INFORMATIVA AL PUBBLICO AI SENSI DELLE

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INFORMATIVA AL PUBBLICO AI SENSI DELLE
INFORMATIVA AL PUBBLICO AI SENSI DELLE NUOVE
DISPOSIZIONI DI VIGILANZA PRUDENZIALE PER LE
BANCHE (Circ. B.I. n. 263 del 27 dicembre 2006)
31 dicembre 2008
Indice
Introduzione
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Tav. 1 - Requisito Informativo Generale
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Tav. 2 - Ambito di applicazione
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Tav. 3 - Composizione del Patrimonio di Vigilanza
17
Tav. 4 - Adeguatezza Patrimoniale
18
Tav. 5 - Rischio di Credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche
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Tav. 6 - Rischio di Credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo
standardizzato
23
Tav. 8 - Tecniche di Attenuazione del Rischio
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Tav.12 - Rischio Operativo
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Tav.14 - Rischio di Tasso di Interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario
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Informativa al pubblico – Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006
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Introduzione
Il presente documento risponde alle esigenze della Banca Popolare dell’Etna Soc. Coop. di
adempiere agli obblighi di trasparenza informativa attinenti l’adeguatezza patrimoniale,
l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi di gestione e controllo degli stessi
previsti dal cosiddetto “Terzo pilastro” della disciplina di vigilanza prudenziale per le banche e i
gruppi bancari.
La nuova struttura della regolamentazione prudenziale, definita dall’Organo di Vigilanza con
la Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le
banche”, ispirata al principio di proporzionalità, prevede che gli adempimenti richiesti agli operatori
siano, per l’appunto, proporzionati alle dimensioni degli stessi, alle caratteristiche operative ed alla
rilevanza dei rischi che vanno ad assumere. Essa si basa su tre “Pilastri”:
a) Il Primo introduce requisiti patrimoniali specifici per fronteggiare i rischi tipici dell’attività
bancaria e finanziaria (di credito, di controparte, di mercato e operativi), per i quali sono previste
metodologie alternative di calcolo caratterizzate da diversi livelli di complessità di misurazione e di
controllo. Rispetto alla regolamentazione precedente, si innova profondamente il trattamento del
rischio di credito, si introducono, tra quelli considerati, i rischi operativi e si lasciano
sostanzialmente immutati sia la soglia dell’8% per il requisito patrimoniale (Patrimonio di vigilanza/
Attività di rischio ponderate), sia le modalità “standard” di calcolo dei requisiti patrimoniali attinenti
ai rischi di mercato e di controparte.
b) Il Secondo richiede alle banche di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo
dell’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica (ICAAP – Internal Capital Adequacy
Assessement Process), di formalizzarli in un apposito documento, il “Resoconto ICAAP”, nonché di
effettuare in autonomia un’accurata identificazione dei rischi ai quali sono esposte, in relazione alla
propria operatività ed ai mercati di riferimento, considerando anche rischi ulteriori rispetto a quelli
del Primo Pilastro; all’Autorità di Vigilanza è rimesso il compito di verificare l’affidabilità e la
coerenza dei relativi risultati adottando, ove la situazione lo richieda, le opportune misure
correttive.
c) Il Terzo introduce gli obblighi di informativa sopra citati: le informazioni, di carattere
qualitativo e quantitativo, sono fornite attraverso apposite tavole sinottiche, favorendo in tal modo
la trasparenza e la comparabilità dei dati. Alcune di queste tavole possono essere omesse laddove
non ricorrano le fattispecie da esse previste o qualora le informazioni da esse riportate vengano
considerate dalla banca non rilevanti.
euro.
I dati forniti nelle sezioni dedicate all’informativa quantitativa sono espresse in migliaia di
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Tavola 1
Requisito informativo generale
Informativa qualitativa
(a)
Descrizione dell’informazione
La Banca ha condotto un’analisi approfondita al fine di
identificare la mappa completa dei rischi ai quali essa è
sottoposta.
L’elenco che segue ne fornisce il dettaglio:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Rischio di credito
Rischio di controparte
Rischio di mercato
Rischi operativi
Rischio di concentrazione
Rischio di tasso di interesse
Rischio di liquidità
Rischio reputazionale
Rischio strategico
Rischio residuo
Per ciascuna tipologia di rischio è stata individuata la
definizione e la metodologia di misurazione e di
aggregazione allo scopo di determinare il capitale interno
complessivo da raffrontare con il patrimonio di vigilanza.
Rischio di credito e controparte
Definizione
Il rischio di credito si definisce come il rischio di incorrere
in perdite a seguito dell’inadempienza dei debitori in
operazioni classificate nel portafoglio bancario di
vigilanza.
Il rischio di controparte è il rischio che la controparte di
una transazione avente a oggetto determinati strumenti
finanziari risulti inadempiente prima dell’effettivo
regolamento della stessa. Può considerarsi una
particolare fattispecie del rischio di credito. Per la Banca
le esposizioni soggette al rischio di controparte sono
operazioni di pronti contro termine passive su titoli.
Aspetti generali
La politica creditizia della banca, in attuazione della
propria missione di cooperativa popolare è finalizzata al
sostegno finanziario delle economie locali servite
mediante finanziamenti a soggetti che, nel farne
richiesta, perseguono un fine corretto e soddisfano i
criteri di merito creditizio.
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La banca privilegia i finanziamenti ai soci e ai piccoli e
medi imprenditori che necessitano di un interlocutore in
grado di comprenderne le esigenze e di soddisfarle con
competenza e velocità di esecuzione.
