I colori di Giotto ritornano all`antico splendore e

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I colori di Giotto ritornano all`antico splendore e
A cura di
Alessia Varalda
I colori di Giotto ritornano all’antico splendore e vengono
valorizzati in ogni particolare dal nuovo impianto di
illuminazione
resso i Musei Civici
agli Eremitani è stata
presentata la nuova
illuminazione interna del
ciclo pittorico di Giotto,
realizzata
dalle
aziende
Disano e Osram su progetto
di Lorenzo Fellin, membro
della Commissione Interdisciplinare Scientifica della Cap1
pella presieduta da Giuseppe
Basile, progettista e direttore
del restauro della Cappella.
Il nuovo impianto di illuminazione consente oggi di
ammirare appieno il capolavoro di Giotto appena restaurato, grazie ad un intervento non invasivo, che
rispetta e valorizza l'opera
d'arte.
Il progetto ha avuto come
principio fondamentale il
miglioramento della percezione visiva degli affreschi,
fattene salve le caratteristiche
e l'essenza. Infatti l'illuminazione tiene conto dei volumi architettonici originali, ma
cambia il modo di fruire della
visione
del
lavoro.
Il pubblico, che visita la
Cappella muovendosi lungo
una
pedana
tecnologica,
sopraelevata rispetto alla
pavimentazione
originale,
può ammirare i capolavori in
ore diurne e notturne, grazie
ad un illuminamento medio
uniforme e costante, regolato
con sistemi elettronici, senza
abbagliamenti e ingombri
visivi.
L'utilizzo di lampade a
fluorescenza per illuminare le
pareti e di lampade a ioduri
metallici per la volta esalta la
resa cromatica degli affreschi,
in particolare la percezione
del "blu di Giotto", e rende
possibile
la
regolazione
dell'illuminamento ad integrazione della luce solare.
GLI STRUMENTI DELLA
LUCE
Il progetto illuminotecnico,
elaborato dall'ing. Fellin, con
la consulenza del prof.
Soardo, è stato messo a punto
da Disano e Osram, aziende
che producono apparecchi di
illuminazione
e
sorgenti
luminose. Le due aziende si
sono aggiudicate la gara
indetta dal Comune di
Padova per la realizzazione
degli impianti, al termine di
una complessa selezione, che
modello virtuale. In altri
termini, i laboratori Disano
hanno ricostruito in azienda
una sezione della Cappella in
scala reale, che ha permesso
di verificare e modificare, in
modo sperimentale, i risultati
ottenuti.
La
simulazione
dell'illuminazione, sul model-
L'apparecchio GiOtto utilizzato per illuminare l'altare
ha visto un alto numero di
partecipanti.
L'idea di posizionare i corpi
illuminanti lungo il perimetro
della pedana, compensando
ed
integrando
la
luce
naturale, fino all'altezza di
12,40 metri, al di fuori dello
spazio visivo di fruizione
degli affreschi, è risultata
vincente rispetto all'utilizzo
della tradizionale piantana,
invasiva in questo contesto.
L'ipotesi progettuale della
Disano, in collaborazione con
Osram, è stata condotta attraverso strumenti di calcolo
illuminotecnico e programmi
di simulazione ottica su un
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lo reale, è stato uno dei fattori
vincenti nella selezione, poiché ha permesso di verificare
il rispetto dell'illuminamento
medio sulle superfici, richiesto dalle specifiche tecniche di
gara.
L'impianto di illuminazione è
stato messo a punto nell'arco
di circa un mese: una grande
sfida se si pensa alla
complessità del lavoro e alle
problematiche
dell'opera
d'arte, di forte valenza storica,
e un esempio di proficua
collaborazione tra pubblico e
privato.
I PRODOTTI UTILIZZATI E CARATTERISTICHE
I due prototipi
I prototipi permettono una perfetta illuminazione delle superfici affrescate da terra, senza
l'utilizzo di piantane per innalzare le sorgenti luminose.
