Valtènesi Doc, la nuova annata sul mercato,Il Soave e la

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Valtènesi Doc, la nuova annata sul mercato,Il Soave e la
Nuovo astuccio termico per
Jacquart Rosé
La Maison francese dello Champagne vuole ripetere il successo
ottenuto lo scorso anno col Brut Mosaïque. Realizzato su fondo
completamente bianco, con piccole gemme dalle sfumature
pastello e una prevalenza delle tonalità rosate.
Dopo il grande successo ottenuto lo scorso anno dall’astuccio
termico dedicato al suo Brut Mosaïque, lo Champagne Jacquart
presenta nel 2013 il nuovissimo astuccio per la bottiglia del
Rosé.
“Uno strumento promozionale innovativo, e di grande
per lanciare le vendite di fine anno di Jacquart,
segmento particolarissimo e di forte tendenza che
bollicine champenois rosé” ha commentato Patrick
Direttore Export della Maison.
fascino,
in quel
sono le
Spanti,
I colori della precedente confezione (il bruno terra d’ombra e
il verde chiaro) sono stati sostituiti in questo caso da un
fondo completamente bianco, su cui campeggiano delle piccole
gemme dalle sfumature pastello, con una prevalenza complessiva
delle tonalità rosate.
Stabilitasi da alcuni anni nello sfarzoso Palazzo di Brimont,
in centro a Reims, Jacquart è entrata nella cerchia delle più
grandi e prestigiose Case di Champagne. Lo stile Jacquart,
caratterizzato da vivacità e immediatezza, privilegia una
vinificazione brillante e gradevolissima, e un invecchiamento
che va ben oltre le esigenze della denominazione.
Arriva il tappo a vite per il
Soave Docg
Approvata la chiusura che piace all’estero. A stabilirlo il
decreto legge del 16 settembre 2013, pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale, relativo alle modifiche in materia di chiusura per
i vini Docg.
Il tappo a vite adesso utilizzabile anche per il Soave
Superiore Docg. A stabilirlo il decreto legge del 16 settembre
2013, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, relativo alle
modifiche in materia di chiusura per i vini Docg.
Immediati gli apprezzamenti provenienti da oltre confine, dove
questo tipo di chiusura è particolarmente diffuso e ricercato.
“La chiusura a vite – ha sottolineato Rosemary George, master
of wine e giornalista inglese –
era associata a vini
economici, ma ora non più. I neozelandesi hanno segnato la
strada per una percezione più seria dei vini con quella
chiusura. E per un vino come il Soave può essere una
opportunità prenderne l’immagine più moderna, anche in mercati
dove è già ampiamente conosciuto”.
Le fa eco il mater of wine David Gleave, direttore di Liberty
Wines, tra i principali importatori di vino nel Regno Unito,
soddisfatto perché “il Consorzio del Soave ha riconosciuto
come i consumatori dei mercati esteri stiano richiedendo
chiusure alternative, per evitare il rischio di acquistare
vini che presentano difetti di tappo”. Soddisfatto il
Consorzio del Soave che da anni è impegnato nella battaglia
per l’introduzione di questa modifica.
“Sui mercati del Nord Europa, ma sempre più spesso anche in
Usa e Giappone – ha spiegato Aldo Lorenzoni, direttore del
Consorzio del Soave – i consumatori richiedono che le
bottiglie di vino siano chiuse con tappi a vite di nuova
generazione oppure con capsule di vetro in ceramica. Non
potevamo quindi non considerare i desiderata dei mercati
esteri dove esportiamo oltre l’80 per cento della nostra
produzione”.
L’Incanto
Dopo l’ennesima zuffa con i fratellini, Giuseppe si ritrova
sulla fronte il taglio di uno zoccolo volante, mamma Clotilde
esausta decide di punire i tre scatenati, per cui Giuseppe
all’età di 12 anni dopo la scuola inizia ad aiutare in cucina
presso un ristorante della Costiera Amalfitana, mentre gli
altri due vengono impegnati separatamente in altre
occupazioni.
