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Il concetto di gruppo si sviluppa a partire dal 1895 con Gustave Le Bon e la Psicologia delle folle, in cui i gruppi vengono
considerati come forme pericolose ed irrazionali; nel 1921 con Freud e La psicologia delle masse e dell’Io essi venivano
considerati come entità non caotiche o non strutturate tenuti insieme da legami emozionali e guidati da una persona Con il
successivo inizio degli studi sociologici e psicologici Mayo ed altri hanno applicato i risultati della ricerca sui gruppi pe r il
miglioramento delle condizioni di lavoro, durante questo periodo si svilupparono le prime tecniche di psicoterapia di gruppo,
e il rapporto con i gruppi di studenti, Moreno con il sociogramma dimostra come sviluppare ricerche empiriche sulle
relazioni di gruppo e come rappresentarle graficamente.
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…un gruppo può essere definito come un insieme formato da due o più persone che interagiscono tra loro e
che dividono delle mete e delle norme comuni che stanno a capo della loro attività, sviluppando una rete di
ruoli e di relazioni affettive …
L’esigenza di aggregarsi è un bisogno naturale degli esseri umani, che si riuniscono a formare gruppi informali – cioè regolati da
interazioni non organizzate e spontanee – e formali – cioè gruppi caratterizzati da relazioni interne strutturate in funzione degli scopi
da perseguire.
La vita di gruppo ha significativi effetti sul comportamento delle persone che vi fanno parte, i più importanti dei quali sono: la
facilitazione, cioè il condizionamento da parte del gruppo sul singolo individuo a livello di prestazione; l’inerzia sociale, cioè il
comportamento di rilassamento e scarso impegno del singolo in assenza di valutazione della prestazione individuale; la
deindividuazione, cioè la percezione di anonimato e la perdita di responsabilità personale a seguito della diminuzione del senso di
individualità.
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Il gruppo costruisce il senso del “noi” attraverso processi di coesione e differenziazione. La prima è fondata sulle qualità che
uniscono i membri del gruppo e incoraggiano il reciproco gradimento; la seconda si fonda sul bisogno di tenere conto delle esigenze
e delle competenze di tutti e conferisce al gruppo una struttura.
La dinamica del gruppo è scandita, secondo il modello di evoluzione elaborato dallo psicologo sociale Bruce Tuckman nel 1965,
in cinque fasi: formazione, conflitto, strutturazione, attività, aggiornamento. I tempi e i modi di svolgimento di questi processi
condizionano la durata e la qualità della vita del gruppo, e anche il suo grado di efficacia ed efficienza.
L’esito di una situazione operativa di gruppo dipende anche dalla qualità della leadership. Lo stile di leadership, cioè l’insieme
delle caratteristiche di personalità con le quali il leader guida e gestisce il gruppo, può essere autoritario, democratico o permissivo.
Si distingue poi una leadership “centrata sul compito” (o strumentale), quando il leader converge l’attenzione sul raggiungimento
degli obiettivi comuni, privilegiando il rendimento del gruppo; e una leadership “socio-emozionale” (o espressiva), in cui il leader
predilige la buona armonia tra i componenti del gruppo.
Il leader e i membri del gruppo possono essere ostacolati da due tipi di biases, “distorsioni”, nella percezione sociale: i biases di
corrispondenza, che si riferiscono alla tendenza a inferire il comportamento delle persone dalle loro caratteristiche e atteggiamenti;
e i biases attribuzionali, che si riferiscono alla tendenza a fare attribuzioni a proprio favore per salvaguardare l’autostima. Altre
fonti di ostacolo alla collaborazione in un gruppo sono i pregiudizi e gli stereotipi sociali.
Un gruppo di lavoro è un gruppo strutturato i cui membri condividono in modo partecipato il progetto, gli obiettivi, i metodi, gli
impegni e le responsabilità. In questo senso opera come un team volto alla realizzazione di un teamworking (“lavoro di gruppo”),
caratterizzato dalla pianificazione e realizzazione delle attività concordate in vista di fini condivisi. Strumento essenziale del lavoro
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di gruppo è la comunicazione efficace, fondata sull’ascolto attivo, sull’empatia e sull’assertività. Quest’ultima è uno stile di
comunicazione equilibrato, grazie a cui la persona esprime con chiarezza e determinazione il proprio punto di vista, nell’assoluto
rispetto di quello dell’altro.
Si parla di “gruppo di lavoro” quando le persone costituiscono una pluralità in integrazione attraverso:
Coesione
Interdipendenza
Negoziazione
Condivisione
Responsabilità degli obiettivi (di ascolto, informativi, elaborativi, progettuali, decisionali)
Gruppo di animazione
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Lo scopo principale di un gruppo di animazione invece consiste nel migliorare la qualità della vita sociale. L’animatore socioculturale può essere definito come un professionista che promuove, organizza e svolge attività a carattere sociale, culturale
e di animazione e tempo libero.
