1 - Diocesi di Concordia

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Diocesi di Concordia-Pordenone
Settimana residenziale per Presbiteri
2-5 aprile 2013
Bibione – S. Stefano
Accompagnare la famiglia ferita
1. Sappiamo che la crisi della famiglia ha cause molteplici e complesse, di natura storica, culturale, sociale ed
economica. Viene da lontano, perché alcuni dei fattori di indebolimento e di erosione dei valori della famiglia
hanno iniziato a manifestarsi ben prima che il fenomeno assumesse le dimensioni e la gravità attuali, che non hanno
precedenti nella storia della nostra civiltà. Chi ha conosciuto per esperienza diretta o indiretta il dramma della
separazione familiare sa quale sofferenza si nasconde dietro quello che non è solo un fenomeno sociologico ma
“una spada che trafigge l’anima” e rappresenta, come ha detto don Paolo Gentili, Direttore dell’Ufficio Nazionale
per la pastorale della famiglia, aprendo il recente convegno della CEI “Luci di speranza per la famiglia ferita
“l’apice dell’incapacità di amare che sperimenta qualsiasi uomo e qualsiasi donna”. Già nel 1993, il Direttorio di
Pastorale Familiare, al Cap. VII, parlava di “Accoglienza e misericordia”, necessari per avvicinarsi a queste
situazioni, mettendo in luce che (cito testualmente) “Il riferimento all'atteggiamento pastorale di Gesù e la sua
riproposizione nell'oggi esigono, da parte della Chiesa, che si abbia a sviluppare un'azione pastorale accogliente e
misericordiosa verso tutti”.
È bello ricordare oggi le parole che il beato G.P. II pronunciò al III Incontro Mondiale delle Famiglie * «Di fronte
a tante famiglie disfatte, la Chiesa si sente chiamata non ad esprimere un giudizio severo e distaccato, ma piuttosto
ad immettere nelle pieghe di tanti drammi la luce della parola di Dio, accompagnata dalla testimonianza della sua
misericordia».
E il Card. Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (nella “Lettera ai vescovi della
chiesa cattolica circa la Recezione della comunione eucaristica da parte di fedeli divorziati risposati”) ancor
prima, nel 1994, diceva *: «Sarà necessario che i pastori e la comunità dei fedeli soffrano e amino insieme con le
persone interessate, perché possano riconoscere anche nel loro carico il giogo dolce e il carico leggero di Gesù. Il
loro carico non è dolce e leggero in quanto piccolo o insignificante, ma diventa leggero perché il Signore - e
insieme con lui tutta la Chiesa - lo condivide».
2. * A Salsomaggiore Terme (PR) nel giugno 2011, si è tenuto – come appena ricordato - il convegno:" Luci di
speranza per la famiglia ferita (Persone separate e divorziati risposati nella comunità cristiana)” promosso
dall’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della Conferenza Episcopale Italiana. È stato il primo
Convegno Nazionale della pastorale familiare che ha messo esplicitamente a tema l’accompagnamento delle
persone e delle famiglie che vivono la separazione. Riportiamo un paio di passaggi degli interventi di Don Paolo
Gentili, Direttore dell’Ufficio:
* “Nelle parrocchie, nei movimenti e associazioni, nell’intera Chiesa Italiana si aprano percorsi di fede per le
famiglie che vivono, nelle differenti e specifiche situazioni, la condizione della separazione o del divorzio (…)
* Solo così la comunità cristiana saprà accogliere chi vive la separazione con la stessa tenerezza di Gesù,
discernere con prudenza le varie e specifiche situazioni, accompagnare la famiglia ferita con il balsamo della Parola
di Dio, educare chi vive la separazione illuminando orizzonti possibili di vita buona del Vangelo”. Accogliere,
discernere, accompagnare ed educare sono state le parole-guida attorno alle quali si sono articolati gli interventi e
l’intera riflessione del convegno.
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3. * Alla Giornata mondiale della famiglia, abbiamo tutti ascoltato (e noi separati con particolare commozione) le
parole del Santo Padre, che ha richiamato più volte questo tema. Rivolgendosi in modo particolare alla situazione
dei divorziati risposati, dice: “In realtà, questo problema dei divorziati risposati è una delle grandi sofferenze della
Chiesa di oggi. E non abbiamo semplici ricette. La sofferenza è grande e possiamo solo aiutare le parrocchie, i
singoli ad aiutare queste persone a sopportare la sofferenza di questo divorzio. (…) E poi, quanto a queste persone,
dobbiamo dire che la Chiesa le ama, ma esse devono vedere e sentire questo amore. Mi sembra un grande compito
di una parrocchia, di una comunità cattolica, di fare realmente il possibile perché esse sentano di essere amate,
accettate, che non sono «fuori» (…) Che realmente trovino la possibilità di vivere una vita di fede, con la Parola di
Dio, con la comunione della Chiesa e possano vedere che la loro sofferenza è un dono per la Chiesa”.