Piccolo d’età e di mole inizia il suo percorso culinario che
lo affiancherà sempre anche durante i suoi studi per la laurea
in Ingegneria Biomedica. Studioso e al tempo stesso molto
bravo in cucina, si è trovato poi di fronte ad una scelta
lavorativa, mettere a frutto la laurea andando all’estero o
rilevare un ristorante nel suo paese a Furore e dedicarsi
professionalmente alla cucina, sua grande passione, con il
supporto dei genitori e la collaborazione dei suoi fratelli
Carmine e Nicola.
“L’Incanto” è la risposta ad ogni dubbio, oggi Giuseppe è lo
“chef dottore”, Carmine con la sua simpatia e attenta
professionalità si occupa del servizio in sala, Nicola della
direzione, mamma e papà Castellano, come quando i figli erano
piccoli, continuano a sostenerli e ad indirizzarli con i loro
consigli.
Il posto è incantevole, perciò il nome che hanno scelto, la
vista dalla sala è sul mare della costiera, dalla piccola
terrazza l’infinito abbraccia il verde della roccia a volte
arcigna, a volte generosa di vegetazione che va a tuffarsi nel
fiordo. I piatti sono accarezzati dalla magia del luogo, una
cucina che appena rivisita le ricette territoriali, seguendo i
gusti mediterranei e accondiscendendo alle stagioni per la
reperibilità delle verdure e del pesce.
Le paste sono fatte a mano e lo “chef dottore” tiene a
preparare personalmente ogni tipo di dolce, in questa stagione
le castagne abbrustolite, che Carmine raccoglie nei boschi
agerolesi, sono servite a conclusione del pasto trattenendo a
tavola in una piacevole convivialità finendo il calice di
vino.
Angela Merolla
L’Incanto Ristorante
Via nespoli 5 – Furore (Salerno)
Cell.334 33 79 558
Il Moera non è leggenda
Una cucina per palati raffinati che conduce ad un percorso di
benessere tra una portata e l’altra, tra un delizioso boccone
accompagnato dal giusto calice di vino, a sottolineare
l’essenza del piacere della buona tavola, questo è quanto lo
chef Francesco Fusco e la moglie Diana propongono alla loro
locanda Il Moera ad Avella provincia di Avellino.
Sotto il cappello da chef e la sua continua ricerca del piatto
perfetto equilibrato alla vista e al palato, si cela un
temerario amante del motocross con anni di guida adrenalinica.
Due passioni molto diverse, due facce della stessa medaglia,
la prima per la cucina a cui è rivolta la quotidiana
dedizione, dove sperimenta nuove combinazioni di sapori
rielaborando i piatti più tradizionali e trova ispirazione per
nuove ricette nel silenzio dei boschi quando va per funghi e
tartufi, la seconda sicuramente gli regala brividi che non
offrono i fornelli.
A il Moera la cucina è tipicizzata al territorio, attinge da
ricette antiche rivisitate in chiave moderna e delinea nuovi
interessanti profili, gli elementi base sono senza alcun
dubbio di qualità, pane, pasta, dolci preparati personalmente
dallo chef, olio etra-vergine d’oliva, verdure rigorosamente
di stagione, elementi indispensabili per una buona cucina,
arricchiti poi da ottimi tagli di carne, cacciagione e da
prodotti territoriali come la nocciola o il tartufo che
esaltano i suoi piatti.
Francesco e Diana non trascurano nessun particolare per
offrire un ambiente riservato e accogliente, con un menù
sempre vario e la carta dei vini che spazia tra oltre
centocinquanta etichette non solo italiane ma anche
d’oltralpe.
La professionalità e la simpatia a Il Moera non mancano e non
deludono mai.
Angela Merolla
Locanda Il Moera
Via delle Centurie- Avella(AV)
TEL.081 825 29 24
L’oste del Castello
Portata dopo portata mi rendo conto che la piccola osteria
ancora agli albori ha grandi potenzialità, cucina di ricerca
territoriale, gradevole rivisitazione dei piatti, tecnica
affinata e personalizzata, elementi magistralmente combinati
in pietanze che rapiscono il palato.