Questa
soluzione
permette
l'ideale fruizione dell'opera d'arte eliminando ogni ostacolo fra i
visitatori e gli affreschi.
Il prototipo per illuminare la
parete è munito di un gruppo
ottico per lampade fluorescenti
da 58 W ed è stato progettato
con monolampada asimmetrico
ed un bilampada concentrante.
Il prototipo per illuminare la
volta e stato progettato per lampade a scarica doppio attacco da
150 W, ed è realizzato con un’ottica a parabola concentrante.
Apparecchio per la volta : Bario
Corpo/Cornice: In alluminio
pressofuso, con alettature di
raffreddamento.
Riflettore: Diffondente, in alluminio ossidato anodicamente e
brillantato.
Diffusolre: Vetro temperato sp. 5
mm, resistente agli shock termici
e agli urti (prove UNI7142
British standard 3193).
Verniciatura: A polvere poliestere, colore argento sabbiato,
previo trattamento di fosfocromatazione, resistente alla corrosione e alle nebbie saline.
Portalampada: In ceramica e
contatti argentati. Attacco Rx7s.
Cablaggio:
Alimentazione
230V/50 Hz con protezione
termica, cavetto capicordato con
puntali in ottone stagnato,
isolamento in silicone con calza
f.v. sez. 1 mm2. Morsettiera 2P
con massima sezione dei
conduttori ammessa 4 mm2.
Equipaggiamento: Guarnizione
di gomma siliconica. Pressacavo
in nylon f.v. diam. 1/2 pollice
gas. Viterie in acciaio imperdibili. Staffa in acciaio con scala
goniometrica. Con cassetta di
cablaggio a parte in nylon f.v.
Con valvola di ricircolo aria.
Normativa: Prodotti in conformità alle norme EN60598 - CEI
34-21. Hanno grado di protezione secondo le norme EN60529.
Superficie di esposizione al
vento: 900 cmq.
Apparecchio concentrante per le
pareti: Lunar
Corpo: Stampato ad iniezione, in
policarbonato grigio RAL7035,
infrangibile ed autoestinguente
V2, di elevata resistenza meccanica, grazie alla struttura
rinforzata da nervature interne.
Diffusore: Tubo di protezione
antiabbagliamento in policarbonato trasparente, rigato internamente e liscio esternamente,
antipolvere;
infrangibile
ed
autoestinguente V2, stabilizzata
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ai raggi UV, antingiallimento.
Portalampada: A tenuta stagna
in policarbonato bianco e
contatti in bronzo fosforoso.
Attacco G13.
Cablaggio:
Alimentazione
230V/50Hz. Cavetto rigido
sezione 0.50 mm² rivestito con
PVC-HT resistente a 90°C,
secondo le norme Cei 20-20.
Morsettiera 2P, con massima
sezione ammessa dei conduttori 4 mm².
Equipaggiamento: Passacavo di
tenuta stagna in gomma dm.
1/2 pollice gas (cavo min. dm. 9
max dm.12). Gancio a molla: in
acciaio inox, per la sospensione
con catenelle. Guarnizione in
materiale ecologico di poliuretano espanso.
Montaggio: A sospensione, a
plafone o su canale civile.
Normativa: Prodotta in conformità alle vigenti norme EN
60598-1 CEI 34-21, grado di
protezione IP657 secondo le EN
60529. Installabile su superfici
normalmente infiammabili ed
idonea per impianti elettrici a
sicurezza AD-FT (C0ZR-C2EC2NE). Hanno ottenuto la
certificazione di conformità
europea Enec. Resistente alla
prova del filo incandescente
fino a 850°C. In classe doppio
isolamento.
Altri cablaggi: Reattore elettronico e gruppo di emergenza.
Versione in emergenza: In caso
di black out una sola lampada,
collegata al circuito in emergenza rimane accesa (SA),
evitando così disagi dovuti
all'improvvisa mancanza di
illuminazione. L'autonomia è di
60 min. Al ritorno della tensione la batteria si ricarica
automaticamente.