4. * Il convegno di Salsomaggiore è stato anche l’occasione per fare il punto sullo stato delle iniziative pastorali che
sono nate in questi anni (parliamo di iniziative stabili, caratterizzate da continuità, e non singoli convegni, giornate
di studio, formazione o incontri tematici). Si consideri che si tratta di dati in evoluzione e in continuo
aggiornamento, che non intendono essere esaustivi e non possono quindi rappresentare interamente la ricchezza di
tutte le esperienze che si sono realizzate (a volte portate avanti non senza difficoltà da piccole comunità
parrocchiali o associazioni, altre volte e ultimamente sempre più spesso come percorsi strutturati diocesani e
interdiocesani). Per la Giornata della famiglia, era stata effettuata una ricerca non solo a livello nazionale ma, per
quanto era stato possibile, allargando l’orizzonte all’Europa e al mondo. Oggi ve ne riproponiamo solo alcune, solo
per gettare uno sguardo sul panorama di ciò che è nato o sta nascendo nella Chiesa cattolica nel mondo per
l’accoglienza e l’accompagnamento della famiglia ferita*. A livello nazionale, si può osservare una notevole
differenziazione geografica nella distribuzione delle iniziative; il maggior numero delle quali si registra al centronord. Ma se osserviamo* i dati ufficiali (ISTAT) relativi al numero di separazioni e divorzi in rapporto ai
matrimoni, si può notare che la distribuzione è pressoché analoga, a significare come le iniziative hanno cercato in
realtà di rispondere alle situazioni locali e alla loro evoluzione. Osserviamo, peraltro ancora, come i dati ISTAT
relativi al 1995* e al 2008* mostrino una inesorabile progressione da nord a sud* e una tendenziale
omogeneizzazione del fenomeno.
5. Le iniziative pastorali rilevate sono per il momento circa 80 (e il dato è in continua evoluzione): ********
ovviamente impossibile presentarle singolarmente, ma vi proponiamo un’analisi delle caratteristiche principali.
6. * Sulla distribuzione territoriale si è già detto, col 61% al nord, il 30% al centro e il 9% al sud. L’origine delle
iniziative è ormai prevalentemente diocesana (55%) *; seguono poi quelle di associazioni dedicate (34%) e, infine,
quelle parrocchiali (9%) e di movimenti ecclesiali nazionali (2%). * I destinatari sono perlopiù indicati in modo
generico come “separati”, senza ulteriori qualificazioni nell’84% delle iniziative… * Lo sviluppo delle iniziative
appare in crescita, con regolarità a partire dal 2005.
7. Esaminando i documenti di presentazione delle varie iniziative, i siti web *, gli articoli attraverso i quali vengono
descritte le attività e i percorsi, attraverso l’analisi della frequenza di utilizzo delle parole (usando la
rappresentazione visuale nota col nome di “tag cloud” o “word cloud”, nuvola di parole), si osserva che queste
sono le 50 parole più ricorrenti. Già da questa prima analisi, semplice ma significativa, risulta che, oltre alle parole
evidentemente ricorrenti per il tema comune di cui trattano (appunto, i separati e i divorziati), i termini più
frequenti sono: * Chiesa, * Dio, * incontri, * vita, * percorso, * fratelli, * Fede, * comunità, * famiglia, * Gesù, *
amore, * preghiera, * cammino… È chiaro che l’uso di queste parole non è casuale, ma indica un atteggiamento,
un certo tipo di sguardo e di orizzonte ecclesiale.