Osteria del Castello, lo chef-oste Rinaldo Ippolito esprime
perfettamente la sua filosofia di far buona cucina, sviluppata
tra pentole e fornelli, tra esperienze lavorative ed estro,
giovane ma professionalmente preparato, sa il fatto suo
dall’antipasto al dessert.
L’osteria è al centro storico di Curteri, frazione di Mercato
San Severino in provincia di Salerno, un’unica sala che ospita
circa quaranta coperti, il giusto numero proprio per dedicare
maggiore attenzione ad ogni cliente garantendo pietanze
preparate al momento, il servizio è curato dalla moglie
Roberta, che attenta e garbata offre un ambiente ospitale,
sicuramente sfaccettature che fanno la differenza.
Rinaldo tiene alla presentazione dei suoi piatti che risultano
molto gradevoli all’occhio, senza fronzoli essenziali ed
eleganti, le pietanze si lasciano scoprire all’occhio, la
precisione nella cottura, nei condimenti, l’equilibrio si
palesa all’assaggio, direi senza dubbio deliziose.
Qui la cucina segue le stagioni, l’autunno porta castagne,
funghi, zucca per ottimi manicaretti e sughi che avvolgono la
pasta fatta a mano.
Il mio calice di rosso campano accompagna perfettamente
l’impeccabile spezzatino di cinghiale stracotto all’Aglianico
con scia di funghi porcini che l’oste ha preparato per me. Se
è vero che “de gustibus non est disputandum” sono certa che
conoscendo la cucina dell’Osteria del Castello mi darete
ragione.
Angela Merolla
Osteria del Castello
Via Vittorio Emanuele, 23
Mercato San Severino (SA)
Tel. 089 890320
Cell. 3280238299
Il Friulano in tour
Partirà il 14 ottobre, da Amburgo il percorso di promozione
nelle principali capitali europee. Germania, Italia, Belgio,
Olanda e Danimarca i Paesi coinvolti.
Al via la terza e la più impegnativa edizione della rassegna
“Friulano on tour”. Un percorso di promozione del Friulano e
degli altri vini della regione nelle principali capitali
europee, rivolto a una selezione di aziende del territorio e
riproposto dal Consorzio delle Doc del Friuli Venezia Giulia,
in collaborazione con Ersa Fvg.
Si partirà il 14 ottobre da Amburgo, il 15, all’Hotel Waldorf
Astoria di Berlino, poi toccherà Roma (il 4 novembre,
all’hotel Cavalieri, in collaborazione con l’Associazione
Italiana Sommelier), Bruxelles (il 18), Amsterdam (il 19) e si
chiuderà a Copenaghen, il 21 novembre.
“I mercati da presidiare – ha spiegato Giorgio Badin,
presidente del Consorzio delle Doc del Fvg – sono stati scelti
dai produttori stessi. Le strade migliori per promuovere i
nostri vini sono due. La prima è quella di costruire momenti
d’interesse capaci di portare gli opinion leader nel nostro
territorio; la seconda è quella di andare noi stessi incontro
agli operatori europei e coinvolgerli direttamente nella
conoscenza dei nostri vini”.
In alcune tappe, una selezione di 14 aziende piemontesi
(produttrici dei famosi vini rossi), andranno a braccetto con
i bianchi del Fvg ampliando la promozione di realtà
vitivinicole italiane d’eccellenza.
I Vini del Cavaliere
Il Monte Calpazio traccia un profilo d’uomo con il mento
proteso alla piana di Paestum, linee morbide a fare da sfondo
a “I Vini del Cavaliere”.
Katia e Giovanni Cuomo sono uniti nella vita e nella passione
che profuma di vino, la loro casa guarda il vigneto per godere
tutto l’anno del suo fascino.Il Cavaliere era il nonno di
Giovanni, vinificatore e agricoltore, ha lasciato in eredità
al nipote il patrimonio d’esperienza e passione per l’arte di
fare vino.
