Prot - Policlinico S.Orsola

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Prot - Policlinico S.Orsola
MICRO
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U.O. di Microbiologia, Policlinico S.Orsola-Malpighi, Università di Bologna
Direttore: Prof. Maria Paola Landini
Vol. 9. N. 7, Luglio 2016, a cura di Simona Venturoli e MariaPaola Landini
Diagnosi di infezione da HPV: oltre lo Screening per il cervicocarcinoma
I papillomavirus umano (HPV) sono i principali virus coinvolti nella trasformazione neoplastica in diversi distretti
anatomici. Da tempo è noto che l’infezione da genotipi ad alto rischio (HR) oncogeno è la causa necessaria ma non
sufficiente del cancro della cervice uterina. Tuttavia la potenzialità
trasformante di HPV si può esprimere anche in altri distretti quali
vulva, vagina, ano, pene e orofaringe. E’, quindi, evidente l’enorme
impatto socio-sanitario di HPV in termini di patologie benigne
Incidenza delle patologie da HPV in
(condilomi, papillomi), di lesioni preneoplastiche e neoplasie.
Europa
L’introduzione in Italia della ricerca del genoma virale quale test
primario nei Programmi di Screening del carcinoma della cervice
uterina, a partire dai 30 anni, rappresenta un cambiamento radicale
dell’algoritmo di screening, introducendo il nuovo concetto della
“stratificazione del rischio”. Proprio perché la ricerca dell’ HR-HPV
DNA (senza identificare il genotipo) definisce solo un “rischio” di
sviluppo di lesione, è importante impiegare altri metodi diagnostici
per aumentare il valore predittivo positivo. Attualmente nei protocolli
di screening il “triage” delle donne HPV-positive è affidato alla
citologia. I metodi di genotipizzazione virale, come indicatore
biologico di malattia persistente, sembrano invece essere
particolarmente adatti per un ruolo predittivo di persistenza/recidiva
di malattia nel follow-up delle pazienti trattate (conizzazione). Dati
recenti di letteratura dimostrano come la persistenza, a 6 mesi dalla conizzazione, dello stesso genotipo virale, e in
particolar modo di HPV 16 o 18, abbia un impatto significativo sul tasso di recidiva, richiedendo così un più attento
follow-up.
Recentemente ci si interroga anche sul ruolo dell’infezione da HPV nel maschio e le ricadute in termini di infezione,
neoplasie e sterilità oltre che sull’opportunità di progettare protocolli di screening “ad hoc” per categorie a rischio, quali i
soggetti HIV-sieropositivi.
Per quanto riguarda i tumori della regione testa collo, e in particolare dell’orofaringe, le linee guida internazionali per la
diagnosi (http://www.nccn.org) suggeriscono l’esecuzione dell’ HR-HPV test nel percorso diagnostico, in quanto per i
pazienti con neoplasie HPV-positive è stata osservata una migliore prognosi rispetto ai pazienti con tumori HPV-negativi.
Inoltre la migliore risposta a chemio e radioterapia suggerisce una possibile de-intensificazione dei regimi chemioradioterapici di questi pazienti.
Nel Policlinico S.Orsola sono stati progressivamente attivati nuovi percorsi d’indagine riguardanti: 1) la determinazione
dell’HPV a livello anale in pazienti omosessuali maschi HIV-sieropositivi (screening tumore anale) e, 2) la
determinazione di HR-HPV nei tumori della regione testa-collo, principalmente orofaringei.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------La U.O. di Microbiologia effettua diagnosi di infezione da HPV su prelievi da cervice uterina, vulva, vagina, ano, pene,
testa-collo e cute. Inoltre vengono utilizzati diversi HPV-test per il follow-up di pazienti trattate per CIN2/3 o
adenocarcinoma “in situ”, nell’ambito di un algoritmo gestionale basato sulla stratificazione del rischio (follow-up
individualizzato). Per ogni chiarimento in merito si faccia riferimento al Settore di Virologia – Tel. 051/2144645 (dr.
Simona Venturoli).