4.7.1. Schema di Posa 5 Preparazione Del Suolo Di

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4.7.1. Schema di Posa 5 Preparazione Del Suolo Di
INDICAZIONI GENERALI RELATIVE ALLA PREPARAZIONE DEI SOTTOFONDI PER LA
REALIZZAZIONE DI PAVIMENTAZIONI MODULARI IN CALCESTRUZZO –
Parte 2a
4.7.1. Schema di Posa
In funzione della classe di traffico prevista dovranno pertanto essere utilizzati masselli di
adeguato spessore e posati secondo uno schema di posa opportuno, come indicato nella tabella
seguente, nella quale per semplicità esplicativa si è riportata la sola forma rettangolare di
massello.
classe
Spessore MINIMO
dei masselli (cm)
1
4
2
5
3a
6
3b
6
A giunti discontinui oppure spina di pesce
3c
8
A spina di pesce oppure senza linee continue di giunti
nel senso principale di circolazione
4a
8
A spina di pesce oppure senza linee continue di giunti
nel senso principale di circolazione
4b
8
A spina di pesce o equivalente
4c
8
A spina di pesce o equivalente
5
10
A spina di pesce o equivalente
Schemi di posa
Raccomandazioni per lo schema di posa
A giunti discontinui
Senso principale
di circolazione
A giunti discontinui oppure spina di pesce
5 Preparazione Del Suolo Di Fondazione
La preparazione del piano di fondazione in sito verrà effettuata provvedendo all'asportazione dei
materiali di qualsivoglia natura posti al di sopra del livello fissato dal dimensionamento
strutturale, in relazione alle quote finite ed alle sagome previste, ed al loro trasporto fuori
dall'area di Cantiere in conformità alle disposizioni impartite dalla Direzione lavori.
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La Direzione lavori potrà richiedere che il terreno degli strati superficiali venga trattenuto ed
accatastato ai lati dell'area, per essere successivamente riutilizzato ove necessario. In tal caso
l'Appaltatore dovrà assicurare il regolare smaltimento delle acque e che non venga ostacolato il
lavoro di altre Imprese operanti nell'area del cantiere.
La Direzione lavori potrà disporre, caso per caso, maggiori approfondimenti mediante bonifiche
localizzate qualora la qualità del materiale risulti non idonea, nel rispetto del dimensionamento
strutturale, a garantire l'esecuzione di un corretto piano di posa della nuova sovrastruttura, come
precisato nel seguito.
5.1. Preparazione del piano di fondazione in cassonetto
Al termine delle operazioni sopra elencate, per costituire il piano di posa della massicciata si
procederà secondo le seguenti metodologie operative:
1 - In presenza di terreni appartenenti ai gruppi A1, A3 e A4 o sottogruppi A2-4 e A2-5 della
classificazione delle terre secondo CNR-UNI 10006 si procederà al livellamento ed al
costipamento del piano di posa in modo da ottenere una densità del secco in sito pari almeno al
95% della densità massima ottenuta in laboratorio con la prova Proctor (CNR
b.u.69),determinando il peso specifico apparente in sito secondo CNR-b.u.22.;
Gruppo
A1
A3
Sotto
gruppo
Indice di
gruppo
Materiali caratteristici
costituenti gruppo
0
Ghiaia o breccia,
Ghiaia o breccia sabbiosa,
Sabbia grossa, Pomice
Pozzolane, Scorie vulcaniche
A1-a
A1-b
A2-4
A2
A2-5
A2-6
A2-7
0
Sabbia fine
Terre
Ghiaiosabbiose
0
<8
Limi poco compressibili
A5
-
< 12
Limi fortemente compressibili
A6
-
< 16
Argille poco compressibili
A8
A7-6
-
da
eccellente
a
buono
Azione
del
gelo
Ritiro
o rigonfia- Permeabilità
mento
nessuna
o
lieve
nullo
media
nullo
o
lieve
<4
-
A7
Giudizio
come
sottofondo
Ghiaia o sabbia
limosa o argillosa
A4
A7-5
Class.ne
generale
< 20
-
Argille molto compressibili
mediamente plastiche
Terre
Limoargillose
da
mediocre
a
scadente
media
elevato
media
Torbe
media
o
scarsa
lieve
o
medio
elevata
Argille molto compressibili
fortemente plastiche
Torbe, detriti organici
di origine palustre
molto
elevata
elevata
molto
elevato
scarsa
o
nulla
inadatte
Classificazione delle terre CNR-UNI10006
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2 - Per accertare inoltre la costanza delle caratteristiche del terreno al termine delle operazioni
di rullatura si misurerà il modulo di deformazione mediante prove di carico su piastra (CNR b.u.9)
nell'intervallo di carico compreso tra 0,05 e 0,15 MPa; tale prova dovrà fornire valori di Md
maggiori di 35 N/mm2 (350 kg/cm2) per rendere accettabile il suolo di fondazione.
