bosellini.posenato.progetto concettuale

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bosellini.posenato.progetto concettuale
Progetto concettuale della Sala geo-paleontologica
per il futuro Museo di San Cassiano / San Ciascian / St. Kassian
San Cassiano /St. Cassian è famoso nella letteratura geologica internazionale
perché il nome venne associato nella prima metà del XIX secolo a strati affioranti
nell’area Pralongià/Prati di Stuores contenenti una straordinaria fauna fossile marina
del Triassico Superiore (Schichten von St. Cassian di Münster e Wissman 1841).
Alla prime monografie paleontologiche di Münster (1834) e di Münster e
Wissman (1841) seguirono una notevole mole di lavori sistematici (per esempio
Klipstein 1843, Laube 1865, Mojsisovics 1882, Kittl 1890, Bittner 1891, 1895,
Leonardi 1943, Dieci et alii 1968, Zardini 1978, 1981, Urlichs 1978, solo per citarne
alcuni) sulla fauna fossile della Formazione di San Cassiano che ci danno un quadro
estremamente particolareggiato, senza alcun confronto a livello mondiale, della Vita
nei mari tropicali della Tetide di circa 220 milioni di anni fa.
La Formazione di San Cassiano contiene quasi un migliaio di specie
appartenenti ad ecosistemi marini che spaziano da ambienti di laguna, con fondali
ricchi di vegetazione, ad ambienti di scogliera con spugne calcaree, coralli e
brachiopodi, fino a ambienti marini profondi e ostili alla vita dove si accumularono i
resti degli animali che nuotavano nelle acque soprastanti o trasportati da correnti di
torbida. Questa fauna rappresenta una tappa evolutiva di notevole importanza per
molti gruppi di invertebrati marini, dato che costituisce una cerniera tra la fauna
paleozoica e quella meso-cenozoica.
La fama mondiale di questa fauna fossile giustifica e ben merita quindi
l’allestimento di una sala dedicata alla geologia e paleontologia nel futuro Museo in
cui i fossili di San Cassiano /St Cassian dovranno essere al centro dell’attenzione dei
visitatori. Per facilitarne la comprensione da parte dei non specialisti, i fossili
dovranno essere collocati nel contesto ambientale in cui vissero mediante la
costruzione di un grande diorama che riproduca gli ambienti del Triassico superiore
registrati nella Formazione di San Cassiano e nelle formazioni adiacenti affioranti
nell’Alta Badia. Fondamentali ai fini divulgativi ed attrattivi del futuro Museo
dovranno essere le tipologie e le tecniche di esposizione e comunicazione visiva dei
fossili, trattandosi molto spesso di esemplari di piccolissime dimensioni.
Essendo i fossili testimonianze di vita del passato occorrerà affrontare anche il
concetto di tempo geologico inserendo la Formazione di San Cassiano nel contesto
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stratigrafico delle Dolomiti e dei bioeventi globali permo-triassici registrati nelle
rocce della regione. Nella sala si dovranno quindi illustrare sinteticamente le tappe
significative della litogenesi (= formazione delle rocce) e della storia della Vita sulla
Terra registrate in Val Badia. Per ciascuna tappa si prevede una piccola vetrina che
conterrà pochi campioni significativi di rocce e fossili accompagnata da un pannello
esterno con panoramiche del territorio dolomitico, immagini di ambienti attuali
equivalenti a quelli del passato e ricostruzioni paleogeografiche. Le tappe principali
da illustrare sono:
1)
Pianure popolate da anfibi e rettili primitivi (Arenarie di Val Gardena).
2)
I mari bassi documentano la bella-epoque della vita paleozoica (Formazione a
Bellerophon). La Formazione a Bellerophon della Val Badia è
particolarmente ricca di fossili tanto che è stato proposto il termine di
“Facies Badiota” per indicare i calcari neri fossiliferi della formazione.
3)
La catastrofe di 250 milioni di anni fa: l’estinzione biologica permo-triassica e i
sopravvissuti (Formazione di Werfen). Seres e altre località della Val
Badia
sono
state
oggetto
di
approfondite
ricerche
sulle
cause
dell’estinzione. Un’unità molto fossilifera della Formazione di Werfen è
chiamata Membro di Val Badia; essa documenta il parziale ripristino di
condizioni ambientali favorevoli alla vita nei mari.
4)
Dagli ambienti montani ai mari profondi e la ripresa della Vita: le formazioni
anisiche (Formazione di Richthofen, Gruppo di Braies).
5)
Scogliere ladiniche e bacini profondi: Dolomia dello Sciliar, Formazione di
Livinallongo.
6)
I vulcani triassici e la Formazione di La Valle / Wengen. Con questo nome,
derivante dall’omonima località della Val Badia, sono chiamati quegli strati
formati da detriti vulcanici accumulatisi in ambiente marino profondo e
contenenti frequenti fossili di bivalvi e ammonoidi.
7)
La rigogliosa vita nelle scogliere e nei bacini cassini, ovvero la fauna marina
triassica a più alta biodiversità del mondo (Formazione di San Cassiano) .
Qui si propone la costruzione di un diorama e di un’ampia vetrina che
contenga fossili collocati nei rispettivi paleoambienti.
8)
Morte delle scogliere e colmamento dei bacini. Le faune di laguna e di mare
basso della Formazione di Heiligkreuz. La formazione prende il nome da
un’altra località della Val Badia e contiene un’abbondante ma poco
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diversificata associazione fossile. In località Peraguda è situato uno dei
principali affioramenti della formazione, la quale documenta un evento
globale di estinzione avvenuto nel Carnico medio, anche se di minore
intensità rispetto a quello permo-triassico.
9)
Le piane di marea del Triassico superiore: giganteschi bivalvi e i primi dinosauri
(Formazione di Raibl, Dolomia Principale)
10) I mari profondi e l’apertura degli oceani (Ammonitico Rosso e Marne del
Puez)
Ai 10 pannelli che illustrano le tappe sopraelencate sono da aggiungersi due
pannelli finali sull’orogenesi e sulla morfogenesi delle Dolomiti e due grandi pannelli
introduttivi stratigrafici.
Perchè la visita alla sala geologico-paleontologica possa diventare un
momento piacevole che mira a sviluppare la curiosità, l’interesse e la conoscenza dei
visitatori proponiamo di dedicare la parte centrale ad un sistema audiovisivo con
schermo accompagnato da luci che illuminano, tappa dopo tappa, il percorso
espositivo.
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