A Crespi riparte la storica centrale Il business strizza l`occhio al turismo
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A Crespi riparte la storica centrale Il business strizza l`occhio al turismo
L’ECO DI BERGAMO 38 GIOVEDÌ 9 OTTOBRE 2014 Provincia Per lo start un investimento da circa tre milioni di euro Per far ripartire la centrale idroelettrica di Crespi si sta predisponendo un intervento che costerà complessivamente circa tre milioni di euro. I lavori dovrebbero iniziare entro fine anno. [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ A Crespi riparte la storica centrale Il business strizza l’occhio al turismo Una veduta interna della centrale idroelettrica di Crespi d’Adda, a Capriate: ora potrà ripartire la produzione Capriate: dopo vent’anni di fermo, Adda Energi riavvierà l’impianto idroelettrico del villaggio Accordo con il Comune per renderla visitabile Crespi d’Adda REMO TRAINA Via libera ai progetti di recupero della centrale idroelettrica del villaggio di Crespi d’Adda, patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, di valorizzazione ambientale e di archeologia industriale. In futuro la centrale, costruita nel 1909 e ferma da una ventina d’anni, produrrà nuovamente energia pulita. Ma diventerà anche un sito industriale storico fruibile turisticamente. Infatti, il Comune di Capriate San Gervasio e «Adda Energi srl», che ha sede a Breno in Val Camonica ed è proprietaria della centrale, hanno stipulato una convenzione che fissa le linee d’intervento prioritario per le opere di manutenzione e di riattivazione della produzione idroelettrica. Inoltre, sono previste opere di valorizzazione ambientale e architettonica delle aree di intervento coinvolte, per consentire l’accessibilità dei siti con la messa insicurezza. A seguito del rilascio dell’Autorizzazione unica da parte della Provincia, «Adda Energi» realizzerà le opere di manutenzione straordinaria e risanamento conservativo dell’immobile della centrale storica, della casa del custode e della cabina di trasformazione. Inoltre, IL COMMENTO Dieci, cento mille Crespi per un’Italia che riparte la stessa azienda ricostruirà il ponte carraio e ciclopedonale di collegamento della strada comunale attigua al canale di derivazione e l’Isola, con la sistemazione della strada bianca di collegamento tra il ponte e l’edificio storico. I lavori avranno un costo di circa tre milioni di euro e dovrebbero iniziare entro fine an- no assicura Luca Gnali, presidente di «Adda Energi» che aggiunge: «Esaurite le pratiche amministrative e rilasciata l’Autorizzazione unica, i nostri uffici tecnici sono al lavoro per redigere i progetti esecutivi e relativi computi per poi indire le gare d’appalto delle opere edili ed elettromeccaniche. Quando la centrale ritornerà in funzione produrrà energia elettrica per circa 3,7 Gwh annui. C’è stata e c’è tuttora un’ottima collaborazione con la Soprintendenza per i beni architettonici, la Provincia di Bergamo, il Comune di Capriate San Gervasio, il Parco Adda Nord e la Regione Lombardia che ha deliberato un contributo di 100 mila euro per le opere di restauro dell’edificio storico della centrale idroelettrica». L’impianto è un’opera di alta ingegneria idraulica non molto conosciuta dal pubblico che visita il villaggio di Crespi, perché si trova dietro la fabbrica, un po’ nascosta tra la vegetazione e la riva dell’Adda, a differenza delle centrali Enel che sono più visibili. «A breve questo altro gioiello del villaggio di Crespi potrà essere visitato – spiega entusiasta il sindaco di Capriate, Valeria Radaelli – poiché proprio attraverso la convenzione con Adda Energi il nostro Comune provvederà a fissare le modalità per rendere fruibile a livello turistico, didattico e naturalistico l’isola e per poter visitare la centrale idroelettrica, in accordo con il Parco Adda Nord. L’obiettivo è di mettere a disposizione