3 - Qualora i terreni rinvenuti al livello del piano di fondazione appartengano ai gruppi A5,A6,A7
o sottogruppi A2-6 e A2-7 e contengano inoltre tenori d'acqua eccessivi tali da non consentire le
operazioni di predisposizione del piano di fondazione, sarà facoltà della Direzione lavori
richiedere bonifiche localizzate con approfondimento degli scavi e la susseguente sostituzione
dei terreni in loco con terre dei gruppi A1 e A3, stese in strati di spessore massimo 30 cm. e
costipate come indicato nel paragrafo precedente. La profondità delle bonifiche in oggetto,
definibile generalmente in 30 cm., potrà essere aumentata dalla Direzione lavori in corso d'opera
a seguito di adeguate verifiche in sito (tali operazioni di bonifica verranno compensate a parte
con apposita voce nell'elenco prezzi).
4 - In presenza di umidità minori, ma tali da non consentire comunque il corretto addensamento
del piano di fondazione come indicato al paragrafo precedente, la Direzione lavori potrà
autorizzare la stesa diretta della massicciata sul suolo di fondazione non compattato, che verrà
pertanto addensato indirettamente mediante la rullatura della massicciata, come precisato nel
successivo capitolo 2.
5 - In alternativa potrà essere richiesta la posa in opera di un telo di geotessuto per rinforzare il
piano di appoggio e favorire il drenaggio. La Direzione lavori definirà la tipologia e lo spessore
del geotessile facendo riferimento alle specifiche voci dell'elenco prezzi.
6 - Si dovrà comunque procedere alla bonifica in presenza di terreni torbosi (gruppo A8), ovvero
di materiali di discarica (rifiuti solidi urbani e simili compressibili e suscettibili all'azione
dell'acqua), sino alla loro totale asportazione: qualora questo sia, a giudizio della Direzione
lavori, economicamente o tecnicamente inattuabile, la bonifica potrà limitarsi a profondità
comunque sufficienti a consentire la formazione di uno strato di spessore tale da permettere una
normale escuzione dei lavori; in tale caso si terrà presente, nella progettazione e nella
esecuzione dei lavori, l'esistenza di consistenti cedimenti differenziati nel tempo ed il
raggiungimento dell'assestamento a lungo termine.
7 - Le prescrizioni sopra menzionate dovranno essere considerate valide anche per suoli di
fondazione ricavati sul fondo di scavi imposti dall'andamento topografico del suolo, da situazioni
preesistenti o da vincoli di progettazione.
5.2. Formazione di rilevati o riempimento di scavi preesistenti
Per la formazione di eventuali rilevati, ovvero per il riempimento di scavi esistenti nell'area, si
impiegheranno terre appartenenti ai gruppi A1,A2,A3,A4 della classificazione CNR-UNI 10006
provenienti sia da scavi di sbancamento, sia da cave di prestito, sia acquistandole da cave
produttrici di inerti.
Le cave potranno essere aperte anche nell'ambito della sede di lavoro, in dipendenza della
disponibilità dei materiali ritenuti idonei ed in conformità ai vincoli imposti dalle vigenti
disposizioni di legge.
