I colori di Giotto ritornano all`antico splendore e
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I colori di Giotto ritornano all`antico splendore e
A cura di Alessia Varalda I colori di Giotto ritornano all’antico splendore e vengono valorizzati in ogni particolare dal nuovo impianto di illuminazione resso i Musei Civici agli Eremitani è stata presentata la nuova illuminazione interna del ciclo pittorico di Giotto, realizzata dalle aziende Disano e Osram su progetto di Lorenzo Fellin, membro della Commissione Interdisciplinare Scientifica della Cap1 pella presieduta da Giuseppe Basile, progettista e direttore del restauro della Cappella. Il nuovo impianto di illuminazione consente oggi di ammirare appieno il capolavoro di Giotto appena restaurato, grazie ad un intervento non invasivo, che rispetta e valorizza l'opera d'arte. Il progetto ha avuto come principio fondamentale il miglioramento della percezione visiva degli affreschi, fattene salve le caratteristiche e l'essenza. Infatti l'illuminazione tiene conto dei volumi architettonici originali, ma cambia il modo di fruire della visione del lavoro. Il pubblico, che visita la Cappella muovendosi lungo una pedana tecnologica, sopraelevata rispetto alla pavimentazione originale, può ammirare i capolavori in ore diurne e notturne, grazie ad un illuminamento medio uniforme e costante, regolato con sistemi elettronici, senza abbagliamenti e ingombri visivi. L'utilizzo di lampade a fluorescenza per illuminare le pareti e di lampade a ioduri metallici per la volta esalta la resa cromatica degli affreschi, in particolare la percezione del "blu di Giotto", e rende possibile la regolazione dell'illuminamento ad integrazione della luce solare. GLI STRUMENTI DELLA LUCE Il progetto illuminotecnico, elaborato dall'ing. Fellin, con la consulenza del prof. Soardo, è stato messo a punto da Disano e Osram, aziende che producono apparecchi di illuminazione e sorgenti luminose. Le due aziende si sono aggiudicate la gara indetta dal Comune di Padova per la realizzazione degli impianti, al termine di una complessa selezione, che modello virtuale. In altri termini, i laboratori Disano hanno ricostruito in azienda una sezione della Cappella in scala reale, che ha permesso di verificare e modificare, in modo sperimentale, i risultati ottenuti. La simulazione dell'illuminazione, sul model- L'apparecchio GiOtto utilizzato per illuminare l'altare ha visto un alto numero di partecipanti. L'idea di posizionare i corpi illuminanti lungo il perimetro della pedana, compensando ed integrando la luce naturale, fino all'altezza di 12,40 metri, al di fuori dello spazio visivo di fruizione degli affreschi, è risultata vincente rispetto all'utilizzo della tradizionale piantana, invasiva in questo contesto. L'ipotesi progettuale della Disano, in collaborazione con Osram, è stata condotta attraverso strumenti di calcolo illuminotecnico e programmi di simulazione ottica su un 2 lo reale, è stato uno dei fattori vincenti nella selezione, poiché ha permesso di verificare il rispetto dell'illuminamento medio sulle superfici, richiesto dalle specifiche tecniche di gara. L'impianto di illuminazione è stato messo a punto nell'arco di circa un mese: una grande sfida se si pensa alla complessità del lavoro e alle problematiche dell'opera d'arte, di forte valenza storica, e un esempio di proficua collaborazione tra pubblico e privato. I PRODOTTI UTILIZZATI E CARATTERISTICHE I due prototipi I prototipi permettono una perfetta illuminazione delle superfici affrescate da terra, senza l'utilizzo di piantane per innalzare le sorgenti luminose. Questa soluzione permette l'ideale fruizione dell'opera d'arte eliminando ogni ostacolo fra i visitatori e gli affreschi. Il prototipo per illuminare la parete è munito di un gruppo ottico per lampade fluorescenti da 58 W ed è stato progettato con monolampada asimmetrico ed un bilampada concentrante. Il prototipo per illuminare la volta e stato progettato per lampade a scarica doppio attacco da 150 W, ed è realizzato con un’ottica a parabola concentrante. Apparecchio per la volta : Bario Corpo/Cornice: In alluminio pressofuso, con