La corteccia cerebrale nei disturbi neurocognitivi Non v`è dubbio
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La corteccia cerebrale nei disturbi neurocognitivi Non v`è dubbio
La corteccia cerebrale nei disturbi neurocognitivi Giovanni Berlucchi Dipartimento di Scienze Neurologiche e della Visione Sezione di Fisiologia Università di Verona e-mail [email protected] Non v’è dubbio che la corteccia cerebrala costituisca la componente più complessa del cervello, specialmente nell’uomo, e che il suo adeguato funzionamento sia indispensabile per l’attività mentale. Tutte le conoscenze neurofisiologiche attuali concordano nell'indicare che se non esiste un "organo" nervoso con individualita' anatomo-fisiologica per ciascuna delle facoltà psichiche, esistono tuttavia organizzazioni differenziate di neuroni specializzate nell'esecuzione di operazioni caratteristiche di funzioni mentali distinte. Operazioni relativamente semplici atte a rappresentare frammenti della realtà presente o passata, o delle azioni effettive o possibili sull'ambiente si osservano anche nell’attività di singoli neuroni corticali - si pensi ai neuroni di aree corticali visive che estraggono dalle afferenze visive complessive le componenti adatte a rispondere selettivamente a un determinato oggetto, e quindi a riconoscerlo e anche a ricordarlo; o ai neuroni di aree premotorie capaci di rappresentare le azioni necessarie a raggiungere uno scopo in termini di combinazioni appropriate di motoneuroni; o ai neuroni specchio che fanno corrispondere le potenzialità d’azione proprie con quelle osservate in un altro individuo. Ma in genere le funzioni mentali richiedono operazioni molto più complesse di quelle che possono essere effettuate a livello del singolo neurone; queste operazioni complesse sono devolute a sistemi organizzati di neuroni nei quali le attività differenziate dei singoli componenti si combinano e si fondono in un'attività globale con proprietà emergenti. L'organizzazione di questi sistemi prevede sia la presenza di stadi organizzati in sequenze o gerarchie, sia di moduli relativamente autonomi ed intercambiabili. Stadi e moduli sono uniti fra di loro da connessioni multiple, parallele e reciproche, e comunicano anche con la periferia sia di senso che di moto. Non solo i vari stadi e moduli di un sistema ma anche i neuroni che costituiscono uno stadio o modulo sono spesso ubicati in regioni diverse, anche distanti, del sistema nervoso: ciò giustifica il termine di "sistemi distribuiti". L'unitarietà funzionale di ciascun sistema distribuito è assicurata dalla specificità e selettività delle connessioni brevi e lunghe fra i suoi stadi e moduli e fra i loro neuroni. La selettività e specificità di connessioni che caratterizza i sistemi distribuiti è un requisito fondamentale per il funzionamento normale della corteccia cerebrale e del sistema nervoso nel suo insieme. I substrati nervosi fondamentali per le funzioni mentali cominciano a formarsi prima della nascita, come dimostra il fatto che il neonato umano ha molte più competenze cognitive ed emotive di quanto si pensasse in passato. Gli studi moderni attestano infatti che il neonato umano normale viene al mondo già preparato a percepire oggetti ed eventi nell'ambiente circostante, ad eseguire prestazioni motorie aventi caratteristiche di intenzionalità, e a intrattenere rapporti emotivi e motivazionali con persone e oggetti inanimati. Il piano generale dell'anatomia del sistema nervoso e' lo stesso per tutti gli individui di una stessa specie ed e' determinato nelle sue grandi linee dai geni. Il modello architettonico del sistema nervoso umano probabilmente si è mantenuto inalterato dalla comparsa dell'homo sapiens sapiens molte decine di migliaia di anni fa. Tuttavia i geni non possono specificare da soli i fini dettagli delle connessioni che uniscono i neuroni fra di loro e con gli organi di senso e di moto. Anche prima della nascita sono attivi fattori epigenetici, variabili da individuo e individuo, che fanno si' che ciascun sistema nervoso contenga combinazioni uniche ed irripetibili di connessioni interneuroniche, proprie di quel solo sistema nervoso. Questa unicità fenotipica del sistema nervoso, riscontrabile anche macroscopicamente in gemelli monozigotici con genomi presumibilmente identici, rappresenta un elemento fondamentale dell'identità personale. Le influenze epigenetiche prenatali si esercitano per opera di ormoni, fattori neurotrofici, molecole di riconoscimento e adesione intercellulare ecc., negli ambienti microchimici in cui si sviluppano e si connettono i neuroni. Alterazioni geniche o una carenza o un eccesso di uno o più fattori epigenetici possono causare delle modificazioni della struttura corticale che caratterizzano varie sindromi cliniche genetiche o dello sviluppo nervoso. Queste modificazioni strutturali della corteccia sono indubbiamente importanti ai fini clinici, ma oggi uguale importanza viene attribuita ad alterazioni puramente funzionali della comunicazione fra i neuroni corticali che possono stare alla base di patologie cognitive e comportamentali. Verranno presentati alcuni esempi di alterazioni strutturali e funzionali della corteccia in rapporto a sindromi cliniche come la dislessia, l’autismo, la sindrome di Williams, la malattia di Alzheimer e quella di Parkinason. Dalla nascita