CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEL POPOLAMENTO

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CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEL POPOLAMENTO
Riv. ital. Oro., Milano, 59 (3-4): 223-228, 15 XII-1989
MAURO BERNONI, LUIGI IANNIELLO & PAOLO PLINI
(*)
CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA
DEL POPOLAMENTO ORNITICO IN AMBIENTI DEGRADATI
E/O ANTROPIZZATI DEL LAZIO
Riassunto. - Sono state esaminate, usando il metodo LK.A., le comunità ornitiche
in dieci aree del Lazio. Tutte le aree sono state utilizzate dall'uomo in modi differenti. I risultati mostrano valori di densità e di LK.A. bassi, tra 18.17 e 38.87.
Abstract. - The breeding bird communities in exploited habitats of Latium
( Central Italy).
The bird communities in 10 different areas of Latium were examined using the
I.K.A. method. All the areas have been exploited by man in different ways. Results
show low values of density and I.K.A. values between 18.17 and 38.87.
Gran parte degli ambienti del Lazio sono stati in misura più o meno
rilevante sottoposti a sfruttamento da parte dell'uomo. Tale situazione
ha modificato le caratteristiche originarie, provocando profondi cambiamenti nel popolamento ornitico.
Abbiamo individuato dieci aree che presentano caratteristiche di
degrado ambientale, o in cui la presenza umana è continua ed intensa.
1 - Versante S del Maschio di Lariano (Velletri, Roma - m 500/700 3.5 km); la vegetazione è rappresentata da estesi castagneti a ceduo.
I polloni delle ceppaie hanno mediamente un diametro di 20 cm; sono
pressochè assenti cavità naturali che consentano la nidificazione di specie
ad esse legate. La continua rinnovazione delle ceppaie favorisce la presenza di specie che nidificano in cespugli o nello strato arbustivo inferiore.
( *) Stazione Romana Osservazione Protezione Uccelli, c/o Oasi Naturale WWF
Bosco di Palo », via Palo Laziale 2, 00055 Ladispoli (Roma).
224
M. BERNONI, L. IANNIELLO & P. PUNI
2 - Oliveti nei dintorni di Tivoli, Roma (m 300 - 2.5 km) ; estese
piantagioni di piante mature sottoposte a regolare potatura, con un
tronco di diametro elevato e fortemente cariato all'interno ma con una
ridotta chioma. Nelle vicinanze muretti a secco parzialmente ricoperti
da vegetazione e cespugli sparsi.
3, 4 - Colture intensive c/o Maccarese, Roma (m 0/50 - 3.5 km,
3 km) ; le due aree sono coltivate con metodi industriali; nella zona 3
esistono alcune zone incolte, abitazioni con alberi isolati, poche scarpate
e margini cespugliati. Nella zona 4 sono presenti canali di drenaggio
dell'acqua con un'abbondante vegetazione palustre e cespugli ai margini.
5 - Noccioleti c/o lago di Vico (Viterbo - m 500/550 - 3.2 km);
monocoltura intensiva; le uniche specie arboree sono le piante di nocciolo che però non raggiungono dimensioni cospicue. Ai margini tra le
proprietà siepi basse e/o muretti. L'uso di diserbanti non consente lo
sviluppo di alcun vegetale sotto le piante di nocciolo.
6, 7 - Monte Ode e Boschi di Roccantica (Monti Sabini, Rieti m 650/800 - 7 km, 6 km; querceto misto con prevalenza di Cerro a
ceduo e intensamente sfruttato in alcune zone; vi sono matricine isolate.
In 7 il sottobosco è più sviluppato rispetto all'altra zona, con radure.
8 - Foresta del Lamone (Farnese e Valentano, Viterbo - m 350/400 7 km) ; querceto misto sulle pendici NW dei M.ti Reatini. Presenza di
alberi di notevoli dimensioni con sottobosco piuttosto fitto; affiorano
rocce vulcaniche che offrono riparo a numerosi animali. Il bosco presenta
segni evidenti di sfruttamento forestale; esemplari isolati di notevoli dimensioni ne aumentano il valore naturalistico.
9 - Faggeta della Vallonina (Leonessa, Rieti - m 1100/1500 - 5.5 km) ;
occupa una valle che scende a N del M.te Terminillo verso Leonessa.
Faggeta monofitica con scarso sottobosco, povera di alberi vecchi, malati
o cadenti.
10 - Faggeta del Monte Autore (Monti Simbruini, Frosinone, m 1300/
1700 - 7.5 km) ; estesa dal piano carsico di Campo Secco alla cima di
M.te Autore. Tipica foresta a Faggio, povera di sottobosco, con alberi
colonnari raramente di notevoli dimensioni.
In queste aree abbiamo censito l'avifauna utilizzando il metodo I.K.A.