alettature di raffreddamento. Riflettore: Diffondente, in alluminio ossidato anodicamente e brillantato. Diffusolre: Vetro temperato sp. 5 mm, resistente agli shock termici e agli urti (prove UNI7142 British standard 3193). Verniciatura: A polvere poliestere, colore argento sabbiato, previo trattamento di fosfocromatazione, resistente alla corrosione e alle nebbie saline. Portalampada: In ceramica e contatti argentati. Attacco Rx7s. Cablaggio: Alimentazione 230V/50 Hz con protezione termica, cavetto capicordato con puntali in ottone stagnato, isolamento in silicone con calza f.v. sez. 1 mm2. Morsettiera 2P con massima sezione dei conduttori ammessa 4 mm2. Equipaggiamento: Guarnizione di gomma siliconica. Pressacavo in nylon f.v. diam. 1/2 pollice gas. Viterie in acciaio imperdibili. Staffa in acciaio con scala goniometrica. Con cassetta di cablaggio a parte in nylon f.v. Con valvola di ricircolo aria. Normativa: Prodotti in conformità alle norme EN60598 - CEI 34-21. Hanno grado di protezione secondo le norme EN60529. Superficie di esposizione al vento: 900 cmq. Apparecchio concentrante per le pareti: Lunar Corpo: Stampato ad iniezione, in policarbonato grigio RAL7035, infrangibile ed autoestinguente V2, di elevata resistenza meccanica, grazie alla struttura rinforzata da nervature interne. Diffusore: Tubo di protezione antiabbagliamento in policarbonato trasparente, rigato internamente e liscio esternamente, antipolvere; infrangibile ed autoestinguente V2, stabilizzata 3 ai raggi UV, antingiallimento. Portalampada: A tenuta stagna in policarbonato bianco e contatti in bronzo fosforoso. Attacco G13. Cablaggio: Alimentazione 230V/50Hz. Cavetto rigido sezione 0.50 mm² rivestito con PVC-HT resistente a 90°C, secondo le norme Cei 20-20. Morsettiera 2P, con massima sezione ammessa dei conduttori 4 mm². Equipaggiamento: Passacavo di tenuta stagna in gomma dm. 1/2 pollice gas (cavo min. dm. 9 max dm.12). Gancio a molla: in acciaio inox, per la sospensione con catenelle. Guarnizione in materiale ecologico di poliuretano espanso. Montaggio: A sospensione, a plafone o su canale civile. Normativa: Prodotta in conformità alle vigenti norme EN 60598-1 CEI 34-21, grado di protezione IP657 secondo le EN 60529. Installabile su superfici normalmente infiammabili ed idonea per impianti elettrici a sicurezza AD-FT (C0ZR-C2EC2NE). Hanno ottenuto la certificazione di conformità europea Enec. Resistente alla prova del filo incandescente fino a 850°C. In classe doppio isolamento. Altri cablaggi: Reattore elettronico e gruppo di emergenza. Versione in emergenza: In caso di black out una sola lampada, collegata al circuito in emergenza rimane accesa (SA), evitando così disagi dovuti all'improvvisa mancanza di illuminazione. L'autonomia è di 60 min. Al ritorno della tensione la batteria si ricarica automaticamente. Potenza Lampade: FL1x18; FL1x36; FL1x58; FL2x18; FL2x36; FL2x58. Apparecchio asimmetrico per la parete: Evoluzione Corpo: In lamiera d'acciaio stampato con cablaggio posto lateralmente. Copertura: In lamiera d'acciaio stampato. Ottica: Asimmetrica ad alveoli a doppia parabolicità, longitudinale e trasversale, in alluminio satinato anodizzato spessore 2µ a bassa luminanza 60°. Verniciatura: Con polvere poliestere colore bianco stabilizzato ai raggi UV, previo trattamento di fosfatazione. Portalampada: In policarbonato bianco e contatti in bronzo fosforoso. Attacco G13. Cablaggio: Alimentazione 230V/50Hz. Cavetto rigido sezione 0.50 mm² e guaina di PVC-HT resistente a 90°C secondo le norme CEI 20-20. Morsettiera 2P+T in policarbonato, facilita la realizzazione di file continue, con massima sezione dei conduttori ammessa 2.5 mm². Dotazione: Ottica fissata a scatto, resta agganciata con cordine in nylon anticaduta. Guanti antimpronta per non danneggiare le ottiche con le dita durante il montaggio. Montaggio: A plafone o a sospensione, singola o a file continue con o senza l'ausilio di accessori. Normativa: Prodotti in conformità alle vigenti norme EN60598-1 CEI 34 - 21, sono protetti con il grado IP207 secondo le EN 60529. Hanno ottenuto la certificazione di conformità Europea ENEC. Installabili