Documento di Analisi Ambientale - R5

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Documento di Analisi Ambientale - R5
ABC Napoli A.S.
Acqua Bene Comune Napoli
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Copia Controllata N°__________
X
Copia non controllata
STATO: QUINTA EMISSIONE
ELABORAZIONE
SIGLA
FIRMA
DATA
Su documento iniziale
presso DG/QS
24/10/2014
QS/AQ
DG/QS
OGGETTO DELLE
REVISIONI:
aggiornamenti legislativi + VERIFICA
risposta rilievo DNV
ambiente (rif. NC 109/13)
DG/LP
DG/DT
AD/LS
APPROVAZIONE
DG
REVISIONI ANALISI AMBIENTALE
TABELLA EMISSIONI
N° EMISSIONE
DATA
1
30/03/2011
PRIMA EMISSIONE
2
11/05/2011
Revisione generale del documento, Rilievi DNV visita
preliminare 14001
3
26/03/2012
Revisione generale del documento
4
05/07/2013
Revisione generale + aggiornamenti normativi + risposta
rilievo DNV (OM 27/12)
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OGGETTO DELLA REVISIONE
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INDICE
0.1
Premessa ........................................................................................................................ 4
1
CONTESTO AMBIENTALE .................................................................................................. 7
1.1
Premessa e Cenni storici ................................................................................................. 7
1.2
Contesto ambientale........................................................................................................ 9
1.2.1 Contesto ambientale: schede specifiche ............................................................... 12
1.3
Scheda A CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA NAPOLI ......................................... 12
1.4
SCHEDE B/C CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA ACERRA, AFRAGOLA;
CASORIA ..................................................................................................................................... 19
1.5
Scheda D CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA SAN SEBASTIANO (NA) ............... 23
1.6
Scheda E CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA AVELLINO E PROVINCIA
AVELLINO/ PROVINCIA BENEVENTO ........................................................................................ 25
1.7
Scheda F CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA SAN FELICE A CANCELLO (CE) .. 29
1.8
Scheda A/B/C/D/E/F CONTESTO AMBIENTALE SEDI CANTIERE TIPO/RETE
ACQUEDOTTISTICA .................................................................................................................... 32
1.9
32
2
ANALISI DEL PROCESSO PRODUTTIVO ............................................................................ 34
2.1
Fasi del processo produttivo .......................................................................................... 34
2.2
Siti ABC e fasi del processo produttivo .......................................................................... 36
3
ANALISI AMBIENTALE .................................................................................................... 40
3.1
Identificazione degli aspetti ambientali........................................................................... 40
3.2
Valutazione degli impatti ambientali ............................................................................... 44
3.3
Metodologia di determinazione del livello di significatività .............................................. 97
3.4
Schede di Valutazione Significatività ........................................................................... 103
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0.1
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Premessa
Attraverso l’analisi ambientale iniziale ABC ha identificato gli aspetti/impatti ambientali che devono
essere considerati prioritari dal sistema di gestione ambientale nonché le misure attraverso le quali
le stesse vengono tenute sotto controllo.
L’analisi ambientale è un documento dinamico che viene aggiornato al variare delle condizioni
operative/ambientali/strutturali connesse ai processi e/o ai siti gestiti da ABC, al fine di individuare
le eventuali variazioni/integrazioni/modifiche degli aspetti ambientali applicabili e dei relativi
impatti, nonché delle misure di mitigazione. L’analisi ambientale di ABC viene, comunque,
riesaminata almeno una volta l’anno dalla struttura DG/QS e, comunque, in caso di modifiche
sostanziali alle condizioni operative/ambientali/strutturali di ABC; le eventuali modifiche sostanziali
al documento di Analisi Ambientale sono riportate in sede di riesame della Direzione.
L'analisi ambientale considera l'intera gamma delle situazioni operative dell'azienda e identifica
tutti gli aspetti ambientali delle attività svolte e dei siti di pertinenza, in modo da poter determinare
quali di essi hanno o possono avere impatti ambientali significativi e sui quali sia motivabile un
impegno in termini di obiettivi e di programma ambientale.
A tal fine l'analisi ambientale persegue i seguenti obiettivi principali:
• individuare la normativa ambientale applicabile alle attività svolte nei diversi siti aziendali
per la verifica della relativa conformità e la rilevazione di eventuali carenze riguardo gli
adempimenti normativi;
• identificare le aree critiche di vulnerabilità del territorio in cui ricadono le attività/siti di abc;
• acquisire gli elementi utili ad individuare gli effetti ambientali e la loro entità delle attività
svolte nei diversi siti o legati alle varie attività aziendali, anche al fine di determinarne il
grado di efficienza ambientale ;
• identificare le necessità e le priorità di intervento per la programmazione degli interventi di
adeguamento e/o di miglioramento
• valutare la
struttura e il modello organizzativo nella gestione delle problematiche
ambientali;
• valutare il livello di formazione specifica del personale e identificare eventuali necessità
ulteriori di informazione/formazione/addestramento;
• valutare il livello di “adeguatezza ambientale” dei fornitori che lavorano per ABC;
• definire gli obiettivi e i traguardi ambientali;
• costruire un punto di riferimento oggettivo per evidenziare e valutare i miglioramenti
successivi.
Il documento fornisce un quadro della gestione delle tematiche ambientali in conformità ai requisiti
della norma UNI EN ISO 14001 ed 2004 e nel rispetto della Politica QSA di ABC.
Dal punto di vista operativo l’analisi ambientale si svolge in due momenti strettamente connessi.
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Il primo comporta l’inquadramento generale del territorio sul quale l’organizzazione opera, ciò
significa, in termini di informazioni da acquisire, inquadramento geografico, paesaggistico, storicoculturale, ambientale. Le informazioni relative acquisirsi sono acquisite presso i Comuni, le
associazioni di categoria, le fonti ufficiali.
Il secondo momento è interamente incentrato sull’analisi delle attività svolte da ABC e prevede
l’individuazione dei processi e dei siti in cui si articola l’attività svolta dall’azienda.
Il passo successivo riguarda l’individuazione e la valutazione degli aspetti ambientali connessi con
l’attività svolta, al fine di valutarne gli impatti e la loro significatività e dunque individuare le
priorità di intervento in direzione dell’adeguamento e del miglioramento ambientali.
DATI GENERALI
Denominazione sociale dell’organizzazione
ABC Napoli a.s.
Azienda Bene Comune Napoli
INFORMAZIONI GENERALI
Sede legale
Napoli
Indirizzo
Via Argine 929 - 80127 Napoli
Servizi erogati
Progettazione, costruzione, installazione, conduzione, gestione e
manutenzione di opere acquedottistiche e reti per captazione,
potabilizzazione, adduzione, sollevamento, accumulo e distribuzione di
acque destinate al consumo umano.
Erogazione di servizi di analisi chimico-fisiche e microbiologiche su
acque destinate al consumo umano.
DATI DEL RESPONSABILE DEL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE
Nome
Francesca
Cognome
Santagata
Funzione in azienda
Responsabile Sistema Qualità, Sicurezza e Ambiente
Rappresentante della Direzione
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SEZIONE 1
CONTESTO AMBIENTALE
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CONTESTO AMBIENTALE
Il capitolo espone le caratteristiche del contesto ambientale all’interno del quale si colloca
territorialmente l’attività svolta da ABC.
1.1
Premessa e Cenni storici
L’ABC Napoli, Acqua Bene Comune, è la titolare del servizio idrico della città di Napoli. L'ABC Napoli
fornisce acqua a vari gestori terzi e Comuni per un totale di oltre due milioni di abitanti; serve
circa 280.000 utenze (ovvero punti di erogazione all’utenza finale), con un volume giornaliero
medio di circa 350.000 metri cubi di fornitura idrica. Utilizza 2000 e più Km di rete di distribuzione
e otto serbatoi, con una capacità di accumulo totale pari a circa 400 milioni di litri d’acqua, dislocati
a diverse quote su tutto il territorio della città di Napoli, dal livello del mare ai 458 metri della
collina dei Camaldoli.
L'Acquedotto di Napoli nasce il 10 maggio 1885 per raccogliere le acque delle sorgenti del Serino e
distribuirle alla città di Napoli.
L'acqua è trasportata dalle sorgenti Urciuoli, in provincia di Avellino, con una condotta in pressione
DN 2000 e con un canale coperto a pelo libero, lungo circa 60 chilometri costruito a mezza costa,
in gallerie e su ponti nelle province di Avellino, Benevento e Caserta, fino alla collina di Cancello.
Dalle vasche di carico, su di essa situate, nascono condotte in pressione che alimentano i serbatoi
dello Scudillo, di San Giacomo e la centrale di Lufrano(DN 1500, DN 1200, DN 1000, DN 500).
Nell'immediato dopoguerra la società "Acquedotto di Napoli", con l'aiuto dell'esercito alleato, iniziò
lo sfruttamento della falda a est della città ("falda di Lufrano") nei comuni di Casalnuovo, Casoria,
Acerra e limitrofi. La captazione di tale falda ha rappresentato e rappresenta attualmente la riserva
idrica della città partenopea, indispensabile in tutti i momenti di carenza idrica e di maggiore
richiesta di acqua potabile, anche in occasione di fuori servizio idrico o di manutenzione degli
impianti.
A causa della continua richiesta di acqua, negli anni Sessanta la Cassa del Mezzogiorno costruì
l'Acquedotto Campano per integrare le portate nel territorio a ovest di Napoli.
Nel maggio 1959 il Comune di Napoli approvò la costituzione dell'A.M.A.N., Azienda Municipalizzata
Acquedotto di Napoli, diventata attiva nel novembre 1963, dopo l'entrata in vigore del
Regolamento Speciale. Negli anni Ottanta è stato inaugurato il nuovo acquedotto regionale della
Campania occidentale. Oggi, quindi, la città di Napoli è servita da fonti diverse per soddisfare le
necessità della sua numerosa clientela.
Nel gennaio del 1996, a seguito della legge 142/90 sul riassetto degli enti locali e dei loro enti
strutturali, il Comune di Napoli ha trasformato l'A.M.A.N. in azienda speciale, denominata Azienda
Risorse Idriche di Napoli (A.R.I.N.).
Nell'ottobre 2000 il consiglio comunale di Napoli ha approvato la delibera per la trasformazione
dell'A.R.I.N. in società per azioni.
Nel 2012 il Consiglio Comunale ha deliberato la trasformazione della società ARIN Spa in azienda
speciale del comune di Napoli, modificandone anche la denominazione in Acqua Bene Comune
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Napoli. Tale trasformazione, dopo i processi tecnico-amministrativi, è divenuta operativa a partire
da aprile 2013. La sede legale di ABC Napoli a.s. è situata in Via Argine n. 929- 80047 Napoli.
Oltre alla sede legale l’organizzazione ha varie sedi operative ed unità locali, dislocate sul territorio
di Napoli e lungo tutta la fascia di adduzione, a partire dalle Sorgenti di Serino fino alla città di
Napoli, e ricadenti nella provincia di Avellino, Caserta e Benevento; tali unità locali sono di seguito
riportate, accorpate per zone territorialmente similari:
2
3
4
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
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21
22
23
SEDE CENTRALE VIA ARGINE (FRONT OFFICE +
NAPOLI
UFFICI+LABORATORIO + asilo nido)
SEDE OPERATIVA POGGIOREALE
NAPOLI
SEDE SAN LAZZARO
NAPOLI
AGENZIA VENTAGLIERI (FRONT OFFICE)
NAPOLI
SERBATOIO SCUDILLO
NAPOLI
CENTRALE SCUDILLO
NAPOLI
SERBATOIO CAPODIMONTE
NAPOLI
CENTRALE CAVE DI CAPODIMONTE
NAPOLI
SERBATOIO CANGIANI
NAPOLI
CENTRALE CANGIANI
NAPOLI
SERBATOIO S.GIACOMO
NAPOLI
CENTRALE S.GIACOMO
NAPOLI
SERBATOIO CAMALDOLI
NAPOLI
Serbatoio Quota 100
NAPOLI
Serbatoio Pianura
NAPOLI
Serbatoio Chiaiano
NAPOLI
SEDE REGI LAGNI
ACERRA (NA)
CAMPO POZZI ACERRA (AIR - VALLICCHIO)
AFRAGOLA (NA)
CAMPO POZZI LUFRANO (AIR -SN)
CASORIA (NA)
CENTRALE LUFRANO
CASORIA (NA)
MAGAZZINO
CASORIA (NA)
SERBATOIO S. SEBASTIANO
S. SEBASTIANO (NA)
24
Manufatto Tronti
AVELLINO
25
Atripalda
AVELLINO
26
Arpaia
BENEVENTO
27
SORGENTI BASSE – URCIUOLI
CESINALI (AV)
28
SORGENTI ALTE - ACQUARO PELOSI
SERINO (AV)
29
CAMPO POZZI CANCELLO
S. FELICE A CANCELLO (CE)
30
COLLINA DI CANCELLO (QUOTE 90, 245, 313 e 275) S. FELICE A CANCELLO (CE)
31
CANTIERE
TIPO
MANUTENZIONE
32
RETE ACQUEDOTTISTICA
1
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DI
REALIZZAZIONETUTTI I PRECEDENTI
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Zona A
ZONA B
ZONA C
ZONA D
ZONA E
ZONA F
TUTTE
LE
PRECEDENTI
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1.2
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Contesto ambientale
L’analisi del contesto ambientale è stata effettuata suddividendo le sedi in base alla loro
collocazione geografica. Per ogni zona individuata è stata definita una specifica scheda di contesto
ambientale in cui sono stati individuati i seguenti elementi:
•
Posizione geografica
•
Habitat sensibili nelle vicinanze
•
Geologia del sito, suolo e sottosuolo
A tal fine, come premessa agli aspetti riportati nelle specifiche schede di zona individuate, sono
state considerate le caratteristiche generali (dal punto di vista dell’inquadramento territoriale,
idrografico, idrogeologico, etc …) di quella parte del territorio campano in cui ricadono le zone
individuate per le varie sedi/unità locali di ABC e che in linea di massima corrisponde al territorio
dell’Ambito Territoriale Ottimale n° 2 (ATO 2), denominato “Napoli – Volturno”, con particolare
riferimento a quelle considerate d’interesse per le unità locali di ABC.
Inquadramento territoriale
Il territorio in cui risiedono le unità locali di ABC ricade per la maggior parte nel territorio campano
dell’Ambito Territoriale Ottimale n° 2 (ATO 2), denominato “Napoli – Volturno”, costituito
dall’ampia fascia nord occidentale della regione Campania che, partendo dalle catene montagnose
al confine con le Regioni Lazio e Molise, si estende verso sud sino alle falde del Vesuvio che ne
costituiscono il limite meridionale ed abbraccia 136 Comuni (tra i quali si annoverano due città
capoluogo: Caserta e Napoli): tutti i Comuni della provincia di Caserta (104 Comuni) e 32 Comuni
della provincia di Napoli.
Sull’ ATO si esercita la competenza dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico dell’Appennino
Meridionale.
Sono, altresì, ricompresi sul suo suolo, i territori di pertinenza dei seguenti Consorzi di Bonifica:
- degli Aurunci;
- del Sannio Alifano;
- degli Stagni di Marcianise;
- di Conca di Agnano;
- del Bacino Inferiore del Volturno (per parte del territorio);
- delle Paludi di Napoli e Volla.
Idrografia
La rete idrografica dell’intero territorio campano considerato è organizzata su sei arterie principali,
con i relativi bacini:
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- Il fiume Volturno, classificato come corso d’acqua di livello nazionale, il cui bacino idrografico ha
un’estensione totale di circa 6340 km2 e si divide in due sub bacini: il primo, relativo all’asta
principale del Volturno (175 km di lunghezza) il secondo relativo al fiume Calore, (132 km).
- Il fiume Liri-Garigliano
- Il canale Agnena
- Il fiume Savone
- Il canale dei Regi Lagni che attraversa il territorio dell’ATO per circa 57 km e in cui affluiscono
complessivamente circa 120 km di canalizzazioni secondarie. Il relativo bacino ha una estensione
di circa 1.300 km2 ed è delimitato a Nord dall’argine sinistro del Fiume Volturno e dai Monti
Tifatini, a sud dai Campi Flegrei e dalle pendici settentrionali del Somma Vesuvio e ad Est dalle
pendici dei Monti Avella. Tale superficie, dal punto di vista morfologico, può essere suddivisa in
un’area montana e pedemontana, dell’estensione di circa 550 kmq, caratterizzata da pendici
piuttosto acclivi (i sottobacini di maggiore interesse sono quelli del torrente Boscofangone, del
Gaudo, del Quindici, del lagno di Somma, di Spirito Santo, di Avella), e da una zona di pianura,
estesa cir-ca 750 kmq, caratterizzata dalla presenza del canale dei Regi Lagni, di lunghezza di
circa 55 km, che costituisce in pratica l’unico recapito delle acque meteoriche provenienti dalle
campagne attraversate e dalla maggior parte dei comuni presenti nell’area;
- il bacino di Volla: la piana di Volla, situata nella zona orientale di Napoli, era originariamente
interessata da una copiosa circolazione idrica superficiale in gran parte alimentata da antiche
sorgenti ormai prosciugate. L’antico F. Sebeto costituiva il recapito principale di tali deflussi. La
piana di Volla, attualmente priva di una rete idrografica superficiale efficiente per lo smaltimento
delle acque meteoriche, risulta soggetta a fenomeni d’allagamento, divenuti di recente più gravosi
anche a seguito del cessato emungimento e della conseguente risalita della falda freatica, in
precedenza utilizzata per scopi acquedottistici.
- l’alveo Camaldoli che ha una lunghezza complessiva di circa 25 km, realizzato dai Borbone nel
corso del XIX secolo per incanalare e reggimentare le acque di origine meteorica provenienti dalla
collina dei Camaldoli.
I bacini lacustri di maggior interesse sono il lago Matese, inserito nella catena del Matese, che
misura un’estensione di circa 435 ha ed il lago di Vallechiano con estensione di circa 82 ha.
Entrambi i laghi ricadono nel bacino del fiume Volturno. A questi si aggiungono il lago Patria, che si
estende per circa 200 ha, ha una profondità modesta e recapita direttamente a mare, poco a Nord
del litorale di Licola. Infine vi sono i laghi di origine vulcanica ubicati nell’area flegrea: Lucrino,
Averno, Fusaro e Miseno che raggiungono in totale un estensione di circa 200 ha e recapitano in
parte nel Golfo di Pozzuoli ed in parte nel Mar Tirreno
Inquadramento idrogeologico
Dal punto di vista idrogeologico, il territorio considerato è delimitato ad Ovest e Sud-Ovest dal mar
Tirreno, ad Ovest dal vulcano di Roccamonfina e dal fiume Garigliano (nella porzione terminale), a
Nord e Nord-Est dai monti del Matese, a Est dalla dorsale di Avella, a Sud-Est dal Somma-Vesuvio,
a Sud dai Campi Flegrei.
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Il sistema di circolazione idrica sotterranea è influenzato sia dalle strutture idrogeologiche ricadenti
nel territorio considerato che da quelle a contorno, che in maniera più o meno marcata ne
influenzano la circolazione idrica sotterranea, come i distretti vulcanici, la grande Piana Campana e
i massicci carbonatici a contorno, compreso il massiccio del Terminio Tuoro le cui risorse (sorgenti
di Serino) contribuiscono significativamente al soddisfacimento dei fabbisogni idropotabili del
territorio dell’ATO2.
Relativamente alla Piana Campana e alle strutture vulcaniche, si ritrovano in affioramento depositi
piroclastici e alluvionali risalenti al Quaternario. Il grado di permeabilità, in questi litotipi, è molto
variabile in relazione alla granulometria. Gli acquiferi sono interessati da più falde sovrapposte,
riconducibili ad un unico schema di circolazione idrica sotterranea. Detti acquiferi sono
generalmente molto produttivi ma facilmente inquinabili, sono alimentati non solo dalle acque di
infiltrazione diretta, ma anche dalle falde basali degli adiacenti massicci carbonatici, i quali sono
molto permeabili per fatturazione e carsismo. La circolazione idrica interessa soprattutto la parte
basale degli acquiferi, anch’essi ad elevata potenzialità e produttività. Le acque sotterranee
emergono generalmente concentrate in importanti sorgenti, le cui portate oscillano da alcune
centinaia ad alcune migliaia di litri al secondo. Da dette sorgenti traggono alimentazione tutti i
principali acquedotti per uso potabile della Campania oltre che l’Acquedotto Pugliese; infatti, gli
acquiferi risultano ben protetti dai fenomeni di inquinamento, soprattutto per la pressoché totale
assenza di attività antropiche altamente inquinanti e per la notevole profondità della falda (anche
diverse centinaia di metri rispetto al piano campagna).
Le sorgenti di Serino (Acquaro-Pelosi e Urciuoli) scaturiscono nella Valle del Sabato, al contatto
tettonico tra i calcari mesozoici ed i depositi argilloso-marnoso-arenacei che costituiscono il
substrato impermeabile della stessa valle. Tale contatto è sepolto da una potente coltre
detriticoalluvionale.
Le sorgenti Acquaro-Pelosi , facendo riferimento agli anni intercorsi tra il 1962 ed il 1998,
presentano i valori massimi di portata nel periodo compreso tra i mesi di marzo e di maggio,
mentre, i massimi di piovosità, registrati al pluviometro ubicato all'interno del comprensorio di
Acquaro, si verificano tra novembre e gennaio. Ne consegue un "tempo di risposta" (inteso come
quello intercorrente tra il massimo di pioggia ed il massimo delle portate) variabile tra 3 e 4 mesi:
dato, questo, che non contrasta né con la genesi né con l'ampiezza del bacino di alimentazione
delle due scaturigini.
La sorgente di Urciuoli è caratterizzata da un idrogramma sorgivo più modulato, se confrontato
con quello delle scaturigini Acquaro-Pelosi. Ciò è dovuto al fatto che queste ultime sono
preferenzialmente alimentate, per via diretta, dall'acquifero del Terminio-Tuoro, tramite il substrato
carbonatico esistente immediatamente al di sotto della coltre alluvionale, dalla quale scaturiscono
le acque; sul regime della sorgente in esame, incide, invece, l'azione modulatrice che viene
esercitata dall'ultimo tratto di acquifero alluvionale che la falda, dopo il trabocco dallo stesso
massiccio, percorre fino al punto di recapito.
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Per quanto attiene ai massimi di portata, essi si registrano tra i mesi di maggio e luglio, risultando
pertanto ritardati, di circa due mesi, rispetto a quanto evidenziato per le sorgenti Acquaro-Pelosi.
Ciò è in accordo con il citato ruolo di modulazione esercitato dalla coltre detritico-alluvionale
1.2.1 Contesto ambientale: schede specifiche
1.3
Scheda A CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA NAPOLI
A.1 Posizione geografica
Napoli sorge al centro dell'omonimo golfo, dominato dal massiccio vulcanico del Vesuvio e
delimitato ad est dalla penisola sorrentina con Punta Campanella, ad ovest dal golfo di Pozzuoli
con Capo Miseno, a settentrione dalle appendici dell'Appenino Campano.
La città storica è andata sviluppandosi preminentemente sulla costa; il primo nucleo della città fu
costituito dall'isolotto di Megaride, ove coloni greci diedero avvio al primo emporio commerciale
che comportò lo sviluppo della città odierna. Il territorio di Napoli è composto prevalentemente da
colline (molti di questi rilievi superano i 150 metri d'altezza per giungere fino ai 452 m della
Collina dei Camaldoli) sulle quali sono nati veri e propri quartieri e/o rioni storici, ma anche da
isole, insenature e penisole a strapiombo sul Mar Tirreno.
L'intero territorio ha una storia geologicamente complessa: il substrato recente è composto per lo
più da detriti di varia natura vulcanica.
La morfologia dell'area e lo sviluppo della sua attività eruttiva sono state condizionate da due
grandi eruzioni avvenute intorno a 34000 e 12000 anni fa. Queste eruzioni hanno lasciato vasti
depositi chiamati, rispettivamente, Ignimbrite Campana e Tufo Giallo Napoletano
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A.2 Habitat sensibili nelle vicinanze
NOTA: il concetto di vicinanza è commisurato alla portata degli impatti dell’attività aziendale
sull’ambiente: sono infatti da considerarsi “vicine” soltanto realtà a distanze tali da risentire di tali
impatti (nel caso di piccole e medie imprese non è necessario analizzare ambienti non realmente
interessati dall’attività).
Presenza di riserve naturali?
Presenza
protette?
di
parchi
o
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SI’
aree
SI’
Le aree naturali protette in Campania raggiungono una
superficie di circa il 25% sulla superficie totale (sup.
territoriale della Campania = 1.359.533 ha, sup.
territoriale aree protette della Campania = 340.000 ha
circa). In particolare quelle rientranti nella provincia di
Napoli hanno una superficie di circa il 20% sul totale
della superficie provinciale (sup. territoriale della
provincia di Napoli = 117.114 ha, sup. territoriale aree
protette della provincia di Napoli = 23.225 ha circa).
Le aree protette presenti sul territorio della provincia di
Napoli sono suddivise nelle seguenti tipologie: Parco
Nazionale, Riserva Statale, Riserva Marina, Parco
Regionale, Riserva regionale, Zona di tutela biologica,
Area Naturale, Siti di Importanza Comunitaria (Siti
Bioitaly), Oasi del WWF. .
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Presenza di bacini idrici?
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SI
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Le acque marine e costiere costituiscono un
ecosistema di fondamentale importanza, perché sono
queste che, ad esclusione degli sversamenti di
inquinanti in mare dovuti ad incidenti navali o a
scarichi di rifiuti di vario genere, natura e entità
(sempre ad opera di navi), sono più sottoposte agli
effetti ed ai fenomeni di inquinamento prodotti dalle
attività antropiche delle popolazioni rivierasche.
Sono infatti proprio le zone costiere quelle in cui
l’ambiente marino e quello costiero si incontrano, si
influenzano ed interagiscono tra loro; è opportuno
rilevare che in queste zone, che occupano meno del
15% della superficie della terra, vive il 60% della
popolazione del mondo e anche il territorio della
Provincia di Napoli rientra pienamente in questo range
con il 52% della popolazione totale.
Le coste sono sottoposte a fenomeni dinamici che le
modificano a volte profondamente; l’erosione costiera
conseguente alle attività e agli interventi antropici o a
cause naturali è un fenomeno molto diffuso. Oltre ai
fenomeni di erosione costiera è di fondamentale
importanza il mantenimento di elevati standards di
qualità delle acque ai fini della conservazione degli
habitats (flora e fauna), fondamentali sia per il
mantenimento sia delle attività di pesca ed
acquacultura che per il turismo delle zone costiere.
Per quanto concerne le sedi ABC Napoli, per la
gestione del servizio idrico, sono situate in zone di
Napoli che non impattano su aree marine e costiere
Tali sedi non si collocano, dunque, in una zona di
particolare interesse ambientale in relazione alla
gestione delle risorse idriche della città, inoltre,
considerato che in tali sedi non vengono svolte attività
produttive, i consumi di acqua sono assoggettabili
all’uso domestico e dunque gestiti come tali attraverso
il sistema idrico urbano.
Per quanto riguarda le sedi di ABC Napoli individuate
nell’elenco come “serbatoi e centrali” in tali sedi
l’attività principale è la conservazione dell’acqua
destinata alla successiva erogazione.
