Dietro la strage di Mumbai
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Dietro la strage di Mumbai
http://www.inviatospeciale.com/2008/11/dietro-la-strage-di-mumbai/ Dietro la strage di Mumbai - L’inviatospeciale.com - 27-11-08 Perchè si pianifica un’azione terroristica di tali dimensioni? L’errore è fermarsi alla cronaca o valutare l’aspetto ‘religioso’ della questione. In realtà l’economia conta e non poco. Oltre le notizie di cronaca, quando si verificano attacchi terroristici della portata di quello indiano è un errore valutare il solo aspetto “criminale” della vicenda. Le ricadute economiche e finanziarie sui Paesi colpiti sono spesso al centro della strategia di chi organizza gli attentati. L’analisi dell’impatto economicofinanziario sul gigante asiatico prodotto dai fatti di Mumbai apre scenari complessi e impone profonde riflessioni anche sull’origine dell’azione. Perchè se si osservano le ricadute vengono in mente domande ancora più inquietanti. L’attacco terroristico violentissimo nel centro finanziario dell’India, Mumbai, secondo alcuni analisti, potrebbe far crollare ulteriormente la fiducia in un Paese già costretto ad assistere ad un pesante ritiro di fondi esteri, dopo la crisi dei mercati azionari. Come è noto nelle ultime 24 ore un numero imprecisato di militanti islamici ha assaltato alberghi di lusso, compreso il Taj Mahal Palace, alcuni ristoranti e la stazione ferroviaria principale nel cuore commerciale, uccidendo almeno 101 persone e ferendone circa 300. Nikhilesh Bhattacharyya, un economista di Moody’s Economy.com ha detto: “I terroristi si sono orientati a colpire i luoghi principali di riferimento del capitale finanziario indiano, con l’obiettivo di ottenere una grande risonanza all’estero, destabilizzare i mercati interni e spaventare il turismo”. Le autorità hanno cercato di bloccare le azioni, il mercato obbligazionario e le transazioni internazionali, mentre le truppe hanno circondato gli hotel a cinque stelle, il Taj e l’Oberoi Trident, per poi utilizzare reparti speciali d’assalto ed attaccare i terroristi. Ajai Sahni, capo del ‘New Delhi Institute for Conflict Management’, ha affermato che “l’aspetto d maggior importanza dell’attacco è la sua dimensione e la natura di élite degli obiettivi prescelti, alberghi e ristoranti a cinque stelle”. Secondo Sahni “da quattro o cinque anni c’è un processo costante indirizzato a minare l’economia dell’India e questo attacco è parte di esso”. “Se continuiamo ad assistere ad attacchi di questa portata – ha aggiunto l’esperto – la percezione dello stato della sicurezza in India sarà pessimo e la cosa avrà un impatto diretto per chi volesse decidere di investire”. Un esempio immediato è la decisione dell’Inghilterra di abbandonare il tour di cricket in India, sport popolarissimo nel Paese asiatico, come in Europa il calcio. Un gruppo che si autodefinisce il “Deccan Mujahedeen”, sconosciuto fino ad oggi, ha rivendicato la responsabilità per il attentati Mumbai, alimentando la convinzione che l’India è un luogo nel quale si insediano militanti islamici integralisti. Bhattacharyya, da parte sua ha osservato che Mumbai, con i suoi di 18 milioni di abitanti, ha avuto già grandi difficoltà dopo altri gravi eventi, il più recente la bomba contro alcuni pendolari che nel 2006 uccise 186 persone e causò oltre 800 feriti. Gli analisti, insomma, sostengono che questo attacco è volto a spaventare gli investitori stranieri e i turisti in una delle economie in più rapida crescita dell’Asia. Molti testimoni hanno detto che gli assaltatori hanno cercato in particolare cittadini di Stati Uniti e Inghilterra da prendere in ostaggio. Tanto è vero che un italiano è stato lasciato andare. Come mai questa selezine delle vittime, che comunque non avrebbe risparmiato un nostro connazionale? Bhattacharyya ha aggiunto che il momento dell’attacco non poteva “essere più infelice”, con le banche di fronte alla grande crisi di liquidità prodotta dal crollo della finanza mondiale e con la banca centrale indiana che lotta per difendere una rupia in difficoltà e l’economia che rallenta. Un banchiere di Singapore che cura gli investimenti esteri, non autorizzato a rilasciare dichiarazioni, ha comunque detto alla stampa: “Ci saranno drammatiche conseguenze. E’ vero che l’India è abbastanza abituata agli attacchi, ma questo è un blitz di alto profilo. Il Taj per gli indiani è un po come erano le Twin Tower per gli americani . Certamente i contraccolpi negativi per l’economia saranno molti, in particolare in un momento di così fragile disponibilità valutaria. E’ un grande attacco al cuore finanziario della nazione ed al turismo ed è stato chiaramente progettato per avere il massimo impatto”. Un altro banchiere d’investimento che ha chiesto di rimanere anonimo ha aggiunto:”Le immagini di un conflitto armato che girano in tutto il mondo non saranno positive e l’effetto sul sentimento degli investitori e per il turismo sarà molto forte”. Nell’analisi degli atti di terrorismo spesso si compie l’errore di centrare lo sguardo sulla terrificante drammaticità degli eventi. Ma in realtà gli obiettivi di chi elabora le strategie rientrano sempre in piani complessi, nei quali i fattori economici sono centrali. La domanda ‘a chi giova’ un rallentamento della crescita indiana è allora al centro della questione e saranno necessari tempi lunghi per poter rispondere. Perchè dietro le azioni teroristiche si nascondono manovratori che dispongono di capitali e coperture, indispensabili per la pianificazione degli attentati.