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in prova - ezPress
aprile 2014
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DIGITALE
MENSILE - POSTE ITALIANE Spa, SP. ABB. POST, D.L. 353/2003 - (CONV. IN L. 27.02.2004 N°46) ART.1 COMMA 1-DCB-ROMA
www.reflex.it
APRILE 2014 - €5,00
IN PROVA
NIKON D5300
TECNICA DENTRO
LA FUJIFILM X-T1
PORTFOLIO
IMMAGINI
DARK
DI ETTONE
BIANCONERO DIGITALE
DALLA RIPRESA
ALLA POST PRODUZIONE
409
Aprile 2014
ANNO XXXIV - € 5,00
Via Achille Lòria 7, 00191 Roma. Tel. 06.36301756 - 06.36308595, Fax 06.3295648, Email: [email protected]
Gli articoli
56 Post
produzione:
Conversioni BN avanzate
Il bianco e nero ha un unico colore
e questo lo rende sinonimo di
libertà espressiva e interpretazione
della realtà
Marco Olivotto
26 In prova: Nikon D5300
24MP con sensore senza filtro low
pass, ma anche WiFi, GPS e tanto
altro ancora. Cosa si può chiedere
di più a una reflex sotto i 1000
euro?
Michele Buonanni
64 Collezionismo:
Canon VI-T e 50mm f/1,2
Una bella fotocamera a telemetro,
che si ispira alle Leica M, e un
obiettivo normale superluminoso
(per l’epoca)
Pierpaolo Ghisetti
38 Tecnica: Fujifilm X-T1
Con la X-T1 Fujifilm propone una
fotocamera mirrorless tutta
elettronica (ma con comandi a
ghiera) che sembra una piccola
reflex. Ecco la tecnologia che ci
sta dentro
Eugenio Martorelli
42 Portfolio: Ettone
Le ironiche, eleganti e surreali
immagini di un fotografo dark,
sospeso fra bondage e soft orror
Eugenio Martorelli
52 LaTecnica
facile:
ripresa bianconero
Come ottenere con il digitale gli
stessi affascinanti risultati che
possono offrire pellicola e
camera oscura
Massimiliano Angeloni
38 Dentro la Fujifilm X-T1
Le rubriche
5
Editoriale
7
Reflex News
18
Mostre
34
Ingresso libero
62
Immagini alla sbarra
66
Appuntamenti
84
Fotoguida prezzi
92
Ci avete scritto...
94
Piccola pubblicità
42 Ettone, un fotografo dark
56 Conversioni BN avanzate
64 Canon VI-T e 50mm f/1,2
FOTOGRAFIA REFLEX APRILE 2014
3
IN PROVA
NIKON
D5300
N
el momento in cui altri
produttori di apparecchi
fotografici, in particolare reflex, stanno prendendo una
pausa di riflessione in attesa delle novità d’inizio estate, Nikon
sta sfornando apparecchi fotografici a getto continuo, proponendo, rinnovando ed adeguando la sua gamma di prodotti.
Non passa mese che non vi sia
qualche novità di casa Nikon;
spesso si tratta di aggiornamenti,
vedi ad esempio la D4s, ma a
volte si tratta di novità assolute
come il modello Df. Il più delle
volte, però si tratta dell’adeguamento tecnologico di prodotti
già consolidati come ad esempio
le reflex di fascia media ed economica, quelle destinate a
diffondere il marchio Nikon tra i
fotoamatori, anche inesperti. E’
una fascia di pubblico, questa,
che Nikon ha riscoperto e rivalutato negli ultimi anni e per la
quale propone una offerta di pochi ma ben
mirati apparecchi.
La tendenza
del fabbricante
giapponese, il
quale sembra
aver scoperto
ed
apprezza
molto i sensori
con risoluzioni
medio-alte, consiste ora nell’implementare
in tutte le sue reflex, anche di fascia bassa, la soluzione “senza
filtro” ovvero la
mancanza del filtro Low Pass davanti al sensore stesso.
Tale soluzione, oggi
impiegata anche da altri
produttori, seppure in misura
più contenuta (Fujifilm a parte
che la adotta come Nikon) è stata estesa da Nikon a diversi modelli di reflex oltre che a fotoca-
26
24MP con sensore senza filtro
Low Pass, ma anche Wi-fi, GPS
e tanto altro ancora.