L’azione di supporto sviluppata dalla banca è finalizzata
a intraprendere rapporti di lungo periodo.
La banca inoltre, al fine anche di mitigare i rischi,
favorisce le iniziative di contenuto economico –produttivo
limitando gli impieghi destinati a contenuto prettamente
finanziario.
La banca considera interlocutori di riferimento le famiglie
e le piccole imprese.
I finanziamenti al consumo vengono effettuati
direttamente senza ricorso a società esterne.
Politiche di gestione del rischio di credito
Aspetti organizzativi
La politica creditizia è volta a realizzare un portafoglio
crediti tale da minimizzare il rischio associato allo stesso.
Con riferimento al rischio di concentrazione, le partite più
consistenti sono oggetto di monitoraggio assiduo e
approfondito.
Le altre tipologie di rischio associato all’attività creditizia
e cioè di controparte, legali ed operative trovano presidio
nelle fasi del processo creditizio attuato attraverso una
distribuzione delle responsabilità e con risorse che
dispongono di esperienza e conoscenze tecniche
adeguate. Lo sviluppo della banca consentirà di
immettere nella struttura ulteriore personale a supporto
di questa delicata attività.
I soggetti principalmente coinvolti nel processo creditizio
sono:
- il Consiglio di amministrazione. Sovrintende e sorveglia
la corretta allocazione dei finanziamenti e in particolare:
•
•
•
•
Provvede a definire gli orientamenti strategici e le
politiche creditizie;
Provvede a fissare i criteri per la rilevazione,
gestione e valutazione dei rischi;
Provvede ad approvare le deleghe deliberative e
a controllare che le stesse siano esercitate
correttamente;
Verifica che la Direzione Generale, in coerenza
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•
con i rischi assunti, definisca un confacente
assetto organizzativo;
Delibera nell’ambito della propria autonomia.
-la Direzione Generale . Da attuazione alle strategie e
alle politiche definite dal Consiglio di Amministrazione e
in particolare:
-
-
Provvede a predisporre regole, attività, procedure
e strutture organizzative atte ad assicurare
l’adozione e il mantenimento di un efficiente
processo del credito e del controllo dei rischi;
Delibera nell’ambito della propria autonomia.
- le filiali. Ad esse è attribuito il compito di sviluppare le
relazioni con i clienti. Ed inoltre:
-
acquisiscono la documentazione necessaria per
la valutazione del merito creditizio;
operano una preventiva selezione delle richieste
di fido predisponendo ed inserendo a livello
informatico le proposte di credito;
deliberano direttamente quelle nell’ambito della
propria autonomia;
concorrono al monitoraggio delle posizioni
affidate per individuare con tempestività i segnali
di degrado;
a scadenze predefinite provvedono ad una
attività di revisione;
in caso di anomalia di concerto con la Direzione
Generale mettono in atto gli opportuni interventi.
- Ufficio crediti della Direzione Generale.
Supporta la Direzione Generale attraverso la
ricezione dalle filiali delle pratiche di affidamento
il cui importo è superiore ai limiti di autonomia
delle dipendenze stesse;
- effettua la verifica della correttezza e
completezza formale completando l’istruttoria;
- provvede all’attivazione dei crediti deliberati
previo controllo delle relative garanzie;
- predispone i contratti relativi alle operazioni di
credito ad eccezione di quelli relativi al credito al
consumo che sono invece già prestampati.
- Servizio ispettorato e controllo crediti.
- Verifica il rispetto della normativa interna e quella
esterna.
Controlla il rispetto dei criteri per la corretta
classificazione dei crediti.
Rileva le partite che, manifestando anomalie
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andamentali potrebbero presentare situazioni di
accresciuta rischiosità e le segnala alla direzione
generale
L’attività legale relativa, all’occorrenza, è previsto che
venga affidata all’esterno.
Sistemi di gestione, misurazione e controllo
La Banca, come strategia generale, evita di impegnarsi
in operazioni creditizie che non siano da considerarsi al
dettaglio.
Le strutture coinvolte nelle varie fasi del processo
creditizio svolgono i controlli definiti di “ linea o di primo
livello”.
E’ previsto che le posizioni affidate siano soggette a
riesame periodico volto ad accertare la permanenza
delle condizioni di affidabilità riscontrate nelle istruttorie
precedenti.
Le
posizioni
sono
soggette
a
monitoraggio
sull’andamento in primo luogo dai preposti alle
dipendenze che avendo rapporti con i clienti possono,
per primi percepire andamenti anomali.
La Banca nel corso del 2009 ha predisposto una
specifica procedura, denominata “Credit Position Control
(CPC)” che consente la costruzione dell’indicatore IMR
(indice medio di rischio) sulle singole posizioni con lo
scopo di anticipare i segnali di deterioramento delle
stesse.
Per la di valutazione dei dubbi esiti, a seconda dei casi,
si utilizzano criteri riconducibili agli aspetti patrimoniali,
finanziari e reddituali dei clienti nonché degli impegni di
rimborso assunti.
La banca, stante le sue ridotte dimensioni, non dispone
attualmente di modelli interni di portafoglio per la
misurazione dell’esposizione al rischio di credito.
Metodologie e modelli per la misurazione
tecniche di stress testing
e
Inoltre viene effettuata la misurazione di queste due
tipologie di rischio trimestralmente, in coincidenza con le
segnalazioni di vigilanza relative al patrimonio ed ai
coefficienti, mediante l’applicativo B2Pro realizzato dalla
società Trend e messo a disposizione dall’outsourcer
CSE.