la strada ciclopedonale sull’isola, dal ponte nuovo alla centrale, di poter avere in concessione d’uso una parte della casa del custode, respi d’Adda è stata fino ad oggi un esempio di come l’Italia sprechi le sue risorse. Chi va nel Galles ha modo di vedere come insediamenti industriali fortemente inquinanti come le acciaierie del secolo scorso si siano trasformate in opportunità di turismo e di risanamento del territorio. Non vi è in Europa occidentale luogo a protezione Unesco che non sia stato rimesso a nuovo, spesso con i contributi europei oppure con l’intervento dei privati. La prima domanda dei turisti stranieri in visita al villaggio operaio, come per esempio i tedeschi del gruppo Studiosus, è come mai il paese non venga rilanciato e si segua invece una rassegnata manutenzione di routine. Con le notizie di questi giorni qualcosa si muove. Niente di eccezionale, ma quando tutto è fermo anche un alito di vento fa notizia. I privati con Addaenergy si muovono e intendono attivare la vecchia centrale elettrica dello stabilimento tessile. Non ne fanno un museo ma un centro produttivo, cioè un fornitore di energia elettrica. Come dire un ritorno al passato glorioso. Un modo di declinare le potenzialità della storia con le esigenze della modernità. La Regione Lombardia ha colto il segno di un cambio di indirizzo, e cioè di una lenta uscita dalle palude della mancanza di iniziativa. Gli operatori economici escono lentamente dal letargo e la Regione premia l’investimento con una sovvenzione ulteriore all’azienda che lo compie. Anche il comune di Dopo le manutenzioni produrrà energia elettrica Sorta nel 1909, è uno dei gioielli del sito patrimonio dell’Unesco C La storia Così iniziò l’era industriale del villaggio operaio modello È nata per essere un gioiello industriale la centrale idroelettrica di Crespi d’Adda. Ma chi l’ha voluta, più di un secolo fa, ha chiesto ai progettisti che fosse anche un capolavoro architettonico. Con il suo straordinario pavimento in parquet, la centrale era stata avviata dalla famiglia Crespi che non aveva certo badato a spese: nel 1908, quando si decise di abbandonare il funzionamento meccanico per passare all’idroe- lettrico, avevano fatto costruire l’impianto idroelettrico per sfruttare la portata dell’Adda (che arriva anche a 60 metri cubi al secondo), fu dotata di tre turbine all’avanguardia collocate in una sala macchine situata in un contesto unico e bellissimo dal punto di vista del paesaggio. Ferma da ormai quasi vent’anni dopo essere stata chiusa perché ormai aveva poca resa, la centrale verrà rimodernata e, una volta Capriate San Gervasio ottiene la sua parte e riceve contributi per un miglioramento dell’arredo urbano della frazione di Crespi d’Adda . Non parliamo di milioni ma di qualche decina di migliaia di euro. Per un’azione di una qualche rilevanza praticamente nulla, ma resta il gesto. Il pubblico vede la strategicità dell’azione del privato e ne rimarca la valenza di prospettiva. La rivalutazione di un’entità di archeologia industriale è fonte di ricchezza per il territorio, non è un peso. È un discorso che si amplia ai centri storici che vanno restaurati e riabitati dopo l’abbandono degli ultimi decenni. Le case dei nostri nonni erano divenute un peso, le abbiamo lasciate nell’incuria e gli immigrati di fatto hanno occupato quello che era il cuore pul- sante della comunità. Un segno di evidente decadenza che è stato equivocato con il desiderio di modernità. Si cementificava il territorio perché si volevano le abitazioni moderne quando con la stessa cifra si sarebbe potuto benissimo restaurare il vecchio. Le nuove politiche urbanistiche hanno riscoperto il valore delle radici e quindi ora si cerca di valorizzare l’antico, quel vecchio che è parte di tutti noi e quindi della nostra identità. Una conferma che il problema italiano non sono i soldi, ma le idee. La