[n-spezicronac - 8] nazione/giornale/spe/08

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[n-spezicronac - 8] nazione/giornale/spe/08
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CAMPIONATO GIORNALISMO
VENERDÌ 14 MARZO 2014
Scuola Media
Anna Frank
LA
LA SPEZIA
“All’ombra de’ cipressi...”
Cimitero dei Boschetti: un patrimonio di arte e memoria da valorizzare
COMMENTO
Riti e cerimonie
da altri luoghi
del mondo
NELLA NOSTRA scuola
siamo abituati a confrontarci con culture diverse su
molti temi, anche della vita
quotidiana. I nostri compagni originari della Repubblica Dominicana, dell’Ecuador, dell’Albania e del Marocco ci hanno parlato dei
rituali funebri dei loro paesi, perché - se è vero che il
rimpianto per chi ci ha lasciato è lo stesso in ogni parte del mondo - il cordoglio
può manifestarsi in forme
diverse. A Santo Domingo,
per esempio, quando qualcuno viene a mancare, parenti e amici rimangono svegli per una notte accanto al
loro caro, sorseggiando caffè, secondo un’antica usanza detta velorio; nei successivi nove giorni continuano
a riunirsi per una preghiera
serale, facendo una merenda tutti insieme e allestendo un altare in casa con fiori, candele, una bella foto
del defunto e un grande fiocco di stoffa che ne reca il nome. Trascorso questo tempo, il cerimoniale si conclude con l’ultima veglia detta
vela e da quel momento i parenti rimangono in lutto
per circa un anno, vestendo
di colori scuri. Nei cimiteri
musulmani - raccontano i
nostri compagni di religione islamica - il defunto, avvolto in un telo bianco, è posto su un fianco con il volto
semiscoperto affinché possa
guardare verso La Mecca,
in direzione della quale è
orientata la tomba. La tradizione islamica richiede funerali semplici e sobri: generalmente non si usano
tombe imponenti, non è costume mettere la foto del defunto né fiori vicino al corpo.
QUANDO pensiamo ai luoghi
più significativi e ricchi di testimonianze artistiche della nostra
città, non immaginiamo che ne
esista uno in cui sono raccolte vere e proprie opere d’arte, che meriterebbero più attenzione da parte
nostra. Quel luogo è il cimitero
dei Boschetti: destinato principalmente alla preghiera e al ricordo,
ma al tempo stesso ricco delle opere di scultori che lavorarono tra la
fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento e che - apprezzati in Italia e all’estero - produssero sculture funerarie che
esaltavano l’ascesa della società
borghese. Ecco comparire l’angelo dall’espressione malinconica:
il braccio alzato e il dito rivolto al
cielo, che indica la strada verso il
paradiso e la protezione per il defunto, la colonna spezzata che simboleggia una vita interrotta troppo presto, il candore del marmo
che ricorda il bianco delle ossa, il
bronzo scuro che rimanda
all’idea della morte. Curiosamente, nelle sculture i defunti sono
scolpiti con grande realismo, mostrando fedelmente mode e ten-
ARTE Opere di scultori tra fine Ottocento e primi Novecento
denze dei secoli scorsi. L’artista
spezzino Angiolo Del Santo è lo
scultore più presente con le sue
opere: il raffinato bronzo dedicato a Mary Della Rosa, una dolce
bambina abbracciata alla sua bambola, che si appoggia sorridente a
un cippo; il bellissimo Cristo sulla facciata della cappella Cozzani,
purtroppo in materiale cementizio e oggi deteriorato dalle intemperie; la tomba dei coniugi CimaBertonati, con i due sposi dalle
mani giunte che sembrano fuoriuscire dal blocco di marmo. Anche
lo scultore Eugenio Baroni, a cui
si devono alcune statue del Foro
Italico, ha lasciato la sua firma a
La Spezia scolpendo nel 1915 la
magnifica tomba Doria e il ritratto in bronzo posto sulla tomba di
Emilio Mantelli, xilografo e illustratore spezzino che lavorò per la
rivista L’Eroica. Non dimentichiamo Pietro Canonica e Leonardo Bistolfi: il primo - che servì la
casa reale britannica e lo zar di
Russia - è presente con una Madonna con bambino per la tomba
Faggioni-Zaccheo; il secondo,
maestro di Del Santo e noto come
“Poeta della morte” per i molti
monumenti funebri realizzati,
scolpisce per i Boschetti la Figura
Del Dolore. Sicuramente, però,
una delle opere più belle e commoventi di tutto il camposanto è
Il Ciabattino. L’autore, purtroppo sconosciuto, ha saputo dimostrare la sua abilità rendendo con
grande precisione il lavoro dell’artigiano che, affiancato dalla moglie e dalla figlioletta, indossa il
grembiule di cuoio ed è seduto al
tavolino da lavoro su cui poggiano gli attrezzi per riparare le scarpe. E’ un vero peccato che una così bella scultura sia ora un po’ trascurata e annerita dal trascorrere
del tempo.