Annualmente in sede di predisposizione dell’ICAAP
vengono condotti gli stress test utilizzando un’analisi di
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sensitività condotta sui singoli driver che agiscono sui
macroaggregati regolamentari.
Tecniche di mitigazione del rischio
La banca acquisisce le garanzie tipiche dell’attività
bancaria ossia: reali su immobili, reali su strumenti
finanziari, personali. Queste ultime sono rappresentate in
massima parte da fideiussioni omnibus limitate
nell’importo e sono rilasciate in prevalenza da privati il
cui merito creditizio è considerato adeguato.
La presenza delle garanzie è tenuta in evidenza per la
concessione degli affidamenti complessivi concedibili a
un cliente o a un gruppo di clienti connessi.
Le garanzie reali su strumenti finanziari vengono
periodicamente monitorate nel loro valore per misurare
la tenuta della garanzia in rapporto al fido concesso al
fine di effettuarne eventualmente la riduzione del fido
stesso.
La banca non ha accordi di compensazione relativi alle
operazioni in bilancio e fuori bilancio.
Rischio di mercato
Definizione
Il rischio di mercato è il rischio di variazione sfavorevole
del valore di una posizione, contabilizzata nel portafoglio
di negoziazione di vigilanza, a causa dell'
andamento
avverso di tassi di interesse, tassi di cambio, tasso di
inflazione, volatilità, corsi azionari, spread creditizi,
prezzi delle merci (rischio generico) e merito creditizio
dell’emittente (rischio specifico).
Aspetti generali
Per la banca la principale fonte di rischio di tasso di
interesse ha per oggetto i titoli obbligazionari del
portafoglio di proprietà.
La banca, al 31/12/08, presenta fra le proprie attività
posizioni in titoli costituite esclusivamente da Titoli dello
Stato italiano e legate alla gestione della tesoreria.
L’esposizione al rischio di tasso di interesse risulta
limitata in quanto la Banca privilegia l’investimento in
CCT anche se più di recente, al fine di sfruttare la
riduzione dei tassi d’interesse, sono state create
posizioni in BTP anche a lunga scadenza.
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Processi di gestione e metodi di misurazione del
rischio di tasso di interesse
Data la contenuta attività in titoli la Banca, nel corso
dell’esercizio 2008, non ha avviato specifici processi di
gestione del rischio di tasso di interesse, legato al
portafoglio di negoziazione di vigilanza (VaR, ALM, etc.),
che formeranno oggetto di successive implementazioni. I
metodi di misurazione del rischio in questione sono quelli
espressamente indicati dalla normativa sulla nuova
vigilanza prudenziale (di cui alla Circolare B.I. n. 263 del
27 dicembre 2006, Titolo II, Capitolo 4).
Metodologie e modelli per la misurazione
La misurazione di questa tipologia di rischio viene
effettuata trimestralmente, in coincidenza con le
segnalazioni di vigilanza relative al patrimonio ed ai
coefficienti, mediante l’applicativo B2Pro realizzato dalla
società Trend e messo a disposizione dall’outsourcer
CSE. Sempre sulla base di quanto previsto dalla
circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 Dicembre 2006,
Titolo III, “Processo di Controllo Prudenziale” (paragrafo
3.2.1) per le banche di Classe 3 non vengono effettuate
prove di stress sul rischio di mercato.
Rischio operativo
Definizione
Per rischio operativo si intende il rischio di subire perdite
derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di
procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da
eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le
perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni
dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze
contrattuali, catastrofi naturali.
Metodologie e modelli per la misurazione
La Banca determina il rischio operativo trimestralmente,
in coincidenza con le segnalazioni di vigilanza relative al
patrimonio ed ai coefficienti, adottando il modello base di
misurazione indicato dalla circolare Banca d’Italia n.
263/06. Esso consiste nel determinare la media
aritmetica dei margini di intermediazione conseguiti negli
ultimi tre esercizi ed applicare, al risultato così ottenuto,
un coefficiente regolamentare pari al 15%. Inoltre, come
disposto dalla stessa Circolare n. 263, Titolo III,
“Processo di Controllo Prudenziale” (paragrafo 3.2.1),
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per le banche di Classe 3 non vengono effettuate prove
di stress sui rischi operativi.
Rischio di concentrazione
Definizione
Il rischio di concentrazione è il rischio derivante da
esposizioni del portafoglio bancario complessivo verso
controparti, gruppi di controparti connesse e controparti
del medesimo settore economico o che esercitano la
stessa attività o appartenenti alla medesima area
geografica.
Metodologie e modelli per la misurazione e
tecniche di stress testing
La Banca utilizza, per la quantificazione del rischio in
esame, il modello di sensitività basato sul granularity
adjustment, previsto dalla Circolare n. 263 di Banca
d’Italia.
Lo stress test viene condotto variando gli stessi driver
che si impiegano per la misurazione del rischio (es.
indice di decadimento delle sofferenze).
Rischio di tasso di interesse
Definizione
È il rischio di incorrere in perdite o flessione degli utili a
seguito dell’effetto negativo di un’oscillazione dei tassi di
interesse sulle attività e passività diverse da quelle
allocate nel portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza.
Metodologie e modelli per la misurazione e
tecniche di stress testing
Per la quantificazione del rischio in questione, la Banca
si avvale della metodologia introdotta dalla Circolare n.
263 di Banca d’Italia, Titolo III, Capitolo 1, Allegato C.
