Testi di - Liberarti

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Testi di - Liberarti
T H E O R A N G E COAT
LA POLENA
di Lisa Deiuri
Sono nel mare del naufragio volontario
E incognita è la rotta per il nuovo mondo
Finis terrae che scava nel profondo
da lontananze immemori le danze
delle onde e il sale,
lo scafo scricchiolante, il male
di un’aperta solitudine in cui l’occhio
come relitto affonda
“Solo mare capitano…”
nulla, da giorni e giorni e notti liquide
come pensieri e nitide
com’erano i miei occhi.
Avevo gli occhi azzurri,
me lo ricordo ora
ora che sono grigi e non mutano colore
non cambiano più
al salire del vento
ma una volta, sì, una volta i miei capelli
erano biondi come luce tra le vele
me lo ricordo bene, ora…
Avevo una mente sveglia e voglia di viaggiare
Amavo la forma delle cose, senza necessità morale
Ero leggera e forte, di quella forza giovane
Aggressiva, spinta in avanti a battere le onde,
A farti scudo, marinaio, dalla mala sorte
I demoni marini non turbavano il tuo sonno
E libera da sirene era la tua veglia,
ma ora, marinaio, il legno è consumato
nel verde di altri mari affonda la tua chiglia
se è là che cerchi quella che solo io son stata
ti resta tra le mani un guscio di conchiglia.
F U G A
A L
T R A M O N T O - A s s . L i b e r a r t i - w w w. e m p o r i o l i b e r a r t i . i t
Laure Keyrouz
w w w. l a u re k e y ro u z a r t s . c o m
You haven’t anchored,
You won’t understand,
Don’t weep,
The sun stroke its eyes
And the orange color
Unwraps between the cloud… and the
tongue,
Black leaves,
Oscillating with the silver strings…
Before the torch of light is out…
And the bird goes and comes…
It won’t land on the earth,
No, and not on the stone…
There’s no olive leaf to come back with
Above the limited table of the sea,
The shells are silenced,
The branch leans toward
The claws of winter
For fearing the sting of spring;
It reprimands eternity
Coughing in the face of time,
My head walks without my consent,
The thirst goes on
Until the green apron,
And the sage meadow.
ّ‫ﺍﳌﻌﻄﻒ ﺍﻟﺒﺮﺗﻘﺎﻟﻲ‬
ُ،‫ﻟﻢ ﺗﺮﺱ‬
، ‫ﻟﻦ ﺗﻔﻬﻢ‬
ِ،‫ﻻ ﺗﺒﻚ‬
‫ﺧﺒﻄﺖ ﺍﻟﺸﻤﺲ ﻋﻴﻨﻴﻬﺎ‬
ّ‫ﻭﺍﻟﻠﻮﻥ ﺍﻟﺒﺮﺗﻘﺎﻟﻲ‬
،‫ﻭﺍﻟﻠﺴﺎﻥ‬...‫ﻳﻨﻔﻠﺶ ﺑﲔ ﺍﻟﻐﻴﻤﺔ‬
،‫ﺃﻭﺭﺍﻕ ﺳﻮﺩﺍﺀ‬
...‫ﺗﺘﻤﺮﺟﺢ ﻣﻊ ﺍﳋﻴﻮﻁ ﺍﻟﻔﻀﻴّﺔ‬
...‫ﻗﺒﻞ ﺍﻧﻄﻔﺎﺀ ﻣﺸﻌﻞ ﺍﻟﻀﻮﺀ‬
...‫ﻭﺍﻟﻄﻴﺮ ﻳﺮﻭﺡ ﻭﻳﺠﻲﺀ‬
،‫ﻟﻦ ﻳﺤﻂّ ﻋﻠﻰ ﺍﻟﺘﺮﺍﺏ‬
...‫ﻻ ﻭﻻ ﻋﻠﻰ ﺍﳊﺠﺮ‬
‫ﻣﺎ ﻣﻦ ﻭﺭﻗﺔ ﺯﻳﺘﻮﻥ ﻟﻴﻌﻮﺩ ﺑﻬﺎ‬
،‫ﻓﻮﻕ ﻃﺎﻭﻟﺔ ﺍﻟﺒﺤﺮ ﺍﳌﺤﺪﻭﺩﺓ‬
،‫ﺃﺧﺮﺳﺖ ﺍﻷﺻﺪﺍﻑ‬
‫ﻣﺎﻝ ﺍﻟﻐﺼﻦ ﺑﺎﲡﺎﻩ‬
،‫ﺑﺮﺍﺛﻦ ﺍﻟﺸﺘﺎﺀ‬
‫ﺧﻮﻓﺎ ﻣﻦ ﻟﺬﻋﺔ ﺍﻟﺮﺑﻴﻊ؛‬
‫ﻳﻮّﺑﺦ ﺍﻷﺑﺪﻳّﺔ‬
،‫ﻳﺴﻌﻞ ﺑﻮﺟﻪ ﺍﻟﺰﻣﻦ‬
،‫ﳝﺸﻲ ﺭﺃﺳﻲ ﺑﺪﻭﻥ ﺇﺫﻥ ﻣﻨّﻲ‬
‫ﻳﺴﺘﻤﺮّ ﺍﻟﻌﻄﺶ‬
