Dicembre 2013 - Crescere Insieme

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Dicembre 2013 - Crescere Insieme
RASSEGNA STAMPA
DICEMBRE 2013 - NUMERO 2
ONLUS
CRESCERE INSIEME
LA CONSULENZA È GRATUITA!
CONOSCERCI È UNA BELLA COSA!
Ti aspettiamo a Lissone in via Cappuccina 22
Siamo aperti da lunedi a venerdì dalle 9 alle 19 e anche il sabato mattina
dalle 9 alle 13
LA MOSSA DI PUTIN: “ADOZIONI DI BIMBI SOLO PER L’ITALIA”
MANDELA, IL TRIBUTO ALLA SUA LOTTA PACIFICA
PADRI A CASA PER UN ANNO. L’INGHILTERRA APPROVA LA MATERNITA’ CONDIVISA
ADOZIONI, SI AMMALA DI MALARIA UNA MAMMA IN OSTAGGIO IN CONGO
CONTRO L’OMOFOBIA, A SCUOLA LEZIONI A DIRIGENTI E PROF
LA CURA DEL PELUCHE: BASTA UN ABBRACCIO PER SCACCIARE L’ANSIA
ANGOLO CURIOSITA’
WORK IN PROGRESS
CI TROVI ANCHE QUI:
BRIANZA
LA
HA LA SUA ASSOZIAZIONE PER
L’ADOZIONE INTERNAZIONALE
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LA CONSULENZA E’ GRATUITA
VIA CAPPUCCINA 22, LISSONE
Progetto In
Federazione Russa:
“Face To Face”
Corsi Pre-idoneità
Progetto In
Rwanda:”Il Centro
Nyampinga”
Corsi Pre e Post
Adozione
Corsi di
sensibilizzazione
scolastica
Corso di Lingua:
UCRAINO
Corso di Lingua:
RUSSO
Cene a Tema
Collaborazione con
la Nostra Famiglia
Cineforum
ESTERO
Padri a casa per un anno.
L’Inghilterra approva la maternità condivisa
Un congedo di un anno per neo genitori da dividere a
piacimento tra mamma e papà. Nick Clegg, leader dei
liberal democratici nonché vice primo ministro, alla
fine ce l’ha fatta: dall’aprile 2015 un padre che lavora
in Gran Bretagna avrà gli stessi diritti di una madre,
godrà della possibilità, dopo la nascita di un figlio, di
stare a casa a prendersi cura del bimbo per quasi un
anno intero senza perdere il posto. […] Clegg, che
con tre figli maschi di quattro, otto e undici anni e una
moglie avvocato conosce bene la dinamica famigliare, è apparso sollevato e soddisfatto di dire addio, una
volta per tutte, a un sistema che definisce «antiquato». «Ci sono papà che vogliono stare a casa e mamme
che vogliono tornare al lavoro — ha precisato —. Non
possiamo obbligare tutti i genitori a comportarsi nello
stesso modo. L’idea che sia principalmente la donna a
occuparsi dei figli è sorpassata». […]. Fa notare che
il provvedimento non è pensato solo per i papà. «La
donna che diventa mamma ha diritto di scegliere liberamente quale strada prendere professionalmente.
Il fatto che il padre del bambino possa stare a casa le
darà l’opzione di perseguire attivamente la carriera».
Fonte: La Repubblica
[…] Perché è accettabile che una donna lavori part
time o con orari flessibili, ma non che lo faccia un
uomo? Dobbiamo pensare attentamente a come superare queste barriere culturali». Il congedo per genitori riguarderà il primo anno di vita del bambino.