Potenza Lampade: FL1x18;
FL1x36;
FL1x58;
FL2x18;
FL2x36; FL2x58.
Apparecchio asimmetrico per la
parete: Evoluzione
Corpo: In lamiera d'acciaio
stampato con cablaggio posto
lateralmente.
Copertura: In lamiera d'acciaio
stampato.
Ottica: Asimmetrica ad alveoli a
doppia parabolicità, longitudinale e trasversale, in alluminio
satinato anodizzato spessore 2µ
a bassa luminanza 60°.
Verniciatura: Con polvere poliestere colore bianco stabilizzato ai
raggi UV, previo trattamento di
fosfatazione.
Portalampada: In policarbonato
bianco e contatti in bronzo
fosforoso. Attacco G13.
Cablaggio:
Alimentazione
230V/50Hz.
Cavetto
rigido
sezione 0.50 mm² e guaina di
PVC-HT resistente a 90°C
secondo le norme CEI 20-20.
Morsettiera 2P+T in policarbonato, facilita la realizzazione
di file continue, con massima
sezione dei conduttori ammessa
2.5 mm².
Dotazione: Ottica fissata a scatto,
resta agganciata con cordine in
nylon anticaduta. Guanti antimpronta per non danneggiare le
ottiche con le dita durante il
montaggio.
Montaggio: A plafone o a
sospensione, singola o a file
continue con o senza l'ausilio di
accessori.
Normativa: Prodotti in conformità
alle
vigenti
norme
EN60598-1 CEI 34 - 21, sono
protetti con il grado IP207
secondo le EN 60529. Hanno
ottenuto la certificazione di
conformità Europea ENEC.
Installabili su superfici normalmente infiammabili. Su richiesta
copricatodo che permette alle
plafoniere di diventare IP40.
Altri cablaggi: Reattore elettronico e versione in emergenza.
Versione in emergenza: In caso
di ''black-out'' una sola lampada
collegata al circuito in emergenza rimane accesa, evitando
così disagi dovuti all'improvvisa
mancanza di illuminazione.
L'autonomia è di 60 min. Al
ritorno della tensione la batteria
si ricarica automaticamente.
Potenza
lampade:
FL1x36;
FL1x58.
Elettronico dimmerabile: su
richiesta specifica del cliente
Apparecchio per
dell’altare: GiOtto
le
Powerstar Hci-ts, uv-filter
L'elevata efficienza luminosa, il
ridotto sviluppo di calore e
l'ottima resa cromatica fanno
delle lampade Hci le sorgenti
luminose ideali per l'illuminazione generale diretta/indiretta di negozi e vetrine.
I vantaggi dell'elevata efficienza
luminosa comprendono riduzione del numero di punti luce
da installare e dei costi di
esercizio, compresi quelli relative al condizionamento degli
ambienti.
statue
Il sistema studiato da Disano
nasce dall’esigenza di illuminare
l’ambiente espositivo e ogni
spazio dove è necessaria una
luce d’accento. Il design sobrio,
la versatilità e l’orientabilità di
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tutto il sistema e di ogni singolo
apparecchio, la possibilità di
essere installato singolo e
doppio permette l’utilizzazione
in qualsiasi contesto architettonico.
La versione utilizzata nella
Cappella è dotata di basetta
orientabile e inclinabile sul
proprio perno e ideale per essere
installato sia a parete sia a
soffitto.
Corpo: in pressofusione di zama
con archetti e portalampada
orientabili.
Normativa: prodotto in conformità alle norme En 60589-1 Cei
34.21; con grado di protezione
secondo le norme En 60529.
Questa sorgente luminosa è stata
utilizzata per l'illuminazione
della volta.
Halospot 111, riflettore in
alluminio, diametro 11mm, tecnologia a bassa pressione
Il riflettore in alluminio di
Halospot 111 dirige il calore in
avanti; le caratteristiche sono:
? distribuzione uniforme della
luce grazie al riflettore
sfaccettato
? temperatura di colore di
circa 3000 K
? tecnologia a bassa pressione
in conformità alla norma Iec
60598
? vetro uv-filter in conformità
alla norma Iec 60432
? completamente regolabile
Questa sorgente luminosa è stata
utilizzata per l'illuminazione
dell'abside.