CONSIDERAZIONI MUTA NEL TEMPO L’ESPRESSIONE DEL RIMPIANTO PER CHI CI HA LASCIATO
Sentimenti scolpiti nella pietra e nel marmo
LAPIDI Chi riposa meriterebbe
rispetto come in vita...
L’ESPRESSIONE del cordoglio verso i propri cari estinti è decisamente cambiata nel corso dei secoli: decori marmorei imponenti o elaborati epitaffi
che ricordano la posizione sociale, la professione,
la durata della vita e la modalità del trapasso sono
sempre più rari. Eppure, percorrendo i viali del cimitero dei Boschetti, è facile leggere frasi affettuose con cui si ricordano qualità morali che oggi sono sempre meno coltivate. Come non rimanere colpiti dal commiato rivolto da un nonno ai suoi nipotini “Dio a sé mi volle onde dal cielo meglio infondessi in voi le virtù di cui s’ornò mia vita” o nell’apprendere della “lunga e crudele malattia sopportata con cristiana rassegnazione” da un “amorevole e
buon padre, marito modello, congiunto amatissimo”? E che dire della lapide di colui che “ai comodi della ricchezza, al vanto della nobiltà” preferì la
“verace gloria del lavoro”? Anche lo stesso Agostino Fossati, il più celebre vedutista spezzino, riposa
dietro una lapide voluta “dall’amore della consorte
e delle figlie superstiti”.
AI GIORNI nostri, invece, la maggior parte delle
tombe mostra pochi simboli religiosi e l’epitaffio è
sostituito da un semplice “i tuoi cari”; l’immagine,
un tempo resa con un elegante bassorilievo, è spesso una foto a colori vivaci, persino di grandi dimensioni. Anche la commemorazione nei confronti
dei defunti è cambiata, basti pensare ai fiori deposti: una volta erano rinnovati di frequente, oggi si
preferisce fare uso di fiori in plastica che, ben presto sciupati e scoloriti, ci fanno pensare che chi riposa sotto quella lapide meriterebbe rispetto come
in vita.
REDAZIONE IN CLASSE
LA PAGINA è stata realizzata dagli
studenti della 3ª D della Anna Frank:
Francesco Buselli; Giuseppe Cascone;
Francesco Cerchia; Noah Gobetti;
Valentina Godani; Ivan Gurrado; Anna
Graziano; Josè Andres Alfonso
Hernandez; Gabriele Iannicelli; Darli
Lala; Issam Louzi; Bryan Javier Morante
Parales; Eridania Ortiz; Davide Peroni;
Valerio Proia; Alba Romeo; Manuel
Sannino; Dimitri Scatena; Giulia Tomaino;
Christian Vanacore; Isabella Vegnuti.
Dirigente la prof Rosanna Cucurnia.
Profi tutor M. Rosaria Podestà e Tiziana
Lungo.