،‫ﺣﺘّﻰ ﺍﳌﺮﻳﻮﻝ ﺍﻷﺧﻀﺮ‬
.ّ‫ﻭﺍﳌﺮﺝ ﺍﳌﺮﳝﻲ‬
‫ﻟــﻮﺭ ﻛـﻴـــﺮﻭﺯ‬
F U G A
A L
T R A M O N T O - A s s . L i b e r a r t i - p.zza barbacan 1/a-trieste
Fratello
M I G R A N T E
di Vittorio Simonovich
di Guia Risari
Lei sorride di rughe. Finalmente lo ritrova dopo mesi.
“Fratello...”
Per festeggiare, qualcosa di nuovo.
La multinazionale svedese fornisce sogni a poco prezzo.
Il piano di cottura luccica.
Il lavoro dei tecnici è rapido. Subappaltatati a ore, operano nell’urgenza.
“Buongiorno, buongiorno.”
L’idraulico supervisiona e si congeda.
“Tornerò più tardi.”
Non è vero. Il pomeriggio non prosegue oltre.
Alle 13 c’è ancora tempo.
Alle 14 pure.
Poi c’è solo una grande mano invisibile.
A volte, la fine si annuncia con scricchiolii che bussano alle porte della coscienza. Prima timidi,
discreti. Poi pressanti, inequivocabili. Non voltare la testa, non tapparti le orecchie. Vieni. È ora di
andare. Lancia l’ultimo bacio all’azzurro e seguimi. Dissolviti. Torniamo all’origine.
Alle 14 e 15 la mano è stanca di agitare la sua ombra.
La mano afferra e scuote. Il veleno agisce.
Lo scoppio è un ruggito.
I muri foglie secche che tagliano e schiacciano la vita.
La casa esplode e crolla, inghiottita dal fumo.
“Fratello...”
Nemmeno il tempo di un saluto.
A che serve urlare?
Lei piange di rughe. Ha lacrime di polvere e sangue.
Non c’è modo di congelare il tempo?
Nessuno che possa cancellare una decisione inutile, correggere un dettaglio?
Parlano i mattoni, le finestre divelte, le poltrone squarciate.
Una donna geme.
“Un cielo di calcinacci mi è caduto in testa.”
Un uomo ha la fronte tagliata.
La fioraia ripete solo una frase.
“Le piante hanno tremato.”
Lei, sotto il peso dei muri, continua a chiamare.
“Fratello...”
Non sa che è morto. Non sa dove si trova. Quella non è di certo casa sua. Forse è un abisso. Forse
un incubo. Un tubo fuma come un mozzicone. Sì, è un immenso portacenere.
F U G A
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T R A M O N T O - A s s . L i b e r a r t i - w w w. e m p o r i o l i b e r a r t i . i t
Degli uomini corrono.
Inseguono il loro futuro.
È un ragazzino.
Degli uomini corrono.
Inseguono il loro passato.
È un ragazzino.
Dietro ciò che sono stati
corrono domani.
Dietro ciò che potrebbe essere
correvano ieri.
Il ragazzo è diverso, non parla la loro lingua.
Il ragazzo è capace di sognare un altro mondo.
Il ragazzo corre per continuare a sognare.
Non ha avuto molti ieri.
Se resta, non ci sarà forse domani.
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