8. Quali sono le principali caratteristiche comuni? * Sul piano dei principi* e dell’impostazione, l’attenzione a
coniugare Verità e Misericordia. “Amore* della verità e verità dell'amore… La misura di ogni pastorale ecclesiale
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rimane il cuore di Cristo” (traggo ancora dal Convegno CEI «Luci di speranza per la famiglia ferita - Persone
separate e divorziati risposati nella comunità cristiana», Salsomaggiore 2011)
9. Per quanto riguarda la tipologia*, si tratta di incontri di gruppo*, basati sulla condivisione*, l’ascolto della Parola,
e la preghiera*. In modo particolare, la condivisione fa sì* che ognuno diventi per l’altro il “cireneo”, disposto a
portare il peso delle sofferenze del fratello…
10. Le équipe di conduzione* sono composte da coppie di sposi*, sacerdoti, assieme, ormai sempre più spesso, a
separati. Questi ultimi*, quindi, non più solo “oggetto” ma sempre più “soggetto” della Pastorale, secondo
l’immagine coniata da Henri Nouwen, de “Il guaritore ferito”, ripreso da Ina Siviglia (docente di Antropologia
teologica presso la Facoltà Teologica di Palermo) che, nel suo intervento al convegno di Salsomaggiore rilevava
“come gli operatori più efficaci sono, spesso, coloro che avendo attraversato nella loro vita di coppia il tunnel
doloroso della crisi, della separazione e del divorzio, sono riusciti a superarla, pur con esiti di vita diversi,
crescendo nella loro esperienza di fede”.
11. Le attività* sono basate su *incontri periodici di condivisione e preghiera, * incontri di formazione e catechesi, e *
momenti conviviali.
12. * Ora allarghiamo lo sguardo su alcune esperienze di accoglienza e accompagnamento pastorale per separati e
divorziati in Europa e nel mondo. Ricordiamo che l’orizzonte della Chiesa è il mondo (se notate, sono proprio
Avvenire e l’Osservatore Romano i quotidiani che hanno più attenzione per i fatti internazionali); e ciò che accade
nelle Chiese locali ha sempre presente un significato e un riverbero nella Chiesa universale.
13. In Francia*, da oltre 25 anni (l’anno prossimo compirà il 30° anno di attività) esiste il cammino per separati fedeli
al sacramento della Communion Notre Dame de l’Alliance. * Ecco alcune tappe salienti della sua storia: Natale
1983, un uomo e una donna separati, assieme a Padre Guillaume, un monaco dell’abbazia di Timadeuc fondano la
Communion Notre Dame de l’Alliance*; Gennaio 1997, partecipa ai lavori della XIII Assemblea plenaria del
Pontificio Consiglio per la Famiglia; *Aprile 2001, approvazione definitiva degli statuti canonici e riconoscimento
della Conferenza Episcopale francese; * Estate 2008: la Communion celebra a Lourdes il suo 25° anniversario; *
30 giugno 2010: Udienza Generale col Papa assieme agli amici italiani dell’associazione “Separati fedeli” e
consegna nella mani del Santo Padre* del libro "Séparés, divorcés à coeur ouvert".
14. * L’associazione “Amour et Vérité” offre due percorsi: per “genitori soli” * e “divorziati risposati” *. È molto
conosciuta l’iniziativa * dei ritiri estivi a Paray-le-Monial, dove proprio il tema della vacanza e del tempo libero
viene vissuto nell’ottica* di “permettere a ciascuno di incontrare Dio e essere rinnovato nella speranza”.
15. * L’Association Renaissance, movimento cattolico di sole donne separate o divorziate, è probabilmente una delle
prime esperienze di accoglienza conosciute. Nata nel 1953 per opera di una giovane mamma, abbandonata dal
marito, accoglie coloro che hanno bisogno di essere ascoltate e incoraggiate a rivivere. L’accoglienza
incondizionata, l'ascolto, la cura, l'amicizia offerta aiuta ad attraversare la prova dell’inevitabile perdita di fiducia o
di ripiegamento su se stesse. Renaissance offre contatti individuali, incontri conviviali, incontri di condivisione,
ritiri, un bollettino di collegamento («Partage»).
16. (Solo figura)
17. * In Belgio, oltre ad un gruppo della Communion Notre Dame de l’Alliance già attivo a partire dal 1984, * esiste
dal 1998 un analoga iniziativa per separati fedeli al sacramento, che prende il nome di “Groupe Nazareth”.
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18. (Solo figura) *
19. * In Spagna, nel 2003, la Conferenza Episcopale Spagnola * approvava il Direttorio di Pastorale Familiare, dove si
tracciavano le linee per l’attivazione di diversi servizi pastorali per il matrimonio e la famiglia. Tra questi i Centros
de Orientación Familiar (COFS) sono oggi particolarmente attivi nell’accompagnamento delle situazioni di
difficoltà e crisi coniugale.