su superfici normalmente infiammabili. Su richiesta copricatodo che permette alle plafoniere di diventare IP40. Altri cablaggi: Reattore elettronico e versione in emergenza. Versione in emergenza: In caso di ''black-out'' una sola lampada collegata al circuito in emergenza rimane accesa, evitando così disagi dovuti all'improvvisa mancanza di illuminazione. L'autonomia è di 60 min. Al ritorno della tensione la batteria si ricarica automaticamente. Potenza lampade: FL1x36; FL1x58. Elettronico dimmerabile: su richiesta specifica del cliente Apparecchio per dell’altare: GiOtto le Powerstar Hci-ts, uv-filter L'elevata efficienza luminosa, il ridotto sviluppo di calore e l'ottima resa cromatica fanno delle lampade Hci le sorgenti luminose ideali per l'illuminazione generale diretta/indiretta di negozi e vetrine. I vantaggi dell'elevata efficienza luminosa comprendono riduzione del numero di punti luce da installare e dei costi di esercizio, compresi quelli relative al condizionamento degli ambienti. statue Il sistema studiato da Disano nasce dall’esigenza di illuminare l’ambiente espositivo e ogni spazio dove è necessaria una luce d’accento. Il design sobrio, la versatilità e l’orientabilità di 4 tutto il sistema e di ogni singolo apparecchio, la possibilità di essere installato singolo e doppio permette l’utilizzazione in qualsiasi contesto architettonico. La versione utilizzata nella Cappella è dotata di basetta orientabile e inclinabile sul proprio perno e ideale per essere installato sia a parete sia a soffitto. Corpo: in pressofusione di zama con archetti e portalampada orientabili. Normativa: prodotto in conformità alle norme En 60589-1 Cei 34.21; con grado di protezione secondo le norme En 60529. Questa sorgente luminosa è stata utilizzata per l'illuminazione della volta. Halospot 111, riflettore in alluminio, diametro 11mm, tecnologia a bassa pressione Il riflettore in alluminio di Halospot 111 dirige il calore in avanti; le caratteristiche sono: ? distribuzione uniforme della luce grazie al riflettore sfaccettato ? temperatura di colore di circa 3000 K ? tecnologia a bassa pressione in conformità alla norma Iec 60598 ? vetro uv-filter in conformità alla norma Iec 60432 ? completamente regolabile Questa sorgente luminosa è stata utilizzata per l'illuminazione dell'abside. Lumilux de luxe Luce diurna e luce bianchissima attacco G13 La tonalità di luce di Lumilux de luxe luce diurna è accogliente e simile a quella della luce naturale. Questa sorgente luminosa è stata utilizzata per l'illuminazione degli arredi; quella a luce bianchissima per l'illuminazione delle pareti. LINEE GUIDA Obiettivo del progetto era ottenere un’illuminazione omogenea degli affreschi sulle pareti e sulla volta della navata sia durante le ore diurne sia durante quelle notturne, tenendo conto del contributo di luce naturale apportato dalle finestre. La luce artificiale necessitava, quindi, di una regolazione automatica in funzione della qualità della luce naturale disponibile. Una seconda linea guida richiedeva la realizzazione di un progetto illuminotecnica non invasivo per permettere al pubblico di fruire degli affreschi in assenza di ingombri visivi e abbagliamenti, integrando quanto più possibile gli apparecchi con le strutture esistenti. Il posizionamento dei corpi illuminanti era fortemente vincolato dalla pedane tecnica sopraelevata dal pavimento originale, destinata sia ad accogliere il flusso dei visitatore, sia a nascondere gli impianti per la climatizzazione. La necessità di illuminare uniformemente la volta, ad un’altezza di 12,40 metri, rappresentava uno degli aspetti progettuali di maggiore complessità, data la difficoltà da un lato di evitare punti di abbagliamento e dall’altro di cercare una 5 soluzione compatibile con i requisiti di alta resa cromatica e regolazione delle sorgenti luminose impiegate. Si è cercato di applicare metodologie di tipo scientifico per assicurare la “visibilità” degli affreschi, quali: ? analisi storica e studio degli effetti della luce naturale proveniente dalle finestre; ? caratterizzazione cromatica degli affreschi attraverso campagne di misure e successive