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1 - I materiali dovranno essere stesi in strati successivi dello spessore di 30-50 cm. sciolti ed
addensati con idonei mezzi costipanti. All'occasione, allo stato sciolto, in relazione alla sua
umidità di cava, dovrà essere aggiunta mediante bagnatura, o tolta mediante areazione e
conseguente essiccazione, acqua in modo da raggiungere il grado di umidità che consenta di
ottenere, a costipamento avvenuto, per gli strati inferiori del rilevato un grado di addensamento
relativo maggiore del 90% della densità determinata in laboratorio con la prova Proctor (CNRb.u.69) Qualora fosse dalla Direzione lavori autorizzato l'impiego di materiali appartenenti ai
gruppi A5,A6,A7 della classificazione CNR-UNI 10006, ove non siano reperibili terre
qualitativamente più adatte, in fase esecutiva lo spessore degli strati non potrà essere superiore
a 30 cm.
2 - Per l'ultimo strato del riempimento, che costituisce il suolo di fondazione, il grado di
costipamento non dovrà essere inferiore al 95% della suddetta densità e si dovrà inoltre ottenere
un modulo di deformazione elastico Md non inferiore a 35 N/mm2 (350 kg/cm2).
Le modalità della prova per l'ottenimento del modulo Md sono quelle definite dalla norma CNR
b.u.9 che prevedono l'utilizzo della piastra di diametro 30 cm. ed un intervallo di carico compreso
tra 0,05 e 0,15 MPa.
3 - Il materiale di riporto dovrà essere posto in opera in condizioni meteorologiche ed ambientali
favorevoli e comunque tali da non pregiudicare, a giudizio della Direzione Lavori, la buona riuscita
del lavoro.
In caso di pioggia, o di acque esondanti, alla ripresa del lavoro la Direzione lavori potrà richiedere
l'erpicazione, l'arieggiamento e la ricompattazione dell'ultimo strato steso.
4 - Se nel corpo di un'opera in terra si verificheranno cedimenti o distacchi imputabili a
trascuratezza delle norme esecutive, sarà obbligo dell'Appaltatore eseguire a sua cura e spese
interventi di ripristino, anche integrali, rinnovando eventuali sovrastrutture durante il periodo di
responsabilità.
6. Preparazione della massicciata
Gli spessori relativi degli strati costituenti la massicciata sono fissati dal dimensionamento
progettuale unitamente alle quote ed alle sagome di finitura.
6.2. Reti tecnologiche
1 - Le predisposizioni degli scavi per l'installazione delle reti tecnologiche (fognature, condutture
interrate per energia elettrica, ecc…) potranno essere eseguite solo dopo l'effettivo
completamento della profilatura e della compattazione del suolo di fondazione con le modalità
riportate nel capitolo precedente, onde disporre di un piano definito e con sufficienti
caratteristiche di portanza per consentire la corretta esecuzione della tombinatura.
2 - Il materiale di risulta degli scavi parziali dovrà essere allontanato a discarica ovvero, qualora
le sue caratteristiche geotecniche ne consentano il riutilizzo, accantonato con i criteri già indicati
per il movimento terre.
Il ritombamento dovrà avvenire per strati successivi compattati singolarmente, dello spessore
massimo di cm.20 ciascuno, sino a ristabilire il precedente livello del suolo di fondazione.
3 - Nel caso di impossibilità a rispettare la prescrizione del punto precedente l'esecuzione delle
reti dovrà comunque avvenire al più tardi soltanto al termine della realizzazione dello strato di
fondazione, onde evitare di inquinare con i successivi ritombamenti gli strati nobili della
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pavimentazione che potranno pertanto essere eseguiti esclusivamente ad installazione delle reti
completata.
Gli scavi saranno in questo caso effettuati a partire dallo strato di fondazione finito e compattato:
il materiale di risulta degli scavi dovrà comunque essere allontanato a discarica, per evitare di
compromettere il piano di fondazione stesso con frammistioni di materiali con caratteristiche più
scadenti: l'intero ritombamento dovrà inoltre essere effettuato per strati successivi con i
materiali e le metodologie previste per lo strato di fondazione.