Le prime due settimane dopo la nascita spetteranno
d’obbligo alla madre per darle il tempo di riprendersi
fisicamente dal parto. Le rimanenti 50, invece, potranno essere divise liberamente tra madre e padre. Per sei
settimane chi si mette in pausa avrà diritto al 90% dello stipendio usuale, mentre le successive 33 verranno
pagate per legge 136.78 sterline l’una (circa 164 euro)
e le ultime 13 non saranno retribuite. Nonostante la
busta paga relativamente misera, il genitore che decide di stare a casa avrà comunque i diritti del lavoratore
a tempo pieno: non potrà essere licenziato senza giusta causa e al ritorno avrà diritto alla stessa posizione
e allo stesso rango di prima. Dovrà solo informare il
datore di lavoro con otto settimane di anticipo della
data del rientro e dare lo stesso preavviso se preferisce
dare le dimissioni. Il nuovo sistema prevede in aggiunta due mini congedi non pagati per padri che vogliono recarsi ad appuntamenti prenatali, mentre tutti
i lavoratori con 26 settimane di servizio continuativo
avranno diritto al part time e all’orario flessibile. Per
l’Institute of directors si tratta di un «incubo burocratico» che avrà un impatto negativo soprattutto «su
società medie e piccole che non possono permettersi
troppa flessibilità», mentre la Camera di commercio
britannica sostiene che il nuovo provvedimento rispecchi le esigenze di datori di lavoro e dipendenti in
ugual misura. Avrà successo? Il governo si è impegnato a esaminare i risultati dopo 12 mesi. […]
PSICOLOGIA
La cura del peluche:
basta un abbraccio per scacciare l’ansia
Possibile che un orsacchiotto di peluche vi aiuti a dominare ansie, depressione e addirittura il terrore della
morte? Secondo i ricercatori dell’università di Amsterdam non solo è possibile, ma esiste ormai un’evidenza scientifica che toccare, prendersi cura e magari
portarsi a letto il proprio pupazzo preferito, aiuta chi
non è particolarmente dotato di autostima a divenire
mentalmente più forte nell’affrontare la vita e le angosce che essa ci riserva, ma soprattutto il timore della
morte. Quasi tutti gli esseri umani hanno paura della
morte, ma ce ne sono alcuni per i quali questa diventa
una fobia (tanatofobia) ed è proprio su questi soggetti che l’abbraccio di un bell’orsacchiotto di pelo pare
far miracoli. In questo caso la scienza non fa altro che
mettere il suggello su un fatto che è alla portata di tutti, specie quando si è bambini, ma rimane anche in età
adulta, se solo si supera la vergogna di portarsi a letto
la giraffa di pannolenci tanto amata. […] Tutti noi, diciamolo senza paura, quando la notte porta l’incubo
peggiore, quello che ti fa svegliare madido di sudore,
vorremmo avere la nostra coperta di Linus, da tirarci
sul corpo per scacciare gli alieni che ci stanno raggiungendo con i loro virus mortali. E la coperta di Linus è
proprio l’orsacchiotto o la zebra o il koala, insomma, a
seconda della fantasia e della simpatia,l’animale morbido, peloso, le braccia spalancate e lo sguardo sempre
rassicurante, che ci è stato regalato da piccoli e che
non abbiamo, del tutto inconsciamente, mai voluto
relegare in cantina o regalare a un altro bambino. […]
Gli olandesi l’hanno chiamata «hug therapy» (terapia
dell’abbraccio) e pare molto utile a chi, dotato di scarsa autostima, è pervaso dall’ansia della morte precoce.
Fonte: Il Giornale
Sander Koole, psicologo dell’ateneo di Amsterdam, afferma che chi ha un’eccessiva paura della morte, trova
conforto anche solo nell’entrare in connessione interpersonale con gli altri, ancor più se ne sfiora o tocca
transitoriamente i corpi, quasi a volersi convincere
del tutto che non si tratta di fantasmi ma di vere vite,
come la propria. Nell’esperimento degli olandesi, un
gruppo di persone dotate di scarsa autostima, cui viene appositamente ricordato che la morte è sempre in
agguato, trae notevole conforto dal toccare un orsacchiotto di peluche rispetto al gruppo cui, il ricordo di
questa terribile spada di Damocle, viene risparmiato.
Non solo, ma il primo gruppo valuta che il peluche
costi il doppio, rispetto al secondo gruppo. Koole ritiene che questo «abbraccio con il peluche» diventerà presto una terapia aggiuntiva a quella tradizionale
contro ansia e depressione. Fuori il koala e il succhiotto dunque e la notte sarà fatata. Purché qualcuno non
accenda la luce.