Cosa si può chiedere di più ad
una reflex sotto i 1000 euro?
di Michele Buonanni
mere di fascia top, come ad
esempio nella Coolpix A, ed apporta indubbi benefici in termini di risoluzione d’immagine rispetto allo stesso sensore corredato di filtro Low Pass.
Anche una reflex
Nikon della serie 5000 riceve quindi il sensore senza filtro
APRILE 2014 FOTOGRAFIA REFLEX
oltre ad altre importanti novità.
La serie di reflex di fascia media
siglate 5000 nasce appunto con
la D5000 della primavera 2009,
una reflex dotata di sensore con 12 megapixel e buone
caratteristiche di
base.
La Nikon D5300 ha lo stile
classico delle reflex di fascia media ed
economica della casa giapponese ed ha
dimensioni piuttosto contenute.
Ad essa segue, esattamente due
anni dopo, la D5100; i pixel diventano 16 milioni ed arrivano
tante funzioni sia migliorate come il video 1080p sia inedite, almeno in casa Nikon, come i filtri
per effetti speciali in ripresa.
L’anno successivo, nel 2012, nasce il modello D5200: ancora
una volta un balzo in avanti dei
pixel che diventano 24 milioni,
un nuovo sistema autofocus ed
altri miglioramenti tra cui la predisposizione per un modulo Wifi opzionale. Un anno dopo, siamo nell’autunno dello scorso anno, nasce il modello D5300; il
sensore è sempre lo stesso ma
privo di filtro Low Pass, il Wi-fi,
per la prima volta in casa Nikon,
è ora integrato nell’apparecchio
così come il modulo GPS e migliorano le caratteristiche video e
quelle di altri reparti come ad
esempio dell’autofocus. L’apparecchio è ora più vicino alla reflex di fascia immediatamente
superiore, in questo caso la
D7100 con la quale condivide parecchie componenti,
sensore compreso. Diventa
così appetibile sia per il
fotoamatore che voglia iniziare nel
modo miglio-
TECNICA
FUJIFILM X-T1
Con la X-T1 Fujifilm propone una fotocamera mirrorless
tutta elettronica (ma con comandi a ghiera) che sembra
una piccola reflex. Ecco la tecnologia che ci sta dentro
ullo scorso numero della
rivista (Fotografia Reflex,
marzo 2014) abbiamo
pubblicato la prova pratica della
Fujifilm X-T1, ultima mirrorless della serie di fotocamere
con cui la casa verde ha attuato
il suo rilancio. Con questo articolo vi proponiamo invece un
approfondimento tecnico, andando a vedere più nel dettaglio
le soluzioni adottate e la tecnologia che c’è sotto il cofano di
una macchina che, come le altre
della serie X, coniuga design
vintage con tecnologia digitale
avanzata e ricerca di una più
umana interazione fra fotografo
e apparecchio fotografico.
La Fujifilm è una fotocamera
a sistema ad obiettivi intercambiabili con baionetta X Mount,
S
38
di Eugenio Martorelli
mirino elettronico ad oculare
(EVF) e sensore CMos formato
Aps-C da 16,2 megapixel (MP)
che nell’aspetto sembra un re-
APRILE 2014 FOTOGRAFIA REFLEX
flex a pellicola degli anni Settanta del secolo scorso. Iniziamo quindi proprio ad analizzare
le sue caratteristiche fisiche,
TELAIO IN
METALLO
La Fujifilm X-T1 con
impugnatura porta
batteria WG-XT1. La
macchina ha il corpo
tropicalizzato, con
guarnizioni contro le
infiltrazioni di acqua
e di polvere, anche
se mancano ancora
obiettivi con le stesse caratteristiche. In
alto, il telaio in lega
di magnesio.
anche perché, a detta di diversi
fotografi professionisti che
l’hanno provata, uno degli
aspetti della macchina che è piaciuto di più è proprio la sua operatività e la “naturalezza” di utilizzo. L’interfaccia uomo-macchina è un aspetto non sempre
trattato col dovuto rispetto dai
progettisti del nostro settore, ma
questo non è certo il caso della
X-T1; anzi.