6.3. Fondazione in misto naturale (tout-venant) di cava o di fiume
La fondazione sarà generalmente costituita da ghiaie sabbiose o limose reperibili in alveo o in
cave di prestito extra-alveo: si tratterà di miscele di inerti a granulometria occasionale e
variabile, così come prelevate (tout-venant), caratterizzate quindi da oscillazioni qualitative che
ne sconsiglieranno un inserimento nella sovrastruttura a livello di base.
6.4. Materiali
Saranno da impiegarsi in questa realizzazione le terre classificate secondo CNR-UNI 10006 nei
sottogruppi A 1-a, A 1-b e A 2-4 aventi le caratteristiche seguenti:
- distribuzione granulometrica anche non perfettamente continua con granulometria massima
non superiore ad 1/3 dello spessore dello strato da mettere in opera;
- equivalente in sabbia (CNR b.u.27) compreso tra 20 e 70.
6.5. Modalita' esecutive e controlli
Il piano di posa dello strato dovrà essere ripulito da materiale estraneo, approntato al livello
previsto dal progetto ed adeguatamente compattato in modo da raggiungere almeno il 95% della
densità massima di laboratorio ( CNR b.u.69), prima di procedera alla stesura dello strato di
fondazione.
Qualora per la natura del terreno o per le condizioni igrometriche possa temersi un anomalo
affossamento del materiale di riporto della fondazione, occorre stendere preventivamente uno
strato di sabbia o materiale prevalentemente sabbioso di adeguato spessore, in ogni caso mai
inferiore a 10 cm., oppure meglio un telo di geotessuto di caratteristiche idonee.
Il materiale dovrà essere steso in strati di spessore finito compreso tra 20 e 30 cm. ed assestato
mediante cilindratura con rulli vibranti o vibranti gommati, procedendo dai fianchi dell'area verso
il centro, sagomato con le pendenze di progetto e dovrà risultare al termine delle operazioni
perfettamente livellato ed uniformemente miscelato, in modo da non presentare segregazione
dei componenti.
Lo stato di umidità del materiale impiegato dovrà essere corretto, se necessario, mediante
inumidimento con dispersione d'acqua da opportuno spruzzatore, ovvero aerato al fine di
ricondurre la sua umidità al tenore ottimale sperimentato in laboratorio.
Lo strato dovrà essere posto in opera con condizioni meteorologiche ed ambientali favorevoli, o
comunque non pregiudizievoli di una corretta esecuzione.
In caso di pioggia, o di acque esondanti, sarà facoltà della Direzione Lavori richiedere
l'erpicazione, l'arieggiamento e la ricompattazione dello strato steso.
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Lo strato dovrà essere compattato con mezzi adeguati sino al raggiungimento di una densità del
secco in sito pari ad almeno il 95% della densità massima AASHTO di laboratorio (CNR b.u.69)
Lo strato di fondazione in misto naturale dovrà essere sempre completato con l'esecuzione di
uno strato di base secondo le modalità esecutive di seguito riportate.
7 Base (piano di finitura del sottofondo) in misto granulare stabilizzato
Lo strato di base, altrimenti definito anche piano di finitura del sottofondo, sarà costituito da una
miscela di materiali stabilizzati per granulometria con l'aggiunta o meno di legante naturale, cioè
parti di terra passante al setaccio 0,4 UNI.
L'aggregato potrà essere costituito da ghiaie, detriti di cava, scorie o altro materiale:
preferibilmente è da impiegarsi materiale proveniente da frantumazione: in ogni caso il materiale
dovrà, prima di essere utilizzato, essere ritenuto idoneo dalla Direzione Lavori.
7.1. Materiali
Il materiale dovrà possedere i seguenti requisiti:
l'aggregato non dovrà avere dimensioni superiori a 60 mm né forma appiattita, allungata o
lenticolare;
la miscela dovrà avere una distribuzione granulometrica contenuta nel seguente fuso:
serie setacci e crivelli
UNI Standard mm.