ADOZIONE
La mossa di Putin:
«Adozioni di bimbi solo per l’Italia»
Anche se nel Paese il problema degli orfani è drammatico, la Russia continuerà a non consentire l’adozione da parte di quasi tutti i Paesi occidentali con
eccezione dell’Italia. Il nostro è infatti, secondo le autorità di Mosca, l’unico Stato che ha una convenzione
valida con la Russia e che non consente nozze gay e
adozioni da parte di coppie omosessuali. Le adozioni
negli Stati Uniti, il Paese che accoglieva in passato il
maggior numero di bambini, sono bloccate da tempo
per una disputa politica e anche per la successiva questione delle coppie omosessuali. Con la Francia tutto
si è fermato quando ad aprile il Parlamento di Parigi
ha approvato le nozze e le adozioni gay. Intanto 650
mila orfani continuano a vivere presso famiglie affidatarie e in 1.500 orfanotrofi. Un numero spaventoso,
pur considerando che la Russia ha 140 milioni di abitanti. Basti ricordare che nel 1945, dopo la fine della
Seconda guerra mondiale, gli orfani in tutta l’Unione
Sovietica (che comprendeva tutte le altre Repubbliche,
compresa la popolosa Ucraina) erano 678 mila. Che le
norme sulle unioni omosessuali avrebbero inaridito
il già piccolo rivolo di bambini autorizzati ad andare
all’estero era chiaro da mesi. Era stato lo stesso Putin
ad annunciare in primavera che gli accordi bilaterali con i vari Paesi avrebbero dovuto essere rivisti. Poi
è arrivata la Duma che ha vietato esplicitamente con
una legge le adozioni nei Paesi che ammettono unioni
fra persone dello stesso sesso. La chiesa ci ha messo
del suo, spiegando chiaramente di essere contraria in
assoluto alle adozioni internazionali: «I bambini russi
devono rimanere in Russia» ha detto padre Vsevolod
Chaplin, responsabile delle relazioni con l’estero. È
una questione di fede giusta e fede sbagliata: un piccolo che finiscein una famiglia non ortodossa, anche
se cristiana, «viene allontanato dalla via che porta al
regno di Dio». In poche parole, niente paradiso per
chi abbandona l’ortodossia. L’ultimo a parlare è stato
Pavel Astakhov, commissario presidenziale per i diritti dei bambini. «Ci risulta che attualmente l’Italia
sia l’unico Paese i cui cittadini hanno la possibilità di
adottare bambini russi perché questo Paese non riconosce il matrimonio omosessuale e, di conseguenza,
non dobbiamo cambiare nulla nell’accordo vigente.
Inoltre gli italiani rispettano i termini dell’accordo».
Astakhov è del tutto favorevole alla legge varata dalla
Duma: «I politici e gli statisti che sostengono lo smantellamento della famiglia tradizionale devono essere
respinti dalla società e maledetti nei secoli» aveva detto giorni fa. Il problema è che senza stranieri i bambini russi rimangono nelle istituzioni (che spesso sono
raccapriccianti). L’82 per cento dei cittadini di questo
Paese non vorrebbe vedere nella propria famiglia un
bambino adottato. Ed in effetti nel 2012 solo 6.500
orfani sono stati adottati in Russia; il 70 per cento,
vale a dire 4.500 bambini, sono stati restituiti dopo
un po’agli orfanotrofi. All’estero, nello stesso anno, ne
sono andati 2.600, di cui 762 in Italia. I 650 mila orfani sono stati per l?80 per cento tolti alle famiglie per
problemi sociali (alcolismo, violenza, eccetera) e in un
anno quelli che rischiano di essere uccisi in famiglia
sono circa ottomila. Di tutti gli orfani russi ben 120
mila sono disponibili per l’adozione. Ma, come abbiamo visto, quelli che riusciranno a trovare una famiglia
saranno ancora di meno quest’anno.
EVENTI
Work in progress
Corso di Lingua e cultura
Russa
Corsi di Lingua Ucraina
Corsi Pre Adozione
nel 2014
Corsi di pre idoneità
nel 2014
Gruppo Adolescenti
nel 2014
Gruppo per i futuri Nonni
adottivi
In Corso
Fonte: Corriere della Sera
SCUOLA
Contro l’omofobia,
a scuola lezioni a dirigenti e prof
La lotta contro l’omofobia sta per arrivare nelle scuole.
Il ministero dell’Istruzione sta predisponendo un piano nazionale in collaborazione con le Pari Opportunità e l’Unar, l’Ufficio antidiscriminazioni, che dovrebbe
partire nei prossimi mesi. Il progetto è stato voluto
dalla ministra dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza
e dovrà entrare in tutte le scuole perchè anche dirigenti e professori facciano la loro parte in modo sistematico per contrastare l’omofobia che sta assumendo negli ultimi mesi toni sempre più drammatici. A
dicembre verrà distribuito il volantino del progetto
«Tante diversità, uguali diritti ». Da gennaio si partirà
con la parte di progetto che riguarda specificamente le
scuole. Si terranno seminari con i dirigenti del Miur
e con i vertici degli uffici scolastici regionali.Quindi
si proseguirà con i seminari con i dirigenti scolastici.
