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542-544 Osservatorio 2 - Balduini.qxp_RMP 2 colonne 22/10/13 16:28 Pagina 542 542 Recenti Prog Med 2013; 104: 542-544 Il ruolo del bibliotecario scientifico nell’Health Technology Assessment: quale lo stato di fatto e quali le prospettive? Anna Balduini1, Giovanni Guizzetti1, Silvia Molinari2, Ivana Truccolo3, Saba Motta4, Fabio Bernardini5, Moreno Curti1 Riassunto. Le prime esperienze italiane di Health Technology Assessment (HTA) sono nate all’interno di singoli ospedali e solo successivamente si sono sviluppate nell’ambito dei sistemi regionali. In Italia, però, nessuna agenzia o ente di altro tipo ha avuto tra i compiti istituzionali la valutazione delle tecnologie sanitarie fino al 2007, anno di fondazione della Società Italiana di Health Technology Assessment (SIHTA). In tempi di spending review l’HTA, il cui scopo è quello di rendere i provvedimenti circa tecnologie sanitarie razionali e coerenti con un contesto di risorse scarse, si sta sempre più affermando come una necessità prioritaria del Sistema Sanitario Nazionale. Obiettivo del presente lavoro è di analizzare se e in che modo la figura del bibliotecario documentalista sia coinvolta nel processo di valutazione delle tecnologie, analizzando i risultati di un sondaggio svolto presso una selezione degli enti di ricerca italiani. Dall’analisi dei risultati è emerso che la situazione italiana è ancora molto variegata dal punto di vista dell’attuazione dell’HTA e che le tecnologie sanitarie sono spesso introdotte senza alcuna analisi preliminare. Il bibliotecario-documentalista non è quasi mai presente all’interno dei nuclei di valutazione e la sua conoscenza dell’HTA è ancora molto superficiale. The role of the scientific librarian in HTA: what is the status quo and what are the prospects. Parole chiave. Bibliotecario, biomedico, Health Technology Assessment. Key words. Biomedical, Health Science, librarian, Technology Assessment. Introduzione dici, ingegneri clinici, farmacisti, dirigenti sanitari, bioeticisti, epidemiologi ed economisti sanitari, mentre solo in poche realtà vi è una partecipazione strutturata del bibliotecario/documentalista scientifico. In realtà quest’ultimo, grazie alle proprie competenze professionali, può garantire un supporto adeguato in una delle fasi più critiche del processo di assessment, cioè nella ricerca e valutazione dell’evidenza scientifica. In molti Paesi europei l’HTA si è consolidato da tempo, soprattutto a livello di decisioni riguardanti la politica sanitaria, mentre in Italia è spesso svolto in modo non sistematico e non standardizzato, anche se la condivisione delle diverse esperienze ha portato alla formulazione di modelli organizzativi che, pur tra mille difficoltà, trovano una sempre maggiore diffusione. Nonostante siano disponibili i risultati di diverse survey effettuate in ambito nazionale (una La valutazione delle tecnologie sanitarie (Health Technology Assessment – HTA) è un processo multidisciplinare volto a fornire ai policy maker (vertici di servizi sanitari o di aziende sanitarie a seconda del livello considerato) una serie di informazioni riguardanti una particolare tecnologia sanitaria, in modo che l’eventuale scelta sulla promozione o l’introduzione sia la più razionale possibile1. In questo ambito la tecnologia sanitaria è un concetto molto ampio che comprende qualsiasi intervento sanitario, rappresentato dall’insieme di attività elaborate per agire sugli stati di salute, come i dispositivi medici, le apparecchiature elettromedicali, le procedure diagnostico terapeutiche, le procedure organizzative, i farmaci e altro2. L’attività di HTA prevede il coinvolgimento di diverse figure professionali, quali ad esempio me- Summary. The first Italian experiences of HTA are born inside single hospitals and, lately, regional health care systems. In Italy, anyway, no agency had health technology assessment as an institutional dutie until 2007, the year of the founding of the Italian Society of Health Technology Assessment (SIHTA). In times of “spending review”, the HTA, whose purpose is to make decisions about health technologies rational and consistent with a context of scarce resources, is increasingly emerging as a priority need of the National Health System. The objective of this paper is to analyze if and how the librarian is involved in the process of health technology assessment, analyzing the results of a survey performed at a selection of Italian research organizations. The analysis of the results shows that the Italian situation is still very varied, from the point of view of HTA, and health technologies are often introduced without any preliminary analysis. The librarian is almost never represented within the HTA evaluation group and his/her knowledge of HTA should be improved. 