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Presenza di siti di particolare
interesse?
Architettonico?
SI
Storico-culturale ?
SI
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Si definiscono aree archeologiche tutte quelle parti di
territorio in cui vi sono reperti antichi, visibili e non.
Non tutte sono facilmente individuabili, in quanto, oltre
ai reperti chiaramente emergenti dalla superficie
terrestre, vi sono zone archeologiche occultate, che
sono tuttavia riconoscibili, grazie a foto aeree, a foto a
raggi infrarossi, o alla particolare conformazione del
terreno, o ancora che si rilevano grazie ad un evento
occasionale, come l’aratura. E’ chiaro comunque che
qualsiasi porzione di territorio, in cui fino ad oggi non è
stata individuata un’area archeologica, può nascondere
reperti antichi.
Napoli è un’area ricca di storia, in cui il patrimonio
archeologico è estremamente frammentato, ma di
gran valore; caratterizzata dalla presenza di numerosi
monumenti architettonici e dalla bellezza dei luoghi.
Le attività e i siti di ABC non impattano direttamente
sul patrimonio architettonico né storico culturale della
città se non per gli interventi di manutenzione
condotte che potrebbero comportare l’attività di
cantiere su aree di particolare interesse.
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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A.3 Geologia del sito
Il territorio della Provincia di Napoli presenta una notevole variabilità di costituzione litologica, pur
nell’ambito di un’estensione relativamente contenuta. Vi si possono riconoscere almeno tre
“domini” ben distinti per genesi e per modalità di evoluzione geomorfologica:
1. Area dei rilievi carbonatici: sub-area Penisola Sorrentina-Isola di Capri e sub-area Mti Lattari e
M.ti di Sarno ed Avella
2. Edificio vulcanico del Somma-Vesuvio
3. Territorio flegreo continentale ed insulare
Relativamente alla geologia del sito occorre premettere che, in considerazione della poca
significatività degli impatti sul suolo e/o sottosuolo dei siti ABC interessati, non si è ritenuto
necessario procedere ad un’azione di carotaggio al fine di ottenere la puntuale conformazione del
terreno, solo per interventi sulla rete e dunque nel caso di scavi specifici vengono effettuate, se
previste come necessarie nel progetto, specifiche attività di carotaggio
Come noto, il sottosuolo della Città di Napoli è costituito da prodotti piroclastici, sia sciolti che
litoidi, granulometricamente e litologicamente diversi tra loro e caratterizzati da reciproci rapporti
geometrici molto variabili sia in senso orizzontale che verticale. L’agglomerato urbano di Napoli ed
il relativo territorio comunale si estendono all’interno di una regione vulcanica comprendente ad
occidente i Campi Flegrei e,ad oriente, il Somma Vesuvio.
La città sorge per la maggior parte su terreni la cui genesi è strettamente legata all’attività
vulcanica dei Campi Flegrei, solo ad oriente si estende verso le falde del Somma – Vesuvio, dove si
rinvengono anche i prodotti di quest’ultimo vulcano.
Inquadramento siti ABC
Sebbene ci troviamo di fronte ad un territorio estremamente complesso dal punto di vista
geologico, l’interesse dal punto di vista dell’impatto ambientale per l’allocazione della sede legale di
Via Argine e delle sedi operative di Via Poggioreale e di Via San Lazzaro è comunque relativo, di
maggior rilevanza sono invece da considerare i siti in cui si svolgono le attività produttive di ABC.
Tuttavia, ai fini di una maggiore completezza dell’analisi, si riportano di seguito informazioni in
merito alle attività/caratteristiche relative ai tutti i siti di seguito elencati, anche per quelli a minor
impatto dal punto di vista ambientale.
Tali siti sono classificabili in:
•
serbatoi e centrali
•
sede di via argine (compreso il laboratorio di analisi)
•
Siti operativi (Poggioreale e San Lazzaro)
SERBATOI e CENTRALI
Nei Siti denominati come serbatoi vengono svolte prevalentemente attività di verifica ed ispezione
degli impianti ivi esistenti; all’occorrenza o su programmazione, sia sulle centrali che sui serbatoi
vengono svolte attività di manutenzione idraulica e/o elettrica ed elettromeccanica.
In tali siti sono presenti serbatoi contenenti l’acqua da distribuire nella rete idrica.
I principali impatti riguardano il consumo della risorsa idrica e il consumo energetico.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SEDE VIA ARGINE
LABORATORIO:
Il Processo «Garanzia Qualità Acqua» ha l’obiettivo di controllare la qualità dell’acqua distribuita
all’utenza attraverso la misura e il monitoraggio dei parametri chimico-fisici e microbiologici
individuati dalle vigenti disposizioni di Legge in materia. All’interno di ABC, tale processo è gestito
dal Laboratorio di analisi (Area Controllo Acque). In particolare gli impatti delle attività effettuate
nel laboratorio potrebbero derivare da eventuali sversamenti accidentali in fognatura di sostanze
chimiche e dalla produzione di rifiuti speciali, pericolosi e non. Tutte le sostanze sono manipolate e
conservate riducendo al minimo il rischio di eventuali sversamenti. Le sostanze chimiche stoccate
al magazzino del laboratorio sono correlate di schede di sicurezza. Le sostanze sono conservate e
maneggiate nel rispetto di quanto stabilito dalle schede di sicurezza e utilizzando apposite vasche
di contenimento per lo stoccaggio delle stesse, per ridurre al minimo il rischio di eventuali
sversamenti. I lavoratori sono informati, anche attraverso adeguata cartellonistica, che non vanno
sversate sostanze pericolose nei lavabi. Sono predisposte idonee modalità di raccolta e gestione
delle sostanze da smaltire, derivanti dalle attività di laboratorio.
Vengono inoltre svolte prevalentemente attività di ufficio tecnico-amministrative, attività di
sportello (presso l’Agenzia), oltre alle attività di laboratorio sopra descritte.
SEDE AMMINISTRATIVA
Presso il sito sono presenti:
piccole quantità di rifiuti, derivanti dalle attività di ufficio/piccola manutenzione
elettrica/idraulica effettuate presso il sito, gestite secondo quanto prevista dalla procedura
aziendale di riferimento/normativa applicabile;
un gruppo elettrogeno a servizio del sito e un garage-autoparco, i cui impatti sono stati
valutati e per essi è stato richiesto ed ottenuto CPI.
impianti di condizionamento e refrigerazione, a servizio del sito, per i quali vengono effettuati,
secondo la normativa vigente applicabile, controlli periodici di efficienza energetica e per
rilevare la eventuale presenza di fughe
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SITI OPERATIVI (Poggioreale/San Lazzaro)
Poggioreale:
Vengono svolte prevalentemente attività di ufficio tecnico-amministrative e attività di
movimentazione di materiale ed attrezzature in uso alle squadre operative. Tale sito rappresenta la
base logistica per le squadre operative che svolgono attività di manutenzione idraulica sul territorio
napoletano. E’ presente anche una postazione di telecontrollo degli impianti.
Presso il sito sono presenti:
o piccole quantità di rifiuti, derivanti dalle attività di manutenzione effettuate presso i cantieri
dalle squadre operative, gestite secondo quanto previsto dalla procedura aziendale di
riferimento/normativa applicabile
o impianti termici (con potenza < 35 KW) e di condizionamento e refrigerazione con gas ad
effetto serra per i quali vengono effettuati controlli periodicisecondo la normativa vigente
applicabile, rispettivamente del rendimento di combustione e dell’assenza di
fughe/efficienza energetica
o un gruppo elettrogeno a servizio del sito e un autoparco a servizio dei mezzi delle squadre
operative, i cui impatti sono stati valutati e per essi è stato richiesto ed ottenuto CPI.
San Lazzaro:
Vengono svolte prevalentemente attività di ufficio, attività di manutenzione elettronica e attività di
movimentazione di materiale ed attrezzature in uso alle squadre operative. Tale sito rappresenta la
base logistica per le squadre operative che svolgono attività di manutenzione elettrica ed
elettromeccanica sul Sistema gestito da ABC
Presso il sito sono presenti:
o
piccole quantità di rifiuti, derivanti dalle attività di manutenzione effettuate presso i cantieri
dalle squadre operative, gestite secondo quanto prevista dalla procedura aziendale di
riferimento/normativa applicabile;
o
impianti termici (con potenza < 35 KW) per i quali vengono effettuati controlli periodici,
secondo la normativa vigente applicabile, del rendimento di combustione.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
1.4
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SCHEDE B/C CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA ACERRA, AFRAGOLA; CASORIA
B/C.1
Posizione geografica
I comuni di Acerra, Afragola e Casoria occupano una vasta area della pianura di Napoli nel
quadrante nord-orientale e si collocano nel cuore dell'antica Campania felix, in passato l'area più
fertile della penisola italica.
Si tratta di quello che è storicamente il maggiore centro dell'entroterra campano, collocato tra la
via Sannitica (il vialone voluto da Carlo III di Borbone per collegare la Reggia di Caserta con la
capitale del Regno delle Due Sicilie) e la via Appia in posizione pressoché equidistante tra Napoli
(15 chilometri) e Caserta (18 chilometri).
L'abitato prosegue quasi senza soluzione di continuità a sud verso Napoli, a est verso Nola e a
nord e a ovest verso Caserta e Aversa, trovandosi al centro di una conurbazione di circa 18
comuni per quasi 800mila abitanti
Per l'esattezza sono situate nella piana dei regi lagni, caratterizzata dalla presenza del canale
dei Regi Lagni, di lunghezza di circa 55 km, che costituisce in pratica l’unico recapito delle
acque meteoriche provenienti dalle campagne attraversate e dalla maggior parte dei comuni
presenti nell’area
B/C.2
Habitat sensibili nelle vicinanze
NOTA: il concetto di vicinanza è commisurato alla portata degli impatti dell’attività aziendale
sull’ambiente: sono infatti da considerarsi “vicine” soltanto realtà a distanze tali da risentire di tali
impatti (nel caso di piccole e medie imprese non è necessario analizzare ambienti non realmente
interessati dall’attività).
Presenza di riserve naturali?
Presenza
protette?
di
parchi
o
Documento di Analisi Ambientale R5
NO
aree
NO
Le sedi ABC situate nei comuni di Acerra, di Afragola e
Casoria non sono situate in zone dove si individuano
riserve naturali o parchi protetti
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Presenza di bacini idrici?
SI’
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Per quanto concerne le sedi ABC situate nel comune di
Acerra e di Casoria, denominate “sede RR.LL” e
“Magazzino”, essendo situate in zone in cui non sono
presenti acque marine e costiere, esse non si collocano
in una zona di particolare interesse ambientale in
relazione alla gestione delle risorse idriche; inoltre ,
considerato che in tali sedi non vengono svolte attività
produttive i consumi di acqua sono assoggettabili
all’uso domestico e dunque gestiti come tali attraverso
il sistema idrico urbano.
Per quanto riguarda le sedi ABC nel comune di
Afragola e Casoria, individuate come “Campo Pozzi”,
esse si collocano, invece, in una zona di particolare
interesse ambientale per la presenza di falde acquifere
essendo punti di emungimento; l’attività principale di
ABC, che consiste nel prelievo di acqua destinata alla
successiva erogazione, risulta essere di notevole
interesse ed impatto ambientale come consumo di
risorse idriche ed è disciplinata dalle relative
concessioni per gli emungimenti.
Presenza di siti di particolare
interesse?
Architettonico?
Storico-culturale ?
Documento di Analisi Ambientale R5
NO Nelle vicinanze delle sedi ABC di Acerra non sono
presenti aree di interesse architettonico o storicoculturale.
Il territorio comunale di Afragola e Casoria, invece, è
disseminato di chiese e cappelle, quasi tutte di
rilevante interesse storico-artistico, architettonico o
NO’
culturale, gli edifici di culto sono quasi tutti situati
nell'abitato principale del Comune; le sedi ABC di
Afragola e Casoria non sono però collocate nelle
vicinanze di aree di interesse architettonico o storicoculturale
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
B/C.3
PAG 21 DI 112
Geologia del sito
Le acque sotterranee presenti nella piana campana in corrispondenza del bacino scolante dei Regi
Lagni rappresentano, conformemente al DLgs 152/06, accumuli d’acqua significativi
caratterizzandosi con:
•
falde freatiche e profonde contenute in formazioni permeabili
•
orizzonti saturi di grande estensione e continuità
•
notevole importanza idrogeologica
•
rilevante significato ecologico
Inquadramento siti ABC
Le sedi ABC di Acerra, Afragola e Casoria si collocano nel bacino idrogeologico dei Regni Lagni.
Tali siti sono :
•
REGI LAGNI
•
MAGAZZINO
•
CAMPO POZZI ACERRA (AIR - VALLICCHIO)
•
CAMPO POZZI LUFRANO (AIR -SN)
•
CENTRALE LUFRANO
SEDE REGI LAGNI:
Vengono svolte prevalentemente attività di ufficio tecnico-amministrative e attività di
movimentazione di materiale ed attrezzature in uso alle squadre operative. Tale sito rappresenta la
base logistica per le squadre operative che svolgono attività di manutenzione idraulica sul territorio
napoletano e casertano.
In termini di impatto sulla geologia del sito è presente in questa sede un serbatoio non interrato di
gpl, a servizio dell’impianto termico il cui impatto è stato debitamente valutato e per cui è stato
richiesto ed ottenuto CPI.
Lo scarico dei reflui civili avviene in vasca a tenuta. La vasca a tenuta è sottoposta periodicamente
a prova di tenuta per verificare la presenza di eventuali perdite che potrebbero tradursi in
sversamenti nel suolo e nel sottosuolo.
Presso la sede sono anche presenti:
-
serbatoi non interrati contenenti ipoclorito di sodio. I serbatoi sono dotati di intercapedine
di tenuta, e kit antispandimento;
-
piccole quantità di rifiuti, derivanti dalle attività di manutenzione effettuate presso i cantieri
dalle squadre operative, gestite secondo quanto prevista dalla procedura aziendale di
riferimento/normativa applicabile;
-
impianti termici (con potenza < 35 KW) e di condizionamento e refrigerazione con gas ad
effetto serra per i quali vengono effettuati controlli periodici, secondo la normativa vigente
applicabile, rispettivamente del rendimento di combustione e dell’assenza di fughe/
efficienza energetica.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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MAGAZZINO
Il magazzino ha sede a Casoria (NA). Nel magazzino sono stoccati i materiali utilizzati dall’ABC
nelle proprie attività ed eventuali sostanze chimiche stoccate a magazzino sono correlate di schede
di sicurezza.
Presso il sito sono anche presenti:
- una vasca a tenuta per lo stoccaggio e lo smaltimento dei reflui domestici. La vasca a tenuta è
sottoposta periodicamente a prova di tenuta per verificare la presenza di eventuali perdite che
potrebbero tradursi in sversamenti nel suolo e nel sottosuolo
- piccole quantità di rifiuti, derivanti dalle attività di manutenzione effettuate presso i cantieri dalle
squadre operative, gestite secondo quanto prevista dalla procedura aziendale di
riferimento/normativa applicabile
- impianti termici (con potenza < 35 KW) e di condizionamento e refrigerazione con gas ad effetto
serra) per i quali vengono effettuati controlli periodici, secondo la normativa vigente applicabile,
rispettivamente del rendimento di combustione e dell’assenza di fughe
CAMPO POZZI ACERRA (AIR - VALLICCHIO) e CAMPO POZZI LUFRANO (AIR -SN):
Sono i siti da cui viene emunta e distribuita l’acqua, non sono presenti pericoli di sversamenti nel
suolo, l’impatto sulla geologia del sito non è significativo se non dal punto di vista dei consumi di
acqua (quale risorsa naturale del sottosuolo) disciplinati dalle relative concessioni. Altro impatto è
connesso al consumo di energia elettrica.
CENTRALE LUFRANO:
Presso la centrale di Lufrano sono presenti serbatoi non interrati contenenti ipoclorito di sodio. I
serbatoi sono provvisti di vasca di contenimento e kit antispandimento.
Presso la sede è presente una centrale di sollevamento dove vengono svolte all’occorrenza o su
programmazione attività di manovra e/o manutenzione idraulica e/o elettrica ed elettromeccanica.
Il principale impatto è connesso al consumo di energia elettrica
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
1.5
PAG 23 DI 112
Scheda D CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA SAN SEBASTIANO (NA)
D.1 Posizione geografica
Comune vesuviano con più di novemilacinquecento abitanti, a 14 chilometri dal centro di Napoli,
sorto sulle pendici del Vesuvio in panoramico affaccio sul golfo di Napoli. Il territorio comunale
confina con quello di Napoli. Oggi fa parte dell'area metropolitana di Napoli e rientra nel comuni
che ospitano il parco Nazionale del Vesuvio.
D.2 Habitat sensibili nelle vicinanze
NOTA: il concetto di vicinanza è commisurato alla portata degli impatti dell’attività aziendale
sull’ambiente: sono infatti da considerarsi “vicine” soltanto realtà a distanze tali da risentire di tali
impatti (nel caso di piccole e medie imprese non è necessario analizzare ambienti non realmente
interessati dall’attività).
Presenza di riserve naturali?
Presenza
protette?
di
parchi
o
SI
aree
Presenza di bacini idrici?
SI
San Sebastiano al Vesuvio è uno dei comuni situati nel
Parco Nazionale del Vesuvio.
NO
Per quanto concerne la sede ABC di San Sebastiano
essa è situata in una zona in cui non sono presenti
acque marine e costiere, inoltre in tale sede non
vengono svolte attività produttive, i consumi di acqua
sono assoggettabili all’uso domestico e dunque gestiti
come tali attraverso il sistema idrico urbano. In tale
sede l’attività principale è la conservazione dell’acqua
destinata alla successiva erogazione.
SI
San Sebastiano è un’area ricca di storia, in cui il
patrimonio
archeologico
è
estremamente
frammentato, ma di gran valore; caratterizzata dalla
presenza di numerosi monumenti architettonici e dalla
bellezza dei luoghi. Le attività di ABC riguardano la
Presenza di siti di particolare
interesse?
Architettonico?
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Storico-culturale ?
SI
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semplice conservazione dell’acqua potabile destinata
alla successiva erogazione e quindi non impattano sul
patrimonio architettonico – storico culturale
Per ogni area la Provincia di Napoli ha elaborato una
tabella (A3 Aree archeologiche) con un elenco delle
presenze archeologiche più rilevanti e della loro
accessibilità, l’area in cui il sito è inserito è presente in
tale tabella, se ne deduce che l’intero territorio è
interessato dalla presenza di siti “censiti” di particolare
interesse Architettonico o Storico Culturale
D.3 Geologia del sito
Il territorio della Provincia di Napoli presenta una notevole variabilità di costituzione litologica, pur
nell’ambito di un’estensione relativamente contenuta. Vi si possono riconoscere almeno tre
“domini” ben distinti per genesi e per modalità di evoluzione geomorfologica:
1. Area dei rilievi carbonatici : sub-area Penisola Sorrentina-Isola di Capri e sub-area Mti Lattari e
M.ti di Sarno ed Avella
2. Edificio vulcanico del Somma-Vesuvio
3. Territorio flegreo continentale ed insulare
Relativamente alla geologia del sito occorre premettere che, in considerazione della poca
significatività degli impatti sul suolo e/o sottosuolo prodotti dalle attività svolte dall’ABC nella sede
di riferimento, non si è ritenuto necessario procedere ad un’azione di carotaggio al fine di ottenere
la puntuale conformazione del terreno.
Inquadramento siti ABC
La sede ABC sita nel Comune di San Sebastiano al Vesuvio è denominata SERBATOIO SAN
SEBASTIANO
Nel Sito vengono svolte prevalentemente attività di verifica ed ispezione degli impianti ivi esistenti;
all’occorrenza o su programmazione, vengono svolte attività di manutenzione idraulica.
In tale sito è presente un serbatoio contenente l’acqua da distribuire nella rete idrica.
I principali impatti riguardano il consumo della risorsa idrica.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
1.6
PAG 25 DI 112
Scheda E CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA AVELLINO E PROVINCIA AVELLINO/
PROVINCIA BENEVENTO
E.1 Posizione geografica
La città è situata nel cuore di una grande conca dell'Appennino Campano dominata dai massicci
montuosi dei Picentini e del Partenio ed è circondata a sud-ovest dal monte Faliesi e a nord-est dal
Montevergine, il più importante e famoso monte del Partenio, meta di pellegrinaggio per venerare
la Madonna di Montevergine nel Santuario benedettino del XII secolo, posto sul monte a 1272 m.
La città è attraversata da alcuni corsi d'acqua: il Rigatore, il San Francesco ed il Fenestrelle,
affluenti del fiume Sabato, oggi molto impoveriti ed in parte interrati.
I dintorni del centro urbano sono rigogliosi di vegetazione.
Il nucleo originario della città, Abellinum, si formò in prossimità dell'odierna Atripalda a circa 4 km
dal centro di Avellino. Fu conquistata dai Romani nel 293 a.C., che la sottrassero al dominio dei
Sanniti nella sanguinosa battaglia di Aquilonia, durante le Guerre sannitiche che si verificarono tra
il 343 a.C. e il 292 a.C. Sotto il dominio di Roma la città cambiò più volte denominazione
(nell'ordine: Veneria, Livia, Augusta, Alexandriana e Abellinatium).
La posizione geografica ha agevolato la nascita dei primi insediamenti: sin dall'antichità la valle del
Sabato ha costituito una via naturale tra l'Irpinia e il Sannio.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
PAG 26 DI 112
E.2 Habitat sensibili nelle vicinanze
NOTA: il concetto di vicinanza è commisurato alla portata degli impatti dell’attività aziendale
sull’ambiente: sono infatti da considerarsi “vicine” soltanto realtà a distanze tali da risentire di tali
impatti (nel caso di piccole e medie imprese non è necessario analizzare ambienti non realmente
interessati dall’attività).
Presenza di riserve naturali?
Presenza
protette?
di
parchi
o
NO
aree
Presenza di bacini idrici?
NO
Le sedi ABC situate nella provincia di Avellino e di
Benevento non sono nei pressi di riserve e/o parchi
naturali
SI’
Per quanto concerne le sedi ABC di Avellino/ provincia
di Avellino e provincia di Benevento , denominate
“manufatti e spogliatoi”, essendo situate in zone in cui
non sono presenti acque marine e costiere,
esse non si collocano in una zona di particolare
interesse ambientale in relazione alla gestione delle
risorse idriche; inoltre, considerato che in tali sedi non
vengono svolte attività produttive i consumi di acqua
sono assoggettabili all’uso domestico e dunque gestiti
come tali attraverso il sistema idrico urbano.
Per quanto riguarda le sedi ABC in Provincia di
Avellino ,individuate come “ “sorgenti”, esse si
collocano in una zona di particolare interesse
idrografico vista la presenza delle sorgenti denominate
“sorgenti del serino”. L’attività principale è il prelievo
dell’acqua destinata alla successiva erogazione. Tale
attività, di notevole interesse ed impatto ambientale
come consumo di risorse idriche, è disciplinata dalle
relative concessioni per gli emungimenti.
Architettonico?
SI
Storico-culturale ?
SI
La città di Avellino e tutta la sua provincia di Avellino e
Benevento sono di particolare interesse storico e
architettonico.
Presenza di siti di particolare
interesse?
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
E.3
PAG 27 DI 112
Geologia del sito
La provincia di Avellino, capoluogo dell'Irpinia, si estende nel parte centro-orientale della
Campania, la città è situata nel cuore di una grande conca dell'Appennino Campano dominata dai
massicci montuosi dei Picentini e del Partenio. Circondata a nord-est dal Montevergine,il più
importante e famoso monte del Partenio, poiché è meta di molti pellegrinaggi per venerare la
Madonna di Montevergine nel santuario benedettino del XII secolo posto a 1270 m.sul monte.
I più grandi corsi d'acqua che passano per questa città, sono il Rigatore e il S. Francesco, oggi
molto impoveriti a causa del percorso urbano. Il Rigatore, ricco di vegetazione è stato in passato
sede di numerose industrie sfruttando anche la sua energia idrica. Avellino pur avendo una
posizione molto centrale è centro d'importanti vie di comunicazione dell'Adriatico al Tirreno.
Il territorio gode di una grande risorsa idrica anche per la presenza del fiume Calore che oltre a
rifornire l'acquedotto dell'alto Calore, fornisce acqua alla città e alle vicine provincie. Il clima di
Avellino è prettamente continentale: rigido d'inverno, frequenti nebbie e umidità, geli e brinate in
primavera e gli inizi autunnali, frequenti e abbondanti piogge, favorendo così una ricca vegetazione
con prevalenza di nocelleti che producono le pregiate "nocciole avellane", molto ricca è anche la
produzione di frutta e ortaggi. Proprio per questo, la principale risorsa economica di Avellino è
costituita dall'agricoltura, insieme all'allevamento bovino e avicolo. In estate la siccità predomina
sul territorio con rare piogge. Dominano i venti di ponente e di scirocco. Il sottosuolo è molto ricco
soprattutto di Tufo Grigio e Argilla.
Le sorgenti di Serino (Acquaro-Pelosi e Urciuoli) scaturiscono nella Valle del Sabato, al contatto
tettonico tra i calcari mesozoici ed i depositi argilloso-marnoso-arenacei che costituiscono il
substrato impermeabile della stessa valle. Tale contatto è sepolto da una potente coltre detritico
alluvionale.
Inquadramento siti ABC
Le sedi ABC site nella provincia di Avellino/Benevento sono classificabili in:
•
MANUFATTO TRONTI
•
ATRIPALDA/ARPAIA
•
SORGENTI BASSE – URCIUOLI (Sorgenti e sito operativo)
•
SORGENTI ALTE - ACQUARO PELOSI (Sorgenti e sito operativo)
Presso i siti Atripalda/Arpaia vengono svolte prevalentemente attività di movimentazione di
materiale ed attrezzature in uso alle squadre operative. Tale sito rappresenta la base logistica per
le squadre operative che svolgono attività di manutenzione idraulica sul territorio. Sono presenti:
-
serbatoi non interrati contenenti ipoclorito di sodio (ad Arpaia c/o vasca di disconnessione
del dn2000). I serbatoi sono provvisti di dotati di intercapedine di tenuta, e kit
antispandimento;
-
piccole quantità di rifiuti (c/o il sito di Atripalda), derivanti dalle attività di manutenzione
effettuate presso i cantieri dalle squadre operative, gestite secondo quanto prevista dalla
procedura aziendale di riferimento/normativa applicabili
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
PAG 28 DI 112
- impianti termici (con potenza < 35 KW presso sito Arpaia) e di condizionamento e refrigerazione
con gas ad effetto serra) per i quali vengono effettuati controlli periodici, secondo la normativa
vigente applicabile, rispettivamente del rendimento di combustione e dell’assenza di fughe.
Le zone denominate sorgenti sono i siti da cui viene emunta e distribuita l’acqua. In tali siti
l’impatto sulla geologia del sito è significativo per i consumi di acqua (quale risorsa naturale del
sottosuolo) disciplinati dalle relative concessioni.