Il gruppo terapeutico
 C. Rogers: gruppi di incontro
Secondo C. Rogers le convenzioni sociali bloccano, irrigidiscono la spontaneità e la capacità di affrontare positivamente il
cambiamento.
Il Gruppo di incontro ha l’obiettivo di facilitare la manifestazione immediata e spontanea da parte dei partecipanti di affetti e
sentimenti reciproci qui ed ora.
La metodologia utilizzata è prettamente esperienziale, con utilizzo di tecniche cognitivo-verbali, corporee, espressive ed
immaginative, tendenti a risvegliare la consapevolezza di sé ai partecipanti, delle proprie sensazioni, emozioni, dei propri pensieri e
sentimenti più profondi, in un clima di confronto e condivisione.
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 Gruppi Analitici
La gruppoanalisi è una modalità clinica per analizzare i processi dinamici gruppali a livello di piccolo gruppo (orientativamente dai
4 ai 10 membri), di gruppo mediano (dai 10-12 ai 20-30 membri) o di grande gruppo (dai 30 membri in su).
La dialettica tra processi psicologici individuali e processi di gruppo è continua, e tramite l'esperienza gruppale è possibile
sperimentare ed osservare una serie di complesse relazioni sociali.
I membri del gruppo sono supportati dal conduttore - e si possono supportare vicendevolmente - nell'esprimere ed esplorare i propri
vissuti all'interno del gruppo ed in merito allo stesso. In generale, le difficoltà personali sono viste non solo a livello individuale, ma
anche focalizzate a livello gruppale e/o organizzativo.
 I gruppi Gestalt
La Gestalt, che potremmo chiamare terapia del " qui ed ora" incoraggia il contatto di ognuno con il proprio mondo emozionale.
L'esperienza emotiva è centrale nella determinazione delle risposte dell'individuo all'ambiente e, attraverso processi psichici e
organismici, rafforza la percezione degli stimoli, le reazioni fisiologiche, la valutazione cognitiva e in modo retroattivo riorganizza
la capacità di risposta e di re-azione emotiva. L'esperienza emotiva permette di comprendersi più a fondo, rendendo più consapevoli
le varie parti di sé; consente di esprimere se stessi con una maggiore libertà e aiuta ad affrontare in modo più efficace eventuali
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situazioni stressanti. Le emozioni sono gli organizzatori fondamentali del comportamento e dei sistemi di significato dell'individuo,
e costituiscono i processi fondanti delle relazioni sociali. Predette linee teoriche sono alla base della terapia di gruppo gestaltica.
 Terapia comportamentale
La terapia di gruppo comportamentale è - in psicologia - la psicoterapia che si occupa esclusivamente del comportamento che secondo il punto di vista dei terapeuti comportamentisti - è stato appreso all'interno del proprio ambiente o nel corso di particolari
esperienze di vita. Piuttosto che analizzare le cause inconsce che motivano il comportamento dell'individuo, il terapeuta
comportamentale vuole aiutare il gruppo a modificare i suoi comportamenti/sintomi problematici.
La metodologia utilizzata è prettamente esperienziale, con utilizzo di tecniche cognitivo-verbali, corporee, espressive ed
immaginative, tendenti a risvegliare la consapevolezza di sé ai partecipanti, delle proprie sensazioni, emozioni, dei propri pensieri e
sentimenti più profondi, in un clima di confronto e condivisione.
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Tema da fare a casa (esame di stato del 2007)
I
Individuo e gruppo Il gruppo dei pari in adolescenza e nella prima giovinezza assume un valore
ondamentale nella formazione del Sé e nel favorire e sostenere il processo di differenziazione e di
individuazione.
È, inoltre, per l’adolescente uno spazio transazionale all’interno del quale, attraverso il confronto
con i coetanei, può tollerare sentimenti di solitudine e di discontinuità, vivere esperienze di
identificazione e ricercare nuovi valori generazionali.
Il candidato, partendo dal confronto tra individuo e collettività, operi una riflessione ponendo in
evidenza:
 elementi determinanti per la classificazione dei gruppi;
 efficacia dell’intervento terapeutico in “setting” di gruppo;
 elementi che possono incidere nel determinare la qualità dell’azione svolta dal tecnico dei servizi
sociali all’interno di un gruppo.
Indicazioni per lo svolgimento (elementi da sviluppare per ogni punto)
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Punto 1: teoria generale del gruppo
Punto 2: gruppo di animazione – gruppo terapeutico (analitici, comportamentali (comportamentismo), incontro, gestalt)
Punto 3: coesione – differenziazione – inerzia sociale – deindividuazione – facilitazione – biases – pregiudizi - stereotipi
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