Baudelaire C.

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Baudelaire C.
stammibene. progetto di prevenzione alcol, droghe, hiv
Baudelaire C.
Inviato da Lillie
giovedì 11 dicembre 2008
Ultimo aggiornamento domenica 04 ottobre 2009
Les Paradis Artificiels (1860)
Les Fleurs du Mal - I edizione (1857), II edizione (1861)
Les Paradis Artificiels
"Les Paradis Artificiels", parafrasi de "Le confessioni di un mangiatore d'oppio inglese" di De Quincey, è composto da
articoli pubblicati su la "Revue contemporaine": "Le poèmes du haschisch", "Un mangeur d'opium". In "Du vin e du
haschisch" il poeta scrive una critica sugli effetti del vino e dell'haschisch: le due droghe, l'oppio e l'haschisch,
considerate dannose, vengono messe in opposizione al vino, che invece ha positivi risvolti sociali. Il poeta rifiuta la droga
in nome dei superiori princìpi dell'arte. Entrambe, droga e poesia, evocano immagini ed esaltazioni; ma la droga si
oppone alla poesia perchè, annichilendo la volontà, compromette la possibilità stessa di essere poeta e quindi ostacola la
trasformazione in poesia di sensazioni e sofferenze. La poesia, per B. non è spontaneità, ma studio e ricerca assidua.
In "Le poème du haschisch", basandosi su esperienze personali, il poeta contrappone "droga-poesia", con riferimenti
velati, ma chiari, a situazioni e persone vicine all'entourage del poeta.
In "Un mangeur d'opium" viene descritta la terribile esperienza con la droga dell'inglese De Quincey, che per Baudelaire
fu un esempio straordinariamente significativo, ma da cui lo stesso De Quincey non fu in grado di trarre la conclusione
che si proponeva, perché troppo preoccupato a rispettare le convenzioni borghesi.
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Les Fleurs du Mal
"Les Fleurs du Mal", viene sottoposto a un processo dove alcune poesie ("Lesbos", "Femmes damnées", "Le léthé", "A
celle qui est trop gaie", "Les bijoux", "Les métamorphoses du vampire") vengono condannate e soppresse.
Si compone di raccolte di poesie che segnano il percorso della vita di Baudelaire: "Spleen et Idéal", "Tableaux
parisiens", "Le vin", "Fleurs du mal", "Révolte", "La mort".
In "Le vin" viene descritta la tentazione dei paradisi artificiali, illusori: il risveglio segue troppo da vicino l'ebbrezza e il
sogno.
Veleno
La bettola più cupa sa rivestire il vino
d'un lusso da miracolo, e nell'oro
del suo rosso vapore
fa sorgere una fiaba di colonne,
come un tramonto acceso nella bruma.
L'oppio ingrandisce ciò che non ha fine
l'illimitato estende,
il tempo fa più cavo, più profondo il piacere,
e di nere e di cupe voluttà
l'anima sa colmare a dismisura.
Ma più veleno stillano i tuoi occhi,
i tuoi verdi occhi,
laghi dove si specchia e capovolto
trema il mio cuore, amari abissi dove
a frotte si dissetano i miei sogni.
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Più tremendo prodigio è la saliva
con cui m'intacchi l'anima e l'affondi
senza rimorsi nell'oblio, e languente
a filo di vertigine la spingi
alle rive dei morti
Senza scampo
Pensa a una Forma, a un Essere, a un'Idea
che dall'azzurro cade in uno Stige
di piombo e fango
dove occhio celeste non filtra;
a un Angelo, imprudente viaggiatore
tentato dall'amore del difforme,
che infondo a un incubo enorme
come uno che nuota si dibatte
e, o funebre angoscia! un risucchio
gigantesco combatte
come un matto, nel buio,
strepita e salta
allo stregato che invano
brancola, poveraccio, per fuggire
da un buco pieno di rettili
verso una chiave, una luce;
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al dannato che scende
senza lanterna
lungo un fetido, fondo, umido abisso,
giù giù per scale senza rampe, eterne,
dove dei mostri viscidi, in agguato,
fan con occhi di fosforo la notte
ancor più buia, e dànno
traccia di sé soltanto;
a una nave che il polo
intrappola, prigione di cristallo,
e cerca di scoprire
per che stretto fatale ci è finita:
- chiari emblemi, impeccabile
ritratto di un destino senza scampo,
che dimostra che il diavolo
fa sempre bene tutto quel che fa!
"I fiori del male "
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