Presso il sito operativo di Sorgenti Basse vengono svolte prevalentemente attività di
presidio/verifica degli impianti presenti, mentre presso il sito operativo di Sorgenti Alte vengono
svolte prevalentemente attività di ufficio tecnico-amministrative, attività di presidio/verifica degli
impianti presenti e attività di movimentazione di materiale ed attrezzature in uso alle squadre
operative. Presso entrambi i siti sono presenti:
- serbatoio contenente GPL (sito operativo sorgenti basse) a servizio dell’impianto termico per cui è
stata effettuata valutazione rischio incendio ed ottenuto relativo CPI
- impianti termici (>35 KW, c/o sito operativo Sorgenti Basse) e di condizionamento e
refrigerazione con gas ad effetto serra (sito sorgenti alte e basse) per i quali vengono effettuati
rispettivamente controlli periodici di efficienza energetica e di assenza fughe secondo la normativa
vigenteapplicabile- vasche a tenuta contenti reflui urbani (sito operativo sorgenti alte e basse); tali
vasche a tenuta sono state sottoposte periodicamente a prova di tenuta per verificare eventuali
perdite che potrebbero tradursi in sversamenti nel suolo e nel sottosuolo. Sono attualmente in
corso lavori di allacciamento alla rete fognaria locale.
- serbatoi non interrati contenenti ipoclorito di sodio (siti operativi sorgenti basse e sorgenti alte),
dotati di intercapedine di tenuta, provvisti di vasca di contenimento e kit antispandimento
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
1.7
F.1
PAG 29 DI 112
Scheda F CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA SAN FELICE A CANCELLO (CE)
Posizione geografica
San Felice a Cancello è un comune italiano di 17.483 abitanti della provincia di Caserta in
Campania, ai confini con l'Area Metropolitana di Napoli. E' anche detto "Il Paese del Vento" a
causa delle forti raffiche di vento che in inverno soffiano sul paese.
Sorge a circa 15 km ad est-sud-est dal capoluogo in una posizione centrale rispetto a tutta la
Campania, tanto che dista meno di 50 km da tutti i suoi capoluoghi di provincia; tale caratteristica
fa dell’importante scalo ferroviario nella frazione denominata Cancello, nella direttrice NapoliCancello Capua, Napoli-Cancello-Benevento, uno dei più importanti per tutto il traffico regionale.
Occupa la sezione meridionale della Valle di Suessola ed il territorio fa parte del Parco regionale
del Partenio sul quale si estende per tutta l’estrema propaggine occidentale, la cui cima principale
è il monte Sant'Angelo a Palombara (661 m s.l.m.).
F.2 Habitat sensibili nelle vicinanze
NOTA: il concetto di vicinanza è commisurato alla portata degli impatti dell’attività aziendale
sull’ambiente: sono infatti da considerarsi “vicine” soltanto realtà a distanze tali da risentire di tali
impatti (nel caso di piccole e medie imprese non è necessario analizzare ambienti non realmente
interessati dall’attività).
Presenza di riserve naturali?
Presenza
protette?
di
parchi
o
Presenza di bacini idrici?
Documento di Analisi Ambientale R5
NO
aree
SI’
SI’
Le sedi ABC di San Felice a Cancello sono situate
una zona che fa parte del Parco regionale del
Partenio
La sede ABC di San Felice a Cancello, denominata
“Collina di Cancello (quota 90-quota 245-quota 275quota 313)” essendo situata in una zona in cui non
sono presenti acque marine e costiere, essa non si
colloca in una zona di particolare interesse
ambientale in relazione alla gestione delle risorse
idriche; inoltre, considerato che in tale sede non
vengono svolte attività produttive i consumi di acqua
sono assoggettabili all’uso domestico e dunque
gestiti come tali attraverso il sistema idrico urbano.
L’altra sede, denominata “CAMPO POZZI”, si colloca,
invece, in una zona di particolare interesse
ambientale per la presenza di falde acquifere
essendo costituita da punti di emungimento.
L’attività principale è il prelievo dell’acqua destinata
alla successiva erogazione. Tale attività, di notevole
interesse ed impatto ambientale come consumo di
risorse idriche, è disciplinata dalle relative
concessioni per gli emungimenti.
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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Presenza di siti di particolare
interesse?
Architettonico?
NO
Storico-culturale ?
NO
Documento di Analisi Ambientale R5
Le sedi ABC di San Felice a Cancello non sono
collocate nelle vicinanze di aree di interesse
architettonico o storico-culturale
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
F.3
PAG 31 DI 112
Geologia del sito
S. Felice a Cancello rientra in quei siti da cui traggono principalmente alimentazione la falda e le
sorgenti del Fiume Sarno, rappresentano i principali massicci carbonatici che bordano e delimitano
nel tratto a Nord-Est la Piana del Sarno, topograficamente avente forma pressoché romboidale ed
una estensione territoriale complessiva di circa 200 km2; quest’ultima è poi delimitata nel tratto
Sud-Est dalla base dei rilievi carbonatici dei Monti Lattari, nella porzione di Sud-Ovest dal tratto di
costa compreso tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia e nel margine Nord-Ovest dalle
falde dell’apparato vulcanico del Somma-Vesuvio.
La conformazione geologica e geomorfologica del territorio favorisce, soprattutto in mancanza di
una adeguata copertura vegetale e di un’efficiente rete di drenaggio delle acque superficiali, il
verificarsi di eventi franosi di tipo colata lungo i versanti.
Inquadramento siti ABC
I siti ABC di San Felice a Cancello sono:
•
CAMPO POZZI CANCELLO (quota 120)
•
COLLINA DI CANCELLO (QUOTE 90, 245, 275 e 313)
CAMPO POZZI CANCELLO
È uno dei siti da cui viene emunta e distribuita l’acqua, per cui l’impatto sulla geologia del sito è
significativo dal punto di vista dei consumi di acqua (quale risorsa naturale del sottosuolo)
disciplinati dalle relative concessioni. L’ulteriore impatto ambientale è connesso al consumo di
energia elettrica. Presso il campo pozzi sono anche presenti serbatoi non interrati contenenti
ipoclorito di sodio, dotati di intercapedine di tenuta e kit antispandimento. I possibili impatti sono
connessi a eventuali sversamenti accidentali nel suolo o sottosuolo
COLLINA DI CANCELLO
In tale sito sono presenti:
•
Q90: serbatoio contenente GPL a servizio dell’impianto termico per cui è stata effettuata
valutazione rischio incendio ed ottenuto relativo CPI; Q90: impianti termici(<35 KW) e
impianto di condizionamento e refrigerazione contenente gas ad effetto serra per il quale
vengono effettuati controlli periodici di efficienza energetica e di assenza fughe secondo la
normativa vigente applicabile
•
Q90: vasca a tenuta contenti reflui urbani; la vasca a tenuta viene sottoposta
periodicamente a prova di tenuta per verificare eventuali perdite che potrebbero tradursi in
sversamenti nel suolo e nel sottosuolo
•
Q 245 e Q 120 (c/o campo pozzi): serbatoi non interrati contenenti ipoclorito di sodio,
provvisti di dotati di intercapedine di tenuta, e kit antispandimento.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
1.8
Scheda A/B/C/D/E/F
ACQUEDOTTISTICA
CONTESTO
AMBIENTALE
SEDI
CANTIERE
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TIPO/RETE
Per l’effettuazione dell’analisi ambientale iniziale, per ciascuna zona territoriale considerata, sono
stati presi in considerazione come possibili siti operativi, in cui sono svolte le attività di ABC, sia il
cantiere tipo di realizzazione e manutenzione della rete idrica sia l’intera rete acquedottistica,
intesa come rete di condotte di adduzione e di distribuzione della risorsa idrica.
A/B/C/D/E/F.1 Posizione geografica
Si rimanda alle schede precedenti
A/B/C/D/E/F .2 Habitat sensibili nelle vicinanze
Si rimanda alle schede precedenti
A/B/C/D/E/F .3 Geologia del sito
Si rimanda alle schede precedenti
Inquadramento siti ABC
-
CANTIERE TIPO REALIZZAZIONE/MANUTENZIONE
-
RETE ACQUEDOTTISTICA
Presso il sito denominato “CANTIERE TIPO” vengono svolte all’occorrenza attività di
manutenzione/realizzazione su condotte e/o apparecchiature; attività di lavaggi di condotte,
manovre idrauliche di chiusura e apertura mediante azioni su organi di manovra e rilievi di
pressione su apparecchiature idrauliche.
Gli impatti più frequenti che possono verificarsi durante le fasi lavorative per la realizzazione e la
manutenzione della rete idrica sono: rumore, produzione di rifiuti, gestione delle terre e rocce da
scavo, emissioni diffuse in atmosfera (polveri da scavo), consumo della risorsa idrica. Per il
dettaglio circa le modalità di gestione di tali aspetti ambientali e la valutazione dei relativi impatti
si rimanda alle specifiche schede di analisi riportate nelle pagine successive
Presso il sito denominato “RETE ACQUEDOTTISTICA” vengono svolte prevalentemente attività di
verifica dei manufatti tecnici e patrimoniali.
L’impatto più significativo è connesso alla presenza della risorsa idrica all’interno delle condotte.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SEZIONE 2
ANALISI DEL PROCESSO PRODUTTIVO
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
2
ANALISI DEL PROCESSO PRODUTTIVO
2.1
Fasi del processo produttivo
PAG 34 DI 112
L’attività dell’ABC consiste essenzialmente nella:
•
Progettazione, costruzione, installazione, conduzione, gestione e manutenzione di opere
acquedottistiche e reti per captazione, potabilizzazione, adduzione, sollevamento, accumulo
e distribuzione di acque destinate al consumo umano.
• Erogazione di servizi di analisi chimico-fisiche e microbiologiche su acque destinate al
consumo umano.
In particolare, i processi fondamentali, e quindi strutturali, dell’organizzazione, per cui è
“giustificata” l’esistenza dell’azienda sono:
•
Il Processo Tecnico;
•
Il Processo di Gestione Utenza;
•
Il Processo di Gestione della Qualità dell’acqua.
Tali processi sono tra di loro interagenti ed, inoltre, sono influenzati da altri processi, detti
infrastrutturali, intendendo con siffatto termine quei processi che producono servizi per uso
“interno” dell’organizzazione aventi cioè la funzione di creare le giuste sinergie tra i processi
strutturali.
In particolare, sono individuati come infrastrutturali, tra gli altri :
•
Il Processo di gestione delle risorse umane
•
Il Processo Procurement, inteso come attività di approvvigionamento e qualifica fornitori
•
Il Processo di gestione degli strumenti di misura
•
Il processo di gestione Stakeholders
•
Il Processo di gestione del Sistema Qualità, Salute e Sicurezza e Ambiente
•
Il Processo di budgeting
•
Il Processo di gestione documentazione/dati
•
Il Processo gestione patrimonio/siti aziendali
•
Il Processo di prevenzione e protezione sul lavoro
Di seguito sono schematicamente rappresentati i processi aziendali (strutturali e infrastrutturali),
con i relativi sottoprocessi ed il riferimento ai siti in cui gli stessi si sviluppano, distribuiti sul
territorio campano.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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Ognuno dei processi riportati nello schema è gestito secondo un approccio PDCA che garantisce la
tenuta sotto controllo dello stesso secondo modalità definite, la verifica di quanto eseguito e del
rispetto delle modalità di esecuzione previste e il continuo miglioramento dello stesso processo in
termini di risoluzione di eventuali anomalie e, soprattutto, di verifica delle possibilità di migliorarne
continuamente l’efficacia e l’efficienza .
L'ABC può decidere di affidare, parzialmente o completamente, l'esecuzione delle opere/servizi da
realizzare a fornitori esterni preventivamente qualificati. In ogni caso l'ABC interviene con proprio
personale, onde assicurare un controllo costante sui lavori/servizi in svolgimento, e ad
opere/servizi ultimati, al fine di garantire la conformità dei lavori ai requisiti prestazionali, di
qualità, di salute e sicurezza e di impatto ambientale definiti da ABC nelle specifiche tecniche, di
sicurezza (PSC/DUVRI) e negli altri documenti contrattuali. Di tali controlli sono disponibili
adeguate registrazioni.
In generale, ABC ritiene fondamentale il coinvolgimento e il contributo di tutte le risorse aziendali
ai fini dell’implementazione del sistema di gestione ambientale e del suo miglioramento nel tempo.
Quindi ABC costantemente forma e informa il proprio personale affinchè sia consapevole del ruolo
e del contributo derivante dalle proprie attività.
ABC ritiene, inoltre, che anche i fornitori siano parte essenziale per la corretta gestione del sistema
ambientale per cui ha previsto attività di informazione e di coinvolgimento degli stessi e ha attivato
idonee modalità di monitoraggio delle prestazioni ambientali richieste agli stessi.
Il coinvolgimento delle risorse e dei fornitori è finalizzato a tenere sotto controllo e ridurre gli
impatti derivanti dai processi e dai siti gestiti da ABC.
Per gli aspetti ambientali su cui possono avere effetto anche gli utenti di ABC, come per esempio
nel caso dell’utilizzo della risorsa idrica, ABC attiva periodicamente campagne di sensibilizzazione
anche sui terzi per l’uso adeguato della stessa, ovvero, per ridurre il consumo di carta ABC ha
attivato la possibilità di invio telematico delle fatture su richiesta degli utenti e ne ha dato ampia
comunicazione (l’attivazione garantisce anche un risparmio economico incentivante per gli utenti).
2.2
Siti ABC e fasi del processo produttivo
Nella tabella seguente sono riportati tutti i siti di ABC, raggruppati per tipologie omogenee rispetto
alle attività prevalenti svolte presso gli stessi.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
DESCRIZIONE CESPITE
SEDE
CENTRALE
VIA
(UFFICI AMMINISTRATIVI)
LOCALIZZAZIONE
ARGINE
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TIPOLOGIA SITO
rispetto all’attività
svolta
NAPOLI
Uffici amministrativi
AGENZIA VENTAGLIERI (FRONT OFFICE)
NAPOLI
SEDE
CENTRALE
(LABORATORIO)
NAPOLI
Laboratorio
SEDE MAGAZZINO
CASORIA (NA)
Magazzino
SEDE OPERATIVA POGGIOREALE
NAPOLI
SEDE SAN LAZZARO
NAPOLI
SEDE REGI LAGNI
ACERRA (NA)
COLLINA DI CANCELLO (QUOTE 90 e 245)
S. FELICE A CANCELLO (CE)
SCUDILLO COME PARTE
CENTRALE O SERBATOIO)
NAPOLI
VIA
ARGINE
Siti Operativi
SITO
(NO
Manufatti tecnico/amministrativi a supporto
AVELLINO/BENEVENTO
delle sorgenti/rete
SORGENTI BASSE – URCIUOLI
SANTO STEFANO DEL SOLE (AV)
SORGENTI ALTE – ACQUARO PELOSI
SERINO (AV)
Sorgenti
CAMPO POZZI ACERRA (AIR – VALLICCHIO) AFRAGOLA (NA) e Caivano (NA)
CAMPO POZZI LUFRANO (AIR –SN)
AFRAGOLA (NA) e Casoria (NA)
CAMPO POZZI CANCELLO
S. FELICE A CANCELLO (CE)
SERBATOIO QUOTA 100
NAPOLI
SERBATOIO SCUDILLO
NAPOLI
CENTRALE SCUDILLO
NAPOLI
SERBATOIO CAPODIMONTE
NAPOLI
CENTRALE CAVE DI CAPODIMONTE
NAPOLI
Documento di Analisi Ambientale R5
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Campi pozzi
Centrali e Serbatoi
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
DESCRIZIONE CESPITE
LOCALIZZAZIONE
SERBATOIO PIANURA
NAPOLI
SERBATOI CHIAIANO
NAPOLI
SERBATOIO CANGIANI
NAPOLI
CENTRALE CANGIANI
NAPOLI
SERBATOIO S. GIACOMO
NAPOLI
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TIPOLOGIA SITO
rispetto all’attività
svolta
Centrali e Serbatoi
CENTRALE S. GIACOMO
NAPOLI
SERBATOIO S. SEBASTIANO
S. SEBASTIANO (NA)
SERBATOIO CAMALDOLI
NAPOLI
CENTRALE LUFRANO
CASORIA (NA)
CANTIERE TIPO
MANUTENZIONE
DI
REALIZZAZIONE
Rete Acquedottistica ABC
Documento di Analisi Ambientale R5
–
NAPOLI/AVELLINO/BENEVENTO/CASERTA
Cantiere Urbano o
extraurbano
NAPOLI/AVELLINO/BENEVENTO/CASERTA
Rete ABC
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
SEZIONE 3
ANALISI AMBIENTALE
Documento di Analisi Ambientale R5
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PAG 39 DI 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
3
ANALISI AMBIENTALE
3.1
Identificazione degli aspetti ambientali
PAG 40 DI 112
Una volta individuati i siti e i processi ABC, nel contesto ambientale di riferimento, è stata
effettuata una ricognizione degli ambiti ambientali applicabili per ABC (sia in situazioni ordinarie
che in situazioni non routinarie e di eventuale emergenza). Il dettaglio degli ambiti ambientali
applicabili è stato riportato nella tabella seguente:
IDENTIFICAZIONE DEGLI AMBITI APPLICABILI ALLE ATTIVITA’/SITI GESTITI
Applicabilità
Ambiti ambientali
SI
Impianti che generano emissioni in atmosfera
NO
Presenti attività in complessi identificabili come stabilimenti rientranti nel campo di applicazione dell’art.
269 e 272 commi 1 e 2 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Impianti termici civili
Presenti impianti termici di riscaldamento, di potenza termica nominale minore o uguale a 35 kW per il
riscaldamento dei luoghi di lavoro e/o produzione acqua calda sanitaria, e impianti di condizionamento e
refrigerazione in diverse sedi ABC
Mobility management
Le singole unità locali comprendono un numero di dipendenti minore dei 300 previsti come limite dall’art.
3 del DM 27/03/1998 (mobilità sostenibile nelle aree urbane)
Impianti che generano scarichi idrici
Produzione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi
Deposito temporaneo dei rifiuti
Conferimento di rifiuti- trasporti di rifiuti
Attività di recupero rifiuti con procedura semplificata
Autosmaltimento dei rifiuti pericolosi
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
PAG 41 DI 112
Applicabilità
Ambiti ambientali
SI
NO
Gestione dei serbatoi interrati
Incidenti rilevanti
Per le attività non vengono utilizzate sostanze in quantità superiore ai limiti dell’allegato 1 del DLgs
334/99 (SEVESO BIS) e s.m.i., colonna 2 e colonna 3
Impianti e infrastrutture con emissioni sonore
Risparmio energetico (Energy management)
Risorse idriche
Sostanze e preparati pericolosi
Trasporto merci pericolose (ADR, RID, IMO)
Le attività di ABC non comprendono il trasporto di merci pericolose su strada; ABC si accerta che, ove
applicabile in base alla natura e quantità di sostanze e preparati pericolosi forniti/prelevati, i fornitori
utilizzino trasportatori qualificati secondo la normativa ADR
Danno ambientale (contaminazione del suolo, sottosuolo, acque sotterranee,
acque superficiali, ecc.) e bonifiche
Assenza di serbatoi interrati di gasolio, ma presenza di diverse vasche interrate a tenuta per lo
stoccaggio dei reflui provenienti dai servizi igienici dei fabbricati.
Stoccaggio di ipoclorito di sodio prevalentemente in serbatoi plastici ad asse verticale.
L’applicabilità di tale aspetto potrebbe essere dovuta anche ad eventuali situazioni di ritrovamento di
rifiuti speciali (ad esempio amianto) nel corso di scavi/lavorazioni o abbandono di rifiuti speciali sui siti di
ABC.
Impianti industriali e opere di servizi e infrastrutture: costruzione di nuovi,
e/o ampliamenti, modifiche, demolizione degli esistenti; attività comportanti
trasformazione urbanistica e edilizia
Edifici con frequenza dell’uomo per cui è certificata la salubrità
Attività che rientrano nell’elenco delle industrie insalubri
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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Applicabilità
Ambiti ambientali
SI
NO
Le attività svolte non rientrano in quelle elencate nell’allegato al DM 05/09/1994 (elenco industrie
insalubri)
Valutazione d’impatto ambientale (VIA)
Le attività routinarie aziendali svolte non rientrano in quelle elencate negli allegati alla parte seconda del
D. Lgs. 152/2006, come modificati dal D. Lgs. 4/2008 e dal D. Lgs. 108/2010.
I.P.P.C. – Prevenzione e Controllo integrato dell’inquinamento (Impianti
soggetti ad autorizzazione integrata ambientale, AIA)
Le attività svolte non rientrano in quelle elencate nell’ All. VIII alla parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e
s.m.i. (ex All. I del D. Lgs. N. 59/2005)
Impianti e attività soggette al controllo dei VVF ai fini della prevenzione
incendi
Presenti in alcuni siti di ABC attività rientranti tra quelle soggetta a CPI del D.P.R. 151/2011 (es. attività
92-64)
Impiego di gas tossici
Non vengono impiegati nello svolgimento delle attività gas tossici di cui al RD 09/01/1927 n.147
PCB-PCT
Sostanze che impoveriscono lo strato d’ozono stratosferico e ad effetto serra
Produzione ed eventuale riutilizzo di terre e rocce di scavo durante le attività
di cantiere
Amianto
Non esistono in ABC strutture/manufatti contenenti amianto. Qualora dovesse essere rilevata
presenza di amianto in siti di ABC o di cui ABC abbia la disponibilità giuridica (es. presenza
rifiuti abbandonati contenenti amianto, ritrovamenti in fase di scavo) ABC affida gli interventi di
bonifica/smaltimento esclusivamente ad imprese autorizzate.
Discariche
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
PAG 43 DI 112
Applicabilità
Ambiti ambientali
SI
NO
Impianti d’incenerimento e coincenerimento dei rifiuti
Inquinamento elettromagnetico
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
3.2
PAG 44 DI 112
Valutazione degli impatti ambientali
Per verificare, rispetto a ciascun ambito ambientale applicabile, gli aspetti ambientali e quindi gli
impatti ambientali derivanti dalle attività/siti ABC, sono stati analizzati in dettaglio, per ciascun
aspetto ambientale applicabile, gli impatti derivanti dalle attività/siti di ABC, la conformità
legislativa degli stessi, l’adeguatezza tecnica e organizzativa delle misure di mitigazione di tali
aspetti adottate da ABC, considerando anche la localizzazione dei siti nei quali gli stessi sono
presenti.
Il risultato è riportato nelle schede di seguito specificate:
SCHEDE IMPATTI:
o
Scheda 1 Emissioni in atmosfera (impianti termici civili, cappe laboratorio, mensa, gruppi
elettrogeni, automezzi, saldatura, polveri da attività di cantiere)
o
Scheda 2 Scarichi idrici
o
Scheda 3 Rifiuti (produzione deposito trasporto e conferimento)
o
Scheda 4 Emissioni Sonore
o
Scheda 5 Utilizzo risorse naturali (risorsa idrica e combustibili) e risparmio energetico
(impianti elettrici, impianti termici, impianti di condizionamento e refrigerazione)
o
Scheda 6 Risorsa idrica (Materia prime)
o
Scheda 7 Sostanze e preparati pericolosi (detenzione e trasporto)
o
Scheda 8 Danno ambientale e bonifica siti inquinati
o
Scheda 9 Infrastrutture ed edifici - Salubrità degli ambienti (ampliamente e modifiche di
natura edilizia, agibilità e abitabilità degli edifici)
o
Scheda 10 Prevenzione Incendi
o
Scheda 11 Detenzione apparecchiature contenenti PCB e PCT
o
Scheda 12 Sostanze lesive per l’ozono e ad effetto serra (impianti di condizionamento e
refrigerazione - Commutatori di alta tensione in SF6 ‘’’)
o
Scheda 13 Gestione materiali di scavo derivanti da cantieri
o
Scheda 14 Traffico veicolare indotto
o
Scheda 15: Amianto
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
PAG 45 DI 112
SCHEDA 1: EMISSIONI IN ATMOSFERA E IMPIANTI TERMICI CIVILI
EMISSIONI IN ATMOSFERA
Se SI indicare se si tratta di emissioni:
- convogliate
diffuse
SI
NO
SI
SI
NO
NO
Principali riferimenti di legge (emissioni in atmosfera):
D.Lgs 03/04/2006 n. 152 e s.m.i. art. da 267 a 298, allegati alla parte quinta
•
•
Delib. G.R. n. 286 del 19 gennaio 2001 Disciplinare tecnico-amministrativo per il rilascio
•
•
•
•
delle autorizzazioni e pareri regionali in materia di emissioni in atmosfera.
Decreto Dirigenziale Regione Campania n° 166 del 23/04/12- Regolamentazione e
prescrizioni per l’adesione all’autorizzazione generale per gli impianti in deroga ex art. 272
comma 2 D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Circolare esplicativa della Giunta Regionale Campania impianti ed attività in deroga ex art.
272 comma 1 D.Lgs 152/06 e s.m.i. del 13/02/2012
DPR 59/2013 Regolamento recante la disciplina dell'autorizzazione unica ambientale e la
semplificazione di adempimenti amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccole e
medie imprese e sugli impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale, a
norma dell'articolo 23 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con
modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35
Circolare MINISTERO dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, recante
chiarimenti interpretativi relativi alla disciplina dell’AUA nella fase di prima applicazione del
DPR 59/2013
Principali riferimenti di legge (impianti termici relativamente ai controlli sulle emissioni):
•
DPR 26/08/1993 n.412 e s.m.i. (Regolamento centrali /impianti termici civili)
•
D.Lgs. 192/2005 e s.m.i. (Rendimento energetico edilizia)
•
D.Lgs 152/2006 e s.m.i., parte quinta- titolo II come modificato e integrato D. Lgs 29
giugno 2010, n. 128
•
DPR 2 aprile 2009, n. 59 Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e
•
•
b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva
2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia
PROVINCIA DI NAPOLI – CITTA’ METROPOLITANA Regolamento per l’esecuzione delle
ispezioni sullo stato di esercizio e manutenzione degli impianti termici, ai sensi della Legge
9 gennaio 1991 n. 10 e s. m. e i. e per le modalità di pagamento delle relative tariffe
DPR 74/2013: Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio,
conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la
climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per
usi igienici sanitari, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo
19 agosto 2005, n. 192
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
•
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Decreto Ministeriale 10 febbraio 2014 – Modelli di libretto impianto per la climatizzazione e
di rapporto di efficienza energetica di cui al DPR 74/2013
PUNTI DI EMISSIONE (EMISSIONI CONVOGLIATE)
Dall’analisi del ciclo produttivo e della tipologia di attività svolta dall’ABC si evince la presenza di
fonti di inquinamento dell’aria nelle fasi di esecuzione delle prove sui campioni di acqua trattati in
laboratorio per la verifica della qualità dell’acqua.
Ci sono, inoltre, emissioni convogliate scarsamente rilevanti derivanti dai locali mensa di Via
Argine, dai gruppi elettrogeni di bassa potenzialità presenti nei siti di Poggioreale, Scudillo e Via
Argine a supporto degli impianti elettrici in caso di emergenza e dagli impianti termici a bassa
potenza termica nominale (<35 KW) presenti nei siti Poggioreale, Magazzino, San Lazzaro,
Sorgenti Basse, Ventaglieri, Regi Lagni, Collina Cancello Q90, San Sebastiano.
Per il laboratorio esiste autorizzazione ordinaria all’emissione secondo le modalità previste dalla
normativa vigente e vengono periodicamente verificate le emissioni come previsto
dall’autorizzazione.
