Acciai da bonifica
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Acciai da bonifica
Acciai da bonifica Nella scelta di un acciaio da bonifica, si deve tener conto dei seguenti fattori: 1) prezzo; 2) caratteristiche meccaniche (resistenza a trazione, limite di fatica, tenacità, durezza ecc.); 3) temprabilità; 4) forma e dimensioni del pezzo in relazione alla temprabilità; 5) processo di fabbricazione. 1) Prezzo Come si è già detto, questo non deve essere il criterio principale di valutazione ma, considerando la forte concorrenzialità esistente nel mondo industriale, la scelta non può prescindere da questo aspetto. In tabella 1 sono riportati gli indici dei prezzi di alcuni acciai, da cui si rileva la forte differenza tra acciai al carbonio e acciai legati. ACCIAIO INDICE DI PREZZO 39 Ni Cr Mo 3 C 40 C 60 42 Cr Mo 4 36 Cr Ni Mo 4 34 Cr Ni Mo 6 36 Cr Ni Mo 16 100 55 60 90 98 140 200 tabella 1 Dalla tabella si nota la forte convenienza che si avrebbe utilizzando acciai non legati; ciò però non è sempre possibile per le scarse caratteristiche di temprabilità e di resistenza meccanica. 2) Caratteristiche meccaniche a) Resistenza a trazione In funzione dei carichi previsti e tenuto conto degli eventuali sovraccarichi, si dimensiona il particolare. Nelle tabelle dei materiali sono riportate le caratteristiche degli acciai da bonifica (UNI EN 10083-3:2006). Si deve ricordare che, a parità di durezza e di resistenza, è preferibile un acciaio al C bonificato o normalizzato a un acciaio legato normalizzato o peggio ancora allo stato di fornitura, perché, oltre allo spreco di denaro dovuto all’acquisto di un materiale più costoso, si avrebbe minor lavorabilità, dubbia tenacità e soprattutto scadente resistenza a fatica. Da tener presente che non sempre il dimensionamento viene fatto sulla limitazione delle tensioni interne, ma spesso sulla limitazione delle deformazioni. Questa imposizione è in genere molto più restrittiva, e porta a uno sfruttamento solo parziale delle caratteristiche di resistenza. _______________________________________________________________________________________ A. Pandolfo, G. Degli Esposti Tecnologie meccaniche di processo e di prodotto © 2012 RCS RCS Libri S.p.A., Milano - Calderini b) Resistenza a fatica Altra importante caratteristica del materiale da tener presente in sede di progetto è la resistenza a fatica. Questa si può considerare correlata alla resistenza a trazione in modo proporzionale fino a valori di circa 1000 N/mm2, mentre per valori superiori tale dipendenza diventa fortemente incerta. La migliore resistenza a fatica è conferita all’acciaio dalla struttura sorbitica (perché aumenta la resistenza meccanica e la tenacità) ed è per questa ragione che i pezzi soggetti a elevata sollecitazione devono essere bonificati con trasformazione martensitica non inferiore all’80%, contro il 50% accettabile in condizioni di esercizio meno severe o di carichi statici. Inoltre, deve essere posta particolare cura per proteggere la superficie dalla decarburazione o peggio ancora dalla ossidazione intergranulare, che favoriscono l’innesco della frattura. c) Resilienza La resilienza è una caratteristica molto importante di collaudo, anche se non può essere utilizzata per i calcoli di dimensionamento. In tabella 2 è riportata indicativamente la relazione tra resistenza e resilienza per i diversi acciai. C22 34CrNiMo6 25CrMo4 50 34CrNiMo6 C25 45 40 34CrMo4 25CrMo4 - 22Mn6 46Cr2 38Cr2 28Mn6 38Cr2 30 25 34CrNiMo6 36CrNiMo6 C30 C35 35 34NiCrMo16 42CrMo4 34CrMo4 34NiCrMo16 34CrNiMo6 30CrNiMo8 36CrNiMo4 50CrMo4 42CrMo4 30CrNiMo8 34NiCrMo16 51CrV4 2 Rm [N/mm ] 20 500 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 tabella 2 Per gli impieghi a bassa temperatura, la resilienza acquista grande importanza per l’influenza della temperatura di transizione. In generale valgono le seguenti considerazioni: - con l’aumentare del tenore di C, di S e di Mo aumenta la temperatura di transizione; - il Ni riduce tale temperatura; - il Cr l’aumenta