E’ stata una buona annata, forse un po’ precoce per la
maturazione delle uve, ma i mosti in fermentazione promettono
grandi soddisfazioni. Giovanni mi fa assaggiare direttamente
dalla vasca l’Aglianico porpora intenso, corposo come un
cioccolato e il Fiano che profuma d’uva appena raccolta, la
trasformazione è sicuramente emozionante, come lo è sentire
dai tini la loro voce tumultuosa.
Varie etichette a marchio “I Vini del Cavaliere” e qui viene
fuori la nota romantica, perché ognuna prende il nome da un
ricordo, un evento importante legato a Giovanni e Katia,
infatti quando era ormai prossima la nascita della loro
bambina e in cantina imbottigliavano un nuovo vino, decisero
di chiamalo Nakes.
Nasce dalla selezione di uve Aglianico in purezza, un Igt
Paestum, fermentazione in acciaio inox e permanenza in
barrique di rovere di primo passaggio per circa 18 mesi, un
periodo
d’affinamento
in
bottiglia
e
poi
in
commercio.Un’etichetta che ricorda i dolci mesi aspettando
Giulia, un vino complesso nei profumi e nel gusto, morbido da
voler essere assaporato piano, sorseggiato con calma, un vino
sicuramente romantico.
Angela Merolla
CASA VINICOLA CUOMO “I VINI DEL CAVALIERE”
Via Feudo La Pila, 16
Capaccio-Paestum (SA)
Tel/Fax +39 0828 725376
email: [email protected] – www.vinicuomo.com
Assegnato il 32° Premio Masi
In una cerimonia che simbolicamente si svolge nel periodo
della vendemmia, la stagione più bella e significativa per
l’intero mondo del vino, il 5 ottobre scorso è stato assegnato
il “Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino”,
riconoscimento istituito 32 anni fa dalla Fondazione Masi, per
volere di Masi Agricola, azienda vitivinicola della
Valpolicella che da sette generazioni appartiene alla famiglia
Boscaini.
L’ideazione del Premio, nato nel 1981 come “Premio Masi
Civiltà Veneta”, si deve alle riflessioni sull’identità
regionale condivise da tre amici veronesi: Sandro Boscaini, lo
scrittore Cesare Marchi e il giornalista Giovanni Vicentini.
Viene conferito a personaggi originari delle Venezie che si
sono distinti nei campi della letteratura, dell’arte, del
giornalismo, della scienza, dello spettacolo e dell’economia,
e che con la loro opera hanno promosso e valorizzato le
capacità della gente veneta nei più vasti campi dell’attività
umana, facendosi portatori dei valori fondamentali di questa
terra.
L’oggetto del Premio è una botte di Amarone Masi, uno dei
prodotti più espressivi e peculiari della terra veneta.
«Il futuro nasce dal radicamento alla cultura e ai valori del
passato che hanno forgiato la civiltà» è questo il filo
conduttore del 32° Premio Masi, suddiviso in tre sezioni,
assegnato a Marjane Satrapi (Premio Grosso d’Oro Veneziano),
scrittrice iraniana autrice di Persepolis, il fumetto divenuto
simbolo di denuncia della repressione in Iran e della
condizione della donna, Giovanni Bonotto (Premio Civiltà
Veneta), imprenditore tessile vicentino e artefice della
rivoluzione industriale con la sua Fabbrica Lenta, Giacomo
Rizzolatti (Premio Civiltà Veneta), neuroscienziato friulano
entrato nel gotha accademico per la scoperta dei neuroni a
specchio, ed a Sergio Romano (Civiltà Veneta), storico,
diplomatico, giornalista.
Il riconoscimento è stato conferito anche ai tre pionieri
della vite protagonisti del progetto “Le vigne di Venezia”,
Gianluca Bisol (Venissa), Michel Thoulouze (Orto di
Sant’Erasmo) e Flavio Franceschet (Laguna nel Bicchiere – Le
Vigne ritrovate).
Impegno sociale, impresa, scienza, attualità e vino sono,
dunque, gli ambiti professionali che contraddistinguono i
sette premiati 2013.