analisi; ? individuazione della luce artificiale più adatta, determinando la composizione di sorgenti luminose che meglio l’approssimano; ? scelta della soluzione tecnologica più adatta con riguardo ai problemi dell’impianto e compatibilità ambientale degli apparecchi. L’analisi storica non ha consentito di definire l’uso dell’illuminazione all’interno della Cappella; pare probabile lo sfruttamento di alcune sottolineature luminose degli affreschi legate al verificarsi di particolari allineamenti tra il sole e la posizione di alcune finestre. Ai fini della lettura complessiva degli affreschi, la luce diurna diretta appare un elemento di disturbo, per cui si è preferito fare riferimento alla condizione base di luce diffusa con cielo coperto, puntando invece sull’illuminazione artificiale. E’stata effettuata una serie di misurazioni sugli affreschi intesa a determinare i fattori di riflessione spettrale delle superfici affrescate in modo da poterle caratterizzare fotometricamente e colorimetricamente in vista della loro illuminazione tramite vari tipi di sorgenti luminose. Si è, quindi, proceduto al calcolo delle grandezze fotometriche rilevanti, luminanza ed illuminamento, con programmi di calcolo basato sull’ algoritmo di “ Radiosity”, ed è stata effettuata una preselezione, per le sorgenti luminose, analizzando le tipologie presenti sul mercato. LA SFIDA DELLA LUCE La sfida rappresentata dall'illuminazione degli affreschi di Giotto all'interno della Cap-pella è riconducibile a tre vincoli progettuali definiti dalla Commissione Scientifica: 1. Corretta e uniforme percezione dell'opera su tutta l'estensione delle superfici interessate 2. Assenza di barriere architettoniche capaci di interferire con la visione 3. Regolazione dell'illuminazione artificiale in funzione della quantità di luce naturale disponibile. Naturalmente, si tratta di aspetti strettamente illumino- tecnici che presuppongono in ogni caso la conformità totale delle soluzioni agli stringenti requisiti imposti dalla tutela di un bene cosÌ prezioso. L'intuizione di partenza dei progettisti è stata quella di non ricorrere all'utilizzo, da altri ritenuto inevitabile, di piantane, "intrusive" per definizione. Dal punto di vista tecnico, uno dei problemi principali era quello di ottenere un illuminazione omogenea sull'intera parete, fino ad un'altezza di 12 metri, senza creare punti di abbagliamento. La soluzione doveva inoltre essere compatibile con i requisiti di elevata resa cromatica e regolabilità della sorgente luminosa impiegata. I progettisti si sono orientati sull'impiego di corpi illuminanti dotati di lampade ad elevata intensità e muniti di gruppi ottici studiati ad hoc, posati sul pavimento e costeggianti la pedana sopraelevata allestita per il passaggio dei visitatori. LA SOLUZIONE GIUSTA Cercando di utilizzare apparecchi illuminanti di serie, a elevata intensità e muniti di gruppi ottici studiati ad hoc, le due ditte hanno lavorato partendo da un approccio teorico-scientifico, basato sull’utilizzo di programmi di calcolo e di simulazioni otti6 che applicate a un modello virtuale tridimensionale. La scelta delle lampade è stata motivata dalla necessità di rispettare precisi requisiti illuminotecnica, in particolare quelli cromatici, e dall’esigenza di regolare l’intensità luminosa per assicurare la Modello in scala 1:1 di una parete e porzione della volta sovrastante corretta percezione degli affreschi. E’stata individuata, a seguito di un’analisi della distribuzione spettrale della luce, una soluzione che adottava lampade fluorescenti ad alta resa cromatica, di elevata potenza (58 Watt), per illuminare gli affreschi delle pareti, e lampade ad alogenuri metallici a doppio attacco da 150 a 70 Watt per illuminare la volta. In particolare sono stati studiati e sviluppati due differenti apparecchi: ? il primo munito di due distinti gruppi ottici per lampade fluorescenti, uno di tipo monolampada e ottica asimmetrica e l’altro di tipo bilampada e ottica concentrante ? il secondo realizzato con lampade a scarica a ioduri metallici e un’ottica a parabola concentrante. DAL VIRTUALE AL REALE Ottenuto un risultato