Essa si sostanzia nella suddivisione delle attività e
passività in fasce temporali, nella determinazione delle
posizioni nette per ciascuna fascia e nell’applicazione a
queste ultime di un fattore di ponderazione ottenuto
come prodotto tra una variazione ipotetica dei tassi (pari
a 200 punti base) e la duration modificata corrispondente
a ciascuna fascia. Lo stress test viene condotto
modificando opportunamente i driver precedentemente
indicati (es. ipotizzando una slittamento maggiore della
curva dei tassi).
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Metodologia di aggregazione dei rischi
Sulla base della puntuale indicazione normativa per le
banche/gruppi di classe 3, l’aggregazione dei rischi per
la determinazione del capitale interno complessivo viene
svolta con approccio “building block” semplificato, ovvero
tramite somma dei requisiti regolamentari previsti per il
Primo Pilastro e del capitale interno calcolato a fronte
degli altri rischi rilevanti (concentrazione e tasso di
interesse).
Rischio di liquidità
Definizione
E’ il rischio di incorrere in perdite o flessione degli utili a
causa di una temporanea difficoltà nel reperimento sul
mercato dei fondi necessari a soddisfare i propri impegni
di pagamento. Il rischio di liquidità si manifesta in un
extra-spread che la Banca deve pagare per reperire sul
mercato le risorse necessarie o in perdite in conto
capitale nel caso in cui la Banca sia costretta a
smobilizzare attività a prezzi sfavorevoli rispetto al loro
fair value .
Aspetti generali, processi di gestione e metodi di
misurazione del rischio di liquidità
Il Consiglio di Amministrazione ha effettuato una delibera
quadro in base alla quale, su proposta del Direttore
Generale, viene valutata con periodicità ravvicinata:
• la percentuale di liquidità da detenere in
Interbancario;
• la composizione del portafoglio titoli di proprietà;
• l’ammontare delle operazioni di pronti contro
termine da effettuare con la clientela.
Il grado di copertura del fabbisogno di liquidità
prospettico viene controllato e monitorato dalla Direzione
Generale tramite l’Ufficio Titoli e Tesoreria, il quale
provvede attraverso interventi tempestivi.
Rischio strategico o di business
Definizione
È il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o
del capitale derivante da cambiamenti del contesto
operativo, da decisioni aziendali errate, da un’attuazione
inadeguata di decisioni e da scarsa reattività a variazioni
del contesto competitivo.
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Comprende:
•
•
•
rischio di business (o commerciale): rischio di
incorrere in deviazioni negative impreviste sui volumi
e/o sui margini (in particolare, margine da interessi o
da commissioni) rispetto ai dati di budget, dovute a
cambiamenti
del
contesto
competitivo,
del
comportamento della clientela o dello sviluppo
tecnologico. E’ un rischio misurabile, in termine di
volatilità degli utili/ margini reddituali;
rischio strategico: rischio di forti discontinuità nelle
variabili gestionali, derivante da errori nella
realizzazione del piano strategico o da inadeguate
risposte a variazioni del contesto competitivo,
prodotte anche da errate decisioni di investimento.
Per le sue caratteristiche, è misurato attraverso
analisi di stress ed è mitigato attraverso un processo
di corretta formulazione dei piani industriali, senza
prevedere una specifica dotazione di capitale;
rischio normativo: rischio che le variazioni
nell’impianto legislativo nazionale o sopranazionale
possano minacciare la posizione competitiva della
Banca e la sua capacità di condurre il business in
maniera efficiente.
Presidi organizzativi e processi operativi
Il Consiglio di Amministrazione, definendo il Piano
Industriale Triennale, evidenzia la visione futura
dell’azienda, il suo posizionamento e l’esplicitazione di
obiettivi e strategie.
Il piano industriale in corso è quello presentato per
l’impianto della banca. Per il corrente esercizio è stato
predisposto un budget dei volumi e del risultato
economico, entro la fine del 2009 sarà presentato il
piano industriale del prossimo triennio.
Più in dettaglio si cercherà di pervenire al processo di
pianificazione strategica da articolare nelle fasi di:
•
analisi preliminare del contesto interno e di mercato;
•
definizione delle strategie;
•
implementazione degli interventi;
•
monitoraggio e controllo.
Rischio reputazionale
Definizione
Il rischio reputazionale è il rischio attuale o prospettico di
flessione degli utili o del capitale derivante da una
percezione negativa dell’immagine della banca da parte
di clienti, controparti, azionisti della banca, dipendenti,
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investitori o autorità di vigilanza (cd. “stakeholders”). Il
rischio reputazionale è considerato un rischio di secondo
livello, o derivato, in quanto viene generato da altri fattori
di rischio. I principali fattori di rischio originari sono:
• rischi operativi;
•
rischio di non conformità;
•
rischio strategico e di business.
Non tutti gli eventi classificati come rischi operativi, di
non conformità o strategico/di business condizionano
negativamente la reputazione della Banca. Affinché ciò
avvenga devono, infatti, valere altre due condizioni:
• la diretta responsabilità della Banca (intesa in
senso lato) nell’adozione di scelte che hanno
determinato effetti negativi per la sua
reputazione;
• la presenza di specifiche variabili “reputazionali”
(ambiente pubblico, significatività del marchio e
dell’immagine, esposizione ai mass media) che
contribuiscono alla trasformazione del rischio
originario in un fattore in grado di modificare il
giudizio interno ed esterno sulla Banca.
Presidi organizzativi e processi operativi
Il più importante livello di presidio sul rischio
reputazionale è ascrivibile ai processi di presidio sui
rischi che lo possono generare. Inoltre, poiché spesso gli
eventi reputazionali sono collegati a notizie diffuse dai
media, il principale presidio diretto è legato alla modalità
di gestione delle comunicazioni.