In caso di necessità di richiesta di nuove autorizzazioni, per nuovi punti di emissioni in atmosfera,
ABC presenta domanda per il rilascio dell’AUA al SUAP, territorialmente competente, che la
trasmetterà in modalità telematica all'autorità competente e ai soggetti competenti in materia
ambientale che, in base alla normativa vigente, intervengono nei procedimenti sostituiti
dall'autorizzazione unica ambientale.
In tal caso ABC provvederà a presentare richiesta per tutti i titoli abilitativi in corso per ottenere
l’autorizzazione unica ambientale.
Per le autorizzazioni in corso è, invece, obbligatoria la richiesta di Autorizzazione Unica Ambientale
al SUAP, territorialmente competente, alla scadenza del primo dei titoli abilitativi previsti dall’art. 3
comma 1 del DPR 59/2013 (per ABC autorizzazione alle emissioni ex art 260 del DLGS 152/06 e
autorizzazione agli scarichi di cui Capo II titolo IV Sez II parte terza DLGS 152/06).
Per i locali mensa e i gruppi elettrogeni è stata effettuata comunicazione all’autorità competente
secondo le modalità previste dalla legislazione vigente.
Per tutti gli impianti termici civili, alimentati a metano o GPL, vengono effettuati tutti gli
adempimenti previsti dalla legislazione vigente. ABC ha provveduto a nominare il terzo
responsabile per l’ esercizio e manutenzione.
Inoltre, ABC garantisce:
• Il rispetto della frequenza di manutenzione e della verifica dei parametri di combustione)
con l’utilizzo di strumenti soggetti a taratura
• Il rispetto del periodo e dell’orario annuale di esercizio degli impianti termici e della
temperatura
Documento di Analisi Ambientale R5
Pagina 46 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
PAG 47 DI 112
•
La compilazione, a partire dal 1/6/2014, del libretto di impianto per la climatizzazione e del
rapporto di efficienza energetica, in sostituzione rispettivamente del libretto di impianto e
del rapporto di rendimento di combustione (allegato G) da parte del responsabile
dell’esercizio e della manutenzione.
• L’aggiornamento e la corretta conservazione del libretto (presso l’impianto termico) con
allegate le dichiarazioni attestanti la conformità degli impianti e che riporta gli interventi di
manutenzione sull’impianto e di verifica dei parametri di combustione
• La conservazione, in allegato al libretto di impianto per la climatizzazione, dei libretti di
impianto e degli allegati G già compilati fino al 1/6/2014 e comunque conformi ai modelli
previsti dal DM 17/3/2003.
Nel caso di insufficiente rendimento di combustione, vengono adottati gli interventi necessari per il
ripristino dei valori entro i limiti consentiti, fino, se necessario, alla completa sostituzione della
caldaia.
PUNTI DI EMISSIONE (EMISSIONI diffuse )
Le emissioni in atmosfera relative all’attività dell’ABC riguardano le eventuali diffusioni di polveri e
le emissioni prodotte da traffico veicolare e automezzi in dotazione, alimentati a benzina o gasolio
e le emissioni derivanti dalle attività di saldatura nei cantieri. Per tutti i casi si tratta di emissioni
poco significative e di ridotto inquinamento atmosferico e che dunque si ritiene rientrino nei valori
stabiliti dal d.Lgs 152/2006.
ABC gestisce, ove opportuno, le emissioni di polveri attraverso interventi effettuati dagli stessi
operai di cantiere. Questi interventi consistono essenzialmente nell’innaffiamento manuale delle
parti interessate, nel rispetto delle istruzioni riportate nei PSC/DUVRI
.
Per le emissioni prodotte dai mezzi circolanti, ABC garantisce la programmazione e l’esecuzione
degli interventi di manutenzione e la revisione secondo le periodicità prescritte, anche attraverso la
misurazione degli inquinanti emessi, sugli automezzi dell’intera flotta aziendale. Tutte le verifiche e
le manutenzioni effettuate sono idoneamente registrate.
Anche le attrezzature a supporto delle attività di saldatura sono periodicamente
verificate/manutenute.
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
SINTESI
TIPO DI EMISSIONE
PUNTO DI EMISSIONE
CONFORMITA’
Convogliate
Laboratorio
Convogliate
Argine (mensa)
Convogliate
Argine, Poggioreale,
(gruppi elettrogeni)
Convogliate
Poggioreale, Magazzino, San
Lazzaro, Ventaglieri, Regi Lagni,
Collina
Cancello
Q90,
San
Sebastiano, manufatto sorgenti
basse (Impianti termici)
diffuse
Cantieri
diffuse
Rete (Parco automezzi)
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Scudillo
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Autorizzazione Ordinaria art. 269
Dlvo 152/06 e conformità impianto,
manutenzioni periodiche e verifiche
di funzionamento, monitoraggio
periodico emissioni
Comunicazione (art. in deroga art.
272 Dlvo 152/06)
Comunicazione (att. in deroga art.
272 Dlvo 152/06) manutenzione
periodica impianto
<35KW non soggetti ad alcuna
autorizzazione,
manutenzioni
periodiche di impianto, monitoraggio
periodico
rendimento
di
combustione
Rispetto
prescrizioni
operative
abbattimento polveri. Manutenzioni
periodiche attrezzature per saldature
Periodica manutenzione e controllo
emissioni automezzi
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SCHEDA 2 SCARICHI IDRICI
Scarichi idrici
Si utilizzano scarichi idrici?
Se SI precisare se si tratta di scarichi idrici
− acque reflue assimilate alle acque reflue domestiche
- industriali
SI
SI
NO
NO
SI
SI
NO
NO
Principali riferimenti di legge:
•
D.Lgs 03/04/2006 n. 152 e s.m.i. parte terza art. 53,54, art. da 101– Allegati alla parte
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
terza come modificato e integrato da D. Lgs 16 gennaio 2008, n. 4
Legge Regione Campania n. 14 del 21.05.1997 (direttive per l’attuazione del servizio idrico
integrato)
Delibera del "Comitato dei ministri per la tutela delle acque dall'inquinamento" del 04/02/77
(scarico in fossa Imhoff)
Piano Regionale di risanamento delle Acque della Regione Campania;
Regolamenti dei gestori del Servizio idrico ATO1, ATO2, Regione Campania
L.R.n.4 del 15 marzo 2011- Regione Campania “DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL
BILANCIO ANNUALE 2011 E PLURIENNALE 2011 – 2013 DELLA REGIONE CAMPANIA
(LEGGE FINANZIARIA REGIONALE 2011)”- Definizione dei Comuni come enti competenti al
rilascio delle Autorizzazioni in corpo idrico superficiale o su suolo
T.A.R. CAMPANIA, Napoli, Sez. V - 16 marzo 2011, n. 1479- Illegittima l’assimilazione da
parte del Comune delle acque di dilavamento dei piazzali adibiti a parcheggio a scarichi
industriali.
Regolamento Regione Campania n. 6, del 24/9/2013 – Criteri di assimilazione alle acque
reflue domestiche (abroga regolamento precedente n. 11 del 2012)
Sentenza 22 gennaio 2014, n. 2867, Sez. II Cassazione penale
DPR 59/2013 Regolamento recante la disciplina dell'autorizzazione unica ambientale e la
semplificazione di adempimenti amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccole e
medie imprese e sugli impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale, a
norma dell'articolo 23 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con
modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35
Circolare MINITSERO dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, recante
chiarimenti interpretativi relativi alla disciplina dell’AUA nella fase di prima applicazione del
DPR 59/2013
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SCARICHI IDRICI
Da siti:
I siti ABC recapitano i reflui prodotti o direttamente in fognatura pubblica o in vasche a tenuta. In
particolare, i reflui recapitati in pubblica fognatura sono assimilabili a reflui domestici (ai sensi
dell’art.3 comma 1 lettera a) e b) del Regolamento Regione Campania n. 6/2013) e quindi non
soggetti ad autorizzazioni allo scarico ovvero di tipo industriale per i quali esiste autorizzazione
rilasciata dall’ATO competente.
In caso di necessità di richiesta di nuove autorizzazioni ABC presenterà domanda per il rilascio
dell’AUA al SUAP, territorialmente competente, che la trasmetterà in modalità telematica
all'autorità competente e ai soggetti competenti in materia ambientale che, in base alla normativa
vigente, intervengono nei procedimenti sostituiti dall'autorizzazione unica ambientale.
In tal caso ABC provvederà a presentare richiesta per tutti i titoli abilitativi in corso.
Per le autorizzazioni in corso è, invece, obbligatoria la richiesta di Autorizzazione Unica Ambientale
al SUAP, territorialmente competente, alla scadenza del primo dei titoli abilitativi previsti dall’art. 3
comma 1 del DPR 59/2013 (per ABC autorizzazione alle emissioni ex art 260 del DLGS 152/06 e
autorizzazione agli scarichi di cui Capo II titolo IV Sez II parte terza DLGS 152/06).
Di seguito, si riporta una tabella contenente per ciascun sito la tipologia di reflui, la tipologia di
scarico e il tipo di recettore.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
n.
CESPITE
INDIRIZZO
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COMUNE
PROV.
TIPOLOGIA RETE
INTERNA DI
RACCOLTA REFLUO
TIPOLOGIA
SCARICO
1
ARGINE SEDE CENTRALE
VIA ARGINE 929
NAPOLI
NA
NERE-BIANCHE
B*
2
POGGIOREALE
VIA CIMITERO ISRAELITA
NAPOLI
NA
MISTE
B*
3
SAN LAZZARO
VIA SAN LAZZARO 4/5
NAPOLI
NA
NERE-BIANCHE
B*
4
ACERRA REGI LAGNI
VIA ISONZO n.47
ACERRA
NA
MISTE
B
5
MAGAZZINO
VIA NAZ. DELLE PUGLIE
CASORIA
NA
MISTE
B
6
VENTAGLIERI
VIA VENTAGLIERI n. 85
NAPOLI
NA
NERE-BIANCHE
B
7
SORGENTE URCIOLI
VIA PROVINCIALE TURCI
CESINALI
AV
NERE
B
8
SORGENTI ACQUARO PELOSI
VIA ACQUARA n.2
SERINO
AV
NERE
B
9
COLLINA DI CANCELLO
VIA BARRACCO
S. FELICE A
CANCELLO
CE
NERE
B
10 SCUDILLO
VIA SERBATOIO SCUDILLO n.
10/11
NAPOLI
NA
BIANCHE
B*
10 SCUDILLO
VIA SERBATOIO SCUDILLO n.
10/11
NAPOLI
NA
NERE
B
11 LUFRANO
VIA CIRCUMVALLAZIONE
ESTERNA n. 4
CASORIA
NA
NERE-BIANCHE
C
12 CAVE REICHELIN
CORSO AMEDEO DI SAVOIA 228
NAPOLI
NA
MISTE
B
13 CANGIANI
VIA S. IGNAZIO DA LOYOLA 8
NAPOLI
NA
MISTE
B
14 S. GIACOMO
VIA JANNELLI II TRAVERSA ACQ:
CAMPANO
NAPOLI
NA
BIANCHE
B
15 S. SEBASTIANO
VIA BUONGIOVANNI 3
S. SEBASTIANO
AL VESUVIO
NA
MISTE
B
16 SAN DOMENICO QUOTA 100
CALATA S: DOMENICO 27
NAPOLI
NA
MISTE
B
17 CAMALDOLI
VIA DELL'EREMO 81
NAPOLI
NA
MISTE
B
18 CAPODIMONTE
VIA SALITA CAPODIMONTE 80
NAPOLI
NA
MISTE
B
19 TRONTI
SS 88
ALTAVILLA
IRPINA
AV
MISTE
B
20 ATRIPALDA
VIA APPIA
ATRIPALDA
AV
MISTE
B
21 ARPAIA
VIA TAURANO
ARPAIA
BN
MISTE
B
22 CHIAIANO
VIA COMUNALE MARGHERITA
NAPOLI
NA
MISTE
B
Legenda:,
B = assimilato ai reflui domestici ai sensi dell’art. 3 comma 1 lett. a) del Regolamento Regione Campania n. 6/2013
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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B*= assimilato ai reflui domestici ai sensi dell’art. 3 comma 1 lett. b) del Regolamento Regione Campania n. 6/2013 (con richiesta di
assimilazione all’ATO 2)
C=industriale
Rete nere-bianche=rete fognaria interna duale
Rete mista=rete fognaria interna unica
I reflui recapitati nelle vasche a tenuta sono prodotti al magazzino di Casoria, al sito Cancello Q90 ,
al sito di Acerra (RRLL), ai siti delle sorgenti basse e sorgenti alte ( dove sono in corso i lavori di
allacciamento alla rete fognaria esistente) e sono gestiti come rifiuti nel rispetto della normativa
applicabile.
La tenuta delle vasche è verificata, comunque, attraverso specifiche prove di tenuta periodiche al
fine di evitare sversamenti nel suolo e sottosuolo.
Da attività operative:
ABC recapita:
- direttamente in fogna anche gli scarichi idrici provenienti da lavaggi di vasche e/o condotte di
distribuzione idrica o in casi di riattivazione pozzi (scarichi prima dell’immissione dello stesso in
rete) nonché sfiori e perdite dalle vasche dei serbatoi;
- direttamente in acque superficiali nel caso di troppo pieno alle sorgenti non convogliabile nel
canale/condotta di convogliamento delle acque.
Viste le caratteristiche qualitative dell’acqua presente nell’intero sistema (condotte, vasche etc), tali
scarichi sono assimilabili ai reflui domestici.
In particolare, per gli scarichi idrici derivanti da interventi di manutenzione da guasto, vista
l’urgenza a tutela della pubblica incolumità, ABC attua, per gli interventi eseguiti nel territorio del
Comune di Napoli, la procedura per lavori urgenti prevista dal Comune. ABC quindi trasmette al
servizio fognature del Comune di Napoli una comunicazione di interventi “ad horas” a cui segue,
ad ultimazione dei lavori, la trasmissione allo stesso da parte di ABC di una specifica relazione
dettagliata dei lavori effettuati unitamente alla comunicazione di eliminato pericolo.
SINTESI
TIPO DI SCARICO
Assimilabile a acque
reflue domestiche in
Fogna pubblica
Documento di Analisi Ambientale R5
PUNTO DI SCARICO
Siti amministrativi (Argine,
Ventaglieri), Siti operativi
(Poggioreale, San Lazzaro,
Scudillo, manufatti
Avellino/Benevento),
Laboratorio, campi pozzi,
Centrali eserbatoi (Quota
100, Scudillo, Capodimonte,
Pianura, Chiaiano, Cangiani,
San Giacomo, San
Sebastiano, Camaldoli),
cantieri
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CONFORMITA’
Reflui assimilabili a domestici
(lett. a) + lett. b9, comma 1 art
3 Regolamento regione campania
6/13
–
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Assimilabile a acque
reflue domestiche in
acque superficiali
Reflui domestici in
vasche a tenuta
Reflui industriali in rete
fognaria
Documento di Analisi Ambientale R5
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Reflui assimilabili a domestici
Sorgenti (Urciuoli, Acquaro- (lett a, comma1, art 3,
Pelosi),
Regolamento Regione Campania
6/13),
Siti operativi (Regi Lagni, Gestione rifiuti secondo
Cancello),
Magazzino, normativa
Sorgenti
Centrali e Serbatoi (centrale Rispetto autorizzazione
Monitoraggio scarichi
Lufrano)
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SCHEDA 3 RIFIUTI
Produzione e deposito temporaneo Rifiuti
urbani
speciali
-pericolosi
-non pericolosi
SI
SI
SI
SI
SI
NO
NO
NO
NO
NO
Principali riferimenti di legge:
•
L. 25/01/1994 n. 70 (istituzione MUD)
•
Lettera circolare del Ministero dell’Ambiente del 28 giugno 1999 (Chiarimenti definizione di
•
•
•
•
•
•
•
•
•
rifiuto)
DM 01/04/1998 n. 148 (Reg. carico scarico)
DM 01/04/1998 n. 145 (FIR)
Circ. Min Ambiente 04/08/1998 (modalità di compilazione Registro di carico scarico e
formuari)
Decisione 2000/532 CE (codici CER)
D.Lgs 03/04/2006 n. 152 e s.m.i., parte quarta e relativi allegati come modificato e
integrato da D. Lgs. 4/2008, D. lgs 3 dicembre 2010, n. 205 integrazione SISTRI e sanzioni,
migliore definizione di “recupero” e “smaltimento”, introduzione della definizione di
“prevenzione”, “riutilizzo”, “riciclaggio”, “preparazione per il riutilizzo” e modifica della
definizione di raccolta differenziata, riformulazione condizioni sottoprodotto), Dlgs 7 luglio
2011, n. 121 (16/08/2011)- Introduzione dei reati ambientali all’interno del decreto
231/2001, Dlgs 14 settembre 2011, n. 162 (05/10/2011)- Conversione in legge del Dl
138/2011 - Ripristino Sistri - Dia e Scia - Servizi locali, Legge 24 marzo 2012, n. 28
(25/03/2012) Conversione in legge, con modificazioni, del Dl 2/2012, recante misure
straordinarie e urgenti in materia ambientale - Materiali da riporto - Cambia il punto 5
dell'allegato D alla parte IV del Dlgs 152/2006, recante "Elenco dei rifiuti istituito dalla
decisione 2000/532/Ce", che ritorna ad una formulazione molto simile a quella già vigente
ante D. lgs 205/2010. Modalità di attribuzione caratteristica H14, Legge 7 agosto 2012, n.
134 (12/08/2012)- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 giugno
2012, n. 83, recante misure urgenti per la crescita del Paese. Sospensione SISTRI
Dlgs 20 novembre 2008, n. 188- Attuazione della direttiva 2006/66/Ce relativa a pile e
accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e che abroga la direttiva 91/157/Cee
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 aprile 2010 recante “Modifiche al
Modello di dichiarazione ambientale (MUD)”.
DECRETO 18 febbraio 2011, n. 52. Regolamento recante istituzione del sistema di controllo
della tracciabilità dei rifiuti, ai sensi dell’articolo 189 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152 e dell’articolo 14-bis del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con
modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, come modificato da DM 25 maggio 2012
n° 141;
Dm Ambiente 17 ottobre 2012, n. 210 Modifiche al Dm 52/2011 ("Tu Sistri") - Sospensione
contributi 2012
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
•
•
•
•
•
•
•
•
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L. n. 28/2012, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 gennaio 2012,
n. 2, recante misure straordinarie e urgenti in materia ambientale- Attribuzione della
caratteristica H14
Dl 201/2011, art. 14 (“Salva Italia”)- Istituzione della nuova TARES (Tariffa rifiuti)
Deliberazione consiliare n.12 del 22.2.2006- Regolamento rifiuti Comune di Napoli- Articolo
7 - Assimilazione ai rifiuti urbani dei rifiuti speciali non pericolosi
Decreto Ministeriale 20 marzo 2013, decreto di riavvio progressivo del SISTRI
Legge 27/2/2014, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative
Ministero Ambiente- Comitato Scientifico Sistri – Aggiornamento sezione documenti di
interoperabilità
Legge 6 febbraio 2014, n.6, recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze
ambientali e industriali comportante l’introduzione dell’art 256-bis al Dlgs 152/06 che
introduce il delitto di “Combustione illecita di rifiuti”
DPCM 12 dicembre 2013 – nuova modulistica per MUD 2014
Conferimento Rifiuti
− urbani
− speciali
Trasporto e smaltimento Rifiuti
− urbani
− speciali
SI
SI
SI
SI
SI
SI
NO
NO
NO
NO
NO
NO
Principali riferimenti di legge:
DM 01/04/1998 n. 148 (Reg. carico scarico), come mod. da art. 190 del D.Lgs. 152/06 e
•
•
•
•
•
•
•
•
s.m.i.
DM 01/04/1998 n. 145 (Formulario d’identificazione rifiuto)
DM 28/04/1998 n. 406 (Albo gestori) e successive modifiche e integrazioni
Circ. Min Ambiente 04/08/1998 (modalità di compilazione Registro di carico scarico e
formulari)
Dm 27 settembre 2010 (criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica- Caratterizzazione di
base e analitica)
DM 05/02/1998 (Recupero rifiuti non pericolosi con procedura semplificata) come
modificato da DMA 5 aprile 2006, n.186 Regolamento recante modifiche al decreto
ministeriale 5 febbraio 1998 «Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle
procedure semplificate di recupero, ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5
febbraio 1997, n. 22».
D.Lgs 03/04/2006 n. 152 e s.m.i.- parte IV come modificato e integrato da D. Lgs. 4/2008,
D. lgs 3 dicembre 2010, n. 205 ( integrazione SISTRI e sanzioni, migliore definizione di
“recupero” e “smaltimento”, introduzione della definizione di “prevenzione”, “riutilizzo”,
“riciclaggio”, “preparazione per il riutilizzo” e modifica della definizione di raccolta
differenziata, riformulazione condizioni sottoprodotto).
DMA 17 dicembre 2009 (Istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) e
s.m.i.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
•
•
•
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REGOLAMENTO COMUNALE COMUNE DI NAPOLI – DELIBERAZIONE CONSILIARE N°12
22/02/2006
Legge 27/2/2014, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative
Ministero Ambiente- Comitato Scientifico Sistri – Aggiornamento sezione documenti di
interoperabilità
RIFIUTI URBANI
I rifiuti urbani sono conferiti, secondo i regolamenti comunali dei siti di produzione degli stessi,
negli appositi raccoglitori predisposti dai gestori di riferimento.
In particolare, per le sedi maggiormente significative, viene verificata la compatibilità dei rifiuti
urbani prodotti nell’anno rispetto al valore soglia definito nel regolamento comunale, ai fini della
conferibilità diretta nei cassoni. Per tali rifiuti vengono effettuati i pagamenti delle relative tasse
comunali.
RIFIUTI SPECIALI
I rifiuti speciali (pericolosi e non) sono gestiti secondo le modalità previste dalla legislazione
applicabile e le modalità operative, con le relative responsabilità, sono descritte in idonea
procedura aziendale.
La tabella seguente riporta una sintesi dei tipi di rifiuti speciali prodotti da ABC e le modalità di
deposito temporaneo.
In particolare, per le attività di manutenzione alle infrastrutture, effettuate da ABC, il luogo di
produzione coincide con la sede locale dell’unità aziendale nelle cui competenze ricade il tratto di
infrastruttura interessato dai lavori di manutenzione.
La tabella seguente, e la relativa procedura gestionale, riportano anche gli adempimenti connessi
ai rifiuti non derivanti dal ciclo produttivo di ABC, ma eventualmente abbandonati da ignoti su aree
di cui ABC abbia la disponibilità giuridica.
Il trasporto e lo smaltimento/recupero dei rifiuti speciali è affidato da ABC a fornitori specializzati,
privilegiando, nella scelta degli impianti di destinazione, gli impianti di recupero a quelli di
smaltimento.
In ogni caso ABC garantisce:
la corretta e completa identificazione dei rifiuti generati prodotti/detenuti, eventualmente
mediante analisi chimiche effettuate da laboratori qualificati e accreditati
il rispetto del divieto di miscelazione di rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi e di
miscelazione di rifiuti aventi caratteristiche di pericolosità differenti
il deposito temporaneo per tipologie omogenee e nel rispetto delle relative norme tecniche che
regolamentano le sostanze pericolose contenute nei rifiuti
il rispetto dei limiti di volume o di tempi di deposito, a scelta del responsabile produttore del
rifiuto
la disponibilità di copie aggiornate delle autorizzazioni allo smaltimento/recupero per gli
impianti di destinazione e dell’iscrizione all’albo per trasportatori dei rifiuti;
la verifica che le autorizzazioni/iscrizioni riportino i codici dei rifiuti effettivamente
trasportati/recuperati/smaltiti e che siano in stato di valenza;
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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la emissione e conservazione del formulario di identificazione del rifiuto (I e IV copia) per i
trasporti effettuati dai siti di ABC all’impianto di recupero/smaltimento in parallelo alle
registrazioni previste dal SISTRI fino al 31/12/2014 per i rifiuti speciali pericolosi;
la corretta compilazione di registri di carico/scarico e della sezione corrispondente (produttore)
dei formulari in parallelo alle registrazioni previste dal SISTRI fino al 31/12/2014, per i rifiuti
speciali pericolosi;
la verifica che avvenga il rientro, nei termini (entro 90 gg.), della IV copia del formulario o, in
caso di mancato rientro, la comunicazione e alla provincia della mancata ricezione
la verifica, per i rifiuti speciali pericolosi, che sia avvenuta la registrazione del trasportatore e
dell’impianto di destinazione dei rifiuti sul SISTRI.
ABC provvede a presentare annualmente il MUD, secondo le prescrizioni normative.
Inoltre, la gestione dei rifiuti derivanti da attività svolte da terzi fornitori, sui siti ABC o di cui ABC
abbia la disponibilità giuridica, è di competenza degli stessi terzi ed è regolamentata attraverso
idonee specifiche contenute nei contratti di affidamento agli stessi fornitori.
In particolare, in caso di attività svolte da terzi sui propri siti o su siti di cui ha la disponibilità
giuridica, ABC verifica che i terzi non abbandonino, presso tali siti, i rifiuti derivanti dalle attività
svolte per conto di ABC.
Per le attività di manutenzione, per applicazione dell’art. 266, i fornitori sono autorizzati al
trasporto degli stessi rifiuti presso la loro sede legale, nel caso invece di fornitori di altre attività,
nel caso di produzione di rifiuti presso i siti di ABC il trasporto degli stessi è effettuato a mezzo
trasportatori autorizzati per la specifica categoria di rifiuti (fornitore stesso con autorizzazione al
trasporto in conto proprio o terzi autorizzati).
SINTESI
TIPO DI RIFIUTO
Urbano
PUNTO DI PRODUZIONE
Siti amministrativi (Argine,
Ventaglieri), Magazzino, Siti
operativi (Poggioreale, Regi
Lagni, Cancello, San Lazzaro,
Scudillo, manufatti
Avellino/Benevento), Centrali
Speciali
Tutti i siti della
riportata di seguito
Speciali derivanti da
attività di
manutenzione affidata
Tutti i siti
Documento di Analisi Ambientale R5
CONFORMITA’
Pagamento TARES
Adeguato
deposito
e
identificazione dei rifiuti prodotti
Compilazione/conservazione
tabella
formulari e registri carico e
scarico, MUD
Rispetto modalità SISTRI per gli
speciali pericolosi
Responsabilità dei
terzi
di
gestione di tali rifiuti esplicitata
anche in contratto di affidamento
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
a terzi
Speciali derivanti da
attività affidate a terzi
(non manutenzione)
Documento di Analisi Ambientale R5
Tutti i siti
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Verifica provenienza rifiuti come
da art 266
Verifica di non abbandono rifiuti
sui siti di ABC
Responsabilità dei
terzi
di
gestione di tali rifiuti esplicitata
anche
in
contratto
di
affidamento.
