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9 8 Martedì 3 marzo 2015 Focus OGGI I FUNERALI, ALLE ORE 14.30, ALLA CHIESA DI SAN PIO X, IN PIAZZA DELLA BALDUINA A ROMA Maurizio Magro, gigante nell’anima Atleta esemplare e appassionato militante, fu anche nazionale di rugby di Nicolò Accame a prima volta che ho incontrato Maurizio Magro è stato trentacinque anni fa, ai campi sportivi dell’Acqua Acetosa. Io avevo poco più di dieci anni, lui era già un grande protagonista del rugby romano e italiano. Un atleta vero, che avrebbe diviso la sua carriera sportiva tra la squadra della Lazio e quella della Roma, fino ad arrivare a indossare la maglia della Nazionale. Per i bambini che muovevano i primi passi in quello sport da duri, Maurizio era un vero e proprio mito. Salire in braccio a lui era come prendere l’ascensore. Era il più forte e il più grande dei giocatori della prima squadra. Un uomo enorme, alto quasi due metri, una montagna di muscoli. Per gli avversari era davvero un “gran” problema, uno spauracchio. Ma per gli amici era solo un ragazzone affettuoso, simpatico, buono, disponibile. Era nato nel 1952, ad agosto, sotto il segno del Leone:“Agonisticamente era una belva - ricorda il suo amico Cippo - un gigante instancabile. Sempre pronto ad aiutare e proteggere i suoi compagni di squadra. Giocare con lui era rassicurante…”. Parallelamente alla passione per lo L Maurizio Magro (al centro) in una foto di alcuni anni fa con gli amici di una vita sport Maurizio ha coltivato tutta la vita la sua fede politica. Era camerata, LA TESTIMONIANZA “Per me era come uno zio” aurizio Magro era un gigante. E non solo per la sua enorme stazza fisica. Ma per il suo essere unico, speciale: sempre e comunque. Generoso e schietto, con tutti. Indifferentemente. Merce rara in questo mondo di ipocriti. E’ con le lacrime agli occhi che ricordo con amore e commozione la sua grande persona. Una figura quasi mitologica che ha caratterizzato la mia adolescenza. Uno zio acquisito che non mi ha mai fatto mancare il suo enorme affetto. “Roccia”, così lo chiamavano tutti, era un orso buono. Amante dello sport e della vita. Immenso giocatore di rugby, era capace di terrorizzare un intero quartiere, quello della Balduina, solo nel mettere il suo gigantesco piede destro fuori dal portone di casa. Era il Bud Spencer di Roma Nord. Tra le persone più affettuose che abbia mai conosciuto. Certamente ripetitivo ma mai noioso. Un nostalgico dal cuore nobile. Che non si dimenticava di niente e nessuno. Dagli occhi dolci e buoni, come quelli di un cerbiatto. Al contrario della stragrande maggioranza delle persone, lui se ne infischiava delle chiacchiere della gente. “Me ne frego” era il suo motto. Indimenticabili le sue telefonate, i suoi abbracci e le sue fotografie. I suoi discorsi su M mio nonno, che ahimé non ho avuto l’onore di conoscere Ma che grazie ai suoi racconti ho saputo ammirare come oggi pochi altri nipoti possono vantarsi di fare. Niente e nessuno cancellerà dalla mia mente quello che lui, con fierezza, ogni volta che mi incontrava mi ricordava. Un aneddoto capitato all’ospedale, con mia nonna in fin di vita. E mio nonno, che con gli occhi scorgeva l’arrivo di Maurizio, ad alta voce urlava: “Maurizio non si vede mai, si nota solo nei momenti difficili”. Mai frase poteva essere più veritiera. Nel momento più critico della mia vita, due anni di ingiustizie interminabili, Roccia c’era sempre. E io non lo dimenticherò mai! Federico Colosimo missino, almirantiano. Senza ripensamenti. Cresciuto nella sezione della Balduina è stato un attivista coraggioso. Per difendere le sue idee e i suoi amici non si è mai tirato indietro. Lo ricordano tutti in prima linea, impavido. Specialmente negli anni nei quali essere di destra era scomodo, difficile e molto, molto rischioso. All’inizio del Duemila, quando Francesco Storace era presidente della Regione Lazio e io mi occupavo della Comunicazione, Maurizio ha lavorato molti anni con noi. Seguiva le manifestazioni sportive, portandoci in dote un numero incredibile di contatti. È stato un periodo davvero bello. Proprio Storace mi ha chiamato ieri mattina per darmi la notizia che Maurizione, ci aveva lasciato. A soli sessantadue anni. I funerali saranno oggi alle 14,30 nella chiesa di San Pio X a piazza della Balduina. Negli ultimi tempi ci vedevamo spesso. Intorno aveva sempre gli amici dello sport, della politica e soprattutto la famiglia: la mamma Romana, la sorella Rossella, i nipoti Mattia e Camilla. Da quest’estate, con il passare delle settimane, lui era sempre più esile e stanco. Ma non ha mai perso il suo sorriso spavaldo, allegro, positivo. Il suo lato da sportivo e da guascone. Ti vogliamo ricordare così, Maurizione, con molta nostalgia, ma senza tristezza.