60
40
25
10
5
2
0,4
0,075
Percentuale passante
In massa
100
75 - 100
60 - 85
35 - 70
25 - 55
20 - 40
10 - 30
5 - 10
il rapporto tra il passante al setaccio 0,075 UNI ed il passante al setaccio 0,4 UNI dovrà essere
inferiore o uguale a
0,67; qualora sia prevista una pavimentazione drenante la percentuale
passante al setaccio 0,075 UNI dovrà essere virtualmente assente (<1)
l’equivalente in sabbia (CNR b.u.27) dovrà essere superiore a 35: tale controllo dovrà essere
effettuato anche sul materiale prelevato dopo il costipamento;
l'indice di plasticità non dovrà essere maggiore di 6;
la perdita in peso alla prova Los Angeles, eseguita sulle singole pezzature, dovrà essere inferiore
al 50%.
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Sul materiale da impiegare dovranno essere eseguite prove preliminari di laboratorio e solo nel
caso di risultati conformi ai requisiti prescritti il materiale potrà essere accettato dalla Direzione
Lavori.
7.2. Modalita' esecutive e controlli
Il materiale dovrà essere steso in strati, preferibilmente a mezzo di grader, su un piano di posa
ripulito da materiali estranei, approntato al livello previsto dal progetto ed adeguatamente
compattato: lo spessore finito dei singoli strati sciolti dovrà essere compreso tra 10 e 30 cm., in
relazione al peso ed alla potenza dei mezzi costipanti impiegati.
Dovrà essere evitata la segregazione dei componenti e la miscela dovrà presentarsi
uniformemente distribuita secondo la granulometria specificata: l'eventuale aggiunta di acqua
per raggiungere l'umidità ottimale in relazione alla densità deve essere eseguita unicamente
mediante dispositivi spruzzatori. Per il costipamento e la rifinitura dovranno essere impiegati rulli
vibranti o vibranti gommati semoventi, del tipo idoneo ad ottenere, con un adeguato numero di
passaggi, una densità in sito valutata con il metodo del cono di sabbia (CNR b.u.22) non inferiore
al 95% della densità fornita in laboratorio dalla prova AASHTO modificata (CNR b.u.69).
Tutte le operazioni sopra descritte non devono essere eseguite quando le condizioni ambientali
(pioggia, neve, gelo) siano tali da compromettere lo strato stabilizzato, che in tal caso deve
essere rimosso e completamente ricostruito.
Lo spessore finito dello strato dovrà essere quello prescritto, con una tolleranza in più o in meno
del 5% purchè tale differenza si presenti solo saltuariamente: la superficie finita non dovrà
presentare scostamenti superiori ai 2 cm. rispetto alle livellette di progetto: tali irregolarità
dovranno essere controllate con un regolo lungo 5 metri secondo due direzioni fra loro ortogonali.
La superficie finita dovrà risultare sufficientemente chiusa da impedire l’infiltrazione della
sovrastante sabbia di allettamento dei masselli.
Il controllo della corretta esecuzione dello strato di stabilizzato deve essere eseguito misurando
il valore del modulo di deformazione, determinato con prove di carico su piastra (CNR b.u.9
calcolato nell'intervallo di carico tra 0,15 e 0,25 MPa, per il piano di finitura del sottofondo (piano
di appoggio dello strato di allettamento dei masselli).
Sullo strato di stabilizzato, compattato in conformità alle prescrizioni sopra riportate, si dovrà
procedere subito alla esecuzione della pavimentazione, senza far trascorrere un intervallo di
tempo troppo lungo che potrebbe recare pregiudizio ai valori di portanza conseguiti dallo strato
a costipamento ultimato: evitare cioè fenomeni di allentamento e di asportazione del materiale
fine legante e di disgregazione interessante la parte superficiale dello strato, che non sia
adeguatamente protetta dal traffico di cantiere ovvero dagli agenti atmosferici.
Nel caso in cui non sia possibile procedere immediatamente, dopo la stesa del materiale
stabilizzato, alla posa in opera della pavimentazione, sarà opportuno procedere alla stesura di
una mano di emulsione oppure eseguire analoghi trattamenti protettivi.