Verifica di non abbandono rifiuti
sui siti di ABC
Verifica
autorizzazione
al
trasporto rifiuti in conto proprio o
a mezzo terzi autorizzati
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Codice
Cer
080318
Descrizione
rifiuto
Toner per stampa
esauriti, diversi
da quelli di cui
alla voce 080317
Luogo di conservazione
registro di
carico/scarico
Periodicità di
smaltimento
Periodicità
caratterizzazione
LP/PT
Ogni 3 mesi oppure
max
30
mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1),
in caso di modifiche al
processo cha ha generato
il
rifiuto,
indipendentemente
dal
tipo
di
impianto
di
destinazione
DT/AC/AE/AD
Ogni 3 mesi
MAGAZZINO
LP/MG
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
REGI LAGNI
DT/AC/AE/AD
Ogni 3 mesi
SCUDILLO
DT/AC/AE/AD
Ogni 3 mesi
VIA ARGINE
ATRIPALDA
120113
120117
elettrodi di
saldatura
derivanti da
attività di
manutenzione in
cantieri/impianti
(art.230
d.lgs.152/06)
Dischi
smerigliatrice
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MAGAZZINO
Documento di Analisi Ambientale R5
Responsabilità
LP/MG
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1)
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1),
in caso di modifiche al
processo cha ha generato
il
rifiuto,
indipendentemente
dal
tipo
di
impianto
di
destinazione
Pagina 59 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Codice
Cer
Descrizione
rifiuto
Luogo di conservazione
registro di
carico/scarico
ATRIPALDA
150101
150106
Periodicità di
smaltimento
DT/AC/AE/AD
Ogni 6 mesi (quantità
max inferiore a 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
MAGAZZINO
LP/MG
REGI LAGNI
DT/AC/AE/AD
Carta e cartoni di
imballaggio (e.
per materiali ed
attrezzature)
SCUDILLO
150103
Responsabilità
Pallets di legno
MAGAZZINO
LP/MG
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
ATRIPALDA
DT/AC/AE/AD
imballaggi in
materiali misti
Documento di Analisi Ambientale R5
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
Ogni 6 mesi (quantità
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1)
max inferiore a 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
DT/AC/AE/AD
DT/AC/AE/AD
Periodicità
caratterizzazione
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
Ogni 6 mesi (quantità
max inferiore a 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
AVELLINO - SORGENTI
ALTE (PELOSI)
PAG 60 DI 112
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1)
Ogni 6 mesi (quantità
Caratterizzazione da ripetere
max inferiore a
solo nei seguenti casi:
complessivamente
con frequenza biennale, se
presenti c/o il sito)
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
Ogni 6 mesi (quantità
conferito
in discarica (D1)
max inferiore a
complessivamente
presenti c/o il sito)
Pagina 60 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Codice
Cer
Descrizione
rifiuto
Luogo di conservazione
registro di
carico/scarico
Responsabilità
Periodicità di
smaltimento
QS/CA
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
LP/MG
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
REGI LAGNI
DT/AC/AI
Ogni 6 mesi (quantità
max inferiore a
complessivamente
presenti c/o sito)
SAN LAZZARO
DT/AC/AE/EP
Ogni 3 mesi
DT/AC/AI
Ogni 6 mesi (quantità
max inferiore a
complessivamente
presenti c/o sito)
VIA ARGINE
LP/PT
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
AVELLINO - SORGENTI
ALTE (PELOSI)
DT/AC/AE/AD
Ogni 3 mesi
ATRIPALDA
DT/AC/AE/AD
Ogni 3 mesi
QS/CA
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
LABORATORIO
MAGAZZINO
SCUDILLO
150203
Assorbenti,
materiali filtranti,
stracci e tute
monouso
derivanti anche
da attività di
manutenzione in
cantieri/impianti
(art.230
d.lgs.152/60)
LABORATORIO
Documento di Analisi Ambientale R5
PAG 61 DI 112
Periodicità
caratterizzazione
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1),
in caso di modifiche al
processo cha ha generato
il
rifiuto,
indipendentemente
dal
tipo
di
impianto
di
destinazione
Pagina 61 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Codice
Cer
Descrizione
rifiuto
Luogo di conservazione
registro di
carico/scarico
Responsabilità
Periodicità di
smaltimento
LP/MG
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
POGGIOREALE
DT/AC/AI
Ogni 4 mesi (quantità
max inferiori a 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
REGI LAGNI
DT/AC/AE/AD
Ogni 3 mesi
SCUDILLO
DT/AC/AE/AD
Ogni 3 mesi
DT/AC/AI
Ogni4 mesi (quantità
max inferiore a 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
MAGAZZINO
POGGIOREALE
AVELLINO - SORGENTI
ALTE (PELOSI)
160119
guarnizione in
materiale plastico
per tubazioni
idriche; tappo di
materiale plastico
per
tamponamento
tubazioni idriche
ATRIPALDA
DT/AC/AE/AD
REGI LAGNI
DT/AC/AE/AD
SCUDILLO
160214
apparecchiature
fuori uso e/o
relativi
componenti
DT/AC/AE/AD
LABORATORIO
Documento di Analisi Ambientale R5
DT/AC/AE/AD
QS/CA
PAG 62 DI 112
Periodicità
caratterizzazione
Ogni 6 mesi (quantità
max inferiore a 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
Caratterizzazione da ripetere
Ogni 6 mesi (quantità solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
max inferiore a 30 mc
conferito
a impianto di
complessivamente
recupero
operante
in
presenti c/o il sito)
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
Ogni 6 mesi (quantità
conferito in discarica (D1)
max inferiore a 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
Ogni 6 mesi (quantità
max inferiore a 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
Pagina 62 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Codice
Cer
Descrizione
rifiuto
Luogo di conservazione
registro di
carico/scarico
Responsabilità
SAN LAZZARO
DT/AC/AE/EP
Periodicità di
smaltimento
Ogni 3 mesi
VIA ARGINE
160306
160604
Terreni di coltura
(scaduti)
BATTERIE
ALCALINE (non
contenenti
mercurio)
161002
SOLUZIONI
ACQUOSE DI
SCARTO DIVERSE
DA QUELLE DI
CUI ALLA VOCE
161001*
170302
Misccele
bituminose -
LABORATORIO
MAGAZZINO
LABORATORIO
ATRIPALDA
Documento di Analisi Ambientale R5
LP/PT
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
PAG 63 DI 112
Periodicità
caratterizzazione
conferito in discarica (D1),
in caso di modifiche al
processo cha ha generato
il
rifiuto,
indipendentemente
dal
tipo
di
impianto
di
destinazione
QS/CA
Ogni 3 mesi oppure
max 10 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1),
in caso di modifiche al
processo cha ha generato
il
rifiuto,
indipendentemente
dal
tipo
di
impianto
di
destinazione
LP/MG
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1)
QS/CA
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1),
in caso di modifiche al
processo cha ha generato
il
rifiuto,
indipendentemente
dal
tipo
di
impianto
di
destinazione
DT/AC/AE/AD
Ogni 3 mesi
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
Pagina 63 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Codice
Cer
Descrizione
rifiuto
Guaine
bituminose
coibentanti
utilizzate per
rivestire le
tubazioni d'acqua
(derivanti anche
da attività di
manutenzione in
cantieri/impianti
(art.230
d.lgs.152/60))
170401
metalli misti
(Contatori –
Chiavi d’arresto)
Luogo di conservazione
registro di
carico/scarico
Responsabilità
Periodicità di
smaltimento
MAGAZZINO
LP/MG
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
REGI LAGNI
DT/AC/AE/AD
SCUDILLO
DT/AC/AE/AD
Ogni 3 mesi
MAGAZZINO
MAGAZZINO
170405
Periodicità
caratterizzazione
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1),
in caso di modifiche al
processo cha ha generato
il
rifiuto,
indipendentemente
dal
tipo
di
impianto
di
destinazione
Ogni 3 mesi
ATRIPALDA
ferro e acciaio
derivanti anche
da attività di
manutenzione e
in cantieri/
impianti (art.230
d.lgs. 152/06)
PAG 64 DI 112
POGGIOREALE
LP/MG
Ogni 12 mesi
(quantità max
inferiore a 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
DT/AC/AE/AD
Ogni 6mesi (quantità
max inferiore a 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
LP/MG
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
DT/AC/AI
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
Ogni 4 mesi (quantità
recupero
operante
in
procedura semplificata
max inferiore a 30 mc
con frequenza annuale, se
complessivamente
conferito in discarica (D1)
presenti c/o il sito)
REGI LAGNI
DT/AC/AE/AD
Ogni 6 mesi (quantità
max inferiore a 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
SAN LAZZARO
DT/AC/AE/EP
Ogni 3 mesi
Documento di Analisi Ambientale R5
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1)
Pagina 64 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Codice
Cer
Descrizione
rifiuto
Luogo di conservazione
registro di
carico/scarico
SCUDILLO
170407
170411
190905
200304
metalli misti
(trucioli da
filettatura)
Cavi elettrici
resine di scambio
ionio saturate o
esaurite
MAGAZZINO
SAN LAZZARO
Responsabilità
Periodicità di
smaltimento
DT/AC/AE/AD
Ogni 6 mesi (quantità
max inferiore a 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
LP/MG
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
DT/AC/AE/EP
LABORATORIO
QS/CA
AVELLINO - SORGENTI
ALTE (PELOSI)
DT/AC/AE/AD
Ogni 3 mesi
AVELLINO - SORGENTI
BASSE (URCIUOLI)
DT/AC/AE/AD
MAGAZZINO
Ogni 3 mesi
Documento di Analisi Ambientale R5
LP/MG
Periodicità
caratterizzazione
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1)
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
Ogni 12mesi (quantità
procedura semplificata
max inferiore a 30 mc
con frequenza annuale, se
complessivamente
conferito in discarica (D1),
presenti c/o il sito)
in caso di modifiche al
processo cha ha generato
il
rifiuto,
indipendentemente
dal
tipo
di
impianto
di
destinazione
Ogni 3 mesi oppure
max 10 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
Espurgo vasche
biologiche
PAG 65 DI 112
Ogni 3 mesi oppure
max 30 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1)
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza biennale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1)
Pagina 65 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Codice
Cer
Descrizione
rifiuto
Luogo di conservazione
registro di
carico/scarico
Responsabilità
POGGIOREALE
DT/AC/AI
REGI LAGNI
DT/AC/AE/AD
SAN FELICE A CANCELLO
DT/CS
Periodicità di
smaltimento
PAG 66 DI 112
Periodicità
caratterizzazione
Ogni 3 mesi
Ogni 3 mesi
Ogni 3 mesi
070104*
130301*
130310*
150202*
Altri solventi
organici i,
soluzioni di
lavaggio ed acque
madri
Altri oli isolanti e
termo conduttori
contenenti pcb
Altri oli isolanti e
termo conduttori
assorbenti,
materiali filtranti,
stracci e
indumenti
protettivi
contaminati da
sostanze
pericolose,
derivanti anche
da attività di
manutenzione e
impianti (art.230
d.lgs.152/06)
QS/CA
Ogni 3 mesi oppure
max 10 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1)
o a impianto di recupero
operante in procedura
semplificata
DT/AC/AE/EP
Ogni 12 mesi
(quantità max
inferiore a 10 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1) o a
impianto di recupero operante
in procedura semplificata
SAN LAZZARO
DT/AC/AE/EP
Ogni 12 mesi
(quantità max
inferiore a 10 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1) o a
impianto di recupero operante
in procedura semplificata
AVELLINO - SORGENTI
ALTE (PELOSI)
DT/AC/AE/AD
Ogni 3 mesi
ATRIPALDA
DT/AC/AE/AD
Ogni 3 mesi
LP/MG
Ogni 3 mesi oppure
max 10 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
DT/AC/AI
Ogni 12 mesi
(quantità max
inferiore a 10 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
LABORATORIO
SAN LAZZARO
MAGAZZINO
POGGIOREALE
Documento di Analisi Ambientale R5
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza annuale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata o
in discarica (D1),
in caso di modifiche al
processo cha ha generato
il
rifiuto,
indipendentemente
dal
tipo
di
impianto
di
destinazione
Pagina 66 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Codice
Cer
Descrizione
rifiuto
Luogo di conservazione
registro di
carico/scarico
Responsabilità
REGI LAGNI
DT/AC/AE/AD
Periodicità di
smaltimento
PAG 67 DI 112
Periodicità
caratterizzazione
Ogni 3 mesi
Ogni 3 mesi
SCUDILLO
160209*
160506*
160601*
Trasformatori e
condensatori
contenenti pcb
reagenti vari
(scaduti)
Ogni 12 mesi
(quantità max
inferiore a 10 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza annuale, se
conferito in discarica (D1)
o a impianto di recupero
operante in procedura
semplificata
QS/CA
Ogni 3 mesi oppure
max 10 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza annuale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata o
in discarica (D1),
in caso di modifiche al
processo cha ha generato
il
rifiuto,
indipendentemente
dal
tipo
di
impianto
di
destinazione
MAGAZZINO
LP/MG
Ogni 3 mesi oppure
max 10 mc
complessivamente
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
SAN LAZZARO
DT/AC/AE/EP
SAN LAZZARO
LABORATORIO
DT/AC/AE/EP
Batterie al
piombo
ATRIPALDA
160602*
DT/AC/AE/AD
DT/AC/AE/AD
BATTERIE AL
NICHEL CADMIO
MAGAZZINO
Documento di Analisi Ambientale R5
LP/MG
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza annuale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
Ogni 6 mesi(quantità
procedura semplificata o
in discarica (D1)
max inferiore a 10 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
Ogni 6 mesi (quantità
max inferiore a 10 mc
Caratterizzazione da ripetere
complessivamente
solo nei seguenti casi:
presenti c/o il sito)
con frequenza annuale, se
Ogni 3 mesi oppure
conferito a impianto di
max 10 mc
recupero
operante
in
complessivamente
procedura semplificata o
in discarica (D1)
presenti c/o il sito ma
comunque non oltre
l’anno
Pagina 67 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
Codice
Cer
Descrizione
rifiuto
Luogo di conservazione
registro di
carico/scarico
REGI LAGNI
SCUDILLO
180103*
rifiuti sanitari
nelle scatole
gialle
200121*
TUBI
FLUORESCENTI
ED ALTRI
RIFIUTI
CONTENENTI
MERCURIO
Sostanze
Da
assorbenti
definire contaminate da
all’occorre sostanze
nza
pericolose/non
pericolose
Responsabilità
DT/AC/AE/AD
DT/AC/AE/AD
LABORATORIO
QS/CA
SAN LAZZARO
DT/AC/AE/EP
VIA ARGINE
LP/PT
Dove si verifica
l’emergenza connessa allo
sversamento oppure sede
locale del responsabile
dell’attività
Periodicità di
smaltimento
PAG 68 DI 112
Periodicità
caratterizzazione
Ogni 6 mesi (quantità
max 10 inferiore a mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
Ogni 6 mesi (quantità
max inferiore a 10 mc
complessivamente
presenti c/o il sito)
Caratterizzazione da ripetere
solo nei seguenti casi:
con frequenza annuale, se
conferito a impianto di
recupero
operante
in
procedura semplificata o
in discarica (D1)
da ripetere
Ogni 6 mesi (quantità Caratterizzazione
max inferiore a 10 mc solo nei seguenti casi:
con frequenza annuale, se
complessivamente
conferito a impianto di
presenti c/o il sito)
recupero
operante
in
Ogni 3 mesi oppure
procedura semplificata o
max 10 mc
in discarica (D1),
in caso di modifiche al
complessivamente
processo cha ha generato
presenti c/o il sito ma
il
rifiuto,
comunque non oltre
indipendentemente
dal
l’anno
tipo
di
impianto
di
Max 30 gg dalla
chiusura del
contenitore
(> 200 l)
Responsabile di
riferimento
Al
verificarsi
dell’evento
di
emergenza dovuta a
sversamento
di
sostanze
pericolose/non
pericolose
All’occorrenza
All’occorrenza
All’occorrenza
Da
definire
all’occorre
nza
Rifiuti derivanti
da ciclo
produttivo
e non
appartenenti alle
Luogo di produzione
Responsabile
attività di
manutenzione/Re
sponsabile sito
patrimoniale
Da
definire
all’occorre
nza
Rifiuti non
derivanti da ciclo
produttivo
Luogo di produzione
Unità della
Direzione tecnica
All’occorrenza
All’occorrenza
Luogo di produzione
Unità della
Direzione tecnica
(per siti operativi)
o LP/PT (per siti
non operativi o
dismessi)
All’occorrenza
All’occorrenza
Da
definire
all’occorre
nza
Rifiuti non
derivanti da ciclo
produttivo
Documento di Analisi Ambientale R5
Pagina 68 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
PAG 69 DI 112
NA = attribuzione codice CER immediata/univoca, anche in base alle schede tecniche e di sicurezza del
prodotto (ove applicabile).
Le quantità di rifiuti prodotti sono monitorate attraverso apposito report gestito da ABC.
Documento di Analisi Ambientale R5
Pagina 69 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
PAG 70 DI 112
SCHEDA 4 EMISSIONI SONORE
Emissioni Sonore
Il Comune di Napoli ha effettuato la zonizzazione del rumore
L’emissione di rumorosità avviene anche in orario notturno
SI
SI
SI
NO
NO
NO
Principali riferimenti di legge:
•
DPCM 01/03/1991 (limiti massimi di esposizione ambiente abitativo ed esterno-criterio
•
•
•
•
•
•
differenziale)
DM Ambiente 11/12/1996 (Applicazione del criterio differenziale per gli impianti a ciclo
produttivo continuo)
DPCM 14/11/1997 (valori limite sorgenti sonore)
DM 16/03/1998 (tecniche di rilevamento dell’inquinamento acustico)
DPCM 31/03/1998 (competenze e qualifiche tecnico in acustica)
D.Lgs 04/09/2002 n. 262 (emissione acustica di attrezzature destinate a funzionare
all’aperto)
Piano di zonizzazione acustica del Comune di Napoli
Per le attività di scavo, manutenzione sulla rete idrica e sugli impianti, e per il funzionamento delle
centrali di sollevamento, si emette rumore prodotto da utensili manuali (martelli, flex, ecc), da
eventuali escavatori e dalle pompe di sollevamento presso le centrali.
Sono state effettuate indagini fonometriche nei siti e nei cantieri considerati di maggior interesse ai
fini della valutazione dell’impatto acustico.
Le indagini sono state affidate a tecnico specializzato che ha utilizzato strumentazione idonea, le
modalità di indagine sono riportate nelle relazioni tecniche di valutazione dell’impatto acustico.
In particolare, sono stati presi in esame:
• un cantiere tipo per interventi di manutenzione sulla rete idrica nella città di Napoli
• sede operativa di Poggioreale (dove è presente un forte transito di automezzi e autoveicoli)
• sede operativa di Casoria (dove è presente il magazzino)
• sede centrale di Capodimonte (dove è presente una centrale di sollevamento interna)
• sede centrale e serbatoio Scudillo (dove è presente una centrale di sollevamento esterna)
• sede di via argine in quanto sede principale di ABC
Come si evince dalle relazioni sulla valutazione dell’impatto acustico allo stato attuale, per le sedi
suddette, relativamente all’eventuale disturbo sonoro all’ambiente circostante, sono rispettati i
limiti assoluti di emissione sonora in entrambi i periodi di riferimento presi in considerazione
(notturno e diurno), sono rispettati inoltre i limiti differenziali consentiti dalle norme.
Per i cantieri di realizzazione viene effettuata in via preventiva, in fase di progettazione, una
valutazione dell’impatto acustico atteso a mezzo tecnico abilitato. A valle delle autorizzazioni
necessarie per l’inizio dei lavori viene presentata all’ufficio comunale competente richiesta di
autorizzazione in deroga al piano di zonizzazione acustica. I lavori hanno inizio a valle del rilascio
delle autorizzazioni previste.
Documento di Analisi Ambientale R5
Pagina 70 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
PAG 71 DI 112
Per i cantieri di manutenzione straordinaria, in base al piano di zonizzazione acustica del Comune
di Napoli, ABC è esonerata dal presentare preventiva richiesta di deroga.
SINTESI
TIPO DI EMISSIONE
Transito di automezzi
Centrali di
sollevamento
Attività amministrative
Attività produttive
Attività produttive
Documento di Analisi Ambientale R5
PUNTO DI EMISSIONE
CONFORMITA’
Siti operativi (Poggioreale,
San Lazzaro, Cancello, Regi
Relazione tecnica di impatto per
Lagni, Scudillo, manufatti
alcuni siti operativi TIPO
Avellino/Benevento),
Magazzino
Relazione tecnica di impatto SU
Centrali
SITI TIPO
Relazione tecnica di impatto SU
Siti amministrativi
SITI TIPO
Relazione tecnica di impatto
Cantieri da guasto
cantiere tipo e esonero da PZA
Comune di napoli
Relazione tecnica di impatto in
via preventiva in fase di
Cantieri di realizzazione
progettazione/Autorizzazioni in
deroga al PZA, ove previsto
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SCHEDA 5 UTILIZZO DI RISORSE NATURALI (COMBUSTIBILI, ENERGIA, ACQUA) E
RISPARMIO ENERGETICO
Utilizzo Risorse Naturali (combustibili, energia, acqua)
SI
Attuate misure per il risparmio energetico
SI
Esiste un programma di razionalizzazione del consumo delle risorse utilizzate
SI
E’ stato nominato l’ Energy manager ?
SI
NO
NO
NO
NO
Principali riferimenti di legge:
•
L. 9/01/1991 n.10
•
DM 20/07/2004 (obiettivi di risparmio energetico, sviluppo fonti rinnovabili)
•
L. 23/08/2004 (riordino del settore energetico)
•
DM 27/7/2005 (attuazione legge n.10/91,art 4 co.1 e 2)
•
D.Lgs 19/08/2005 n.192 e s.m.(attuazione direttiva 2002/91/CE su rendimento energetico
•
•
•
•
•
•
•
•
nell’edilizia)
Decreto Ministeriale 26/6/2009 – Ministero dello Sviluppo Economico Linee guida nazionali
per la certificazione energetica degli edifici come modificato da DM 22/11/12;
DECRETO DIRIGENZIALE REGIONE CAMPANIA N. 516 DEL 26 OTTOBRE 20
D. Lgs. 387 del 29/01/2003- Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione
dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno
dell'elettricità.
DM 10 settembre 2010- Linee guida Autorizzazione impianti da fonti rinnovabili
D.M. 5 luglio 2012- Registro GSE
DPR 2 aprile 2009, n. 59 Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e
b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva
2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia
Decreto Ministeriale 22 Novembre 2012 che modifica le linee guida nazionali per la
certificazione energetica degli edifici (DM 26 giugno 2009) e introduce l’obbligo di
certificazione anche per gli edifici di classe G.
DPR 74/13
CONSUMI ENERGETICI:
ABC ha provveduto alla nomina dell’energy manager; tale nomina viene sottoposta a rinnovo e
comunicazione entro il 30 aprile di ogni anno al Ministero (M.A.P.).
ENERGIA ELETTRICA
L’attività svolta da ABC è fortemente condizionata dai consumi di energia elettrica. I processi che
maggiormente influiscono sul consumo di energia elettrica sono quelli di captazione dell’acqua
(campi pozzi) e di sollevamento dell’acqua attraverso le centrali di sollevamento che garantiscono
la necessaria pressione per la distribuzione dell’acqua all’utenza.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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ABC effettua analisi periodiche sui consumi di energia elettrica e stabilisce obiettivi di
razionalizzazione del consumo rispetto ai quali valuta gli andamenti mensili.
ABC valuta i fabbisogni di energia elettrica sulla base dei dati statici e tecnici disponibili che
consentono di legare univocamente il funzionamento delle centrali di sollevamento e dei campi
pozzi al consumo di energia, attraverso le portate sollevate/captate. In particolare, il fabbisogno di
energia elettrica viene stimato per i sollevamenti c/o le centrali sulla base del legame analitico
ricavato tra le serie storiche delle portate sollevate e quelle dei consumi rilevati, mentre per le
necessità del sistema di captazione sulla base dell’utilizzo previsto dei campi pozzi.
L’andamento dei consumi per ciascun sito è poi monitorato e riportato, con cadenza mensile, in
forma aggregata nei report periodici di direzione.
ABC effettua, inoltre, periodicamente controllo preventivo sistematico sulla funzionalità delle
pompe di sollevamento a servizio delle centrali di sollevamento di ABC, attraverso attività di analisi
termografica.
L’impegno di ABC è anche nel campo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
secondo le seguenti linee di sviluppo:
-
lo sfruttamento dei salti idraulici esistenti nello schema acquedottistico gestito da ABC.
la messa in esercizio di impianti fotovoltaici sulla sede aziendale di via Argine.
L’obiettivo è quello di autoprodurre da fonti rinnovabili, e quindi impatto zero per l’ambiente, una
quota dell’energia consumata dall’ ABC. Tale quota si prevede che sarà via via crescente con
l’entrata in esercizio degli impianti in progetto/realizzazione.
COMBUSTIBILI:
Come combustibili vengono utilizzati:
- metano e GPL per l’alimentazione degli impianti termici civili;
- metano per alcune attività specialistiche di laboratorio;
- gasolio e/o benzina per l’utilizzo del parco auto
- gasolio per l’alimentazione dei gruppi elettrogeni.
La sorveglianza e la misurazione dei consumi di combustibile sono tenuti sotto controllo
periodicamente da ABC.
Impianti termici civili
ABC garantisce la tenuta sotto controllo di tutti gli impianti termici civili per la climatizzazione
estiva ed invernale e/o di produzione di acqua calda, attraverso periodiche attività di verifica e
manutenzione e di controllo di efficienza energetica secondo quanto previsto dalla normativa
vigente.
ABC garantisce quindi:
• Il rispetto della frequenza di manutenzione e di controllo di efficienza energetica
• Il rispetto del periodo, dell’orario annuale e della temperatura di esercizio degli impianti
termici
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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•
La compilazione, a partire dal 1/6/2014, del libretto di impianto per la climatizzazione e del
rapporto di efficienza energetica da parte del responsabile dell’esercizio e della
manutenzione.
L’aggiornamento e la corretta conservazione del libretto di impianto (presso l’impianto termico) con
allegate le dichiarazioni attestanti la conformità degli impianti e che riporta gli interventi di
manutenzione sull’impianto e di verifica dei parametri di efficienza energetica
Impianto metano
ABC garantisce la verifica e la manutenzione degli impianti di distribuzione metano.
Parco auto
ABC garantisce la programmazione e l’esecuzione degli interventi di manutenzione e la revisione
secondo le periodicità prescritte sugli automezzi dell’intera flotta aziendale. Tutte le verifiche e le
manutenzioni effettuate sono idoneamente registrate.
ACQUA:
Il consumo di acqua è limitato agli usi civili nei siti di responsabilità ABC. ABC ha stipulato, sui vari
siti gestiti, i contratti di fornitura idrica con i gestori di riferimento. I dati di consumo sono
monitorati attraverso le fatture emesse relativamente a tali contratti.