In quest’ottica la Funzione Compliance è la funzione
aziendale preposta al presidio del rischio di non
conformità alle norme, ovvero al “rischio di incorrere in
sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie
rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di
violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti)
ovvero di autoregolamentazione (es. statuti, codici di
condotta, codici di autodisciplina)”.
Anche la Funzione Compliance valuta i fattori di seguito
indicati a presidio di una specifica possibile fonte di
rischio reputazionale, ovvero il rischio connesso alla
vendita di strumenti finanziari che, per la loro
complessità, richiedono un processo di informazione e
trasparenza maggiore rispetto ai prodotti tradizionali:
•
•
la trasparenza e la correttezza dei prospetti
informativi;
la conformità a norme e regolamenti.
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Con riferimento al rischio reputazionale nei confronti
della clientela si segnala che nel corso del 2008 la
Banca non ha ricevuto reclami inerenti i servizi bancari.
La Banca si è dotata di un codice Etico e di
Comportamento che vieta, tra l’altro, a tutti dipendenti la
comunicazione al pubblico in nome o per conto della
Banca. Gli unici soggetti autorizzati a mantenere
relazioni ufficiali con l’esterno sono il Presidente e la
Direzione Generale.
Rischio residuo (da tecniche di CRM)
Definizione
E’ il rischio che le tecniche riconosciute per
l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla banca
risultino meno efficaci del previsto.
Presidi organizzativi e processi operativi
Il prodotto Trend “B2PRO” reso disponibile da parte
dell’outsourcer CSE, finalizzato alla segnalazione dei
nuovi coefficienti prudenziali in ottica Basilea II, consente
l’utilizzo degli strumenti previsti per l’applicazione delle
CRM.
Ammissibilità e monitoraggio
Affinché una garanzia sia “ammissibile”, e quindi
utilizzabile a mitigazione del rischio di credito, deve
rispondere a determinate caratteristiche, in parte comuni
a tutte le tipologie di garanzia ed in parte specifiche di
ogni diversa tipologia.
Per ammissibilità si intende la rispondenza della
garanzia a requisiti di tipo formale, come la certezza
giuridica, la tempestività dell’escussione e la certezza
dell’opponibilità. Requisiti formali: tutte le garanzie
presentano il requisito generale della certezza giuridica,
sotto i profili della validità, dell’efficacia, della vincolatività
e dell’opponibilità ai terzi. Sono tutte immediatamente
azionabili, perché non sottoposte a termini o condizioni,
salvi i pochissimi giorni di preavviso riconosciuti in alcuni
casi (pegno) ai garanti.
Il concetto di ammissibilità per Basilea 2 viene
completato, nel prodotto B2PRO, attraverso attribuiti
segnalati sulla singola garanzia.
In particolare gli elementi da qualificare per
l’ammissibilità sono:
•
Criterio di elaborazione: definisce la tipologia di
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•
•
garanzia (reale, personale, da dossier titoli);
Haircut: (rettifiche per volatilità);
Codice garanzie Basilea 2: definisce le tipologie di
garanzie reali ammesse secondo la normativa
Basilea 2 modello standard.
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Tavola 2
Ambito di applicazione
Informativa qualitativa
(a)
Informativa quantitativa
(e)
Descrizione dell’informazione
Gli obblighi dell’informativa in questione si applicano alla
Banca Popolare dell’Etna Soc. Coop. Con sede legale a
Bronte (Catania)
La Banca Popolare dell’Etna Soc. Coop. non fa parte di
gruppi e, dunque, non effettua e non è soggetta a
consolidamento.
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Tavola 3
Composizione del patrimonio di vigilanza
Informativa qualitativa
(a)
Informativa quantitativa
(b)
Descrizione dell’informazione
La Banca non possiede strumenti innovativi di capitale. Il
patrimonio di base risulta costituito, alla data del
31/12/08, dal capitale sociale e dalle riserve (positive e
negative) al netto delle perdite dell’esercizio in corso, di
quelle di esercizi precedenti e delle immobilizzazioni
immateriali.
Patrimonio di base (Tier 1) €/mgl. 6.640.
Elementi positivi del patrimonio di base €/mgl. 8.604;
di cui: capitale sociale €/mgl. 8.500;
riserve €/mgl. 104.
Elementi negativi del patrimonio di base €/mgl. (1.964);
(c)
(d)
(e)
di cui: altre immobilizzazioni immateriali €/mgl. (10);
perd.del periodo e dei periodi prec. €/mgl. (1.942);
riserve negative su titoli AFS €/mgl. (12).
Al 31/12/08 non risultano presenti elementi riconducibili
al patrimonio supplementare.
Al 31/12/08 non risultano presenti elementi riconducibili
agli altri elementi del patrimonio di vigilanza (Tier 3).
Patrimonio di vigilanza, al 31/12/08, €/mgl. 6.640.
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Tavola 4
Adeguatezza patrimoniale
Informativa qualitativa
(a)
Informativa quantitativa
(b)
(d)
(e)
(f)
Descrizione dell’informazione
Per la valutazione dell’adeguatezza del proprio capitale
interno, corrente e prospettico, la Banca adotta le
metodologie previste dalle Nuove disposizioni sulla
vigilanza prudenziale (Circolare Banca d’Italia n. 263 del
27 dicembre 2006 e successive modificazioni).