«In questo particolare momento storico il Premio Masi è un
premio necessario – ha detto Isabella Bossi Fedrigotti,
presidente della Fondazione – Oggi più che mai, infatti, vi è
la necessità di testimoniare e divulgare le capacità dei
territori e degli italiani di reagire alla sfiducia con
progetti imprenditoriali e culturali capaci di imprimere una
svolta sociale innovativa che sia di stimolo anche per i
giovani in cerca di un futuro».
Maura Sacher
[email protected]
Il fascino della vendemmia
gardesana
a
“Profumi
di
Mosto”
Si rinnova il 13 ottobre l’appuntamento con il tradizionale
itinerario enogastronomico nelle cantine della Valtènesi,
sulla riviera bresciana del lago di Garda. Una domenica
d’autunno fra le suggestioni, i colori e i sapori della
vendemmia con tappe in 22 cantine.
Nei vigneti si vendemmia, in cantina si festeggia: potrebbe
essere questo lo slogan destinato ad accompagnare la XIII
edizione di “Profumi di Mosto”, il circuito enogastronomico
nelle cantine della Valtènesi in programma per domenica 13
ottobre.
Quest’anno infatti in il particolare andamento climatico ha
portato a un ritardo di oltre due settimane nella raccolta
delle uve, che in molte zone del comprensorio sarà quindi
ancora in corso nella giornata della manifestazione. L’evento
organizzato dal Consorzio Valtènesi diventa quindi
un’occasione imperdibile per assaporare le suggestioni della
vendemmia gardesana, girovagando tra zone rivierasche ed
entroterra alla ricerca dell’ideale abbinamento vino-cibo.
A questo penseranno le 22 cantine che aderiscono
all’itinerario, suddivise in tre percorsi tra i quali i
visitatori potranno scegliere quello più adatto alle proprie
esigenze: ogni azienda proporrà in degustazione un vino della
propria gamma, dai nuovi Valtènesi Doc ai Chiaretti, abbinati
a piatti tipici preparati in collaborazione con gli chef di
alcuni dei migliori ristoranti del comprensorio, o specialità
gastronomiche proposte dalla cantina stessa.
Per chi preferisce una degustazione più meditata, ci sarà il
banco d’assaggio dell’Oasi della Valtènesi, allestito nella
sede del Consorzio a Villa Galnica di Puegnago del Garda, dove
i 22 vini della giornata verranno abbinati a tipicità del
territorio proposte dalla Condotta Slow Food Garda e dove le
bottiglie si potranno anche acquistare.
All’Oasi è previsto, dalle 19, il brindisi finale di “Profumi
di Mosto”, sottolineato dalle raffinate note “vintage” della
vocalist bresciana Miss Ottavia Brown. Tutte le info e gli
aggiornamenti sul sito www.profumidimosto.it, dove sarà anche
possibile prenotare il proprio tour in autobus per vivere
“Profumi di Mosto” in piena tranquillità e sicurezza.
Doppietta di Lungarotti
Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2008, un grande rosso
simbolo dell’Umbria, per il quarto anno consecutivo sul podio
delle guide Bibenda e Gambero Rosso.
Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2008 delle Cantine
Lungarotti sul podio delle guide del vino Bibenda e Gambero
Rosso 2014.
Si rinnova così, per il quarto anno consecutivo,
l’assegnazione della doppietta “Cinque Grappoli” e “Tre
Bicchieri” al Rubesco Riserva (dal latino rubescere,
arrossire), il grande rosso di Lungarotti divenuto simbolo
dell’Umbria in tutto il mondo.
“I riconoscimenti consecutivi ricevuti dalle guide Bibenda e
Gambero Rosso – ha dichiarato Chiara Lungarotti,
amministratore unico dell’azienda – confermano la modernità di
questo vino portabandiera del brand Lungarotti e dell’Umbria
sui mercati internazionali”.
Prodotto in 50mila bottiglie l’anno e stappato in 45 Paesi, il
Rubesco Vigna Monticchio è composto al 70 per cento da uve
Sangiovese e al 30 per cento da Canaiolo, con un
invecchiamento medio di circa quattro anni.
In etichetta, un bassorilievo con particolare della Fontana
Maggiore di Perugia, la più bella fontana di piazza del
tredicesimo secolo.