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8 Base (piano di finitura del sottofondo) in misto cementato
Un’alternativa ai materiali stabilizzati granulometricamente per la realizzazione dello strato di
base è costituita dal misto cementato.
Il misto cementato è una miscela composta da inerti lapidei, piccole quantità di cemento ed
acqua, confezionata in idonei impianti centralizzati.
Il quantitativo di cemento utilizzato è solitamente compreso tra il 3 ed il 5% salvo impiego di
particolari leganti. L’utilizzo di percentuali superiori o la distribuzione non omogenea del cemento
correlato all’utilizzo specifico di pavimentazioni parzialmente o completamente permeabili, come
i masselli autobloccanti, potrebbe portare a un precoce ammaloramento della pavimentazione.
8.1. Materiali
Il misto cementato viene classificato in 2 tipi (CNR B.U. 29 / 1972) , rispettivamente A1 e A2 ,
sulla base della granulometria degli inerti utilizzati nella miscela.
Gli inerti per ambedue i tipi possono provenire da frantumazione e/o formazioni naturali.
La loro curva granulometrica deve rientrare nei fusi seguenti:
serie setacci e crivelli
UNI Standard mm.
40
25
15
10
5
2
0,4
0,18
Percentuale passante
In massa – tipo A1
100
65 – 100
45 – 70
35 – 60
23 – 45
14 – 30
6 – 14
2-7
Percentuale passante
In massa - tipo A2
100
65 – 100
45 – 78
35 – 68
23 – 53
14 – 40
6 – 23
2 – 15
La perdita in peso nella prova di abrasione (Los Angeles) eseguita sull’aggregato deve risultare
non maggiore di 30 per ambedue i tipi.
L’equivalente in sabbia dell’aggregato non deve essere minore di 35 per il tipo A1 e di 25 per il
tipo A2.
L’indice di plasticità deve essere uguale a zero (materiale non plastico) per il tipo A1, e non
maggiore di 6 per il tipo A2. In ogni caso il limite liquido non deve risultare maggiore di 25.
Il cemento da impiegare di norma deve essere di tipo normale 32,5 oppure ad alta resistenza
42,5 e soddisfare alle norme e requisiti di accettazione di legge. E’ escluso l’impiego di cementi
a rapido indurimento.
L’acqua con cui viene eseguito l’impasto deve essere esente da impurità dannose e da materie
organiche.
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La quantità di acqua e legante con cui effettuare l’impasto vendono determinate
sperimentalmente in laboratorio, confezionando provini cilindrici normalizzati, sui quali si
determinano il peso-volume del secco (o densità del secco) e il carico di rottura a compressione.
Il valore della resistenza a compressione, determinata secondo le modalità di cui al B.U 29/1972
del CNR , dopo 7 giorni di stagionatura deve risultare non inferiore a 3 e non superiore a 7
N/mm2 per entrambi i tipi.
Nel caso in cui il misto cementato debba essere impiegato in zone in cui l’azione del gelo non è
occasionale, si debbono porre in atto ulteriori indagini e provvedimenti suggeriti dalle condizioni
locali di impiego onde evitare l’ammaloramento del misto per effetto del gelo.
8.2. Modalità esecutive e controlli
Il materiale dovrà essere steso in strati, preferibilmente a mezzo di grader, su un piano di posa
ripulito da materiali estranei, approntato al livello previsto dal progetto ed adeguatamente
compattato: lo spessore finito dei singoli strati sciolti dovrà essere compreso tra 10 e 30 cm., in
relazione al peso ed alla potenza dei mezzi costipanti impiegati.
Per il costipamento e la rifinitura dovranno essere impiegati rulli vibranti o vibranti gommati
semoventi, del tipo idoneo.
Lo spessore finito dello strato dovrà essere quello prescritto, con una tolleranza in più o in meno
del 5% purché tale differenza si presenti solo saltuariamente: la superficie finita non dovrà
presentare scostamenti superiori ai 2 cm rispetto alle livellette di progetto: tali irregolarità
dovranno essere controllate con un regolo lungo 5 metri secondo due direzioni fra loro ortogonali.