Rischio di credito (metod. standardizzata) €/mgl. 1.262
di cui: amministrazioni e banche centrali €/mgl. 22;
enti senza scopo di lucro e del settore pubb. €/mgl. 8;
intermediari vigilati €/mgl. 102;
imprese €/mgl. 680;
esposizioni al dettaglio €/mgl. 189;
esposizioni garantite da immobili €/mgl. 104;
esposizioni scadute €/mgl. 73;
altre esposizioni €/mgl. 84.
Rischio di mercato €/mgl. 61
di cui: rischio di posizione (generico) €/mgl. 61.
Rischio operativo (metodo base) €/mgl. 124
Requisito patrimoniale complessivo €/mgl. 1.447
Tier 1 capital ratio 42,07%
Total capital ratio 42,07%
_____________________________________________________________________ 18
Informativa al pubblico – Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006
Tavola 5
Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutti gli intermediari
Informativa qualitativa
(a)
Descrizione dell’informazione
i) Le definizioni di crediti “scaduti” e “deteriorati” utilizzati
a fini contabili sono coincidenti con quelle definite dalla
normativa di vigilanza (cfr Circolare B.I. n. 272 del 30
luglio 2008 – Avvertenze generali).
E’ obiettivo della banca presidiare il rischio dei crediti in
tutte le fasi gestionali della relazione fiduciaria attraverso
una azione di sorveglianza e monitoraggio.
Il crediti per i quali ricorrono segnali di deterioramento
verranno classificati “anomali” e quindi appostati nelle
seguenti categorie:
Incagli: Esposizioni totali nei confronti di nominativi che
vengono a trovarsi in temporanea situazione di obiettiva
difficoltà e che si prevede possa essere rimossa entro un
congruo periodo di tempo;
Ristrutturati: esposizioni per le quali, a causa del
deterioramento delle condizioni economiche e finanziarie
del debitore, si acconsente a modifiche delle originarie
condizioni contrattuali che diano luogo a una perdita;
Sofferenze: totalità delle esposizioni per cassa in essere
nei confronti di soggetti in stato di insolvenza o in
situazioni sostanzialmente equiparabili a prescindere
dalle garanzie che li assistono.
Scaduti / sconfinanti: totalità delle esposizioni verso quei
debitori (diversi da quelli segnalati a sofferenza, incaglio
o fra le esposizioni ristrutturate) che presentano crediti
scaduti o sconfinanti da oltre 90/180 giorni.
I crediti non riconducibili alle suddette categorie vengono
considerati in bonis.
La gestione delle partite anomale comporta l’assunzione
di comportamenti coerenti con il grado di anomalia
rilevata.
ii) In sede di redazione del bilancio annuale e delle
situazioni semestrali, il portafoglio crediti viene
assoggettato ad una verifica complessiva allo scopo di
stabilire se, in seguito a circostanze verificatesi dopo
l’iscrizione, alcuni rapporti presentino oggettive evidenze
di perdita.
La perdita di valore sui singoli crediti è data dalla
differenza negativa tra il loro valore recuperabile ed il
relativo costo ammortizzato. Il valore recuperabile è dato
_____________________________________________________________________ 19
Informativa al pubblico – Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006
dal valore attuale dei flussi di cassa attesi calcolato in
funzione dei seguenti elementi:
1. valore dei flussi di cassa contrattuali al netto
delle perdite attese, stimate tenendo conto sia
della capacità del debitore ad assolvere le
obbligazioni assunte sia del valore delle
eventuali garanzie reali o personali assunte;
2. del tempo atteso di recupero, stimato anche in
base allo stato delle procedure in atto per il
recupero;
3. tasso interno di rendimento.
Per la valutazione analitica dei crediti in sofferenza sono
utilizzati i seguenti parametri di calcolo:
•
•
•
previsioni di recupero;
tempi attesi di recupero stimati su basi storico –
statistiche;
tassi di attualizzazione originari o tassi effettivi
contrattuali in essere al momento della
classificazione della posizione a sofferenza.
Per la valutazione analitica dei crediti incagliati sono
utilizzati i seguenti parametri di calcolo:
•
•
•
previsioni di recupero ;
tempi attesi di recupero stimati su basi storico –
statistiche;
tassi di attualizzazione originari o tassi effettivi
contrattuali in essere al momento della
classificazione della posizione a incaglio.
Per la valutazione analitica dei crediti ristrutturati sono
utilizzati i seguenti parametri di calcolo:
•
•
piani di rientro e/o di ristrutturazione del
finanziamento;
tassi di attualizzazione rappresentati dai tassi di
interesse effettivi o contrattuali antecedenti la
stipula dell’accordo con la parte debitrice.
I crediti per i quali non si individuano evidenze oggettive
di perdita sono soggetti a valutazione collettiva.
Informativa quantitativa
(b)
(c)
Al 31 dicembre 2008 il totale delle esposizioni lorde era
così suddiviso:
1) Attività finanziarie detenute per la negoziazione
€/mgl. 2.670;
2) Attività finanziarie disponibili per la vendita €/mgl.
1.997;
3) Crediti verso banche €/mgl. 6.613;
4) Crediti verso clientela €/mgl. 15.508.
Poiché la Banca opera esclusivamente nella provincia di
Catania, le esposizioni per cassa verso clientela sono da
_____________________________________________________________________ 20
Informativa al pubblico – Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006
(d)
ricondurre all’area geografica corrispondente.
