal blocco
di alcuni recettori specifici responsabili dell’attivazione della
sensazione dolorifica.
Che cosa differenzia le onde d’urto rispetto alle terapie tradizionali quali ad
esempio gli ultrasuoni, la magnetoterapia, le infiltrazioni?
I trattamenti fisici tradizionali non vanno oltre il tentativo di
controllare l’infiammazione ed il sintomo dolore; sono pertanto
trattamenti “passivi” in quanto non intervengono sulle cause
responsabili della malattia. Viceversa le onde d’urto inducono degli
“effetti biologici” intervenendo all’origine della cascata di eventi
responsabili dell’infiammazione e del dolore.
Le onde d'urto in generale stimolano l'attivazione dei naturali processi
biologici di riparazione.
Indicazioni terapeutiche...
I protocolli di trattamento possono risultare diversificati nella loro proposizione
in relazione alle caratteristiche proprie delle diverse patologie e dei singoli casi
clinici, ovvero in relazione alle caratteristiche tecnologiche delle diverse
apparecchiature (elettro idrauliche, elettromagnetiche, piezoelettriche o
balistiche).
Tutti i protocolli possono però trovare sostanziale uniformità nella quantità
totale di energia somministrata. Si possono quindi avere differenze nei
protocolli terapeutici per numero di colpi (e quindi di tempo dedicato per
singolo trattamento) e per numero di applicazioni (e quindi numero di sedute
necessarie.
Tessuti ossei:
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Ritardi di consolidamento-pseudoartrosi.
Necrosi asettica testa omero-femore.
Fratture da stress.
Algoneurodistrofia.
Patologie dei tessuti molli:
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Condrocalcinosi gomito, anca, ginocchio.
Rigidità articolare di spalla, gomito, anca, ginocchio.
Calcificazione e ossificazione.
Miositi ossificanti.
Fibromatosi di muscoli, legamenti, fasce.
Tendinopatie dei tessuti molli:
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Tendinopatia calcifica di spalla.
Epicondilite laterale di gomito.
Tendinite trocanterica.
Tendinite della zampa d’oca.
Tendinite post-traumatica di ginocchio.
Tendinite del rotuleo.
Tendinite del tendine d’Achille.
Fascite plantare con sperone calcaneale.
In genere, il trattamento è di breve durata, 15 minuti circa, ed è spesso ben
tollerato. Il numero delle sedute e la loro frequenza variano a seconda della
patologia da trattare ma, nella maggior parte dei casi, sono sufficienti dalle 3
alle 5 sedute con frequenza settimanale. Subito dopo il trattamento il paziente
può riprendere le normali attività. Immediatamente dopo il trattamento e nelle
successive 4-5 ore si ha una diminuzione del dolore anche se dopo 24-48 ore è
possibile una riacutizzazione transitoria della sintomatologia dolorosa.
Controindicazioni...
- Infezione acuta dei tessuti molli/ossa
- Malattie primarie perniciose
- Epifisiolisi nel punto focale
- Malattie della coagulazione del sangue
- Gravidanza
- Pazienti con pacemaker
- Tessuto polmonare nel punto focale
- Cervello, midollo spinale, grandi nervi nel punto focale (neurocranio, colonna
vertebrale, costole)
Non va dimenticato che...
La terapia con onde d’urto agisce su condizioni di sofferenza che hanno cause
biomeccaniche spesso distanti dalla zona da trattare quindi l’efficacia della
terapia non è legata solo all’efficacia del
trattamento in sé ma richiede una corretta
diagnostica biomeccanica e un trattamento di
rieducazione e correzione di sostegno atto a
modificare anche le cause originarie della
patologia per evitare il rischio che la medesima
patologia si ripresenti a breve distanza.
E’ quindi importante che la terapia con
onde d’urto sia parte di un processo
terapeutico più ampio che valuti l’aspetto patologico nell’insieme della
condizione clinico-funzionale del soggetto così che, integrata con altri
interventi fisioterapici, risolva il fenomeno infiammatorio conclusivo
intervenendo anche sulle cause originarie.
Con queste poche righe, speriamo di aver fatto cosa utile e gradita e, se ci
fosse ancora bisogno di chiarimenti, delucidazioni ed informazioni, siamo a
completa disposizione... anche per una VALUTAZIONE GRATUITA.
A presto.
Lo Staff “Physio Lab”