La superficie finita dovrà risultare sufficientemente chiusa da impedire l’infiltrazione della
sovrastante sabbia di allettamento dei masselli.
Il controllo della corretta esecuzione dello strato di misto cementato deve essere eseguito
misurando il valore del modulo di deformazione, determinato con prove di carico su piastra (CNR
b.u.9 calcolato nell'intervallo di carico tra 0,15 e 0,25 MPa, per il piano di finitura del sottofondo
(piano di appoggio dello strato di allettamento dei masselli).
Sullo strato di misto cementato, compattato in conformità alle prescrizioni sopra riportate, si
dovrà procedere subito alla esecuzione della pavimentazione, senza far trascorrere un intervallo
di tempo troppo lungo che potrebbe recare pregiudizio ai valori di portanza conseguiti dallo strato
a costipamento ultimato: evitare cioè fenomeni di allentamento e di asportazione del materiale
fine legante e di disgregazione interessante la parte superficiale dello strato, che non sia
adeguatamente protetta dal traffico di cantiere ovvero dagli agenti atmosferici.
MAGNETTI S.r.l.
Via Don Angelo Pedrinelli, 118 - 24030 Carvico (BG)-Tel. 0354 383 311-Fax 035 794 230 www.magnetti.it-www.magnettipavimentazionimurature.it
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9 Verifica del piano di finitura del sottofondo
La valutazione della qualità e della capacità portante
del piano di posa non è compito del posatore e quindi,
prima di affidare l’incarico della posa in opera, è
fondamentale per la Committenza accertarsi della
rispondenza delle caratteristiche del terreno e della sua
compattazione alle previsioni dei carichi ai quali dovrà
rispondere la pavimentazione .
Particolare attenzione dovrà inoltre essere prestata alla compattazione delle zone di sottofondo
in aderenza a chiusini, caditoie e simili ed alle zone di riempimento di scavi per la posa di
tubazioni e simili.
La richiesta di provvedere alla compattazione del piano di posa con la piastra vibrante,
frequentemente rivolta al posatore, non può addossare al posatore stesso responsabilità
connesse con la cattiva qualità dei sottofondi, poiché la limitata efficacia della profondità di
compattazione prodotta dalle piastre vibranti normalmente utilizzate ha limitata influenza nel
miglioramento dei sottofondi, se non per destinazioni d’uso esclusivamente pedonali.
Compito fondamentale del posatore è invece quello di verificare i piani di posa (che devono
essere approntati a meno 3-4 cm oltre allo spessore del massello dal piano pavimento finito) in
quanto in nessun caso le pendenze devono essere ricavate variando lo spessore dello strato di
allettamento dei masselli.
Per evitare ristagni d’acqua e precoce ammaloramento in nessun caso si devono realizzare
pavimentazioni con pendenze inferiori all’ 1%: la pendenza minima raccomandata è del 1,5%.
Le tolleranze dimensionali massime ammissibili per il piano di finitura del sottofondo sono
riportate nella tabella seguente.
PIANO DI FINITURA DEL SOTTOFONDO
Tolleranza massima ammissibile
+ 15 mm.
I relativi manufatti (chiusini, caditoie, canalette, ecc…) dovranno essere posizionati al livello della
pavimentazione finita prima dell’inizio della posa in opera, tenendo conto di un ulteriore calo del
livello pavimentazione finita per effetto del traffico nell’ordine di 3-5 mm.
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Fonti
VV.AA.
Catalogue Des Structures De Chaussees
Setra LCPC
VV.AA.
Dimensionnement Des Chaussees En Paves De Beton De beton
Setra LCPC
Shakel B.
The Design of Interlocking Concrete Pavement for Road Traffic
ICPI. N.73
Shakel B.
Structural Design of Interlocking Concrete Pavement for Roads and Parking Lots,
ICPI Tech Spec. N.4
VV.AA.
Concrete Block Paving, Design Aspects
CMA
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