1Fondazione Policlinico San Matteo, IRCCS, Pavia; 2Fondazione Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino, IRCCS, Pavia; 3Centro di Riferimento Oncologico, IRCCS, Aviano (PN); 4Fondazione Istituto Neurologico Carlo Besta, IRCCS, Milano; 5Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AgeNaS), Roma. Pervenuto il 2 agosto 2013. 542-544 Osservatorio 2 - Balduini.qxp_RMP 2 colonne 22/10/13 16:28 Pagina 543 A. Balduini et al.: Il ruolo del bibliotecario scientifico nell’Health Technology Assessment: quale lo stato di fatto e quali le prospettive? delle più recenti è, per esempio, quella realizzata dalla FIASO3) che fotografano la situazione sopra descritta, non vi sono dati riguardanti l’eventuale apporto nelle diverse realtà del bibliotecario/documentalista. Obiettivo del presente lavoro è dunque di riassumere i risultati di un sondaggio, rivolto a un insieme di strutture, il cui leitmotiv è la finalità di ricerca e, conseguentemente, la disponibilità di un servizio di documentazione scientifica; il sondaggio verteva essenzialmente sulla formazione e sull’ambito in cui opera chi è coinvolto nelle valutazioni di HTA, e in particolare modo quale fosse l’eventuale ruolo del bibliotecario/documentalista. 25 20 15 10 5 0 Giudizio sintetico Doc per direzione Doc per sanitari Report per esterno Figura 1. Output della valutazione. Metodi Nel settembre del 2011 è stato creato un questionario articolato in 16 domande a risposta multipla, alle quali sono state affiancate altre 4 domande aperte, volte a indagare la formazione del bibliotecario/documentalista coinvolto nell’HTA, i database in cui viene cercata la letteratura scientifica, quali siano i criteri in base a cui viene selezionata la letteratura e, infine, quanto spende per le nuove tecnologie ciascun ente tra i 56 enti allora facenti parte di Bibliosan4 (consorzio dei centri di ricerca italiani quali Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, Istituti Zooprofilattici Sperimentali, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, nato nel 2003 da un progetto di ricerca finalizzata del Ministero della salute). Il sondaggio è stato inviato a fine 2010 via posta elettronica agli enti Bibliosan, ponendolo all’attenzione dei bibliotecari/documentalisti e, nel caso in cui questi non avessero saputo rispondere, degli ingegneri clinici e della direzione scientifica/sanitaria. Risultati Dei 56 questionari distribuiti, ne sono stati restituiti compilati 30 (53,5%). Tra questi, 15 strutture dichiarano di svolgere attività di HTA. La maggior parte degli enti non ha però un nucleo dedicato, ma organismi vari per valutare di volta in volta tecnologie specifiche. L’output della valutazione è rivolto alla direzione aziendale e consiste in 11 casi in un giudizio sintetico sulla tecnologia e in 7 casi in un documento strutturato. In 4 casi a essere redatto è un report HTA per uso esterno (diffusione sul territorio, invio a Ministero/Regione, pubblicazione scientifica) e in 3 un documento strutturato per il personale sanitario (medici, infermieri, tecnici, ecc.) dell’Istituto (figura 1). Nei 14 enti che dichiarano di svolgere attività di HTA, i nuclei di valutazione coinvolgono nel 100% dei casi i medici e la Direzione Sanitaria; nel 78,5% gli ingegneri clinici; nel 64,2% la Direzione Scientifica, gli economisti e i farmacisti e nel 21,45% i bibliotecari/documentalisti (figura 2). La richiesta di una nuova tecnologia avviene nella maggior parte dei casi (78,5%) attraverso un modulo predefinito. Per quanto riguarda la ricerca della letteratura (figura 3), due enti prendono in considerazione solo le fon- 16 14 12 10 8 6 4 2 0 i i ci ca sti sti ari r ia dic mi ita aci tec clin ientifi Me no rm lio san eri o c a b s c i F n e E B eg on ne e zi Ing irezio Di r D Figura 2. Figure coinvolte nel processo di Health Technology Assessment. 