all'eta' adulta la massa del cervello umano cresce di circa quattro volte, non per un aumento del numero dei neuroni, ma per un enorme sviluppo del neuropilo, che e' la rete filamentosa interposta fra i corpi cellulari dei neuroni ed e' costituita dai prolungamenti dendritici ed assonali dei neuroni stessi. E' in questa rete che gia' prima della nascita si formano e si specificano i contatti sinaptici necessari ad organizzare i sistemi funzionali di neuroni. Alla fine della quarta settimana postconcezionale nella corteccia visiva dell'embrione umano vi sono circa cento milioni di sinapsi per millimetro cubico; questo numero aumenta del doppio alla nascita, e di circa sei volte a sette mesi, eta' in cui viene raggiunto il valore massimo. Di li' in avanti il numero di sinapsi comincia a diminuire per eliminazione di connessioni inutili o inappropriate, stabilizzandosi intorno ai 10 anni ad un valore corrispondente pressapoco a quello riscontrato alla nascita. Si calcola che su ogni neurone della corteccia visiva vi siano circa 2.500 sinapsi alla nascita, circa 16.000 a sei mesi, e circa 10.000 nell'eta' adulta. Questi imponenti fenomeni di modellamento del neuropilo sono fortemente influenzati non solo dalle caratteristiche chimiche dei microambienti interni, ma anche dai contatti con il mondo esterno che si attuano tramite gli organi di senso. L'azione epigenetica postnatale dell'esperienza si esercita sulla trama neuronica gia' ampiamente organizzata dagli agenti genetici ed epigenetici dello sviluppo prenatale. L'esperienza ha sicuramente un ruolo fondamentale nel plasmare ed innovare l'organizzazione del sistema nervoso, ma e' importante anche perche' mantiene aspetti dell'organizzazione nervosa che lo sviluppo prenatale ha gia' preparato per servire funzioni e comportamenti tipici della specie umana. Recentemente sono state elaborate teorie secondo le quali l'esperienza non istruisce il sistema nervoso, ma seleziona, tramite la stabilizzazione e l'eliminazione selettiva di sinapsi, quei circuiti nervosi che sono i piu' appropriati all'interazione fra l'individuo ed il suo ambiente. La selezione avverrebbe, secondo un processo paragonabile a quello postulato da Darwin per la selezione delle specie, fra i sistemi funzionali di neuroni che si sono formati per opera dei meccanismi genetici ed epigenetici prenatali: solo quelli adatti alle interazioni utili con l'ambiente persistono. Sembra piu' probabile che tanto l'istruzione, o costituzione di sistemi neuronali ex novo, quanto la selezione, o scelta delle varianti piu' adatte fra le molte preesistenti, contribuiscano a plasmare il sistema nervoso, e quindi la mente, di ciascun individuo. L'uomo nasce con un cervello predisposto a parlare e a comprendere linguaggi umani; quale o quali di questi linguaggi ogni singolo individuo imparera' ad utilizzare, dipende dall'ambiente linguistico in cui l'individuo cresce, e dagli effetti di istruzione e/o selezione che questo ambiente esercita sui suoi sistemi neuronali per il linguaggio. In pratica i contributi relativi del genotipo e dell'ambiente al fenotipo nervoso-mentale non sono scindibili. Lo studio di numerose coppie di gemelli mono- e dizigotici allevati insieme o separatamente ha permesso di stabilire che l'ereditabilita' di un indice grossolano globale di funzionamento neuropsicologico come il quoziente d'intelligenza e' pari a circa il 70%. Se questo dato suggerisce indubbiamente una influenza profonda e pervasiva dei fattori genetici sulla mente e sul comportamento, esso non significa affatto che le influenze dell'ambiente siano responsabili solo del rimanente 30%, e tanto meno che esse non siano importanti. Vi e' infatti una elevata covarianza fra genetica e ambiente, spiegabile almeno in parte con l'ipotesi che fin dalla nascita ogni individuo tende a condizionare, e successivamente anche a scegliere, il proprio ambiente in accordo con la propria costituzione genetica. E' certamente sostenibile l'ipotesi che esistano diversi tipi fondamentali di intelligenza, distribuiti differenzialmente fra individui diversi, che si realizzano per l'incontro fortunato, ma probabilmente anche ricercato attivamente, fra le potenzialita' native del sistema nervoso e l'ambiente adeguato ad attuarle. Come dimostrano studi recenti, e come d'altra parte si intuiva in base al fatto che anche un centenario puo' ancora imparare, l'organizzazione del sistema nervoso e' modificabile su larga scala dall'ambiente anche dopo il raggiungimento dell'eta' adulta e dopo l'apparente stabilizzazione del neuropilo. A seguito di esperienze specifiche, alcune sinapsi possono essere eliminate ed altre formate anche nell'adulto. La struttura dell'albero dendritico di cellule piramidali della corteccia temporale si presenta significativamente diversa in individui adulti a seconda dell'eta' e del grado di istruzione scolastica. Affermare che esiste un collegamento preciso fra queste variazioni individuali dell'anatomia funzionale del cervello e le capacita' mentali personali sarebbe del tutto prematuro, ma non v'e' dubbio che la variabilita' interindividuale, e anche la variabilita' temporale intraindividuale, dell'architettura del sistema nervoso sono almeno altrettanto cospicue delle differenze psicologiche fra gli individui e delle modificazioni della psicologia del singolo nel corso della vita.