capacità di definire progetti per il futuro che vadano oltre l’immediata fruizione e si inseriscano in un progetto complessivo di sviluppo del territorio. Che fare di un luogo come Crespi d’Adda ? Si sono mai riuniti esperti del settore e hanno terminato l’intervento, sarà resa fruibile al pubblico. Un pezzo della grande storia industriale della Lombardia e dell’Italia intera che si potrà ammirare nel villaggio costruito alla fine del 1800 dalla famiglia Crespi attorno al cotonificio. Era il 1878 quando Cristoforo Benigno Crespi acquistò 85 ettari di terra dai comuni di Capriate San Gervasio e Canonica d’Adda. I lavori di costruzione vennero affidati all’architetto Ernesto Pirovano e all’ingegnere Pietro Brunati. Nel 2013 il complesso dell’ex cotonificio è stato acquistato da Antonio Percassi, per farne il quartier generale delle sue aziende. abbozzato un’idea che definisca il futuro prossimo del territorio? Abbiamo dovuto aspettare l´intervento di un privato, Percassi, per uscire dal limbo dell´apatia. Dei soldi della Regione siamo riconoscenti, ma siamo anche consapevoli che manca una regia, cioè un centro che ci dica dove va la nostra regione e quindi il nostro territorio. La ricerca scientifica è il futuro per un motivo molto semplice: il costo del lavoro in Germania, cioè della quarta potenza industriale del mondo, è quattro volte quello della Cina. Eppure hanno il record delle esportazioni. Chiediamoci il perché e troveremo la risposta per i tanti Crespi d´Adda d´Italia. Alberto Krali ©RIPRODUZIONE RISERVATA L’ECO DI BERGAMO 39 GIOVEDÌ 9 OTTOBRE 2014 L’interesse della delegazione degli amministratori tedeschi U na delegazione tedesca di 36 sindaci e amministratori del Landkreis di Esselingen am Neckar (del Baden Wurtemberg, nei pressi di Stoccarda) ha concluso il suo tour orobico al villaggio Crespi d’Adda. Accompagnata dal professor Fabrizio Brena, docente all’università di Tubinga in Germania e coordinatore del centro culturale delle Grazie, la delegazione è stata accolta dal sindaco di Capriate Valeria Radaelli con il vicesindaco Carlo Arnoldi e l’assessore Alfredo Pozzi. Gli amministratori tedeschi hanno visto un filmato di PromoIsola e visitato i capannoni della filatura e la centrale idroelettri- ca, illustrata dal presidente di Adda Energi Luca Gnali. «Sono rimasti meravigliati –afferma il sindaco – e ci hanno chiesto quale sarà il futuro del sito. Abbiamo spiegato che l’imprenditore Antonio Percassi ha acquistato la fabbrica e in parte sarà occupata dai suoi uffici; in futuro anche gli altri spazi avranno idonea sistemazione». Produrrà energia green con l’acqua dell’Adda l’Autorizzazione unica per la sua riattivazione e stiamo appaltando la fornitura dei macchinari – aggiunge Rizzi – e Crespi rappresenta per noi l’investimento più importante del prossimo futuro». L’impianto è di una società della Valle Camonica del gruppo «InBre» specializzata nell’idroelettrico A luglio «InBre» è sbarcata in borsa, sul mercato Aim Italia, dove ha collocato azioni per un controvalore complessivo di 22,6 milioni di euro. Il flottante è pari al 27,8% del capitale sociale; il resto è detenuto dal socio di riferimento Finanziaria di Valle Camonica (quasi 120 soci, imprenditori camuni e bresciani; presidente e consigliere delegato è Battista Albertani, membro del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca dal 2008 al 2013) e da Istituto Atesino di Sviluppo (caratterizzato da un azionariato diffuso di tremila soci). La società ha 13 dipendenti, affidando in outsourcing le fasi di progettazione e costruzione delle centrali; gestisce in proprio gli impianti traendo profitto dalla vendita dell’energia elettrica prodotta. Negli anni scorsi «InBre» ha respinto il richiamo delle sirene dell’eolico, del fotovoltaico e delle biomasse, «ma abbiamo resistito – spiega ancora il procuratore – decidendo di restare fedeli