Gli ultimi ad essere formati saranno i professori. Sarà
un progetto articolato su diversi piani ma, a differenza
di altre iniziative portate nelle scuole in questi anni,
in questo caso si andrà a formare i vertici scolastici e
i professori perché al Miur l’hanno capito: per lottare contro l’omofobia bisogna innanzitutto intervenire
sugli adulti, prima ancora che sui ragazzi. All’inizio la
formazione si terrà in una rete di scuole quindi, superata la prima fase di sperimentazione, si arriverà in
tutte le altre. […] Sono stati creati diversi siti del Miur
dove le iniziative già realizzate vengono pubblicate in
rete, da «Smontailbullo» a «NoiSiamo- Pari». C’è un
Fonte: La Stampa
numero verde antibullismo che da qualche mese ha
ricevuto istruzioni di monitorare in particolare il bullismo omofobico. A giudicare dai primi dati emersi
non sembra che la scuola sia uno dei luoghi più discriminanti. «L’esigenza però è di condurre un’azione di
sistema che parta dalla formazione delle figure apicali,
cioè dirigenti del Miur e direttori degli uffici scolastici regionali», spiega Filomena Fotia, coordinatrice del
tavolo Pari Opportunità del Miur insediato nel 2012.
Si lavora su alcune direttrici fondamentali: l’educazione alla relazione con gli altri mettendo da parte le diversità, la formazione sui diritti riconosciuti a livello
europeo, la lotta contro gli stereotipi linguistici. L’obiettivo del ministero è riuscire a far sì che i professori non possano più dire di non sapere nulla, di non
essersi resi conto di quello che stava accadendo. Gli
stereotipi, in particolare, saranno nel mirino. Nessuna
tolleranza di fronte alle battute, anche quelle in buona
fede. «C’è una sofferenza nel non poter essere sé stessi, vogliamo un modello di scuola inclusiva», chiarisce Filomena Fotia. Nessuna azione sarà obbligatoria,
perché le scuole sono autonome e perché anche fra i
docenti c’è chi non è d’accordo su queste iniziative. Il
ministero però cercherà di fare in modo che battute e
frasi omofobe quindi non vengano proibite ma diventino la base per una discussione. «Si farà formazione e
sensibilizzazione a tappeto perché le scuole debbono
essere degli strumenti nella lotta contro l’omofobia».
ITALIA
Adozioni, si ammala di malaria una
mamma in ostaggio in Congo
Il timore dei giorni scorsi si è materializzato: a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, si registra il primo caso di malaria tra i 52 italiani bloccati lì
da quasi un mese perché mancano i visti di uscita per
i 32 bambini che hanno adottato, ma che per ora non
possono portare in Italia, anche se qualcosa – sembra
– si stia finalmente muovendo. […] La preoccupazione, a questo punto, cresce: la copertura dei vaccini che
le 26 coppie italiane aveva fatto prima di partire per
il Centro Africa è scaduto, quindi tutti quanti sono, a
questo punto, esposti al rischio, considerato anche le
condizioni igienico-sanitarie non ottimali. Spiegavano i genitori: “Eravamo consapevoli, ovviamente, che
avremmo dovuto adattarci a una situazione difficile,
ma per nessuno di noi questo era un problema: siamo
qui per portare in Italia i nostri figli. Il problema è che,
a questo punto, non sappiamo per quanto dovremo
restare”. Una certezza hanno ancora, le 26 coppie: “
Da qui non andremo via senza i nostri bambini. Ogni
sera ci chiedono , a gesti e con le parole di italiano
imparate: quando andiamo in Italia? Non possiamo
tradirli così”. Eppure la soluzione diplomatica tarda ad
arrivare, anche se c’è un segnale che può dare qualche
Fonte: La Repubblica
speranza: alcune coppie di genitori adottivi francesi
sono riusciti a partire da Kinshasa direzione Parigi,
portando a casa anche i bambini. “È una notizia che
ci da speranza – spiega uno dei genitori, Guido- ma è
indispensabile che il governo italiano si muova e risolva una situazione in cui siamo finiti non per colpa
nostra ma per una leggerezza, se non un errore, delle
stesse istituzioni”, dice, riferendosi al fatto che il via
libera per partire, a metà novembre, è arrivato proprio
dalla Cai, la commissione governativa per le adozioni
internazionali. Dal governo italiano, quindi, le 26 coppie italiane aspettano ora una risposta. Il ministro per
l’integrazione Cécile Kyenge – che per prima ha avuto
i contatto con le autorità congolesi, con rassicurazioni
che aveva spinto gli italiani a partire – spiegava: “Stiamo intensificando i contatti della diplomazia, ma non
è facile prevedere una tempistica, siamo tutti i giorni
in contatto con i rappresentanti del governo locale, il
ministro degli interni, quello degli Esteri e anche con
il Primo ministro, l’obiettivo è di riuscire a far tornare
il prima possibile le famiglie con i bambini, in Italia”. Il
ministro sarà alla Camera per rispondere all’interpellanza urgente presentata da alcuni deputati PD, prima
firmataria Lia Quartapello, che ha incontrato l’ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo Alber Tshilsekeka Felha per far presente la situazione,
chiedendo collaborazione per una rapida soluzione.
