n °672 Madre di Gesù Cristo
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n °672 Madre di Gesù Cristo
GIORNO X GIORNO n° 672 15 agosto 2010 - 4.704 Parrocchia San Giovanni Battista di Candiolo, Piazza Riccardo Sella 2 La donna più bella dell’universo Miss Universo, ieri, oggi e per sempre. La Madonna è la donna più bella dell’universo. Non la bellezza passeggera di quelle ragazze che mostrano tutto a tutti per una corona di paglia. Parlo della bellezza che dura per sempre. La Madonna, quando partorì Gesù, certamente era giovane e bella: Dio stesso ha scelto tale Madre per tale Figlio. Ma la sua bellezza esterna racchiudeva in sè un’altra bellezza, quella interiore. Conosciamo le qualità interiori di Maria: gioiosa, umile e riconoscente, disposta al servizio. Ma soprattutto, Maria è la donna che ascolta il Signore che le parla: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano» (Luca 11, 27). Maria è la Donna del sì. Sì al più grande dei misteri, quello della Incarnazione. Sì anche ad una vita nascosta per crescere e proteggere questo bimbo, figlio di Dio e figlio suo. Sì ad una continua e premurosa presenza accanto a Gesù per crescerlo, per difenderlo, per aiutarlo nella ricerca della sua missione. Lei gli insegna a parlare, a stare in società, a distinguere il bene dal male. Lei gli parla del popolo eletto, delle tradizioni, del Tempio, del Messia atteso. Lei gli racconta la Storia Sacra: di Abramo, di Mosè, di Davide, della schiavitù in Egitto e di quella a Babilonia. Lei gli insegna a pregare con i Salmi e gli insegna a rielaborare le preghiere perché diventino personali. Con Lei, ovviamente, il giovane Giuseppe che accetta di fare da padre a questo figlio. Sì anche nel giorno in cui Gesù la saluta e se ne va per la sua strada, verso la Croce. Sì anche sul Calvario, monte di Gesù e monte di Maria. Un monte terribile per entrambi. Lui è il Redentore dell’umanità, Lei la Corredentrice. Sappiamo dai Vangeli e dagli altri scritti del Nuovo Testamento che Gesù è risorto e asceso al cielo. Sappiamo dalla Storia della Chiesa, dalla pietà popolare e dal dogma (1 novembre 1950) che Maria è assunta in cielo con l’anima e con il corpo. Vale la pena citare uno scritto di San Giovanni Damasceno: «Era conveniente che colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. Era conveniente che colei che aveva visto il proprio figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre. Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio». Aveva ragione Maria quando disse: «tutti i popoli mi chiameranno beata». Madre di Gesù Cristo Madre di Gesù Cristo, io non vengo a pregare. Non ho nulla da offrire e nulla da domandare. Vengo, Madre, soltanto per guardarti, per guardarti e piangere di gioia, per sapere che io sono tuo figlio e che tu sei qui. Un istante solo, mentre tutto si arresta. Essere insieme con te, Maria, qui, dove sei tu. Non dir nulla e cantare, solo perché il cuore è troppo pieno. Perché tu sei bella, sei immacolata, la donna finalmente restituita alla grazia, la creatura nella sua prima felicità, nel mattino del suo originale splendore, ineffabilmente intatta. Perché sei la Madre di Gesù Cristo, che è la verità fra le tue braccia, la sola speranza e il solo frutto. Perché tu sei la donna, l’Eden dell’antica tenerezza dimenticata; il cui sguardo va dritto al cuore e fa sgorgare le lacrime accumulate. Semplicemente perché tu esisti, Madre di Gesù Cristo, sii ringraziata. 20ª domenica anno C Salmi della 4ª Settimana Il tesoro ed il cuore Apocalisse 11, 19; 12, 1-6.10 1 Corinti 15, 20-27 Luca 1, 39-56 I concetti dell’omelia sono di Papa Benedetto XVI. Io ho solo semplificato e riassunto le sue parole. 1. Lotta tra due amori Tutta la storia umana, la storia del mondo, è una lotta tra due amori: l’amore di Dio fino alla perdita di se stesso, fino al dono di se stesso, e l’amore di sé fino al disprezzo di Dio, fino all’odio degli altri. (Sant’Agostino). 