MBA - Febbraio 2011
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MBA - Febbraio 2011
128_A_Man_on_a_Mission_MBA_02-11_GPR 13/01/11 09:10 Pagina 128 A Man on a Mission Dove si va? R iguardasse la direzione da prendere con l’auto, così come in foto, sarebbe molto più semplice con una mappa o un navigatore stabilire la rotta corretta, e soprattutto più indiscutibile. Non c’è infatti molta voglia di discussione fine a se stessa da parte nostra, forse perché un po’ dispiaciuti dall’enfasi con la quale alcuni hanno di recente approcciato, e non ne riparleremo quindi in questo contesto, le più recenti argomentazioni che hanno posto, volenti o meno, le ruote da 26 pollici (lo standard di sempre) contro quelle da 29. Se infatti l’enfasi nasce spontaneamente dalla passione, di poco costruttivo in quella ed in qualsiasi discussione è il fatto che ci si voglia esprimere sulla base di poca o nessuna esperienza diretta in merito, scatenandosi a volte poi in una sorta di “caccia alle streghe”, accusando quindi l’uno o l’altro degli attori del nostro sistema di propugnare al mercato niente meno che pure e semplici invenzioni del marketing o, peggio ancora, di fare esperienza sulla pelle dei bikers, oppure di cercare in qualche modo di influenzare le menti, dirigendole dove altrimenti non andrebbero... tutto per semplici interessi corporativi, se non anche meramente aziendali. Di certo non è questo il nostro mestiere o il modo con il quale ci piace interpretarlo per voi, così come sono sicuro che in genere non sia tale l’atteggiamento mentale di chi invece legge MBAction con la stessa serenità con la quale è scritta. Altrettanto certa è però la necessità di fare un po’ di luce su ciò che il nostro piccolo e grande mondo, coinvolto in una sempre più vorticosa evoluzione, stia proponendovi ed anche per proporvi. Se infatti il mercato è in grado di autoregolarsi benissimo da solo, in tempi che il marketing può solo cercare di influenzare, è indubbio il fatto che la nostra missione sia piuttosto quella di approfondirne le dinamiche affinché meno bikers possibile possano rischiare di non azzeccare il loro prossimo acquisto. Più che l’avvento delle ruote da 29”, che dominano la scena mondiale (in termini di novità) anche con l’evidente ingombro stesso del loro diametro, è in atto infatti da molti anni una rivoluzione altrettanto importante ma per nulla ugualmente visibile, né tantomeno discussa a dovere. Si tratta in effetti della svolta sempre più gravity di ciò che dovrebbe rappresentare a tutti gli effetti il “mezzo d’elezione” per gli appassionati. Se ci soffermassimo quindi a pensare a quale mountain bike potrebbe essere il modello in grado oggi di soddisfare le esigenze ed il desiderio dei più, considerando di poterne avere una sola, ci accorgeremmo come le cose siano radicalmente cambiate nel tempo, partendo da una semplice 128 www.mbaction.it di Gian Paolo Galloni front con minima escursione anteriore ed arrivando ora ad una full con corse ammortizzate intorno a 140/150 mm. Non c’è dubbio inoltre che la creazione di una trailbike in grado di volare in discesa, digerendo un po’ di tutto di quel che ci si possa umanamente trovare, ma nel contempo anche in grado di arrampicare quanto un mezzo da cross-country (come nei proclami delle aziende e di qualche “infatuato”, ma non così lontano poi dalla realtà), sia stata la sfida principale posta ai produttori ed anche, confessandolo in tutta onestà, il desiderio recondito della maggioranza dei bikers. L’industria si è data molto da fare, tra materiali (fibra di carbonio in primis), lavorazioni (l’idroformatura diffusa tra i modelli con telaio in alluminio) ed affinamento delle unità ammortizzanti (con tarature custom e piattaforme stabili) e si sta spingendo ormai già oltre il valore di escursione sopra citato, cercando di riposizionarsi a 160 mm ed addirittura aggredendo già i 180 mm ed oltre. Ha senso? No, assolutamente no. Sarebbe come pensare di migliorare l’automobile e dotarla quindi di motori sempre più grandi e carrozzerie sempre più ingombranti, alla ricerca da un lato di prestazioni e dall’altro di comfort. L’abbiamo visto succedere nel mercato principale, quello americano, e ne abbiamo viste anche le conseguenze ed il tardivo ripensamento... con forse reazioni, come l’arrivo di Fiat in terra statunitense, che hanno colto realmente di sorpresa molti non addetti ai lavori. Può succedere la stessa cosa con la mountain bike? Sì, assolutamente sì. Ma allora è sfuggito qualcosa? Sì e no... È infatti più che normale, legittimo ed addirittura del tutto auspicabile che l’industria, “marketing compreso”, raccolga qualsiasi sfida... e soprattutto quelle che le consentano una reale crescita tecnologica, come in questo caso sicuramente è la creazione del citato mostro da discesa che trasforma il biker anche in uno scalatore provetto... e questo vale per il “No” alla domanda appena posta. Per il “Sì” a “è sfuggito qualcosa?” va chiarito però il fatto che motori più grandi e carrozzerie ingombranti richiedano “strade ben diverse” nelle quali sfruttare la cosa e lo stesso vale per la mountain bike. Quanti di noi potranno davvero avere modo di sfruttarlo questo mostro da discesa? Sapete cosa succederà invece? Che non ci si divertirà più come prima sul solito percorso o con i soliti amici, perché di colpo le discese saranno di gran lunga troppo facili e... corte! Ma, e qui sta la sorpresa, non ci si divertirà più nemmeno dove invece forse ce la si spassava di più, ovvero nei singletrack più stretti e tortuosi. Quanti di voi riducono infatti la corsa della forcella, ammesso sia possibile (non lo è per quella che è la stragrande maggioranza delle forcelle montate), al fine di recuperare quella reattività di guida sacrificata sull’altare della stabilità in discesa supersonica a tutti i costi? Pochi o nessuno. Per non parlare dei manubri da oltre 70 cm, che sarà difficile non impigliare in tronchi e cespugli... o del rilancio che cerchi di sezione tra 26 e 30 mm con gomme minimo da 2,20” ci concedono... oppure della deriva di queste stesse “gommone”! No, no... così non ci divertiamo più, a meno che si tratti di una particolare uscita su di un sentiero realmente all-mountain o freeride... allora sì che ce la si gode. Per non parlare di un bike park tra i più attrezzati... Evviva, voglio andarci subito! Per tutto il resto però lasciatemi dalle parti di casa con una bella full da 120 mm (max 140). Che dire allora della Cadillac Escalade in foto da 6.200 cc. e con persino la messa in moto a distanza? Che la uso al massimo un mese all’anno... proprio per capire quanto sensato sia poi arrivare all’appuntamento con gli amici per il solito giro in bici sempre e solo con... la Mini! ❏