L’esposizione per cassa e fuori bilancio della Banca, al
31/12/08, era così suddivisa:
1) Governi e Banche Centrali
Esposizione lorda €/mgl. 4.842
Esposizione netta €/mgl. 4.842
2) Società finanziarie
Esposizione lorda €/mgl. 51
Esposizione netta €/mgl. 50
3) Imprese non finanziarie
Esposizione lorda €/mgl. 10.700
Esposizione netta €/mgl. 10.355
4) Altri soggetti
Esposizione lorda €/mgl. 6.113
Esposizione netta €/mgl. 5.936
(e)
I principali rami di attività economica delle controparti
sono i seguenti:
• Edilizia ed opere pubbliche (€/mgl. 2.227);
• Servizi del commercio (€/mgl. 2.173);
• Altri servizi destinabili alla vendita (€/mgl. 1.915);
• Prodotti dell’agricoltura (€/mgl. 925);
• Prodotti alimentari, bevande etc. (€/mgl. 552).
Riguardo alla distribuzione dell’intero portafoglio delle
attività bancarie, per vita residua contrattuale, al 31
dicembre 2008, la Banca evidenziava:
1) attività per cassa a vista €/mgl. 15.043;
di cui: finanziamenti a banche €/mgl. 6.362
c/c clientela €/mgl. 7.707
altri finanziamenti €/mgl. 974
2) attività per cassa <= 3 mesi €/mgl. 438;
di cui: c/c clientela €/mgl. 437
altri finanziamenti €/mgl. 1
3) attività per cassa >3 mesi e <= 6 mesi €/mgl. 2.158;
di cui: titoli di debito €/mgl. 1.997
c/c clientela €/mgl. 146
altri finanziamenti €/mgl. 15
4) attività per cassa > 6 mesi e <= 1 anno €/mgl. 40;
di cui: altri finanziamenti €/mgl. 40
5) attività per cassa >1 anno e <= 5 anni €/mgl. 1.907;
di cui: c/c clientela €/mgl. 534
altri finanziamenti €/mgl. 1.373
6) attività per cassa >5 anni e <=10 anni €/mgl. 1.003;
di cui: altri finanziamenti €/mgl. 1.003
7) attività per cassa >10 anni €/mgl. 3.280;
di cui: altri finanziamenti €/mgl. 3.280
8) attività per cassa di durata indeterm. €/mgl. 578;
(f)
di cui: finanziamenti a banche €/mgl. 251
crediti in sofferenza €/mgl. 327
Al 31 dicembre 2008 le posizioni deteriorate
complessive, pari ad €/mgl. 1.068, erano così suddivise:
• Sofferenze €/mgl. 327;
• Incagli €/mgl. 485;
• Scaduti/sconfinati €/mgl. 256.
Le rettifiche di valore complessive, pari ad €/mgl. 523,
_____________________________________________________________________ 21
Informativa al pubblico – Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006
(g)
(h)
erano così ripartite:
• su posizioni in sofferenza €/mgl. 327;
• su posizioni ad incaglio €/mgl. 121;
• rettifiche di portafoglio €/mgl. 75.
Complessivamente, le rettifiche di valore effettuate a
valere sul bilancio 2008 ammontano ad €/mgl. 382.
Poiché, come già riportato, la Banca opera
esclusivamente nella provincia di Catania l’ammontare
delle esposizioni deteriorate e delle relative rettifiche di
valore è da ricondurre a tale area geografica.
Riguardo alla dinamica delle rettifiche di valore, essa può
essere così dettagliata:
a) sofferenze
•
•
•
•
b) incagli
•
•
•
•
•
•
saldo iniziale €/mgl. 0;
rettifiche di valore €/mgl. 99;
trasferimenti da altre categorie di esposizioni
deteriorate €/mgl. 239;
riprese di valore da incasso €/mgl. 11;
saldo finale €/mgl. 327;
saldo iniziale €/mgl. 85
rettifiche di valore €/mgl. 212;
trasferimenti
da
altre
categorie
di
esposizioni deteriorate €/mgl. 64;
trasferimenti ad altre categorie di esposizioni
deteriorate €/mgl. 239;
saldo finale €/mgl. 122;
c) scaduti/sconfinati
•
•
•
•
saldo iniziale €/mgl. 0;
rettifiche di valore €/mgl. 64;
trasferimenti
ad
altre
categorie
esposizioni deteriorate €/mgl. 64;
saldo finale €/mgl. 0.
di
_____________________________________________________________________ 22
Informativa al pubblico – Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006
Tavola 6
Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato
e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell’ambito dei metodi
IRB
Informativa qualitativa
(a)
Informativa quantitativa
(b)
Descrizione dell’informazione
La Banca non si avvale di società di rating esterne nei
processi di valutazione del merito creditizio.
Al 31 dicembre 2008 il totale delle attività di rischio, alle
quali applicare il requisito patrimoniale dell’8%, era così
suddiviso per tipologia (il valore dell’esposizione tiene
conto di eventuali margini disponibili sulle linee di fido in
essere):
1) amministrazioni e banche centrali
•
•
•
valore dell’esposizione €/mgl. 2.258;
valore ponderato €/mgl. 274;
assorbimento patrimoniale €/mgl. 22;
2) enti senza scopo di lucro e del settore pubblico;
•
•
valore dell’esposizione €/mgl. 1.121;
valore ponderato €/mgl. 103;
assorbimento patrimoniale €/mgl. 8;
•
•
•
valore dell’esposizione €/mgl. 6.362;
valore ponderato €/mgl. 1.272;
assorbimento patrimoniale €/mgl. 102;
•
•
•
valore dell’esposizione €/mgl. 13.420;
valore ponderato €/mgl. 8.506;
assorbimento patrimoniale €/mgl. 681;
•
•
•
valore dell’esposizione €/mgl. 4.536;
valore ponderato €/mgl. 2.359;
assorbimento patrimoniale €/mgl. 189;
•
•
•
valore dell’esposizione €/mgl. 3.471;
valore ponderato €/mgl. 1.302;
assorbimento patrimoniale €/mgl. 104;
•
•
•
valore dell’esposizione €/mgl. 764;
valore ponderato €/mgl. 918;
assorbimento patrimoniale €/mgl. 73;
•
•
valore dell’esposizione €/mgl. 1.461;
valore ponderato €/mgl. 1.047;
assorbimento patrimoniale €/mgl. 84.