Lumilux de luxe Luce diurna e
luce bianchissima attacco G13
La tonalità di luce di Lumilux de
luxe luce diurna è accogliente e
simile a quella della luce
naturale.
Questa sorgente luminosa è stata
utilizzata per l'illuminazione
degli arredi; quella a luce
bianchissima per l'illuminazione
delle pareti.
LINEE GUIDA
Obiettivo del progetto era
ottenere
un’illuminazione
omogenea degli affreschi
sulle pareti e sulla volta della
navata sia durante le ore
diurne sia durante quelle
notturne, tenendo conto del
contributo di luce naturale
apportato dalle finestre. La
luce artificiale necessitava,
quindi, di una regolazione
automatica in funzione della
qualità della luce naturale
disponibile.
Una seconda linea guida
richiedeva la realizzazione di
un progetto illuminotecnica
non invasivo per permettere
al pubblico di fruire degli
affreschi in assenza di
ingombri visivi e abbagliamenti, integrando quanto più
possibile gli apparecchi con le
strutture esistenti.
Il posizionamento dei corpi
illuminanti era fortemente
vincolato dalla pedane tecnica
sopraelevata dal pavimento
originale, destinata sia ad
accogliere il flusso dei
visitatore, sia a nascondere gli
impianti per la climatizzazione.
La necessità di illuminare
uniformemente la volta, ad
un’altezza di 12,40 metri,
rappresentava
uno
degli
aspetti progettuali di maggiore complessità, data la difficoltà da un lato di evitare
punti di abbagliamento e
dall’altro di cercare una
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soluzione compatibile con i
requisiti di alta resa cromatica
e regolazione delle sorgenti
luminose impiegate.
Si è cercato di applicare metodologie di tipo scientifico per
assicurare la “visibilità” degli
affreschi, quali:
? analisi storica e studio
degli effetti della luce
naturale proveniente dalle
finestre;
? caratterizzazione cromatica
degli affreschi attraverso
campagne di misure e
successive analisi;
? individuazione della luce
artificiale più adatta, determinando la composizione
di sorgenti luminose che
meglio l’approssimano;
? scelta
della
soluzione
tecnologica più adatta con
riguardo
ai
problemi
dell’impianto e compatibilità ambientale degli
apparecchi.
L’analisi storica non ha consentito di definire l’uso
dell’illuminazione all’interno
della Cappella; pare probabile
lo sfruttamento di alcune
sottolineature luminose degli
affreschi legate al verificarsi
di particolari allineamenti tra
il sole e la posizione di alcune
finestre.
Ai fini della lettura complessiva degli affreschi, la
luce diurna diretta appare un
elemento di disturbo, per cui
si è preferito fare riferimento
alla condizione base di luce
diffusa con cielo coperto,
puntando invece sull’illuminazione artificiale.
E’stata effettuata una serie di
misurazioni sugli affreschi
intesa a determinare i fattori
di riflessione spettrale delle
superfici affrescate in modo
da
poterle
caratterizzare
fotometricamente e colorimetricamente in vista della loro
illuminazione tramite vari tipi
di sorgenti luminose. Si è,
quindi, proceduto al calcolo
delle grandezze fotometriche
rilevanti, luminanza ed illuminamento, con programmi
di calcolo basato sull’ algoritmo di “ Radiosity”, ed è
stata effettuata una preselezione, per le sorgenti luminose, analizzando le tipologie
presenti sul mercato.
LA SFIDA DELLA LUCE
La sfida rappresentata dall'illuminazione degli affreschi
di Giotto all'interno della
Cap-pella è riconducibile a
tre vincoli progettuali definiti
dalla Commissione Scientifica:
1. Corretta e uniforme percezione dell'opera su tutta
l'estensione delle superfici
interessate
2. Assenza di barriere architettoniche capaci di interferire con la visione
3. Regolazione dell'illuminazione artificiale in funzione
della quantità di luce
naturale disponibile.