14 12 10 8 6 4 2 0 Fonti primarie Figura 3. Fonti bibliografiche consultate. Fonti secondarie 543 542-544 Osservatorio 2 - Balduini.qxp_RMP 2 colonne 22/10/13 16:28 Pagina 544 544 Recenti Progressi in Medicina, 104 (10), ottobre 2013 ti primarie (registri di tecnologie, dati amministrativi, ecc.) e 12 sia le riviste scientifiche sia le fonti di letteratura secondaria (revisioni sistematiche, linee-guida, ecc.): queste ultime sarebbero in realtà indispensabili per un corretto approccio HTA. Le banche dati consultate sono Medline/PubMed (9 enti), Cochrane Library (5 enti), Embase (4 enti), ISI Web of Knowledge (3 enti), Centre for Review and Dissemination DARE (3 enti) e Google Scholar (2 enti). È evidente, quindi, come le fonti HTA-related siano meno frequentemente consultate rispetto agli usuali database utilizzati per l’attività di ricerca del documentalista scientifico. Soltanto in tre casi, infatti, sono stati citati i database del Centre for Reviews and Dissemination (CRD), i quali forniscono sia valutazioni economiche sia veri e propri report di HTA. Nessuno ha menzionato il sito del National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE), nel quale si possono scaricare linee-guida di ambito biomedico basate principalmente su valutazioni di efficacia e di costo-efficacia. Nessuna menzione nemmeno per l’Health Technology Assessment Database, prodotto dall’International Network of Agencies of Health Technology Assessment e contente circa 4000 record di report HTA. La letteratura reperita è poi, in 8 casi su 14, valutata da un punto di vista quantitativo (in 5 casi attraverso il metodo GRADE)5. Per quanto concerne la formazione del bibliotecario/documentalista coinvolto nelle valutazioni delle tecnologie sanitarie, sono state dichiarate una laurea in Conservazione dei Beni Culturali, una in Biblioteconomia e una formazione specifica in “ricerca bibliografica”. L’entità media della spesa per nuove tecnologie da parte degli enti partecipanti alla survey e che hanno risposto alla domanda (solo 6 risposte) è di 2.550.000 euro; la mediana è di 2.250.000. Conclusioni Pur con i limiti derivanti dall’esiguo numero delle strutture coinvolte nella rilevazione, è possibile individuare alcuni trend: nonostante la disponibilità di modelli organizzativi costruiti sulla specifica realtà delle strutture sanitarie italiane, la loro adozione non ha al momento una diffusione significativa. Al riguardo non aiuta la differente interpretazione, presso molte strutture, di quali siano gli strumenti standard per una corretta attività di HTA. Indirizzo per la corrispondenza: Dott. Anna Balduini IRCCS Fondazione Policlinico San Matteo Viale Camillo Golgi 19 27100 Pavia E-mail: [email protected] È peraltro prevedibile che le differenze, in termini di dimensioni aziendali, degli IRCCS italiani comportino l’impossibilità di avere, a regime, un’omogeneità in termini di risorse dedicate e modelli adottati. Proprio per questo l’individuazione di possibili sinergie, come quella in corso in ambito Bibliosan, diventa importante per uno sviluppo armonico delle attività di valutazione, con la possibilità in primis di mettere a disposizione il knowhow tra IRCCS ed eventualmente anche offrire un supporto alle strutture sanitarie meno coinvolte dall’innovazione tecnologica. Questo vale anche e soprattutto per l’apporto del documentalista scientifico, imprescindibile almeno nella fase di istruttoria della valutazione, ma probabilmente estendibile anche alle fasi successive, grazie a una revisione della letteratura non solo sistematica e riguardante un set completo di fonti, ma anche critica. Questo maggiore coinvolgimento non è scontato, ma passa necessariamente per un percorso formativo ad hoc che, in un modello ideale, dovrebbe portare il documentalista a superare i confini usuali della propria attività quotidiana, verso una diversificazione delle proprie conoscenze che, pur limitata, gli permetta l’utilizzo di un linguaggio comune agli altri attori del complesso mondo della health technology. Bibliografia 1. Cicchetti A, Marchetti M (eds). Manuale di Health Technology Assessment. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2010. 2. Battista RN, Contandriopoulos AP, Champagne F, Wiliams JI, Pineault R, Boyle P. An integrative framework for health-related research. J Clin Epidemiol 1989; 42: 1155-60. 3. http://issuu.com/hpshealth/docs/fiaso_report2013_definitivo?e=6073862/1449081 4. http://www.bibliosan.it/ 5. Guyatt GG, Oxman AD, Kunz R, et al. Rating quality of evidence and strength of recommendations. Going from evidence to recommendations. BMJ 2008; 336: 1049-51.