THE COUNSELOR Il procuratore
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THE COUNSELOR Il procuratore
FEDERAZIONE ITALIANA DEI CINEFORUM www.cineforumsanbonifacio.it CINEFORUM DI SAN BONIFACIO (VR) THE COUNSELOR Il procuratore Un avvocato pensa di entrare nel giro della droga mettendosi in affari con un conoscente che frequenta individui poco raccomandabili. L'ingresso nel mondo del crimine é ad alto impatto, infatti, il carico di droga in questione vale 20 milioni di dollari; ma se sei nuovo del "mestiere" non é detto che si riesca a gestire al meglio tutta la situazione..... REGIA Ridley Scott SCENEGGIATURA Cormac McCarthy FOTOGRAFIA Pietro Scalia MUSICHE Daniel Pemberton FOTOGRAFIA Dariusz Wolski INTERPRETI Michael Fassbender, Brad Pitt, Cameron Diaz, Penélope Cruz, Javier Bardem, Dean Norris, Natalie Dormer, Rosie Perez, Goran Visnjic, Sam Spruell, Ruben Blades, Bruno Ganz PRODUZIONE Chockstone Pictures, Nick Wechsler Productions DISTRIBUZIONE 20th Century Fox PAESE USA, 2013 DURATA 119’ "II grande match: affidare a Ridley Scott una sceneggiatura originale di Cormac McCarthy è un po' come mettere sul ring De Niro e Stallone. Chi picchierà più forte, chi gonfierà più i muscoli, chi le sparerà più grosse? Lo scrittore fornisce situazioni estreme, dialoghi pensosi e bizzarri, personaggi da horror-western contemporaneo che richiamano immancabilmente il miglior McCarthy visto al cinema, 'Non è un paese per vecchi' dei Coen. Il regista ci mette il movimento, lo spettacolo, lo smalto visivo, ma con tale sacro rispetto del copione (Einaudi) fa generare affettazione e freddezza. Risultato: 'The Counselor' (cioè avvocato, non procuratore) giostra fra i massimi sistemi con la leggerezza di un cavaliere medievale in un torneo. Sullo schermo si muovono un avvocato incauto e rapace (Michael Fassbender) che vorrebbe fare affari 'una tantum' coi narcos messicani per regalare diamanti alla fidanzata (Penelope Cruz, unica innocente in campo, protagonista della bella scena d'amore iniziale). Un suo pittoresco e facoltoso amico intossicato di lusso lussuria e altri stupefacenti come ad esempio la caccia col ghepardo (Javier Bardem, che in 'Non è un paese per vecchi' uccideva e taceva, mentre qui sciorina elucubrazioni ginecologicofilosofiche come un Cioran o un Bataille del New Mexico: ma tutti i cattivi del film parlano molto). Un cowboy-mediatore troppo innamorato delle donne e dei completi bianchi, che sembra saperla lunga ma ha ingenuità da pivello (Brad Pitt naturalmente). Una predatrice con tatuaggi animalier che ha il fisico nervoso e la bocca avida di Cameron Diaz (sua la scena cult che la vede accoppiarsi, proprio così, con una rombante Ferrari). Più un manipolo di efficientissimi boss e manovali del crimine, non sempre visibili, come le loro efferatezze, intenti a minacciare, inseguire, uccidere con spettacolare ma gelido professionismo. Peccato che tanto riflettere sulla natura ferma del genere umano, l'immensa forza del vizio e delle debolezze e altri temi da moralisti classici cuciti addosso a scenari da horror -western, non appassioni mai ma resti un esercizio di stile compiaciuto, scostante. E in definitiva piuttosto scontato." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 16 gennaio 2014) "Eccitante, crudo poliziesco di Ridley Scott: gran ritmo, nonostante qualche chiacchiera di troppo, e tensione adeguata." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 16 gennaio 2014)" Un avvocato insoddisfatto del proprio livello di benessere cerca di insinuarsi nel business della droga, con un investimento che dovrebbe rendergli molto con un minimo margine di rischio. Le cose, ovviamente, non vanno come previsto. Fin dalle prime scene si ha la netta sensazione che “The counselor” sia un thriller solo in apparenza. Mentre un film di questo genere è fortemente basato su un intreccio in grado di stritolare i personaggi in maniera lenta e inesorabile, come un meccanismo a orologeria, in questo caso si avverte l'assenza di un congegno di precisione storica. Sono molto frequenti salti logici, spiegazioni mancanti, incontri e ritrovamenti non consequenziali. Personaggi vuoti si muovono in un universo dominato dal caso in cui l'unico motore è l'attesa inesorabile del nulla. Il protagonista non ha neppure un nome: viene chiamato semplicemente "l'avvocato". La storia è semplice nello svolgimento (un affare di droga andato male) e la vicenda dell'avvocato ricalca alla perfezione l'idea aristotelica di tragedia (un eroe che precipita, ma non per propria colpa). I personaggi non sono molto caratterizzati, e sono legati unicamente a un bisogno primordiale di sopravvivenza. Fin dalle prime battute si ha la netta sensazione che l'aspetto preponderante del film sia dato dalla sceneggiatura di Cormac McCarthy e, ancora di più, dai suoi dialoghi.) Ogni dialogo è strutturato in maniera molto precisa: c'è un predatore e c'è una preda. Il predatore è un personaggio che sembra dotato di una qualche forma di verità superiore sulla natura umana, sull'ambiguità delle scelte morali, quando non addirittura sul senso della vita. L'idea di fondo attinge a piene mani dallo schema della tragedia classica. In questo caso, ad esempio, il ruolo del fato è assegnato al cartello colombiano, un'entità che è impossibile combattere o compiacere. (…) La frase: "Loro sanno che sei stupido, ma non sanno quanto sei stupido". ( Mauro Corso ) I cinici dicono che pare un film di Tony non di Ridley Scott. Un'opera schizzata tra le leggi del thriller (il procuratore che entra senza dilemmi nel traffico di droga) e la scrittura di Cormac McCarthy. Ciascuno dei film ha momenti felici e bizzarri, altri imbarazzanti: sovrana è l'eleganza visiva da stilista non solo di costumi con cast stellare e il grande Fassbender che vive algido una superba scena hot con Cruz tra lenzuola da Magritte." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 16 gennaio 2014) "Michael Fassbender e Brad Pitt, Penelope Cruz e Cameron Diaz, Javier Bardem: con un cast del genere c'era da aspettarsi un film epocale. Tanto più con la direzione di Ridley Scott - regista premiatissimo - e la sceneggiatura del romanziere Cormac McCarthy, impegnato per la prima volta come screenwriter. Invece 'The Counselor' è un petardo bagnato: ha tre o quattro scene sensazionalistiche (...), questo sì; tutto il resto, però, è chiacchiera: puro sentenziare dei vari personaggi (ripresi in interminabili primi piani) intorno alla vita, il destino, le donne, il sesso e quant'altro. Se a Scott, come si sa, piacciono i personaggi femminili forti (vedi 'Thelma e Louise o Ripley), la Malkina di Cameron è una dark lady ai limiti del grottesco. Le altre star fanno del loro meglio: quale sottoutilizzata (Cruz), quale distratta (Pitt). Un vero spreco." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 16 gennaio 2014)