Naturalmente, si tratta di
aspetti strettamente illumino-
tecnici che presuppongono in
ogni caso la conformità totale
delle soluzioni agli stringenti
requisiti imposti dalla tutela
di un bene cosÌ prezioso.
L'intuizione di partenza dei
progettisti è stata quella di
non ricorrere all'utilizzo, da
altri ritenuto inevitabile, di
piantane, "intrusive" per definizione. Dal punto di vista
tecnico, uno dei problemi
principali era quello di ottenere un illuminazione omogenea sull'intera parete, fino
ad un'altezza di 12 metri,
senza
creare
punti
di
abbagliamento.
La soluzione doveva inoltre
essere compatibile con i
requisiti di elevata resa
cromatica e regolabilità della
sorgente luminosa impiegata.
I progettisti si sono orientati
sull'impiego
di
corpi
illuminanti dotati di lampade
ad elevata intensità e muniti
di gruppi ottici studiati ad
hoc, posati sul pavimento e
costeggianti
la
pedana
sopraelevata allestita per il
passaggio dei visitatori.
LA SOLUZIONE GIUSTA
Cercando di utilizzare apparecchi illuminanti di serie, a
elevata intensità e muniti di
gruppi ottici studiati ad hoc,
le due ditte hanno lavorato
partendo da un approccio
teorico-scientifico,
basato
sull’utilizzo di programmi di
calcolo e di simulazioni otti6
che applicate a un modello
virtuale tridimensionale.
La scelta delle lampade è
stata motivata dalla necessità
di rispettare precisi requisiti
illuminotecnica, in particolare
quelli cromatici, e dall’esigenza di regolare l’intensità
luminosa per assicurare la
Modello in scala 1:1 di una parete
e porzione della volta sovrastante
corretta percezione degli
affreschi.
E’stata individuata, a seguito
di un’analisi della distribuzione spettrale della luce, una
soluzione che adottava lampade fluorescenti ad alta resa
cromatica, di elevata potenza
(58 Watt), per illuminare gli
affreschi delle pareti, e
lampade ad alogenuri metallici a doppio attacco da 150 a
70 Watt per illuminare la
volta.
In particolare sono stati studiati e sviluppati due differenti apparecchi:
? il primo munito di due
distinti gruppi ottici per
lampade fluorescenti, uno
di tipo monolampada e
ottica asimmetrica e l’altro
di tipo bilampada e ottica
concentrante
? il secondo realizzato con
lampade a scarica a ioduri
metallici e un’ottica a
parabola concentrante.
DAL VIRTUALE AL REALE
Ottenuto un risultato teorico
positivo nella definizione
dell’illuminamento
medio
uniforme si è proceduto
comunque a verificare in
modo empirico i risultati
ottenuti.
Nei laboratori Disano è stato
realizzato un modello in scala
1:1 di una delle pareti e di
una porzione della volta
sovrastante.
La “quinta” in legno è stata
rivestita di tessuto verniciato
di bianco, in modo da
riprodurre le condizioni più
sfavorevoli per l’illuminazione. Il colore bianco infatti
ha un coefficiente di riflessione superiore rispetto al colore e crea maggiori complicazioni nell’eliminazione della
traccia dell’ottica.
