CASA Una ex palestra a East London diventa il luogo perfetto dove
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CASA Una ex palestra a East London diventa il luogo perfetto dove
CASA Una ex palestra a East London diventa il luogo perfetto dove vivere ed esporre. Un paradiso per Valerio Capo e Sam Pratt, talent scout di arte e design di Laura Traldi Foto di Daniel Stier D 188 Grandi nomi ed esordienti promettenti. In primo piano, la chaise longue doppia Diamond di Francesco Binfarè per Edra, su un tappeto vintage di Clorindo Testa. Sullo sfondo, un mobile di Max Lamb e un quadro di Warhol. Il tavolo è di Andrea Salvetti. I COLLEZIONISTI «Lo spazio era una perla rara, con quella luminosità quasi invadente. L’abbiamo rimesso a nuovo senza cambiare nulla. Guai a toccare ciò che è bello e senza tempo» Le porte a soffietto in legno permettono di dividere l’open space in due zone. Al centro della stanza, il divano Boa dei Fratelli Campana per Edra. A sinistra, sedia e tavolino di Kranen/Gille e lampadario vintage di Gino Sarfatti. Alle pareti, opere di Damien Hirst, Kenneth Draper e Stephen Walker. D 191 alla dirompente presenza del divano Boa dei fratelli Campana per Edra (in versione blu elettrico) a una lampada di Gino Sarfatti, passando per gli sgabelli di Max Lamb e un tavolino di Poul Kjaerholm: nella zona living del loft londinese di Valerio Capo e Sam Pratt, talent scout e proprietari della galleria di design d’avanguardia Fumi, i pezzi firmati abbondano. Eppure è la luce, che irrompe dalle finestre che scandiscono l’ambiente in tutta la sua lunghezza, la protagonista di questo curatissimo spazio: mettendo in evidenza la bellezza del parquet vintage, l’insolita altezza dei soffitti e il chiarore delle pareti (rigorosamente ricoperte di opere d’arte, dai quadri di Kenneth Draper alla litografia Valium di Damien Hirst). Del resto, è stata proprio la luce a far innamorare i due galleristi di questa ex palestra scolastica nel cuore di East London, in Hoxton Square (davanti al White Cube, che diede i natali ai Young British Artists). «La ristrutturazione c’è stata», ammette Valerio Capo, «ma non sugli elementi che rendevano il luogo speciale». Sono rimasti originali, quindi, il parquet e le grandi porte in legno a soffietto (che dividono, se necessario, la zona living in due parti). E, ovviamente, le finestre. «I parapetti alti ci ricordano che qui, un tempo, giocavano i bambini». Uniche concessioni alla nuova destinazione d’uso sono la cucina a vista e la zona notte, ricavata a soppalco. «I soffitti erano talmente alti da permetterci di espanderci senza compromettere l’unità della zona giorno». Il risultato è uno spazio duttile, un parallelepipedo bianco, spesso (clima British permettendo) inondato di luce solare. «Perfetto per esporre», aggiunge Capo. Del resto, gli addetti ai lavori ricordano mostre cult organizzate proprio in questo loft (come il campo di grano allestito nel 2009 dalla über-stylist Faye Toogood, per presentare pezzi unici di designer allora emergenti come Nacho Carbonell, Raw Edges, Rowan Mersh, Max Lamb e Gemma Holt). «Oggi preferiamo esporre più in galleria (in Tabernacle Street) e, durante l’estate, alla Promenade du Port a Porto Cervo», dicono però Valerio e Sam. Da palestra a galleria. Ora, finalmente, casa. (info: galleryfumi.com) D Gli ambienti più raccolti, come la cucina a vista o l’angolo lettura, sono stati ricavati dallo spazio principale. Mentre per la zona notte si è scelto di allungarsi in altezza, creando un soppalco D 192 Nella zona lettura, una sedia del ’700 e un pouf africano. In alto la cucina, con sgabelli di Cappellini e, sul bancone, un vaso di Sottsass e un quadro di Keith Haring. 16 APRILE 2011