SINTESI
TIPO DI CONSUMO
Energia elettrica
Acqua per usi civili
Combustibili
Documento di Analisi Ambientale R5
PUNTO DI CONSUMO
CONFORMITA’
Energy Manager
Monitoraggio consumi energia
Tutti i siti, tranne rete e elettrica
cantiere
Programma risparmio energetico
Utilizzo
energia
da
fonti
rinnovabili
Siti amministrativi (Argine,
Ventaglieri),
laboratorio,
magazzino,
siti
operativi
(Poggioreale, San Lazzaro, Monitoraggio consumi
Cancello, Scudillo, Regi Lagni,
manufatti
Avellino/Benevento),
Siti amministrativi (Argine,
Ventaglieri), Laboratorio, siti
operativi (Poggioreale, San Monitoraggio consumi gasolio e
Lazzaro, Cancello, Scudillo, benzina per automezzi, metano e
Regi
Lagni,
manufatti GPL per impianti termici
Avellino/Benevento), rete
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SCHEDA 6: RISORSA IDRICA (MATERIA PRIMA)
Impiego di risorsa idrica (materia prima)
SI
NO
Principali riferimenti di legge:
•
RD 11/12/1933, n. 1775 (Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque) e s.m.i. (come
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
modificato dall’art. 96 del D. Lgs. 152/2006 e della Legge 689/1981);
D. Lgs. 112/1998, art. 89_ trasferimento delle Competenze alle Regioni per la gestione del
demanio idrico;
D.Lgs. 12/07/1993 n. 275 e s.m. (Riordino e concessione di acque pubbliche, denuncia dei
pozzi)
DPCM 04/03/1996 (“Disposizioni in materia di risorse idriche”)
D.Lgs. 02/02/2001 n. 31 (Acque destinate al consumo umano) come mod. da D.Lgs 27/02/2002
n.27
DM salute 06/04/2004 n. 174 (Reg. materiali che possono essere utilizzati per impianti fissi di
captazione, trattamento, adduzione e distribuzione delle acque adibite al consumo umano)
D.Lgs 152 del 2006 e s.m.i. parte terza e relativi allegati
Dlgs 16 marzo 2009, n. 30 (protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal
deterioramento, in recepimento della direttiva 2006/118/Ce)
Delibera di Giunta Provinciale n.53 del 20/01/2003 (sistema sanzionatorio)
DM 12/12/1985- Norme tecniche per le tubazioni.
Decreto Ministero LL.PP. del 08/01/1997 n° 99- Regolamento per la definizione dei criteri e del
metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature.
UNI EN 12954: Protezione catodica di strutture metalliche interrate o immerse - Principi
generali e applicazione per condotte.
UNI 11094: Protezione catodica di strutture metalliche interrate. Criteri generali per
l’attuazione, le verifiche e i controlli ad integrazione di UNI EN 12954 anche in presenza di
correnti disperse.
UNI EN 13509: Tecniche di misurazione per la protezione catodica
UNI 10950: Protezione catodica di strutture metalliche interrate. Telecontrollo dei sistemi di
protezione catodica
D.Lgs. 2 febbraio 2007, n. 22 Attuazione della direttiva 2004/22/CE relativa agli strumenti di
misura
DPCM 4 MARZO 1996
DM 26 MARZO 1991 – NORME TECNICHE DI PRIMA ATTUAZIONE DEL DPR 236/88
ABC utilizza la risorsa idrica come materia prima nel processo produttivo di erogazione di acqua
destinata al consumo umano. L’acqua viene emunta attraverso il processo di captazione dalle sorgenti
e dai campi pozzi, nel rispetto delle relative concessioni rilasciate dalle Autorità competenti e acquistata
da terzi a garanzia della copertura del fabbisogno complessivo in distribuzione.
Vengono periodicamente registrati i prelievi effettuati e l’acqua fatturata all’utenza anche al fine di
verificare le perdite di sistema (sia tecniche che commerciali).
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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Inoltre sono attivi processi fisici di monitoraggio periodico delle perdite in rete nonché delle perdite
dalle vasche dei serbatoi. A valle di tali monitoraggi vengono pianificate con opportuna priorità di
intervento le necessarie attività di riparazione/sostituzioni di parti del sistema acquedottistico
interessate dalle perdite rilevate (sostituzione condotte, rifazione vasche etc…).
Ai fini della prevenzione delle perdite vengono effettuate periodiche attività di controllo di efficienza
delle protezioni catodiche presenti su alcune condotte del sistema di distribuzione e controlli a
campione sulla corretta esecuzione delle saldature rispetto alle procedure di saldatura previste nelle
specifiche tecniche e di progetto.
Anche le attività di progettazione delle reti/impianti acquedottistici sono svolte in modo tale da
garantire adeguate scelte in termini di riduzione degli impatti ambientali. Gli input alla progettazione
prevedono, tra l’altro, la valutazione degli elementi che incidono sulla scelta dei materiali, sulle
modalità di posa e sulla valutazione della necessità di realizzazione di specifici impianti di protezione
catodica, al fine di garantire, principalmente, la riduzione delle perdite idriche e la durabilità delle opere
progettate. Ad esempio in fase di progettazione, se ritenuto necessario (qualora cioè si intenda posare
tubazioni in materiale metallico diverso dalla ghisa sferoidale) è prevista la valutazione delle
caratteristiche del terreno di posa (in termini di pH e conducibilità) ai fini della scelta della tipologia di
materiale da utilizzare, e la valutazione di altri elementi, quali l’intensità del traffico veicolare, presenza
di correnti vaganti, presenza o meno di sottoservizi etc per definire le più adeguate modalità di posa
della condotta (in cavo terra o cunicolo, etc,..) e il livello di serraggio giunti etc.
ABC effettua anche campagne periodiche di sensibilizzazione all’uso razionale della risorsa idrica nei
confronti dei cittadini/utenti.
ABC applica tariffe diversificate in base ai consumi effettuati al fine di disincentivare lo spreco della
risorsa.
SINTESI
TIPO DI CONSUMO
PUNTO DI CONSUMO
Acqua di processo
Sorgenti (Acquaro Pelosi,
Urciuoli) , campo pozzi
Perdite di acqua
Sorgenti (Acquaro Pelosi,
Urciuoli), Campo pozzi, rete,
serbatoi (Quota 100, Scudillo,
Capodimonte, San Giacomo,
Cangiani,
Camaldoli,
san
Sebastiano,
Pianura,
Chiaiano) , cantiere
Documento di Analisi Ambientale R5
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CONFORMITA’
Rispetto limiti da concessioni
Pagamenti a terzi per acquisti
acqua
Bilancio idrico
Bilancio idrico, Ricerca perdite da
rete
e
vasche
serbatoi,
Campagne di sensibilizzazione,
Valutazione aspetti di mitigazione
dell’impatto ambientale in fase di
progettazione,
Monitoraggio
protezioni catodiche
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SCHEDA 7 SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI
Impiego di Sostanze e Preparati pericolosi
SI
NO
Principali riferimenti di legge:
•
D. Lgs. 03/02/1997 n 52 (sostanze pericolose: attuazione Dir. 92/32/CEE, che modifica e
•
•
•
•
•
•
•
•
•
integra dir 67/548/CE) come mod. e integrato da D.Lgs n. 90 del 25/02/1998 e da D. Lgs.28
luglio 2008, n. 145 (adeguamento REACH);
DM Sanità 04/04/1997 (Schede di sicurezza)
REGOLAMENTO (CE) N. 1272/2008 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 16
dicembre 2008 relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e
delle miscele che modifica e abroga le direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE e che reca modifica
al regolamento (CE) n. 1907/2006 (periodo transitorio 2010- 2015)
REGOLAMENTO (UE) N. 453/2010 della Commissione del 20 maggio 2010 recante modifica del
regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la
registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH)
Allegato I- Contenuti specifici scheda di sicurezza
Regolamento Europeo n. 1907/2006 (registrazione, valutazione, autorizzazione e la restrizione
delle sostanze chimiche REACH) come modificato e integrato da da Reg. n .109/12, 125/12 E
253/11
DECRETO 24 gennaio 2011 , n. 20- Regolamento recante l'individuazione della misura delle
sostanze assorbenti e neutralizzanti di cui devono dotarsi gli impianti destinati allo stoccaggio,
ricarica, manutenzione, deposito e sostituzione degli accumulatori
Regolamenti UE n. 252 del 15/03/2011 e Regolamento (UE) n. 618/2012 della Commissione del
10 luglio 2012 recante modifica, ai fini dell’adeguamento al progresso tecnico e scientifico, del
regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla
classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele
Decreto 23 marzo 2011 -Recepimento della direttiva 2008/112/CE recante modifiche a
precedenti direttive per adeguarle al regolamento (CE) n. 1272/2008 relativo alla
classificazione, all'etichettatura ed all'imballaggio delle sostanze e delle miscele
DM 07/09/2002 Decreto Ministeriale 07/09/2002 (Informazione su sostanze e preparati
pericolosi. Scheda informativa in materia di sicurezza)
REGOLAMENTO UE DI MODIFICA REGOLAMENTO CLP N.252 DEL 15/03/2011
ABC ha effettuato un censimento delle sostanze pericolose presenti sui vari siti. Le sostanze sono
classificate in funzione delle caratteristiche di infiammabilità e rischio di inquinamento.
E’ garantita la disponibilità, nei siti dove le stesse sono utilizzate, delle schede di sicurezza aggiornate e
in lingua italiana conformemente a quanto previsto dalla legislazione vigente.
Si tratta di sostanze del laboratorio, gasolio per gruppi elettrogeni, ipoclorito di sodio presso gli impianti
di clorazione, sostanze contenute nelle batterie presso centrali e campi pozzi, sostanze pericolose
sporadicamente presenti in cantiere.
La modalità di contenimento/imballaggio delle sostanze pericolose è tale da impedirne la fuoriuscita in
condizioni normali di stoccaggio e utilizzo.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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Ove presenti, le sostanze sono adeguatamente etichettate secondo la normativa vigente, anche in caso
di eventuali travasi in altri contenitori.
Dove ritenuto necessario, in funzione della gravità dell’impatto ambientale, sono previste specifiche
misure di raccolta controllata di eventuali sversamenti (vasche di contenimento di adeguata
capacità/serbatoi a doppia tenuta/kit anti spandimento).
ABC si accerta che, ove applicabile in base alla natura e quantità di sostanze e preparati pericolosi
forniti/prelevati, i fornitori utilizzino trasportatori qualificati secondo la normativa ADR.
SINTESI
TIPO DI CONSUMO
Utilizzo sostanze per
processo produttivo
Documento di Analisi Ambientale R5
PUNTO DI CONSUMO
Siti
amministrativi
(Argine),
Laboratorio,
Magazzino,
siti
operativi
(Poggioreale,
San
Lazzaro, Regi Lagni, Scudillo,
Cancello, manufatti Avellino/
Benevento – siti operativi c/o
sorgenti ), , campo pozzi, centrali
(Scudillo, Lufrano, Capodimonte,
Cangiani, San Giacomo), cantiere
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CONFORMITA’
Corretto
stoccaggio
ed
etichettatura
Eventuali contenimenti in fase di
dispersione
Piani di emergenza e attrezzature
di emergenza
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SCHEDA 8 DANNO AMBIENTALE E BONIFICA SITI INQUINATI
Danno ambientale e Bonifica siti inquinati
SI
NO
Principali riferimenti di legge:
•
DPR 22/09/1988 n.447 libro primo titolo quinto (Costituzione di parte civile).
•
D.Lgs. 03/04/2006 n.152 e s.m.i. (TU ambientale), art. da 299 a 318 e relativi allegati
•
recepimento direttiva CE/2004/35/CE, (obblighi dell’operatore in caso di minaccia
imminente o danno ambientale) come modificato e integrato da Legge 22 dicembre 2011,
n. 214 (28/12/2011)- Conversione in legge del “Salva Italia”- modifica titolo V art. 242Bonifica dei siti inquinati- Messa in sicurezza
D.Lgs. 03/04/2006 n.152 e s.m.i. (TU ambientale), art. da 239 a 253 (bonifica dei siti
contaminati) e art. 257 (sanzioni) e relativi allegati come modificato e integrato da Dlgs 7
luglio 2011, n. 121 (16/08/2011)- Introduzione dei reati ambientali all’interno del decreto
231/2001, Legge 22 dicembre 2011, n. 214 (28/12/2011)- Conversione in legge del “Salva
Italia”- modifica titolo V art. 242- Bonifica dei siti inquinati- Messa in sicurezza
ABC garantisce che gli eventi che siano potenzialmente in grado di contaminare siti, siano gestiti
attraverso l’adozione entro 24 ore e a proprie spese delle necessarie misure di prevenzione e
messa in sicurezza, dando preventiva comunicazione agli organi competenti.
L’ABC garantisce, in caso di danno ambientale (art. 305 D.Lgs. n.152/06, Ripristino ambientale)
l’adozione immediata di tutte le iniziative praticabili per controllare, circoscrivere, eliminare o
gestire qualsiasi fattore di danno e all’eventuale adempimento di eseguire un’indagine preliminare
sui parametri oggetto di inquinamento e, nel caso di ripristino susseguente all’accertamento del
mancato superamento dei valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC, All 5 parte
quarta D.Lgs. n.152/06), di presentazione di adeguata autocertificazione al Comune e alla
Provincia entro quarantotto ore dalla comunicazione. L’ ABC, nel caso di mancato rispetto dei
valori CSC delle matrici ambientali (All 5 parte quarta D.Lgs. n.152/06), prevede la presentazione
entro 30 giorni dall’evento del piano di caratterizzazione (con i requisiti di cui all’allegato 2 della
parte quarta del D.Lgs. n.152/06) all’autorità locale competente, delle possibili misure da adottare
per la bonifica delle aree inquinate.
L’ABC garantisce, in caso di mancato rispetto dei valori CSC, e quindi in caso di sito potenzialmente
contaminato, entro sei mesi dall’autorizzazione della caratterizzazione, la presentazione alla
regione dei risultati dell’analisi del rischio sanitario e ambientale e dei valori di concentrazione
soglia di rischio (CSR), eseguita secondo i criteri di cui all’allegato 1 alla parte quarta del D.Lgs.
n.152/2006. L’ABC provvede, nel caso di superamento nell’analisi del rischio dei valori CSR, alla
presentazione alla regione nei successivi sei mesi dall’approvazione dell’analisi del rischio, del
progetto di bonifica, messa in sicurezza e ripristino del sito.
L’ABC garantisce, per siti di piccole dimensioni o in caso di eventi accidentali che interessino aree
circoscritte di superficie non superiore ai 1000 mq, nel caso di superamento dei limiti CSC,
l’adozione ed espletamento delle pratiche amministrative semplificate richieste dall’all. 4 alla parte
quarta del D.Lgs. n.152/06.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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ABC garantisce che anche i propri fornitori, per attività svolte presso i siti ABC o presso siti di cui
ABC abbia la disponibilità giuridica, agiscano, in caso di danno ambientale, come previsto dalla
normativa vigente e diano adeguata e tempestiva comunicazione ad ABC per l’attivazione delle
comunicazioni di competenza.
SINTESI
TIPO DI DANNO
Danno Ambientale da
emergenza
Documento di Analisi Ambientale R5
SITO
CONFORMITA’
Magazzino, siti operativi (Regi
Lagni, Cancello manufatti
Avellino/Benevento – siti operativi
c/o Sorgenti),cantiere, rete,
campo pozzi
Attivazione procedure previste da
normativa
applicabile,
Registrazione
degli
eventi
incidentali
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SCHEDA 9 INFRASTRUTTURE ED EDIFICI – SALUBRITÀ DEGLI AMBIENTI
Agibilità e abitabilità degli edifici
Principali riferimenti:
•
RD 27/07/1934 (Testo unico leggi sanitarie) art. 216
•
RD 1265/1934 (T.U. sulle leggi sanitarie)
•
L. 28/01/1977 n. 10 (Norme in materia di edificabilità dei suoli)
•
DPR 6/06/2001, n.380 (Testo unico in materia edilizia)
Ampliamenti e modifiche di natura edilizia ai fabbricati
Principali riferimenti:
•
L. 17/08/1942 n.1150 (Legge urbanistica)
•
L.5/11/1971 n. 1086 (Norme per le opere in cemento armato)
•
L. 28/01/1977 n. 10 (Norme in materia di edificabilità dei suoli)
•
L. 25/03/1982 n. 94 (Norme per l’edilizia residenziale e provvidenze in materia di sfratti)
•
•
•
•
•
•
•
•
DPR n. 471/98 e DPR n. 440/2000 (“sportello unico”)
DPR 6/06/2001, n.380 e s.m.i. (Testo unico in materia edilizia)
D.lgs 22/01/2004 n. 42 (codice dei beni culturali e del paesaggio) come integrato da
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005 (individuazione
documentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica dei proposti
interventi)
Legge 22.5.2010 n.73- art. 5 (non obbligo di DIA per interventi di manutenzione
straordinaria)
Legge 30 luglio 2010, n. 122- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31
maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di
competitività economica- introduzione della Segnalazione certificata di inizio attività- SCIA
Nota Min. Semplificazione normativa 16 settembre 2010- Chiarimenti sulla applicazione
della Scia in edilizia
D.P.R. del 09 luglio 2010, n. 139 ( procedimento per il rilascio dell’autorizzazione
paesaggistica semplificata)
Decreto Dirigenziale Regione Campania n° 583 del 11/12/2012- Modulistica presentazione
autorizzazione paesaggistica
I cespiti gestiti da ABC sono in parte di proprietà ABC e in parte sono in concessione d’uso da parte
della Regione Campania. La maggior parte dei cespiti sono stati trasferiti e/o assegnati all’ABC a
seguito di Disposizione Dirigenziale del Comune di Napoli. I titoli di proprietà, cessione e
concessione dei cespiti sono censiti e gestiti dalla struttura aziendale competente.
Per tutti i siti gestiti da ABC sono garantite condizioni di salubrità e agibilità.
Qualora si debba procedere ad interventi di ristrutturazione/manutenzione straordinaria/nuove
costruzioni sono applicate le disposizioni previste dalla normativa vigente applicabile, in materia di
edilizia e urbanistica.
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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ABC effettua periodiche verifiche dei siti e delle infrastrutture, al fine di garantire lo stato di buona
conservazione.
Sui siti ritenuti critici (Collina Cancello uffici, via Argine, agenzia Ventaglieri, Poggioreale, San
Lazzaro, Acerra Regi Lagni, Magazzino, S. Sebastiano, Scudillo ed altri..), ABC provvede a periodici
interventi di derattizzazione/disinfestazione.
ABC nei comprensori delle sorgenti e sulle fasce effettua attività monitoraggio dello stato di salute
delle pinete esistenti e provvede ad effettuare periodiche attività di decespugliamento.
SINTESI
TIPO DI ASPETTO
Adeguatezza
infrastrutture
patrimoniali
Documento di Analisi Ambientale R5
PUNTO DI IMPATTO
Siti amministrativi (Argine,
Ventaglieri) , Laboratorio,
Magazzino, Siti operativi
(Poggioreale, San Lazzaro, Regi
Lagni, Scudillo, Cancello,
manufatti Avellino/Benevento) ,
Serbatoi (Quota 100,
Scudillo, Capodimonte, San
Giacomo, Cangiani,
Camaldoli, san Sebastiano,
Pianura, Chiaiano) , Centrali
(Scudillo, Lufrano,
Capodimonte, Cangiani, San
Giacomo), e rete
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CONFORMITA’
Garanzia
stato
di
conservazione/salubrità/adeguatezza
del patrimonio, Periodiche attività di
derattizzazione/disinfestazione,
Rispetto normativa vigente in caso
di ristrutturazioni/nuove costruzioni
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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•
SCHEDA 10 PREVENZIONE INCENDI
RISCHIO INCENDIO
SI
NO
Principali riferimenti di legge:
•
D. Lgs. N. 81 del 09/04/2008 (Testo unico sulla sicurezza), art. 43, 46
•
DPR 151 del 01 Agosto 2011 Regolamento recante semplificazione della disciplina dei
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49, comma 4-quater,
del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2010, n. 122
DECRETO DEL MINISTERO DELL'INTERNO 3 novembre 2004 - Disposizioni relative
all'installazione ed alla manutenzione dei dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le
vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso d'incendio Ministero dell'Interno - Dip. Vigili
del Fuoco, circ. 23 febbraio 2011, n. 12653 - Formazione addetti alla prevenzione incendi, lotta
antincendio e gestione delle emergenze (D.Lgs. 81/2008). Corsi di aggiornamento
Decreto 6 dicembre 2011 Modifica al decreto 3 novembre 2004 concernente l'installazione e la
manutenzione dei dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le vie di esodo,
relativamente alla sicurezza in caso d'incendio
Lettera Circolare Ministero Dell’interno del 06/10/2011 (chiarimenti applicativi del 151/2011 e
gestione del transitorio
circolare ministero interno dip. VVF 4962 del 4/4/12 (tornelli);
circolare ministero interno dip. VVF 4963 del 4/4/12 (uso vie d’uscita ad apertura automatica a
scorrimento orizzontale);
Ministero dell'interno, circ. 27 giugno 2012, prot. 8660 - Attuazione del DPR 1.08.2011, n° 151.
Depositi di GPL in serbatoi fissi di capacità complessiva non superiore a 5 m3 ed attività inerenti
il settore del GPL - Indirizzi applicativi e chiarimenti
Decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81 e s.m.i. “Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto
2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” Titolo IIambiente di lavoro
D.M. 14/05/2004 (Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per l'installazione e
l'esercizio dei depositi di gas di petrolio liquefatto con capacità complessiva non superiore a 13
metri cubi) come modificato dal decreto 4 marzo 2014
DECRETO 24 gennaio 2011, n. 20- Regolamento recante l'individuazione della misura delle
sostanze assorbenti e neutralizzanti di cui devono dotarsi gli impianti destinati allo stoccaggio,
ricarica, manutenzione, deposito e sostituzione degli accumulatori
Decreto del Ministro dell’Interno 20 dicembre 2012, “Regola tecnica di prevenzione incendi per
gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di
prevenzione incendi"
Norma UNI 9994- 1 (Giugno 2013) criteri per effettuare il controllo iniziale, la sorveglianza, il
controllo periodico, la revisione programmata ed il collaudo degli estintori di incendio, ai fini di
garantirne l’efficienza;
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
•
•
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Circolare Ministero del Lavoro n.30 del 16 luglio 2013 "Segnaletica di sicurezza - D. Lgs. n.
81/2008 e s.m.i., Allegato XXV – Prescrizioni generali. Uso e rispondenza dei pittogrammi con la
norma UNI EN ISO 7010:2012 – Chiarimenti
Decreto DCPST 252 allegato alla Circolare prot . 4849 dell’11 aprile 2014
ABC ha valutato il rischio incendio redigendo idonei piani di emergenza ed evacuazione nelle sedi con
più di 10 dipendenti.
Nelle sedi presso le quali sono presenti attività soggette a certificato prevenzione incendi, i relativi CPI
sono stati rilasciati dai VVFF. Le sedi soggette a CPI sono: Via Argine, Poggioreale, Regi Lagni, Collina
Cancello, Urciuoli, Magazzino di Casoria, Scudillo.
ABC garantisce la validità e il rinnovo periodico degli stessi e il rispetto delle prescrizioni in essi
contenute. Presso tutte le sedi sono adottate idonee misure per la prevenzione degli incendi, sono
infatti disponibili più estintori del tipo a polvere e/o a CO2, idranti, porte tagliafuoco e impianti di
rilevazione fumi e impianti di spegnimento automatici. Presso i siti è installata idonea segnaletica di
emergenza con indicazione della posizione dei mezzi di intervento e delle vie di fuga.
Relativamente al rischio incendio presso i cantieri mobili ABC ha elaborato una valutazione del rischio
incendio e esplosione e ha definito le misure di gestione delle emergenze in un apposito piano di
emergenza cantiere. Sono disponibili adeguate attrezzature antincendio (estintori) su tutti gli automezzi
a supporto dei cantieri.
Tutti i dispositivi e le attrezzature antincendio sono sottoposte a periodico controllo e manutenzione e
le registrazioni sono disponibili presso le unità aziendali competenti.
Sono state nominate e adeguatamente formate squadre di emergenza, presso i siti e presso i cantieri.
La formazione viene periodicamente rinnovata.
Vengono, inoltre, effettuate periodiche prove di simulazione delle evacuazioni e i risultati di tali prove
sono utilizzati per l’attivazione di eventuali azioni correttive o opportunità di miglioramento.
SINTESI
TIPO DI ASPETTO
Rischio Incendio
Documento di Analisi Ambientale R5
PUNTO DI IMPATTO
Siti amministrativi (Argine,
Ventaglieri), Laboratorio,
Magazzino, Siti operativi
(Poggioreale, San Lazzaro, Regi
Lagni, Scudillo, Cancello,
manufatti Avellino/Benevento),
Serbatoi (Quota 100,
Scudillo, Capodimonte, San
Giacomo, Cangiani,
Camaldoli, san Sebastiano,
Pianura, Chiaiano), Centrali
(Scudillo, Lufrano, Capodimonte,
Cangiani, San Giacomo),cantiere
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CONFORMITA’
Disponibilità
emergenza,
emergenza,
antincendio
CPI,
Piani
di
squadre
di
attrezzature
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SCHEDA 11 DETENZIONE APPARECCHIATURE CONTENENTI PCB/PCT
DETENZIONE DI APPARECCHIATURE CONTENENTI PCB/PCT
Apparecchiature con PCB >0.05
Apparecchiature con PCB compreso tra 0.05 e 0.005
SI
SI
SI
NO
NO
NO
Principali riferimenti:
•
DPR 24/05/1988 n. 216 (Divieto uso apparecchi PCB e PCT, censimento, deroghe)
•
D.Lgs. 22/05/1999 n. 209 (Smaltimento PCB, PCT)
•
DM 11/10/2001 n. 33 (condizioni utilizzo trasformatori contenenti PCB in attesa di
•
decontaminazione o smaltimento, modalità di decontaminazione)
Legge 18 aprile 2005, n. 62 (Legge comunitaria 2004”- art. 18 obblighi a carico dei
detentori di apparecchi contenenti policlorodifenili e policlorotrifenili, ivi compresi i difenili
mono e diclorurati di cui all’allegato, punto 1, del decreto del Presidente della Repubblica
24 maggio 1988, n. 216, soggetti ad inventario ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo
22 maggio 1999, n. 209, nonché a carico dei soggetti autorizzati a ricevere detti apparecchi
ai fini del loro smaltimento)
E’ disponibile il censimento aggiornato di apparecchiature contenenti PCB con l’evidenza della % in
peso di PCB contenuto.
E’ stata effettuata la comunicazione di detenzione delle apparecchiature e le apparecchiature sono
correttamente etichettate.
SINTESI
TIPO DI ASPETTO
Presenza PCB
PUNTO DI IMPATTO
CONFORMITA’
Campo pozziCentrali e Serbatoi Verifica buona funzionalità del
trasformatore e assenza perdite
(Cangiani, Capodimonte)
di fluidi, corretta etichettatura
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SCHEDA 12 SOSTANZE LESIVE PER L’OZONO E AD EFFETTO SERRA (IMPIANTI DI
CONDIZIONAMENTO E REFRIGERAZIONE - COMMUTATORI DI ALTA TENSIONE IN SF6 ‘’’)
PRESENZA DI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO E REFRIGERAZIONE
SI
Refrigeranti dannosi per l’ozono
SI
Gas Fluorurati ad effetto serra
SI
NO
NO
NO
PRESENZA DI INTERRUTTORI ELETTRICI ISOLATI CONTENENTI SF6
Gas Fluorurati ad effetto serra
NO
NO
SI
SI
Principali riferimenti di legge:
•
L. 28/12/1993 e successive mod. e integr. (sostanze lesive per l’ozono, sostanze controllate)
•
Reg. CE 1005/2009 del 16/09/2009 (graduale eliminazione delle sostanze controllate)
•
DPR 15/02/2006 n.147-( Regolamento modalità per il controllo e il recupero delle fughe di
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
sostanze lesive della fascia di ozono).