Le prove sperimentali hanno
permesso di mettere a punto
gli apparecchi e le ottiche,
eliminando totalmente il
problema dell’abbagliamento,
Le scelte tecnologiche
Se per l'illuminazione degli affreschi al posto delle lampade
fluorescenti fossero utilizzate lampade ad alogeni...
la percezione del famoso blu di
Giotto ne soffrirebbe (lo spettro di
emissione
delle
lampade
ad
incandescenza è ricco nella zona dei
rossi, povero in quella dei blù)
nell'ipotesi di 10 ore di accensione
media giornaliera tutto l'anno, le Distribuzione spettrale di una
lampade
dovrebbero
essere lampada fluorescente
sostituite in media quasi 2 volte
all'anno anzichè una volta ogni 4 anni; la
quantità di energia elettrica consumata in
un anno per generare la stessa quantità di
luce sarebbe di quasi 35.000 kwh, anziché
meno di 7.000 kwh; al maggior consumo di
energia
elettrica
corrisponderebbe
l'emissione di 14 tonnellate in più di CO2
Distribuzione spettrale di una
all'anno; la quantità di energia immessa nel
lampada a incandescenza
microambiente sarebbe più di 4 volte
maggiore.
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ma soprattutto hanno consentito di verificare sul campo i
risultati teorici.
Gli apparecchi sono stati
posizionati lungo il perimetro
esterno della pedana secondo
un interasse di 6 metri, in
grado di garantire il controllo
delle superfici di sovrapposizione dei fasci luminosi.
Attualmente è in funzione un
sistema di regolazione della
luce artificiale di tipo manuale, ma si è prevista per il
futuro la possibilità di adottare un sistema di regolazione
automatica.
L’impianto si avvale di
reattori elettronici dimmerabile collegati a un’unità centrale.
Un dispositivo di regolazione
manuale permette di tarare il
sistema di luce costante
variando il flusso luminoso
delle lampade. Si è scelto, per
il momento, di graduare il
flusso su quattro percentuali
25%, 50%, 75% e 100%, ma la
taratura può essere modificata in qualunque momento
in base alle condizioni di luce
naturale esterna. Occorre sottolineare come l'illuminamento verticale desiderato
sulle pareti sia stato ottenuto
proprio grazie alle ottiche
concentranti, appositamente
sviluppate, che controllano
sia l'ampiezza del fascio
luminoso sia la distribuzione
dell'intensità
del
flusso
luminoso.
Gli
apparecchi
destinati
all'illuminazione delle pareti,
installati a pavimento fuori
dallo spazio visivo di fruizione degli affreschi, sono stati
distribuiti lungo il perimetro
della pedana a intervalli di 5
metri, una distanza ottimale
che assicura la perfetta
gestione delle aree di potenziale sovrapposizione dei
fasci.
LUCE
ARTIFICIALE
NATURALE
E
La regolazione della quantità
di luce artificiale in funzione
della luce naturale nel
rispetto di un livello di
illuminamento prestabilito è
una caratteristica importante
dei moderni sistemi di
illuminazione, in quanto
assicura
elevato
comfort
visivo
e
significative
riduzioni dei consumi di
energia
elettrica.
Nel caso della Cappella il
livello
medio
di
illuminamento richiesto dalla
Commissione è inteso ad
assicurare la fruibilità degli
affreschi
da
parte
del
pubblico nel rispetto dei
vincoli di tutela che, ai fini
della
conservazione,
impongono
bassi
livelli
d'illuminamento
e
delle
energie
in
gioco.
La scelta di sorgenti luminose
in tecnologia fluorescente è
stata
determinata
dalla
necessità
di
regolazione,
realizzata
attraverso
l'impiego di alimentatori
elettronici regolabili
sensori di luminosità.
e
di
LUCE CALDA E FREDDA
Le
sorgenti
luminose
utilizzate per l'illuminazione
degli affreschi sulle pareti
utilizzano
polveri
pentafosforo Osram Lumilux,
De luxe, una tecnologia che
assicura in particolare indici
elevati di resa cromatica.
Anche sulla base delle
indicazioni dell'equipe di
restauratori,
sono
state
miscelate due diverse tonalità
di luce:
? Bianchissima, con temperatura di colore 3800° K,
particolarmente adatta alla
resa cromatica dei blu.
? Tono caldo, con temperatura di colore 3000° K,
molto simile a quella delle
lampade ad incandescenza ad alogeni.