( FERRY & FROCHOT, 1958), un transetto senza limiti, percorso una sola
volta nella stagione riproduttiva, in cui vengono registrati tutti gli uccelli visti o sentiti, traducendo i contatti in numero di coppie ( BLONDEL
et alii, 1981) e assegnando valore 1 a quelli che manifestano attività
territoriale, osservati nelle vicinanze del nido o con la prole, valore 0.5
CONOSCENZA AL POPOLAMENTO ORNITICO ECC.
225
agli altri. I transetti sono stati effettuati nel periodo compreso tra le
ultime decadi di aprile e maggio; in considerazione del gradiente altimetrico i transetti in pianura sono stati effettuati in anticipo rispetto a
quelli montani.
Abbiamo deciso, pur nella consapevolezza che i dati ottenuti assumono un valore puramente indicativo, di separare gli uccelli registrati
all'interno di una fascia di superficie nota (50 m di ampiezza per gli
ambienti boschivi e 100 m per quelli aperti), ottenendo così dei dati di
densità (n. coppie/10 ha) e biomassa (g/10 ha) ( Tab. I).
TAB. I. - Struttura delle comunità ornitiche negli ambienti considerati
(per le abbreviazioni cfr. testo).
1
S
2
3
4
5
6
7
8
9
22
16
13
14
17
19
14
10
15
11
22.29
20
28.80
11.88
16.99
15.95
17.43
13.07
23.06
13.82
7.93
2.05
0.85
2.68
2.87
2.52
2.17
2.36
2.46
2.30
2.42
2.44
0.90
0.93
0.91
0.85
0.90
0.87
0.78
0.92
0.90
Nd
Bb
7
6
6
7
7
6
7
4
9
8
776.00
1292.80
739.94
635.44
778.90
1013.82
467.34
Bc
313.30
484.28
240.12
255.68
284.54
764.98
249.74
441.08
139.22
4.54
187.10
5.88
1259.90
412.60
5.00
322.06
14.29
4.17
2.44
1.61
0.61
2.04
23.16
23.34
21.52
20.51
2.81
2.62
2.69
2.65
0.86
0.83
0.90
0.82
d
H'
J'
Np%
Cnp 1/,
LK.A.
H"
J"
38.87
30.20
18.17
22.15
31.25
24.30
2.18
0.82
2.75
3.04
2.51
0.89
0.93
0.85
2.24
0.83
2.59
0.88
15.79
13.33
2.52
Per i nomi scientifici abbiamo fatto riferimento a BRiCHETTI &
MASSA (1984).
I parametri utilizzati sono stati : S - ricchezza (n. delle specie nidificanti); d - densità (n. coppie per 10 ettari); H' - diversità, misurata
con l'indice di SHANNON & WEAVER (1963), H':=-Ep i * In p i e calcolata
all'interno della fascia di superficie nota; J' - equipartizione (LLOYD &
GHELARDI, 1964), J' = H'/H' max (H' max =1n S - PIELOU, 1966); variabile da 0 (una sola specie presente) a 1 (tutte le specie presenti con
la stessa densità); calcolata, all'interno della fascia di superficie nota;
Nd - n. delle specie dominanti (p i > 0.005 - TURCEK, 1956) dove p i -- pro-
TA9. II. - Riepilogo degli indici chilometrici di abbondanza per ogni specie rilevata
nei 10 ambienti esaminati.
Specie
IKA 1
Buteo buteo
Phasianus colchicus
Columba palumbus
Streptopelia turtur
0,29
Cuculus canorus
0,86
Merops apiaster
Upupa epops
Jynx torquilla
Picus viridis
Picoides major
0,14
Galerida cristata
Lullula arborea
Alauda arvensis
Uirundo rustica
Anthus trivialis
Troglodytes troglodytes
6,86
Erithacus rubecula
10,29
Luscinia megarhynchos
Phoenicurus phoenicurus
Saxicola torquata
Turdus merula
2,00
Turdus philomelos
Turdus viscivorus
Cettia cetti
Cisticola juncidis
Acrocephalus scirpaceus
Acrocephalus arundinac.
Hippolais polyglotta
Sylvia cantillans
Sylvia melanocephala
Sylvia atricapilla
6,00
Phylloscopus sibilatrix
Phylloscopus collybita
1,71
Regulus ignicapillus
1,43
Muscicapa striata
Ficedula hypoleuca
Aegithalos caudatus
0,29
Parus palustris
Parus ater
Parus caeruleus
2,29
Parus major
1,86
Sitta europaea
Certhia familiaris
1,14
Certhia brachydactyla
Remiz pendulinus
Lanius collurio
Lanius minor
Garrulus glandarius
Corvus corone cornix
Passer italiae
Passer montanus
3,71
Fringilla coelebs
Serinus serinus
Carduelis chloris
Carduelis earduelis
Pyrrhula pyrrhula
Coccothraustes coccothr.
Emberiza citrinella
Emberiza eirlus
Miliaria calandra
Totale
I.K.A.