teorico positivo nella definizione dell’illuminamento medio uniforme si è proceduto comunque a verificare in modo empirico i risultati ottenuti. Nei laboratori Disano è stato realizzato un modello in scala 1:1 di una delle pareti e di una porzione della volta sovrastante. La “quinta” in legno è stata rivestita di tessuto verniciato di bianco, in modo da riprodurre le condizioni più sfavorevoli per l’illuminazione. Il colore bianco infatti ha un coefficiente di riflessione superiore rispetto al colore e crea maggiori complicazioni nell’eliminazione della traccia dell’ottica. Le prove sperimentali hanno permesso di mettere a punto gli apparecchi e le ottiche, eliminando totalmente il problema dell’abbagliamento, Le scelte tecnologiche Se per l'illuminazione degli affreschi al posto delle lampade fluorescenti fossero utilizzate lampade ad alogeni... la percezione del famoso blu di Giotto ne soffrirebbe (lo spettro di emissione delle lampade ad incandescenza è ricco nella zona dei rossi, povero in quella dei blù) nell'ipotesi di 10 ore di accensione media giornaliera tutto l'anno, le Distribuzione spettrale di una lampade dovrebbero essere lampada fluorescente sostituite in media quasi 2 volte all'anno anzichè una volta ogni 4 anni; la quantità di energia elettrica consumata in un anno per generare la stessa quantità di luce sarebbe di quasi 35.000 kwh, anziché meno di 7.000 kwh; al maggior consumo di energia elettrica corrisponderebbe l'emissione di 14 tonnellate in più di CO2 Distribuzione spettrale di una all'anno; la quantità di energia immessa nel lampada a incandescenza microambiente sarebbe più di 4 volte maggiore. 7 ma soprattutto hanno consentito di verificare sul campo i risultati teorici. Gli apparecchi sono stati posizionati lungo il perimetro esterno della pedana secondo un interasse di 6 metri, in grado di garantire il controllo delle superfici di sovrapposizione dei fasci luminosi. Attualmente è in funzione un sistema di regolazione della luce artificiale di tipo manuale, ma si è prevista per il futuro la possibilità di adottare un sistema di regolazione automatica. L’impianto si avvale di reattori elettronici dimmerabile collegati a un’unità centrale. Un dispositivo di regolazione manuale permette di tarare il sistema di luce costante variando il flusso luminoso delle lampade. Si è scelto, per il momento, di graduare il flusso su quattro percentuali 25%, 50%, 75% e 100%, ma la taratura può essere modificata in qualunque momento in base alle condizioni di luce naturale esterna. Occorre sottolineare come l'illuminamento verticale desiderato sulle pareti sia stato ottenuto proprio grazie alle ottiche concentranti, appositamente sviluppate, che controllano sia l'ampiezza del fascio luminoso sia la distribuzione dell'intensità del flusso luminoso. Gli apparecchi destinati all'illuminazione delle pareti, installati a pavimento fuori dallo spazio visivo di fruizione degli affreschi, sono stati distribuiti lungo il perimetro della pedana a intervalli di 5 metri, una distanza ottimale che assicura la perfetta gestione delle aree di potenziale sovrapposizione dei fasci. LUCE ARTIFICIALE NATURALE E La regolazione della quantità di luce artificiale in funzione della luce naturale nel rispetto di un livello di illuminamento prestabilito è una caratteristica importante dei moderni sistemi di illuminazione, in quanto assicura elevato comfort visivo e significative riduzioni dei consumi di energia elettrica. Nel caso della Cappella il livello medio di illuminamento richiesto dalla Commissione è inteso ad assicurare la fruibilità degli affreschi da parte del pubblico nel rispetto dei vincoli di tutela che, ai fini della conservazione, impongono bassi livelli d'illuminamento e delle energie in gioco. La scelta di sorgenti luminose in tecnologia fluorescente è stata determinata dalla necessità di regolazione, realizzata attraverso l'impiego di alimentatori elettronici regolabili sensori di luminosità. e di LUCE CALDA E FREDDA Le sorgenti luminose utilizzate per l'illuminazione degli affreschi sulle pareti utilizzano polveri pentafosforo Osram Lumilux, De luxe, una tecnologia che