2. Il dragone rosso L’Apocalisse dice che il dragone rosso è fortissimo: il suo potere senza grazia e senza amore si basa sull’egoismo assoluto, sul terrore, sulla violenza. Il dragone è sempre stato identificato con chi ha cercato di distruggere il cristianesimo. Il potere romano nei primi secoli e le dittature del nazismo e del comunismo di Stalin il secolo scorso avevano tutto il potere e sembravano invincibili. Oggi esiste il dragone in modi nuovi:. Esiste nella forma delle ideologie materialiste che ci dicono: è assurdo pensare a Dio; è assurdo osservare i comandamenti di Dio; è cosa di un tempo passato. Vale soltanto vivere la vita per sé. Prendere in questo breve momento della vita tutto quanto ci è possibile prendere. Vale solo il consumo, l’egoismo, il divertimento. Questa è la vita. Così dobbiamo vivere. E di nuovo, sembra assurdo, impossibile opporsi a questa mentalità dominante, con tutta la sua forza mediatica, propagandistica. Sembra impossibile oggi ancora pensare a un Dio che ha creato l’uomo e che si è fatto bambino e che sarebbe il vero dominatore del mondo. 4. Il dragone perde sempre Sappiamo che alla fine vince la donna inerme. L’egoismo e l’odio perdono sempre. L’amore di Dio trionfa. Dio è più forte del dragone. La donna dell’Apocalisse è la Madonna: Maria vestita di sole, cioè di Dio, totalmente; Maria che vive in Dio, totalmente, circondata e penetrata dalla luce di Dio. Circondata dalle dodici stelle, cioè dalle dodici tribù d’Israele, da tutto il Popolo di Dio, da tutta la comunione dei santi, e ai piedi la luna, immagine della morte e della mortalità. Maria ha lasciato dietro di sé la morte; è totalmente vestita di vita, è assunta con corpo e anima nella gloria di Dio e così, posta nella gloria, avendo superato la morte, ci dice: Coraggio, alla fine vince l’amore! La mia vita era dire: Sono la serva di Dio, la mia vita era dono di me, per Dio e per il prossimo. E questa vita di servizio arriva ora nella vera vita. Abbiate fiducia, abbiate il coraggio di vivere così anche voi, contro tutte le minacce del dragone. Questa donna che soffre, che deve fuggire, che partorisce con un grido di dolore, è anche la Chiesa pellegrina di tutti i tempi. In tutte le generazioni di nuovo essa deve partorire Cristo, portarlo al mondo con grande dolore in questo modo sofferto. In tutti i tempi perseguitata, vive quasi nel deserto perseguitata dal dragone. Ma in tutti i tempi la Chiesa, il Popolo di Dio vive anche della luce di Dio e viene nutrito - come dice il Vangelo di Dio, nutrito in se stesso col pane della Santa Eucaristia. E così in tutta la tribolazione, in tutte le diverse situazioni della Chiesa nel corso dei tempi, nelle diverse parti del mondo, soffrendo vince. Ed è la presenza, la garanzia dell’amore di Dio contro tutte le ideologie dell’odio e dell’egoismo. Lunedì 16 agosto, ore 9 Santa Messa al cimitero Non sarà celebrata la Santa Messa delle ore 18 La Didachè: il catechismo morale (cap. III) Figlio mio, fuggi da ogni male e da tutto ciò che ne ha l’apparenza. Non essere iracondo, perché l’ira conduce all’omicidio, non essere geloso né litigioso né violento, perché da tutte queste cose hanno origine gli omicidi. Figlio mio, non abbandonarti alla concupiscenza, perché essa conduce alla fornicazione; non fare discorsi osceni e non essere immodesto negli sguardi, perché da tutte queste cose hanno origine gli adultéri. Non prendere auspici dal volo degli uccelli, perché ciò conduce all’idolatria; non fare incantesimi, non darti all’astrologia né alle purificazioni superstiziose, ed evita di voler vedere e sentire parlare di simili cose, perché da tutti questi atti ha origine l’idolatria. Figlio mio, non essere bugiardo, perché la menzogna conduce al furto; né avido di ricchezza, né vanaglorioso, perché da tutte queste cose hanno origine i furti. Figlio mio, non essere mormoratore, perché ciò conduce alla diffamazione; non essere insolente, né malevolo, perché da tutte queste cose hanno origine le diffamazioni. Sii invece mansueto, perché i mansueti erediteranno la terra. Sii magnanimo, misericordioso, senza malizia, pacifico, buono e sempre timoroso per le parole che hai udito. Non esalterai te stesso, non infonderai troppo ardire nel tuo animo; né l’animo tuo si accompagnerà con i superbi, ma andrà insieme ai giusti e agli umili. Tutte le cose che ti accadono accoglile come dei beni, sapendo che nulla avviene senza la partecipazione di Dio. Commento Quando succede qualche tragedia, la TV chiama l’esperto (evidentemente ci considerano cretini) a spiegare la possibile causa. Soldi sprecati. La si butta in psicologia e/o in sociologia. La Didachè, come la Bibbia, spiega il male andando alla radice: «Da tutte queste cose hanno origine...». Se ascoltassimo meno la Tv e leggessimo con calma la Bibbia o la Didachè...