•
3) intermediari vigilati;
4) imprese;
5) esposizioni al dettaglio;
6) esposizioni garantite da immobili;
7) esposizioni scadute;
8) altre esposizioni;
•
_____________________________________________________________________ 23
Informativa al pubblico – Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006
Tavola 8
Tecniche di attenuazione del rischio
Informativa qualitativa
(a)
(b)
Descrizione dell’informazione
Non esistono accordi di compensazione su poste di
bilancio o “fuori bilancio”.
Affinché una garanzia possa essere considerata valida è
necessario che entrambe le informazioni (ammissibilità e
monitoraggio) siano alimentate e che entrambe le
condizioni siano soddisfatte.
Garanzie ipotecarie
L’ipoteca iscritta sull’immobile è di norma di I° grado, ma
vi possono anche essere dei casi in cui esistono
iscrizioni ipotecarie precedenti purché il limite massimo
previsto dalla normativa non venga superato.
L’iscrizione ipotecaria a garanzia delle operazioni di
credito ipotecario è pari al 200% del capitale erogato sia
per i mutui a tasso fisso che per quelli a tasso variabile.
Tutti gli immobili che garantiscono i mutui sono assicurati
contro i danni da incendio e rischi complementari (es.
danneggiamento parziale e/o totale immobiliare), per un
importo pari al valore cauzionale dell’immobile come
risulta dalla perizia tecnica. Le polizze coprono l’intero
valore di ricostruzione dell’immobile assicurato.
Gestione perizie
Per le esposizioni garantite da ipoteca su immobili, a
seconda della natura del bene ipotecato, residenziale o
non, la ponderazione è rispettivamente del 35% e del
50%. L’utilizzo di tali coefficienti è consentito purché
l’immobile a garanzia venga costantemente monitorato.
A tal fine la Banca, considerata la recente costituzione
non ha ancora provveduto ad elaborare internamente
una procedura che consente di tenere aggiornati i valori
degli immobili.
La funzione responsabile della gestione delle garanzie è
la Funzione Crediti.
La Funzione Ispettorato e controllo rischi è previsto che
provveda ad effettuare i controlli periodici sul processo di
gestione delle garanzie.
(c)
Informativa quantitativa
(f)
Le principali garanzie reali che la banca accetta sono
costituite da ipoteche immobiliari (principalmente su
immobili di natura residenziale) e da pegno su denaro o
titoli di stato.
Al 31/12/08 la Banca presentava un totale di esposizioni
per cassa e fuori bilancio totalmente garantite pari ad
€/mgl. 12.538, delle quali €/mgl. 5.391 supportate da
_____________________________________________________________________ 24
Informativa al pubblico – Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006
garanzie reali ed €/mgl. 7.147 da garanzie personali di
altri soggetti. Inoltre, le posizioni parzialmente garantite
erano pari ad €/mgl. 130. Le posizioni deteriorate
totalmente o parzialmente garantite erano pari, al
31/12/08, ad €/mgl. 556.
_____________________________________________________________________ 25
Informativa al pubblico – Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006
Tavola 12
Rischio operativo
Informativa qualitativa
(a)
Descrizione dell’informazione
La Banca, per la determinazione del requisito
patrimoniale relativo al rischio in esame, si avvale del
metodo base. Esso, appositamente introdotto dalla
nuova normativa sulla vigilanza prudenziale, consiste nel
determinare la media aritmetica dei margini di
intermediazione relativi agli ultimi tre esercizi ed
applicare
all’importo
ottenuto
un
coefficiente
regolamentare pari al 15%.
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Informativa al pubblico – Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006
Tavola 14
Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario
Informativa qualitativa
(a)
Descrizione dell’informazione
i) La principale fonte di rischio di tasso di interesse è
costituita da titoli obbligazionari del portafoglio di
proprietà.
La banca, al 31/12/08, presenta fra le proprie attività
posizioni in titoli costituite esclusivamente da Titoli dello
Stato italiano e legate alla gestione della tesoreria.
L’esposizione al rischio di tasso di interesse risulta
limitata in quanto la Banca privilegia l’investimento in
CCT anche se più di recente, al fine di sfruttare la
riduzione dei tassi d’interesse, sono state create
posizioni in BTP anche a lunga scadenza.
ii) La politica posta in essere dalla Banca in merito ai
depositi non vincolati è quella di favorire il frazionamento
della raccolta.
Informativa quantitativa
(b)
iii) La misurazione del rischio in
esame avviene
trimestralmente, in coincidenza con la scadenza delle
segnalazioni di vigilanza relative al patrimonio ed ai
coefficienti.
La variazione di 100 punti base, in aumento o in
diminuzione, nel modello di quantificazione del rischio di
tasso di interesse, predisposto per il 31 dicembre 2008,
determinerebbe
una
variazione
direttamente
proporzionale
(maggiorativa
o
rettificativa)
nell’assorbimento
patrimoniale,
quantificabile,
in
entrambi i casi, in €/mgl. 309.
_____________________________________________________________________ 27
Informativa al pubblico – Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006