Reg. CE 842/2006 (controllo apparecchiature contenenti HFC e SF6)
Reg CE 1497/2007 (requisiti standard controllo perdite gas fluorurati come HFC e SF6 mezzi
antincendio);
Reg. CE 1516/2007 (requisiti standard controllo perdite gas fluorurati come HFC e SF6 impianti
di condizionamento e pompe di calore).
REGOLAMENTO (CE) N. 303/2008 DELLA COMMISSIONE del 2 aprile 2008 che stabilisce, in
conformità al regolamento (CE) n. 842/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, i requisiti
minimi e le condizioni per il riconoscimento reciproco della certificazione delle imprese e del
personale per quanto concerne le apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento
d’aria e pompe di calore contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra
Decreto del Presidente della Repubblica N. 43 del 27 gennaio 2012 (“Patentino frigoristi”)
decreto legislativo 5 marzo 2013, n. 26 (disciplina sanzionatoria per la violazione delle
disposizioni di cui al regolamento n. 842/2006 su taluni gas fluorurati
DPR 74/2013: Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio,
conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione
invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a
norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192
Comunicato ministero dell’ambiente (GU 11/2/2013) circa il Registro dell’impianto ex art 15 del
DPR 43/12
Decreto Legislativo 13 settembre 2013, n. 108 – Disciplina sanzionatoria per la violazione delle
disposizioni di cui al regolamento n. 1005/2009 sulle sostanze che riducono lo strato di ozono)
Decreto Ministeriale 10 febbraio 2014 – Modelli di libretto impianto per la climatizzazione e di
rapporto di efficienza energetica di cui al DPR 74/2013
Per tutte le apparecchiature e gli impianti di refrigerazione e condizionamento a servizio dei fabbricati
ABC, contenenti sostanze dannose per l’ozono e gas fluorurati ad effetto serra, è presente un
inventario nel quale è riportato anche il tipo di sostanza e la quantità contenuta.
Per tali apparecchiature Abc garantisce che:
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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1. per l’esercizio, la conduzione, il controllo, la manutenzione e l’ispezione degli impianti termici
per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici sia effettuata da impresa dotata di
abilitazione ai sensi del DM 37/2008 con evidenza dell’assunzione di responsabilità
contestualmente all'atto di delega e comunicazione della delega ricevuta all’autorità competente
entro i termini previsti (anche per eventuali variazioni di titolarità, dimissione o revoca
dall’incarico);
2. In occasione degli interventi di manutenzione il responsabile dell’esercizio e della manutenzione
compili anche il libretto di impianto per la climatizzazione conforme, a partire dal 1/6/2014, ai
modello previsto dal DM 10/02/2014
3. in occasione degli interventi di controllo ed eventuale manutenzione su impianti termici
di climatizzazione invernale di potenza termica utile nominale maggiore di 10 kW e sugli
impianti di climatizzazione estiva di potenza termica utile nominale maggiore di 12 kW, sia
stato effettuato un controllo di efficienza energetica entro i termini previsti nei seguenti casi :
• all'atto della prima messa in esercizio dell'impianto, a cura dell'installatore;
• nel caso di sostituzione degli apparecchi del sottosistema di generazione, come per
esempio il generatore di calore;
• nel caso di interventi che non rientrino tra quelli periodici, ma tali da poter modificare
l'efficienza energetica
4. al termine delle operazioni di controllo, l'operatore che ha effettuato il controllo abbia
provveduto a redigere e sottoscrivere uno specifico Rapporto di controllo di efficienza
energetica, come indicato nell'Allegato A del decreto 74/13, e a partire dal 1/6/2014 secondo il
modello conforme a quanto previsto dal DM 10/2/2014;
5. una copia del Rapporto sia stata rilasciata al responsabile dell'impianto, che lo conserva e lo
allega ai libretti di impianto;
6. una copia sia stata trasmessa a cura del manutentore o terzo responsabile all'indirizzo
indicato dalla Regione o Provincia autonoma competente per territorio, con la cadenza
indicata all'Allegato A del decreto 74/13;
7. tale trasmissione alle Regioni o Province autonome, al fine di garantire il costante
aggiornamento del catasto, deve essere eseguita prioritariamente con strumenti informatici.
FLUIDI REFRIGERANTI DANNOSI PER L’OZONO
Vengono effettuati i controlli per rilevare la presenza di fughe: con periodicità annuale (tra i 3 kg e 30
Kg) e semestrale (tra i 30 e i 300 kg).
Per tali verifiche vengono utilizzati cercafughe di sensibilità superiore a 5 g/anno (certificazione dello
strumento soggetti a taratura.
Qualora si rilevino fughe, l’intervento viene effettuato entro massimo 14 giorni dal rilevamento della
fuga, con interruzione dell’esercizio dell’impianto e viene effettuato un successivo controllo onde
verificare l’efficacia della riparazione entro 30 gg dall’intervento.
Per ogni impianto è presente, presso i relativi siti, il libretto d’impianto conforme all’allegato I del DPR
15/02/2006 n.147, dove vengono registrati i controlli, le prove di tenuta, le manutenzioni e le tipologie
e quantità di sostanze recuperate e utilizzate per attività di manutenzione.
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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GAS FLUORURATI AD EFFETTO SERRA
Per gli impianti di condizionamento e refrigerazione e per l’impianto fisso antincendio presente presso
l’archivio cartaceo di Via Argine, vengono effettuati controlli periodici, secondo la normativa vigente
applicabile, per rilevare la presenza di fughe. Gli strumenti utilizzati per la rilevazione delle fughe sono
soggetti a taratura.
In caso di perdite ABC garantisce che dopo 30 gg dalla riparazione della perdita venga effettuato un
successivo controllo per verificare l’efficacia dell’intervento.
Per ogni impianto è presente presso i relativi siti, ove applicabile, il registro apparecchiature (o registro
di sistema per l’impianto fisso antincendio) in cui sono riportate quantità e tipo di gas fluorurato
installato, quantità eventualmente aggiunte e recuperate durante le attività di manutenzione e
riparazione, la società o il tecnico che ha eseguito l’intervento e le date e i risultati dei controlli.
ABC garantisce che gli interventi di installazione, manutenzione, riparazione e controllo delle fughe
vengano effettuati unicamente da operatori e imprese iscritte ai rispettivi registri e che gli operatori,
siano certificati nella categoria corrispondente (dalla 1 alla 4) da enti accreditati da ACCREDIA e
facciano parte di imprese certificate da enti accreditati da ACCREDIA.
ABC, infine, provvede annualmente entro il 31/5 di ogni anno, a partire dal 2013, a comunicare
all’ISPRA la quantità di emissioni in atmosfera di gas fluorurati sulla base dei dati contenuti nei registri
impianti, nei caso previsti dalla normativa vigente.
SINTESI
TIPO DI CONSUMO
Fluidi dannosi per
l’ozono (impianti di
condizionamento e
refrigerazione)
Gas fluorurati (impianti
di condizionamento e
refrigerazione)
Gas Fluorurati
(INTERRUTTORI
ELETTRICI ISOLATI
CONTENENTI SF6)
Gas Fluorurati
(impianto fisso
antincendio)
Documento di Analisi Ambientale R5
PUNTO DI CONSUMO
Siti amministrativi (Argine,
Ventaglieri), ,
Siti amministrativi (Argine)
laboratorio, magazzino, siti
operativi (Poggioreale, Regi
Lagni, Cancello, San Lazzaro,
manufatti operativi
Avellino/Benevento),Centrali
(Scudillo)
Centrali (Scudillo, Lufrano,
Capodimonte, Cangiani, San
Giacomo) , campo pozzi,
sorgenti (Urciuoli)
Siti Amministrativi (Argine)
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CONFORMITA’
Inventario impianti, Controlli
periodici su presenza fughe,
Piano di smaltimento R22 entro
2015
Inventario
impianti
e
apparecchiature,
Controlli periodici su presenza
fughe
Controlli sui requisiti dei fornitori
Comunicazione annuale all’ISPRA
Controllo requisiti fornitore per
attività di recupero/smaltimento
SF6 a fine vita degli interruttori
Controlli periodici su presenza
fughe
Comunicazione annuale all’ISPRA
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SCHEDA 13 GESTIONE DEI MATERIALI DI SCAVO DERIVANTI DA CANTIERI
GESTIONE DEI MATERIALI DI SCAVO DERIVANTI DA CANTIERI
SI
NO
Principali riferimenti di legge:
•
D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. art. 186
•
Dm Ambiente 10 agosto 2012, n. 161 Disciplina dell'utilizzazione delle terre e rocce da scavo -
•
•
•
•
Criteri qualitativi da soddisfare per essere considerati sottoprodotti e non rifiuti - Attuazione
articolo 49 del Dl 1/2012 ("Dl Liberalizzazioni")
D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. art. 185 così come modificato da D. Lgs. 205/2010 (terre e rocce
utilizzate nello stesso sito in cui sono state scavate), Legge 24 marzo 2012, n. 28 (25/03/2012)
Conversione in legge, con modificazioni, del Dl 2/2012, recante misure straordinarie e urgenti in
materia ambientale - Materiali da riporto
Dm Ambiente 10 agosto 2012, n. 161 Disciplina dell'utilizzazione delle terre e rocce da scavo Criteri qualitativi da soddisfare per essere considerati sottoprodotti e non rifiuti - Attuazione
articolo 49 del Dl 1/2012 ("Dl Liberalizzazioni")
Legge 24 giugno 2013, n. 71, art 8/bis, recante modifiche alla gestione delle terre e rocce da
scavo prevista dal D.M.. 161/2012
Legge 98/13 di conversione del decreto legge 39/2013 (c.d. decreto del fare)
ABC prevede, di norma, per i cantieri di realizzazione, il riutilizzo delle terre e rocce di scavo,
unicamente derivante dallo stesso sito di produzione, nelle quantità e secondo le modalità definite nello
specifiche di progetto, previo accertamento di assenza di contaminazione. Qualora dovesse essere
previsto il riutilizzo delle terre e rocce da scavo in sito diverso da quello di produzione, ABC
applicherebbe i requisiti previsti dal DM 161/12.
Al fine di garantire l’uso di terre e rocce di scavo non contaminate, ABC attiva, in fase di progettazione
dei lavori, l’esecuzione di preventive e adeguate (in termini di frequenza e profondità di
campionamento) prove di caratterizzazione analitica del sottosuolo.
ABC garantisce, comunque, che i primi 30 cm di suolo su strade asfaltate non vengano mai riutilizzati
ma gestiti come rifiuto.
Per i cantieri di manutenzione da guasto (urgenza) non è mai consentito il riutilizzo delle terre e rocce
di scavo che sono, invece, gestiti come rifiuti a cura dei fornitori edili.
In caso di rilevamento di evento da cui derivi o possa derivare contaminazione del suolo e del
sottosuolo, ABC individua le misure di ripristino e/o di contenimento/prevenzione e attiva le procedure
previste dalla normativa applicabile. Nel caso in cui le lavorazioni sono affidate a terzi, il fornitore è
tenuto a darne immediata informazione ad ABC circa l’evento da cui derivi o possa derivare
contaminazione del suolo e del sottosuolo affinché ABC provvede a dare adeguata comunicazione agli
organi competenti (i cantieri avvengono normalmente su suoli non di proprietà ABC ma di cui ABC ha
ricevuto il permesso di utilizzo).
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
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SINTESI
TIPO DI USO
PUNTO DI CONSUMO
Materiali di scavo
Cantieri di realizzazione
Materiali da scavo
Cantieri di manutenzione
Documento di Analisi Ambientale R5
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CONFORMITA’
Caratterizzazione preventiva per
individuare
eventuali
contaminazioni del suolo e
sottosuolo e valutare la gestione
(riutilizzo nello stesso sito di
produzione/trasporto a discarica)
Non previsto riutilizzo
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
PAG 91 DI 112
SCHEDA 14 TRAFFICO VEICOLARE
NOMINA MOBILITY MANAGMENT
SI
NO
Principali riferimenti di legge:
•
Dm 27/03/1998 Mobilità sostenibile nelle aree urbane
ABC non è tenuta alla nomina del Mobility Manager in quanto le singole unità locali comprendono un
numero di dipendenti minore dei 300 previsti come limite dall’art. 3 del DM 27/03/1998 (mobilità
sostenibile nelle aree urbane).
ABC dispone di un parco auto e mezzi a servizio delle squadre operative per sopralluoghi e per
interventi di manutenzione/realizzazione il cui utilizzo è ottimizzato attraverso l’assegnazione degli
automezzi a squadre composta da più unità.
Per limitare l’impatto sul traffico veicolare, ABC predispone, per i cantieri, piani di viabilità adeguati e
provvede alla richiesta dei permessi stradali, nel caso di interventi programmati.
SINTESI
TIPO DI IMPATTO
Traffico operativo
Documento di Analisi Ambientale R5
PUNTO DI SVILUPPO
Cantieri, rete
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CONFORMITA’
Permessi stradali e rispetto piani
viabilità, Gestione ottimizzata
risorse/auto
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
PAG 92 DI 112
SCHEDA 15 AMIANTO
AMIANTO
SI
X
NO
Principali riferimenti di legge:
•
DPR 24/05/1988 n. 215 (divieto commercializzazione fibre di amianto)
•
L. 27/03/1992 n. 257 (Norme relative alla cessazione dell’impiego di amianto) e s.m.
•
DPR 08/08/1994 (piani bonifica, elenco codici istat di aziende con possibile presenza di
•
•
•
•
•
•
•
amianto)
DM 06/09/1994 (Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la
manutenzione e la bonifica di materiali contenenti amianto presenti nelle strutture edilizie)
D.Lgs 17/03/1995 n.114 (limiti emissioni amianto in atmosfera e in effluenti liquidi)
DM 14/05/1996 (Normative e metodologie per gli interventi di bonifica)
DM 20/08/1999 (Normative e metodologie per gli interventi di bonifica, DPI)
DM 13/03/2003 (criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica- ammissibilità dei rifiuti contenenti
amianto)
DM 27/09/2010 (criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica- Caratterizzazione di base e
analitica)
D. Lgs. N. 81 del 09/04/2008 (Testo unico sulla sicurezza) e s.m.i.
ABC ha accertato l’assenza di amianto nelle aree esterne e interne dei fabbricati/strutture in gestione.
Tuttavia, in condizioni di emergenza/anomale, durante le attività di verifica/attività di scavo presso siti
di ABC o di cui ABC abbia la disponibilità giuridica può essere/è stata rilevata presenza di amianto
dovuta a sversamenti da parte di ignoti di rifiuti contenenti amianto ovvero a ritrovamenti accidentali di
manufatti contenenti amianto nel sottosuolo, non di ABC e non segnalati dagli enti proprietari, durante
le fasi di scavo. In tali casi ABC affida gli interventi di bonifica/smaltimento esclusivamente ad imprese
autorizzate, e garantisce l’accertamento nei luoghi oggetto di bonifica per verificare l’eventuale
esposizione residua secondo i criteri definiti dal D.M. 6-9-94.
SINTESI
TIPO DI DANNO
SITO
Contaminazione siti per
ritrovamento amianto
Cantiere, rete
Documento di Analisi Ambientale R5
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CONFORMITA’
Attivazione procedure
dalla normativa
previste
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
PAG 93 DI 112
I dati quantitativi relativi ai singoli aspetti ambientali individuati sono registrati dai responsabili delle
singole attività di ABC da cui gli stessi derivano.
Nella tabella seguente sono riportati i riferimenti per le relative registrazioni:
ASPETTO
AMBIENTALE
Emissioni in
atmosfera e
impianti termici
civili
Scarichi idrici
civili
Rifiuti
DATO
REGISTRATO
DOCUMENTO DI
REGISTRAZIONE
PERIODICITA’ DI
REGISTRAZIONE
RESPONSABILE
Emissioni cappe
laboratorio
Rapporto di prova
Biennale
QS/CA
Rapporto verifica
parametri di
combustione
Biennale
Rapporti di prova
Annuali
LP/PT
Report consumi
(rif. fatture
trimestrali)
Annuale
LP/PT
Parametri di
combustione
impianti termici
Caratteristiche
chimico fisiche e
batteriologiche
scarichi industriali
Quantitativi reflui
civili (non
produttivi) in
fognatura
Perdite di rete e da
vasche serbatoi
Quantitativi rifiuti
speciali prodotti
Quantitativi rifiuti
speciali pericolosi
Quantitativi stimati
di rifiuti urbani
Emissioni
sonore
Utilizzo risorse
e Risparmio
energetico
Vedi scheda Risorsa idrica (Materia Prima)
MUD
Annuale
RSPP
SISTRI
Annuale
RSPP
Calcolo
quantitativo
stimato
Una tantum
LP/PT
Una tantum
LP/PT
Prima dell’inizio lavori
DT/IN/PI
Annuale
LP/PT
Annuale
LP/PT Energy Manager
Impatto acustico
Relazione tecnico
per i siti di maggior
specializzato
interesse
Impatto acustico
Relazione tecnico
cantieri di
specializzato
realizzazione
Report consumi
Consumi idrici per
(rif. fatture
usi civili
trimestrali)
Report
consumi
Consumo
(rif.
fatture
combustibili
periodiche di gpl e
(metano e gpl)
metano)/ relazione
annuale EM
Documento di Analisi Ambientale R5
LP/PT
Pagina 93 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
ASPETTO
AMBIENTALE
DATO
REGISTRATO
Consumo
combustibili
(benzina/gasolio)
Consumo energia
elettrica
Controlli efficienza
energetica su
impianti termici
Energia prodotta
da fonti rinnovabili
Efficacia interventi
di
risparmio/efficienza
energetici
Monitoraggio
energia reattiva
Monitoraggio costi
sostenuti per
energia reattiva
Risorsa idrica
(Materia prima)
Quantitativi acqua
emunta
Quantitativo di
acqua fatturata
Perdite di acqua
complessive del
sistema
acquedottistiche
Perdite di acqua
dalle vasche dei
serbatoi
Numero di perdite
rilevate su
Documento di Analisi Ambientale R5
PAG 94 DI 112
DOCUMENTO DI
PERIODICITA’ DI
RESPONSABILE
REGISTRAZIONE
REGISTRAZIONE
Report
consumo
benzina/gasolio)/
LP/PT Annuale
relazione annuale
Energy Manager
EM
Relazione
Annuale/flash report
periodica consumi
Energy Manager
mensile
energia elettrica
Rapporti di
efficienza
LP/PT energetica degli
Quadriennale/Biennale
impianti termici/
- annuale
Energy Manager
relazione annuale
EM
Rendiconto
QSA/relazione
Trimestrale/annuale
Energy Manager
annuale EM
Rendiconto QSA/
relazione annuale
EM
Trimestrale/annuale
Energy Manager
Trimestrale/annuale
Energy Manager
Semestrale/Annuale
Energy Manager
Mensile
DT/CS
Trimestrale
DG/CL
Bilancio di
esercizio
Annuale
DG/AF
Report prove di
tenuta vasche
serbatoi
Annuale
DT/CS
Rendiconto QSA
Mensile
DT/AC/AI
Rendiconto QSA/
relazione annuale
EM
Rendiconto QSA/
Relazione
periodica consumi
energia elettrica
Riepilogo dati
portate
Fatture di
consumo acqua
Pagina 94 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
ASPETTO
AMBIENTALE
Sostanze e
preparati
pericolosi
Danno
ambientale e
bonifica siti
inquinati
Salubrità
ambiente
DATO
DOCUMENTO DI
REGISTRATO
REGISTRAZIONE
condotta, per KM
di rete monitorato
Numero di perdite
riparate rispetto al
Rendiconto QSA
numero di perdite
rilevate
Quantitativi
sostanze pericolose
Elenco sostanze
stoccate al
pericolose
laboratorio
Quantitativi di cloro
stoccati presso
Report consumi di
impianti di
cloro
clorazione
PERIODICITA’ DI
REGISTRAZIONE
RESPONSABILE
Mensile
DT/AC/AI
Annuale
QS/CA-
annuale
DT/AC/AE/AD
Registro eventi
incidentali
ambientali
Al verificarsi
dell’evento
DG/QS
-
-
-
-
-
-
-
-
Check list
monitoraggio
livello olio dei
trasformatori
Annuale
DT/AC/AE/EP
Rapporto verifica
assenza fughe
Semestrale/Annuale
LT/PT
Rapporto di prova
All’occorrenza
DT/IN/PI
Numero eventi
incidentali con
danno ambientale
Prevenzione
Incendi
PAG 95 DI 112
Detenzione
apparecchiature Stato livello olio dei
contenenti
trasformatori
PCB/PCT
Sostanze lesive
Verifica periodica
per l’ozono e ad
assenza fughe
effetto serra
Gestione
Caratteristiche
materiali da
terreno da scavo
scavo derivanti
per attività di
da cantiere
realizzazione
Una volta individuati gli aspetti applicabili ad ABC e i relativi impatti, sulla base dei siti dove gli stessi si
verificano e i dati quantitativi disponibili relativi a ciascun impatto, è stata effettuata, nella tabella di
seguito riportata, una mappatura sintetica degli aspetti ambientali applicabili alle varie tipologie di siti,
omogenei per attività.
Si precisa che effettuando questa mappatura si è ritenuto applicabile l’aspetto ambientale individuato
se lo stesso risulta presente in almeno uno dei singoli siti appartenenti alla tipologia omogenea.
Documento di Analisi Ambientale R5
Pagina 95 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
PAG 96 DI 112
Inoltre, nella tabella sono evidenziati gli impatti che derivano almeno da attività routinarie e/o non
routinarie (X) e gli impatti che derivano unicamente da condizioni di emergenza (E).
Per attività routinaria si intendono attività svolte con modalità e frequenza sistematica.
Per attività non routinarie si intendono attività svolte per eventi o situazioni non consuete (es. attività
di manutenzioni/avviamento impianti etc).
Per condizioni di emergenza si intendono condizioni straordinarie da considerare come potenzialmente
verificabili.
Documento di Analisi Ambientale R5
Pagina 96 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
INIZIALE
PAG 97 DI
112
X
Rifiuti Speciali
X
Emissioni Sonore
X
X
X
X
X
X
X
X
Utilizzo di risorse - energia elettrica
X
X
X
X
Utilizzo di risorse - combustibili
(gpl-metano-gasolio)
X
X
X
X
Utilizzo di risorse - acqua per usi civili
X
X
X
X
Risorsa idrica - materia prima
X
Danno ambientale e Bonifica siti inquinati
X
X
X
X
X
X
X
X
X
E
X
X
X
Sostanze e Preparati pericolosi
X
X
E
Rifiuti Urbani
Rete acquedottistica ARIN
Scarichi idrici da attività operative - assimilabili a domestici
Cantiere tipo di
realizzazione manutenzione
X
Serbatoi e Centrali
Scarichi Idrici da sito - assimilabili a domestici
E
X
Campi pozzi
X
Sorgenti
X
Siti Operativi
Laboratorio
Emissioni in atmosfera e Impianti termici civili
Aspetto Ambientale
Magazzino
Siti Amministrativi
Siti interessati
X
X
X
E
X
X
X
X
X
X
X
X
X
E
E
E
X
X
X
E
E
E
E
X
X
X
X
X
Prevenzione Incendi
E
E
E
E
E
Detenzione apparecchiature contenenti PCB e PCT
X
X
X
X
X
X
Salubrità ambienti (infrastrutture e edifici)
Sostanze lesive per l'ozono e effetto serra
X
X
E
E
X
X
E
Gestione materiali da scavo derivante da cantieri
X
Traffico Veicolare indotto
X
X
Amianto
E
E
Documento di Analisi Ambientale R5
Pagina 97 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
INIZIALE
3.3
PAG 98 DI
112
Metodologia di determinazione del livello di significatività
Dopo aver elencato gli aspetti ambientali e individuato i relativi impatti è stata valutata la significatività
di tali impatti, al fine di determinare gli obiettivi ambientali, tecnico organizzativi, di miglioramento.
Si è scelto di valutare la significatività degli impatti ambientali sulla base della seguente funzione:
S = f (G,P)
dove
S= Significatività dell’impatto
G= Grado dell’impatto
P= Probabilità del verificarsi dell’impatto
In particolare:
G (Grado di impatto ambientale)
è stato valutato in maniera quali/quantitativa, sulla base di quattro criteri di valutazione:
A. Rilevanza ambientale
B. Rispondenza ai requisiti di legge
C. L’attenzione delle parti interessate
D. Adeguatezza tecnico – organizzativa
La rilevanza ambientale prende in considerazione sia gli aspetti qualitativi, in termini di tipologia di
impatto, che gli aspetti quantitativi rispetto ai dati di monitoraggio ABC relativi allo specifico impatto.
Un ruolo importante gioca la vulnerabilità del sito in cui sono svolte le attività dell’organizzazione e la
vicinanza di questo ad aree particolarmente sensibili.
Per rispondenza ai requisiti di legge si intende la presenza di prescrizioni legislative relative
all’aspetto/impatto ambientale considerato e lo scostamento da eventuali limiti di legge che regolano
tale aspetto ambientale.
Con il termine attenzione delle parti interessate ci si riferisce al grado di accettabilità da parte di
lavoratori, vicinato, i media, terze parti in genere, dell’aspetto/impatto ambientale in oggetto.
L’accettabilità è funzione della rilevanza che alcuni aspetti possono suscitare nell’opinione pubblica a
livello locale e nazionale. Il presente criterio affronta anche elementi legati all’immagine pubblica
dell’organizzazione.
L’adeguatezza tecnico – organizzativa si riferisce alla possibilità di intervenire tecnicamente o
organizzativamente e di allocare investimenti per prevenire e/o limitare le conseguenze dell’impatto
ambientale. Nel prendere in considerazione questo criterio bisogna avere presente le tecnologie di
intervento adottate in attività industriali similari e/o gli accorgimenti suggeriti da standard di buona
condotta nazionali ed internazionali.
G è classificato su una scala (a quattro livelli) che va da un valore minimo (1) a un valore massimo (4)
Sinteticamente la combinazione dei vari criteri di valutazione per quantificare il Grado di impatto è data
dalla tabella seguente:
Documento di Analisi Ambientale R5
Pagina 98 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
INIZIALE
PAG 99 DI
112
Classe di impatto
Criteri di
valutazione
1
2
3
4
A Rilevanza
ambientale
L’aspetto considerato
non produce
sostanziali impatti
ambientali
L’aspetto considerato
produce impatti
ambientali da tenere
sotto controllo
L’aspetto considerato
produce impatti
ambientali di tangibile
entità
B Rispondenza ai
requisiti di legge
L’aspetto considerato
non è regolamentato
da norme di legge
Tutte le prescrizioni di
legge applicabili
all’aspetto considerato
sono agevolmente
rispettate
Le prescrizioni di legge
applicabili all’aspetto
considerato sono
rispettate con difficoltà
C Rapporti con parti
interessate
L’aspetto considerato
non costituisce motivo
di contenzioso né di
interessamento
L’aspetto considerato
costituisce motivo di
contenzioso da parte
di soggetti interni e/o
esterni
L’aspetto considerato
produce impatti
ambientali di
considerevole entità
Alcune prescrizioni di
legge applicabili
all’aspetto considerato
possono non essere
rispettate anche se in
particolari condizioni
anomale o di
emergenza
L’aspetto considerato
costituisce motivo di
conflittualità da parte
di soggetti interni e/o
esterni
D Adeguatezza
tecnico –
organizzativa
L’aspetto considerato
risulta efficacemente
controllato
L’aspetto considerato
risulta efficacemente
migliorabile
L’aspetto considerato
risulta al di sotto degli
standard di settore
L’aspetto considerato
costituisce motivo di
interessamento da
parte di soggetti
interni e/o esterni
L’aspetto considerato
risulta efficacemente
controllato, ma risulta
praticabile un
miglioramento del
controllo tecnico e/o
organizzativo
La combinazione della matrice per definire il livello di Gravità avviene attraverso la valutazione per ogni
aspetto delle singole righe (A, B, C, D) e la media aritmetica dei valori delle classi di impatto
arrotondato per eccesso (esempio se un aspetto ha A=2, B=1, C=1, D=1 G=((2+1+1+1)/4)=1,75=2 quindi G=2 )
Tale formula non si applica qualora i criteri A e B assumano valore maggiore di 2. In tal caso G si
assume pari al valore più elevato di A o B (esempio A=4 B=3 C=1 D=2G=4; A=3 B=3 C=1 D=1 G=3); tale modalità di valutazione deriva dal fatto che i criteri A e B pesano in maniera più significativa
rispetto ai criteri C e D.