Seguendo una precisa tendenza corrente (e in buona parte essendone la promotrice, visti i
modelli precedenti), Fujifilm ha
dotato la X-T1 di una serie di
ghiere di controllo e selettori ad
accesso diretto per tutte le regolazioni che servono, oggi, a
scattare una fotografia in modo
competente: regolazione di tem-
TECNICA FACILE
LA RIPRESA BIANCONERO
lle proprie radici non si rinuncia. È
inutile sforzarsi a fare il contrario. Noi
tutti siamo, agiamo e ci comportiamo
in base ai geni tramandati, generazione in generazione, dai nostri avi attraverso il DNA. E
al pari di quello degli esseri viventi, il DNA
della fotografia fa sentire la sua influenza in
maniera preponderante anche in un’epoca di
rapide trasformazioni come quella digitale. E
per quanto l’epoca del colore digitale ci consenta di ottenere milioni di interpretazioni
cromatiche della stessa immagine, la fotografia in bianconero continua ad esercitare su tutti noi un fascino unico ed immutato.
Difficile spiegarne il perché ed è limitativo ricondurre il tutto unicamente alla grande fotografia del passato e ai fotografi che,
con il loro lavoro, hanno tracciato la via di
questa magnifica forma di espressione e comunicazione. Il fascino del bianconero, in
realtà, è dovuto al lasciare la fotografia nuda. Al contrario delle immagini a colori, i tono di grigio non possiedono elementi di distrazione che possano distogliere l’interesse
di chi guarda una foto.
Facciamoci caso. Negli ultimi anni c’è stata un’esplosione di programmi che, attraverso un’elaborazione dei colori, cercano di aumentare il fascino degli scatti realizzati indi-
A
52
APRILE 2014 FOTOGRAFIA REFLEX
di Massimiliano Angeloni
Come ottenere con
il digitale gli stessi
affascinanti
risultati che
possono offrire
pellicola e camera
oscura
pendentemente dal mezzo utilizzato per scrivere la luce. Da Instagram ai plug-in per Photoshop è una corsa a chi offre le maggiori
possibilità di rendere accattivante anche la
più banale delle immagini.
Le stesse immagini che, se realizzate in
bianconero, vivranno solo di luci, ombre e di
quel giusto equilibrio di grigi che, se da una
parte esalteranno gli elementi principali della
scena inquadrata, dall’altra non consentiranno scorciatoie stilistiche da pochi soldi.
Con questo non vogliamo dire che la fotografia in bianconero sia scevra di interventi
nelle impostazioni della macchina fotografica o in post produzione. Il principio è lo
stesso che regola la fotografia a colori. Ed è
un principio che era presente e dominante
anche nel pieno successo della fotografia
analogica in scala di grigi e dei suoi grandi
rappresentanti.
E’ da sottolineare anche come ogni grande fotografo abbia legato il suo successo a
un’altra figura professionale che, pur lavorando nell’ombra, apportava un contributo
determinante a quelle immagini che oggi
chiamiamo capolavori della fotografia. Lo
stampatore non era altro che il Photoshop
del passato. E lo era quasi esclusivamente riguardo alla fotografia in bianconero. Fotografia in bianconero (ovviamente analogica)
che consentiva maggiori margini d’intervento rispetto al colore.
Ma torniamo all’oggi. Per ottenere il miglior bianconero digitale possibile le prime
decisioni da prendere sono se scattare in formato Jpg o in Raw e se applicare in macchina alcune correzioni prima di scattare o demandare il tutto allo sviluppo in post produzione al computer, quella che viene chiamata
anche camera chiara.
Jpg oppure Raw? In realtà una risposta
non c’è. Ogni fotografo ha le proprie esi-
POST PRODUZIONE
1
T
empo fa uno dei miei allievi mi scrisse:
“più studio il colore, più mi sembra di
comprendere il bianco e nero”. Non mi
sorprende, perché questi due mondi apparentemente lontanissimi sono profondamente
connessi. Il paradosso è che nell’era digitale il
bianco e nero in un certo senso non esiste più:
a meno che non possediate una Leica Monochrom, la vostra fotocamera digitale è “condannata” a produrre immagini a colori. Il motivo si riassume in una sola parola: RAW.
Come avrebbe reagito Ansel Adams alla
notizia che un giorno avrebbe potuto sviluppare un negativo infinite volte, scegliendo
sempre un processo e parametri di sviluppo
diversi? Solo vent’anni fa sarebbe stata quasi
fantascienza, ma è ciò che facciamo quotidianamente grazie al formato RAW, spesso definito “negativo digitale” anche grazie all’introduzione del formato DNG (Digital Negative),
un RAW molto versatile, da parte di Adobe.