38,87
IKA 2 IKA 3 IKA 4 IKA 5 IKA 6 IKA 7
0,14
0,40
0,40
1,20
0,57
0,29
0,08
0,31
0,71
0,67
0,86
0,43
4,83
0,50
0,29
0,71
0,17
0,17
0,17
0,14
0,29
0,80
1,43
0,60
1,80
0,29
0,29
0,33
0,94
0,31
3,00
2,93
0,47
2,34
1,50
3,28
2,29
0,09
0,36
0,33
0,36
0,40
1,45
0,36
0,13
0,07
0,93
0,43
0,21
0,14
1,00
2,33
0,57
0,29
1,71
0,07
0,14
0,07
0,83
0,29
0,40
IKA 8 IKA 9 IKA 10
2,71
3,50
0,14
0,33
1,58
1,43
0,13
1,00
1,45
0,18
0,73
0,67
0,13
1,09
1,18
2,36
0,36
0,13
1,73
1,60
0,67
1,09
0,27
0,13
2,67
3,00
1,33
0,33
0,57
0,20
4,80
0,40
0,29
0,86
0,83
0,33
5,94
1,43
3,00
0,50
2,50
0,17
0,57
2,86
0,86
0,40
3,43
2,29
1,43
0,67
0,50
0,33
2,17
0,50
0,50
3,79
1,64
0,71
0,29
1,00
0,86
0,43
1,20
1,40
0,29
0,8,0
1,25
0,57
0,79
1,73
1,27
1,00
0,55
0,82
2,53
2,00
1,07
0,40
0,60
0,67
0,31
0,8~0
0,08
0,14
1,4'0
2,80
4,00
2,60
2,60
0,'57
1,57
0,14
0,57
1,29
1,43
1,00
0,17
1,67
0,33
1,33
0,33
2,17
0,31
2,19
8,28
2,66
1,25
1,41
1,07
0,36
0,33
0,67
0,93
0,07
0,55
0,13
1,86
2,92
0,71
4.27
4,73
0,58
0,87
0,13
0,08
0,80
0,40
30,20
0,86
1,14
0,33
0,33
18,17
22,15
0,14
31,25
24,30
0,14
23,16
23,34
21,52
20,51
CONOSCENZA AL POPOLAMENTO ORNITICO ECC.
227
porzione della specie iesima; Bb - biomassa bruta (peso complessivo
espresso in g per 10 ettari); Be - biomassa consumante (ottenuta elevando il peso delle singole specie alla potenza 0.7 per compensare il metabolismo più basso delle specie di maggiori dimensioni; espressa in g
per 10 ettari - SALT, 1957); nP%o - percentuale specie non passeriformi;
cnP% - percentuale coppie non passeriformi; LK.A. - indice chilometrico
di abbondanza, espresso in n. coppie per chilometro. H" - diversità totale, calcolata sui valori I.K.A. J" - equipartizione totale, calcolata sui
valori I.K.A.
Risultati e discussione.
Le specie rilevate sono 60. I risultati evidenziano in tutti gli ambienti valori di densità molto bassi (min. 7.93 - max. 28.80) ; in alcuni
casi (castagneto, oliveto) i valori sono influenzati dalla presenza di cespugli, siepi, muri a secco, che aumentano la eterogeneità ambientale e
conseguentemente la densità. La diversità si mantiene su valori relativamente elevati se confrontata ai dati disponibili in letteratura (FARINA,
1982, 1982a; LAMBERTINI, 1981; FRATICELLI & SARROCCO, 1984; BERNONI
et alii, 1989), l'equipartizione è compresa tra 0.78 e 0.93 nella fascia
interna mentre i valori complessivi oscillano tra 0.82 e 0.93.
Le specie ubiquitarie sono Capinera, presente in tutti gli ambienti,
Fringuello, Merlo e Cinciallegra, assenti solo in un ambiente, e Scricciolo,
rilevato in 8 località. Tutte le altre specie si dimostrano invece legate a
particolari situazioni ambientali. I non passeriformi sono più numerosi
nelle località 6, 8 e 10 in chiara relazione con la struttura dell'ambiente.
Gli LK.A. ottenuti nelle dieci località hanno valori abbastanza
modesti.
Se confrontiamo i valori ottenuti nelle aree boschive con quelli ottenuti nella tenuta di Castelporziano, situata nella stessa regione geografica (BERNONI et alii, 1989), verifichiamo un impoverimento complessivo a livello di densità e ricchezza, ed il prevalere in percentuale
delle specie « generaliste » (ad es. Capinera, Pettirosso, Fringuello) nei
confronti di quelle « specializzate » (ad es. Picchio rosso maggiore, Picchio verde, Picchio muratore). Generalizzando questo concetto ai vari ambienti esaminati ed in considerazione del fatto che tali ambienti sono
rappresentativi di una realtà molto diffusa nella Regione Lazio, l'impoverimento riscontrato si può considerare esteso a gran parte della regione stessa.
M. BERNONI, L. IANNIELLO & P. PLINI
22 8
BIBLIOGRAFIA
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