mal`amore non basta

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mal`amore non basta
di scena
Liev Schreiber
ma l’amore
non basta
liev schreiber ricorda l’inizio della lunga relazione
con naomi Watts con passione («Io balbettavo, fu lei
a invitarmi a ballare»). la stessa con la quale oggi si
sono lasciati, ma rimane legato dai figli. nascondere
le debolezze, in fondo, non è da lui. Come dimostra
raccontandoci anche il rapporto col padre “in fuga”
di Alessandra Venezia foto di Kirk McKoy
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i o donna | 1 2 no vembre 2016
los angeles times/Contour by Getty Images
A
lla mostra del cinema di Venezia, dove aveva appena presentato The Bleeder (di cui è protagonista e anche coproduttore), liev schreiber era sempre insieme a naomi Watts. e ci
raccontava - sereno e vagamente nostalgico - del loro primo
incontro. anche al festival di toronto sono stati visti passeggiare mano nella mano, sorridenti e affiatati. liev & naomi, ovvero: l’immagine della beatitudine familiare. Peccato
per la doccia fredda, due giorni dopo: un breve comunicato
stampa annunciava la loro separazione «con profondo amore, rispetto e amicizia, decisi a esplorare una nuova fase della loro relazione».
Che performance, quella di schreiber. non che ci sia da stupirsi.
In fondo l’attore quarantanovenne, fra i migliori della sua generazione, ha sempre dimostrato talento: brillante nei ruoli cinematografici (da X - Men le origini:
Wolverine a Spotlight), potente sul palcoscenico (nel 2010 si è conquistato una
nomination per i tony per Uno sguardo dal ponte, ora è Valmont a brodaway in
Les Liaisons Dangereuses), magnetico in quelli per la tv (il suo Ray Donovan è di
un’inquietante cupezza). riservato, a tratti persino timido, sempre intenso, per
lui aprirsi al giornalista che qualche tempo dopo lo intervista è un po’ come oscillare tra l’impulso a raccontarsi in modo oggettivo, sincero e il bisogno, invece, di
tenere per sé la vita personale, il passato, le contraddizioni.
Liev Schreiber, 49 anni,
si è formato con il
teatro e ha debuttato sia in tv sia al
cinema - nel 1994. Il
successo gli è arrivato
nel 2013 con la
serie Ray Donovan.
pugni, era piuttosto una parabola
sul concetto di celebrità.
Conosceva già da prima Chuck
Wepner, alla cui vicenda si ispira
la pellicola?
Sì, erounsuofan: mièsempreparsa
una vera ingiustizia che tanta gente non sapesse nulla di lui. Muhammad Ali aveva battuto George Foreman, una cosa ritenuta impossibile,
e il suo manager Don King cercava
unpugilebiancopertiraresuunpo’
di soldi. Scelsero Chuck, che si alleLiev Schreiber
e Naomi Watts
(48 anni) sul set
di The Bleeder,
presentato a Venezia
e in uscita nel 2017.
È la storia (vera)
del pugile Chuck
Wepner, che aveva
già ispirato Rocky.
Vivrà pure giorni felici.
Sì, quando li condivido con loro. La
serata dell’Emmy non la dimenticherò mai: Sasha mi aveva accompagnato, e vederlo bello ed elegante
nel suo smoking - così orgoglioso
- ha reso quell’evento uno dei più
toccanti della mia vita. Avevo dimenticato certe emozioni. Non
stava nella pelle e continuava a dire: “Papà, ma se vinci, posso salire
sul palcoscenico con te?”. Sapevo
che non sarebbe andata così, ma
mi venne da pensare: “Posso anche vincere, perché no?” (ride). Mi
aveva messo in uno stato nuovo, tra
panico e eccitazione!
A Venezia per The Bleeder, invece,
si è presentato solo con Naomi, sua
partner nel film.
È stato un nostro amico a mandarmi la sceneggiatura e, lì per lì, non
ero granché entusiasta. Il pugilato
mi piace, però non mi interessava
fare l’ennesimo film sulla boxe. Poi
mi sono reso conto che la storia non
aveva nulla a che fare con i soliti
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i o do nna | 1 2 novembre 2016
nòdacampione:civollero15rounds
perché Ali lo mandasse al tappeto.
Sylvester Stallone era tra il pubblico, quella sera, e quell’incontro lo
ispirò a scrivere Rocky.
Lei aveva già recitato con Naomi,
una decina di anni fa, in Il velo dipinto. Com’è lavorare insieme?
Da piccolo volevo sapere tutto di
lui. Se ne andò quando avevo quattro anni: lo conoscevo poco, ma volevo emularlo. Ci ho sempre provato, papà era un giocatore di football,
e io ho tentato di diventarlo. Faceva
l’attore, e ho recitato. Era un lottatore, e ho cominciato a fare lotta. Probabilmente sono più simile a lui di
quanto sia consapevole. Persino Naomi l’altro giorno mi fa: “Quando ti
metti a fare il brillante, sei uguale a
tuo padre”. Mmh, credo ci siano dei
legami genetici incontrovertibili.
InTheBleederleis’innamorainun
lampo del personaggio interpretato da Naomi. E nella vita reale?
La prima volta che la incontrai? Ero
nervosissimo, intimidito, stordito dal suo talento. Mulholland Drive di David Lynch era uno dei miei
pezzi di cinema favoriti, lo guardavo e riguardavo in continuazione.
La naturalezza con cui Naomi recitava, quel suo provino, e poi, quella
perfetta interpretazione brechtiana... lo straniamento che avevo tanto studiato. La mia era un po’ un’ossessione (ride).
E?
Fu tutto molto strano. La incontrai
al Met Ball (il gala del Metropolitan Museum, a New York, ndr) e lei
mi chiese: “Vuoi ballare?”. Grazie a
Dio è stata intraprendente perché io
quasi balbettavo: “Yes, balliamo”.
Poi, dopo, al club lei era seduta tra
Sean Penn e Benicio del Toro, due
Sul set non avevo i bambini con me e tutto è
diventato insopportabile, torbido. I miei giorni
sono felici soltanto quando li condivido con loro
È splendido! Sono un suo ammiratore: la ritengo un’attrice magnifica, una delle più grandi di tutti i
tempi. La sua abilità nel comunicare disperazione fa davvero stare male. Ma nessuno immaginava
quanto Naomi fosse anche buffa e
divertente: è stato straordinario
vederla lavorare su un nuovo registro in The Bleeder.
Lei è cresciuto con sua madre. Che
rapporto ha oggi con suo padre?
tra i miei attori preferiti, affascinanti, pieni di talento. Chiacchieravano
e io ero anche più perso, lì impalato con un drink in mano. Mi sentivo così fuori posto che dopo un po’
decisi di andarmene: “Scusa devo
tornare a casa” e lasciai il club. Lei
mivennedietro,dicendo:“Mailmio
numero di telefono, non lo vuoi?”.
Pochi giorni dopo ci siamo ritrovati
dimattinaacomprarecupcakesalla
MagnoliaBakery.Èandatacosì.
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Getty Images
Il mondo di Ray Donovan è violento, inquieto, instabile. Non è
stanco, dopo tre anni, di impersonare un tipo così?
Non è certo facile per Ray sopravvivere fra gli scandali di Hollywood:
forse un giorno qualcosa per lui potrà cambiare. O forse no. Nell’ultima stagione non ho avuto i bambini con me (Alexander detto Sasha, 9
anni, e Samuel Kai, 8, avuti da Naomi Watts, ndr) e tutto è diventato rapidamente insopportabile, torbido.