Per le lampade ad alogenuri
metallici Osram Powerstar è
invece stata ulizzata la
tonalità di luce Ndl a 4000° K,
particolarmente adatta alla
resa cromatica del blu, della
volta, così caratteristico di
Giotto.
Inoltre per l’illuminazione
dell’altare sono stati utilizzati
apparecchi
con
lampade
halospot AR111/75 W con 8°
di
apertura
del
fascio
luminoso.
I prodotti di serie sono stati
inseriti i cassonetti antiabbagliamento e per il conseguimento dell’uniformità previ8
sta sono stati utilizzati gruppi
ottici con lampade fluorescenti Luminux ad alta
efficienza
ed
a
scarica
Powerstar.
Il controllo dinamico del
flusso luminoso emesso viene
invece ottenuto grazie alla
regolazione elettronica degli
alimentatori Quicktronic, in
modo da graduare l’intensità
luminosa in funzione dell’apporto di luce solare.
Il corretto posizionamento e
lo sviluppo dei sistemi ottici è
avvenuto grazie ad un
apposito programma di simulazione, che utilizza le curve
fotometriche mediante misurazioni goniofotometriche.
Il programma Dlux di Disano,
basato sul metodo di calcolo
“punto a punto”, ha permesso
di considerare sia la luce
diretta sia quella riflessa dagli
affreschi.
La Cappella degli Scrovegni: colore e luce,
poesia e pathos
Sorge a Padova, scampata miracolosamente al degrado e alla distruzione, una piccola
chiesa romanico-gotica la cui struttura - semplice ed essenziale (un'aula rettangolare
con volta a botte, un'elegante trifora gotica in facciata, alte e strette finestre sulla
parete sud, un'abside poligonale poi sopraelevata per la cella campanaria) - sembra
creata apposta per contenere un complesso ciclo di affreschi.
In questo scrigno rettangolare, sotto la volta a botte trasformata in un azzurro cielo
stellato che sembra sprigionare luce propria, le pareti affrescate da Giotto esprimono
(e creano nel visitatore) stupore ed emozione.
La concezione dello spazio non era, per
Giotto, una semplice intuizione: oltre che
pittore era infatti architetto e possedeva
quelle nozioni di geometria e di
ingegneria che gli furono fondamentali
per la costruzione di questo spazio
scenico dipinto.
Qui l'intuizione di un grande regista ha
saputo organizzare novecento metri
quadrati di superficie affrescata, che
ospitano le scene, i colori, i personaggi e
le invenzioni del grande maestro toscano:
lungo le pareti, le scene della vita di
Maria e di Cristo; sulla controfacciata, il
potente Giudizio Universale - imperniato
sull’intensa figura del Cristo, che divide i
beati dai dannati che precipitano fra le Giotto utilizza il colore anche per
pene infernali - completa il viaggio evidenziare il carattere dei personaggi:
dell’uomo verso la salvazione.
tipico il caso di Giuda con manto giallo,
La figura umana è la vera protagonista tinta del tradimento, e con aureola nera
del ciclo giottesco: i corpi e la posa dei
personaggi sono definiti dagli ampi panneggi e dai colori cangianti delle vesti,
mentre i volti sono delineati non più con tipologie stereotipate (come è stato per
tutto il periodo gotico-bizantino), ma ognuno di essi è caratterizzato da una propria
fisionomia.
Giotto si spinge oltre: la rappresentazione in pittura degli affetti e dei sentimenti è
una delle innovazioni proposte dal maestro in questo ciclo.
Un ulteriore cambiamento riguarda il paesaggio e gli elementi naturali, che assumono
un ruolo attivo nella composizione: non più semplici decorazioni, bensì ingredienti
utilizzati per potenziare la carica emotiva e psicologica dei personaggi o per
evidenziare i protagonisti sulla scena.
Così si può dire che, con gli affreschi della Cappella degli Scrovegni, alla pittura
bizantina succede il grande stile italiano del Rinascimento con la stessa logica che si
ha in letteratura con la Divina Commedia di Dante.
Fulvia Cattaneo
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