20. (Solo figura) *
21. In Svizzera*, la spiccata differenziazione tra aree di diversa pertinenza linguistica e storico-culturale si riflette
anche sulla realtà della separazione e del divorzio. La problematica è apparentemente poco avvertita a livello socioculturale, e vissuta come un fatto a livello strettamente privato in molte aree del paese. Si segnalano tuttavia alcune
significative esperienze *. Dal 1997, la Diocesi di Lugano organizza a Bellinzona incontri per separati e divorziati;
dal 2011, il vicariato Mendrisiotto propone un cammino di fede per separati e divorziati. Ci sono poi varie
iniziative di RNS* e del Movimento dei Focolari*, sempre a Lugano e a Baar nel Cantone Zugo.
22. (Solo figura) *
23. * In Ungheria, S.E. Mons Biro, Presidente della Commissione Famiglia della Conferenza episcopale ungherese
organizza regolarmente incontri e seminari per i sacerdoti attivi nella Pastorale familiare. Lo slogan dell’ultimo
incontro appena svoltosi nell’aprile di quest’anno è stato «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i
malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi» (Luca 5, 31-32). L'obiettivo è di dare
una panoramica teorica e pratica sulla cura pastorale dei divorziati e delle persone sposate solo civilmente, delle
famiglie ricostituite, e del coniuge che educa da solo i figli, nell’ottica della «Pastorale della Misericordia». *
Alcune diocesi stanno conducendo iniziative specifiche, ma non si può ancora parlare di esperienze omogenee e
consolidate. Un grande lavoro di prevenzione viene svolto dai movimenti, quali i Focolari, le Équipes Notre Dame,
Schönstatt, ICCFM (International Confederation of Christian Family Movements), Marriage Encounter.
24. (Solo figura) *
25. In Polonia*, dal 2004, presso la parrocchia di Sainte Jadwiga (Santa Edvige) a Chorzow (pr. Hòrjof) presso
Katowice, esiste un gruppo per separati e divorziati fedeli al sacramento. L’attività prevede incontri mensili, ai
quali partecipano persone provenienti da diverse città e villaggi della Slesia*.
26. (Solo figura) *
27. In Germania*, dal 1986 opera l’associazione AGIA, un’organizzazione cattolica, nata in seno all’Unione donne
cattoliche (Sozialdienst katholischer Frauen) con l’obiettivo di sensibilizzare la società e la Chiesa sulla situazione
delle famiglie monoparentali.
28. (Solo figura) *
29. Negli Stati Uniti*, la Conferenza episcopale statunitense ha realizzato il servizio* “For your Marriage”, e molte
diocesi offrono programmi e gruppi di supporto per persone separate* o divorziate. For your Marriage segnala:
l’organizzazione no-profit Catholic Divorce Ministry * che dal 1974 si impegna nel sostegno e il recupero di coloro
che hanno sperimentato la separazione e il divorzio, accogliendo anche persone che vivono altre situazioni di
dolore, come la vedovanza, o i genitori soli per qualsiasi motivo; il progetto Beginning Experience* nato nel 1973
per opera di Suor Josephine Stewart e una sua amica separata, con l’obiettivo di facilitare il processo di risoluzione
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dolore per adulti e bambini che hanno subito un danno per la morte di un congiunto, il divorzio o la separazione,
consentendo loro di amare di nuovo se stessi, gli altri e Dio; il percorso* “Journey of Hope”, per aiutare le persone
che hanno conosciuto la separazione o il divorzio a capire che la fede in Gesù Cristo è la via della speranza, della
guarigione e del rinnovamento…
30. (Solo figura) *
31. In Brasile*, la lettura contestualizzata della situazione* ha portato la Chiesa brasiliana ad attuare una speciale
attenzione all’evangelizzazione, all’accoglienza e all’accompagnamento delle famiglie in seconda unione (c.d.
“Stepfamilies”). Il lavoro è diffuso in tutte le chiese locali * in cui opera la pastorale familiare, più di 140 diocesi
e prelature presenti su tutto il territorio nazionale. Il metodo di lavoro è simile a quello utilizzato
dalla pastorale ordinaria della famiglia con le famiglie in prima unione, con contenuti appropriati per i membri
della famiglia nella seconda unione.
32. A termine di questa rapida panoramica su alcune delle più significative esperienze di accompagnamento pastorale
delle “famiglie ferite”, mi pare emerga come il comune denominatore di tutte* è fare in modo che “chi conosce il
dolore della separazione, possa riconoscere anche nella sua croce, nella croce della propria famiglia*, «il trionfo
dell’amore di Dio su tutti i mali del mondo» (Benedetto XVI).
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