Ai tempi della pellicola, la scelta del film
era il primo e fondamentale passo verso il risultato. Colore o bianco e nero? Negativo o
positivo? Che marca e che tipo di emulsione?
Quale sensibilità? Seguiva il trattamento, che
nel caso del bianco e nero offriva ampi margini di variazione. Oggi la qualità delle immagini prodotte dalla nostra fotocamera non
dipende dal modello della scheda di memoria: la scheda non è l’equivalente della pellicola. Inoltre, come già ricordato, l’immagine
digitale nasce con i colori scritti indelebilmente dentro di sé.
Il sensore, che di per sé è cieco al colore,
registra le immagini attraverso il filtro di
Bayer, un mosaico di microfiltri colorati simile a quello schematizzato in figura 1. Ne
ho scritto estesamente nel terzo articolo di
questa serie (settembre 2013). Ogni elemento
del sensore riceve una specifica componente
della radiazione luminosa catturata dall’obiettivo: i fotositi posti sotto gli elementi rossi del filtro registrano la componente rossa;
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APRILE 2014 FOTOGRAFIA REFLEX
2
CONVERSIONI
BN AVANZATE
di Marco Olivotto
Il bianco e nero ha un unico colore
e questo lo rende sinonimo
di libertà espressiva e interpretazione
della realtà
gli elementi verdi e blu hanno la stessa funzione nei confronti delle componenti del loro
colore. Nel filtro di Bayer gli elementi verdi
sono in numero doppio rispetto a quelli rossi
e blu, quindi il sensore registra il 50% del canale del verde e il 25% dei canali del rosso e
del blu. Nell’immagine finale però i canali
non presentano buchi: ogni pixel ha la sua terna di numeri RGB. I dati mancanti vengono
calcolati al momento dello sviluppo del file
RAW per mezzo di un algoritmo di interpolazione: una formula matematica stima quali
potrebbero essere i valori che il sensore non
ha registrato. Il risultato è che il 75% dei dati
dei canali R e B di un’immagine non sono
reali e lo stesso vale per il 50% dei dati del canale G. Complessivamente, il 67% circa di
un’immagine è formato da dati che il sensore
non ha mai catturato. Dovrebbe stupirci che
una qualsiasi immagine digitale possa essere
effettivamente costruita con questo sistema,
visto che la maggioranza dei dati sembra
comparire dal nulla; in realtà questa è una
prova dell’efficacia degli algoritmi di inter-
COLLEZIONISMO
Una bella
fotocamera
a telemetro,
che si ispira
alle Leica M,
e un obiettivo
normale
superluminoso
(per l’epoca)
di Pierpaolo Ghisetti
Canon VI-T e 50mm f/1,2
erso la metà degli anni Cinquanta la
società Canon decide di compiere un
balzo in avanti per quanto riguarda
le proprie fotocamere a telemetro, sino allora notevolmente ispirate allo stilema della
Leica con innesto a vite. Pertanto i nuovi
modelli, denominati VT, s’ispirano ora maggiormente alle Leica della serie M, ma sempre con l’innesto a vite 39x1, per mantenere
la compatibilità del sistema ottico, in continua espansione, e presentano tutta una serie
di miglioramenti operativi, che ne fanno una
famiglia di macchine di alto livello, sia dal
punto di vista tecnologico che costruttivo.
La famiglia delle Canon VT, nata nel
1956, e inizialmente dotata di otturatore a
tendina e selettore tempi ruotante, si caratterizza non solo, come detto, per un nuovo design del corpo ma soprattutto perché nel
fondello è inserito un grilletto di avanzamento rapido ripiegabile, chiaramente ispirato al Leicavit, con la differenza che esso è
fisso e non asportabile come nelle Leica.
La produzione totale di tutta la famiglia
VT, sino al 1961, è stata di circa 75.000 pezzi, per complessivi sette modelli.
V
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APRILE 2014 FOTOGRAFIA REFLEX
La Canon modello VI-T
è dotata di grilletto di
avanzamento pellicola
rapido, che si ripiega a
scomparsa nel fondello
(particolare in basso).
Sopra al titolo, vista
complessiva
dell’apparecchio col
manuale d’uso del
50mm f/1,2.