al nostro dna. Siamo nati con l’idroelettrico e vogliamo continuare a operare in questo settore, l’unico che è nato e si è sviluppato prima dell’arrivo degli incentivi statali». La Lombardia è una delle regioni italiane dalle caratteristiche più favorevoli per lo sfruttamento della tecnologia idroelettrica, tanto che nella nostra regione si concentra il 27,6% della capacità idroelettrica nazionale. La società camuna è specializzata nel segmento degli impianti di medie e piccole dimensioni (con una potenza inferiore cioè ai 3 Mw) e il parco produttivo è rappresentato per la maggior parte da centrali idroelettriche ad acqua fluente, di taglia significativamente differente: si va da 118 kw a 3.500 kw. Di conseguenza, varia l’accesso alle diverse tipologie di incentivi (tariffa onnicomprensiva, ritiro dedicato e certificati verdi) «che non hanno però provocato quella bolla speculativa che ha contraddistinto il fotovoltaico». 1 Crepi d’Adda GIUSEPPE ARRIGHETTI di allestire uno spazio esterno per il pic-nic, di creare punti panoramici garantendo l’accessibilità al pubblico gratuitamente. L'amministrazione comunale cerca di mettere in campo tutte le sinergie possibili: dal pubblico al privato comprendendo anche le associazioni, per far crescere il nostro villaggio sito dell’Unesco, perché diventi sempre più una meta importante per il turismo e un’opportunità per il territorio». «Da Regione Lombardia un segnale concreto del sostegno agli amministratori locali nella promozione della crescita e della tutela identitaria dei territori attraverso un vero e proprio “salva cultura”» spiega l’assessore alle Culture, identità e autonomie di Regione Lombardia, Cristina Cappellini, commenta il riparto del bando a favore del patrimonio archeologico e i siti Unesco per cui sono pervenute 34 domande con altrettanti progetti di cui 20 sono stati finanziati: in provincia di Bergamo si tratta, appunto, dei tre progetti di Crespi d’Adda, finanziati con un importo complessivo di 188.500 euro. Al Comune di Capriate San Gervasio 63 mila euro per la valorizzazione del sito Unesco di Crespi; ad «Adda Energi srl» per la manutenzione straordinaria e la riattivazione della centrale idroelettrica storica, 85 mila euro. In più, nell’ambito del progetto «Le civiltà dell’acqua», sono stati stanziati altri 40.500 euro. 1 ©RIPRODUZIONE RISERVATA «Siamo convinti che l’energia idroelettrica sia l’unica fonte rinnovabile realmente sostenibile dal punto di vista industriale». A parlare è Alberto Rizzi, il procuratore di Iniziative Bresciane (InBre), la società camuna con sede a Breno che entro fine anno tramite la sua controllata Adda Energi srl farà partire i lavori per riattivare la centrale idroelettrica di Crespi d’Adda. «InBre» l’anno scorso nei suoi 16 impianti dislocati tra le province di Brescia, Bergamo (due a Fara Gera d’Adda, due a Casnigo e uno a Villa d’Almé) e Cremona ha prodotto 93,3 Gwh di energia elettrica, pari al fabbisogno annuo di circa 34.500 famiglie. E «InBre», nata nel 1988, nel settore idroelettrico intende continuare a crescere proprio nella Bergamasca dove è impegnata nella costruzione di quattro nuove centrali: tre a Casnigo e una a Villa d’Alme, in tutti e quattro i casi sfruttando il deflusso minimo vitale degli impianti già esistenti. Ma ad affascinare maggiormente l’immaginario è l’intervento previsto a Crespi d’Adda: grazie a un investimento di tre milioni e mezzo di euro, e dopo un confronto con gli enti pubblici (Crespi d’Adda è patrimonio dell’Unesco) definito «collaborativo» dallo stesso Rizzi, la centrale dopo quasi vent’anni di inattività tornerà a essere operativa la prossima estate. Nel piano interrato verranno inseriti tutti i nuovi macchinari: la potenza installata prevista è pari a 2.700 kw, mente la produzione attesa è pari a 4,3 Gwh. Il piano terra, invece, quello storico, non verrà modificato per non