Dall’ambasciatore non ha dato alcuna certezza, ma ha
promesso un interessamento. […] Parleranno anche
le associazioni che si occupano di adozioni internazionali coinvolte nella vicenda, […] Chiederanno “un
atto umanitario in vista del prossimo Natale”, perché
le famiglie possano trascorrerlo in Italia , sottolineando anche loro “la condizione in cui versano le famiglie
desta preoccupazione a causa della lunga permanenza
in loco che li espone a rischi di malattie, ad esborsi
di denaro veramente ingenti con una incertezza che
li sta logorando anche dal punto di vista psichico ed
emotivo” […]
CRESCERE INSIEME
Crescere Insieme Onlus, augura a tutti voi...
Tanti Auguri di Buon Natale e
Felice Anno Nuovo
З Новим Роком та Різдвом Христовим!
С Новым годом и светлым праздником
Рождества!
ATTUALITA’
Mandela, il tributo alla sua lotta pacifica
Politici, esponenti di associazioni.
Dalla Federazione, il saluto a Madiba, eroe dei diritti civili del XX° secolo.
I ricordi di Putin e Gorbaciov
“Una volta mi aveva confessato: ‘Se non ci fosse stata
la vostra perestrojka, non so per quanto tempo ancora vi sareste trascinati...’. Era una persona in grado di
apprezzare i meriti degli altri popoli”. A pronunciare
le prime parole di cordoglio nei confronti della morte
di Nelson Mandela, in Russia, è Mikhail Gorbaciov.
Che al canale televisivo Dozhd ha affidato i suoi ricordi, condividendo l’affetto per un uomo che “non
si è mai piegato davanti a nulla, capace di trasmettere al mondo intero la sua idea di libertà”. Con lui, ha
detto Gorbaciov, “ho sempre avuto ottimi rapporti”.
“Ho appreso la notizia della sua scomparsa con grande rammarico - ha dichiarato -. Dispiace che persone
come lui, che hanno lottato per la libertà, ci debbano
lasciare. Non si è piegato davanti a nulla: né la prigione né la lotta politica sono state in grado di scalfirlo”. “Il mondo continuerà ad andare avanti. La gente
continuerà a vivere. E credo che anche le più grosse
difficoltà confluiranno prima o poi verso lo sviluppo della libertà. La storia ricorderà i grandi uomini
come Mandela. Proprio per questo voglio esprimere
le mie condoglianze al popolo a cui lui era molto legato e per il quale ha lottato tutta la vita. Il suo ricordo rimarrà nella memoria di tutti. E la storia di
Mandela resterà per sempre”. Anche in Russia, così
come nel resto del mondo, le prime pagine di tutti i
giornali sono per lui. Per l’uomo divenuto simbolo
mondiale della lotta al razzismo, morto all’età di 95
anni nella sua casa di Johannesburg, circondato dai
familiari. “Ha lottato fino alla fine dei suoi giorni per
difendere ideali di giustizia e umanità - ha dichiarato il Presidente russo Vladimir Putin, ripreso da
Fonte: Russia Oggi
Ria Novosti -. A Mandela è indissolubilmente legata
un’intera epoca della storia africana. A lui si deve la
vittoria sull’apartheid e la nascita della Repubblica del
Sudafrica”. Parole di cordoglio sono arrivate da diversi
partiti. Il leader dei Comunisti, Gennady Zyuganov,
lo ha definito “uno dei più coraggiosi difensori dei
diritti dell’uomo”. “Molta gente parla di libertà e di
diritti. Ma allo stesso tempo invia i propri aerei per
bombardare interi Paesi e per sterminare popoli interi - ha dichiarato Zyuganov -. Nelson ha fatto tutto
ciò che poteva per rendere libero il proprio popolo e
per ottenere elezioni democratiche. Il popolo russo è
riconoscente per il suo coraggio e per la vita meravigliosa che ha vissuto”. Lyudmila Alekseeva, direttrice dell’organizzazione non governativa per i diritti
dell’uomo Moscow Helsinki Group, paragona invece
Mandela ai “perseguitati politici del periodo sovietico”, sottolineando che “l’unica lotta possibile è quella
pacifica”. “Dimentichiamo il terrore - ha detto -. Dimentichiamo la forza. Era quello che voleva Madiba”.