leggermente. Nel grafico 1 è riportata l’influenza del tenore di C sulla temperatura di transizione per acciai al semplice Carbonio. Resilienza [J] 250 C 10 200 C 20 150 100 C 30 C 40 C 60 C 70 50 C 80 0 -100 -50 0 50 100 150 200 250 Temperatura [°C] grafico 1 _______________________________________________________________________________________ A. Pandolfo, G. Degli Esposti Tecnologie meccaniche di processo e di prodotto © 2012 RCS RCS Libri S.p.A., Milano - Calderini 3) Temprabilità La trasformazione in martensite dopo la tempra deve essere almeno dell’80% nelle zone meccanicamente importanti. Questa considerazione incide sulle le dimensioni dell’organo meccanico; è indispensabile che l’acciaio scelto presenti, nella zona che si ritiene meccanicamente importante, una trasformazione martensitica, dopo tempra, almeno dell’80%. Ciò assicura, dopo il rinvenimento, la trasformazione in sorbite e quindi anche la resistenza richiesta, accoppiata a tenacità. La norma UNI EN 10083-3:2006 prevede la possibilità di ordinare gli acciai con banda di temprabilità normale, indicata con la lettera H o con bande di temprabilità ristretta, che consentono variazioni minori sulla durezza, indicati con le lettere HH e HL. Sulle norme e sui cataloghi sono riportati i diametri massimi temprabili efficacemente con il mezzo temprante idoneo per il tipo di acciaio prescelto. È sempre sconsigliabile ricorrere a mezzi tempranti più drastici di quelli previsti per aumentare la penetrazione di tempra, perché diventa importante il problema delle tensioni interne dovute al salto di temperatura. 4) Forma e dimensioni del pezzo in relazione alla temprabilità Per evitare eccessive tensioni interne, all’aumentare delle dimensioni del pezzo è necessario ricorrere a mezzi tempranti con drasticità inferiore; ciò comporta la necessità di utilizzare acciai ad alta temprabilità, e quindi maggiormente legati e più costosi. Oltre alle dimensioni, si deve tener conto della forma che si vuol raggiungere. Si deve tener presente che dissimmetrie, spigoli vivi, forti variazioni di sezione sono sempre causa di difficoltà nel trattamento termico, e questo si verifica in misura tanto maggiore quanto più è drastico il mezzo temprante. Pezzi con una dimensione assai maggiore in confronto alle altre, per esempio un albero molto lungo rispetto al diametro, se costruiti con un acciaio da temprare in acqua, possono dar luogo a distorsioni durante il raffreddamento; di conseguenza saranno necessarie operazioni di raddrizzatura e si devono anche prevedere sovrametalli di finitura maggiori gravando così sul costo, in misura superiore a quello che si avrebbe costruendo il particolare con acciai legati, per i quali è previsto un raffreddamento in olio. 5) Processo di fabbricazione La scelta degli acciai da bonifica deve necessariamente contemplare tutte le fasi di lavorazione per ottenere l’organo meccanico desiderato. La lavorabilità, a parità di condizioni, è migliore per acciai al solo C, mentre è più difficoltosa per quelli legati. Anche quando la lavorazione viene eseguita allo stato ricotto, certi acciai (per es. 36 Ni Cr Mo 16) presentano notevoli difficoltà e bisogna quindi tenerne conto nella scelta. La presenza di piombo può facilitare fortemente la lavorabilità, soprattutto per la foratura, che rappresenta il tipo di lavorazione più critico in quanto gli utensili non possono essere realizzati in materiale ceramico. La saldabilità è una delle caratteristiche che solo l’acciaio 25 Cr Mo 4 possiede; per gli altri acciai non può essere garantita tale proprietà, anche se si contano innumerevoli applicazioni di particolari saldati realizzati con altri acciai (C 40 o 34 Cr Mo 4); in questi casi però si deve ricorrere a tecniche particolari di saldatura (preriscaldo, raffreddamenti controllati ecc.). _______________________________________________________________________________________ A. Pandolfo, G. Degli Esposti Tecnologie meccaniche di processo e di prodotto © 2012 RCS RCS Libri S.p.A., Milano - Calderini