alterarne la bellezza. «Abbiamo in mano La facciata della centrale FOTO COLLEONI Gli investimenti Altre quattro centrali in provincia Il prezzo di collocamento di «InBre» (che ha esordito sul mercato Aim Italia il 15 luglio) è stato fissato a 21 euro per azione. Le ultime quotazioni fissavano il titolo a un prezzo poco sotto 23 euro, con un incremento del 10% circa rispetto al prezzo di collocamento. Nel 2013 la società ha registrato ricavi per 15,4 milioni di euro e un Ebitda pari a 11,9 milioni di euro. Nei primi sei mesi di quest’anno la società camuna ha registrato ricavi netti per 9,9 milioni di euro (in crescita del 9% rispetto allo stesso periodo del 2013) e un Ebitda di 8,1 milioni (+39%). L’indebitamento finanziario netto è sceso a 63,6 milioni; era di 72,4 milioni a fine dicembre 2013. Attualmente è impegnata nella realizzazione di quattro centrali idroelettriche tra Casnigo e Villa d’Almé che entreranno in esercizio entro la fine del 2014. Quest’anno ha sottoscritto sette nuove concessioni per la costruzione di altrettanti centrali idroelettriche che genereranno altri 36,5 Gwh di energia all’anno. Ha presentato domanda agli enti di competenza (le Province) per altri 39 impianti. Con Alberobello l’alleanza sotto il segno dell’Unesco CAPRIATE SAN GERVASIO Alberobello, in Puglia, e Capriate San Gervasio sono due città che possono vantare i siti Patrimonio mondiale dell’Unesco: il villaggio di Crespi d’Adda e i trulli di Alberobello. Recentemente tra le due amministrazioni comunali è iniziato uno scambio culturale. Ambasciatore della città di Capriate per queste iniziative è l’assessore Alfredo Pozzi, delegato dal sindaco Valeria Radaelli, che spiega: «Accogliendo l’invito del sindaco di Alberobello, Michele Maria Longo, che mi ha fatto all’inizio di luglio a Cerveteri in occasione dell’assemblea sulle As- sociazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco, recentemente mi sono recato nella bellissima città pugliese dove ho incontrato il primo cittadino e gli amministratori, ai quali ho esteso il saluto del nostro sindaco e della nostra comunità. L’incontro è stato un’occasione per avviare rapporti istituzionali tra le due amministrazioni. Riteniamo fondamentale la collaborazione con i rappresentanti degli altri siti Unesco, sfruttando ogni occasione per accrescere la nostra competenza riguardo le differenti realtà e i sistemi di gestione, oltre naturalmente a promuovere la conoscenza del villaggio di Crespi d’Adda – racconta l’assessore –. Durante la visita nella cittadina pugliese ho partecipato all’inaugurazione della mostra personale dell’artista locale Nino Salamida e presidente della Pro loco, dal titolo “La Puglia dei trulli degli ulivi dei muretti a secco”, che si è svolta nella Casa D’Amore. La mostra di pittura è ricca di opere interessanti che fotografano con passione, armonia e serenità il paesaggio delle Murge, quasi a volerne conservare il ricordo del tempo che passa. Durante questa cerimonia a cui hanno partecipato anche l’assessore Pietro Susca e il L’assessore Pozzi consegna il libro su Crespi al sindaco di Alberobello Lo sbarco a Piazza Affari ©RIPRODUZIONE RISERVATA consigliere Pietro Carucci, ho consegnato al sindaco Longo il volume “Crespi d’Adda”, redatto da don Luigi Cortesi. La nota ospitalità e la cortesia, classiche del nostro meridione, non sono venute meno – aggiunge Pozzi –. Oltre al municipio ho potuto visitare il Trullo Sovrano, il Rione Aia Piccola e il Rione Monte. Mi hanno colpito particolarmente l’ottimo stato di conservazione dei trulli, la luce abbagliante che riverbera dal bianco candido dei muri di queste originali costruzioni e la folta presenza di turisti provenienti dall’Estremo Oriente». L’assessore Pozzi ha concluso il meeting rivolgendo, a nome dell’amministrazione capriatese, l’invito a visitare il Villaggio di Crespi e la città di Capriate. 1 R. T.