P (Probabilità del verificarsi dell’impatto)
è legato al numero di volte in cui può verificarsi l’impatto in un dato intervallo di tempo.
P è classificato su una scala (a quattro livelli) che va da un valore minimo (1) a un valore massimo (4).
La scala delle probabilità è riportata nella tabella seguente:
Scala Probabilità
1: improbabile
2: Possibile
3: Probabile
4: Altamente Probabile
Documento di Analisi Ambientale R5
Criterio
- può accadere solo in condizioni estreme.
- non sono noti episodi già verificatisi in azienda o in aziende simili
-può verificarsi solo in circostanze anomale.
-sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi in azienda o in aziende simili
-può verificarsi in condizioni di disattenzione, di non idoneo addestramento o di mancata
manutenzione/verifica
-sono noti alcuni episodi già verificatisi in azienda o in aziende simili
-possibilità alta che l’evento si verifichi accade in condizioni normali
-sono noti molti episodi già verificatisi in azienda o in aziende simili
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
INIZIALE
PAG 100 DI
112
Quindi, stabiliti G e P, la significatività viene calcolata mediante la formula:
S=GXP
dove Significatività è un parametro che può assumere un valore compreso tra 0 e 16 ed è raffigurabile
nella seguente matrice:
Matrice di Valutazione della Significatività
P
4
4
8
12
16
3
3
6
9
12
2
2
4
6
8
1
1
2
3
4
1
2
3
4
G
Nel caso dell’ABC, sono mantenute attive procedure di monitoraggio e controllo per tutti gli aspetti
ambientali di pertinenza dei requisiti di legge; inoltre, attraverso l’applicazione della metodologia
descritta, basata sull’analisi della significatività, si vuole individuare un ordine di priorità, nella
definizione degli obiettivi, correlato al grado di rischio dell’impatto ambientale.
Il valore assunto dalla significatività dell’impatto ambientale determina una scala di priorità degli
interventi tesi al miglioramento delle performance ambientali.
LIVELLO DI PRIORITA’
AZIONI DA INTRAPRENDERE
1<= S <4
Basso - Aspetto da mantenere agli attuali livelli di significatività
4<= S <8
Medio - Aspetto da tenere sotto controllo al fine di assicurare il
mantenimento o il miglioramento nel medio/ lungo periodo
dell’attuale livello di significatività
8<= S <=9
Alto - Aspetto da migliorare nel medio/breve periodo, mediante
interventi tecnici e/o organizzativi
S >9
Critico - Inaccettabile: necessità di azioni correttive immediate
E’ stato definito il livello di significatività considerato accettabile per l’organizzazione. Nello specifico:
Documento di Analisi Ambientale R5
Pagina 100 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
INIZIALE
PAG 101 DI
112
Sa <=9
Verranno ritenute bisognose di interventi in via prioritaria tutte quelle situazioni che presentano un
livello di significatività S tale che
S > Sa
Comunque possono essere individuate azioni da mettere in campo anche per livelli di significatività
inferiori a Sa.
In particolare, per livelli di significatività compresi tra 8 e 9 è necessario definire sorveglianza e
misurazione, individuare specifici obiettivi da perseguire, definire criteri operativi e stabilire piani di
miglioramento specifici.
Per livelli di significatività compresi tra 4 e 7 è necessario attivare sorveglianza e misurazione degli
aspetti (eventualmente definendo specifici obiettivi) e definire criteri operativi per la gestione.
Per livelli di significatività tra 1 e 3 non è necessario individuare interventi specifici né particolari
monitoraggi/sorveglianze.
A fronte delle significatività valutate e delle scale di priorità individuate per l’eliminazione/mitigazione
degli impatti, ABC elabora e tiene sotto controllo un piano delle misure (cronoprogramma ambientale
delle misure di miglioramento) riportante:
•
gli interventi da eseguire per la risoluzione di eventuali problematiche/irregolarità riscontrate e
per il miglioramento delle performance ambientali;
•
le responsabilità dell’esecuzione;
•
la tempistica prevista per la realizzazione.
Il piano delle misure viene aggiornato trimestralmente per tenere sotto controllo l’attuazione delle
misure e il rispetto dei tempi previsti nella pianificazione.
ABC riesamina periodicamente il documento di analisi ambientale e, comunque, a seguito di possibili
eventi o situazioni che lo rendano necessario.
In particolare la valutazione è aggiornata in conseguenza a:
•
modifiche del processo produttivo o dell’organizzazione del lavoro con impatti significativi sugli
aspetti ambientali;
•
eventuali evoluzioni della tecnica applicabile per le attività svolte da ABC;
•
modifiche legislative ambientali o regolamentari o di accordi volontari aziendali;
•
necessità evidenziate, per aspetti/impatti ambientali, dai risultati degli audit interni o esterni
effettuati;
•
azioni correttive o preventive che ne evidenzino la necessità;
•
a seguito di incidenti ambientali significativi o di analisi di incidenti ambientali che ne evidenzino
la necessità.
In particolare, per tenere sotto controllo gli incidenti con impatto ambientale, ABC ha adottato una
procedura di registrazione di tutti gli eventi incidentali al fine di analizzarne le cause. L’attività di analisi
delle cause è effettuata di concerto tra la struttura DG/QS e i responsabili/preposti delle aree/attività
Documento di Analisi Ambientale R5
Pagina 101 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
INIZIALE
PAG 102 DI
112
nelle quali l’evento si è verificato. L’analisi delle cause può comportare la valutazione di azioni
correttive e/o preventive da attuare per eliminare o prevenire il ripetersi delle stesse.
Documento di Analisi Ambientale R5
Pagina 102 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE
INIZIALE
3.4
PAG 103 DI
112
Schede di Valutazione Significatività
Il metodo individuato per la valutazione della significatività dell’impatto è stato applicato per le singole
tipologie di sito individuate, per gli aspetti ambientali presenti sugli stessi siti, nelle condizioni di
operatività routinarie, non routinarie e di emergenza.
In particolare, visto che i siti raggruppati per attività omogenee possono ricadere in contesti ambientali
differenti, la valutazione è stata considerata ponendosi nella condizione di contesto ambientale
maggiormente sensibile.
Documento di Analisi Ambientale R5
Pagina 103 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE
PAG 104 DI 112
MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': siti amministrativi
Condizioni routinarie
Condizioni non routinarie
Condizioni di emergenza
aspetto ambientale
azioni di mitigazione/prevenzione
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
emissioni in atmosfera e
impianti termici civili
2
2
4
2
2
4
2
1
2
scarichi idrici da sito
(assimilabili a reflui
domestici)
2
1
2
2
1
2
4
1
4
rifiuti (urbani)
2
3
6
na
na
na
2
1
2
Gestione rifiuti urbani secondo regolamento comunale, pagamento TARSU/TARES
rifiuti (speciali)
na
na
na
2
3
6
2
1
2
Verifica del rispetto delle procedure di gestione rifiuti e delle corrette modalità operative
con attivazione SISTRI per i rifiuti speciali pericolosi
Controllo requisiti fornitore attività raccolta, trasporto e smaltimento
emissioni sonore
2
1
2
2
1
2
2
1
2
utilizzo risorse
(energia)
1
4
4
1
2
2
na
na
na
Monitoraggio e Razionalizzazione dei consumi di energia
utilizzo risorse
(combustibile)
1
2
2
1
2
2
1
1
1
Monitoraggio dei consumi di combustibile; Manutenzione periodica impianti metano e
gruppi elettrogeni; Manutenzione periodica impianti termici e controllo periodico di
efficienza energetica
utilizzo risorse
(acqua)
1
4
4
1
2
2
2
1
2
Monitoraggio dei consumi; manutenzione periodica degli impianti
sostanze e preparati
pericolosi
na
na
na
na
na
na
2
1
2
Procedura di emergenza e kit antispandimento
salubrità ambienti
(infrastrutture e edifici)
1
1
1
2
2
4
1
1
1
Rispetto normativa vigente in caso di ristrutturazioni/nuove costruzioni; piani di
derattizzazione periodica
prevenzione incendi
na
na
na
na
na
na
3
1
3
piano di emergenza, CPI
sostanze lesive per l'ozono
ed effetto serra
2
2
4
2
2
4
3
1
3
Monitoraggio assenza fughe e manutenzione periodica impianti
Piano di dismissione Impianto con fluidi refrigeranti lesivi per l'ozono
Controllo requisiti fornitore per attività installazione/manutenzione impianti
condizionamento/refrigerazione e impianti fissi antincendio
Documento di Analisi Ambientale R5
Manutenzione periodiche degli impianti termici, gruppo elettrogeno. Monitoraggio
periodico del rendimento di combustione
disponibilità kit antispandimento per emergenza
-
Pagina 104 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE
PAG 105 DI 112
MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': laboratorio
Condizioni routinarie
Condizioni non routinarie
Condizioni di emergenza
aspetto ambientale
azioni di mitigazione/prevenzione
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
emissioni in atmosfera e impianti
termici civili
2
3
6
na
na
na
2
1
2
Monitoraggio periodico emissioni e manutenzione periodica impianto
Utilizzo recipienti a tenuta e corrette attività operative
Rispetto prescrizioni autorizzazione
scarichi idrici asssimibilabili a
domestici (da attività operative)
na
na
na
na
na
na
4
1
4
procedure operative per corretta gestione acque di lavaggio
Procedure di gestione rifiuti e delle corrette modalità operative con attivazione SISTRI
per i rifiuti speciali pericolosi
Sorveglianza sui fornitori per la gestione dei rifiuti da loro prodotti
Controllo requisiti fornitore attività raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti
Definizione di specifiche misure in casi di emergenza
rifiuti (speciali)
2
4
8
2
2
4
2
1
2
emissioni sonore
2
1
2
2
1
2
2
1
2
utilizzo risorse
(energia)
1
4
4
1
2
2
na
na
na
Monitoraggio e Razionalizzazione consumi di energia
utilizzo risorse
(combustibile)
1
4
4
1
2
2
1
1
1
Monitoraggio dei consumi di combustibile; Manutenzione periodica impianti metano e
impianti termici e controllo periodico di efficienza energetica
utilizzo risorse
(acqua)
1
4
4
1
2
2
2
1
2
Monitoraggio consumi e manutenzione periodica impianti idraulici
sostanze e preparati pericolosi
2
2
4
2
2
4
2
1
2
Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze
Corretta etichettatura delle sostanze e disponibilità schede sicurezza
Piano di Emergenza e presenza di attrezzature di emergenza
salubrità ambienti (infrastrutture
e edifici)
1
1
1
2
2
4
2
1
2
Rispetto normativa vigente in caso di ristrutturazioni/nuove costruzioni
prevenzione incendi
na
na
na
na
na
na
3
1
3
sostanze lesive per l'ozono ed
effetto serra
2
2
4
2
2
4
3
1
3
Documento di Analisi Ambientale R5
-
-
Monitoraggio assenza fughe e manutenzione periodica impianti
Controllo requisiti fornitore attività di installazione/manutenzione/sostituzione impianti
Pagina 105 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE
PAG 106 DI 112
MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': siti operativi
Condizioni routinarie
Condizioni non routinarie
Condizioni di emergenza
aspetto ambientale
azioni di mitigazione /prevenzione
Grado impatto
Probabilità
significatività
emissioni in atmosfera e
impianti terminci civili
2
3
6
2
2
4
2
1
2
Manutenzione periodica degli impianti termici, gruppo elettrogeno.
Monitoraggio periodico del rendimento di combustione
scarichi idrici(assimilabili a
reflui domestici – da sito
2
1
2
2
1
2
4
1
4
Disponibilità kit antispandimento per sversamenti accidentali sostanze
rifiuti (urbani)
2
3
6
na
na
na
2
1
2
Gestione rifiuti urbani secondo regolamento comunale, pagamento TARSU/TARES
Procedure di gestione rifiuti e delle corrette modalità operative con attivazione SISTRI per i
rifiuti speciali pericolosi
Prove di tenuta e Svuotamento periodico della vasca a tenuta con fornitori autorizzati
Controllo requisiti fornitore di attività di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti
Sorveglianza sui fornitori per la gestione dei rifiuti da loro prodotti
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
rifiuti ( speciali)
2
3
6
2
3
6
2
1
2
emissioni sonore
2
1
2
2
1
2
2
1
2
utilizzo risorse
(energia)
1
4
4
1
2
2
1
1
1
Monitoraggio e Razionalizzazione dei consumi di energia
utilizzo risorse
(combustibile)
1
4
4
1
2
2
1
1
1
Monitoraggio dei consumi di combustibile
Manutenzione periodica impianti metano, gruppi elettrogeni e impianti GPL
Manutenzione periodica impianti ermici e controllo periodico di efficienza energetica
utilizzo risorse
(acqua)
1
4
4
1
2
2
2
1
2
Monitoraggio consumi e manutenzione periodica degli impianti
-
sostanze e preparati
pericolosi
2
2
4
2
3
6
2
1
2
Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze
Corretta etichettatura delle sostanze e disponibilità schede sicurezza
Piano di emergenza e presenza attrezzature di emergenza
Controllo requisiti e sorveglianza fornitori di ipoclorito e manutenzione impianti
clorazione/gpl/gasolio
danno ambientale e bonifica
siti inquinati
na
na
na
na
na
na
2
1
2
Prove di tenuta e svuotamento periodico della vasca a tenuta con fornitori autorizzati
salubrità ambienti
(infrastrutture e edifici)
1
1
1
2
2
4
2
1
2
Rispetto normativa vigente in caso di ristrutturazioni; piani di derattizzazione periodica
prevenzione incendi
na
na
na
na
na
na
3
1
3
Piani emergenza sito + CPI
Sostanze l'esive per l'ozono
e ad effetto serra
2
2
4
2
2
4
3
1
3
Monitoraggio assenza fughe
Manutenzione periodica impianti di condizionamento e refrigerazione
Controllo requisiti fornitore per attività di installazione/manutenzione/sostituzione impianto
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE
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MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': magazzino
Condizioni routinarie
Condizioni non routinarie
Condizioni di emergenza
aspetto ambientale
azioni di mitigazione/prevenzione
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
2
2
4
2
2
4
na
na
na
Manutenzione periodiche degli impianti termici
Monitoraggio periodico del rendimento di combustione
emissioni in atmosfera e
impianti termici civili
rifiuti (urbani e speciali)
2
3
6
2
2
4
3
1
3
Gestione rifiuti urbani secondo regolamento comunale, pagamento TARSU/TARES
Verifica del rispetto delle procedure di gestione rifiuti e delle corrette modalità operative,
attivazione SISTRI per i rifiuti speciali pericolosi
Svuotamento periodico vasca a tenuta
Controllo requisiti fornitore attività raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti
emissioni sonore
2
1
2
2
1
2
na
na
na
-
utilizzo risorse
(energia)
1
4
4
1
2
2
na
na
na
Monitoraggio e Razionalizzazione consumi di energia
utilizzo risorse
(combustibile)
1
4
4
1
2
2
1
1
1
Monitoraggio dei consumi di metano
Manutenzione periodica impianti termici e Controllo periodico di efficienza energetica
utilizzo risorse
(acqua)
1
4
4
1
2
2
2
1
2
Monitoraggio dei consumi
sostanze e preparati
pericolosi
2
1
2
na
na
na
2
1
2
Presenza kit antispandimento
danno ambientale e bonifica
siti inquinati
na
na
na
na
na
na
2
2
4
Svuotamento periodico della vasca a tenuta con fornitori autorizzati e prove di tenuta
salubrità ambienti
(infrastrutture e edifici)
1
1
1
2
2
4
2
1
2
Rispetto normativa vigente in caso di ristrutturazioni; piani di derattizzazione periodica
prevenzione incendi
na
na
na
na
na
na
3
1
3
piano di emergenza e rispetto prescrizioni CPI
sostanze lesive per l'ozono
ed effetto serra
2
2
4
2
2
4
3
1
3
Monitoraggio assenza fughe e manutenzione periodica impianti
Controllo requisiti fornitore per attività installazione/manutenzione impianti
condizionamento/refrigerazione
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE
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MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': sorgenti
MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': sorgenti
Condizioni routinarie
Condizioni non routinarie
Condizioni di emergenza
aspetto ambientale
azioni di mitigazione /prevenzione
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
scarichi idrici assimilabili a
domestici (da attività
operative)
na
na
na
2
3
6
2
1
2
Bilancio idrico
Risorsa idrica- materia prima
2
4
8
2
2
4
na
na
na
Bilancio Idrico
sostanze e preparati
pericolosi
2
2
4
2
3
6
2
1
2
Manutenzione/verifica periodica degli impianti di clorazione
Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze. Corretta etichettatura e
disponibilità schede di sicurezza sostanze. Piani di emergenza e disponibilità attrezzature
di emergenza e di contenimento
Controllo requisiti e sorveglianza su fornitore di ipolorito e manutenzione impianti di
clorazione
danno ambientale e bonifica
siti inquinati
na
na
na
na
na
na
2
1
2
Controlli visivi e strumentali della fscia di rispetto
Analisi periodiche di laboratorio presso le sorgenti
Attivazione procedure previste da normativa ove applicabile
sostanze lesive per l'ozono ed
effetto serra
na
na
na
2
2
4
na
na
na
Controllo requisiti fornitore per attività di recupero/smaltimento interruttori elettrici
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE
PAG 109 DI 112
MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': campi pozzi
Condizioni routinarie
Condizioni non routinarie
Condizioni di emergenza
aspetto ambientale
azioni di mitigazione /prevenzione
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
na
na
na
2
3
6
na
na
na
Bilancio idrico
scarichi idrici assimilabili a
domestici (da attività
operative)
rifiuti (speciali)
na
na
na
na
na
na
2
3
6
Procedura gestione rifiuti e corrette modalità operative con attivazione SISTRI per i rifuti
speciali pericolosi
Verifica requisiti fornitori attività di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti
Sorveglianza su fornitori in caso di rifiuti derivanti da loro attività
Verifiche periodiche siti
Implementazione sorveglianza anche a mezzo impianti /recinzioni
utilizzo risorse
(energia)
2
4
8
2
2
4
1
1
1
Monitoraggio e razionalizzazione consumi di energia. Piano di miglioramento impianti di
sollevamento presso pozzi
risorsa idrica - materia prima
2
4
8
2
2
4
2
1
2
Bilancio Idrico
sostanze e preparati
pericolosi
2
2
4
2
3
6
2
1
2
Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze
Attività di verifica e manutenzione trasformatori
Corretta etichettatura delle sostanze e disponibilità schede sicurezza
danno ambientale e bonifica
siti inquinati
na
na
na
na
na
na
2
2
4
Verifiche periodiche sui siti
Attivazione procedure previste da legge ove applicabile
detenzione apparecchiature
contenenti PCB e PCT
na
na
na
na
na
na
2
2
4
Monitoraggio periodico assenza perdite
sostanze lesive per l'ozono ed
effetto serra
na
na
na
2
2
4
na
na
na
Controllo requisiti fornitore per attività di recupero/smaltimento interruttori elettrici
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE
PAG 110 DI 112
MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': centrali e serbatoi
Condizioni routinarie
Condizioni non routinarie
Condizioni di emergenza
azioni di mitigazione /prevenzione
aspetto ambientale
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
emissioni in atmosfera e
impianti termici civili
2
2
4
2
2
4
2
1
2
-
scarichi idrici assimilabili a
domestici (da sito)
2
1
2
2
1
2
2
1
2
-
scarichi idrici assimilabili a
domestici (da attività operative)
na
na
na
2
2
4
2
2
4
rifiuti (urbani)
2
1
2
na
na
na
2
1
2
rifiuti (speciali)
na
na
na
2
3
6
na
na
na
emissioni sonore
2
1
2
2
1
2
2
1
2
utilizzo risorse
(energia)
2
4
8
2
2
4
1
1
1
Monitoraggio e Razionalizzazione consumi di energia. Relazione Energy Manager per gli
obiettivi di miglioramento
utilizzo risorse
(combustibile)
1
4
4
1
2
2
1
1
1
Monitoraggio dei consumi di combustibile; Manutenzione periodica gruppo elettrogeno,
manutenzione periodica impianto termici e controllo periodico di efficienza energetica
utilizzo risorse
(acqua)
1
1
1
1
2
2
2
1
2
Monitoraggio dei consumi; manutenzione periodica degli impianti
risorsa idrica - materia prima
1
4
4
2
3
6
2
2
4
Bilancio idrico. Monitoraggio livelli serbatoi
Bilancio idrico. Monitoraggio livelli serbatoi. Rispetto prescrizioni autorizzazione ATO
(lufrano)
-
Procedura gestione rifiuti e corrette modalità operative con attivazione SISTRI per i
rifiuti speciali pericolosi.
Verifica requisiti fornitori attività di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti
Sorveglianza sui fornitori per la gestione dei rifiuti da loro prodotti
-
Manutenzione/verifica periodica degli impianti di clorazione
Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze. Corretta etichettatura e
disponibilità schede di sicurezza sostanze. Piani di emergenza e disponibilità attrezzature
di emergenza
Controllo requisiti e sorveglianza sul fornitore di ipoclorito/attività di manutenzione
impianto clorazione
sostanze e preparati pericolosi
2
2
4
2
3
6
2
1
2
salubrità ambienti
(infrastrutture e edifici)
1
1
1
2
2
4
2
1
2
Piani di derattizzazione
Rispetto normativa vigente in caso di ristrutturazioni/nuove costruzioni
prevenzione incendi
na
na
na
na
na
na
3
1
3
Piani di emergenza e attrezzature di emergenza; CPI per il gruppo elelttrogeno
detenzione apparecchiature
contenenti PCB e PCT
na
na
na
na
na
na
2
2
4
Monitoraggio periodico assenza perdite
sostanze lesive per l'ozono ed
effetto serra
na
na
na
2
2
4
na
na
na
Controllo requisiti fornitore per attività di recupero/smaltimento interruttori elettrici
contenenti SF6
Documento di Analisi Ambientale R5
Pagina 110 di 112
DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE
PAG 111 DI 112
MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': cantieri di realizzazione e manutenzione
Condizioni routinarie
Condizioni non routinarie
Condizioni di emergenza
azioni di mitigazione/prevenzione
aspetto ambientale
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
emissioni in atmosfera
1
3
3
1
3
3
na
na
na
Sorveglianza su fornitori per garantire conformità di macchine/attrezzature da loro
utilizzate
scarichi idrici assimilabili a
domestici (da attività
operative)
na
na
na
2
3
6
na
na
na
Bilancio idrico
rifiuti (speciali)
2
3
6
2
3
6
na
na
na
Procedura gestione rifiuti e corrette modalità operative con attivazione SISTRI per i rifuti
speciali pericolosi
Sorveglianza sui fornitori per la gestione dei rifiuti da loro prodotti
emissioni sonore
2
3
6
2
3
6
na
na
na
Autorizzazioni alle emissioni sonore per attività in deroga
Sorveglianza su fornitori per garantire conformità macchine/attrezzature da loro utilizzate
utilizzo di risorse combustibili (gasolio)
1
4
4
1
4
4
na
na
na
Monitoraggio consumi combustibili
Manutenzione periodica attrezzature/macchine
risorsa idrica - materia prima
na
na
na
2
4
8
na
na
na
Bilancio idrico
sostanze e preparati
pericolosi
1
1
1
2
2
4
2
1
2
Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze. Corretta etichettatura e
disponibilità schede di sicurezza sostanze. Piani di emergenza e registrazione eventi
Sorveglianza su fornitori per garantire conformità sostanze pericolose da loro utilizzate
danno ambientale e bonifica
siti inquinati
na
na
na
na
na
na
2
2
4
Attivazione procedure previste da normativa ove applicabile
prevenzione incendi
na
na
na
na
na
na
3
1
3
piano di emergenza cantieri
gestione materiali da scavo
derivanti da cantieri
2
2
4
2
2
4
na
na
na
Preventive caratterizzazioni terre e rocce da scavo su realizzazioni
Attivazione procedure previste da normativa applicabile
Controllo sui fornitori per adeguate verifiche e segnalazioni
traffico veicolare indotto
1
4
4
1
4
4
na
na
na
Gestione permessi stradali e gestione dei piani di viabilità
amianto
na
na
na
na
na
na
2
2
4
Attivazione procedure previste da normativa applicabile
Documento di Analisi Ambientale R5
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DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE
PAG 112 DI 112
MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': rete acquedottistica ABC
Condizioni routinarie
Condizioni non routinarie
Condizioni di emergenza
aspetto ambientale
azioni di mitigazione/prevenzione
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
Grado impatto
Probabilità
significatività
emissioni in atmosfera
1
3
3
1
2
2
na
na
na
revisione e manutenzione periodica degli automezzi
scarichi idrici assimilabili a
domestici - da attività
operative
na
na
na
2
2
4
2
3
6
Bilancio idrico, ricerca perdite, call center emergenze
rifiuti (speciali)
na
na
na
2
2
4
2
3
6
Procedura gestione rifiuti e corrette modalità operative con attivazione SISTRI per i rifiuti
speciali pericolosi
Verifiche periodiche siti
Implementazione sorveglianza anche a mezzo impianti /recinzioni
Sorveglianza sui fornitori per la gestione dei rifiuti da loro prodotti
utilizzo risorse (combustibili)
1
4
4
1
4
4
na
na
na
Monitoraggio consumi automezzi+generatori
Manutenzione periodica automezzi/attrezzature
risorsa idrica - materia prima
1
4
4
2
3
6
2
3
6
Bilancio idrico, ricerca perdite, call center emergenze., protezioni catodiche
sostanze e preparati
pericolosi
na
na
na
2
2
4
2
1
2
Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze. Corretta etichettatura e
disponibilità schede di sicurezza sostanze. Piani di emergenza e registrazione eventi
danno ambientale e bonifica
siti inquinati
na
na
na
na
na
na
2
2
4
Attivazione procedure previste da normativa ove applicabile
traffico veicolare indotto
1
4
4
1
4
4
na
na
na
Ottimizzazione nell'utilizzo automezzi
amianto
na
na
na
na
na
na
2
2
4
Attivazione procedure previste da normativa applicabile
Documento di Analisi Ambientale R5
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