assicura in particolare indici elevati di resa cromatica. Anche sulla base delle indicazioni dell'equipe di restauratori, sono state miscelate due diverse tonalità di luce: ? Bianchissima, con temperatura di colore 3800° K, particolarmente adatta alla resa cromatica dei blu. ? Tono caldo, con temperatura di colore 3000° K, molto simile a quella delle lampade ad incandescenza ad alogeni. Per le lampade ad alogenuri metallici Osram Powerstar è invece stata ulizzata la tonalità di luce Ndl a 4000° K, particolarmente adatta alla resa cromatica del blu, della volta, così caratteristico di Giotto. Inoltre per l’illuminazione dell’altare sono stati utilizzati apparecchi con lampade halospot AR111/75 W con 8° di apertura del fascio luminoso. I prodotti di serie sono stati inseriti i cassonetti antiabbagliamento e per il conseguimento dell’uniformità previ8 sta sono stati utilizzati gruppi ottici con lampade fluorescenti Luminux ad alta efficienza ed a scarica Powerstar. Il controllo dinamico del flusso luminoso emesso viene invece ottenuto grazie alla regolazione elettronica degli alimentatori Quicktronic, in modo da graduare l’intensità luminosa in funzione dell’apporto di luce solare. Il corretto posizionamento e lo sviluppo dei sistemi ottici è avvenuto grazie ad un apposito programma di simulazione, che utilizza le curve fotometriche mediante misurazioni goniofotometriche. Il programma Dlux di Disano, basato sul metodo di calcolo “punto a punto”, ha permesso di considerare sia la luce diretta sia quella riflessa dagli affreschi. La Cappella degli Scrovegni: colore e luce, poesia e pathos Sorge a Padova, scampata miracolosamente al degrado e alla distruzione, una piccola chiesa romanico-gotica la cui struttura - semplice ed essenziale (un'aula rettangolare con volta a botte, un'elegante trifora gotica in facciata, alte e strette finestre sulla parete sud, un'abside poligonale poi sopraelevata per la cella campanaria) - sembra creata apposta per contenere un complesso ciclo di affreschi. In questo scrigno rettangolare, sotto la volta a botte trasformata in un azzurro cielo stellato che sembra sprigionare luce propria, le pareti affrescate da Giotto esprimono (e creano nel visitatore) stupore ed emozione. La concezione dello spazio non era, per Giotto, una semplice intuizione: oltre che pittore era infatti architetto e possedeva quelle nozioni di geometria e di ingegneria che gli furono fondamentali per la costruzione di questo spazio scenico dipinto. Qui l'intuizione di un grande regista ha saputo organizzare novecento metri quadrati di superficie affrescata, che ospitano le scene, i colori, i personaggi e le invenzioni del grande maestro toscano: lungo le pareti, le scene della vita di Maria e di Cristo; sulla controfacciata, il potente Giudizio Universale - imperniato sull’intensa figura del Cristo, che divide i beati dai dannati che precipitano fra le Giotto utilizza il colore anche per pene infernali - completa il viaggio evidenziare il carattere dei personaggi: dell’uomo verso la salvazione. tipico il caso di Giuda con manto giallo, La figura umana è la vera protagonista tinta del tradimento, e con aureola nera del ciclo giottesco: i corpi e la posa dei personaggi sono definiti dagli ampi panneggi e dai colori cangianti delle vesti, mentre i volti sono delineati non più con tipologie stereotipate (come è stato per tutto il periodo gotico-bizantino), ma ognuno di essi è caratterizzato da una propria fisionomia. Giotto si spinge oltre: la rappresentazione in pittura degli affetti e dei sentimenti è una delle innovazioni proposte dal maestro in questo ciclo. Un ulteriore cambiamento riguarda il paesaggio e gli elementi naturali, che assumono un ruolo attivo nella composizione: non più semplici decorazioni, bensì ingredienti utilizzati per potenziare la carica emotiva e psicologica dei personaggi o per evidenziare i protagonisti sulla scena. Così si può dire che, con gli affreschi della Cappella degli Scrovegni, alla pittura bizantina succede il grande stile italiano del Rinascimento con la stessa logica che si ha in letteratura con la Divina Commedia di Dante. Fulvia Cattaneo 9